XVII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Martedì 23 settembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DEI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI E RADIOFONICI

Audizione di rappresentanti dell'Associazione provider indipendenti (Assoprovider).
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 3 
Frontera Gianbattista , Vicepresidente dell'Associazione provider indipendenti (Assoprovider) ... 3 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 5 
Liuzzi Mirella (M5S)  ... 5 
Nizzi Settimo (FI-PdL)  ... 5 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 6 
Frontera Gianbattista , Vicepresidente dell'Associazione provider indipendenti (Assoprovider) ... 6 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 6

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE POMPEO META

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Associazione provider indipendenti (Assoprovider).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione provider indipendenti (Assoprovider).
  È presente Giambattista Frontera, vicepresidente dell'associazione, che ringrazio per aver accolto il nostro invito. Gli do quindi la parola per lo svolgimento della sua relazione.

  GIANBATTISTA FRONTERA, Vicepresidente dell'Associazione provider indipendenti (Assoprovider). Grazie, onorevole presidente e onorevoli membri della Commissione. Vi porgo innanzitutto i ringraziamenti della nostra associazione, Assoprovider, per questa convocazione.
  Assistiamo sempre più alla fruizione di servizi, sino a poco tempo fa fruiti e fruibili solo attraverso personal computer, attraverso tablet e smartphone, non ultimi i servizi radiotelevisivi.
  Sta accadendo ciò che da anni la nostra associazione va dicendo: convergenza e contenuti diffusi indipendentemente dal sistema di diffusione.
  Ne parlammo per la prima volta durante un'audizione svolta dalla direzione generale dell'allora Ministero per l'innovazione tecnologica, presieduto dal dottor Luigi Stanca, aggiungendo che l'esigenza di mobilità, al tempo delegata quasi solo ai pc portatili, era in forte crescita.
  A una sempre maggiore libertà di movimento – ahimè – non corrisponde al momento una relativa libertà d'espressione e di fare impresa. Affermiamo ciò a seguito di quel che vediamo accadere nel mondo delle comunicazioni.
  Negli ultimi due anni abbiamo assistito all'entrata in vigore di un regolamento sul diritto d'autore adottato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che ha messo in seria discussione il diritto di cronaca. Diversi sono stati i procedimenti che hanno coinvolto organi di informazione nazionale. In uno degli ultimi addirittura c’è stata la coniugazione del diritto di cronaca con quello della libertà di preferenza sessuale.
  Da circa un anno, con gruppi di pressione su Commissione e Parlamento europeo, c’è il tentativo di distruggere la neutralità della rete. A tale proposito è meritoria l'iniziativa della presidente Boldrini, che ha creato una Commissione Internet che ripropone la possibilità di poter scrivere una carta dei diritti Internet che metta al primo posto la neutralità della rete.
  Come dicevo, da circa un anno c’è il tentativo di distruggere la neutralità della rete, chiedendo di diversificare l'offerta commerciale in base alla fruizione dei servizi (mail, navigazione web, tv, video on Pag. 4demand eccetera), cercando di far passare l'idea che i grandi operatori dei servizi telefonici, del mobile e del fisso, vengano fortemente penalizzanti nei costi dall'incremento di servizi a forte richiesta di connettività.
  A livello nazionale, assistiamo a un percorso in tale direzione da parte dei nostri operatori, a partire dall’incumbent Telecom Italia, che per primo ha iniziato a scardinare la neutralità della rete con la richiesta all'Agcom di effettuare il depeering, ovvero quel servizio di scambio dati paritario tra operatori, senza costi da parte di alcuno, in luoghi deputati quali punti di accesso neutro (NAP).
  Ciò comporta un forte aggravio di disparità e di mancata concorrenza del mercato, in quanto è il primo passo di accordi bilaterali tra i grossi operatori per lo scambio di traffico, che, in quanto non più regolamentato e reso armonioso dal servizio di peering, sta già mettendo fuori mercato gli operatori medi e piccoli, che non possono più confrontarsi sui costi e la qualità del servizio.
  Una menzione, apparentemente fuori tema, va fatta in merito alla mancanza di sicurezza dei servizi di depeering, anche alla luce delle notizie relative ai sistemi di spionaggio che sempre più usano sistemi informatici.
  Da quando i nostri grandi operatori non usano più il peering, gli accordi bilaterali diretti tra operatori nazionali ma soprattutto internazionali vengono fatti sempre di più all'estero, con relativa interconnessione all'estero delle reti. Ebbene, il mezzo più usato per monitorare il traffico di rete è il deep packet inspection, ovvero un servizio che intercetta porzioni di traffico dati di qualsiasi genere e, con algoritmi sofisticati, lo ricostruisce. Quanta più parte di traffico viene intercettata, più facile ne è la ricostruzione.
  Il buon senso condurrebbe a pensare che, mantenendo quanto più possibile il traffico nel nostro Paese, si da meno possibilità all’intelligence degli altri Paesi di intercettare il traffico nazionale, considerando che la rete viene usata anche dai nostri servizi di sicurezza, oltre che da privati e da aziende, queste ultime bersagliate da spionaggi industriali con gli stessi sistemi.
  La nostra affermazione potrebbe sembrare quasi una difesa di una minoranza dal punto di vista sociale, mentre invece è la tutela di un reale e libero mercato, in cui tutti hanno pari possibilità di accesso sia come imprenditori che come utenti.
  Se a ciò aggiungiamo che i grandi operatori di telecomunicazioni, italiani e non, fanno parte di quei gruppi di pressione che stanno lavorando da tempo a Bruxelles, possiamo comprendere quale sia il pericolo anche sul fronte della libertà di espressione e di accesso alla rete Internet.
  Pensate solo alle conseguenze per la diffusione delle idee derivanti da una rete Internet basata su accordi bilaterali tra operatori, e come la fruibilità di queste idee sarebbe condizionata dal tipo di accordi che l'operatore di accesso ha con gli altri operatori. Pensate quale iattura sarebbe questa situazione legata, per esempio, a una campagna elettorale.
  Se qualcuno volesse argomentare che tutto ciò deriva dalla notevole richiesta di banda di connessione, è sufficiente confrontare il fatturato degli operatori telefonici con quelli dei fornitori di servizi a grandi utilizzo di banda d'accesso (tv, video on demand eccetera), per accorgersi che i primi sono di gran lunga superiori a quelli dei secondi (un fatturato, di solito, dieci volte superiore).
  Se poi qualcuno volesse analizzare la problematica delle tasse, dovrebbe constatare che il numero maggiore di attori, sia nei sistemi di trasporto delle informazioni che nel settore della produzione di contenuti, agevola il mantenimento nel nostro Paese della tassazione sul reddito, consente una più facile lotta all'elusione fiscale del reddito e agevola la crescita di posti di lavoro sul suolo nazionale.
  In sintesi, trasporto delle informazioni e produzione di contenuti sono destinati a influenzarsi a vicenda, e proprio per questo devono essere entrambi settori ove la Pag. 5concorrenza si esplica sempre al massimo livello, pena una grave distorsione delle dinamiche democratiche.
  Le scelte tecnologiche possono condizionare pesantemente l'indipendenza produttiva e la nascita costante di nuovi soggetti imprenditoriali. Pertanto, sia nel settore del trasporto che in quello della produzione di contenuti, la mano pubblica deve agire per garantire che non si attui surrettiziamente una chiusura di mercato per mezzo di scelte tecnologiche escludenti.
  A ogni cittadino devono essere garantite le migliori condizioni di accesso alla produzione e fruizione di beni e servizi, e lo Stato deve operare per una riduzione di tutte le barriere artificiose d'ingresso, economiche e soprattutto normative.
  Vorrei soltanto aggiungere una cosa, che non è stata inserita nel testo in quanto si tratta di una valutazione e di notizie non confermate.
  Voci non confermate riportano di un interesse e di trattative già in corso tra il colosso Mediaset e Telecom Italia per l'acquisizione di quest'ultima da parte della prima. Ebbene, dal nostro punto di vista questo andrebbe esattamente nella direzione opposta a quella della neutralità della rete, perché si avrebbe un conglomerato molto forte ed escludente nei confronti di operatori sia d'accesso sia di contenuti. Cito il più grande, la Rai, fino a scendere a tutte le televisioni e le radio private, che, essendo l’incumbent proprietà di un altro produttore di contenuti, chiaramente avrebbero dei problemi.
  Una coincidenza che ci mette altrettanto in allarme è la quotazione di Rai Way. Ne parliamo perché le postazioni di antenne valgono sia per le televisioni e le radio che per gli operatori del mobile e del wi-fi, che in grande misura aderiscono alla nostra associazione. I nostri associati hanno coperto più del 20 per cento dei comuni italiani.
  Questa quotazione, fatta per offerta pubblica iniziale (IPO) o, qualora non si raggiungesse il 49 per cento, per trattativa privata senza esclusioni, avverrà contemporaneamente a un'attività di acquisizione molto forte, da parte della società Ei Towers del gruppo Mediaset, di molte aziende che hanno postazioni in Italia.
  Questa coincidenza ci inquieta molto, anche perché, se ci fosse una partecipazione all'interno di Rai Way, visto che le postazioni radiotelevisive sono giustamente limitate per gli impatti ambientali, artistici, di paesaggio e di salute, di fatto si creerebbe una situazione di monopolio insostenibile. Questo amplificherebbe le nostre paure riguardo alle libertà di impresa e di investimento. Tutti i rischi di cui ho parlato nella relazione sarebbero moltiplicati per n.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  MIRELLA LIUZZI. La maggior parte di ciò che è stato detto è assolutamente condivisibile da parte del MoVimento 5 Stelle, soprattutto l'ultima parte relativa a Rai Way. Siamo stati uno dei pochi movimenti qui in Parlamento che si sono opposti con fermezza alla svendita che c’è stata.
  Anche in relazione a ciò che sta avvenendo negli assetti societari di Telecom e Mediaset, in occasione dell'audizione dei rappresentanti di Mediaset, abbiamo espresso i nostri dubbi al riguardo.
  Mi vorrei soffermare sul caso Telecom, che ha citato anche lei. Noi, come MoVimento 5 Stelle, abbiamo presentato una mozione in cui si chiede lo scorporo dell'infrastruttura e la creazione di una public company a maggioranza pubblica. Vorrei capire qual è la vostra posizione a riguardo. Visto anche che la maggior parte di ciò che lei ha detto è condivisibile, ci interessa molto la sua opinione.

  SETTIMO NIZZI. Io ho ascoltato con molta attenzione la relazione appena terminata. Mi fa specie che imprenditori nazionali siano preoccupati che qualcuno possa acquisire quote di società da un altro imprenditore in un libero mercato come avviene in Italia, mentre invece non stiamo attenti a quello che avviene quando Pag. 6grossi imprenditori o grosse multinazionali vengono ad acquisire patrimonio e lavoro italiano. Io, piuttosto che far la guerra a imprenditori italiani, sarei molto più attento a quello che succede.
  Ci lamentiamo del fatto che il traffico e i contratti vengano fatti fuori dall'Italia, e poi, se un'azienda italiana cerca di fare massa critica per non essere acquisita e difendere il patrimonio nazionale, tiriamo su le antenne e gridiamo al monopolio.
  Mi dispiace che non abbiamo detto le stesse cose a proposito degli accordi tra le reti Sky e Vodafone, mentre stiamo attenti a quello che avviene quando un'impresa italiana, che è piccola rispetto a Sky, che è l'impero di Murdoch, cerca di avere contatti e accordi commerciali con Telecom. Mi sembra un po’ strano, però capisco che siamo in Italia e che noi italiani siamo bravi a farci male da soli.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Frontera per la replica.

  GIANBATTISTA FRONTERA, Vicepresidente dell'Associazione provider indipendenti (Assoprovider). Forse per separare la rete dai servizi è un po’ tardi. Questo, ahimè, andava fatto quando ci fu quella scellerata privatizzazione in cui non si tenne conto del valore reale di Telecom, che solo di rete valeva sui 70.000 miliardi, tra stabili, centrali eccetera. Fu privatizzata in questo modo, al contrario di altri settori. Per esempio, il settore dell'energia elettrica fu separato tra Terna, che era il gestore della rete, e i servizi.
  Adesso questa operazione costerebbe troppo. A questo punto, visto che la rete è principalmente in rame ed è superata, forse andrebbe sviluppato un discorso un po’ diverso. Secondo me, l'investimento dovrebbe andare sulla fibra ottica e su altre cose. A questo punto costerebbe forse meno che andare a rilevare questa cosa.
  Tra le altre cose, c’è stato il passaggio della gestione Pirelli, che ha fatto sì che di fatto Telecom fosse acquisito con i suoi soldi. È stata creata Pirelli real estate e di fatto con i soldi dell'affitto delle centrali è stata pagata la quota per l'acquisizione di Telecom. Adesso l'acquisizione di Telecom sarebbe praticamente tanto rame e un po’ di fibra. Forse la direzione è proprio ex novo su fibra e su tecnologie. Tuttavia, se noi siamo chiusi da questo punto di vista, se è buona e articolata la proposta, la valutiamo con favore.
  Riguardo al discorso del monopolio, un monopolio è un monopolio. Punto. Nel caso di una rete di telecomunicazioni o della prevalenza delle postazioni televisive viene in evidenza il monopolio.
  Nei liberissimi Stati Uniti, se in un mercato un'azienda supera il 20 per cento della quota di mercato si muove l'antitrust e gli si ordina di dividerla, di spaccarla.
  La nostra associazione non vuole assolutamente essere tirata in ballo su questioni politiche. È una questione economica e di esperienza tecnica che purtroppo interessa da parecchi anni il settore. Da questo punto di vista gli accordi Sky e Vodafone prescindono il territorio italiano, quindi non ci interessano. Con questo ho detto tutto.

  PRESIDENTE. Ringrazio il vicepresidente Frontera e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.