XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Martedì 10 marzo 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL RISPARMIO PREVIDENZIALE DA PARTE DEI FONDI PENSIONE E CASSE PROFESSIONALI, CON RIFERIMENTO AGLI INVESTIMENTI MOBILIARI E IMMOBILIARI, E TIPOLOGIA DELLE PRESTAZIONI FORNITE, ANCHE NEL SETTORE ASSISTENZIALE

Audizione del Direttore del Servizio Supervisione Intermediari Finanziari della Banca d'Italia e del Capo Servizio Studi dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), Luca Zucchelli e Antonio De Pascalis.
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Zucchelli Luca , Direttore del Servizio Supervisioni Intermediari Finanziari della Banca d'Italia ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 

ALLEGATO: Relazioni di Banca d'Italia e IVASS ... 7

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 14.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Direttore del Servizio Supervisione Intermediari Finanziari della Banca d'Italia e del Capo Servizio Studi dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS), Luca Zucchelli e Antonio De Pascalis.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei Fondi pensione e Casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari e immobiliari, e tipologia delle prestazioni fornite, anche nel settore assistenziale, del dottor Luca Zucchelli, direttore del Servizio Supervisione Intermediari Finanziari della Banca d'Italia, e del dottor Antonio De Pascalis, Capo Servizio Studi dell'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS).
  Cedo subito la parola al dottor Zucchelli.

  LUCA ZUCCHELLI, Direttore del Servizio Supervisioni Intermediari Finanziari della Banca d'Italia. Buon pomeriggio. Ringrazio la Commissione, il presidente, gli onorevoli deputati e senatori per l'invito.
  Illustro velocemente la relazione che abbiamo predisposto per questa audizione. È contenuta una piccola panoramica su cosa sono e cosa fanno le SGR, e il quadro normativo di riferimento. Dopodiché, il testo spiega come la Banca d'Italia effettua la vigilanza sulle società di gestione del risparmio, dà qualche dato sull'attività delle SGR nel campo del risparmio previdenziale, quindi mette in luce un paio di questioni di vigilanza emerse con riferimento al risparmio previdenziale.
  Tralascio la presentazione del sistema. Le finalità della vigilanza sulle SGR, come recita il testo unico, all'articolo 5, sono: la salvaguardia della fiducia nel sistema finanziario; la tutela degli investitori; stabilità, competitività e buon funzionamento del sistema finanziario.
  Nel perseguimento di questi obiettivi, in primo luogo occorre capire che c’è una ripartizione di responsabilità tra la Banca d'Italia, che è competente per quanto riguarda contenimento del rischio, stabilità patrimoniale e sana e prudente gestione degli intermediari, e la Consob, che è responsabile per ciò che attiene a trasparenza e correttezza dei comportamenti.
  Questo è il primo punto di quadro normativo, che è abbastanza importante.
  In generale, c’è una disciplina che è simile a quella di tutti gli altri intermediari finanziari, in particolare banche e società d'intermediazione mobiliare. Ci sono un sistema di controllo all'entrata, norme per il contenimento del rischio e l'adeguatezza di assetti organizzativi e contabili, strumenti per la gestione delle Pag. 4crisi. Le autorità hanno tutti i poteri necessari, quindi regolamentari, informativi, ispettivi, di intervento, sanzionatori, e varie.
  C’è una disciplina che riguarda i vari aspetti delle attività delle SGR, in particolare – vale la pena citare – i requisiti patrimoniali, a fronte soprattutto del rischio operativo, ma (questo è importante per questa sede) siccome le SGR possono offrire la garanzia di restituzione del capitale per la gestione di fondi pensione, c’è un requisito ad hoc su cui la Banca d'Italia controlla a fine di questo servizio. Ci sono varie regole su governance, controlli, processi di gestione del rischio eccetera.
  Un punto fondamentale è che nella disciplina soprattutto della gestione collettiva dei fondi comuni c’è una disciplina molto dettagliata e importante del prodotto. È importante perché, a differenza per esempio delle gestioni individuali, il risparmiatore aderisce a una gestione in monte su cui non ha praticamente un controllo effettivo e quindi c’è la necessità di prevedere norme a sua tutela, anche direttamente di contenimento del rischio, quindi si limitano in cosa possono investire i fondi, ci sono regole di diversificazione del patrimonio, massimo indebitamento, massima leva. Inoltre, proprio a tutela dell'investitore, gli aspetti contrattuali, quindi la definizione del regolamento di gestione, che poi è il contratto tra SGR e l'investitore, che ha solo una possibilità di aderire o meno, è soggetto a una normativa molto pregnante.
  L'altra cosa che vale la pena ricordare, perché parliamo di investimenti dei fondi pensione delle casse previdenziali, è che la normativa detta una netta demarcazione tra la disciplina e i controlli sui fondi che vanno al pubblico retail, e quei controlli e le regole che vanno agli investitori istituzionali, nell'assunzione che questi ultimi sono in grado di tutelarsi da soli e hanno meno bisogno di eterotutela. Lo segnalo perché, come vedremo, gli enti previdenziali e i fondi pensione rientrano nelle categorie degli investitori qualificati e investono in fondi con queste caratteristiche. È importante sottolinearlo.
  Poi c’è una descrizione dell'attività della vigilanza della Banca d'Italia sulle SGR in generale. L'altro punto che forse vale la pena richiamare è che noi non è che abbiamo un regime speciale di vigilanza per le società che sono attive nel risparmio previdenziale, ma applichiamo il nostro sistema a tutte le società.
  In sintesi, quello che noi cerchiamo di fare è stimolare un efficiente governo del rischio da parte degli intermediari. Questo vale ovviamente per le banche; vale anche per le SGR, con la notevole differenza che devono saper gestire non solo i rischi propri ma soprattutto quelli che assumono per conto degli investitori. Questo è un po’ il cuore del nostro controllo.
  Come lo facciamo ? Noi abbiamo un sistema molto strutturato di vigilanza che si basa su una fase di raccolta di informazioni: abbiamo segnalazioni elettroniche, riceviamo relazioni, flussi amministrativi eccetera; abbiamo le ispezioni, che sono uno strumento molto importante di approfondimento. Sulla base di questi dati noi compiamo ogni anno un'analisi intermediario per intermediario, creiamo una sorta di rating basato sull'esposizione al rischio di ciascun intermediario e, sulla base di quello, definiamo delle priorità di intervento che sono alla base di un'attività annuale che viene fatta. Quindi, è un ciclo continuo che si alimenta.
  Ovviamente, laddove noi troviamo dei problemi, ci sono una serie di interventi graduati per gravità che voi potete immaginare.
  Nella relazione troverete alcuni dati sull'attività che facciamo, in termini di ispezioni, interventi con lettere o incontri, sanzioni, proposte di amministrazione straordinaria. Comunque, questa è la descrizione della nostra attività.
  Chiudo sull'attività nel risparmio previdenziale. Ora, le SGR che sono attive nella gestione del risparmio previdenziale sono poco meno di una quarantina e sostanzialmente sono attive in tre ambiti operativi: gestiscono fondi aperti di propria istituzione, gestiscono patrimoni con mandati di gestione individuale ricevuti da fondi pensione aperti o soprattutto da Pag. 5fondi pensione negoziali e altri enti previdenziali, e ovviamente gestiscono fondi che, in varia misura, sono partecipati dagli enti previdenziali e dai fondi pensione.
  I dati al 31 dicembre dicono che i fondi pensione aperti da SGR erano nove, con circa 5 miliardi di patrimonio netto; per tre di essi c'erano comparti con garanzie di rimborso del capitale che cubavano circa 700 milioni di euro. Gli attivi di questi fondi sono investiti in prevalenza in titoli di Stato. Gli investimenti azionari pesano quasi il 27 per cento, più alto rispetto per esempio a quello che succede per i mandati relativi ai fondi pensione negoziali (sono circa 22 miliardi), ma anche qui i titoli di debito pesano il 67 per cento e la componente azionaria solo il 14.
  Alla stessa data, 31 dicembre, l'investimento di enti previdenziali e fondi pensioni in fondi aperti, quelli tradizionali d'investimento mobiliare, era di 550 milioni, molto contenuto.
  Quelli che posso dirvi io sono dati relativi ai fondi di diritto italiano. È opportuno ricordare che nel mercato italiano, a fronte di 250 miliardi di euro di fondi italiani, ce ne sono 480 di fondi di diritto estero, quindi siamo due a uno, come sistema. È importante precisarlo.
  Molto più consistenti erano gli investimenti in fondi immobiliari, anche in relazione agli obblighi normativi, e in fondi di private equity. Quelli di private equity erano circa 26 fondi, 900 milioni di euro, 10 per cento del patrimonio; mentre sui fondi immobiliari enti previdenziali e fondi pensione hanno investito in circa 70 fondi, tutti riservati a investitori qualificati, con un patrimonio di quasi 10 miliardi di euro, che era pari al 26 per cento del totale dei fondi immobiliari.
  In 31 fondi, con patrimoni di circa 8 miliardi di euro, un unico ente o fondo pensione era l'unico quotista o aveva più dell'80 per cento delle quote. Quindi, c’è una tendenza molto forte ad avere un investimento esclusivo nel fondo.
  Peraltro, questi fondi hanno investimenti di tipo conservativo, quindi molto a reddito, e un livello di leva generalmente piuttosto basso e di sicuro nettamente inferiore alla media.
  Problematiche di vigilanza: come dicevo, noi applichiamo a tutte le SGR questo schema di controllo e di attività che vi ho descritto e che trovate nel testo. Chiaramente con riguardo ai controlli sui prodotti, va ricordato che sui fondi pensione aperti i controlli spettano alla Covip che li autorizza; c’è un parere di Banca d'Italia ma poi il controllo ongoing è demandato alla Covip, mentre le altre forme di risparmio gestito in cui investono gli enti previdenziali sono o prive di controlli di tipo prudenziale come le gestioni individuali oppure con controlli prudenziali molto limitati sulla base della dell'assunto che vi ho descritto all'inizio.
  La Banca d'Italia non ha competenza sugli enti previdenziali, da cui non riceve segnalazioni e informazioni. Peraltro, chiaramente, nell'ambito della vigilanza sia ispettiva che a distanza noi abbiamo incontrato fattispecie che hanno dei problemi e in questi casi ovviamente facciamo uno stretto collegamento con la Covip.
  Nel comparto delle gestioni tradizionali, quindi nelle gestioni mobiliari, il sistema è piuttosto consolidato; la normativa sul prodotto è molto pregnante. Peraltro, problemi ne abbiamo trovati: c’è stato un caso di una SGR il cui core business di fatto era la gestione delle disponibilità finanziarie di una cassa previdenziale, sulla quale c’è stato un intervento molto forte; la società è stata messa in amministrazione straordinaria, c’è un intervento della magistratura, ma stiamo parlando di cose abbastanza conosciute. Questo, però, è l'unico caso nel campo delle gestioni mobiliari.
  Nel campo delle gestioni immobiliari, il problema è un po’ più complicato. È un settore molto tribolato, sia per l'andamento di mercato sia per il fatto che la crescita enorme che ha avuto dal 2003 si è molto costruita attraverso il fattore del vantaggio fiscale, quindi ci sono stati fenomeni di vestizione di fondi a scopo elusivo, c’è stata una forte attenzione della vigilanza fino a che le norme fiscali sono Pag. 6cambiate e adesso il sistema dei fondi immobiliari è un sistema molto istituzionale. I fondi pensione pesano solo loro il 26 per cento, se metto assicurazioni e altri intermediari andiamo a oltre il 70 per cento, in più c’è un 15 per cento di retail pubblico, quindi fondi quotati, insomma c’è stata questa istituzionalizzazione.
  Il problema su cui sento di dover attirare l'attenzione è quello di equilibrare due esigenze: una, che è quella giusta per gli enti previdenziali – fra l'altro è un loro dovere – di controllare come vanno i loro investimenti (quindi, c’è un tema, che poi è anche alla base di quel dato per cui i fondi tendono a investire in un fondo in cui hanno il controllo); dall'altro canto, però vi è l'esigenza di garantire l'autonomia gestionale delle SGR. Il fatto di affidarsi a un gestore professionale presuppone che ci si fida di una maggiore professionalità. Se poi il controllo che viene esercitato di fatto fa ritornare la gestione in capo all'ente, chiaramente si creano quelle aree grigie e quelle sovrapposizioni che sono poi la fonte di possibili comportamenti non lineari.
  Vi ringrazio dell'attenzione.

  PRESIDENTE. La ringraziamo, dottore, della sua chiarezza nell'esposizione. È disponibile per tutti i colleghi la relazione completa, di cui dispongo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Debbo chiedere anche al dottor De Pascalis di lasciarci la relazione che acquisiamo agli atti e pubblicheremo in allegato, perché alla Camera alle 15 avranno inizio le votazioni sul disegno di legge di riforma delle banche popolari, e quindi dovremo essere tutti presenti.
  Ad ambedue i nostri ospiti chiedo cortesemente la disponibilità ad un nuovo incontro, in quanto ci interessano moltissimo le considerazioni sia della Banca d'Italia che dell'IVASS relativamente ad SGR, fondi mobiliari e fondi immobiliari.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.

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