XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 68 di Mercoledì 14 giugno 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del Presidente del CIV INAIL, Francesco Rampi.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Morassut Roberto (PD)  ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 5 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 10 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 10 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Morassut Roberto (PD)  ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 11 
Di Gioia Lello , Presidente ... 11 
Rampi Francesco , presidente del CIV INAIL ... 12 
Di Gioia Lello , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 14.55.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente del CIV INAIL, Francesco Rampi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INAIL, Francesco Rampi, accompagnato dal dottor Cristiano Chiusoli e dalla dottoressa Elena De Pascale.
  Vi abbiamo inviato e avete ricevuto una serie di quesiti che sono stati posti, a cui ovviamente vi chiediamo di darci ampia delucidazione, in modo che il nostro relatore, Roberto Morassut, possa avere un quadro completo della situazione, e di conseguenza si possa esprimere in tempi abbastanza rapidi il parere sui bilanci dell'INAIL.
  Domani mattina abbiamo l'audizione del presidente e del direttore generale dell'INAIL. Sempre nel pomeriggio di domani, abbiamo l'audizione della Corte dei conti. Chiuderemo il quadro delle audizioni per poter avere poi la possibilità di esprimere il parere.
  Lascio la parola al nostro relatore, l'onorevole Morassut, che sicuramente ha necessità di farle delle domande, in modo che lei poi abbia il quadro generale di riferimento per darci le risposte, che ci attendiamo in modo puntuale, come sempre ha fatto.

  ROBERTO MORASSUT. Ringrazio il dottor Rampi e tutto il consiglio d'indirizzo dell'INAIL per quest'audizione, che ci aiuta a comporre un quadro di relazione completo sullo stato delle attività dell'INAIL, oggetto dell'attività della nostra Commissione.
  Le mie domande sono rapide e si basano, sostanzialmente, su una traccia predisposta dagli uffici, che ringrazio, di relazione, su cui chiediamo un po’ la vostra valutazione.
  La nostra relazione è strutturata in tre parti. Una prima parte riguarda i temi organizzativi, di funzionamento dell'ente. Una seconda riguarda i servizi e le prestazioni erogate dall'ente in materia di infortunistica, di attività di prevenzione e di servizi di vigilanza assicurativa. Un terzo importante aspetto, mi permetto di dire forse il più rilevante, riguarda le questioni finanziarie.
  Per quanto riguarda i temi organizzativi, la prima valutazione che vi chiediamo è relativa al ridisegno della governance, tema nodale che si propone per l'INAIL, come si è analizzato ed è al centro dell'attenzione della discussione anche del Parlamento, anche se ancora in una situazione Pag. 4di stallo, per quello che riguarda l'INPS. Parliamo, cioè, della costituzione di una governance, di una riarticolazione, che a noi sembra più naturale, tra le funzioni del presidente e quelle del consiglio di amministrazione, oggi unificate nella stessa figura.
  Un secondo aspetto, sempre relativamente alle questioni organizzative, riguardo lo stato di avanzamento effettivo del processo di informatizzazione, che consideriamo un elemento essenziale per l'efficientamento delle procedure di lavoro, con riferimento specifico al DURC, alla semplificazione e velocizzazione del rilascio del documento di regolarità contributiva, all'integrazione con l'INPS e ad altri aspetti di carattere organizzativo.
  Questo dell'integrazione tra servizi ispettivi in tema di lavoro, che vedono coinvolti INPS, INAIL e Ministero del lavoro, è un altro aspetto importante di questa prima parte.
  C'è anche la valutazione, ultimo punto di questa parte organizzativa, degli effetti dell'incorporazione dell'ISPESL per il settore della ricerca con un sistema di governance per la definizione delle modalità di definizione e validazione dei relativi piani istituendo un comitato scientifico presieduto dal presidente e un tavolo della ricerca.
  Sulla questione delle prestazioni erogate, nel corso del nostro lavoro di redazione della relazione abbiamo rilevato questo: per l'attività di vigilanza assicurativa, in particolare, il rapporto tra aziende irregolari e aziende ispezionate nel 2014 è elevato, risultando pari all'87,5 per cento il numero di aziende irregolari sul totale di quelle ispezionare. Dando atto dell'efficacia dei controlli effettuati dall'INAIL, si deve rilevare che permane nel Paese una situazione di perdurante irregolarità da parte delle imprese e dei soggetti obbligati nella gestione delle posizioni assicurative dei lavoratori e che gli effetti di queste situazioni sono temperati, dal punto di vista della tutela dei lavoratori, dal principio dell'erogazione delle tutele anche in caso di mancata assicurazione, ma gli effetti finanziari del mancato versamento dei premi assicurativi appaiono evidenti.
  Per quanto riguarda le attività di prevenzione, anche a seguito dell'incorporazione dell'ISPESL e dell'IPSEMA, l'INAIL ha esteso il proprio ruolo, divenendo l'ente pubblico finalizzato a garantire un sistema di tutela globale e integrata della prevenzione. Uno dei meccanismi utilizzati per stimolare l'adozione dell'attività di prevenzione è quello della riduzione del tasso di tariffa per meriti di prevenzione, di cui hanno usufruito 34.000 imprese nel 2011, fino alle 71.200 del 2014.
  Nel 2014, è stata disposta la riduzione del 7,99 per cento dell'importo del premio per le imprese artigiane che non hanno denunciato infortuni tra il 2012 del 2013, che ha interessato oltre 274.000 ditte. Va valutata, quindi, l'efficacia delle attività di preselezione, sia sotto il profilo di una maggior tutela dei lavoratori sia per gli effetti di tali investimenti e misure agevolate in termini di riduzione della spesa per prestazioni erogate in caso di infortunio o malattia professionale.
  Sorvolo su altri aspetti delle prestazioni e dei servizi e vado, per concludere rapidamente, al terzo blocco di questioni contenute nella nostra bozza di relazione, che sono le questioni finanziarie.
  Anzitutto, a fine 2015, l'andamento del saldo patrimoniale risulta, dalle nostre valutazioni e dalle nostre ricerche, pari a 5,8 miliardi di euro. È in aumento negli ultimi anni e testimonia una solidità dell'Istituto, essendo risultati pari a 5,26 miliardi di euro nel 2014 e a 3,9 nel 2013.
  Per quanto attiene al risultato economico, positivo per tutte le gestioni, ma con un persistente squilibrio strutturale della gestione agricola, esso risulta in complesso in progressiva diminuzione dal 2013. L'avanzo di gestione complessivo si è attestato, nel 2015, a 342 milioni di euro, in diminuzione di ben 278 milioni rispetto al 2014, quando era attestato a 620 milioni di euro, e di 951 milioni di euro rispetto al 2013, quando era attestato a 1.290.000.000 euro.
  L'incidenza maggiore sull'avanzo deriva dall'andamento della gestione industria, per la quale va rilevato che in tredici anni Pag. 5(2002-2015) il risultato di esercizio è diminuito di circa sette volte, passando da 2,8 miliardi ai citati 342 milioni di euro. Tale risultato consegue a una sostanziale invarianza delle entrate per tale gestione, passate da 10,15 a 9,9 tra il 2002 e il 2015, ma a un incremento delle spese, passate da 7,17 a 9,5 miliardi di euro, un quadro abbastanza articolato e per certi aspetti anche contraddittorio di quest'aspetto del risultato economico.
  L'ultimo punto riguarda il tema delle disponibilità liquide.
  Una delle caratteristiche dell'Istituto è l'elevata entità delle attività costituite dalle disponibilità liquide, che ammontano a 23,570 miliardi di euro, di cui 23,3 sono depositati notoriamente presso la Tesoreria centrale dello Stato.
  Le disponibilità liquide, quindi, rappresentano l'82 per cento del patrimonio destinato a copertura delle riserve tecniche. Nel 2014, queste disponibilità ammontavano a 23,08 miliardi di euro, di cui 22,800 (quasi il 90 per cento) depositati presso la Tesoreria, obbligo di deposito che come sappiamo risale a una norma approvata negli anni Ottanta e consolidata con provvedimento all'inizio degli anni Duemila.
  Va ricordato che queste disponibilità liquide depositate presso la Tesoreria dello Stato non sono fruttifere e che su tale tema la Commissione parlamentare di controllo sugli enti gestori si è soffermata più volte. Soprattutto, nell'audizione del 20 marzo 2014, la Corte dei conti ha sottolineato come tale obbligo risponda a esigenze di finanziamento del fabbisogno finanziario dello Stato, ma anche a esigenze di costituzione di una riserva tecnica per l'INAIL, tenuto conto della natura assicurativa dell'ente, naturalmente, assimilabile a società di assicurazione, per le quali è appunto prevista una riserva tecnica.
  Eventuali modifiche normative che rendessero disponibile una quota parte – su questo ci interessa conoscere, in particolare, la vostra valutazione, e questa è anche una domanda – di tale liquidità, riducendo l'importo dei versamenti in Tesoreria, porrebbero certamente, da un lato, problemi di copertura finanziaria, perché aumenterebbero il fabbisogno dello Stato; d'altro lato, in una situazione come quella che stiamo attraversando, fatte salve le esigenze di copertura delle riserve, una riduzione del versamento in Tesoreria potrebbe conferire all'ente una considerevole autonomia gestionale in materia di investimenti e lo renderebbe partecipe di una nuova fase di politica economica e di nutrimento del ciclo degli investimenti e della crescita generale del Paese, soprattutto nei settori di investimento principe che sono dentro la natura, dentro gli statuti e dentro le funzioni dell'ente quanto riguarda la ricerca, le materie formative e così via.
  Queste sono le questioni fondamentali che abbiamo messo in luce nel corso di questa relazione. Ci interessa conoscerle per poter meglio integrare il nostro rapporto da rendere alla Commissione e al Parlamento entro la scadenza estiva.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Morassut.
  Come ben ha potuto notare, sono domande abbastanza chiare per poter dare un quadro definitivo al parere sul bilancio.
  Le passo la parola in modo che lei dia le risposte. Se avrà qualcosa da aggiungere, presumo che sarà interessante per la nostra relazione finale.

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Ringrazio il presidente, ringrazio il relatore, l'onorevole Morassut.
  Le ultime considerazioni mi permettono di sgombrare subito il campo. Cercherò di illustrare, seguendo il più possibile fedelmente la traccia delle domande che mi erano anche gentilmente state anticipate, mettendo in chiaro un aspetto a cui tengo molto, anzi due.
  Anzitutto, noi e l'INPS siamo restati ormai le uniche due istituzioni pubbliche con un sistema duale, quindi con una separazione di ruoli tra l'indirizzo strategico che compete all'organismo che presiedo e la parte di indirizzo politico-amministrativo e gestione amministrativa, di cui vi renderanno conto domani il presidente, per la prima questione, e il direttore, per la seconda. Pag. 6
  Purtuttavia, questa modalità non mi esime dall'avere opinioni e valutazioni su quello che lei ha esposto. In particolare, se lo ritiene, se gli uffici hanno poi la pazienza di fare una classificazione, vorrei alla fine di quest'audizione fornirvi una serie di documentazioni, tra cui in particolare un elemento peculiare, che è il primo elemento per i due enti previdenziali – anche per noi da qui partono i bilanci – che è la relazione programmatica.
  La relazione programmatica, configurata ormai per tutte le annualità su cui state vigilando e che state studiando, in una modalità molto precisa, riconoscendo gli obblighi che la legge impone, in particolare termini in di prestazioni di carattere economico o di spese obbligatorie; facendo nell'ambito delle compatibilità di bilancio delle scelte opzionali per delle spese autorizzate dalla legge, ma condizionatamente all'equilibrio di bilancio. Vi fornirò, se lo ritenete, le relazioni programmatiche dal 2011 in poi.
  Vengo al ridisegno della governance. Per una questione di stile, ma non per fuggire alla domanda, essendo noi parte interessata di questa cosa, rinvio la questione architetturale al dibattito che il Parlamento, in particolare la Commissione lavoro, sta svolgendo. Tra l'altro, in questo medesimo momento, c'è in parallelo alla nostra un'audizione sul tema.
  Purtuttavia, sulla base dell'esperienza – sono un po’ vecchio del mestiere, alla terza esperienza di consiglio di indirizzo – vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che il ridisegno della governance, in particolare con la 479, si è sovrapposto a norme precedenti, in cui l'indirizzo di carattere strategico, e in particolare l'approvazione dei bilanci, era di competenza del consiglio di amministrazione, partecipato dalle parti sociali, senza chiarire bene alcuni aspetti.
  Un elemento che va evidenziato e penso che a voi interessi molto è la doppia vigilanza che pesa sui bilanci dell'Istituto.
  Noi approviamo, solo e condizionatamente a un parere del collegio dei sindaci, interamente composto da dirigenti e dei ministeri vigilanti, Economia e Lavoro, un bilancio, la cui efficacia purtroppo non è immediata. Questo comporta la sospensione dell'efficacia di quell'approvazione per 60 giorni, per una presunta ulteriore vigilanza da parte dei ministeri. Come cercherò di documentarvi, questa vigilanza nella realtà è la pura e semplice reiterazione delle osservazioni dei ministeri. Che cosa comporta questo?
  Comporta l'apertura di un esercizio provvisorio dentro l'Istituto, oneroso in termini di attività amministrativa e di sospensione dell'efficacia, ad esempio, di misure urgenti, che, come capite, possono essere attuate solo in quota di dodicesimi del bilancio approvato nelle annualità precedenti. Su questo vi forniremo una tabella comparativa che dimostra che in tutti questi anni – in particolare, abbiamo osservato 2013, 2014 e 2015 – le osservazioni sono letteralmente le stesse. Una semplificazione in questa direzione potrebbe risultare di qualche valore.
  La seconda considerazione peculiare dell'INAIL sulla governance è che, come lei ha ben evidenziato, questo è un ente assicuratore. Anche l'INPS si chiama ancora assicurazione, ma questo è un ente assicuratore ancora nella piena efficacia del concetto di assicurazione, nel senso che non eroga prestazioni previdenziali, ma rendite, che, come è stato ricordato, hanno la necessità di riserve e quant'altro.
  Questo è un ente assicuratore che in questi anni, grazie al Parlamento, si è arricchito di elementi decisamente rilevanti. Il decreto legislativo 81 e la 106 successiva di correzione hanno affidato a noi, per esempio, un compito rilevante in termini prevenzionali. Riferito al normale cliché dei compiti della governance, è nella sostanza di nostra competenza, ma non è ancora normata dalla legge, l'approvazione del piano prevenzionale, che, come dirò tra poco, quando parlerò di prestazioni, svolge un ruolo di politica economica di innovazione dei processi produttivi attraverso erogazione di fondi perduti, significativi in termini di quantità.
  Ad esempio, il giorno 19 sono messi «a concorso» 300 milioni per erogazione per un massimale di 130.000 euro a fondo perduto. Grossomodo, vinceranno 5.000 imprese. Pag. 7 Parlo di vincere, perché la richiesta è quattro volte superiore. Non avendo capienza per soddisfarla tutta, si utilizza un metodo previsto dalla legge, quello molto discusso dagli imprenditori, che è quello del click day, cioè la rapidità della prenotazione.
  Svolgiamo, quindi, attività di politica economica peculiare, che ad esempio l'INPS non occupa. Non aver previsto nella legge che al CIV, e quindi in espressione del bilancio, sia data la facoltà di approvare il piano per la prevenzione, è un elemento che ci auguriamo nella riforma della governance, oltre alla questione da lei citata sulla direzione monocratica o di carattere collegiale, sarà rilevante, assieme ad altri aspetti.
  Allo stesso modo, e anticipo alcune sue osservazioni, il 31 maggio 2010 abbiamo incorporato IPSEMA e ISPESL.
  L'accorpamento dell'IPSEMA è un avvenimento interamente compiuto e di carattere molto positivo. Il modello assicurativo era il medesimo, rivolto a una platea differente di assicurati, ma era il medesimo. Il contratto dei lavoratori era quello del comparto degli enti pubblici EPNE, e quindi non ci sono stati problemi.
  Più problematica è stata la questione della ISPESL, da cui abbiamo ereditato alcune criticità del passato di carattere significativo. Abbiamo ereditato un ente con circa il 60 per cento di lavoratori, di ricercatori, stabilizzati e 500 lavoratori precari, in particolare dei contratti di collaborazione continuativa. Oggi, la legge ci ha dato la possibilità di trasformarli in lavoratori a tempo determinato, ma il processo è reiterabile una volta sola, e quindi abbiamo lavoratori che hanno almeno 10 anni di attività, che neanche con le norme della Madia potranno essere automaticamente stabilizzati. Questa è una criticità che abbiamo ereditato dal passato.
  L'incorporazione dell'ISPESL è stata salutata, in particolare dagli organi, ma in particolare dal CIV, come il completamento del ciclo. La ricerca orientata alla prevenzione e al benessere delle persone nel luogo di lavoro era un elemento indispensabile. Dimostro che abbiamo valorizzato, perché rispetto al bilancio dell'ISPESL, di circa 60 milioni, con un trasferimento a noi attraverso i tagli della compatibilità di finanza pubblica di 46 milioni, oggi abbiamo una spesa per la ricerca che si attesta a 109-110 milioni. Abbiamo fatto, tra lascia e raddoppia, il raddoppio: 46 milioni ci sono trasferiti, integriamo noi ogni anno 55-60 milioni, a seconda delle compatibilità.
  Questo dimostra che l'interesse per la ricerca e la necessità della ricerca per fare un buon ente assicuratore che fa anche prevenzione, era indispensabile. Con questo ho dato anche una risposta alla questione della governance di un ente che non è più un ente previdenziale, ma un ente almeno con due altri compiti e che, a nostro avviso, ha bisogno di una peculiarità nella questione della governance.
  Come vedete dai giornali, tra l'altro, da noi non c'è un livello di conflittualità tra gli organi, che non vuol dire cancellazione della dialettica, ma avere come barra la leale cooperazione tra gli organi per la quale la legge ci invita a essere tali e così facciamo.
  La seconda questione è quella del modello organizzativo.
  Quello organizzativo è un modello innovato nel 2012, che ha bisogno di essere ancora innovato. Per essere molto chiari, è un modello innovato perché sia reso compatibile al contenimento del personale, e quindi al plafonamento del ricambio del turnover.
  In questa direzione si è sacrificata una quota della struttura decentrata, quindi da 106 direzioni provinciali, oggi abbiamo 78 direzioni territoriali. Che cosa non abbiamo sacrificato?
  Non abbiamo sacrificato l'altra peculiarità dell'Istituto, che è quella di essere produttore, erogatore e acquirente di welfare di carattere integrativo in campo sociosanitario. Laddove c'è una struttura di carattere sociosanitario dell'INAIL, noi non siamo arretrati dal territorio. Laddove la struttura era amministrativa, abbiamo teso alla concentrazione, questo per avere i servizi di prossimità. Vi informo che stiamo, anzi, allargando i servizi di prossimità con una rete non più concentrata nello storico Pag. 8polo di Budrio, quella di carattere protesico, ma attraverso una rete di poli protesici in giro per il Paese di carattere interregionale.
  Se ne è interessato più volte il vostro presidente: il clou di quest'operazione è riuscire a far decollare il polo di Lamezia Terme, a cui più volte lei, presidente, si è interessato. Da questo punto di vista, siamo pronti. Come sapete, mancano alcune autorizzazioni e alcuni accordi con la regione Calabria, non da parte nostra, e siamo pronti alla partita.
  Vado rapidamente alla questione dell'informatizzazione.
  Abbiamo ammodernato la struttura informatica. Recentemente, abbiamo aperto un nuovo centro di carattere informatico interamente capace di servire tutti i fabbisogni dell'INAIL, ma anche di essere al servizio di altre pubbliche amministrazioni. Oggi, si tratta di fare un'innovazione anziché degli applicativi, in particolare dei grandi applicativi di carattere gestionale. Perché questo non è avvenuto? Questo mi permette di introdurre un altro tema, legato anche alla questione degli avanzi di esercizio.
  La legge di stabilità 2015 ci ha incaricato di applicare non più quello sconto del 7 per cento solo agli artigiani, ma uno sconto del 16 per cento generalizzato a tutti i 3.300.000 aziende assicurate, per un totale della riduzione del gettito di 1.200.000 euro.
  Per fare un'operazione equa, occorre ridisegnare il sistema tariffario complessivo, definito e vigente dal 1995. È in corso la discussione – poco prima di venire qui, avevamo la seduta del nostro organismo anche su questo tema – per identificare i nuovi parametri con cui affrontare la questione.
  Lei fa riferimento agli avanzi della gestione industria. Occorre dire che il legislatore, nel 2000, ha introdotto quattro gestioni tariffarie, che tutte afferiscono all'unica gestione industria, ma hanno degli andamenti del loro saldo di carattere gestionale molto differenziati. L'industria in senso stretto ha pressoché l'equilibrio gestionale; il terziario, l'artigianato e le altre attività, invece, hanno un esito di carattere positivo. Nel sistema tariffario, quindi, si tratta di consolidare un sistema equo, che faccia fronte a queste partite.
  Per quanto riguarda la gestione agricoltura, esiste un nodo molto rilevante, che obbligatoriamente devo sottoporre a loro.
  La gestione agricoltura è basata, così come lo è stata quella dei voucher, sul concetto di un contributo unico, unificato, presso l'INPS. Il CIV, ma anche la gestione, a fatica riesce ad avere dei dati per la gestione corretta dei crediti e dei debiti da parte della gestione agricoltura, perché i tempi di trasferimento di questi dati dall'INPS all'INAIL sono molto dilatati negli anni, e la questione dell'inesigibilità dei crediti, e quindi degli abbandoni – mi dispiace dirlo, lo dico un po’ sottovoce – non è di competenza dell'INAIL, che nella realtà registra i dati di bilancio dell'INPS su questa gestione.
  Da tempo proponiamo, tutti gli organi propongono a INPS e ad Agenzia delle entrate di fare un doppio canale, cioè per i versamenti dei CAU, i contributi unificati in agricoltura, avere come direzione l'Agenzia delle entrate e l'INPS, ma anche l'INAIL, in maniera da avere cognizione e conoscenza di quanto contenuto.
  Vado avanti rapidamente. Ci sono dei temi sulla questione delle prestazioni erogate che dal vostro appunto forse non sono così chiari. Oggi, in virtù dei nuovi compiti che ci ha dato legislatore con l'81, ma anche più recentemente con la legge di stabilità e il comma 166 dell'articolo 1 sulla questione del reinserimento, siamo un'entità di erogazione di welfare integrativo INAIL, che fa una parte importante dei costi che sosteniamo.
  Il welfare integrativo INAIL vuol dire che tutte le prestazioni che i LEA, i livelli integrativi di assistenza a carico dei servizi sanitari, non riescono a erogare sono a carico dell'INAIL attraverso dei LIA, dei livelli integrativi, che adempiono all'obbligo legislativo della presa in carico totale e della tutela privilegiata.
  Da questo punto di vista, la nostra attenzione alla questione delle prestazioni è molto accentrata sulla questione della rapidità Pag. 9 con la quale le cure vengono erogate agli infortunati e ai tecnopatici per accelerare e ridurre il periodo di assenza lavorativa, e quindi ridurre i costi delle indennità temporanee, ma, quel che più conta, per ridurre il danno permanente. Questo ci permette un contenimento significativo dell'erogazione delle rendite.
  Questa questione ha fatto saltare i paradigmi del 2000 attorno alla questione dell'indennizzo degli infortuni. Eroghiamo queste prestazioni a prescindere dalla dimensione del danno, mentre le prestazioni economiche oggi sono liquidate in un'unica soluzione in capitale da 6 punti percentuali fino a 15, e con una rendita permanente dai 16 punti in su. Oggi, c'è una discrasia per le nuove prestazioni che eroghiamo.
  Alla vostra attenzione, quindi, c'è anche la necessità di un'omogeneizzazione, di prevedere il riconoscimento di prestazioni al di là di quelle franchigie previste dal decreto legislativo 38 del 2000. Questa cosa è oggi compatibile con un andamento di decrescita dell'andamento infortunistico, che quindi ci fa contenere per quasi 100 milioni i costi delle prestazioni economiche.
  Perché proponiamo un allargamento e una riduzione o cancellazione della franchigia? Oggi, si sta diffondendo la richiesta diretta agli imprenditori del differenziale sulla questione del danno biologico. L'imprenditore si sente per tranquillità obbligato a una doppia tutela, cioè a chiedere e pagare l'assicurazione obbligatoria INAIL e poi a integrarla molte volte con un'assicurazione in proprio. In questa maniera, potremmo invece prevedere la questione.
  Cito, e finisco, solo alcuni dati. I nostri finanziamenti alle imprese che investono in prevenzione si sono attestati in tutti questi anni, dal 2011 in poi, attorno a 200 milioni, in termine crescente: nel 2015, 276; nel 2016, 300 milioni. Questi finanziamenti sono stati allargati, con il 2016, a tutti i settori produttivi, ivi compresa per la prima volta anche l'ISI Agricoltura, con una previsione specifica grazie a un buon lavoro svolto anche con il Ministro Martina, che con l'Unione europea ha ritenuto questi finanziamenti non aiuti di Stato perché hanno un impatto positivo anche sulla questione di carattere ambientale, con un'erogazione nel 2016 di ben 45 milioni di euro.
  L'ultimo dato che fornisco è sulla questione delle riserve tecniche.
  Noi non siamo in grado di dare un giudizio di carattere definitivo sulla questione se il nostro patrimonio sia in grado di avere una copertura totale delle necessarie riserve tecniche. È ancora in corso di elaborazione un bilancio attuariale. Si dovrà decidere se adotteremo anche nel pubblico dei criteri di carattere privatistico.
  Se volete la mia personale opinione, è che bisogna adottare gli stessi criteri delle assicurazioni private, ma questo comporta una questione, ad esempio, di diversa valutazione del patrimonio edilizio che c'è da noi, oggi valutato a valore di libro, non a valore di mercato, quindi con tutti gli sbalzi che questo comporta.
  Le riserve a cui lei ha fatto riferimento in Tesoreria unica, che ammontano nel 2015 – per darle gli ultimi dati – a 29 miliardi 272 milioni, hanno il problema della mancata redditività. Nella realtà, il CIV considera un equilibrio di bilancio corretto quando il bilancio ha un avanzo di almeno 600 milioni, che sono un parametro molto approssimativo per calcolare la ricostituzione della mancata redditività.
  Peraltro, a proposito dell'accenno che faceva al piano degli investimenti in particolare, in parte è risolto. La norma di legge prevede che sulle somme disponibili, con un meccanismo complicato di computo, siamo autorizzati a investire circa un miliardo all'anno. Il nodo è che l'autorizzazione è di carattere annuale, mentre l'autorizzazione effettiva è basata sulla cassa.
  Come vedrà quando glieli forniremo, però, ci sono dei dati interessanti. Dal 2012, con un'azione di negoziazione con il Tesoro, siamo a autorizzazione di investimenti partiti nel 2012 a 570 milioni l'anno, e adesso siamo a un miliardo. Abbiamo quasi raggiunto l'autorizzazione piena.
  Quello che a nostro avviso è necessario è avere un'autorizzazione pluriennale e una deroga sulla questione delle risorse umane per qualificare la funzione gestione patrimonio, che negli anni passati era stata sostanzialmente ridotta al lumicino non Pag. 10avendo autorizzazione di cassa dal MEF sugli investimenti. Oggi, è stata ripresa, ma sulla base di provvedimenti di decreti un po’ spuri.
  È stata ripresa, ad esempio, con delle finalizzazioni, che condividiamo, molto marcate sull'edilizia scolastica, molto marcate sull'edilizia socio-assistenziale e, per la prima volta – una cosa di grande successo – sulla questione della pubblica utilità di tutta l'articolazione dello Stato, non solo degli enti centrali, come i ministeri, ma anche dei comuni. Come probabilmente sapete, stiamo analizzando per il finanziamento circa 200 progetti di tutta Italia fatti da enti comunali.
  Pensiamo che questo mix (edilizia scolastica, edilizia sociosanitaria e pubblica utilità a raggiera ampia, non solo di carattere ministeriale) debba trovare una sua formalizzazione in una norma di legge, che ci permetta di farlo su programmazione pluriennale, con una garanzia negoziata col Tesoro, ma non di carattere annuale, bensì pluriennale. Per gestire una cosa di questo tipo, però, è necessario che noi possiamo ricostruire delle entità di progettazione, di cura, di direzione lavori, altrimenti i tempi per la realizzazione di questi investimenti sono molto alti.
  Con questo le ho dato anche qualche spunto. Poi forniremo qualche dato economico più preciso. Mi resta, tra le domande che lei non ha fatto qui, ma che erano nella nota, quella sulla questione dei residui.
  Il nostro nodo più significativo è che abbiamo una capacità di intervento sulla capacità ispettiva molto mirata, perché il corpo (anche affluito, incorporato nell'Istituto nazionale) è molto contenuto e i nostri compiti sono prettamente di carattere amministrativo, mentre quelli sulla questione prevenzionale sono di competenza dell'Ispettorato del lavoro e dell'ASL.
  Rispetto a queste, suppliamo alla questione di un corpo piuttosto contenuto attraverso una buona forma di business intelligence. Quelle che lei ha dato non sono applicabili come percentuali di evasione alla platea delle imprese, che sono da noi vigilate sulla base di una selezione della business intelligence che ci fa colpire abbastanza laddove c'erano quasi degli elementi di indirizzo della presenza di elusione o evasione di carattere contributivo.
  Sono di genesi sindacale, ma non do un giudizio di carattere negativo sull'atteggiamento corretto di rapporto tra noi, anche perché – bisogna essere molto chiari – il costo assicurativo dell'INAIL è molto contenuto nella comparazione con un'assicurazione privata. Il ricarico di carattere gestionale essendo obbligatorio da noi, non ha costi di marketing; essendo volumi molto grandi – 21 milioni sono gli stimati lavoratori da noi assicurati – i costi per unità di prodotto sono piuttosto contenuti come ricarico sui costi effettivi. Noi lavoriamo molto per allargare la platea e far diventare l'INAIL l'unico ente assicuratore per tutto l'insieme dei lavoratori. Tra gli altri enti previdenziali, ad esempio in mezzo ai rappresentanti di commercio, c'è un dibattito molto grande e una quota significativa di loro vorrebbe essere assicurata INAIL.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente Rampi. Dopo la sua ampia illustrazione, non so se il collega Morassut ha necessità di fare qualche domanda di chiarimento. Per conto mio, nel leggere alcune tabelle mi veniva una semplice curiosità: il presidente del collegio dei sindaci percepisce 171.958 euro l'anno, più 16.119 per l'indennità di carica e 676 euro per ogni missione, nel senso che, se va in missione, percepisce per ogni missione 676 euro, questo al netto. Vi sono poi, infatti, gli oneri per quanto riguarda sia gli oneri contributivi sia l'IRAP, che, se non leggo male, sono altri 71.581. Al lordo, quindi, percepirebbe 274.000 euro?

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Lei fa riferimento al collegio, che è composto da dirigenti...

  PRESIDENTE. No, mi riferisco al presidente. I componenti complessivamente percepiscono 831.000 euro, con 74.000 euro di indennità di carica più 1.641 per l'indennità di missione, ovviamente questo al netto...

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. No, quelli sono i rimborsi di missione.

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  PRESIDENTE. Questi sono al netto...

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Il collegio sindacale degli istituti previdenziali è composto da dirigenti fuori incarico del Ministero del lavoro e prendono...

  PRESIDENTE. Presidente, questo è chiaro. Io le volevo semplicemente chiedere, vedendo questi numeri, se non vi siete mai posti il problema, e quindi se non avete mai posto all'INAIL come CIV, il tema delle somme attribuite al collegio, al presidente e così via discorrendo, che sono piuttosto elevate.

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Provavo a rispondere.
  Io mi sono astenuto dal parlare della questione dell'architettura della governance, ma invece è l'occasione per riprenderla. Relativamente alla questione del bilancio, queste sono somme dovute per legge, perché sono dipendenti in distacco da noi e sono rimborsi che facciamo ai ministeri. Questi sono dirigenti generali dello Stato e quelle sono le retribuzioni. È così.

  PRESIDENTE. Se il tetto è 240.000 lordi...

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Si applica anche a loro. Sono dirigenti generali dello Stato. Il nodo che abbiamo sempre discusso come CIV attorno a questa cosa è la questione della composizione. Serve un collegio così ampio?

  PRESIDENTE. Nel 2015, il costo totale degli organi è 2,28 milioni di euro. Nel 2014, erano 2,8.
  Questo è dovuto al plafond che era stato determinato?

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Come sapete, sono tre gli organi di vertice, più un organo di controllo, più un organismo indipendente. Questi compongono gli organi dell'Istituto. Il collegio sindacale è composto da sette persone, quattro del Ministero del lavoro e tre del Ministero dell'economia.

  PRESIDENTE. Sono semplicemente dirigenti dei ministeri? Non c'è, per esempio, come accade da qualche parte, che ce ne sono anche di nominati dai ministeri?

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. No, sono dirigenti del ministero staccati presso di noi. Il Ministero del lavoro distacca da noi quattro dirigenti generali. Il Ministero dell'economia, da due anni a questa parte, distacca da noi tre dirigenti di seconda fascia. Questa è la scelta. Inoltre, l'altro organo è plafonato sulla dimensione dell'ente, ed è il presidente dell'Istituto. Il terzo organo è il direttore generale, anche lui dirigente generale con plafonamento. Poi ci sono sedici consiglieri del CIV, più un presidente del CIV.
  Quanto alla retribuzione, il corrispettivo lordo dei consiglieri del CIV è 14.000 euro l'anno e quello del presidente...

  PRESIDENTE. Perché, allora, ci sono queste indennità di carica al presidente del collegio?

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Queste sono le norme dei ministeriali. Quando hanno un incarico, danno loro queste cifre, come stabilito da fonte legislativa.

  PRESIDENTE. Per l'indennità di carica, cioè, c'è una fonte legislativa che stabilisce l'ammontare? Mi sembra un po’ strano...

  ROBERTO MORASSUT. Potrebbe essere forse un decreto ministeriale?

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Non so dirlo. Lo approfondiremo. Noi abbiamo sempre osservato la necessità di contenimento dei costi dei sindaci, ma sollevandolo sotto il profilo della composizione. Altra cosa che comunque mi interessa ribadire e che ha chiesto il presidente è che da noi non ci sono nomine esterne.

  PRESIDENTE. Ci interesserebbe conoscere, e quindi avere da voi, tutte le osservazioni Pag. 12 che avete fatto al bilancio dell'INAIL nell'arco degli ultimi anni.

  FRANCESCO RAMPI, presidente del CIV INAIL. Certamente. Noi facciamo in termini di approvazione un parere formale, articolato punto per punto. Ve li forniremo.

  PRESIDENTE. Va bene, presidente Rampi. La ringraziamo ancora per la sua partecipazione e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.45.