XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 23 di Mercoledì 4 giugno 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE.

Audizione del Presidente e del Direttore generale della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti (INARCASSA), Paola Muratorio e Giancarlo Giorgi.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Muratorio Paola , Presidente dell'INARCASSA ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Morassut Roberto (PD)  ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Muratorio Paola , Presidente dell'INARCASSA ... 7 
Morassut Roberto (PD)  ... 8 
Muratorio Paola , Presidente dell'INARCASSA ... 8 
Giorgi Giancarlo , Direttore generale dell'INARCASSA ... 8 
Granata Alfredo , Responsabile dell'area immobiliare dell'INARCASSA ... 9 

ALLEGATO: Documentazione presentata dall'Inarcassa ... 11

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8,10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente e del Direttore generale della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti (INARCASSA), Paola Muratorio e Giancarlo Giorgi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, l'audizione del Presidente e del Direttore generale della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti (INARCASSA), Paola Muratorio e Giancarlo Giorgi. Avverto che è presente anche il Responsabile della direzione patrimonio, Alfredo Granata.
  Do quindi la parola alla Presidente dell'INARCASSA, Paola Muratorio.

  PAOLA MURATORIO, Presidente dell'INARCASSA. Buongiorno presidente, buongiorno componenti della Commissione, e grazie per il vostro invito.
  Abbiamo preparato sinteticamente alcune slide per dare una visione di cosa è Inarcassa. Gli iscritti sono cresciuti dalla privatizzazione del 1995 ad oggi in maniera molto tumultuosa, sono triplicati. La componente giovanile rappresenta circa il 19 per cento ed è in contrazione rispetto al passato, anche se la nostra Cassa continua ad avere nuovi iscritti.
  È in atto un processo di femminilizzazione e anche le nostre prestazioni sono cresciute; anche per quanto riguarda la consistenza del nostro patrimonio la crescita è stata veramente importante, perché abbiamo avuto il 500 per cento di crescita del nostro patrimonio dalla privatizzazione ad oggi.
  Questi dati sono importanti perché per noi è estremamente significativa l'attenzione ai costi, basti pensare che, nonostante gli associati siano cresciuti dal 2004 ad oggi del 45 per cento, le prestazioni dell'80 per cento, il patrimonio sia aumentato di due volte e mezzo, i costi di gestione sono tornati ai livelli di dieci anni fa.
  Credo che l'attenzione ai costi per le Casse di previdenza sia una cosa estremamente importante e possiamo dimostrarlo con questi numeri, che tra l'altro vengono anche ripresi dalla Corte dei conti nell'esame dei nostri bilanci.
  Il nostro personale è diminuito nel frattempo del 5 per cento negli ultimi dieci anni, e non abbiamo più un contratto atipico, un lavoratore a progetto, ma abbiamo tutti tempi indeterminati nell'ambito Pag. 4della nostra Cassa, perché consideriamo molto importante dare stabilità e continuità.
  La produttività è cresciuta del 53 per cento per quanto riguarda gli iscritti pro capite per dipendenti e del 115 per cento per quanto riguarda le prestazioni per dipendente. Per la gestione della nostra Cassa costiamo complessivamente il 2 per cento delle entrate previdenziali. Rispetto a questi valori i nostri contributi nel 2013 ammontavano a circa 1 miliardo e 100 milioni di euro, mentre i nostri costi di gestione si attestano intorno ai 21 milioni di euro, di cui 14 milioni sono il costo del personale.
  Certo è che l'applicazione di norme pubblicistiche, che oggi ci viene sempre più imposta, non è utile a gestire la nostra previdenza, né ad assicurare la sostenibilità di lungo periodo, ma tutte queste norme impattano sulla nostra efficienza di gestione e comportano maggiori costi, perché gli adempimenti spesso sono formali e totalmente slegati dai nostri obiettivi.
  Per noi è quindi un serio problema rispondere a tutte le richieste che ci vengono formulate con le norme che si succedono, perché distraggono il personale dall'attività core, la previdenza, indirizzandolo a predisporre statistiche che peraltro riteniamo non abbiano alcuna incidenza sul patrimonio dello Stato se non per qualche decimale nel complesso delle nostre Casse.
  Dal 2007 al 2012, nonostante gli incrementi di iscrizioni e di prestazioni prima descritti, il reddito medio in valori nominali per gli architetti è diminuito del 24,4 per cento e per gli ingegneri del 17,7 per cento, perché non ci sono più occasioni di lavoro all'esterno e l'unica possibilità per chi esce dall'università è quella di aprire una Partita IVA e di iscriversi alla nostra Cassa di previdenza.
  Vi cito un numero che testimonia la crisi delle nostre professioni ed è riferito ai redditi professionali dichiarati nel 2012, che abbiamo acquisito recentemente: il 27 per cento dei nostri associati (oltre 41.000 colleghi) ha redditi lordi inferiori a 8.000 euro, 61.000 hanno redditi compresi tra gli 8.000 e i 26.000 e solo il 33 per cento ha redditi lordi superiori a 26.000 euro.
  Nonostante questa profonda crisi, nel 2012 abbiamo fatto una riforma molto impegnativa e siamo passati a un sistema di calcolo contributivo, che assicura l'equilibrio strutturale di lungo periodo e garantisce la certezza di una previdenza per i giovani iscritti alla nostra Cassa.
  Abbiamo fatto una riforma che ha delle peculiarità, perché abbiamo cercato di dare risposta alla crisi e ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Per i giovani ad esempio abbiamo previsto agevolazioni contributive, ma, siccome pagare meno nel contributivo significa avere meno pensione futura, abbiamo previsto degli accrediti figurativi successivi che completino la loro contribuzione a carico della solidarietà intercategoriale e intergenerazionale.
  Sempre tenendo conto della crisi, abbiamo previsto per i giovani la deroga dall'obbligo del versamento del contributo minimo, ma anche qui, siccome se non si pagano contributi non ci sarà prestazione, abbiamo pensato che possano ricostituire questo mancato versamento nei cinque anni successivi.
  Abbiamo assicurato un tasso di rendimento minimo dell'1,50 sui montanti individuali, cosa che, come ben sapete, nel pubblico non esiste, ma dal 2015 sarà possibile anche accreditare una parte della redditività del nostro patrimonio.
  Per i pensionati abbiamo introdotto coefficienti specifici per coorte, cioè per anno di nascita, così da consentire un pensionamento flessibile. La nostra Cassa ha un pensionamento flessibile dai 63 anni, quindi un'anticipazione con penalizzazione attuarialmente equivalente, oppure la possibilità di posticiparla a 70. Naturalmente la pensione sarà maggiore perché attuarialmente anche i coefficienti si modificano.
  Nell'ambito della nostra Cassa abbiamo mantenuto la pensione minima, che non esiste nel mondo contributivo, però solo vincolata al bisogno effettivo, cioè per Pag. 5coloro che abbiano necessità di un sostegno da parte della solidarietà previdenziale.
  Siccome crediamo che nella previdenza la trasparenza sia il poter simulare la prestazione previdenziale e avere conoscenza di quale sarà il futuro previdenziale, due mesi dopo l'introduzione della nostra riforma abbiamo previsto sul sito un motore di calcolo accessibile a ciascun iscritto, che consente di simulare la prestazione previdenziale futura, che si basa sulla storia, proiettabile anche con criteri diversi di valorizzazione dei redditi diversi, cioè con la possibilità di crearsi una storia previdenziale propria.
  Sono state effettuate 281.620 simulazioni (tenete conto che i nostri iscritti sono circa 667.000) e 49.601 professionisti hanno fatto più di una simulazione, perché il nostro motore di calcolo consente di prevedere redditività diverse future, fatturati diversi, in quanto nel mondo della libera professione (oggi per la verità anche nel mondo della dipendenza) non esistono carriere certe.
  La nostra riforma ha messo in campo anche la necessità per INARCASSA di pensare a un welfare integrato. Abbiamo considerato il contesto generale, cioè la necessità di dare un'adeguatezza della nostra prestazione previdenziale futura.
  Voi sapete che non esistono misure a sostegno dei liberi professionisti, e nessuna riforma del lavoro sembra considerare che i professionisti sono anche loro dei lavoratori, e spesso in questo momento molto in difficoltà. La popolazione invecchia, c’è una crisi economica, quindi abbiamo messo in campo assistenze e garanzie diverse, che variano dalla tutela sociale alla tutela sanitaria, al sostegno alla professione e all'accesso al credito.
  Cito un dato per tutti: nel 2013 abbiamo erogato prestazioni di natura assistenziale per 98 milioni di euro, a fronte di prestazioni erogate nello stesso anno di circa 70 milioni di euro. La natura assistenziale è una componente fondamentale per la nostra Cassa.
  Abbiamo messo a disposizione 150 milioni di euro nel 2013 per consentire l'accesso al credito ai nostri colleghi e abbiamo realizzato una cosiddetta Shadow bank, utilizzando lo strumento della dilatazione dei contributi, in modo che gli iscritti potessero utilizzare tale modalità come forma di accesso al credito. Hanno aderito 35.535 nostri associati, un numero rilevante se considerate il nostro contesto.
  Per il sostegno alla professione stiamo facendo un concorso di idee per giovani professionisti, Giovani spazi; abbiamo istituito la nostra Fondazione per la promozione, lo sviluppo ma soprattutto la difesa del nostro lavoro, in quanto ci sono bandi che mettono in gara attività di progettazione a 1 euro, lavori a zero euro, il cui compenso sarebbe la pubblicità all'Albo pretorio del fatto di aver donato lavoro, ma con questi redditi non si può pensare che si possa donare il lavoro !
  La nostra Fondazione ha organizzato il concorso di progettazione per il rifacimento della Città della scienza a Napoli, che è stata distrutta dal fuoco, e abbiamo messo a disposizione quanto necessario per i premi.
  Nell’asset allocation del 2014 abbiamo previsto fino al 2 per cento del patrimonio per realizzare progetti di sviluppo infrastrutturale, perché le infrastrutture sono una delle attività tipiche, ma abbiamo già esempi di sostegno alla professione e all'economia reale.
  Abbiamo già investito due anni fa, aderendo quale socio investitore al fondo lanciato dal Comune di Bologna per la valorizzazione dei suoi istituti scolastici, nel 2013 abbiamo portato a compimento un progetto iniziato nel 2011, è stata costituita una società partecipata da INARCASSA e dalle altre due casse professionali, CIPAG ed EPPI, con l'obiettivo di effettuare investimenti nel settore delle infrastrutture, aprire cantieri ma soprattutto portare a compimento le opere incompiute, che purtroppo in Italia sono numerose, e, laddove non ci fosse più l'opportunità di avere quelle destinazioni d'uso, anche di fare destinazioni d'uso diverse.
  Per quanto riguarda le modalità di gestione del nostro patrimonio, abbiamo Pag. 6iniziato la nostra storia di regole per gestire al meglio il nostro patrimonio nel 2000, quando abbiamo formato la nostra prima asset allocation strategica.
  Ricordo che quando chiesi che nell'ambito dell’asset allocation strategica venisse ricompresa la componente immobiliare, che fino ad allora era considerata assolutamente priva di rischio, venni un po’ presa in giro dai professori, però alla fine la spuntai e la nostra visione complessiva dell’asset allocation prevede dal 2000 sia la componente immobiliare, sia la componente mobiliare.
  Già nel 2000 abbiamo determinato il grado di tolleranza al rischio di una Cassa di previdenza come la nostra, affidando questo lavoro a un risk manager attraverso gare ad evidenza pubblica. Dal 2003 abbiamo cominciato ad acquistare le prime quote di fondi immobiliari europei, perché in Italia non esistevano ancora, anche per diversificare questa componente, abbiamo migliorato la funzione amministrativa e di controllo interna, abbiamo introdotto la banca depositaria.
  Abbiamo infatti sempre ritenuto che ci fossero delle best practices da seguire e abbiamo adottato tutte quelle che trovavamo sul mercato. Abbiamo quindi mediato la banca depositaria dai fondi complementari che erano obbligati ad averla. Abbiamo valorizzato il nostro asset immobiliare a mercato, adottando i criteri adottati dal Regolamento della Banca d'Italia per i fondi immobiliari; nel 2004 abbiamo adottato i criteri della direttiva comunitaria EPAP del 2003, investimenti effettuati come Uomo prudente.
  Nel 2005-2006 abbiamo introdotto un nuovo processo per la selezione dei gestori esterni, abbiamo partecipato al primo fondo infrastrutturale italiano e a una società di gestione immobiliare come soci della Sgr, diversificato l'investimento immobiliare con fondi.
  Nel 2009-2010 abbiamo indetto una gara ad evidenza europea per la scelta della Sgr di gestione del nostro fondo immobiliare, perché ci siamo resi conto che non era più efficiente gestirlo internamente. Nel 2011 abbiamo integrato le funzioni immobiliare e finanziaria nell'ambito di un'unica direzione e nel 2013 abbiamo avviato il processo di conferimento del patrimonio immobiliare, finalizzato non alla dismissione, ma al miglioramento dell'efficienza di gestione del nostro patrimonio.
  Gli obiettivi della politica di investimento sono quelli di avere un corretto profilo rischio/rendimento, perché l'equilibrio strutturale della nostra Cassa è garantito dal saldo previdenziale a cinquant'anni, quindi la redditività del patrimonio serve per assicurare tutta l'assistenza che mettiamo in campo e per migliorare le prestazioni previdenziali future, quindi la combinazione rischio/rendimento è il nostro benchmark di riferimento.
  Abbiamo un’asset allocation con un obiettivo di rendimento lordo atteso del 4,3 per cento, quindi non eccessivo, composto dalle diverse componenti, ma soprattutto la nostra rischiosità è ridottissima, in quanto il nostro rischio valutato come VaR è pari al 2,6 per cento.
  Il rendimento ovviamente è molto influenzato dal regime fiscale, basti dire che oggi, se continuerà a esserci la previsione del 26 per cento, sarà molto più conveniente investire in obbligazioni del Brasile che in fondi infrastrutturali italiani, perché tutte le obbligazioni della white list sono tassate al 12,50, tutto il diverso è tassato al 26 per cento. Credo che di questo occorra tener conto.
  L'evoluzione della nostra asset strategica nel tempo è molto variata, ed attualmente è ripartita tra alternativi, azionario, obbligazionario, mobiliare e immobiliare secondo una molto articolata tipologia di asset class, le cui componenti contribuiscono a contenere il rischio.
  Abbiamo da molti anni una valutazione a mercato di tutto il nostro patrimonio, perché crediamo che non si possa fare asset allocation vera senza mettere tutti gli asset valorizzati a patrimonio, e già dal 2001 abbiamo investito in fondi di private equity in Italia, perché abbiamo sempre creduto che i nostri soldi dovessero essere utilizzati anche per la crescita del Paese.Pag. 7
  Purtroppo sono asset che hanno difficoltà a decollare in Italia. Nel 2009 abbiamo fatto investimenti in infrastrutture e nel 2013 abbiamo già investito in strumenti di debito delle piccole e medie imprese, minibond, investendo nostri soldi proprio per due fondi specializzati in questa tipologia di investimento in Italia. Purtroppo ad oggi non ci hanno richiamato ancora un euro, quindi anche qui molta attenzione a lanciare proclami, se poi non ci sono dietro effettive necessità.
  L'attuale componente comprende circa il 48 per cento degli investimenti in Italia e il 53 per cento degli investimenti nel resto del mondo, pur essendo molto articolati: un 18,50 di obbligazionario, 7,60 di monetario, 1,2 di azionario, 1,3 di alternative e 18,5 di immobiliare.
  Credo che la nostra articolazione degli investimenti sia piuttosto ampia e abbiamo guardato molto agli investimenti a sostegno dell'economia reale, innanzitutto perché ci siamo dentro come professionisti e poi perché occorre cercare forme alternative di reddito, considerato che oggi l'obbligazionario rende sempre meno e il contenimento del rischio è per noi molto importante.
  Qualsiasi investimento che abbia ricadute sull'economia reale deve avere quindi una componente di rischio piuttosto contenuta, altrimenti la redditività deve essere adeguata.
  Mi fermo qui e rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente, della sua relazione molto esauriente. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  ROBERTO MORASSUT. In riferimento all'ultima parte della sua relazione che riguarda la politica degli investimenti patrimoniali di carattere sia mobiliare che immobiliare, lei ha evidenziato una politica diversificata e ampia in sede sia nazionale che estera, con un'attenzione particolare al mercato italiano, ma è possibile avere un dettaglio più analitico dei fondi che soprattutto per quanto riguarda i titoli azionari sono nel portafoglio di INARCASSA ?
  Una seconda domanda molto specifica riguarda il tema del patrimonio immobiliare. Voi avete selezionato un fondo, che attraverso una Sgr gestisce il vostro patrimonio. Da Roma, che, come è noto, è il fulcro di questo mondo del patrimonio residenziale degli enti e delle Casse, ci giungono molte segnalazioni che riguardano anche INARCASSA relative ad aumenti dei fitti di qualche anno fa ai quali non hanno corrisposto in alcune zone della periferia di Roma interventi di manutenzione adeguati.
  Se vuole, posso farle avere le segnalazioni specifiche. In particolare, uno dei casi più importanti è nella zona di Torre Gaia, sulla Casilina, dove c’è un complesso denso di insediamento e vengono segnalati molti casi.

  PRESIDENTE. Do la parola alla Presidente dell'INARCASSA, Paola Muratorio, per la replica.

  PAOLA MURATORIO, Presidente dell'INARCASSA. Grazie, presidente. Il Direttore e il responsabile della nostra Direzione patrimonio potranno aiutarmi a rispondere meglio. Innanzitutto noi abbiamo una politica di altissima diversificazione, non abbiamo concentrazioni in alcuna controparte, per cui il rischio nel campo azionario non esiste proprio per la grande diversificazione.
  Tenete conto che noi abbiamo in portafoglio 8.500 titoli e questo vi dà l'idea dimensionale, abbiamo 40 gestori differenti, di cui 16 tra i maggiori 20 mondiali, proprio per per la nostra politica di grande attenzione al rischio.
  Abbiamo un controllo del rischio trimestrale, eseguito anche dalla nostra banca depositaria, abbiamo giornalmente il NAV del nostro portafoglio e tutto il nostro portafoglio è depositato presso la banca depositaria, che verifica la correttezza di comportamento delle controparti rispetto ai mandati di gestione.
  Da questo punto di vista, quindi, abbiamo un presidio molto elevato su tutto Pag. 8il nostro portafoglio e non riteniamo che ci siano rischi. Siccome eravamo additati tra coloro che avevano degli strutturati nel portafoglio, e siccome mi ero stufata di sentirmi dire che eravamo tra coloro che avevano rischio perché avevano gli strutturati, abbiamo ridotto la componente dal 10 al 3 senza perdere un euro, anzi guadagnandoci, e senza dover fare una ristrutturazione.
  Questa è una cosa di cui sono molto orgogliosa, nel senso che anche le nostre componenti strutturate non hanno componente di rischio, perché sono facili da leggere, sono semplici, sono scomponibili e quindi i nostri asset sono tutti depositati presso la banca depositaria scelta attraverso una gara ad evidenza europea.
  Recentemente c’è stato l'avvicendamento della banca depositaria, perché ha vinto una nuova banca depositaria e in questi giorni stiamo trasferendo tutto il nostro patrimonio. Tenete conto che noi facciamo copertura rischio cambi perché abbiamo investimenti anche globali, per garantire maggiore solidità al nostro patrimonio.

  ROBERTO MORASSUT. Quale è la banca depositaria ?

  PAOLA MURATORIO, Presidente dell'INARCASSA. La banca depositaria attualmente è Société Générale, in precedenza era BNP Paribas. In Italia esistono solo tre banche depositarie che – mi permetto di dire – hanno le competenze necessarie per predisporre quanto noi richiediamo.
  Il nostro patrimonio immobiliare non è economico-popolare, la nostra classificazione è A2, quindi sono immobili non popolari. Dal punto di vista degli interventi di manutenzione siamo stati piuttosto attenti nel tempo, ci possono essere stati magari dei casi particolari, però tenete conto che quando affittiamo un immobile andiamo prima a verificare la capacità di reddito della famiglia, che è esattamente l'opposto di quanto si fa nell'economico-popolare.
  Verifichiamo infatti che il reddito che richiediamo, che è più contenuto rispetto al mercato, sia coperto adeguatamente dalla redditività della famiglia, quindi non abbiamo mai affittato a nuclei familiari disagiati.
  Per quanto riguarda le locazioni, tra l'altro, diamo priorità di locazione ai nostri associati, a parità di tutte le condizioni, facciamo dei bandi che vengono pubblicati presso gli Ordini provinciali con le varie localizzazioni dei nostri immobili e da sempre li pubblichiamo sul sito.
  Evidenzio una cosa che mi sta molto a cuore sulla politica degli investimenti e sulla trasparenza: i nostri associati hanno a disposizione i nostri investimenti con sei mesi rolling, esattamente in linea con quanto previsto dai fondi americani che assicurano trasparenza. I nostri associati vanno quindi sul sito nella parte dedicata e trovano dove stiamo investendo i soldi. È un sito che ha controllo d'accesso e oggi circa 9.000 nostri colleghi hanno avuto accesso a questi dati privilegiati, sensibili, che non possiamo mettere sul sito pubblico.
  Sul sito c’è anche il nostro manuale delle procedure di investimento, perché, proprio a garanzia che non ci sia commistione tra colui che sceglie l'investimento e colui che effettua l'indagine preventiva, ogni componente della catena degli investimenti ha una responsabilità specifica.
  Ho dimenticato di dirvi che nella nostra politica degli investimenti il nostro Regolamento recepisce gli indirizzi della Covip del 2012 e il nostro Regolamento è già adeguato, tanto che non abbiamo avuto difficoltà a fornire tutti i dati che Covip ci ha richiesto in questo settore. Lascerei adesso la parola al Direttore generale e poi per completezza anche al dottor Granata.

  GIANCARLO GIORGI, Direttore generale dell'INARCASSA. Vorrei completare con una piccola informazione la risposta al quesito posto in relazione ai limiti di concentrazione.
  Il presidente ha fatto riferimento al nostro processo, che è estremamente dettagliato e minuzioso e definisce limiti, procedure, con fini di responsabilità secondo un concetto di segregazione. Ci sono Pag. 9quindi componenti organizzative che fanno gli atti istruttori finalizzati allo stretto e puntuale rispetto dell’asset allocation strategica, anch'essa poi combinata rispetto agli obiettivi generali, il cui esito viene portato all'attenzione del Consiglio di Amministrazione, e nell'esecuzione un'altra funzione, sempre con il concerto esecuzione di segregazione, la porta in esecuzione.
  All'interno di questa procedura sono definiti anche i limiti di concentrazione. Non può capitare che da noi un soggetto possa avere più di una certa quota di patrimonio, né che noi possiamo investire più di una certa quota all'interno della massa che quel soggetto gestisce o all'interno dello strumento (per esempio un fondo) che viene offerto al mercato.
  Abbiamo quindi dei limiti che sono una scacchiera molto ben definita nel Regolamento e sono assolutamente insuperabili, controllati nel processo e successivamente controllati dalla banca depositaria, che è un soggetto terzo che ha caricato tutti questi limiti e vigila affinché non vengano mai superati né nel processo a monte dell'atto deliberativo, né a valle nell'esecuzione.
  Anche quando si dà un mandato di gestione il cui risultato è che i titoli sono di proprietà nostra e sono nel nostro portafoglio, quindi si trovano nella nostra banca depositaria, se il mandato di gestione ha per oggetto uno scopo specifico (acquistare titoli di quella natura, in quella quantità, con riferimento a un benchmark), la funzione dalla banca depositaria è vigilare giorno per giorno, operazione per operazione affinché venga puntualmente rispettato il mandato.
  Questa vigilanza è operativa ed esecutiva, quindi c’è una funzione di controllo e vigilanza sull'esecuzione e poi anche la reportistica in ordine alla effettività delle azioni. Tenevo a precisare questo argomento perché alcuni mali si possono prevenire e nella nostra procedura questi eventi sono stati ovviamente previsti.
  Laddove c’è capitale di rischio l'esposizione al mercato è un fatto in parte ineliminabile, ma la strategia di asset allocation tende a ridurre nel tempo questa percentuale di rischio. Nel grafico che vi è stato mostrato e che troverete nel documento vedete nella curva descritta come ogni singola classe immobiliare sia associata a un rischio specifico e come, combinando diverse classi, il nostro portafoglio abbia un rendimento a cui è associato un rischio inferiore a quello che potrebbe essere il rischio proprio, se fosse composto da un'unica classe.
  La professionalità di coloro che misurano il rischio e fanno questo mestiere seguendo questa attività si esplica nel combinare un portafoglio che aumenti la redditività e riduca il rischio, perché alla fine si sommano in senso algebrico.
  Sulla parte degli investimenti alternativi lascio la parola al dottor Granata.

  ALFREDO GRANATA, Responsabile dell'area immobiliare dell'INARCASSA. Specifico meglio quello che lei chiedeva a proposito della composizione dell’asset alternativo, che si aggira intorno al 10 per cento.
  Questo è composto prevalentemente dagli asset già descritti dalla Presidente Muratorio, quindi prodotti di private equity introdotti lo scorso anno, anche prima dell'enorme mole di offerta che si è sviluppata sul mercato, fondi infrastrutturali e prodotti a ritorno assoluto, la maggior parte dei quali nella forma Ucits for, quindi nella forma maggiormente trasparente e regolamentata a livello europeo.
  Una quinta forma potrebbe essere rappresentata dalle commodities, ma da due anni non sono più presenti nel portafoglio. Tecnicamente sono queste le cinque forme di investimento che compongono il nostro asset definito alternativi, che contribuisce significativamente, soprattutto in determinate fasi di mercato, a ridurre il rischio complessivo del portafoglio, e questa è la logica per cui sono stati introdotti.
  Solamente un aggiornamento su Torre Gaia, se mi permettete. Non a caso due Pag. 10mesi fa sono iniziati dei lavori di manutenzione nella parte relativa alla nostra proprietà nel complesso di Torre Gaia, lavori che sono in fase di ultimazione e ritengo che entro la fine di questo mese debbano essere completati, a maggior ragione a seguito del trasferimento della gestione alla Sgr.

   PRESIDENTE. Ringrazio i nostri auditi per la partecipazione all'odierna seduta, dispongo che la documentazione prodotta sia pubblicata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.50.

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ALLEGATO

Documentazione presentata dall'Inarcassa

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