XVII Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Mercoledì 17 settembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Damiano Cesare , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI RAPPORTI DI LAVORO PRESSO I CALL CENTER PRESENTI SUL TERRITORIO ITALIANO

Audizione del direttore generale del Comune di Milano.
Damiano Cesare , Presidente ... 2 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 2 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 7 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 7 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 7 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 7 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 7 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 7 
Damiano Cesare , Presidente ... 7 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 8 
Damiano Cesare , Presidente ... 8 
Piccolo Giorgio (PD)  ... 9 
Albanella Luisella (PD)  ... 9 
Damiano Cesare , Presidente ... 9 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 9 
Damiano Cesare , Presidente ... 10 
Tomarchio Giuseppe , Direttore generale del Comune di Milano ... 10 
Damiano Cesare , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal direttore generale del Comune di Milano ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CESARE DAMIANO

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del direttore generale del Comune di Milano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui rapporti di lavoro presso i call center presenti sul territorio italiano, l'audizione del direttore generale del Comune di Milano, che ringrazio per aver accettato il nostro invito.
  Ricordo che lo scopo è un approfondimento sui temi relativi alle gare di appalto per servizi di call center. Nell'audizione il direttore generale potrà in particolare fornirci elementi di valutazione in riferimento alla gara d'appalto riferita al servizio di info line del Comune di Milano. Come ricorderete, infatti, nel corso dell'indagine conoscitiva diversi soggetti auditi hanno fatto riferimento a possibili criticità concernenti la copertura dei costi del personale da utilizzare nel servizio.
  Avverto che il Direttore generale del Comune di Milano ha messo a disposizione della Commissione un documento (vedi allegato), di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.
  Do la parola all'ingegner Tomarchio affinché svolga la sua relazione.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Grazie a tutti per questo invito di cui sentivamo la necessità. Avendo letto i resoconti stenografici delle passate audizioni, ci sembrava opportuno che il Comune di Milano potesse illustrare il suo punto di vista.
  Io sono direttore generale del Comune di Milano da luglio 2013. Ho lavorato venticinque anni nel settore privato. Sono stato direttore generale di varie aziende nel settore farmaceutico, nel facility management. Poi, dieci anni fa, ho fatto il direttore generale a Catania con il sindaco Bianco. Sono stato successivamente vicedirettore generale del Comune di Milano con il sindaco Albertini e adesso, per una serie di circostanze che non avevo previsto, sono ritornato al Comune di Milano con il sindaco Pisapia.
  Quello che volevo segnalare è che ho un'esperienza prevalentemente nel privato. Cerco, quindi, di affrontare le cose sia dal punto di vista della convenienza e della legittimità sia dal punto di vista del modo in cui ragiona un'azienda privata, visto che fino a pochi mesi fa ero lì.
  La seconda premessa è che la gara di cui discutiamo si inquadra nella rivisitazione di alcuni processi che ho subito avviato fin dal mio ingresso al Comune di Milano. L'ottica è chiaramente quella della spending review, ma avendo ben presente la rivisitazione del processo. Secondo me una spending review dove si taglia e basta non ottiene il risultato finale. È un palliativo.Pag. 3
  In questo caso, notai che il servizio, gestito da Telecom e Almaviva, era attivo sette giorni su sette, ventiquattro ore al giorno e presentava degli enormi buchi in quanto manteneva un organico completo tutti i giorni e a tutte le ore, compresi il sabato, la domenica e soprattutto la notte della domenica, nonostante arrivasse solo il 3 per cento delle telefonate. Questo e altri fattori mi hanno convinto a rivisitare il processo nell'ottica di coinvolgere maggiormente le risorse comunali.
  Abbiamo preparato un progetto che prevede l'internalizzazione di tutta la parte hardware, prima gestita dall'appaltatore, e un ridimensionamento dell'organico, il 30 per cento del quale proviene da un percorso di formazione e di rivalutazione del personale interno. Ciò cambia di molto i contenuti del contratto e probabilmente ha spiazzato il vecchio appaltatore, che si è ritrovato ad affrontare con canoni vecchi un progetto del tutto nuovo.
  Queste erano le premesse che volevo fare. Avendo letto i resoconti stenografici delle audizioni precedenti, desidero intanto fornirvi dei dati in modo da sgombrare il campo da alcuni elementi che ci hanno davvero sbalordito. Prima di tutto, si tratta di una gara di servizi che mai mi sarei sognato di fare al massimo ribasso. Infatti, si tratta di una gara che risponde al criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, in cui l'aspetto tecnico rappresenta il 60 per cento e mantiene la sua importanza.
  Per quanto riguarda la delocalizzazione, è stato detto che questa gara potrebbe favorire il processo di delocalizzazione, che nessuno nega sia in atto, di questa tipologia di aziende in Paesi esteri con un costo del lavoro inferiore. Ebbene, nel capitolato speciale d'appalto, poiché ci avevamo pensato e teniamo a mantenere l'occupazione in Italia, avevamo specificato che la sede operativa di chi si sarebbe aggiudicato la gara doveva essere nel Comune di Milano. C’è una prescrizione – forse anche troppo restrittiva, tanta era la preoccupazione – che impone all'aggiudicatario di avere questa caratteristica. Forse è stato un eccesso di prudenza. Avremmo potuto allargare il cerchio all'Italia e invece lo abbiamo ristretto al Comune di Milano.
  Credo che queste due prime osservazioni importanti messe agli atti circa il fatto che si tratterebbe di una gara al massimo ribasso e che incentiveremmo la delocalizzazione non rispondano al vero, e mi sono molto stupito per le dichiarazioni che sono state fatte anche in questa sede.
  Passerei ora all'argomento più difficile da spiegare e cioè il costo del lavoro. È stato detto che attraverso questa tipologia di gara, che come ripeto non è al massimo ribasso, spingeremmo le aziende a non garantire ai lavoratori il minimo contrattuale. Innanzitutto, faccio un breve accenno al punto in cui siamo con la procedura.
  Questa gara è stata bandita nel gennaio del 2014. Le buste sono state aperte nell'aprile del 2014 e all'apertura c'erano tre partecipanti, tutti operatori qualificati, vale a dire Comdata, che è stata audita da questa Commissione, Olisistem Itqconsulting Spa e una ATI – tutto ciò che vi sto dicendo è contenuto nella nota che lascio a vostra disposizione – formata da Visiant Contact Srl, da Fastweb Spa e da un'altra società che si chiama Present Spa.
  Desidero far notare che, nonostante abbiamo registrato un comportamento assai peculiare da parte del presidente di Assocontact, Costamagna, che ha invitato pubblicamente a non partecipare alla gara e credo sia la prima volta che – come vi ho raccontato dieci anni fa sono stato anche responsabile di altri comuni – un privato va sui giornali per esortare altri privati a non partecipare a una gara, cinque operatori vi hanno preso parte ritenendola una gara congrua. Partiamo da qui. Abbiamo tre partecipanti e uno di questi, Olisistem Itqconsulting Spa, ha dichiarato all'ex Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, adesso Autorità nazionale anticorruzione, di ritenere il prezzo congruo. Non si partecipa a una gara se non si ritiene il prezzo congruo.
  Altra cosa che faccio notare è che nessuno ha impugnato né il bando né Pag. 4alcun atto di gara. Anche coloro i quali hanno affermato che la congruità della gara era dubbia non hanno mai adito gli organi competenti, in questo caso il TAR, per impugnare il bando o gli atti di gara.
  Poiché avevamo ricevuto delle segnalazioni sia da parte dell'associazione sia da parte di Almaviva, abbiamo aperto le buste e ci siamo fermati perché la Giunta mi ha incaricato di svolgere un approfondimento. Visto che il capitolato non l'avevo redatto io personalmente, come ovvio, alla luce di queste segnalazioni era giusto approfondire. È vero che, come dice il dottor Costamagna, non eravamo esperti di call center, ma vi assicuro che lo siamo diventati (un po’ lo eravamo anche prima). Alla luce delle segnalazioni, dell'incarico della Giunta e anche del fatto che il Governo si è interessato alla vicenda abbiamo fatto tutti gli approfondimenti del caso.
  L'affermazione è che il bando di gara spingerebbe le aziende ad andare in perdita in quanto non sarebbe economicamente sostenibile. Vi ricordo che il bando di gara prevede il pagamento a minuto per conversazione telefonica effettuata. Nel vecchio capitolato veniva pagata la singola persona, anzi l'equivalente a tempo pieno (FTE), ed era più facile. Adesso invece la gara prevede che paghiamo 0,45 euro al minuto come base d'asta per ogni telefonata fatta, cioè da quando l'operatore risponde al telefono.
  Vorrei fare notare alla Commissione che questo modo di operare non è tipico solo del Comune di Milano. È stato applicato da altri enti. In particolare, mentre era in corso la nostra gara, Consip ha pubblicato un bando del tutto simile al nostro in cui i ricavi venivano valutati allo stesso modo. Ve ne parlerò in conclusione perché questa gara Consip mi è servita anche per tentare una congruenza di tipo economico tra il nostro prezzo di 0,45 euro e il prezzo Consip.
  Si afferma che avremmo utilizzato una valorizzazione del costo orario del singolo operatore inferiore a quella contrattuale di 18 euro l'ora. Non è così. Abbiamo utilizzato esattamente lo stesso parametro e possiamo dire che ci troviamo d'accordo con quanto è stato dichiarato da chi ci ha preceduto. Sei mesi fa ho personalmente ricevuto almeno due delegazioni sindacali molto preoccupate e ho chiarito che mai il Comune di Milano si sarebbe permesso di non applicare il contratto collettivo di lavoro. Capisco che lo si possa affermare, ma è impossibile.
  L'equivoco, cavalcato anche dai privati, nasce dal fatto che, una volta stabilito che il costo è uguale, bisogna vedere come si calcolano i ricavi. I ricavi derivano dalla base d'asta di 0,45 euro al minuto – se volete possiamo poi parlare dello sconto – per il numero di minuti in cui il singolo operatore resta al telefono. Qui sta la differenza. Costamagna e i sindacati hanno detto di basarsi sulla propria esperienza. Considerando le ore al netto di tutti gli istituti, quali ferie e permessi – su cui le nostre valutazioni e quelle di «controparte» coincidono –, ci sono centoquarantasei o centoquarantasette ore utili al mese. Nella singola ora che l'operatore passa seduto al terminale loro dicono che risponde al telefono per 40 minuti o anche meno. Ripeto quanto dichiarato dal dottor Costamagna che, essendo presidente di Assocontact, ha una lunga esperienza in questo settore.
  Il Comune di Milano, come vedrete nel documento depositato, ha eseguito un calcolo analitico. Come è stato accennato anche nelle relazioni precedenti, da un'ora di lavoro vanno tolte le pause cosiddette «626» – nonostante l'entrata in vigore del decreto legislativo n. 81 del 2008, si chiamano ancora così – e il pranzo. Nel caso di una persona assunta full time, abbiamo calcolato che questa riduzione del tempo fa sì che in un'ora si lavori per 53 minuti. Mezz'ora per il pranzo e una pausa di 15 minuti ogni due ore, come è stato dichiarato anche da Costamagna, fanno sì che su otto ore si lavori per sette. Questo abbassa l'efficienza del 12 per cento e si arriva a 53 minuti. Spero che fin qui sia tutto chiaro.
  Se si assume personale part-time a quattro ore invece che a otto, cosa prevista da questo contratto – e in questo momento, ad esempio, quasi il 50 per cento Pag. 5del personale di Almaviva che lavora presso il Comune di Milano è a tempo determinato –, l'efficienza aumenta perché non è prevista la pausa pranzo. L'ora lavorata diventa di 56 minuti. Il gruppo generalmente è misto. Ci sono persone che lavorano a tempo determinato e persone che lavorano a tempo indeterminato e credo che facilmente si potrebbe arrivare a lavorare per 53 o 54 minuti l'ora.
  Non contento, sono andato a intervistare – ho avuto anche esperienze lavorative nelle telecomunicazioni – alcune aziende del settore per capire che numeri avessero in mente. Io partivo da un riferimento di 40 minuti. Ebbene, mi hanno risposto che se oltre le pause e le ferie, avessero lavorato con un'efficienza di 40 minuti, sarebbero fuori dal mercato.
  Noi non abbiamo considerato né 53 né 54 minuti, bensì 47 minuti all'ora di risposta per operatore. Almaviva e l'associazione dicono che in un mese l'operatore può rispondere per 40 minuti all'ora, che moltiplicato per 147 ore nette al mese fa 5.900 minuti di risposta. Moltiplicando per 0,45 euro si arriva a un numero molto vicino al costo del singolo operatore. Si arriva, quindi, a breakeven. La verità è che basta aumentare dell'11 per cento quel valore portandolo a 47 minuti per ottenere un utile complessivo sulla commessa del 16 per cento.
  È su questo che hanno giocato. Non c’è una differente valorizzazione dell'ora lavorata dal singolo operatore. Prudentemente abbiamo per altro valutato, come hanno fatto anche loro, il terzo livello. Nel contratto di riferimento è previsto che per i primi due anni di assunzione gli operatori possono essere inquadrati al secondo livello, che costa meno, per poi essere passati al terzo. Siccome però avevamo già un call center in funzione, non ce la siamo sentita di inserire dei ragazzi da formare, altrimenti nella prima fase di apprendimento il livello di servizio sarebbe diminuito. Con il capitolato speciale abbiamo, quindi, richiesto il terzo livello, che per un operatore di call center è il livello di arrivo.
  La differenza sta nell'organizzazione e nel modo in cui si utilizza il personale a disposizione. C’è un problema di efficienza. Per questo le imprese dicono di essere in perdita. In verità, facendo una simulazione sui minuti e su altri parametri, ho visto che la commessa è in utile.
  Non contento di aver compiuto questa analisi tecnica dall'interno, analisi che trovate in dettaglio nella relazione e che, se fosse sbagliata, potrebbe essere facilmente confutata, e di aver intervistato gli operatori del mercato – i riscontri che vi ho riferito non sono stati messi per iscritto perché era chiedere a quegli operatori quanto guadagnano, ma vi posso confermare, per quel che vale la mia parola, che mi sono stati dati –, ho preso in esame la commessa di Consip per verificare, dato che era uscita nello stesso periodo, che esito desse il raffronto.
  È da diversi mesi che la studio e in quindici minuti è difficile parlarne, ma debbo dirvi con chiarezza che esiste un piccolo problema di raffronto perché, al contrario della prima gara, in cui l'operatore forniva tutte le attrezzature, in questa seconda gara, come ho specificato prima, abbiamo cambiato modello. Le attrezzature e parte del personale lo mettiamo noi e non attiviamo il servizio sette giorni su sette anche quando è inutile tenere il personale. Nonostante fossimo a fine commessa, ho messo in dubbio l'efficienza di un pieno organico dalle otto a mezzanotte di domenica.
  Poiché la gara Consip, invece, prevede che l'operatore fornisca l'attrezzatura, i due bandi non sono immediatamente paragonabili. Come è scritto nella relazione, nella nostra gara Telecom fornisce l'attrezzatura e Almaviva fornisce il personale. L'attrezzatura conta per il 26 per cento rispetto al 100 per cento di quanto fatturano. La gara di Consip è una gara-quadro. Il che vuol dire che Consip ha individuato quattro operatori, tra cui Almaviva, che forniscono un servizio simile a quello da noi richiesto, ma con fornitura di attrezzature. Almaviva, a seconda del livello di servizio, chiede da 0,60 euro a 0,70 euro – è la più cara – al minuto. Pag. 6L'appalto però non viene affidato a uno dei quattro che hanno vinto perché viene indetta una nuova gara sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, che secondo l'esperienza di Consip è una gara ristretta, in cui viene applicato uno sconto ulteriore del 20-30 per cento.
  Rifacendo i calcoli sulla base dei valori con cui si sono aggiudicati la gara Consip, sia Almaviva, che è la più cara, sia in maniera molto più evidente gli operatori arrivati secondi, terzi e quarti – è tutto pubblicato in Internet –, sono allineati a un valore di riferimento ampiamente al di sotto di 0,45 euro. Per Almaviva si scende a 0,41 euro e per gli altri a valori ancora inferiori.
  Questa è una dimostrazione deduttiva che ha due punti deboli. Il primo è che io detraggo il 26 per cento delle attrezzature. Vi ricordo, però, che ciò deriva dalla gara con l'attuale fornitore di cui Almaviva è parte importantissima. Il raffronto non è totale, ma io l'ho fatto a ulteriore riprova, una volta preso in considerazione il contratto di lavoro e via dicendo. Nelle precedenti audizioni in Commissione si accennava al fatto che probabilmente non avevamo calcolato le pause «626». Sarebbe stato un errore molto grave, ma non lo abbiamo compiuto.
  Questa è la situazione. Sia noi che Assocontact nel mese di giugno abbiamo contemporaneamente presentato un'istanza di parere precontenzioso all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, adesso Autorità nazionale anticorruzione. Assocontact lo aveva preannunciato sui giornali, ma pensavamo che non avrebbe proceduto, così come aveva preannunciato ricorsi contro il bando e non li aveva fatti. Ci è invece arrivata una comunicazione in cui la richiamata Autorità ci informava di aver ricevuto istanza di precontenzioso sia dal Comune di Milano sia da Assocontact e di aver riunito le due istruttorie. C’è stato, quindi, uno scambio di relazioni, una iniziale e una di replica da entrambe le parti, e stiamo attendendo l'esito. Ricordo alla Commissione che fino ad allora il Comune di Milano è tenuto a non dar corso a ulteriori atti di gara.
  Il Comune di Milano ha chiesto all'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, adesso Autorità nazionale anticorruzione, di valutare la congruità del valore di 0,45 euro e il calcolo dei minuti che abbiamo compiuto allo scopo di verificare la congruità dell'intera gara. Spero di essere riuscito a spiegare che non si tratta di un problema di costo del personale. Il costo è quello. Il problema è stabilire se 0,45 euro è un valore congruo e quanti minuti di lavoro considerare per un lavoratore nell'ora netta, a meno delle ferie, a meno dei permessi sindacali e di tutto il resto.
  Su questi elementi il nostro valore e il loro coincidono, basta leggere bene il contratto. Considerando anche le pause «626», però, invece di arrivare a 55 o 53 minuti si arriva a 40 e io non riesco a capire effettivamente come perché si tratterebbe di un'ulteriore inefficienza di circa il 20 per cento, cosa che alcuni operatori mi hanno detto essere non gestibile. Lo dimostra il fatto, come ripeto ancora una volta, che a questa gara abbiamo tre partecipanti. Nonostante l'appello, non è andata deserta. Forse l'ho detto o forse no, ma di cinque partecipanti tre sono associati ad Assocontact, l'associazione presieduta dal dottor Costamagna, e avevano quindi ricevuto questa pressione a non presentare l'offerta.
  Mi sono per altro stupito perché Almaviva sarebbe stato il candidato favorito, visto che aveva già tutto a regime rispetto a chi si presentava dall'esterno. Vi ricordo il vincolo sulla localizzazione che il Comune ha inserito nel bando. Mi sono stupito del fatto che non abbiano partecipato.
  In questo momento ci troviamo in proroga con l'ATI Telecom-Almaviva e attendiamo la conclusione dell'istruttoria dell'Autorità nazionale anticorruzione in modo tale da proseguire o meno, a seconda di quello che sarà l'esito.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Tomarchio.
  Avrei una curiosità. Il meccanismo è complesso e forse non ho capito io. Lei dice che pagate 0,45 euro al minuto per la telefonata fatta.
  Quindi, pagate l'attività.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Sì.

  PRESIDENTE. Avete calcolato – forse lei l'ha detto e io non l'ho registrato – anche l'attività di turno ? Io, Cesare Damiano, vengo assunto e lei mi paga 0,45 euro al minuto per ogni telefonata fatta. I turni dovrebbero essere di otto ore meno la mezz'ora alla mensa e cioè sette ore e mezza effettive di lavoro.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Un po’ meno, perché ogni due ore ci sono quindici minuti di pausa.

  PRESIDENTE. È naturale. Otto ore meno mezz'ora per il pranzo e meno le pause.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Un'ora va via.

  PRESIDENTE. Benissimo. Le ore lavorate sono sette. Quanto lavora quell'operatore secondo il vostro calcolo ? E voi quante di quelle sette ore pagate ? Sei, cinque, quattro, tre ?

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Noi paghiamo il 78 per cento.

  PRESIDENTE. Pagate, quindi, cinque ore e sessanta.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Loro per la stessa cifra hanno considerato il 67 per cento. La differenza in minuti all'ora è davvero poca.

  PRESIDENTE. Quello che mi sfugge in questi calcoli, e in varie occasioni ho presentato in Parlamento lo stesso emendamento, che è stato approvato, è perché non si scorpori il costo del lavoro dall'appalto al massimo ribasso. Nelle gare economicamente più vantaggiose dovremmo avere un calcolo a parte del costo del lavoro.
  Puramente in teoria, voi avete il problema di non pagare una manodopera inattiva. Facendo sette giornate alla settimana di lavoro per ventiquattro ore, avete tre turni di otto ore...

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Adesso lo abbiamo modificato, ma prosegua pure con l'esempio.

  PRESIDENTE. Il primo turno avrà una certa intensità. Facciamo finta che vada dalle sei del mattino alle due del pomeriggio. Fino alle otto avrà un'intensità, dalle otto a mezzogiorno ci sarà un picco e da mezzogiorno alle due vanno tutti a mangiare. Dalle due alle ventidue l'intensità sarà ancora diversa. Dalle quattro fino alle sette si riparte, poi c’è il telegiornale e c’è un decalage. Il terzo turno avrà bisogno di un quinto degli operatori perché chiaramente c’è un periodo morto.
  Se, però, il contratto di lavoro è di 18 euro lordi orari oppure se si adotta una misura standard di 16 euro o quel che si vuole, non è più comodo, per impedire che la remunerazione sia inferiore al dispositivo contrattuale, chiedere l'organico del primo, del secondo e del terzo turno, che sarà ovviamente limato all'osso, moltiplicare il costo orario per le ore di prestazione, o meglio per le ore di lavoro riconosciute, e ricavare la cifra che corrisponde alla remunerazione ? Il risparmio non dovete farlo, secondo me, pagando 0,45 euro ogni minuto di telefonata fatta. Pagate soltanto le telefonate fatte, cioè un cottimo individuale ? Io mi rifiuto. Ho sempre combattuto contro il cottimo individuale.
  Un altro conto è un costo standard, nel quale pretendere dall'operatore di avere Pag. 8un organico modulato sulla base dell'intensità delle telefonate. Si capisce che il terzo turno non potrà avere un numero di operatori uguale al primo e al secondo, ma dovete anche dare per scontato che ci sono periodi di inattività che il datore di lavoro è costretto a pagare al lavoratore. Altrimenti, se fossimo sempre in attività, tolte le pause e la mensa, sarebbe una remunerazione a cottimo individuale. Devo dire che l'abbiamo sempre considerata una forma, non dico di schiavitù, ma sicuramente pesante.
  Non capisco la modalità di calcolo. Come ripeto, non sarebbe più comodo un costo standard moltiplicato per il numero degli addetti, moltiplicato per il numero delle ore sulla base dell'offerta economicamente più vantaggiosa ? Riducete l'organico, non la paga.
  Questa è la mia domanda.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Ne approfitto per chiarire meglio. Il costo aziendale del lavoratore è di circa 2.700 euro al mese sia nel calcolo che abbiamo fatto noi sia nel calcolo che hanno fatto i sindacati sia nel calcolo che hanno fatto Almaviva e Assocontact. Noi paghiamo quello che è giusto. Il lavoratore è un costo «fisso». Non stiamo pagando a cottimo.
  Il mercato lascia libero chi partecipa alla gara di organizzarsi come vuole sulla base di un conteggio fatto da chi richiede il servizio. Nel nostro caso servono cento persone organizzate secondo i carichi di lavoro della giornata. La curva dei carichi viene fornita e ognuno si organizza al meglio, mixando il part-time con il tempo pieno – tutto è contrattualizzato –, mettendo uno o due supervisori e così via. Il problema di costo non esiste.
  Capisco quello che lei diceva, ma parliamo sempre di medie. Adesso che si paga la TASI, le linee del call center sono intasate, ci sono code di dieci minuti. Poi ci sono le curve. È molto complesso. Noi non paghiamo a cottimo. Questa modalità si è sviluppata nel mercato. Cito sempre Consip per dire che non siamo un caso isolato.
  Chi arriva ora in questo settore e valuta come fare una gara ha due possibilità: una è quella che diceva lei e l'altra è questa perché mette in competizione chi partecipa sull'organizzazione del lavoro. Non conta solo quanto fai lavorare gli operatori, ma anche come li organizzi.
  Costamagna o qualcuno di Almaviva ha parlato di duecento persone al Comune di Milano. Non si sono mai viste duecento persone. Sono duecento teste che vengono mixate. La gara precedente era per novanta persone. In questo momento ne abbiamo centoventi o centotrenta in full time equivalente. Bisogna vedere quanto hanno spinto sul part-time. Per questo parlano di duecento persone, ma io non le ho mai contrattualizzate.
  Non so se sono stato chiaro, ma sul costo del lavoro non scherziamo. Il costo del lavoro è quello contrattuale e quando abbiamo fatto i calcoli – si può vedere dal capitolato speciale – abbiamo solo detto che, secondo le nostre curve di carico, dovrebbero servire cento persone. Di queste, trenta le mettiamo noi e settanta le dovrà mettere l'operatore secondo le modalità organizzative che deciderà.
  Mentre nel bando Consip non è dichiarato quanti minuti di lavoro ci si aspetta, noi abbiamo invece fatto questa dichiarazione che forse ha creato confusione.

  PRESIDENTE. Mi permetto di insistere su un punto prima di lasciare la parola ai colleghi.
  Quello che non capisco, anche nell'operato delle autorità di controllo sugli appalti, è perché, in una gara da aggiudicare sulla base dell'offerta economicamente più vantaggiosa – sgombriamo quindi il campo dal massimo ribasso, che ha tutte le caratteristiche della trasparenza – si facciano calcoli così macchinosi da creare conflitto, equivoco e contenzioso.
  Il Comune di Milano o qualsiasi altra azienda che abbia bisogno di un call center fa i suoi conti. In base ai flussi o a eventi speciali, come può essere l'Expo di Milano, io ritengo che, anziché avere bisogno di cento persone sempre, al primo, al secondo e al terzo turno, ci sia bisogno, ad Pag. 9esempio, di centoventi persone al primo, di centocinquanta al secondo, perché c’è un picco straordinario, e di ventidue al terzo.
  È un conto interno alla struttura per stabilire il fabbisogno di organico. Una volta stabilito il fabbisogno di organico complessivo nell'arco della giornata, basterebbe moltiplicarlo per il costo medio o minimo o massimo – la modalità la studierete voi – per ottenere, comprese le ore contrattuali, il budget da spendere con il massimo di risparmio. Questo non creerebbe alcun equivoco perché si adotta come standard la tabella contrattuale. È questo che non capisco.
  Anche l'utile dell'impresa va considerato, ma il valore standard del contratto è questo. Perché non prendete come riferimento il valore standard del costo contrattuale di un operatore medio ? So che è impossibile calcolare istantaneamente. È come la famosa saturazione istantanea alla linea di montaggio. È un sogno di tutti i rilevatori di tempi e di tutti gli ingegneri, meno dei sindacalisti. Quel calcolo però è impossibile e può creare, come è successo, degli equivoci.
  Giustamente dovete pretendere di non avere un organico dormiente. Capitava nelle fabbriche che al turno di notte si andasse a dormire. Per il manutentore ha senso: se succede qualcosa c’è l'allarme. Non ti chiamano a casa, se abiti a cento chilometri, per spegnere l'incendio. Devi essere sul posto, come purtroppo sappiamo. Chiedo scusa per la digressione.
  Do ora la parola ai colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIORGIO PICCOLO. Lei dice che Almaviva non ha partecipato. Non conosco la questione, ma è chiaro che, se riducete i turni, internalizzate e fornite voi le attrezzature, l'impresa uscente che partecipasse a queste condizioni dovrebbe gestire un problema sociale con i lavoratori. È fuori discussione.
  In questo caso, devo tendere all'obiettivo con gradualità. Internalizzare significa che le attività che facevano loro ora le fanno altri, che siano lavoratori interni del Comune o nuovi assunti. Già per questo si dovrebbero spostare i lavoratori. Giustamente, dal vostro punto di vista, la gara che avete fatto mira a eliminare i turni dormienti, a eliminare il costo delle attrezzature e di altre attività che gestiva Almaviva. Sarebbe comodo se potessero gestirle ancora.
  Siamo a Milano. Se succedesse a Napoli, che farebbero quei duecento lavoratori con una gara come quella che avete fatto voi ?

  LUISELLA ALBANELLA. Fermo restando che condivido il fatto che questa è una materia molto complicata perché molto tecnica, penso che Almaviva non sia così masochista da decidere di non partecipare a un bando soltanto per capriccio. Penso che abbia fatto dei conti in cui non rientrava. Il vostro bando di gara, intanto, prevedeva una riduzione drastica dal punto di vista economico perché volevate articolare in maniera diversa il servizio.
  Lei ha detto che non c’è stato alcun ricorso al TAR, ma questo bando di gara ha sollevato una protesta generalizzata. Adesso avete accordato una proroga e avete rimodulato il servizio riducendo drasticamente anche i servizi ai cittadini. Mi pare che una tipologia di servizio, quella rivolta agli anziani, sia stata addirittura esclusa.
  Mi sembra davvero strana la modalità con la quale modulate la gara d'appalto. Sono convinta che un'azienda non considera nel costo soltanto le telefonate fatte perché l'operatore lavora un certo numero di ore. Siccome l'azienda deve remunerare questi lavoratori, meglio sarebbe, come diceva il presidente Damiano, rimodulare gli organici rispetto alle fasce di attività del call center.
  Francamente ho dei dubbi rispetto al modo in cui avete formulato la gara d'appalto.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Tomarchio per la replica.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Come si Pag. 10sente dall'accento, vengo da un paese che è più meridionale del suo, onorevole Piccolo. So che cosa succederebbe. Ho tenuto delle riunioni con il personale dipendente di Almaviva e con i sindacati e sentivo un peso al cuore. Non ero lì per fare il capitano d'azienda.
  Vi assicuro, però, che se vogliamo fare spending review, dobbiamo togliere il superfluo. Bisogna vedere da che punto di vista ci si trova: voi affrontate la questione come membri della Commissione Lavoro. È vero che abbiamo limitato gli orari, ma è anche vero che c’è un altro numero verde che lavora tutta la notte, cioè quello dei vigili urbani. Mediamente, dopo le venti un cittadino non chiede come fare la carta d'identità, chiede aiuto. Tutti i servizi essenziali li abbiamo mantenuti con lo 020208 a cui sono collegati i nostri 3.400 vigili urbani.
  È uscito anche sul giornale il fatto che avevamo interrotto alcuni servizi, tra cui soprattutto il «Piano caldo per gli anziani». Ovviamente, non era vero e abbiamo risposto sui media.
  Un'ultima cosa, presidente. È molto difficile compendiare le esigenze sociali. Ho addirittura incontrato due persone, marito e moglie, che lavorano ad Almaviva. Rispondendo all'onorevole Albanella, io non capisco perché con un appalto da cento FTE, nel momento in cui settanta sono garantiti ed è scritto nel bando che probabilmente sarà chiesta un'estensione nel periodo dell'Expo per esigenze particolari, Almaviva neanche partecipa. Vale anche il contrario. Capisco l'osservazione dell'onorevole che non crede siano matti. Io non sono in grado di dire cosa pensino, dico solo che non c’è un'enorme riduzione del personale. Piuttosto, sono state eliminate alcune possibilità.
  Non so se vi siete chiesti perché io sia partito da novanta e vi abbia poi parlato di circa centotrenta unità di personale. A ogni richiesta entravano tre, quattro o cinque risorse in più perché si basava tutto su costo del personale più un plus fee. È difficile compendiare gli aspetti sociali, che sento anch'io e ho sempre molto presenti, con i tentativi di riduzione della spesa pubblica che mi sembra siano all'ordine del giorno.
  Il personale non posso toccarlo. Il massimo che posso fare è convertirlo e ho tentato di farlo nella proporzione che vi ho detto del 30 per cento. Prima di tutto così non tengo i vigili e altri dipendenti a lavorare su turni che non hanno alcun senso. Internalizziamo solo il 30 per cento dell'organico e non vi dico la fatica per trovare all'interno, su un organico di 15.600 persone, trenta lavoratori disponibili a essere formati sul centralino. Ma questa sarà un'altra audizione. Le difficoltà sono tantissime. Sarebbe stato molto meglio affidare il servizio e non fare risparmi. A regime, invece, risparmieremo il 40 per cento.
  Cosa dovrei fare da direttore generale di un grosso Comune in Italia in questo momento, dato che voglio anche mantenere l'occupazione all'interno del mio ente ? O faccio finta di lavorare oppure attuo processi drastici.
  Sulla pubblica illuminazione risparmieremo il 50 per cento, non tra un anno ma tra sei mesi. Siamo scesi da 45 milioni di euro alla metà. Ovviamente qualcuno ci ha rimesso e cioè coloro che fornivano energia elettrica, in questo caso una società partecipata dal Comune. Quando ho fatto la riunione con l'amministratore delegato, non era molto contento del fatto che riducessi l'energia fornita perché compravamo i led. Scusate per questo sfogo, ma capite bene la difficoltà di operare in un momento in cui i bilanci non ospitano aumenti di costo.
  Vi ringrazio per l'ospitalità.

  PRESIDENTE. La nostra osservazione è sul metodo di calcolo, non sul fatto che dobbiate risparmiare perché questo lo comprendiamo.
  Secondo me, con un calcolo più semplificato si arriverebbe meglio all'obiettivo.

  GIUSEPPE TOMARCHIO, Direttore generale del Comune di Milano. Le vostre osservazioni su questo aspetto le interiorizzo. Attendiamo la pronuncia dell'Autorità Pag. 11e, nel caso fosse a noi sfavorevole, sappiate che ne terrò conto.

  PRESIDENTE. È anche più conveniente per voi poter dire di aver effettuato un calcolo basato sulla retribuzione media dell'addetto ai call center. È un'affermazione forte, che vi conviene. Secondo me, arrivereste allo stesso risultato per un'altra via, ma non mi permetto di dare suggerimenti a chi fa questo di mestiere. È semplicemente un'opinione tra le tante.
  Ringrazio gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.

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