XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta notturna n. 12 di Mercoledì 9 aprile 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA FUNZIONALITÀ DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO E PRIVATO, ALLA LUCE DELLA RECENTE EVOLUZIONE NORMATIVA ED ORGANIZZATIVA, ANCHE CON RIFERIMENTO ALLA STRUTTURAZIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Audizione di rappresentanti di Confederazione italiana della piccola e media industria privata (CONFAPI).
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Occhipinti Armando , Direttore generale della CONFAPI ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 

ALLEGATO: Documentazione presentata da Confapi ... 6

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8.55.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Confederazione italiana della piccola e media industria privata (CONFAPI).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato alla luce della recente evoluzione normativa e organizzativa, anche con riferimento alla strutturazione della previdenza complementare, del direttore generale della CONFAPI Armando Occhipinti.
  Il dottor Occhipinti è accompagnato dal dottor Franco Colombo.
  Do la parola al dottor Armando Occhipinti, direttore generale della CONFAPI.

  ARMANDO OCCHIPINTI, Direttore generale della CONFAPI. Grazie, presidente. Naturalmente sono note le difficoltà del sistema previdenziale in un momento economico che conosciamo bene. Cito il tasso di disoccupazione giovanile, quindi un'incapacità di aiutare una contribuzione adeguata al mantenimento del sistema della previdenza, l'accorpamento INPS-INPDAP, che ha creato comunque squilibri e problemi (tutti conoscete l'indebitamento che si è creato nell'INPS), la strutturazione di contratti cosiddetti «leggeri» che hanno una contribuzione relativamente bassa e, quindi, anche per quello che è il contratto che viene applicato, non adeguata a mantenere, in un momento in cui l'occupazione è quella che conosciamo, il sistema in equilibrio. Cito anche la questione degli oneri figurativi molto importanti per cassa integrazione in deroga, cassa integrazione straordinaria, cassa integrazione ordinaria che naturalmente appesantiscono questa situazione.
  In questo panorama ci sono i fondi di previdenza complementare che stanno svolgendo un ruolo quanto meno di sistemazione delle problematiche dal passaggio del sistema pensionistico con calcoli diversi rispetto alla pensione attesa. Naturalmente questi sistemi funzionano se c’è una contribuzione, che sia volontaria o fatta perché c’è uno stipendio percepito da parte del lavoratore; caso diverso se si tratta di lavoratori dipendenti in contratti ordinari o nei contratti dirigenziali.
  Quali correttivi possono essere posti ? Naturalmente si tratta di creare condizioni favorevoli per una ripresa dell'occupazione. Come abbiamo ribadito in occasione dell'audizione della settimana scorsa in Commissione lavoro, l'idea del rinnovo dei contratti a termine e la riproposizione con il cosiddetto «Job Act» sicuramente va nella direzione di aiutare una stabilizzazione dei contratti passando dal lavoro interinale a un lavoro magari a termine però con un'assunzione diretta da parte Pag. 4dell'azienda. Anche questo porta dei benefici perché i contratti che si usano sono contratti più «stabili», con una contribuzione più certa. La possibilità del rinnovo comporta anche il «rischio», in senso positivo, che questo porti a una contribuzione costante, che è il problema che si ha in questo momento.
  Occorre altresì una valorizzazione del patrimonio da parte degli istituti previdenziali. Io faccio parte del Comitato INPS regionale della Lombardia, laddove stiamo rivedendo una serie di accorpamenti di tutte le sedi INPS che in questo momento sono dislocate, anche nelle città metropolitane e quant'altro, in maniera non uniforme. Stiamo cercando di fare accorpamenti INPS-INPDAP per realizzare efficienze gestionali e riduzioni di costi.
  C’è sicuramente il problema della gestione separata, un istituto che è stato utilizzato in maniera molto corposa in questi anni con i contratti a progetto oppure con i cosiddetti «co.co.co.», quindi vi è la necessità anche per questi casi di capire come aumentare la contribuzione e il sistema delle tutele.
  Soprattutto, sicuramente si dovrà intervenire per permettere una sorta di piano di ripianamento del debito che si è venuto a creare fra INPS e INPDAP, che è estremamente penalizzante in questa fase.
  Parlavo del ruolo degli istituti di previdenza complementare. Ci sono risorse che sono state acquisite in questo senso. Si può vedere nella contrattazione collettiva nazionale un aumento di questo istituto, anche considerando la dicotomia del TFR: un TFR delle aziende sopra i 50 dipendenti che viene completamente versato alla gestione di un istituto previdenziale o dell'INPS se non c’è una scelta, se l'istituto è privato, mentre le aziende sotto i 50 dipendenti hanno ancora una gestione non completamente dedicata.
  Anche se si tratta di salario differito, anche questo è un aspetto importante per quello che può essere il discorso della previdenza e per quanto riguarda la possibilità di strutturare il settore pubblico in questa fase.
  In questo momento, nel rinnovo contrattuale occorrerebbe anche una semplificazione, perché abbiamo spesso assistito a una pletora di istituti di previdenza complementare derivanti da diversi contratti. Una razionalizzazione è sicuramente un aspetto che può portare a economie di scala e soprattutto a economie di performance per quello che concerne la gestione di questi istituti, anche perché potrebbe significativamente dare una mano, come il famoso terzo pilastro, a quello che può essere un sistema di previdenza completo. Previdenza e welfare vanno di pari passo perché presentano entrambi problematiche che ben conosciamo.
  C’è bisogno di crescita. Naturalmente tutto si risolverebbe incrementando il prodotto interno lordo e quindi con una crescita dell'occupazione, ma questo non può semplicemente essere fatto da chi si occupa della previdenza in quanto tale. Sicuramente bisogna creare condizioni per favorire da parte delle aziende anche la possibilità di sviluppare una previdenza complementare, che oggi è vista più come un costo che come un'opportunità, soprattutto nel mondo della piccola e media industria. Occorre trovare degli strumenti agevolativi, in modo tale che ci sia una piena condivisione sia da parte del lavoratore, che ha dei benefici fiscali innegabili fino a un certo valore all'anno, sia da parte dell'azienda.
  Relativamente alle problematiche legate ai diversi istituti che si sono accorpati, ci sono ancora enormi discordanze tra quello che succede all'INPDAP e quello che succede all'INPS, su come vengono erogati i sistemi pensionistici, i sistemi dei ricorsi e anche della valutazione dei meriti. Come sapete, la querelle circa la reale entità del fenomeno dei cosiddetti «esodati» ha portato anche a una difficoltà di interpretazione e ad una mancanza di uniformità di giudizio, tanto che talune sedi INPS si comportavano in maniera diversa a seconda delle indicazioni della propria direzione, non nazionale ma regionale.
  Abbiamo assistito, quando si è insediato il Comitato, a interpretazioni diverse Pag. 5e abbiamo chiesto, come Comitato, un'interpretazione unica da parte dell'INPS che fortunatamente è arrivata, così da permetterci di procedere con la valutazione dei ricorsi in maniera univoca.

  PRESIDENTE. Grazie, dottore, anche per la sinteticità e completezza del suo intervento.
  Come abbiamo sottolineato anche agli altri soggetti che abbiamo audito questa mattina, la Commissione si riserva la possibilità di un successivo eventuale incontro di approfondimento, in modo che anche i commissari possano porre delle domande sulle problematiche che sono state evidenziate nei vostri interventi.
  Dispongo che la relazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.05.

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