XVII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 21 di Lunedì 31 marzo 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Crippa Davide , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA STRATEGIA ENERGETICA NAZIONALE E SULLE PRINCIPALI PROBLEMATICHE IN MATERIA DI ENERGIA.

Audizione di rappresentanti di Terna.
Crippa Davide , Presidente ... 3 
Cattaneo Flavio , Amministratore delegato di Terna Spa ... 3 
Crippa Davide , Presidente ... 5 
Vallascas Andrea (M5S)  ... 5 
Cattaneo Flavio , Amministratore delegato di Terna Spa ... 5 
Vallascas Andrea (M5S)  ... 5 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 6 
Crippa Davide , Presidente ... 6 
Cattaneo Flavio , Amministratore delegato di Terna Spa ... 7 
Crippa Davide , Presidente ... 8 
Cattaneo Flavio , Amministratore delegato di Terna Spa ... 8 
Crippa Davide , Presidente ... 8 
Cattaneo Flavio , Amministratore delegato di Terna Spa ... 8 
Frosini Giuliano , Direttore divisione Public Affairs di Terna Spa ... 10 
Crippa Davide , Presidente ... 10 
Cattaneo Flavio , Amministratore delegato di Terna Spa ... 11 
Crippa Davide , Presidente ... 12 
Cattaneo Flavio , Amministratore delegato di Terna Spa ... 12 
Crippa Davide , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione depositata dai rappresentanti di Terna Spa ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
DAVIDE CRIPPA

  La seduta comincia alle 15.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Terna.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla Strategia energetica nazionale e sulle principali problematiche in materia di energia, l'audizione di rappresentanti di Terna.
  Siamo arrivati alla conclusione di un ciclo di audizioni molto intenso, che ha visto numerosi soggetti auditi, tra cui anche responsabili di strutture organizzative e apparati statali e non sulla Strategia energetica nazionale. Oggi voi siete gli ultimi soggetti previsti nel calendario delle audizioni. Ci siamo purtroppo un po’ rincorsi con spostamenti di date e di tempi il sovrapporsi dei rispettivi impegni. Vi lascio la parola per la relazione introduttiva sul documento recante la Strategia energetica nazionale. Come di consueto seguiranno le osservazioni e le domande dei colleghi che intendano intervenire cui seguiranno le vostre risposte, che però potrete anche inviare successivamente per iscritto qualora lo riteniate opportuno.
  Do quindi la parola all'amministratore delegato Flavio Cattaneo per lo svolgimento della relazione.

  FLAVIO CATTANEO, Amministratore delegato di Terna Spa. Grazie, presidente. Grazie, signori onorevoli commissari. Abbiamo preparato una presentazione per quanto riguarda Terna, che è stata distribuita e che inizia con gli investimenti fatti sulla rete negli ultimi nove anni.
  Come vedete, nella slide a pagina 2, tali investimenti sono incrementati di cinque volte all'anno e hanno raggiunto quasi 8 miliardi. Questo ci ha fatto recuperare un notevole gap rispetto ai Paesi più sviluppati dal punto di vista infrastrutturale elettrico. Basti pensare che nel 2005 la Francia, con RTE, aveva una rete con 11 miliardi di RAB (Regulated Asset Base). Attualmente la RAB di RTE è di 12 miliardi, quindi sostanzialmente in linea, mentre noi siamo a 13 miliardi e, quindi, abbiamo recuperato molto di questo gap. Le maggiori opere e alcuni dei principali interventi sono molto noti, come il collegamento sottomarino con la Grecia, la famosa Foggia-Benevento, che è stata sospesa per molti anni, e l'attuale collegamento, in corso di realizzazione, con la Sicilia, la Trino-Lacchiarella, nonché molti altri. Il dato più importante da sottolineare è che le opere che sono state realizzate hanno avuto una fase di concertazione con le autorità locali, che ha portato a realizzarle senza incidenti o frizioni eccessive con le varie realtà.
  Il dato effettivo di risultato lo vediamo nella slide n. 4, in cui si nota l'effetto della congestione presente nel 2007, in cui c'erano diversi prezzi zonali. Su questa base poi venivano realizzate le tre macroaree, una al Nord, una al Centro e una nel Sud e nelle isole, con un prezzo che Pag. 4scontava anche un'inefficienza strutturale, visto che le localizzazioni della generazione non erano perfettamente adeguate laddove c'erano i prelievi e, quindi, laddove l'energia serviva. A mano a mano che si sono realizzate le opere abbiamo visto decongestionarsi il Paese, fino ad arrivare a una situazione, che è quella attuale, in cui non solo il PUN è molto più basso, ma l'unico pezzo fuori PUN è quello della Sicilia. Anche questa è una congestione in via di risoluzione, in quanto da oggi a un anno avremo già finito il collegamento, che ora è in corso di realizzazione. Tutto questo ha portato diversi miliardi di risparmio in bolletta. Alcuni, come dicevo, sono legati al minor costo delle opere principali, da quando sono state fatte all'entrata in esercizio. Vorrei ricordare che le opere vengono approvate dal Ministero dello sviluppo economico sulla base di una concertazione fra i vari stakeholder, dai consumatori ai generatori, agli energivori e via elencando, e che, quindi, non è Terna che si autodetermina le opere. Esse vengono condivise con tutto l'universo mondo del sistema elettrico e industriale.
  Fatto questo, per godere di questa tariffa, le opere devono essere profittevoli per il sistema. Ciò significa che il rapporto fra quanto entra nella tariffa e quanto il sistema risparmia deve essere a favore di quest'ultimo. Tant’è vero che a oggi ci sono 2,1 miliardi di risparmi da infrastrutture, che continueranno nei prossimi anni, perché questo profitto continuerà, e 3,4 miliardi sul dispacciamento, che noi abbiamo ottenuto con una gestione attiva del dispacciamento e con un premio incentivante sul rapporto di quanto abbiamo fatto risparmiare al sistema.
  I benefici futuri parlano di ulteriori risparmi e portano il totale da 5,5 a 13,4 miliardi. Ci sono altri risparmi, come quelli ambientali di riduzione di CO2, quelli di capacità di import e quelli legati alla riduzione delle perdite dell'energia, così come al maggior utilizzo della capacità rinnovabile. Li vedete qui elencati. Essi generano sicuramente un giudizio positivo su quello che è stato fatto in termini di investimento.
  Vorrei ricordare che tutti questi investimenti sono stati realizzati senza un euro di contributo pubblico e, come vedremo più avanti, con una tariffa post-tax base che è al di sotto della media europea. Oggi il costo della trasmissione nella bolletta, il CTR, pur se all'interno di un sistema di servizi a rete che comprende molte voci e che, purtroppo, molte volte, dal punto di vista della comunicazione, alcuni credono sia il costo di Terna – e quindi il ricavo di Terna – in realtà è del 3 per cento. Pertanto, sulla torta complessiva la nostra parte è molto ridotta. Potete capire, pertanto, come questo rapporto sia senza dubbio a favore del consumatore.
  Come dicevamo prima, vedete nella slide a pagina 7, la remunerazione degli investimenti, la tariffa base. Sono indicati i Paesi europei. L'UAC nominale post-tax vede l'Italia al 4,9 per cento, dopo la riduzione a dicembre del 15 per cento sulla tariffa base attuata dall’Authority per l'energia. La tariffa è calcolata essenzialmente sul rapporto del costo del WACC (Weighted Average Cost of Capital) nominale, ossia del debito e dell’equity, del beta di rischio delle attività e dell'inflazione del deflatore. L'insieme di questi elementi genera questa tariffa, che poi viene applicata sul monte investimenti e sul monte del capitale già investito.
  Passando alla copertura del fabbisogno di energia e, quindi, a un'indagine un po’ più ampia rispetto a ciò che Terna fa specificatamente, come vedete (slide a pagina 8) nella nostra produzione, l'estero consta del 13,3 per cento. Questo è dovuto essenzialmente al fattore prezzo. Pertanto, a chi suggerisce di ridurre l'importazione di fatto rispondo che è un'operazione che amplierebbe il costo dell'energia e non lo ridurrebbe. In questo caso parliamo di capacità di energia importata a un minor costo rispetto a quella prodotta. Quanto alla torta che rappresenta come viene prodotta l'energia, vedete una forte componente di rinnovabile, insieme a fonti tradizionali che sono in riduzione. Questo Pag. 5ha provocato anche sulla rete dei problemi, che a mano a mano stiamo risolvendo, dovuti alle rinnovabili intermittenti, vento e sole. Sono problemi che in parte riusciremo ad ammortizzare con il sistema di batterie e di accumulo, andando a stabilizzare, oltre che a efficientare, un'energia già di per sé incentivata. La localizzazione, ormai abbastanza consolidata, vede una parte del parco produttivo al Nord e al Sud, con una carenza al Centro. Questo per quanto riguarda sia il termoelettrico, sia le fonti rinnovabili. In alcuni casi, come nelle isole, la produzione complessiva è sempre stata molto vicina al fabbisogno, al quale si aggiungeva poi la riserva. Di fatto, quindi, il PUN, non avendo un collegamento e ulteriore energia disponibile, si alzava, perché con il marginal price il costo dell'energia tendeva a essere quello meno efficiente e non c'era possibilità di importazione dalla penisola. La domanda nel 2013 è diminuita del 3,4 per cento e continua in maniera altalenante, settimanalmente, una tendenza quantomeno di non crescita anche nel 2014.
  Per quanto riguarda la nostra posizione sulla SEN, purtroppo nell'energia le cose cambiano velocemente. Il nostro parere era positivo, anche se adesso, anche dopo i fatti giapponesi, il prezzo del gas, anche spot, si è avvicinato a quello take-or-pay e, quindi, l'elemento fondamentale gas, che prima nella SEN aveva una maggior forza di impatto, oggi si riduce di molto. Basti pensare che anche dal punto di vista del ritorno i rigassificatori, pur se regolamentati al 65 per cento, non riescono più ad avere un pareggio economico e, quindi, una fattibilità economica. Ciò è dovuto al differenziale esiguo e alla riduzione del prezzo della domanda, specialmente nel termoelettrico.
  Io ho concluso il mio intervento introduttivo.

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANDREA VALLASCAS. Grazie, presidente. Grazie all'amministratore delegato di Terna. Inizierei con alcune domande.
  Vorrei sapere – lei non ne ha fatto particolare cenno nella sua relazione – come si inserisce il vostro Piano strategico 2014-2018, che avete presentato di recente, nel quadro più ampio delineato dalla Strategia energetica nazionale. Inoltre, vorrei sapere quali sono gli impegni e la visione di Terna nel processo di decarbonizzazione dell'economia nello scenario al 2050. Terna prevede una transizione verso l'elettrico nei consumi finali ?

  FLAVIO CATTANEO, Amministratore delegato di Terna Spa. Non ho capito la seconda domanda. Me la può ripetere ?

  ANDREA VALLASCAS. Quali sono gli impegni e la visione di Terna nel processo di decarbonizzazione dell'economia nello scenario al 2050 ? Terna prevede una transizione verso l'elettrico nei consumi finali ? Vorrei sapere se nel vostro scenario previsionale tenete conto del fatto che nei prossimi anni ci sarà la transizione dei consumi dal fossile all'elettrico e, quindi, se adeguerete la rete. Proseguendo, quali sono le attuali possibili sinergie tra il sistema GAUDÌ per l'attestazione degli adempimenti secondo la delibera dell'AEEG ARG/elt 124/10, il censimento degli impianti e delle unità di produzione e il SIMERI gestito dal GSE per far fronte alla direttiva n. 28 del 2009 ?
  Vengo all'ultima domanda. Mi saprebbe spiegare come mai – ho visto i dati pubblicati sul vostro sito Internet – riuscite ad avere utili in crescita in una fase di generale contrazione dell'economia ? Voi avete segnato un più 10,8 per cento rispetto all'anno scorso e un raddoppio rispetto al 2004. Distribuite dividendi, attirate l'attenzione degli investitori stranieri ? In Italia, al contrario, c’è la superinterrompibilità per la Sardegna e la Sicilia ed è stato necessario introdurre il meccanismo della mancata produzione eolica. Non sarà per caso che i risultati finanziari siano stati presi quale reale obiettivo dell'azienda a discapito dell'efficienza della rete elettrica nazionale ?

Pag. 6

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Grazie, presidente. Voglio anch'io ringraziare l'amministratore delegato Cattaneo per la relazione che ha svolto.
  Vorrei fare una domanda rispetto ai dati che sono stati presentati e poi cogliere l'occasione, presidente, per porre due quesiti in un contesto di sistema. Siamo arrivati all'ultima audizione del nostro ciclo e, quindi, possiamo sfruttare questa occasione. Visto che oggi siamo a ranghi ridotti, possiamo prenderci qualche istante in più soprattutto nelle risposte.
  La questione riguarda l'andamento della domanda, nella slide n. 10, laddove il riferimento è a una diminuzione del 3,4 per cento nel corso del 2013 sul 2012. Immagino che siano due gli elementi, di cui uno legato alla crisi, anche se vedo che la Lombardia rispetto ad altre regioni riesce a tenere un po’ di più. Suppongo che in questo dato ci siano – almeno questa è la domanda – anche gli effetti del risparmio energetico. La contrazione della domanda è esclusivamente legata all'andamento del ciclo economico o in questo dato ci sono anche gli effetti di un elemento di carattere più strutturale, come quello del risparmio energetico, e quindi di un riverbero di scelte che sono state fatte nel corso di questi anni ? Se così è, quale pensate possa essere la dinamica dei prossimi anni ?
  Passo alle altre due domande di carattere più generale, come dicevo prima, sfruttando lo sguardo di sistema, e le chiedo un'opinione rispetto ad un elemento che è emerso in una serie di audizioni, in riferimento al Titolo V, che sta diventando in questi giorni e in queste ore tema di attenzione più generale dell'opinione pubblica. Sulle riforme istituzionali oggi mi sembra ci sia più la questione del Senato che non la riforma del Titolo V ma, visto che questo è uno degli elementi su cui c’è l'intenzione di procedere a una profonda revisione, lo sollevo.
  Sul tema dell'energia in più di un'audizione è emerso il fatto che la legislazione concorrente non abbia prodotto risultati particolarmente positivi. Vorrei sapere se anche nella vostra percezione questo è un terreno su cui sia necessario intervenire e in che termini. Infine, passo all'ultima domanda. Ho visto che voi avete richiamato nella slide n. 6 l'incidenza del costo di Terna in bolletta, che è la voce più contenuta, il citato 3 per cento. A vostro giudizio, quindi, in termini più generali, per raggiungere l'obiettivo del Presidente del Consiglio presentato anche qui anche nell'audizione dal Viceministro De Vincenti, ossia la riduzione del 10 per cento dei costi dell'energia, su quale di queste voci occorre operare ? Si tratta di contrarre ulteriormente l'incidenza del costo di Terna o ci sono altri interventi che si possono fare ?

  PRESIDENTE. Ringrazio il collega Peluffo e, a questo punto, faccio anch'io alcune considerazioni e alcune domande che mi premono da un po’ di tempo.
  Innanzitutto partiamo dai contatori di misura. Ne avevamo già discusso con i vostri uffici relazioni con il pubblico, che curano i rapporti con i cittadini, per conoscere una comunicazione intercorsa tra Terna e l'Autorità per l'energia elettrica e il gas in merito ad alcuni rilievi che avete posto sulla misurazione dell'energia in transito sulla rete nazionale. Vorrei sapere se copia di queste comunicazioni, vista la difficoltà di accedere a tali dati, potrebbe essere fornita ad una Commissione parlamentare che sta analizzando la Strategia energetica nazionale del Paese per capire meglio se ci siano problematiche di misura sulla rete. Ovviamente mi riferisco a problematiche di misura che non sono quelle classiche della scala domestica, ma quelle della rete di distribuzione. Lo chiedo per avere informazioni e spunti utili per poter allargare il nostro ragionamento in merito a problematiche di misura sulla rete nazionale.
  Per quanto concerne, invece, la questione dello sviluppo della rete, ho visto che nella vostra mappatura facevate riferimento anche a un'ipotetica linea verso l'est dell'Adriatico, Italia-Montenegro. Vengo alla domanda. Il cavo sottomarino, che partirebbe da Pescara – anzi, che parte; sono quasi iniziati i lavori – e arriva Pag. 7in Serbia, prevede un costo, se non erro, secondo le stime, di circa un miliardo di euro. A carico di chi ? Vorrei sapere se sia a carico di Terna e, se sì, come mai Terna oggi ritenga strategico l'approvvigionamento di energia elettrica, in questo caso idroelettrica, di bacini della Serbia, peraltro a tariffa agevolata. So che questo non riguarda il nostro ambito, ma a livello di Paese Italia ci dobbiamo forse chiedere come mai incentiviamo energia rinnovabile in un Paese fuori dai confini nazionali e ci accolliamo un costo di trasporto di codesta energia. In tal modo andiamo a creare una distorsione. Laddove – prendo un dato dal GSE – ho 147 gigawattore di energia eolica non connessa alla rete in Puglia, mi devo porre una domanda: è più strategico realizzare una nuova opera di interconnessione verso la Serbia o effettuare il potenziamento della rete di distribuzione laddove ho già un collo di bottiglia e vedo anche un PUN – basso, per carità – nella zona pugliese ? Quanto sarebbe più basso tale PUN se effettivamente riuscissimo a immettere in rete tutta quell'energia che oggi viene dispersa e, peraltro, incentivata dal sistema di retribuzione dell'energia ? Questo è quanto per la parte della rete di trasmissione.
  Vado ora direttamente alla domanda sui sistemi di accumulo. Ho visto che nelle vostre attività tradizionali avete lo storage, ma – tra parentesi – soltanto per le batterie. I pompaggi e, quindi, gli accumuli idroelettrici a che punto sono oggi e come mai sono sottoutilizzati ? Lei ci informa con una nota che sono regolati da accordi che intercorrono tra Terna ed Enel stessa. Noi vorremmo capire la possibilità di accedere a questi accordi per comprendere chi stabilisca il prezzo di utilizzo e quando siano necessari. Viene da chiedersi, magari in maniera banale, come mai oggi questi pompaggi siano completamente inutilizzati, laddove, durante alcuni periodi della giornata, il prezzo dell'energia arriva in prossimità dello zero, con valori molto bassi dovuti all'immissione di energia da fonti rinnovabili. La domanda, banalmente, sarebbe la seguente: perché quell'energia non viene acquistata e immagazzinata nei pompaggi per essere poi distribuita in una seconda fase ?
  So che c'erano stati dei problemi con Enel sulla gestione dei pompaggi. Vorremmo, però, capire a che punto siamo arrivati e se siamo ancora in una fase in cui, visto che Enel ne detiene il 90 per cento, ci sia una possibilità di creare una reale concorrenza di questi stoccaggi e di sfruttare l'utilità degli stessi. Se voi in effetti potete fare progetti innovativi sulle batterie, laddove ci siano dei pompaggi mi sembrerebbe quantomeno opportuno valutarne le potenzialità.
  Mi fermo qui. Grazie.
  Do la parola al dottor Cattaneo per la replica.

  FLAVIO CATTANEO, Amministratore delegato di Terna Spa. Per alcune domande noi non siamo competenti, perché non riguardano le competenze di Terna. Io le rispondo sugli utili in crescita, perché riguardano un meccanismo che molte volte sento menzionare. È veramente incredibile come questo Paese lo interpreti male. Come ho detto prima, noi abbiamo un'azienda che nel sistema regolamentato è fra le più efficienti in Europa – sono dati oggettivi – in termini sia di OpEx (Operating Expenditure), sia di tariffa. Quest'azienda, proprio perché ha ritenuto di poter fare di più, ha aperto attività non regolamentate che in questi anni hanno prodotto su 4,5 miliardi di profitti 1,3 miliardi. Questi 1,3 miliardi hanno rappresentato quasi il 40 per cento dei nostri utili complessivi. Questo meccanismo ci ha visti premiati dal punto di vista del profitto e del mercato, ma rigirarlo al contrario mi pare eccessivo. Non vogliamo il premio e neanche la medaglia, ma nemmeno essere accusati di fare l'interesse dei nostri azionisti. Come ricordo e come ho detto prima, non godiamo di un euro dello Stato. Lo Stato non ha un'azione direttamente: il 29,9 per cento è della Cassa depositi che, peraltro, adesso con CDP Reti, ne vende un ulteriore 49 per cento. Mi pare che sia un elemento positivo, non negativo.Pag. 8
  Questo elemento è anche legato a fattori di efficienza. L'interrompibilità non è una questione nostra. Fa parte di questioni che noi attuiamo, ma che sono decise da terzi, dall’Authority e dai Ministeri. Il nostro ruolo di azienda è quello stabilito dalla concessione.
  Quanto alla concessione – mi riallaccio per un secondo, caro presidente, anche ai pompaggi – non so se lei si ricorda e se sia avvenuto in questa legislatura o nella precedente, ma con il Ministero dello sviluppo economico abbiamo avuto a che dire sia sulle batterie, sia sui pompaggi. Infatti, a noi all'interno della concessione è stato vietato l'uso del pompaggio improprio. Lo possiamo fare solo attraverso un utilizzo di terzi. Noi rispettiamo quello che il Governo decide. In sostanza, non è che non lo facciamo perché non vogliamo farlo, ma perché non possiamo utilizzare i pompaggi. Oggi li utilizziamo secondo le direttive e in alcuni casi non li chiamiamo, perché hanno prezzi che sono più alti rispetto a quanto ci offrono sul mercato – andremmo, quindi, ad aggravare un costo – e nell'MGP (mercato del giorno prima) non vengono offerti. Non possiamo chiamarli noi in obbligo, se sono di società terze e non di Terna. Non possiamo usare i pompaggi a fini calmieratori del prezzo – tanto per dirci le cose come stanno – come non possiamo utilizzare le stesse batterie a fini calmieratori di prezzo. Li dobbiamo utilizzare in termini di difesa o in termini di sbilanciamento di rete. Terna non entra, dunque, in effetti distorsivi del prezzo. Tutto questo è a norma vigente e costante e, quindi, non ci sono particolari questioni nascoste.
  Per quanto riguarda il cavo, innanzitutto non è con la Serbia, ma con il Montenegro. L'accordo con la Serbia, che non ha fatto Terna, ma il Ministero dello sviluppo economico, scade nel 2017. Io non so quanta poi di questa energia sia effettivamente trasportabile in Italia. Informo, però, la Commissione che l'indice di profittabilità è a favore del sistema italiano.
  Oggi stiamo vedendo che, considerato anche che il Montenegro sta chiudendo alcune unità produttive, c’è la possibilità di importazione del prezzo a 39-40 euro, che mi pare un prezzo molto più basso – il 50 per cento più basso – del prezzo italiano, il che non mi pare poco. Questo fa parte di una politica di riduzione del costo dell'energia in Italia.
  È chiaro che se poi altri soggetti ci infilano dentro altre questioni, noi non possiamo farci nulla. Noi facciamo il nostro mestiere, che è quello di realizzare infrastrutture e rendere più efficiente il Paese. Credo che la parte serba non sia così come magari ci si poteva aspettare prima, anche perché ci sono ritardi dovuti a mille problematicità. Tra l'altro, abbiamo un problema con le acque internazionali, con le acque croate. Credo, però, che buona parte del problema, se non quasi tutto, si risolva da sé. L'accordo scade nel 2017, a meno che poi non lo rinnovino. Se lo rinnoveranno, ne spiegheranno i motivi a chi di dovere. Per quanto riguarda i contatori di misura, gli uffici mi dicono che noi non possiamo fornirle la lettera. Se chiede un accesso agli atti...

  PRESIDENTE. L'ho già fatto.

  FLAVIO CATTANEO, Amministratore delegato di Terna Spa. Se ha già fatto la richiesta di accesso agli atti allora gliela forniremo di sicuro. Non è ancora arrivata ? Mi dispiace, ma dovete richiederla con l'accesso all'atto. Non posso fornirle una lettera fra noi ed Enel brevi manu, ma a seguito di una richiesta di accesso all'atto. Se lei chiede l'accesso all'atto, possiamo fornirla.

  PRESIDENTE. Ovviamente non si tratta di una rivendicazione di un atto personale ma, visto che era una comunicazione intercorsa tra un'Autorità e Terna, credo sia possibile renderla pubblica, anche perché riguarda la Strategia energetica di questo Paese. Se ci sono problematiche legate ai sistemi di trasmissione e alla misura di quanta energia passa, credo possa risultare utile.

  FLAVIO CATTANEO, Amministratore delegato di Terna Spa. Presidente, noi non Pag. 9vogliamo nascondere nulla, si figuri, ma siamo una società a tutti gli effetti privata, non pubblica. Io devo rispettare le leggi. Se i rapporti con le Authority sono sanciti da leggi che mi vietano di fornire la documentazione, non posso farlo.
  Lei dice di aver fatto la richiesta di accesso agli atti. Se l'ha fatto, glieli forniremo, non c’è alcun problema, ma io non posso contravvenire a una regola. Siamo tutti qui per rispettare le regole. Io non ho titoli particolari in questo senso. Noi siamo titolari di una concessione per fare un servizio e ci sono dei comportamenti ai quali ci dobbiamo attenere. Se gli uffici non hanno risposto, vedrà che lo faranno. Ci impegniamo a farle avere l'atto in questione nel più breve tempo possibile.
  Quanto alla domanda formulata sul Titolo V, la legislazione concorrente non ha fatto del bene alle infrastrutture elettriche. Basti pensare che in alcune regioni d'Italia non solo si è impedito di realizzare impianti, ma mancavano anche le reti.
  Mi connetto anche alla questione Puglia. La Puglia ha realizzato molti impianti rinnovabili senza avere l'autorizzazione unica. Ciò significa che autorizzava gli impianti e che non c'era la rete. Successivamente, grazie a un intervento di Terna, si è intervenuti, a posteriori, con l'autorizzazione unica. Per questo ci sono alcuni impianti non connessi. In pratica, sono state concesse autorizzazioni laddove gli impianti erano distanti chilometri dalla rete principale e, in alcuni casi, la rete era assolutamente non capiente. Successivamente a queste realizzazioni, si è provveduto con una norma di legge a far sì che le regioni concedessero un'autorizzazione unica. Quando si fa un impianto, ci deve essere anche la connessione, altrimenti non si opera nel campo rinnovabile. Addirittura, al contrario, si prendono gli incentivi e non è possibile neanche realizzare la connessione.
  C’è stata, quindi, una discrasia fra il comportamento delle regioni e quanto veniva poi fatto a livello nazionale. Questo ha portato dei problemi nella legislazione concorrente, come dicevo prima, perché alcune regioni non solo non ci fanno realizzare impianti di generazione, ma non ci fanno realizzare neanche le linee di collegamento. Ci sono regioni che sono servite in maniera difficile, le ultime delle quali continuano a bocciare delle reti. Come avete visto, il problema si ha nel Centro Italia soprattutto.
  Come abbassare i costi dell'energia ? La bolletta, se vedete la parte fiscale, ha un'incidenza pazzesca. Credo che abbia la più alta incidenza fiscale al mondo. In alcuni casi si mette l'IVA sulle tasse. Credo che sia una situazione difficile da trovare. Quella componente, dunque, è forte. Poi c’è una serie di incentivi spaventosa, che riguarda ogni elemento. Tali incentivi incidono parecchio sul costo complessivo. Inoltre, chiaramente, non avendo noi materia prima, è tutto importato per quanto riguarda il termoelettrico e il rinnovabile oggi sconta una fase di incentivo che, fino a quando non finisce, grava pesantemente sul costo complessivo.
  Il calo della domanda è dovuto essenzialmente al minor consumo e, quindi, agli effetti di crisi del Paese. Crediamo che questo calo si possa fermare, ma crediamo anche che molto possa fare il passaggio all'elettrico anche sulle automobili. In quel caso è la distribuzione che dovrà dotare le città di più punti di ricarica. Il tema ci vede assolutamente favorevoli, perché, come trasmissione, rappresenta un elemento che ci fa dialogare dal punto di vista tecnico con la distribuzione meglio di come non avvenga oggi, essendo la nostra già una rete intelligente, che agisce in maniera preventiva. Tra l'altro, è proprio in funzione di uno sviluppo dell'energia elettrica che penso uno scenario di utilizzo dell'auto elettrica possa generare un'inversione di trend notevole. Considerate che, nelle attività non regolamentate, lavoriamo anche per Paesi ai quali abbiamo offerto meccanismi misti di batterie e rinnovabile, e che utilizzano il termoelettrico solo come backup. Pensiamo alle isole turistiche. Vi è una riduzione, anche dal punto di vista geopolitico, di utilizzo di olio o di altro carburante fossile per il funzionamento delle centrali. Questo rende tali Pag. 10Paesi autonomi e, nondimeno, piuttosto sicuri, dal punto di vista del mantenimento comunque di un investimento già fatto come backup, oltre che dal punto di vista ambientale, con tutto quello che ne consegue.
  Non so se mi sono dimenticato qualcosa. Mi pare di aver risposto a tutto.

  GIULIANO FROSINI, Direttore divisione Public Affairs di Terna Spa. Eventualmente possiamo preparare una nota più tecnica su SIMERI. GAUDÌ si basa sulla delibera n. 578 ed è completamente implementato. Il sistema che gestiamo noi, il cui acronimo significa Gestione Anagrafica Unica Degli Impianti, è particolarmente interessante – può essere l'occasione anche per ricordarlo – perché Terna ha chiesto e ottenuto, insieme all'Autorità, l'implementazione di una procedura che si chiama RIGEDI, ossia Riduzione della generazione diffusa. Tale procedura serve soprattutto in condizioni di basso carico e di alta produzione, in particolare rinnovabile, per esempio il lunedì di Pasqua e il 1o maggio, giorni nei quali ci sono molto sole, tanta energia e poca possibilità della rete di assorbirla.
  Entra, quindi, in scena la RIGEDI, che è guidata da GAUDÌ. Sapendo che esistono quegli impianti, possiamo chiamarli – come si dice in gergo – a scendere, cioè cercando di escluderli per evitare contraccolpi della rete. GAUDÌ e SIMERI si parlano già per gli impianti di produzione. Adesso c’è un flusso informativo, che però è in capo al GSE e che noi stiamo completando anche per l'altra parte.
  Comunque, se ha un interesse particolare, le faccio una nota tecnica e gliela invio in forma scritta.

  PRESIDENTE. A questo punto ringrazio per le risposte, ma vorrei puntualizzare alcune questioni, perché sono convinto che queste audizioni debbano servire per capire le cose che non vanno. Se effettivamente voi oggi avete un problema sull'utilizzo dei pompaggi regolamentati, nel senso che dal punto di vista normativo c’è un problema che non vi permette di utilizzare i pompaggi come un sistema adeguato, la domanda che ho posto in realtà era la seguente: secondo voi, se ci fosse un sistema di regolazione diverso, i pompaggi potrebbero ottimizzare la gestione dell'energia in Italia ?
  Questa era la domanda, che non riguardava tanto il fatto che poteste farlo e non l'avete fatto. Oggi ci sono problemi sull'utilizzo dei pompaggi, che siano legati alle tariffe o alla mancanza di normativa specifica nel settore. Nel momento in cui, però, questi pompaggi venissero messi a disposizione, potrebbero risolvere le criticità derivanti da una sovrapproduzione giornaliera delle rinnovabili o è un'utopia ? Questa era la domanda che vi avevo rivolto prima e a cui lei ha risposto in maniera diversa.
  Sulla questione dell'interconnessione, ci sono due interconnessioni, come lei ha giustamente puntualizzato. Una è verso il Montenegro, ma mi riferiscono di un collegamento anche verso la Serbia. La domanda che vi ho posto è se ad oggi – viste le problematiche di gestione e visto il fatto che lo Stato italiano è in un regime di incentivazione delle rinnovabili, per cui l'energia prodotta in Italia la sta pagando – abbia un senso sviluppare una rete che vada a prendere un'energia, anche se a un prezzo più basso, quando ha un ritiro dedicato, da una parte, e un prezzo di garanzia stabilito dal Conto energia, dall'altra. È ovvio che questa non sia una questione che tocca a Terna. Non focalizziamoci su Montenegro o Serbia. È un'interconnessione verso l'esterno. Le sto dicendo questo: c’è un'interconnessione con un Paese estero. Oggi in quella posizione, se io potenziassi la linea che viene dal Sud Italia e riuscissi finalmente a connettere gli impianti che in maniera scellerata sono stati accettati e connessi prima che voi regolamentaste la questione, quell'energia, alla fine, oggi incentivata, potrebbe essere immessa in rete. Perché andare a realizzare un elettrodotto verso altre linee che entrerebbero in concorrenza con quelle, a cui però dobbiamo pagare la produzione ?

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  FLAVIO CATTANEO, Amministratore delegato di Terna Spa. Rispondo a quest'ultima domanda. Il cavo va in Montenegro e in Montenegro non c’è alcun accordo per pagare gli incentivi. Non c’è. Questo accordo c’è solo sulla Serbia. La generazione in Montenegro è il costo che le dicevo prima. Dopodiché, si può importare dalla Bulgaria, dove c’è il nucleare e, quindi, il prezzo è uguale a quello della Francia. Il cavo arriva poi in Centro Italia. Il Centro Italia, come abbiamo detto prima, è la zona che ha più problematicità dal punto di vista anche dello spostare fisicamente l'energia dal Sud verso il Centro, perché non ci fanno fare le infrastrutture. L'indice di profittabilità dell'infrastruttura è, quindi, positivo per il sistema, altrimenti non sarebbe stato neanche autorizzato. Il fatto che ci siano altri impianti in Puglia non significa che non dobbiamo fare quello. Questo è il punto primo.
  Come secondo punto, consideri che abbiamo già 22 interconnessioni con Paesi esteri, alcuni dei quali non ci offrono alcun vantaggio. Tali interconnessioni sono state fatte in passato per ragioni geopolitiche, neanche per ragioni economiche, al contrario di questa. Consideri anche che il posizionamento dell'Italia nel Mediterraneo può, perché già lo è, naturalmente, trasformare la penisola in un hub. Consideri l'interconnessione verso est, che abbiamo solo in alto con la Slovenia, più in basso quella con la Grecia, che c’è già, i collegamenti con la parte mediorientale e asiatica e, infine, l'interconnessione a sud con il Nord Africa. Non immaginiamo solo il mercato italiano.
  Prima un commissario mi poneva una domanda sull'evoluzione. L'evoluzione non può essere solo a breve, ma anche a medio e lungo periodo. Dovete immaginare un'Europa in cui la generazione nucleare, così come da dichiarazioni del Governo tedesco, andrà via via spegnendosi e la componente di energia rinnovabile salirà ancora notevolmente. La componente di energia rinnovabile aumenta l'intermittenza e, quindi, ci sarà bisogno di un bilanciamento o di una riserva europea, non solo di una riserva nazionale. Chi sarà avvantaggiato sarà il Paese che sarà più interconnesso e che, quindi, sarà più facilmente raggiungibile per import ed export di energia. L'Italia tocca il Nord Africa, l'est e arriva quasi nel Centro Europa.
  Le interconnessioni sono fondamentali da questo punto di vista. Le infrastrutture non si guardano solo per quello che riguarda l'oggi, ma anche per quello che sarà il domani, perché per realizzarle servono diversi anni. Questa infrastruttura è positiva per il sistema, aumenta l'influenza e il posizionamento geopolitico del Paese e non va a incidere, se non in misura importante e favorevole sul costo, riducendolo. Non mi pare che ci siano controindicazioni. La controindicazione, come ha detto lei giustamente, deriva da un accordo fatto con un Paese limitrofo, che è la Serbia, in cui sono andati a finire alcuni incentivi legati ai certificati verdi, che potrebbero aggravare un costo in bolletta per l'Italia. Dobbiamo parlare, però, di questo aspetto e isolarlo. È giusto intervenire su quello ma, tolto quello, l'infrastruttura rimane positiva. Non so se mi spiego. Se blocco un'infrastruttura per evitare quel problema, faccio un doppio danno. Alla fine è meglio bloccare quella parte della Serbia e fare l'infrastruttura. L'errore, al limite, è stato quello di fare un accordo di quel tipo. Comunque, è una responsabilità governativa. Terna non è stata fautrice di questo tipo di accordo.
  Per quanto riguarda i pompaggi, sono localizzati al Nord, ma quello che diceva il presidente non credo sia un problema di localizzazione. Se pensiamo alla storia dei pompaggi in Italia in passato, quando l'Enel era un gruppo che aveva dentro tutto, anche la trasmissione, i pompaggi stavano nell'ex GRTN. Erano un elemento di sistema, ma di un sistema che era completamente diverso da questo. Il decreto Bersani e successivamente l'evoluzione hanno diviso le competenze. I pompaggi sono stati recepiti come generatori di energia e non come strumenti tecnici di dispacciamento e, quindi, di sistema. Questa è una scelta politica, non una scelta di Pag. 12Terna. Terna gestisce quello che, se lo vuol dare, lo Stato italiano le dà in concessione, con determinate garanzie e determinati ritorni. Non possiamo andare a determinare le condizioni.

  PRESIDENTE. La domanda, però, è: ci sarebbe un'utilità ?

  FLAVIO CATTANEO, Amministratore delegato di Terna Spa. C’è sempre un'utilità nell'impiegare la generazione. Lei pensi che noi siamo retribuiti sul capitale. Pertanto, non guadagneremmo niente e utilizzeremmo senza fini di lucro una gestione, ma si tratta di un sistema diverso. A questo punto si sceglie un altro sistema. Non so se mi spiego. Alla fine la scelta è totalmente politica. Non abbiamo, per Statuto, ma anche per legge e per concessione, alcuna possibilità di generare energia.
  Anche le batterie si sosteneva generassero energia. Non so se si ricorda la polemica di due o tre anni fa. Sulle batterie si è arrivati a definire che non generano ma, al limite, immagazzinano un'energia che è prodotta e che andrebbe persa. Sul pompaggio, invece, si è sostenuto e si è affermato quanto era anche previsto prima, ossia che si tratta di generazione. Peraltro, facendo questo, perderemmo anche la caratteristica di TSO. È chiaro che questa è una riforma totalmente politica.

  PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, ringrazio i rappresentanti di Terna e l'amministratore delegato Carlo Cattaneo per l'intervento odierno e dichiaro conclusa l'audizione.
  Autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti di Terna (vedi allegato).

  La seduta termina alle 16.05.

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ALLEGATO

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