XVII Legislatura

XIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 4 ottobre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE ASSICURAZIONI CONTRO LE AVVERSITÀ ATMOSFERICHE IN AGRICOLTURA

Audizione del prof. Angelo Frascarelli, professore associato, docente di economia e politica agraria presso la Facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia.
Sani Luca , Presidente ... 3 
Frascarelli Angelo , professore associato, docente di economia e politica agraria presso la Facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia ... 3 
Sani Luca , Presidente ... 7 
Taricco Mino (PD)  ... 7 
Gallinella Filippo (M5S)  ... 7 
Fiorio Massimo (PD)  ... 7 
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD)  ... 8 
Sani Luca , Presidente ... 8 
Frascarelli Angelo , professore associato, docente di economia e politica agraria presso la Facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia ... 8 
Sani Luca , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal professor Frascarelli ... 10

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori PER l'Italia: Misto-CIpI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI-Liberali: Misto-FARE!PRIL;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti: Misto-PSI-PLI-I.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUCA SANI

  La seduta comincia alle 15.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Audizione del prof. Angelo Frascarelli, professore associato, docente di economia e politica agraria presso la Facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle assicurazioni contro le avversità atmosferiche in agricoltura, l'audizione del prof. Angelo Frascarelli, professore associato, docente di economia e politica agraria presso la Facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia.
  Ringrazio il professor Frascarelli e gli cedo immediatamente la parola.

  ANGELO FRASCARELLI, professore associato, docente di economia e politica agraria presso la Facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia. Grazie. Buon pomeriggio agli onorevoli deputati. Questo argomento della gestione del rischio e dell'assicurazione agevolata mi ha sempre interessato molto. Ho visto gli atti parlamentari degli auditi che ci sono stati finora e ho cambiato l'impostazione del mio intervento. Comunque, ho lasciato agli atti una relazione su quale sia stata l'evoluzione della PAC per la gestione del rischio e per le assicurazioni agevolate dagli inizi, ossia dal 2004, in particolare con il Fondo di solidarietà nazionale, fino ad oggi.
  Mi esimo dal fare la storia, anche perché ci sono stati altri auditi che ne hanno parlato. In particolare, mi riferisco alla relazione di ASNACODI. Vorrei fornire un contributo per aiutare a comprendere cosa sia successo e cosa stia succedendo.
  Questa storia della gestione del rischio è una delle storie della politica agraria nazionale più virtuose. Dal 2004 al 2014 abbiamo avuto, un aumento dei valori assicurati, un aumento dell'interesse degli agricoltori, una politica che ha funzionato, mentre dobbiamo dire – ahimè – che nelle ultime tre campagne 2015, 2016 e 2017 registriamo un grave passo indietro.
  Da che cosa vediamo questo? Lo vediamo dal fatto che c'è una generalizzata diminuzione dei capitali assicurati da Nord a Sud. Ci troviamo, quindi, in una situazione in cui c'è una domanda di assicurazione. Gli agricoltori sono interessati a gestire il rischio, che è particolarmente evidente in questo periodo, di forti avversità climatiche, che non devo spiegare perché sono sotto gli occhi di tutti. C'è una domanda; c'è un'offerta, che è quella delle compagnie di assicurazione, che nel tempo si è consolidata, e c'è un'importante disponibilità finanziaria. Questo gli onorevoli deputati lo sanno perché è stato evidenziato più volte. Oltretutto, c'è stato anche un contributo di questo Parlamento nell'andare in tale direzione. Abbiamo un PSR nazionale che destina a questa politica 1,6 miliardi di euro in sette anni, una somma addirittura superiore a quella stanziata negli ultimi anni. Pag. 4
  Se ci sono domanda, offerta e disponibilità finanziaria, qual è il motivo per cui registriamo una così grave crisi, con un così grave impatto? Il motivo principale, che abbiamo rilevato da alcuni studi e da alcune interviste con gli agricoltori, è l'esagerata burocratizzazione del sistema di assicurazione agevolata. Quello che sta uccidendo il sistema è la burocrazia, che ha due nomi: il decreto ministeriale n. 162 del 2015, cosiddetto decreto semplificazioni, e il PAI (Piano assicurativo individuale), i quali hanno generato tali e tante complicazioni che hanno fatto desistere gli agricoltori dall'assicurarsi. Perlomeno, quelli che si sono assicurati ancora oggi devono ricevere, per circa la metà, l'agevolazione del 2015 e tutta l'agevolazione del 2016. Il 2017 è in corso e, quindi, è un problema che ci porremo l'anno prossimo.
  Il PAI (Piano assicurativo individuale) ha ingolfato il sistema, introducendo nel già farraginoso meccanismo della PAC una nuova e ulteriore attività per i CAA, già alle prese con un'atavica inefficienza del sistema AGEA. Il ritardo burocratico con cui è partita la macchina assicurativa agevolata ha frenato gli agricoltori, colpiti in gran parte anche dai blocchi e dai ritardi dei pagamenti delle domande uniche, su cui gravano i contributi per l'assicurazione agevolata.
  Questa è la motivazione importante dalla quale dovremo partire per risolvere il problema.
  Ci troviamo in una situazione in cui, a fronte di una disponibilità finanziaria dell'Unione europea presso il conto che l'Italia ha aperto con l'Unione europea, gli agricoltori hanno pagato le assicurazioni, i CAA hanno difficoltà a fare le domande e i Consorzi di difesa hanno anticipato somme importanti, tanto che oggi stiamo creando dei gravi problemi ai Consorzi di difesa, i quali sono particolarmente indebitati con le banche. Tutto questo solo per un motivo: l'eccesso di burocratizzazione.
  La domanda che con un esperto ci siamo posti in questi giorni è la seguente: il decreto ministeriale n. 162 del 2015 è sbagliato? Agricoltura 2.0 è sbagliata? No, non è sbagliata, ma è stata un fallimento. Questo si verifica spesso nelle politiche. È come se domani il Ministro dell'ambiente dicesse di abolire il gasolio: tutti applaudiremmo dal punto di vista ambientale, ma immediatamente, il giorno dopo, saremmo tutti a piedi.
  È un po’ questa la storia del decreto ministeriale n. 162. Dal punto di vista teorico è perfetto, ma ha «lasciato tutti a piedi», perché non è stato adeguatamente validato prima di essere emanato. Questo è il motivo principale e la difficoltà su cui dobbiamo riflettere e agire.
  Mi permetto di dare anche un suggerimento agli onorevoli deputati: quando si fa un intervento normativo bisogna che sia sempre accompagnato da uno studio di impatto. A me piace molto il modo con cui legifera l'Unione europea, con cui si legifera a Bruxelles, perché ogni intervento è accompagnato da uno studio di impatto. I politici poi decidono quello che vogliono, perché è nella loro facoltà, ma devono sapere a cosa si va incontro. Il decreto ministeriale n. 162 non è sbagliato come principio, ma è sbagliato perché non è stato fatto uno studio di impatto. La conclusione qual è? Oggi noi abbiamo una situazione di impasse.
  Vorrei citare alcuni esempi, ma sono troppo tecnici. Per esempio, nel PAI e nel decreto ministeriale n. 162 si pone il tema delle rese, un tema che ha completamente messo in blocco tutto il sistema. Dal gennaio 2015 ad oggi il calcolo del contributo rispetto alle quantità assicurate è cambiato più volte, ma i cambiamenti non sono stati comunicati adeguatamente né ai CAA, né agli agricoltori, né agli agenti assicurativi.
  Il dramma nasce dall'articolo 14, comma 8, del decreto ministeriale n. 162, che sancisce che «Le quantità assicurabili – leggo testualmente il decreto – sono quelle realmente ottenibili dagli appezzamenti assicurati e non devono essere superiori alla produzione media individuale degli agricoltori». Se la resa deve essere quella realmente ottenibile, come è corretto che sia, non può essere quella media. Questo articolo è stato modificato con il decreto ministeriale n. 1018 dell'8 marzo 2016, ma non ha avuto la corretta diffusione né tra gli agricoltori, né tra gli agenti di assicurazione. Pag. 5
  Come si calcola la resa media individuale? Si è messo in piedi un sistema di calcolo che fonda le sue basi sulle quantità assicurate nelle campagne antecedenti al 2015. C'è un errore di fondo. Prima del 2015 la quantità assicurata non era determinante, o comunque non precludeva il riconoscimento del danno, in quanto il sistema liquidativo si basava su un meccanismo proporzionale e non sulla differenza di resa.
  Prima del 2015, molto spesso, l'agricoltore si assicurava tenendo conto del valore a ettaro, con una resa inferiore a quella ottenibile, anche per contenere il costo assicurativo. Questa scelta, in un sistema di liquidazione proporzionale, non inficiava l'efficacia della copertura e, quindi, il risarcimento dei danni comunque riferito al valore assicurato. Inoltre, in alcuni prodotti (pomodoro, cereali) vi era una quantità massima assicurabile imposta dalle condizioni di assicurazione.
  Oggi la resa media è inferiore del 30 per cento rispetto a quella attesa e ottenibile rispetto a quella attesa e ottenibile. Questi sono scostamenti tra il valore riportato dal PAI e la resa stessa. Ha senso assicurare una produzione così bassa? Si avrebbe un risarcimento solo in caso di danni distruttivi.
  Non vi voglio annoiare con questi aspetti tecnici, ma sono proprio questi aspetti che realmente vanno a bloccare tutto il sistema. Per non parlare del fatto che si sono trovati degli escamotage, tra i quali, ad esempio, fare dei cambiamenti alle rese antecedenti al 2015. Che cosa succedeva, però, se, nel frattempo, era morto un agricoltore e l'azienda era passata al figlio? Il figlio non poteva fare una dichiarazione per conto del padre. Sono situazioni che sembrano incredibili, ma, in realtà, sono tutti dettagli che hanno bloccato il sistema.
  Con riguardo ai ritardi, segnalo che ormai da tre campagne l'agricoltore mette in copertura le proprie colture con la manifestazione di interesse. Questa è un'altra novità che è stata necessaria per il PSRN, in quanto il PAI, seppure obbligatorio da allegare al certificato di polizza, non è stato mai disponibile in tempo utile. Anche questo è un fatto grave. I bandi del Ministero, le manifestazioni di interesse, le domande di aiuto arrivano sempre con un gravissimo ritardo.
  Ci sono ritardi nell'avvio della campagna assicurativa per cui molto spesso la campagna assicurativa parte in ritardo, per colpa di decreti sul PAAN (Piano assicurativo agricolo nazionale) che arrivano tardi, ragion per cui arriva prima la gelata che non l'assicurazione.
  Non vi sto ad annoiare con alcuni aspetti tecnici, ma vi ho fornito alcuni esempi, quello delle rese e quello dei ritardi, per farvi capire come oggi un agricoltore si trovi in grosse difficoltà. Immaginiamo un agricoltore che abbia assicurato nel 2015 e che debba ancora ricevere l'agevolazione, che si sia assicurato nel 2016 e che debba ancora ricevere l'agevolazione. Nel frattempo, ha pagato le compagnie di assicurazione o perlomeno ha aggravato il suo onere sui Consorzi di difesa, e adesso si sta avvicinando a pagare il 2017.
  La domanda che mi sono posto – un'altra domanda – è la seguente: perché di fronte a questo sistema sono aumentate le assicurazioni non agevolate? Che cosa è successo poi, nella pratica, nella realtà? Gli imprenditori hanno preferito delle polizze non agevolate. Preferiscono pagare il 100 per cento piuttosto che fare una procedura che consentirebbe loro di pagare il 35 per cento. Questo per tante ragioni, anche perché così riescono a ottenere più flessibilità e maggiori sconti da parte delle compagnie.
  Questa non è una buona politica, perché facciamo sì che l'agricoltore si assicuri contro la calamità che considera più dannosa, per esempio la grandine, ma non che faccia una multirischio, che quest'anno sarebbe stata indispensabile, per esempio per la siccità e il gelo. Sebbene è vero che tali fenomeni colpiscono ogni dieci anni magari in maniera grave, ma è fuor di dubbio che creano danni veramente rilevanti.
  C'è un'altra domanda che mi sono posto: alla luce di questi fatti, è ancora utile assicurarsi in agricoltura? Assolutamente sì. Noi abbiamo avuto racconti ed evidenze del fatto che gli agricoltori che non si assicurano mettono a rischio gravemente la propria impresa. Pag. 6
  Vi faccio un esempio di cui ho documentazione. Il 19 giugno 2016 in Puglia, nella zona di Lesina e Poggio Imperiale, è caduta una grandinata fortissima, che ha devastato tutti i raccolti. Solo il 40-50 per cento delle imprese erano assicurate. Ebbene, le imprese assicurate sono corse dalle compagnie di assicurazione per poter avere una perizia, in modo da essere salvaguardate nei confronti delle banche. Figuriamoci gli agricoltori non assicurati.
  Il 2017 è stato caratterizzato da un susseguirsi di avversità climatiche: il gelo in primavera, poi la grandine, poi una terrificante siccità e, infine, le alluvioni. Ci sono una necessità e una domanda forte da parte degli agricoltori di assicurarsi.
  Un'altra osservazione che vorrei fare riguarda il mondo accademico. Il mondo accademico si sta interessando sempre di più di assicurazioni agevolate. Sono state fatte, negli ultimi anni, molte pubblicazioni, anche perché c'è una parte dei miei colleghi che ritiene che i pagamenti diretti siano ormai strumenti obsoleti e che bisognerebbe andare sulla gestione del rischio, con riguardo sia al rischio climatico, sia al rischio di mercato. Personalmente, sono ancora un forte difensore dei pagamenti diretti, ma comunque ritengo che una politica di gestione del rischio sia veramente importante.
  Questa politica di gestione del rischio, oltretutto, la ritroveremo nella PAC post 2020. Il Consiglio dei ministri informale che si è svolto a Tallinn dal 3 al 5 settembre ha avuto un unico argomento all'ordine del giorno, ossia la gestione del rischio. È stato presentato dalla presidenza estone un documento molto interessante, che ha fatto un esame a 360 gradi della gestione del rischio, mettendo in evidenza che sulla gestione del rischio si deve lavorare a livello privato individuale del singolo agricoltore e a livello collettivo, per esempio con le OP, con il sistema cooperativo, ma anche e soprattutto a livello governativo, con un'adeguata politica.
  Arrivo all'ultimo punto che vorrei trattare. Abbiamo visto cosa è successo in questi ultimi quindici anni, abbiamo visto le difficoltà di oggi, abbiamo visto che comunque la domanda di assicurazione è importante e che la politica sulla gestione del rischio è altrettanto importante. Questo lo valutano sia il mondo agricolo sia il mondo accademico.
  Come risolvere questa situazione di impasse in cui ci troviamo oggi? Innanzitutto bisogna prendere atto che c'è un'involuzione del sistema agevolato. Questo lo dicono le statistiche e i numeri. L'intervento di ASNACODI presso questa Commissione è stato molto chiaro. Bisogna trovare meccanismi tali da consentire all'agricoltore di avere una maggiore garanzia, una maggiore certezza di questa politica. È la prima volta che non dobbiamo porci il problema delle risorse finanziarie. Penso che sia una buona notizia.
  Una soluzione potrebbe essere quella di far transitare i contributi pubblici ai Consorzi di difesa, in maniera tale che l'agricoltore non debba anticipare. Per questo ci vuole una modifica del regolamento comunitario di cui non potremo parlare prima del 2021, ma questo è un argomento in prospettiva. L'argomento più importante è come oggi, a livello nazionale, disponendo di un PSRN di 1,6 miliardi di euro sulla gestione del rischio, avendo certezza di risorse finanziarie, possiamo superare questa situazione di involuzione del sistema.
  Il problema – l'abbiamo detto – è molto chiaro e riguarda il decreto ministeriale n. 162 del 2015 e la situazione di totale impasse di AGEA. Il decreto ministeriale ha delle responsabilità, ma, se avessimo un'AGEA che funziona bene, potrebbe anche avere una sua ragione di essere. Oggi la situazione della gestione del rischio è allo sbando. AGEA ha i soldi, ma non paga; i Consorzi di difesa hanno anticipato e sono fortemente indebitati e non sanno quando potranno essere liquidati; gli agricoltori non ricevono i soldi e si sono fortemente indebitati.
  Cosa fare? A mio avviso, occorrono due interventi immediati. Il primo è modificare il decreto ministeriale n. 162 – se questa è la causa, bisogna intervenire lì – e soprattutto il sistema di calcolo delle rese assicurabili.
  C'è una grossa reticenza ad accettare quello che sto dicendo, perché il Ministero Pag. 7ha difficoltà oggi a modificare quello che ha scritto. Nello stesso tempo, però, anche i funzionari del Ministero e di AGEA hanno difficoltà a non applicare una cosa scritta in un decreto. C'è una sorta di preoccupazione a intervenire da questo punto di vista, ma è incomprensibile questa preoccupazione, avendo visto i risultati.
  Modificare il decreto è il primo intervento. Il secondo è assicurare il funzionamento di AGEA. So che in questa Commissione se ne è parlato parecchie volte, ma mi sembra che gli appelli e le insistenze di questa Commissione non abbiano ancora sortito gli effetti desiderati. Questi due interventi sono essenziali e urgenti e riguardano la politica agricola nazionale.
  Vorrei togliere un alibi, quando si dice che questo viene da Bruxelles. Non è così, e comunque Bruxelles ha sempre recepito le sollecitazioni dell'Italia sulla gestione del rischio perché il nostro è il primo Paese in Europa che utilizza questo strumento.
  Questi interventi sono essenziali e urgenti: modificare il decreto ministeriale e assicurare il funzionamento di AGEA. Tali interventi riguardano la politica agricola nazionale, e dunque coinvolgono le competenze di questa Commissione, del Ministero, che sta a pochi chilometri da qui, e di AGEA.
  A seguire, sicuramente il nostro impegno, sia tecnico sia politico, dovrà riguardare il potenziamento e il miglioramento degli strumenti della gestione del rischio per la PAC post 2020.

  PRESIDENTE. Grazie, professor Frascarelli.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MINO TARICCO. Innanzitutto, ringrazio il professore per il quadro molto concreto che ci ha fatto della situazione in essere, che conosciamo tutti per la questua costante da parte di responsabili di Condifesa, di singoli imprenditori e di tutti i soggetti che sono coinvolti nella filiera in questo stallo pazzesco, che sta rischiando di mandare in difficoltà tante aziende, ma soprattutto che ha comportato sostanzialmente una riduzione di oltre il 20 per cento delle assicurazioni coperte da sostegno pubblico. Del resto, non abbiamo un quadro esatto della situazione, ma è evidente che il problema si stia traducendo in una riduzione delle assicurazioni.
  Ho un quesito molto semplice. Atteso che il problema è nei due nodi che sono stati posti, ossia la complessità burocratica, da una parte, e il funzionamento di AGEA, dall'altra, lasciando da parte per il momento il funzionamento di AGEA, per quel che riguarda le complessità burocratiche, in relazione alla modifica dell'articolo 14, comma 8, del decreto n. 162 del 2015, ossia del metodo di calcolo delle rese, c'è qualche ragionamento- visto che è entrato molto nel merito- che sia stato fatto su come potrebbe essere modificato, compatibilmente con il quadro normativo comunitario, quel meccanismo per semplificare le procedure?

  FILIPPO GALLINELLA. Ringrazio il professor Frascarelli per la presenza. Anch'io voglio tornare sulle modifiche che andrebbero fatte, e che sono auspicabili, al decreto n. 162.
  Per quanto riguarda le rese, è già intervenuto il collega Taricco, ragion per cui non mi ci soffermo, ma chiedo al professore se c'è solo il problema del calcolo delle rese ammissibili o c'è anche qualcos'altro nel decreto che deve essere modificato? Magari questa Commissione potrebbe, con un atto di indirizzo, anche tirar fuori una buona idea, che sarebbe molto utile.

  MASSIMO FIORIO. Grazie, professor Frascarelli. Il suo intervento e questo giro di audizioni sul tema nascono innanzitutto dai ritardi nei pagamenti che abbiamo registrato e dagli effetti che hanno avuto sugli agricoltori. Abbiamo visto il progressivo décalage di assicurazioni accese dagli agricoltori a seguito principalmente dei ritardi di pagamento.
  Il riferimento ad AGEA che ha fatto è assolutamente condiviso – credo – dalla maggioranza di questa Commissione. Noi speriamo, anche con lo strumento delle Pag. 8audizioni funzionali al documento conclusivo che dovremo approvare, di stigmatizzare questa situazione, che è diventata ormai insostenibile.
  Lei ha citato alcune altre criticità, tra cui l'eccessiva burocratizzazione del sistema e la difficoltà di informazione da parte degli agricoltori dell'opportunità che il sistema assicurativo offre. Sono osservazioni che provengono anche dalle regioni e dal sistema assicurativo stesso.
  Una delle proposte che arrivavano – adesso non ricordo esattamente da chi – per cercare di affrontare in modo più concreto la questione era la seguente: anziché valutare la produzione media delle aree, si tratterebbe di andare a definire la produzione concreta azienda per azienda, previ i controlli che si possono attuare da questo punto di vista. Lei crede che potrebbe essere una via giusta, seppure complessa, per ammodernare il sistema e che potrebbe coinvolgere le aziende in modo più preciso?

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor presidente, sarò brevissimo.
  C'è un vecchio proverbio delle mie parti che dice che chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti. In effetti, il Parlamento e anche il Governo hanno stanziato 1,6 miliardi di euro per il PSRN relativamente alla parte delle assicurazioni. Credo che, per la prima volta, in Italia, attraverso i fondi della PAC, abbiamo messo a disposizione risorse veramente significative per affrontare il tema.
  Eppure, come diceva il professore, AGEA ha i soldi, ma non paga, i Consorzi di difesa hanno anticipato i soldi agli agricoltori e non ricevono i soldi e si sono indebitati. Rispetto a questi due problemi abbiamo una forbice di attività che dobbiamo svolgere.
  La prima riguarda il Parlamento e questa Commissione. Credo che tutta la Commissione, a prescindere dalle magliette che spesso ci piace indossare, abbia sempre dato un contributo rilevante per modificare e semplificare le normative, per mettere gli agricoltori nelle condizioni di rilanciare la propria attività, di sostenere il loro reddito e di rendere più competitivo il settore.
  Dobbiamo lavorare sul decreto n. 162? Lavoriamoci. Vediamo un po’, presidente, come anche il professor Frascarelli ci può dare una mano per affrontare il tema nell'ottica di dare più certezze e meno burocrazia a un settore che ha bisogno di ulteriori contributi.
  Poi abbiamo un problema che riguarda l'AGEA. So che c'è un lavoro che sta facendo il Ministero e mi auguro che possa essere svolto il prima possibile. Lì ci sono burocrazie incredibili. Il rapporto tra SIN e AGEA è un rapporto antico, troppo macchinoso, forse anche, alcune volte, poco chiaro, devo dire. Su quello bisogna intervenire e credo che il Ministero stia preparando anche l'esecuzione di quello che è stato il collegato agricolo. Non ne conosco i contenuti, ma spero che presto possiamo anche averne contezza per capire come muoverci.
  In sostanza, credo che possiamo fare molto anche in quel campo. A lei, signor presidente, chiedo la cortesia e la disponibilità, usuali da parte sua, di poter chiedere al professor Frascarelli come modificare questo decreto n. 162 per renderlo più rispondente e un servizio vero all'agricoltura italiana.

  PRESIDENTE. Grazie. Non ho altri interventi.
  Do la parola al professor Frascarelli per la replica.

  ANGELO FRASCARELLI, professore associato, docente di economia e politica agraria presso la Facoltà di agraria dell'Università degli studi di Perugia. Grazie delle domande. Vorrei rispondere congiuntamente agli onorevoli Taricco, Gallinella e Oliverio, dicendo sostanzialmente questo: oggi, nella situazione in cui ci stiamo trovando, a mio avviso, bisogna ritornare alla situazione ante 2015, ossia applicare il sistema che c'era precedentemente.
  Siamo troppo in ritardo. Siamo ormai con un incendio che è partito e che è devastante. Di conseguenza, non ci possiamo permettere di istituire un gruppo di lavoro e di migliorare il decreto n. 162. Secondo me, bisogna tornare totalmente Pag. 9indietro. Bisogna ritornare al sistema precedente, perché il sistema precedente lo conosciamo e funzionava.
  Questo che cosa significa? Significa che dobbiamo tener conto del fatto che la politica ci assicura la resa individuale, ma dobbiamo andare ad assicurare la resa individuale con i sistemi che c'erano precedentemente al 2015.
  Perché dico questo? Non perché il decreto n. 162 sia sbagliato concettualmente, ma perché l'abbiamo applicato due anni e non ha funzionato e ogni volta ascoltiamo dal Ministero e da AGEA frasi del tipo: «Adesso risolviamo i problemi. Fra un mese si risolveranno»... Ho sentito più volte funzionari del Ministero e il direttore di AGEA dire che il problema si sarebbe risolto in un mese. Il problema è che questi mesi sono diventati 3,4,5,6,12,24 e che ad oggi ancora non riusciamo a pagare il 2015.
  Questo significa che ormai non vedo possibilità tecniche di migliorare, ma vedo l'unica possibilità di ritornare al sistema precedente. Probabilmente questo sarà di insegnamento per applicare un modello tipo quello delineato dal decreto n. 162, dopo averlo testato e dopo averlo validato. Lo applicheremo magari dopo il 2020. Quello che oggi ritengo è che dobbiamo, purtroppo – ahimè, capisco che politicamente non sia una scelta semplice – dichiarare il fallimento del decreto ministeriale n. 162.
  Per quanto riguarda la produttività azienda per azienda, tema di cui parlava l'onorevole Fiorio, sì, questo era l'obiettivo del n. 162. Il problema qual è? Si potrebbe mettere insieme un sistema che assicuri sulla base della produttività azienda per azienda. Tuttavia, i dati devono essere raccolti per cinque anni e bisogna togliere l'anno migliore e l'anno peggiore, in maniera che la media olimpica (se non ricordo male, si chiama così) si faccia tra i tre anni intermedi. L'obiettivo che diceva l'onorevole Fiorio è l'obiettivo da raggiungere, ma questo noi non lo potevamo raggiungere. Lo potremmo raggiungere cominciando a raccogliere i dati nel 2015, facendo partire il sistema dal 2020.
  Anche tenendo conto delle altre modifiche sulla necessità delle quali si interrogava l'onorevole Gallinella, a mio avviso oggi l'unica possibilità è ritornare al sistema precedente. Capisco che è un cambiamento radicale e scioccante, per taluni aspetti. Un agricoltore un giorno mi ha detto che l'inferno è calpestato dagli informatici. Io credo di no, perché posso fare un prelievo in banca a New York e dopo tre minuti averlo nella mia banca sotto casa. Credo che l'informatica sia una cosa, invece, importante e seria, ma l'informatica di AGEA non funziona.
  Questa è un'altra questione, ritornando a quello che diceva l'onorevole Oliverio, su cui non si può più aspettare. Io ascolto frequentemente interpellanze, anche di questa Commissione, su AGEA, ma, ahimè, vedo che passano non gli mesi, ma gli anni e la situazione non migliora.
  Che cosa bisogna fare? Quello che ho detto per la gestione del rischio vale anche per altre politiche: quando si fa una scelta, bisogna fare uno studio di impatto. Poi il sistema deve funzionare. L'esempio della gestione del rischio non è l'unico in questo Paese. Pensate a quello che è successo con l'agricoltore attivo, una politica tanto complessa che, alla fine, non ha escluso quasi nessuno, ma ha reso la vita impossibile a un milione di agricoltori e a 5.000 operatori di CAA.
  Quando si fanno le politiche, si può pensare a una politica ideale e perfetta, ma bisogna capire poi come viene applicata. A volte, una politica giusta diventa totalmente ingiusta, se non è praticabile.

  PRESIDENTE. Grazie, professore, anche per la chiarezza dell'esposizione. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dal professor Frascarelli (vedi allegato).
  Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.10.

Pag. 10

ALLEGATO

Documentazione presentata dal professor Frascarelli.

Pag. 11

Pag. 12

Pag. 13

Pag. 14

Pag. 15

Pag. 16

Pag. 17

Pag. 18

Pag. 19

Pag. 20

Pag. 21

Pag. 22

Pag. 23

Pag. 24