XVII Legislatura

IX Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Martedì 9 settembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL SISTEMA DEI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI E RADIOFONICI

Audizione di rappresentanti di Aeranti-Corallo.
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 3 
Rossignoli Marco , Coordinatore di Aeranti-Corallo ... 3 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 9 
Caparini Davide (LNA)  ... 9 
Meta Michele Pompeo , Presidente ... 10 

ALLEGATO – Documentazione depositata dai rappresentanti di Aeranti-Corallo ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MICHELE POMPEO META

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di Aeranti-Corallo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, l'audizione di rappresentanti di Aeranti-Corallo. Prima di procedere allo svolgimento dell'audizione, segnalo che in data 1o settembre 2014 è stato presentato il rapporto alla Commissione europea sui lavori del Gruppo di alto livello in merito al futuro utilizzo della banda UHF. Il rapporto interviene su questioni di rilievo in merito ai temi dell'indagine conoscitiva che la Commissione sta svolgendo.
  Do ora la parola a Marco Rossignoli, coordinatore di Aeranti-Corallo, per lo svolgimento della relazione.

  MARCO ROSSIGNOLI, Coordinatore di Aeranti-Corallo. Grazie presidente, ringraziamo la Commissione per aver invitato la nostra associazione in audizione in relazione alla indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici. Aeranti Corallo rappresenta, come sapete, le imprese radiofoniche e televisive locali, sono 845 le imprese rappresentate dalla nostra federazione, che è composta dalle associazioni Aeranti, costituita da emittenti radiofoniche e televisive a carattere commerciale, e Corallo, costituita da emittenti radiofoniche e televisive cattoliche, prevalentemente a carattere comunitario, cioè prive di scopi di lucro. Lascio agli atti una scheda illustrativa della nostra associazione, che mostra la rappresentatività nei vari settori e dà conto degli organismi in cui l'associazione è presente.
  Inizierei la mia relazione parlando del quadro relativo all'attuale situazione dell'emittenza radiofonica e televisiva locale. L'emittenza locale sta affrontando un momento di grande difficoltà a causa della forte contrazione dei ricavi pubblicitari, che da sempre rappresentano la principale fonte di introito del settore. Tale contrazione non deriva esclusivamente dalla recessione in atto e dalla concorrenza operata dalle nuove piattaforme diffusive, ma consegue anche alla mancanza di definizione di un progetto strutturale per l'emittenza locale nel contesto dei nuovi scenari tecnologici, progetto che noi stiamo invocando da tempo e che riteniamo assolutamente indispensabile.
  In particolare, il continuo cambiamento delle regole del processo di transizione alle trasmissioni digitali, il susseguirsi di norme e provvedimenti regolamentari, anche a volte contraddittori tra di loro, ha generato una situazione di incertezza permanente per le imprese, che ha impedito, e sta impedendo, qualsiasi programmazione aziendale da parte delle imprese. Sul fronte televisivo, incombe, anche, il contenzioso che è stato promosso, con numerosi ricorsi al Tar Lazio, avverso le graduatorie Pag. 4regionali e i relativi bandi per l'assegnazione dei diritti di uso delle frequenze. Sapete che c’è anche un contenzioso che riguarda l'ordinamento automatico dei canali della televisione digitale terrestre, che va avanti da anni e che ha avuto un ulteriore sviluppo nella giornata di ieri, quando è stata pubblicata l'ulteriore sentenza su questa materia con cui il Consiglio di Stato, dopo aver sospeso precedentemente la sentenza con cui era stata dichiarata la nullità in parte qua del secondo piano LCN ieri ha revocato la sospensione e ha respinto il ricorso per revocazione proposto dall'Agcom, con conseguente ripresa dell'attività del commissario ad acta che deve sostituire l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella rielaborazione del piano per la numerazione automatica dei canali. Questa è una situazione che ovviamente sta causando grande incertezza e grande danno alle imprese.
  In tale contesto, molte imprese radiotelevisive locali sono state costrette ad attivare procedure per il ricorso agli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione in deroga, e ad avviare procedure di mobilità e di licenziamento collettivo. Al fine di evitare un drastico ridimensionamento del comparto, che dà occupazione a circa diecimila lavoratori dipendenti e ad altrettanti collaboratori, Aeranti-Corallo ritiene necessario che venga avviato un serio progetto politico che, nel riaffermare il ruolo dell'emittenza locale, definisca, in un'ottica di salvaguardia del pluralismo sul territorio, prospettive e percorsi che diano certezze alle imprese che intendano continuare a investire nel settore. Occorre, inoltre, svincolare, l'emittenza locale dall'eccessiva e ingiustificata burocrazia, attuando decisi interventi di semplificazione e di liberalizzazione. Occorre, altresì, prevedere norme che rendano adeguata e stabile la contribuzione annualmente erogata dal Ministero dello sviluppo economico alle imprese radiotelevisive locali, nonché norme che favoriscano, allo stesso tempo, la ripresa del mercato pubblicitario.
  Vado ora brevemente ad affrontare la situazione del settore televisivo locale per chiudere con quella del settore radiofonico. Per il settore televisivo, con il passaggio alla tecnologia di trasmissione digitale, sono attualmente operanti circa cinquecento operatori di rete locali aventi diversa dimensione territoriale (pluriregionale, regionale, pluriprovinciale, provinciale). Quasi tutti gli operatori di rete locali svolgono anche l'attività di fornitore di servizi di media audiovisivi in ambito locale e diffondono, nei propri mux, fino a sei programmi. Lo svolgimento dell'attività di operatore di rete, con il connesso esercizio delle frequenze, è essenziale quale garanzia di indipendenza nella trasmissione dei propri contenuti. Noi abbiamo sempre detto che essere fornitori di contenuti senza essere a contempo operatori di rete è un po’ come avere la patente di guida senza avere l'automobile ed è proprio per questo che abbiamo sostenuto nell'ambito del processo di transizione l'importanza che le emittenti locali potessero conservare l'esercizio delle frequenze di trasmissione e quindi il ruolo di operatori di rete, cosa che è avvenuta e che ci permette di sottolineare oggi la bontà di questa scelta.
  Le imprese radiotelevisive locali svolgono, da quasi quarant'anni, un insostituibile ruolo di informazione sul territorio, che rappresenta il cuore della relativa attività; i microfoni e le telecamere dell'emittenza locale hanno creato un indissolubile contatto tra i cittadini e il loro territorio, affrontando e raccontando tutti i temi di attualità, politica, cronaca e sport legati al contesto locale. L'emittenza locale è parte integrante del sistema radiotelevisivo italiano, caratterizzato dalla peculiarità di essere un sistema misto: nazionale-locale, pubblico-privato, commerciale e carattere comunitario. Le imprese televisive locali hanno, nel complesso, quasi sedici milioni di ascolti (dati Auditel anno 2013 – contatti netti del giorno medio mensile). Se si ritiene che tale specificità del sistema radiotelevisivo italiano sia ancora meritevole di tutela anche nei nuovi scenari tecnologici, occorre che l'emittenza locale Pag. 5venga posta nelle condizioni di avere il ruolo e lo spazio che le competono. A nostro parere, occorre, quindi, che venga trovata soluzione a una serie di problematiche, che illustriamo qui brevemente. Innanzitutto la problematica della numerazione automatica dei canali della tv digitale terrestre (cosiddetto LCN): la regolamentazione LCN è, purtroppo, oggetto di contrasti che non paiono destinati a una soluzione definitiva in tempi brevi. L'unica via percorribile per porre fine a tale situazione appare quella di un intervento legislativo immediato, che recepisca, in una norma di rango primario, quanto stabilito dal primo piano di numerazione di cui alla delibera n. 366/10/CONS dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nell'ambito del quale l'emittenza locale ha, peraltro, trovato collocazione adeguata (dieci numerazioni tra le prime venti; trentanove numerazioni tra le prime cento). Tale intervento garantirebbe stabilità e certezze al settore, almeno fino a quando non si svilupperà adeguatamente il nuovo standard Dvb-t2. Su questo sia il sottosegretario Giacomelli sia l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni recentemente, pubblicamente, anche in occasione della pubblicazione del nostro RadioTv Forum, evento che organizziamo annualmente e che è giunto quest'anno alla nona edizione, si sono espressi per l'opportunità di un intervento legislativo che tratti questa materia in modo tale da porre fine a questo contenzioso. Anche noi, in questa sede, affermiamo l'importanza di una soluzione che dia certezza alle imprese e che metta fine ad un contenzioso che altrimenti è destinato a durare moltissimo, e, come vediamo da quello che è successo ieri sera, anche con continui cambiamenti di scena. Non si tratta quindi neanche di un contenzioso che ha una soluzione univoca.
  Quanto alla necessità di assegnazioni frequenziali definitive, con il passaggio definitivo alla tecnologia di trasmissione digitale, le emittenti televisive locali hanno ricevuto l'assegnazione dei diritti di uso delle frequenze. Occorre, tuttavia, evidenziare che, a causa delle scelte di pianificazione operate in passato, che hanno avuto come conseguenza l'assegnazione alle tv locali di frequenze non coordinate in sede internazionale, è, attualmente, in atto la revisione del relativo Piano di assegnazione da parte dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, al fine di escludere dallo stesso le frequenze riconosciute a livello internazionale e utilizzate dai Paesi confinanti, pianificate ed assegnate ad operatori di rete televisivi in Italia e oggetto di accertate situazioni interferenziali. In concreto, al fine di evitare un drastico ridimensionamento delle frequenze dell'emittenza locale – si parla della chiusura di circa ottanta emittenti se venisse attuata questa revisione del piano – e, tenuto conto della evidente responsabilità dello Stato nell'avere assegnato per venti anni frequenze che oggi si vorrebbero revocare, riteniamo che sia necessario attuare con decisione una serie di interventi finalizzati alla risoluzione della problematica. In primo luogo, proponiamo che i canali 54 e 58, espunti dall'elenco dei canali che facevano parte della gara del cosiddetto beauty contest, vengano assegnati alle emittenti cui dovessero essere sottratte le frequenze per la risoluzione di problematiche interferenziali con i Paesi esteri; inoltre, proponiamo che vengano assegnati, al medesimo fine, anche i lotti L1 (costituito dai canali 6 e 23) e L2 (costituito dai canali 7 e 11), non richiesti nella gara dell'ex beauty contest. È, inoltre, necessario, a nostro parere, l'avvio di approfonditi tavoli tecnici con il Ministero dello sviluppo economico e con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, finalizzati all'esame e all'individuazione delle misure tecniche da adottare per la compatibilizzazione degli impianti. In tal modo, potrebbero trovare soluzione numerosi conflitti interferenziali lamentati dai Paesi confinanti, limitando enormemente il numero degli impianti da dismettere.
  Riteniamo, inoltre, indispensabile che venga incrementata la copertura finanziaria per le misure compensative previste dal decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 145, convertito in legge, con modificazioni, Pag. 6dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, pari, attualmente, a 20 milioni di euro e a nostro giudizio completamente indagata alla quantità e copertura delle frequenze che si vorrebbero dimettere. Se venisse incrementata questa copertura si potrebbero ottenere valori comparabili con quelli a suo tempo riconosciuti per la dismissione volontaria dei canali 61-69 (0,55 euro per abitante). Sempre sul fronte delle assegnazioni frequenziali, occorre, inoltre, evidenziare che nell'ambito della WRC-2015 (la World Radio Conference dell'ITU – Unione Internazionale delle Comunicazioni, che si terrà a Ginevra nel 2015) è prevista la discussione sul cambio di destinazione di uso, a livello europeo, della banda 700 Mhz (canali televisivi 49-60 Uhf), per destinarla ai servizi mobili in larga banda La relativa eventuale attribuzione a tali servizi avrebbe un impatto estremamente negativo per il settore televisivo, in quanto ne ridurrebbe drasticamente le risorse frequenziali, con conseguenze negative anche per il comparto locale. È, pertanto, evidente che la problematica debba essere affrontata dall'Italia, tenendo conto delle proprie specificità nazionali, con l'obiettivo strategico di salvaguardare, anche oltre il 2020, il ruolo e gli investimenti delle imprese televisive. Aeranti-Corallo ritiene, comunque, necessario che le frequenze assegnate alle emittenti televisive locali, con diritti di uso ventennali, non siano oggetto di continui cambiamenti normativi, che impediscono, di fatto, qualunque programmazione aziendale a medio e lungo termine.
  Quanto ai contributi per i diritti di uso delle frequenze, fino all'anno 2013, tutte le imprese televisive dovevano corrispondere, quale contributo per i diritti di uso delle frequenze, un importo pari all'uno per cento del fatturato calcolato sui ricavi dell'attività di operatore di rete e sull'attività di fornitore di servizi di media per il marchio ex analogico. Per le tv locali tale importo aveva il limite massimo, di 17.776,00 euro. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (in attuazione di quanto previsto dal decreto legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 44 del 26 aprile 2012), con delibera n. 210/14/CONS, pubblicata il 22 maggio 2014, ha avviato una specifica consultazione pubblica sullo schema di provvedimento recante i criteri per la fissazione, da parte del Ministero dello sviluppo economico, dei contributi annuali per l'utilizzo delle frequenze nelle bande televisive terrestri. Gli importi che gli operatori di rete locale dovrebbero corrispondere, sulla base di tali criteri, sarebbero assolutamente insostenibili per l'intero comparto. Qualora detti criteri venissero approvati in via definitiva, nessun operatore di rete locale, sia a carattere regionale, sia a carattere provinciale, sarebbe in grado di proseguire la propria attività. Inoltre, tale ipotesi di revisione avrebbe come conseguenza il pagamento, da parte degli operatori di rete locali, di somme in proporzione più elevate rispetto agli operatori di rete nazionali. Il giudizio di Aeranti-Corallo sul citato schema di provvedimento è assolutamente critico, in quanto i criteri ivi previsti generano importi assolutamente insostenibili per l'emittenza locale. Occorre, a parere di Aeranti-Corallo, che la problematica venga risolta definendo, a livello legislativo, un regime di contribuzione che preveda, per le tv locali, il pagamento complessivo (diritti amministrativi e concessione dei diritti di uso delle frequenze) di importi analoghi a quelli che venivano corrisposti dalle emittenti nel contesto analogico. Questo peraltro anche in conformità con il principio programmatico espresso dall'articolo 17, comma 2-bis del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, che stabilisce che «Con proprio regolamento, l'Autorità provvede ad uniformare i contributi previsti per le diffusioni su frequenze terrestri in tecnica analogica a quelli previsti per le diffusioni in tecnica digitale. (...)».
  Un altro punto importante che riteniamo opportuno evidenziare è il ruolo di «servizio pubblico» dell'emittenza locale. Aeranti-Corallo ritiene che occorra riflettere sull'opportunità di ridisegnare il ruolo dell'emittenza locale nell'informazione sul territorio, valutando la possibilità di affidare Pag. 7alle televisioni locali la concessione del servizio pubblico a livello regionale e provinciale, quando, nel 2016, tale concessione dovrà essere rinnovata.
  Un altro aspetto da evidenziare è che l'attuale normativa limita fortemente la possibilità, per gli operatori di rete in ambito locale, di veicolare contenuti nazionali. Mi riferisco ai contenuti nazionali dei fornitori di contenuti indipendenti rispetto alle piattaforme distributive, i quali non trovano collocazione per i propri contenuti sulle reti degli operatori nazionali che sono ormai sature e non possono accedere a quelle di gruppi di operatori di rete locali a carattere regionale, che insieme servono tutto o parte del territorio nazionale per che la legge non consente questa facoltà, se non con dei limiti piuttosto rigorosi. Aeranti-Corallo ritiene assolutamente necessario che gli operatori di rete locali vengano liberati dagli attuali limiti relativi alla tipologia di contenuti irradiabili e possano, pertanto, svolgere liberamente la propria attività imprenditoriale, diffondendo anche contenuti nazionali, in ossequio al principio, riconosciuto anche a livello comunitario, della neutralità tecnologica.
  Quanto al comparto della radiofonia locale, le emittenti radiofoniche locali sono attualmente circa mille imprese che operano in tecnica analogica. Le emittenti radiofoniche locali – come rilevato da RadioMonitor di GfK Eurisko, che è la principale indagine di ascolto radiofonica del settore, secondo un dato riferito al 1o semestre 2014 che registra gli ascoltatori delle emittenti radio nel giorno medio – hanno totalizzato n. 21.757.000 ascolti lordi (di cui 20.286.000 sono gli ascolti lordi delle emittenti radiofoniche locali iscritte all'indagine e 1.471.000 quelli delle radio locali non iscritte all'indagine). Lo sviluppo della radiofonia digitale è, ad oggi, assai limitato a causa di una serie di problematiche che illustreremo qui sinteticamente. A partire dal 2008, Aeranti-Corallo ha avviato, nell'ambito di un accordo di cooperazione stipulato con Rai Way, una sperimentazione digitale radiofonica terrestre DAB+/DMB Visual Radio. Tale attività sperimentale ha portato all'attivazione di un multiplex a Venezia, (denominato «AERANTICORALLO1»), diffuso attraverso l'impianto Rai Way di Campalto, e a Bologna, (denominato «AERANTICORALLO2»), diffuso attraverso l'impianto Rai Way di Colle Barbiano. Si è trattato della più grande sperimentazione a livello europeo, che ha coinvolto trentacinque emittenti in due regioni (Veneto ed Emilia Romagna) e i cui risultati sono stati utilizzati per formulare proposte per la definizione delle regole per le trasmissioni a regime. Successivamente, Aeranti-Corallo, assieme a Rai Way e alla Rna-Radio Nazionali Associate, ha dato vita alla ARD, l'Associazione per la Radiofonia digitale in Italia, allo scopo di promuovere lo sviluppo e l'affermazione delle radiodiffusioni in tecnica digitale. Nel dicembre del 2009, con la delibera n. 664/09/CONS, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha emanato il regolamento recante la nuova disciplina della fase di avvio della trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale. Nel 2013, come previsto dalla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ha preso il via, nella Provincia di Trento, il progetto pilota per le trasmissioni radiofoniche digitali terrestri, in seguito esteso alla provincia di Bolzano. I progetti pilota di Trento e di Bolzano, nell'ambito dei quali l'emittenza radiofonica locale ha costituito tre società consortili (due in provincia di Trento e una in provincia di Bolzano) e ha attivato tre mux, sarà fondamentale per verificare tutte le problematiche che presenta l'avvio della nuova tecnologia e, in particolare: le modalità di realizzazione delle reti; la capacità delle emittenti di realizzare contenuti specifici per il nuovo contesto digitale; lo sviluppo del mercato dei ricevitori; la funzionalità del modello della società consortile definito dall'Autorità per lo svolgimento dell'attività di operatore di rete. È evidente, però, che l'avvio delle trasmissioni radiofoniche digitali in altre aree del Paese sarà possibile solo in presenza di una quantità di risorse frequenziali e di una pianificazione che permettano ad ogni soggetto interessato, locale e Pag. 8nazionale, che ne abbia titolo, di poter effettivamente accedere alla nuova tecnologia trasmissiva a parità di condizioni con tutti gli altri operatori. Secondo le previsioni regolamentari dell'Autorità, è necessaria la disponibilità di tre frequenze nazionali e fino a undici frequenze locali per ogni bacino pianificato. Ad oggi, tuttavia, tale disponibilità sussiste solo nelle province di Trento e di Bolzano e in poche altre zone, mentre, nella maggior parte delle regioni, è disponibile esclusivamente il canale 12, al quale, come noto, corrispondono solo quattro blocchi di frequenze. Al fine dello sviluppo della nuova tecnologia è, quindi, indispensabile acquisire ulteriori risorse, come ad esempio il canale 13 (costituito da sette blocchi di frequenze), attualmente attribuito ad altri servizi dal Piano di ripartizione delle frequenze. Questo canale, che potrebbe essere tecnicamente liberato, attualmente risulta attribuito al Ministero della difesa che tuttavia non ne fa uso. Sul tema della radiofonia digitale occorre, inoltre, considerare che, nell'attuale fase di avvio del mercato, a fronte dei costi che verranno sostenuti dalle imprese, difficilmente verranno realizzati ricavi, anche solo compensativi. Per questo Aeranti-Corallo si è attivata per individuare soluzioni che permettano il massimo contenimento dei costi e, in tale ottica, ha definito un percorso di collaborazione con Rai Way, ai fini della realizzazione, da parte di quest'ultima, di un servizio di abilitazione, economicamente sostenibile, del primo accesso, con la formula «chiavi in mano», alla piattaforma digitale da parte delle società consortili che intendano diventare assegnatarie dei diritti di uso delle frequenze, ma che non siano interessate, quantomeno in una prima fase, a realizzare investimenti in proprio. Occorre, in ogni caso, considerare che, solo attraverso la realizzazione di reti digitali terrestri, le attuali imprese radiofoniche analogiche potranno conservare la propria centralità anche nei nuovi scenari tecnologici. È, inoltre, molto importante che le imprese radiofoniche locali estendano la diffusione dei propri programmi anche attraverso tutte le nuove piattaforme diffusive, come il digitale televisivo e il web, e che rendano disponibili i propri contenuti anche attraverso i tablet e gli smartphone. Occorre, infine, riflettere se la scelta della tecnologia di diffusione Dab+ sia, allo stato, ancora la migliore opzione per la digitalizzazione radiofonica. Sono molti anni che si dibatte su questa tecnologia ma il mercato non si è sviluppato e ci troviamo ancora oggi qui a discuterne. È necessario, infatti, considerare che, oltre alle citate problematiche (scarsità di frequenze, scarsa diffusione di ricevitori radio digitali, soprattutto come equipaggiamento di serie sulle autovetture, necessità di investimenti da parte delle imprese al fine di realizzare le reti di diffusione) vi è oggi una sempre maggiore diffusione di dispositivi mobili personali (smartphone, tablet) attraverso i quali è già possibile l'ascolto radiofonico in modalità streaming e podcast.
  Negli ultimi cinque anni, lo scenario competitivo in cui si trovano a operare le imprese radiofoniche e televisive locali è profondamente mutato. L'ambito televisivo ha visto un fortissimo aumento dell'offerta, con una eccezionale moltiplicazione dei contenuti offerti al pubblico. Si sono affacciati sul mercato nuovi fornitori di contenuti (canali cosiddetti «nativi digitali»), e si è assistito a una parcellizzazione degli ascolti della tv generalista. Il mercato radiofonico, pur non avendo subito i traumi di quello televisivo, legati al cambiamento della tecnologia diffusiva, vede una progressiva mutazione delle modalità di fruizione da parte del pubblico. Infatti, oltre alla fruizione tradizionale, attraverso l'etere terrestre, la radio viene sempre più ascoltata tramite Internet (Pc, tablet e smartphone). Le nuove piattaforme stanno modificando le abitudini e le preferenze degli utenti nella scelta e nelle modalità di fruizione dei contenuti, mettendo in discussione il modello di trasmissione generalista e la diffusione a carattere lineare. La diffusione multicanale e multipiattaforma e l'interazione con i social network sembrano, dunque, essere le strade maestre per rivitalizzare il comparto. Sul tema della multimedialità e Pag. 9della multicanalità, Aeranti-Corallo ha condotto una serie di analisi sul comparto, dalle quali è emerso che oltre l'ottanta per cento delle imprese radiotelevisive locali sta diffondendo i propri contenuti (in modalità streaming e/o on demand) anche attraverso il web.
  Venendo al tema delle risorse per il comparto, e quindi dei contributi pubblici, occorre evidenziare la necessità di norme finalizzate alla ripresa del mercato pubblicitario. Le imprese radiofoniche e televisive locali beneficiano di contributi annualmente erogati dal Ministero dello Sviluppo economico – 85 per cento per le tv locali e 15 per cento per la radiofonia. L'andamento degli stanziamenti dal 2008 al 2013 evidenzia la forte riduzione di risorse operata negli anni. Tali contributi, che hanno favorito negli anni la crescita dell'occupazione nel settore, valorizzando il ruolo svolto dall'emittenza locale sul territorio, hanno subito una costante erosione nel corso degli ultimi anni. Inoltre, il rifinanziamento di tali misure di sostegno al comparto è sempre stato demandato alla legge di stabilità, con la conseguente mancanza di certezza in merito alla continuità del contributo. Aeranti-Corallo ritiene che sia necessaria la definizione di norme che garantiscano un adeguato stabile rifinanziamento, al fine di consentire al settore di fruire di un sostegno statale costante nel tempo. A nostro parere, sono necessarie, nell'immediato, norme di indirizzo del mercato pubblicitario, come sgravi d'imposta per le aziende che acquistano spazi pubblicitari sulla emittenza locale. Questa nostra proposta non è qualcosa di sconosciuto nell'ordinamento nazionale perché un'analoga misura era stata prevista, con riferimento all'anno 2003, dall'articolo 61, comma 13, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, che appunto prevedeva uno sgravio d'imposta per le aziende che avessero investito in pubblicità su televisioni, radio e quotidiani locali. Al riguardo, occorre considerare che la pubblicità attraverso le emittenti radiofoniche e televisive locali è una delle principali forme per la conoscenza dei prodotti e dei servizi delle piccole e delle medie imprese, sicché un sostegno statale a tale tipologia di investimento pubblicitario non è solo un sostegno alle imprese radiotelevisive, ma costituisce anche un elemento propulsivo per la ripresa dei consumi, tanto auspicata ad ogni livello. Vi ringraziamo per l'attenzione.

  PRESIDENTE. La ringraziamo di questa sua relazione molto completa e della scheda che ci ha lasciato. Do ora la parola ai deputati che volessero intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  DAVIDE CAPARINI. Ringrazio il presidente Rossignoli per la completezza dell'illustrazione della situazione che è tutt'altro che esaltante e che richiede un immediato intervento da parte del legislatore. Penso che, da questo punto di vista, il fatto di poter iniziare a dare una certezza normativa e una stabilità di riferimento per chi opera nel settore sia fondamentale. Partire dalla proposta concreta e anche immediatamente attuabile di recepire la prima delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la n. 366, e fare finalmente chiarezza sull'assegnazione LCN darà, almeno, da questo punto di vista, un'oggettiva stabilità al quadro normativo e credo che sia un buon punto di partenza sul quale la Commissione si può impegnare da subito.
  Più complicata la questione dell'erogazione dei contributi. Abbiamo visto che in sette anni si sono più che dimezzati e sono passati da 190 a 77 milioni. Sappiamo tutti, in base anche alla nostra esperienza parlamentare, che questo tema è collegato al rapporto che il Ministero per lo sviluppo economico ha con il Ministero dell'economia e, da questo punto di vista, prendere impegni è difficile. Riuscire ad agganciare questi contributi alla partita ben più importante del canone – tentativo che era stato fatto in passato con la legge che oggi finanzia l'editoria locale – credo possa essere uno sforzo che ci potrebbe vedere impegnati.
  Questa Commissione si è già cimentata sul tema della trasmissione dei contenuti nazionali sulle tv locali. È uno dei temi individuati dal presidente Rossignoli come Pag. 10punto qualificante per dare una stabilità al quadro normativo e in questo senso la Commissione ha votato la possibilità di recepire una prima indicazione da parte dell'Autorità, liberalizzando la possibilità di trasmettere contenuti nazionali sulla rete locale. Credo che questo sia, in un momento di estrema difficoltà imprenditoriale, un possibile sbocco che darebbe all'emittenza locale, da una parte, un'ulteriore prospettiva dal punto di vista economico e dall'altra darebbe la possibilità di raggiungere aree del Paese oggi ancora non raggiunte dal servizio pubblico. Qui mi ricollego ad un secondo aspetto: ci sono intere aree del Paese che sono completamente escluse dalla copertura del secondo mux e che non sono raggiunte dal servizio pubblico. Per quanto riguarda l'emittenza nazionale ci sono delle evidenti difficoltà di copertura del segnale e in questo senso, quindi, l'emittenza locale svolgerebbe un ruolo fondamentale data anche la capillarità che ha sul territorio. Ricordo ai colleghi il contributo che l'emittenza locale, per quanto riguarda il servizio, già oggi fornisce alla Rai in termini di «racconto» del territorio e di fornitura di documentazione video e reportage. Oltre il 50 per cento di ciò che si vede sui telegiornali nazionali viene dalle sedi regionali della Rai e il 50 per cento di quello che proviene dalla sede nazionale è frutto di una post produzione di contenuti portati da service di emittenti locali. Credo che in un momento in cui si parla di spending review anche riguardo alla Rai c’è un tipo di approccio con una visione economicistica, il grande contributo che l'emittenza locale sta dando possa entrare a pieno titolo a far parte del progetto di riforma complessiva del servizio pubblico radiotelevisivo.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri colleghi che intendono intervenire, ringrazio i rappresentanti di Aeranti-Corallo per il loro intervento e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato).
  Dichiaro quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.40.

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ALLEGATO

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