XVII Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Giovedì 17 settembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Damiano Cesare , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPATTO IN TERMINI DI GENERE DELLA NORMATIVA PREVIDENZIALE E SULLE DISPARITÀ ESISTENTI IN MATERIA DI TRATTAMENTI PENSIONISTICI TRA UOMINI E DONNE

Audizione della Consigliera nazionale di parità.
Damiano Cesare , Presidente ... 3 
Bagni Cipriani Francesca , Consigliera nazionale di parità ... 3 
Damiano Cesare , Presidente ... 4 
Gnecchi Marialuisa (PD)  ... 4 
Damiano Cesare , Presidente ... 4 
Bagni Cipriani Francesca , Consigliera nazionale di parità ... 4 
Damiano Cesare , Presidente ... 4 
Gnecchi Marialuisa (PD)  ... 5 
Dall'Osso Matteo (M5S)  ... 5 
Damiano Cesare , Presidente ... 5 
Bagni Cipriani Francesca , Consigliera nazionale di parità ... 5 
Damiano Cesare , Presidente ... 6

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE CESARE DAMIANO

  La seduta comincia alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Consigliera nazionale di parità.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impatto in termini di genere della normativa previdenziale e sulle disparità esistenti in materia di trattamenti pensionistici tra uomini e donne, l'audizione della Consigliera nazionale di parità Francesca Bagni Cipriani.
  Precisando che i nostri tempi sono contingentati perché ci aspettano votazioni in Assemblea, ringrazio per la sua presenza la Consigliera Bagni Cipriani e le do la parola affinché svolga la sua relazione.

  FRANCESCA BAGNI CIPRIANI, Consigliera nazionale di parità. Potrei anche esaurire il mio intervento dicendo che mi piace molto l'idea di questa indagine conoscitiva, ma vorrei fare qualche considerazione in più rispetto alla vostra iniziativa di promuoverla, che denota la volontà di affrontare meglio e più approfonditamente il tema del cambiamento del mercato del lavoro e delle forme di lavoro dipendente e indipendente.
  Il panorama si è modificato con una grande rapidità e altrettanto rapidamente è cambiato il sistema pensionistico. La sensazione che abbiamo nelle nostre attività sul territorio come consigliere di parità è però che questi due cambiamenti non sembrano trovare il modo di conciliarsi e di non avere ricadute, positive o negative, sull'applicazione delle normative che mano a mano vengono approvate.
  Faccio riferimento alla vicenda dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, di cui mi sono interessata quest'estate. Ho mandato una lettera alla Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, per chiederle di intervenire su alcune situazioni che erano state denunciate e portate in giudizio da lavoratrici che avevano lamentato conseguenze negative dall'applicazione di questa normativa. Ritenendo, infatti, che la nuova disciplina introducesse elementi di discriminazione, sono andate in giudizio e hanno ottenuto ragione dal giudice.  
  C’è la necessita di affrontare in modo più organico questo tema, che provoca disagio, sofferenza, spese e il coinvolgimento della magistratura. Il sostegno di un'indagine che molto puntualmente esplori tutte le articolazioni della materia e riesca anche a dare risposte mi sembra molto positivo.
  Faccio una piccolissima chiosa. Il caso dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011 e la materia relativa all’«opzione donna» stranamente incidono sulla sfera di autodeterminazione della donna. In un caso la mandano via e nell'altro non la Pag. 4fanno andare via. Un atteggiamento che tenga conto della volontà di rimanere al lavoro o di lasciarlo credo risponda meglio alla necessità di comprendere alcuni fenomeni che stanno avvenendo nella nostra società.
  Sono d'accordo e molto interessata al fatto che questa indagine sia portata a termine. La valutazione dell'impatto di genere, tanto citata e tanta voluta e di cui l'Europa ci chiede conto in tutte le sue raccomandazioni, è molto difficile da mettere in pratica. Se mi posso permettere, chiederei che, alla fine di questa vostra ricerca, una volta valutati tutti i suoi esiti, possa essere promosso un incontro con la rete delle consigliere, in maniera tale che la loro capacità di stare sul territorio e raccogliere le istanze, le denunce e le sofferenze delle lavoratrici possa avere una risposta a livello parlamentare.

  PRESIDENTE. Grazie. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARIALUISA GNECCHI. Se i colleghi sono d'accordo, io non porrei domande ma lascerei ancora tempo alla Consigliera per proseguire la sua relazione.

  PRESIDENTE. Consigliera, avendo a disposizione ancora tempo, può continuare la sua relazione.

  FRANCESCA BAGNI CIPRIANI, Consigliera nazionale di parità. Grazie. Un altro punto che mi sembra di particolare rilievo per dare un segnale culturale è la necessità di cominciare a ragionare seriamente sul riconoscimento e sulla valorizzazione del lavoro di cura.
  Questo aspetto del nostro lavoro è sempre molto citato e sottolineato, ma nella pratica non si riesce ad avere un seguito alle istanze da noi avanzate. Anche nel programma dell'indagine conoscitiva, ad esempio, viene sottolineata la differenza, che mi pare discriminatoria, tra la possibilità di riscattare la laurea e l'impossibilità di riscattare il periodo di maternità ai fini previdenziali. Anche i congedi, la cui richiesta sappiamo essere motivata dall'onere di lavori di cura, che non sono soltanto per la prole, ma spesso per la famiglia nel complesso, danneggiano la carriera e l'affermazione sul posto di lavoro.  
  Il problema di permettere alle donne e agli uomini di fare una scelta libera di maternità o di paternità – l'onorevole Di Salvo ha organizzato un bellissimo convegno su questo argomento – credo che sia il leit motiv di questo momento. Abbiamo tanto lottato quando dicevamo che la maternità non è un destino, ma una scelta. Adesso, secondo me, dobbiamo lottare per la scelta della maternità. Dobbiamo cioè affermare il principio secondo cui la scelta della maternità o della paternità non deve essere penalizzata, grazie al dispiegamento di tutte le risorse, le collaborazioni, le solidarietà e di tutti i meccanismi necessari.
  Ieri ho partecipato a Bologna ad un'audizione sul mobbing che le donne subiscono quando ritornano al posto di lavoro dopo la maternità, organizzata dal Consiglio comunale a seguito di un articolo sciagurato pubblicato su L'Espresso, che secondo me non aveva alcuna validità scientifica. Il problema però esiste nel mondo del lavoro, dove si mette in moto un meccanismo molto punitivo, in assenza di una cultura che valorizzi la scelta della maternità.
  Come saprete meglio di me – è inutile che ripeta numeri o altro – il fatto di avere in questo Paese una tendenza demografica negativa e di non avere una popolazione che cresce che domani potrà essere soggetto produttivo scoraggia i finanziamenti esteri. Si tratta di un dato economico di grande rilievo. Non è solo un problema di qualità della cultura, di solidarietà, di scelte e di contenuti. C’è anche la necessità di dare risposte alla domanda di crescita produttiva di questo Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. La dote della sintesi è innata nella Consigliera e c’è il tempo per l'onorevole Gnecchi di porre una breve domanda alla quale dare una breve Pag. 5risposta e, dopo di lei, per chiunque voglia farlo.

  MARIALUISA GNECCHI. Noi contiamo molto sul fatto che questa indagine conoscitiva possa servire e quindi speriamo che possa essere utile anche alle consigliere di parità. Pertanto saremo disponibili all'incontro richiesto dalla Consigliera nazionale di parità alla fine dell'indagine.  
  Ringrazio e faccio presente che, rispetto alla non cumulabilità del riscatto della laurea e del periodo di maternità facoltativa, sono all'esame di questa Commissione sia una proposta di legge sia la petizione di un cittadino. Le chiederemmo, in quanto Consigliera nazionale di parità, di segnalare al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Poletti, all'INPS e alle istituzioni che possono intervenire che si tratta di una situazione che riguarda in particolare le donne. In questo momento poter andare in pensione avendo un anno in più o un anno in meno di contributi assume più rilievo, rispetto ad altri periodi storici in cui le donne potevano andare in pensione a 60 anni. La ringraziamo di averlo segnalato. È un problema a noi noto e ci piacerebbe che ci fosse un intervento diretto per risolverlo.
  Diciamo da tempo anche noi che siamo l'unico Paese in Europa a non dare riconoscimento ai lavori di cura e ai periodi di maternità. Ci auguriamo che dall'indagine conoscitiva questo tema si affermi con forza, così da avere una possibilità in più per sottolinearlo, ma bisognerebbe che si creasse una sensibilità collettiva a livello nazionale. Abbiamo quindi bisogno di essere aiutati anche noi, come legislatori, perché ciò si concretizzi.  
  Inoltre, ci appassiona molto la differenziazione delle aspettative di vita e il fatto che l'età per la pensione di vecchiaia debba tenere conto della diversità dei lavori svolti. Anche in questo vediamo costantemente discriminazioni di genere. Ad esempio, la individuazione dei lavori usuranti, sui quali abbiamo lavorato, è fortemente caratterizzata al maschile. È il motivo per cui questa indagine è per noi importantissima.
  Contiamo molto sulle risposte che ci arriveranno. CGIL, CISL, UIL e UGL la scorsa settimana sono state molto concrete nella loro audizione nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 857 e abbinate. Non abbiamo visto invece una grande mobilitazione da parte loro contro l'innalzamento repentino, senza gradualità, dell'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia delle donne e nemmeno contro il fatto che i risparmi derivanti dall'innalzamento dell'età della pensione di vecchiaia delle donne nel pubblico impiego non siano andati a favore delle donne, come invece era previsto chiaramente dall'articolo 12, comma 12-sexies, del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010.

  MATTEO DALL'OSSO. Ringrazio la Consigliera. Vorrei chiederle se, secondo lei, la mancanza in Italia, come in Grecia e in Ungheria, di una forma di assistenza come il «reddito di cittadinanza» possa influire sulla preoccupazione delle donne al momento di decidere se mettere al mondo un figlio. Avere questa forma di reddito, che manca in Italia, potrebbe dare maggiore serenità alle donne ?

  PRESIDENTE. Ringrazio i colleghi e do la parola alla nostra ospite per la replica.

  FRANCESCA BAGNI CIPRIANI, Consigliera nazionale di parità. All'onorevole Gnecchi do la mia disponibilità a impegnarmi sui temi segnalati. Come ho detto, ho contattato la Ministra Madia, ma anche il Responsabile della Segreteria tecnica del Ministro Poletti e mi è stata data la disponibilità a aprire un confronto a settembre. Ho quindi tutte le intenzioni di assecondare questa disponibilità per andare avanti su questi temi.
  Lei auspicava un coinvolgimento nell'elaborazione su questi temi nell'attività delle consigliere sul territorio. Credo che, alla fine di una prima fase di ricognizione, sarà intrapresa un'iniziativa nazionale con tutte le consigliere, con la quale si proporrà un programma di lavoro insieme alla Ministra Madia. Questo potrebbe essere Pag. 6uno degli elementi centrali delle attività e delle iniziative delle consigliere.
  Noi vigiliamo sulla discriminazione. Di discriminazioni ce ne sono tante e il nostro compito è quello di raccogliere le segnalazioni e le denunce e farne poi oggetto di iniziative oppure di denuncia o addirittura di ricorso alla magistratura.
  Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Dall'Osso, i soldi fanno sempre comodo. Io però ho sempre sostenuto che la tranquillità e la reale possibilità di scegliere deve dipendere dall'organizzazione complessiva della società. In questo contesto, la possibilità di dare bonus e sostegni economici è stata più volte tentata. Recentemente è stata introdotta una novità, che potrebbe essere protratta anche oltre dicembre 2015 e potrebbe dare una risposta a questo problema.
  Complessivamente, però, una donna si trova sola a dover affrontare tutto, dagli orari alla scuola, alle medicine, alla babysitter, all'accompagnamento. È il contesto complessivo dell'organizzazione della nostra società che dobbiamo cercare di modificare e mettere a regime. È sempre stata la mia idea.
  È più complicato che avere soltanto un bonus. Tuttavia, credo che con un po’ di impegno ci si potrebbe riuscire.

  PRESIDENTE. Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.