XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 36 di Mercoledì 16 marzo 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Pietro Iocca.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 ,
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 3 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 ,
Baldassarre Marco (Misto-AL-P)  ... 6 ,
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 7 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 ,
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 8 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 ,
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 8 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 ,
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 8 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 ,
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 8 ,
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 9

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Pietro Iocca.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, del presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, Pietro Iocca.
  Avverto che il presidente Iocca è accompagnato dal dottor Filippo Valenti e dalla dottoressa Maria Luisa Picchi.
  Do quindi la parola al presidente Iocca, per l'illustrazione della sua relazione, sapendo che ci fornirà sicuramente degli stimoli sulla questione INPS, a cui teniamo in modo particolare.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Il ringraziamento che vi rivolgo è proprio di cuore a tutti voi, per questa opportunità di illustrare i dati del bilancio dell'INPS, perché molte volte, nei dibattiti, si cerca più di allarmare che di dare i numeri esatti che rappresentano il bilancio preventivo dell'istituto.
  Credo che questa mia illustrazione necessiti di una premessa. Le provvidenze della legge di stabilità 2016 non sono previste in questo bilancio preventivo. La normativa tenuta in considerazione dal bilancio 2016 dell'INPS tiene conto della legislazione vigente alla data del 20 settembre del 2015.
  È una premessa necessaria, perché altrimenti non si capiscono bene i numeri del bilancio. Per esempio, non è contemplata in questo bilancio la concessione di sgravio contributivo per assunzione a tempo indeterminato alle aziende del settore privato. Non sono previste le assunzioni della pubblica amministrazione a tempo determinato di qualifica non dirigenziale, nei limiti di un contingente di personale corrispondente, per ciascuno dei predetti anni, ad una spesa pari al 25 per cento di quella relativa al medesimo anno. Si parla del periodo 2016-2018, quindi sono contributi in meno che l'INPS incassa.
  Sempre a titolo di semplificazione, non è prevista la riduzione dell'aliquota dallo 0, 207 per cento allo 0, 199 per cento da applicare ai contributi incassati dagli enti previdenziali; ciò che ha comportato rimostranza da parte dei patronati.
  Non è prevista neanche l'adozione, da parte degli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale di ulteriori interventi di riduzione delle proprie spese correnti. All'INPS Pag. 4 tocca trovare ancora 42 milioni da riversare alle casse dello Stato.
  Venendo alla gestione finanziaria di competenza, il preventivo dell'INPS per l'anno 2016 stima un disavanzo finanziario di competenza pari a 3.241 milioni, con un aumento di 2.794 milioni rispetto a quella di 447 milioni, rilevato con l'assestato 2015. C'è questo balzo anche perché, a partire dal 2016, gli accantonamenti previsti per far fronte al mancato incasso dei residui attivi hanno assorbito parecchie risorse.
  Per quanto riguarda le entrate, sono complessivamente stimate pari a 419.222 milioni e presentano un incremento di 4.102 milioni, più 1 per cento, rispetto alle previsioni assestate del 2015, che erano di 415.120 milioni.
  Le entrate contributive sono state valutate nel complesso in 218.653 milioni, con un incremento di 4.647 milioni, più 2, 2 per cento, rispetto ai 214.007 milioni dell'assestato 2015. Per quanto riguarda le entrate contributive, bisogna evidenziare che la gestione lavoratori del settore pubblico, per intenderci ex Inpdap, sono stimate pari a 56.045 milioni, con un incremento di 1.151 milioni, più 2, 1 per cento. Quelli invece relativi alla gestione lavoratori del settore privato sono pari a 162.608 milioni, con un incremento di 3.495 milioni rispetto alle precedenti previsioni, più 2, 2 per cento.
  I trasferimenti correnti sono pari a 105.463 milioni, con un decremento invece di 2.354 milioni, meno 2, 2 per cento, rispetto ai 107.997 milioni dell'assestato 2015. Sono praticamente i trasferimenti dal bilancio dello Stato. Dico questo sul fronte delle entrate.
  Per quanto riguarda le uscite – mi scuso, perché è un'elencazione di numeri, però è necessaria per rendere plastica la visione di questo bilancio dell'INPS – nel preventivo 2016, le uscite sono stato valutate complessivamente in 422.463 milioni, con un incremento di 6.896 milioni rispetto ai 415.567 milioni delle previsioni assestate 2015. Le uscite correnti, stimate in 331.273 milioni, presentano un aumento di 2.232 milioni, più 0, 7 per cento, rispetto ai 329.041 milioni del 2015.
  Naturalmente la voce più rilevante è costituita dalle prestazioni istituzionali, che poi non sono altro che le pensioni, che nel 2016 rappresentano il 73 per cento di tutte le uscite e sono previste pari a 308.887 milioni. Nell'ambito delle prestazioni istituzionali, quelle pensionistiche ammontano a 272.135 milioni, con un decremento di 679 milioni, meno 0, 4 per cento, rispetto alle precedenti previsioni di 272.814 milioni.
  Quanto alla spesa per pensioni, viene evidenziato che quella riferita alla gestione dei lavoratori pubblici è pari a 66.515 milioni, mentre quella relativa alla gestione dei lavoratori del settore privato è stimata in 205.620 milioni.
  Le prestazioni temporali, vale a dire indennità di mobilità, indennità di disoccupazione, ASpI, mini ASpI e via discorrendo, è prevista nel complesso in 36.752 milioni, con un decremento di 44 milioni, più 0, 1 per cento, rispetto ai 36.796 milioni dell'assestato 2015.
  Per la gestione finanziaria di cassa si prevede, nel 2016, un differenziale negativo di 117.411 milioni rispetto ai 120.584 milioni delle previsioni assestate 2015. Questi 117 milioni sono determinati dalla differenza tra 284.378 milioni di riscossione netti e 401.788 milioni di pagamenti.
  A copertura del predetto differenziale intervengono le seguenti somme: 102.518 milioni di trasferimento, che sono poi gli interventi assistenziali previsti dallo Stato per le prestazioni appunto assistenziali, e 20.334 milioni di anticipazione dello Stato e della Tesoreria. Queste somme generano un incremento della liquidità di 5.441 milioni.
  Per quanto riguarda la situazione economica patrimoniale, la gestione economica presenta un risultato di esercizio negativo pari a 11.211 milioni, con un peggioramento di 2.050 milioni rispetto al preventivo assestato 2015, cioè meno 9.160 milioni; ciò è determinato in parte dagli accantonamenti di cui vi dicevo prima.
  La situazione patrimoniale netta, alla fine del 2016, per effetto di tale risultato economico di esercizio negativo, espone un avanzo patrimoniale pari a 1.783 milioni, a Pag. 5fronte di 12.962 milioni di inizio esercizio, proprio per quello che vi dicevo prima. Evidentemente contribuisce a questo risultato «negativo» anche l'aumento delle prestazioni.
  Poi ci sono le osservazioni del Consiglio di indirizzo e vigilanza sul bilancio dell'istituto, che riguardano: le spese di funzionamento, le gestioni e i fondi amministrati, i residui attivi e passivi, il bilancio per missioni e programmi, il patrimonio.
  Sulle spese di funzionamento è inutile dilungarsi, tanto sono previsti ancora, come dicevo prima, ulteriori 46 milioni che bisogna trovare nelle pieghe del bilancio per restituirli allo Stato. Nel documento che lasciamo agli atti c'è un lungo riferimento alle norme che riducono la spesa.
  Tra parentesi, il Consiglio di indirizzo e vigilanza, nell'approvare il suo regolamento interno di funzionamento, ha previsto la cancellazione delle consulenze esterne. Il Consiglio di indirizzo e vigilanza privilegia le professionalità che sono all'interno dell'istituto e ha fatto questa scelta proprio dall'inizio della consiliatura corrente.
  Siamo arrivati al 31 dicembre 2015 a un risparmio di 694.835.244, a cui bisogna aggiungere i milioni relativi al 2016, che sono 46, e si arriva così al risparmio di 737 milioni. L'INPS, dall'inizio dell'anno 2011, ha riversato nelle casse dello Stato, risparmiandoli, una somma pari quasi a 3 miliardi.
  Credo che – ve lo dico con cognizione di causa, avendo girato per l'Italia e per le varie regioni – siamo al limite. Non so quanto sia vero, ma il direttore della regione Sardegna, a cui rappresentavo la circostanza che le bandiere dell'INPS e dell'Italia esposte nella sede regionale dell'INPS erano un po' vetuste, ha risposto che mancano i soldi per cambiarle.
  Dico questo giusto per dare l'idea di quanto queste restrizioni, queste economie abbiano raggiunto un livello tale da pregiudicare la funzionalità stessa dell'istituto e soprattutto la qualità dei servizi. Naturalmente, a questo va accoppiato l'altro aspetto, ossia che il personale è in continua diminuzione. Basti pensare che al primo gennaio del 2016, il personale complessivamente inteso ammonta a 28.853 unità, mentre prima che venissero unificati gli altri enti, vale a dire l'Inpdap e l'ENPALS, solo l'INPS contava circa 33.000 unità.
  Ciò che desta preoccupazione è che, secondo le stime, il personale dell'INPS va in pensione in una misura pari a cento unità al mese. L'istituto perde cento unità al mese, grossomodo, mediamente. Non sono stime ufficiali. Sono ufficiose, ma non credo che si allontanino dalla realtà.
  Per quanto riguarda le gestioni dei fondi amministrati, credo che particolare notazione vada riservata alla cassa dei dipendenti degli enti locali, la CPDEL, che è in profondo rosso. In proposito, presidente, credo che debba essere il legislatore, così come ha fatto per l'ex Inpdap, a dover agire anche per la CPDEL; altrimenti, io penso che non se ne verrà fuori.
  C'è un'altra piaga che vorrei sottolineare, quella dei residui attivi, che sono oltre 168 miliardi. Solo in virtù delle procedure che all'ente richiedono tantissimo tempo debbono ancora essere iscritti a bilancio, ma credo che non ci sia nessuna probabilità che una consistente parte di quei residui attivi vengano introitati dall'ente. Penso che anche qui il legislatore farebbe cosa buona e saggia, se rivedesse le procedure per cancellare questi residui attivi che, ripeto, proprio per legge, devono essere iscritti a bilancio.
  Non diventano ancora totalmente inesigibili, però anche se l'impresa è fallita, bisogna aspettare ancora tre anni dal fallimento. Inoltre, l'agente riscossore deve fare ulteriori adempimenti che una volta, da segretario comunale, mi erano molto noti. Adesso ho un po' perso il conto di tutta questa legislazione, ma avendo avuto un colloquio con il direttore centrale dell'ufficio finanziario, mi dicono che non possono essere cancellati.
  La nuova gestione, chiamiamola così, rappresentata dal presidente Boeri credo che abbia individuato una buona misura. Infatti, se veramente le probabilità negative di riscossione dei crediti, riferiti all'anno 1999 e precedenti, sono pari al 99,99 per cento, bene si fa a mettere somme ad Pag. 6accantonamento, per non rendere il bilancio un colabrodo.
  Come ripeto, penso, anche da ex segretario comunale, che sia bene che il legislatore intervenga in materia, proprio per fare opera di pulizia nel bilancio dell'INPS, sennò veramente si rischia di dare numeri a caso.
  Poi c'è il patrimonio, cui il Consiglio di indirizzo e vigilanza, per la verità fin dall'inizio di questa consiliatura, ha dato grande importanza, con diversi atti. Più volte, e con più deliberazioni, ha richiesto che venisse redatto un rendiconto generale dell'INPS, perché molto spesso questi rendiconti sono riferiti all'INPS, all'ex Inpdap, all'ex ENPALS, in maniera tale che c'è un rimescolamento di carte e non si capisce bene quale sia il reale patrimonio dell'INPS. Ormai infatti il legislatore ha stabilito che l'istituto previdenziale sia l'INPS, non più ex Inpdap, ex ENPALS. C'è questo gioco delle tre carte che si fa e che non si capisce bene.
  Sommessamente è stato dato anche il consiglio di istituire una task force per iniziare questo discorso di ricognizione del patrimonio generale, in particolare del patrimonio artistico culturale dell'INPS. Già un'altra volta ho rappresentato questo alla Commissione: l'INPS ha un patrimonio di circa 7-8.000 opere d'arte distribuite un po' in tutta Italia, la cui stima non è perlomeno aggiornata ai nostri giorni. Non c'è una ricognizione generale.
  Di volta in volta, questo patrimonio è oggetto degli «interessi», anche sani e buoni, per ripianare determinate cose, di questo o quel Ministero che istituisce una SGR e tenta di appropriarsi del patrimonio di pregio dell'istituto, tendendo a lasciare all'istituto stesso quel patrimonio di cui non si conosce bene la rendita, il cui possessore non paga sempre con linearità gli affitti, o che necessita di manutenzione.
  Con una presa di posizione netta e precisa, il Consiglio di indirizzo e vigilanza, prima della fine di quest'anno, ha rappresentato che la delibera che conferiva questo patrimonio di pregio alla SGR formata dal Ministero dell'economia e finanze non sarebbe dovuta passare.
  Difatti il presidente Boeri è venuto in Consiglio di indirizzo e vigilanza, ha dichiarato di sospendere l'efficacia di quell'atto e quindi siamo in attesa delle determinazioni che il Parlamento vorrà prendere in merito per definire tutta la questione. Per lo meno si raccomanda che queste SGR non prendano solamente la parte buona del patrimonio dell'INPS, ma prendano tutto, il bene e il male. A parer mio, sarebbe una cosa buona.
  Evidenzio inoltre che se le intenzioni sono quelle di mantenere inalterato il servizio che l'istituto eroga ai propri iscritti, c'è bisogno di più qualificazione del personale, ma non solo. Perdurando queste mancate assunzioni e andando in pensione altro personale, di quello in forza all'istituto, i nuovi innesti che provengono da altre amministrazioni, come dalle province, hanno bisogno di essere preparati ad hoc. Del resto, tutto il know how che i pensionati dell'INPS portano via va a discapito di coloro che sono iscritti all'istituto.
  Credo di aver rappresentato al meglio il bilancio del preventivo dell'INPS. Con la prima variazione di bilancio, con il primo assestamento, credo che saranno previste pure le misure contenute nella legge di stabilità 2016. Se del caso e se volete, mi dichiaro disponibile fin da adesso a ritornare per illustrare le nuove risultanze economiche del bilancio preventivo 2016.

  PRESIDENTE. Presidente, lei è sempre disponibile e la sua relazione è stata molto ampia. Ci saremmo aspettati anche la riconferma di quello che ci aveva detto nella precedente audizione e che mi pare quest'oggi non ci abbia assolutamente ribadito. Ci ha sciorinato una serie di numeri che obiettivamente hanno necessità di essere guardati con attenzione, per avere un quadro molto più dettagliato del bilancio preventivo dello stesso INPS.
  Do la parola all'onorevole Baldassarre.

  MARCO BALDASSARRE. Vorrei porre un paio di questioni, una delle quali ha a che fare col bilancio, però mi collego anche alla relazione programmatica che ha fatto il CIV per gli anni 2015-2017. Pag. 7
  All'interno della relazione scrivete che si ritiene necessario che venga costantemente monitorata l'attività di recupero crediti, con riferimento sia agli incassi diretti che a quelli da concessionario. Volevo chiederle dunque come pensa si sta comportando Equitalia nella riscossione crediti.
  Ho fatto poi un confronto con la relazione della Corte dei conti che è uscita qualche giorno fa, inerente agli anni 2013-2014. Nella relazione del 2012, è riportato che Equitalia incassava 5, 3 miliardi, invece in quella del 2013-2014 ci sono una serie di asterischi nella tabella per cui non si capisce bene. Quando i rappresentanti di Equitalia vennero qui dissero che la riscossione di crediti è in costante aumento, però nella relazione Corte dei conti il fondo di svalutazione crediti è in costante aumento. Quindi, in realtà l'andamento è contrario rispetto a quello che dicono loro.
  Volevo allora chiedervi se potete illustrarci la situazione anche degli anni successivi per cui non abbiamo alcun riferimento e come si sta comportando Equitalia, anche in base a questi dati.
  Vi è poi un'altra questione che non c'entra col bilancio, ma che è sempre riportata nella relazione programmatica, e che sollevo anche in base ad alcune dichiarazioni che ha fatto il dottor Crudo in questi giorni. Nella relazione parlate anche di quanto il sistema informatico dell'INPS sia tecnologicamente avanzato, tant'è vero che si candida come prossimo polo nazionale per l'erogazione dei servizi ICT per il welfare.
  Il dottor Crudo in alcune discussioni in Commissione lavoro, alla Camera, in merito a una proposta di legge, quella sulle pensioni d'oro ad esempio, ha detto che non è possibile dare dei dati chiari. Tuttavia, se il servizio informatico è così avanzato, è veramente così difficile riuscire a estrapolare dei dati e dare delle risposte in merito a quello che viene chiesto di volta in volta, o è solo una scusa che viene usata per non dover rispondere a determinate domande?
  Mi riferisco ancora ai rilievi che fa la Corte dei conti circa alcune criticità, sempre riguardanti il servizio, in merito alla programmazione atta a limitare il ricorso a procedure negoziate, all'assenza di una pre-indagine di mercato in caso di affidamento diretto e anche sulle consulenze esterne e vorrei sapere che cosa ne pensiate.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Credo che una risposta sia tecnica, perché la Corte dei conti ha esaminato due esercizi, il 2013 e il 2014, la dichiarazione programmatica del CIV si riferisce ad altri esercizi e non so se sia questo il motivo principale della discordanza dei dati.
  Inoltre, c'è un fatto che incide pesantemente, a parere del sottoscritto. Come dicevo prima, le procedure da parte del riscossore, cioè di Equitalia, sono farraginose. Basta dire che occorrono tre anni per notificare la diffida. A tre anni, il debitore nei confronti dell'INPS può sistemare le cose, può chiedere al la rateizzazione e via dicendo. Pertanto, non è tanto l'inerzia del riscossore, ma sono queste procedure che appesantiscono l'iter della stessa riscossione.
  C'è poi un altro aspetto che secondo me non va tenuto in secondo piano, ossia quello della vigilanza. Adesso poi, con la nuova agenzia, non si sa che cosa sarà. Sta di fatto, comunque, che la vigilanza viene esercitata sempre verso i soliti noti, cioè, per dirla francamente, nei confronti dei privati. Invece, nei confronti delle altre pubbliche amministrazioni lascia un po' a desiderare, quando proprio non esiste.
  La dicono lunga, in merito, i risultati negativi della CPDEL. Quanto debbono i Comuni di contributi arretrati all'istituto? Questo incide, e parecchio pure. Ci sono Comuni che non si sa da quanto tempo non pagano i contributi, al nord come al sud.
  Quanto al sistema informatico, per dovere di coscienza, debbo riferire ciò che ha messo a verbale un direttore centrale che, audito dal collegio dei sindaci nel 2015, ha detto che al servizio informatico dell'INPS dieci anni fa lavoravano 2.000 dipendenti dell'INPS e 200 dipendenti della società esterna. Dieci anni dopo, cioè a principio del 2015, si erano invertite le parti: c'erano Pag. 82.000 dipendenti esterni e 200 interni, che secondo me fra qualche anno si assottiglieranno fino a scomparire del tutto.
  Il sistema informatico dell'INPS, fra qualche anno, sarà quindi in mano al privato che potrebbe esercitare anche qualche forma di ricatto. Se non ricava tutto quello che deve ricavare, potrebbe dire: «Quanto mi hai dato? Cento? Ne vorrei centocinquanta», altrimenti il sistema informatico dell'INPS fa flop. Questa è la verità.
  Per quanto riguarda la bontà tecnologica delle della strumentazione informatica, francamente non sono in grado di giudicare, perché non sono un tecnico. Tuttavia, se il dottor Crudo ha detto determinate cose, credo che esse diano risposta.
  Bisogna piuttosto attenzionare un aspetto, che secondo me potrebbe incidere molto sulla funzionalità dell'ente tra qualche anno: non solo è vero infatti che i dipendenti dell'INPS mediamente vantano un'anzianità di 54 anni, e ormai bisogna cominciare a dire di 55 anni, però allo stesso tempo si ingrandisce il numero di coloro che stanno a latere e che vengono da fuori per fare ciò che prima faceva il dipendente dell'INPS. Non so ho reso sufficientemente la situazione.
  Mi scuso con il presidente e con voi per la citazione di tutti questi numeri, però queste precisazioni andavano fatte, perché molto spesso nei talk show si inventano delle cose che non rispondono al vero. Sono in grado di dirvi e di certificare che questi sono i numeri dell'INPS.

  PRESIDENTE. Quindi presidente, prima di salutarla ovviamente con grande cordialità, quello che ci ha detto la volta scorsa non ce lo conferma.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Io mi scuso, ma cosa di particolare ho asserito l'altra volta?

  PRESIDENTE. Mi riferisco all'esistenza di una prospettiva di squilibrio finanziario di 10 miliardi l'anno, con un conseguente squilibrio di circa 100 miliardi tra dieci anni.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Mi aspettavo questa domanda. Presidente, è il cosiddetto bilancio tecnico-attuariale dell'INPS che prevede – è un documento ufficiale – per l'anno 2023 una cifra negativa di meno 44.118 milioni di euro. Quindi, non è che la ripeto, ma è una previsione.
  Se poi il Parlamento riconferisce la possibilità di nuove assunzioni, se l'economia andrà ancora meglio, credo che questa cifra possa essere rivista.

  PRESIDENTE. Va bene, ma attualmente sul consuntivo che deficit c'è?

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. L'ultimo conto consuntivo che il CIV ha approvato è quello del 2014. Circa 6-7 miliardi.

  PRESIDENTE. Appena? Così pochi?

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Presidente, se Dio vuole e avrete la bontà di risentirci, sia in occasione dell'approvazione della prima variazione del bilancio 2016, sia dopo l'approvazione del conto consuntivo 2015, verremo a sciorinarvi tutte le cifre che derivano dai conti dell'INPS.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS, Pietro Iocca, dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione prodotta sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 15.

ALLEGATO

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