XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 63 di Mercoledì 15 marzo 2017

INDICE

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente della Fondazione Fasc (Fondo Agenti Spedizionieri e Corrieri), Francesco Nasso.
Di Salvo Titti , Presidente ... 3 
Nasso Francesco , presidente della Fondazione Fasc ... 3 
Di Salvo Titti , Presidente ... 4 
Galati Giuseppe (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 4 
Santini Giorgio  ... 4 
Nasso Francesco , presidente della Fondazione Fasc ... 5 
Slavec Sergio , direttore generale della Fondazione FASC ... 5 
Di Salvo Titti , Presidente ... 5 

ALLEGATO: Documentazione presentata da FASC ... 7

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
TITTI DI SALVO

  La seduta comincia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Audizione del presidente della Fondazione Fasc (Fondo Agenti Spedizionieri e Corrieri), Francesco Nasso.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, l'audizione del presidente della Fondazione Fasc (Fondo Agenti Spedizionieri e Corrieri), Francesco Nasso.
  Si tratta del seguito di un'audizione già realizzata precedentemente con la Fondazione Fasc. Abbiamo ritenuto fosse utile un secondo appuntamento, anche perché in quell'occasione i tempi erano stati veramente strettissimi per ragioni legate ai lavori d'Aula.
  Senza perdere ulteriore tempo, darei la parola al presidente della Fondazione Fasc, Franco Nasso, accompagnato dal dottor Sergio Slavec e dalla dottoressa Silvia Chiesa.

  FRANCESCO NASSO, presidente della Fondazione Fasc. Riconsegno il documento completo. L'altra volta, avevamo detto che una parte del documento, la relazione di Prelios, la valutazione dei nostri immobili, non era ancora completa e disponibile. Oggi, abbiamo il documento completo, che consegniamo, sia la relazione sia l'allegato. Noi abbiamo una componente immobiliare importante nella Fondazione Fasc, che origina dalla storia della fondazione stessa. Oggi, la componente immobiliare è un po’ superiore al 50 per cento, siamo 52 a 48, ma partendo da dati che erano molto più alti per quanto riguarda la componente immobiliare. Era così in anni non lontanissimi.
  All'inizio degli anni 2000, c'è stata una dismissione dell'abitativo a favore del commerciale. Oggi, ci troviamo con immobili prevalentemente commerciali, che hanno quella quota, e che sono distribuiti prevalentemente a Milano e a Roma, con alcune appendici. Le tabelle sono allegate, quindi non descriverò esattamente le località dove sono posizionati questi immobili.
  Per l'anno 2016, abbiamo il 47 per cento; nel 2010, eravamo al 68. La fondazione con la sua società ha fatto un lavoro importante di riequilibrio, ovviamente non ancora ottimale. La condizione di mercato non ci consente di fare dismissioni in tempi rapidi. È una questione molto attenzionata nella fondazione.
  Come siamo organizzati? La fondazione ha una sua società immobiliare, Fasc Immobiliare, alla quale è conferito quasi tutto il patrimonio immobiliare, i grandi immobili, esclusa la sede della fondazione, a via Gulli a Milano.
  Abbiamo, per quanto riguarda l'immobiliare, una situazione di questo tipo. Abbiamo a bilancio un valore di 360 milioni 700.000 euro di valore a bilancio, e una stima – che sta nel documento che abbiamo consegnato di Prelios – di 472. Non tutti gli immobili sono di valore superiore a quello messo a bilancio. C'è qualche oscillazione. Complessivamente, questa è la condizione del valore dell'immobiliare.
  Per quanto riguarda il 2016, come stiamo vedendo, la chiusura del bilancio, i valori Pag. 4sono intorno allo zero del complesso degli immobili. Ovviamente, questo nasce dalla situazione di mercato e dal fatto che non tutti gli immobili sono attualmente in affitto.
  Ci sono operazioni importanti in corso a Milano. Siamo fiduciosi di ricollocare alcuni di questi immobili, che peraltro sono di pregio, perché sono in Piazza San Babila, in Foro Bonaparte. Abbiamo dei contatti in corso, quindi c'è attività.
  Segnalo che l'immobile più di valore nel complesso dell'immobiliare del Fasc, che è San Babila, è stato acquistato nel 2009 dal gruppo Statuto. Quando è stato acquistato, lo è stato in parte cash e in parte a compensazione di un credito che Fasc vantava nei confronti del gruppo Statuto. Quando è stato acquistato, nell'atto notarile il venditore di allora aveva chiesto e concordato con il Fasc un'opzione di riacquisto, che doveva essere esercitata alle condizioni messe a contratto, entro la fine del 2015.
  Negli ultimi giorni del 2015, questi signori hanno dichiarato di voler esercitare questa call, l'opzione di riacquisto, ma sottoponendo questa decisione a una rivalutazione in negativo del valore dell'immobile, con una costruzione che per noi è assolutamente artificiosa. In sostanza, si è in una causa civile davanti al giudice. Non si sa quando finirà, perché questi sono giudizi che hanno tempi lunghissimi.
  Noi non abbiamo interesse a rivendere, se non alle condizioni presenti nel contratto, anche perché quello è un immobile che porta reddito alla fondazione. Il giudizio è in fase di tentativo di mediazione, perché il giudice questo ci ha chiesto. Proveremo a vedere se si può trovare un'intesa con questi signori di Statuto.
  Lo segnalo perché è importante. Se non si risolve questo problema, anche altre ipotesi di collocazione non in gestione diretta dell'immobiliare pesa, perché abbiamo circa il 22 per cento del valore complessivo nell'immobile.
  La società gestisce con personale preparato. C'è esperienza dentro la fondazione. Proviamo a rispettare le indicazioni, che da più parti ci vengono, di fare il riequilibrio, ma dichiariamo esplicitamente che lo facciamo se ci sono condizioni che non mettono a pregiudizio il patrimonio della fondazione. Diversamente, non sapremmo come fare, non potendo nemmeno, per come è composto il patrimonio, pensare a un'alienazione complessiva, anche per quello che dicevo dell'immobile di San Babila. Mi fermerei qui. Se ci sono domande, sono a disposizione.

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi se ci sono delle domande.

  GIUSEPPE GALATI. Mi scuso se sono arrivato in ritardo, ma già conoscevo un po’ dall'altra volta la questione che era stata posta e sulla quale oggi credo che il presidente e i vertici di Fasc avessero impostato.
  Era la questione che riguardava lo squilibrio che c'è all'interno degli investimenti dell'ente tra attività mobiliare e immobiliare, in quanto mi sembra che fossero 53 per cento e 47 – giusto, presidente? – se non vado errato. Mi pare che la questione che si poneva, che credo sia all'attenzione dell'ente, fosse come immaginare di far tornare nella percentuale fisiologica del 30 per cento l'immobiliare.
  Ci sono gli investimenti immobiliari più redditizi, mentre una serie di immobili riguarda, invece, forse il carattere abitativo. L'ipotesi di lavoro, allora, era quella di capire quali fossero, quali siano o quali dovranno essere le scelte che dovranno essere poste. Ci sarà sempre di più un'evidente discrasia tra quelli che rendono dal punto di vista commerciale e le altre fattispecie.
  Oltretutto, dai dati che il presidente ci rappresentava, credo che nel passato abbiano usato anche il cosiddetto concambio, se ho capito bene, di immobili con gruppi immobiliari. Dato che la presidenza, giustamente, è nuova, da due mesi, la questione è: quale ipotesi di lavoro hanno deciso di seguire per questa riduzione per recuperare questo squilibrio?

  GIORGIO SANTINI. Dal prospetto che avete prodotto si vede un'impostazione che tende a ridurre il peso, quindi la domanda Pag. 5è: pensate di andare avanti in questa strada o va bene così?

  FRANCESCO NASSO, presidente della Fondazione Fasc. La scelta degli organi della fondazione, anche il raccordo con gli enti vigilanti, sono da anni indirizzati in questo senso.
  La tabella dice che dal 2010 al 2016 siamo passati dal 68 al 47 per cento. Ovviamente, questo cambio di rapporto è dato a) dai rendimenti che sono stati messi a bilancio della componente immobiliare; b) dal fatto che si accumulano i versamenti degli iscritti. Ci sono state dismissioni in questo periodo, ma non che hanno significativamente modificato il rapporto.
  La linea di orientamento è sicuramente di portarlo in un rapporto meglio presentabile. Tra l'altro, la componente mobiliare produce più redditività rispetto alla componente immobiliare, quindi non è solo un'indicazione da rispettare, ma una convenienza per gli iscritti e un obbligo che gli organi della fondazione si sono assunti.
  L'attenzione è capire quando queste condizioni si determinano. Il mandato che ha chi lavora con noi, chi ci aiuta sul mercato, è quello di collocare al meglio gli immobili dal punto di vista della redditività, pur restando imputati all'immobiliare del Fasc e se si trovano soluzioni di mercato. Questa cosa è seguita costantemente dal consiglio d'amministrazione dell'immobiliare e anche dal consiglio della fondazione.
  Ovviamente, quando ci muoviamo, quando ci sono occasioni per muoversi, questa cosa viene visionata anche dall’advisor per vedere se può reggere dal punto di vista del patrimonio anziché metterlo, eventualmente, a pregiudizio.
  La stima dei valori che abbiamo consegnato, fatta da questo soggetto esperto di queste cose, ci aiuta anche nell'eventuale proposta di dismissioni. Abbiamo una base da portare in consiglio nel caso in cui queste proposte si presentassero. Questa è una scelta chiara, per quanto ci riguarda.
  Abbiamo detto al consiglio, confortati dall'opinione dei consiglieri, che qui riportiamo, che non escludiamo neanche l'idea di un conferimento complessivo a un soggetto gestore nel caso in cui ci fosse una convenienza per farlo. Stiamo provando a vedere se queste cose sono possibili. Non abbiamo ricevuto proposte tali da essere approfondite allo stato attuale, ma c'è un campo di iniziativa che mette in conto anche quest'ipotesi se eventualmente si presentasse.

  SERGIO SLAVEC, direttore generale della Fondazione FASC. Per completare le cose che diceva il presidente, anche senza dismissioni, a cui siamo sempre aperti ammesso che si creino le condizioni – il mercato sta cambiando, quindi forse qualcosa può crearsi – continuando sulla linea decisa nel 2010, quella di non comprare più immobili e di investire tutto il nostro patrimonio in prodotti mobiliari, nell'arco di quattro o cinque anni facciamo scendere il peso dell'immobiliare sotto il 30 per cento.
  Ogni anno, solo tra entrate e uscite, tra quanto incassiamo di contributi e quanto paghiamo di liquidazioni, ci restano oltre 20 milioni. Inoltre, abbiamo il rendimento degli investimenti e incassiamo anche i soldi che investiamo. Abbiamo fatto cash pooling, incassiamo dalla società i soldi degli affitti. Senza interventi esterni, in quattro o cinque anni riusciamo a raggiungere l'obiettivo, che ci fa stare anche un po’ tranquilli, altrimenti saremmo un po’ più agitati.
  Vanno tenuti in considerazione altri due fatti. È vero che da un paio di anni l'immobiliare rende poco, cosa che non ha fatto negli anni passati – ci sono stati anni in cui ha reso anche molto bene – ma va anche tenuto conto che ogni anno facciamo circa 5 milioni di ammortamento sul valore degli immobili, 5 milioni che portiamo via, e paghiamo, non per lamentarmi, quasi 1,9 milioni di tasse circa. Li paghiamo volentieri, visto che i nostri iscritti, che sono lavoratori, hanno in compenso servizi, non ci lamentiamo, il dividendo è zero, ma ci sono cose dietro.

  PRESIDENTE. Faccio soltanto una breve chiosa finale a questo doppio appuntamento con la Fondazione Fasc. Ci sembrava importante, soprattutto in questa fase, Pag. 6vedere più in profondità e da vicino esattamente il riequilibrio tra gli investimenti mobiliari e immobiliari anche relativamente a quanto questo equilibrio può incidere sulla solidità dell'ente, quindi sulle prestazioni degli iscritti, cosa che avete colto perfettamente. Le risposte che ci avete dato, scritte e orali, mi pare ci confortino su una direzione di marcia assunta come prioritaria, e cioè il riequilibrio, se ho capito bene, con un tempo previsto che è quello al massimo di quattro o cinque anni.
  Avremo modo e tempo di rivederci periodicamente per fare il punto della situazione. Vi ringrazio, dispongo che la documentazione prodotta sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.

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