XVII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 4 di Martedì 1 agosto 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Realacci Ermete , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'EMERGENZA IDRICA E SULLE MISURE NECESSARIE PER AFFRONTARLA

Seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti.
Realacci Ermete , Presidente ... 2 
Braga Chiara (PD)  ... 2 
Mariani Raffaella (PD)  ... 3 
Labriola Vincenza (FI-PdL)  ... 4 
Realacci Ermete , Presidente ... 5 
Galletti Gian Luca , Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 5 
Realacci Ermete , Presidente ... 6 
Galletti Gian Luca , Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 6 
Realacci Ermete , Presidente ... 11 
Galletti Gian Luca , Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ... 11 
Realacci Ermete , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori: Misto-CI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI: Misto-FARE!-PRI;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ERMETE REALACCI

  La seduta comincia alle 11.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera, nonché la trasmissione diretta sulla web tv.

Seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'emergenza idrica e sulle misure necessarie per affrontarla, il seguito dell'audizione del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti.
  Ringraziamo il Ministro che torna da noi – ne siamo ben lieti – per completare l'audizione. La volta scorsa il Ministro aveva presentato una ponderosa relazione ed erano stati posti diversi quesiti.
  Dedicherei dieci o quindici minuti ai colleghi che non ho potuto far intervenire la volta scorsa, pur avendo chiesto di parlare, e poi darei la parola al Ministro per consentirgli di rispondere.
  Do quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  CHIARA BRAGA. Grazie, presidente. Grazie al Ministro per aver acconsentito a questo secondo incontro che permette a tutti di intervenire.
  Ministro, credo che, su alcuni punti, rispetto alla sua relazione possa fornirci un aggiornamento sull'emergenza di più stretta attualità, di questi ultimi giorni.
  Vorrei concentrarmi su due aspetti che ci stanno particolarmente a cuore, avendo seguito in questa Commissione l’iter di alcuni provvedimenti fondamentali. In particolare, faccio riferimento alla partita del riassetto e del completamento della governance delle autorità di distretto.
  Questo è un punto – il Ministro lo ricorda bene – sul quale abbiamo discusso a lungo e ci siamo confrontati, considerandolo un elemento fondamentale per portare a un'unità di regia e di governo il tema della programmazione, della pianificazione e della gestione dei bacini idrografici nel nostro Paese.
  Nel suo intervento della volta scorsa e nella sua relazione, abbiamo preso atto di una grande attenzione data al tema degli osservatori, come strumento e momento di condivisione.
  Ci terrei, però, a sollecitare, ma anche ad auspicare, una rapida attuazione dell'intero assetto che deriva dall'approvazione del collegato ambientale, rendendo finalmente operative le autorità di distretto, il che significa dotarle degli strumenti necessari per la pianificazione della risorsa e per la definizione degli interventi strutturali.
  Su questo punto, come il Ministero sa, noi monitoriamo l'attuazione del collegato ambientale. Vorrei dunque capire se il Ministro è in grado di indicarci date certe per la nomina dei segretari delle autorità di distretto e per i passaggi successivi.
  Lo chiedo perché credo che sia un elemento determinante anche per aiutare a fare un passo in avanti complessivo su questi temi e su queste questioni. Pag. 3
  L'altro aspetto, invece, riguarda il tema del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
  Sappiamo di essere in presenza di una strategia nazionale che è stata approvata, ma ora la questione è dare attuazione a quei contenuti, attraverso un Piano nazionale che deve vedere il coinvolgimento e il contributo anche delle amministrazioni regionali e locali.
  Su questo punto, Ministro, le chiedo se è in grado di fornirci indicazioni più dettagliate e più precise rispetto agli obiettivi di implementazione e di attuazione del piano, anche su un aspetto particolare. Non dimentichiamo che siamo alla vigilia della discussione della legge di bilancio, che sarà l'ultima di questa legislatura; quindi sarebbe utile capire, anche per la nostra Commissione, su quali punti, rispetto a questo fronte, il Ministero intenda concentrare la sua attenzione, anche per dare attuazione e sostanza agli impegni assunti.
  Sappiamo che le politiche di adattamento comportano comunque un onere economico-finanziario e ci attendiamo un impegno del Ministero in questa direzione.
  Le chiedo tali indicazioni anche per capire come il lavoro della Commissione e del Parlamento eventualmente possano essere d'aiuto.
  Le vorrei sottoporre un ultimissimo punto, Ministro. So che lei è stato in Senato durante il ciclo di audizioni che i colleghi hanno svolto sul disegno di legge sulla gestione e pianificazione dell'acqua pubblica. Anche questo è stato un tema di discussione accesa nella nostra Commissione.
  Ovviamente, si tratta di un progetto di legge di iniziativa parlamentare che sta seguendo il suo iter al Senato, ma vorrei capire, dal punto di vista del Ministero, quali sono le aspettative e le indicazioni rispetto alla possibilità di portare a compimento, se ce ne saranno le condizioni e i tempi, un provvedimento che, in particolare attraverso la messa a regime degli strumenti di finanziamento, le modalità di pianificazione e l'indicazione delle priorità di utilizzo delle acque per le diverse destinazioni, può in parte contribuire ad affrontare in maniera strutturale la questione dell'emergenza idrica, sulla quale ci stiamo confrontando attraverso questa indagine conoscitiva.

  RAFFAELLA MARIANI. Grazie, presidente. Anch'io torno sull'annosa vicenda dei distretti idrografici.
  Con il collegato ambientale, sono stati istituiti i nuovi distretti idrografici, ai quali, nelle more della nomina delle autorità di distretto, si è data attuazione, attraverso l'approvazione dei relativi piani di gestione, con decreti del Presidente del Consiglio che mi sembra risalgano ad ottobre 2016.
  C'è una domanda che vorrei porre al Ministro. Dobbiamo in qualche modo semplificare anche la gestione del quadro regolatorio, se è vero che, alla governance dei distretti, mancano soltanto le nomine delle autorità di distretto, che sono comunque in corso. Tuttavia, nel frattempo, si verifica una sovrapposizione di funzioni, in parte dovuta ai piani di gestione dei distretti approvati nell'ottobre 2016, che quindi, dal nostro punto di vista, avrebbero dovuto già contenere sia l'analisi dello stato dell'arte, che le regioni insieme agli altri enti preposti dovevano aver predisposto, sia alcune delle proposte che riguardano la tutela e anche l'utilizzo della risorsa idrica.
  Dall'attuazione dei piani di gestione, si è arrivati alla costruzione di osservatori ai quali di nuovo partecipano un numero infinito di enti nonché le regioni.
  Tra l'altro, apro una parentesi: in merito – ne avevo già parlato con il Ministro – vorremmo capire se sono osservatori cui possano partecipare tutti i parlamentari o soltanto i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Lo chiedo perché noi non siamo mai stati invitati a partecipare agli osservatori. Vorremmo sapere se il Ministero è disponibile a farci partecipare tutti per conoscere da vicino anche l'organizzazione degli osservatori.
  Detto ciò, avviare gli osservatori e costruire le condizioni per un'analisi dei piani di gestione, che li coordini con i piani di ambito – che rappresentano gli strumenti di governance delle istituzioni locali –, dal nostro punto di vista è un passaggio che deve trovare un'operatività immediata. Pag. 4
  Troppo tempo e troppe riunioni vengono dedicati alle definizioni sostitutive del sistema di governance – per cui si ha sempre la sensazione di ripercorrere strade già note – ma anche all'analisi di dati già masticati molte volte. Ne deriva che sulla stampa, nella rappresentazione del nostro Paese che in queste ore, in queste settimane viene fornita, vengono riutilizzati sempre gli stessi dati, impedendo quindi che si riconosca il nostro contributo ad un progresso importante della legislazione.
  Innanzitutto, la mia è una sollecitazione a completare definitivamente la governance dei distretti per far sì che non ci si ritrovi, tra un anno, di nuovo a ripartire con un'analisi che dovrebbe essere già nella disponibilità di tutti.
  In secondo luogo, vorrei capire con quali modalità – anche più semplici e più operative – e con quali prospettive, nell'ottica della definizione della legge di bilancio, si possano fare proposte concrete.
  Grazie.

  VINCENZA LABRIOLA. Grazie, Ministro. Vorrei porre brevi domande nel merito più che fare un grande discorso sulla siccità, partendo da un dato: secondo me, quando ci si è resi conto che la riserva idrica stava scarseggiando, bisognava mettere in piedi, come Governo, anche una campagna di sensibilizzazione perché questo bene, che ultimamente sta diventando sempre più prezioso, potesse in qualche maniera essere salvaguardato da chi tutti i giorni apre i rubinetti delle proprie case per svolgere qualsiasi attività.
  Questo, quindi, è un primo punto: fare una campagna di sensibilizzazione. Tutti i cittadini si devono rendere conto che l'acqua è un bene che sta finendo, per cui dobbiamo saperlo gestire, chiudendo il rubinetto quando ci si lava i denti, quindi con piccoli accorgimenti che potrebbero in qualche maniera non risolvere il problema, ma dare dei segnali e coinvolgere i cittadini.
  C'è un altro elemento fondamentale. Oggi voteremo la questione di fiducia sull'approvazione del disegno di legge di conversione del decreto-legge sul Mezzogiorno. Perché non si è pensato di introdurre nel decreto-legge sul Mezzogiorno alcuni primi segnali di attenzione alla questione idrica?
  È venuto in audizione il presidente dell'Associazione nazionale delle bonifiche, delle irrigazioni e dei miglioramenti fondiari (ANBI) e ci ha parlato di una situazione del Mezzogiorno drammatica, in cui la dispersione di acqua dalle tubature supera il 50 per cento e la gestione di molti acquedotti è commissariata ormai da troppi anni. Esiste poi un problema di salificazione delle acque in Puglia: il presidente dell'ANBI ha affermato che l'acqua viene captata anche, se non erro, a 600 metri di profondità, provocando ancora di più, a mio avviso, la salificazione dell'acqua stessa.
  Si poteva approfittare del provvedimento sul Mezzogiorno, collegandolo magari alla legge di bilancio, per far vedere che c'è una progettualità in termini di invasi. Ci hanno parlato di situazioni incancrenite da tempo, non per la mancata fattibilità dei progetti, ma a causa di diatribe tra presidenti di regione, quindi per ragioni politiche.
  Penso che, per superare l'emergenza idrica, che potrebbe in qualche maniera sfuggirci di mano se non si mettono in atto tempestivamente le giuste precauzioni, bisognerebbe mettere da parte gli interessi politici e cercare di ragionare per il bene del territorio e dei cittadini, che in quei luoghi vengono mortificati anche perché la siccità nel Mezzogiorno incide sugli allevamenti, sull'agricoltura e su tutte le attività connesse all'economia primaria.
  Vorrei anche sapere se il Ministero è al corrente della gestione commissariale degli acquedotti, che va avanti ormai da troppo tempo, e come intenda mettere a regime un sistema che evidentemente non riesce più a dare risposte.
  Sulla salificazione dell'acqua in Puglia, vorrei sapere perché non si è pensato a inserire delle misure, già nel decreto-legge sul Mezzogiorno, collegando alla legge di bilancio, per affrontare la questione.
  Vorrei poi sapere come si intenda agire sotto il profilo della comunicazione per organizzare una campagna di sensibilizzazione che coinvolga tutti i cittadini e che cosa si preveda di fare a fronte delle citate Pag. 5diatribe politiche che penso debbano essere lasciate fuori dalla porta, quando si discutono temi che riguardano non una propria prospettiva futura, ma la prospettiva di un'intera popolazione.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Adesso, daremo la parola al Ministro che puntualmente ha preparato le risposte anche per i colleghi che oggi non sono presenti.
  Rivolgo al Ministro un invito, che, se non sbaglio, è stato già avanzato dalla collega Braga. È in corso di esame la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, che credo dovrebbe essere sottoposta a consultazione pubblica. Bisogna fare in modo che la strategia viaggi parallelamente ai percorsi decisionali (mi riferisco alla legge di bilancio e non soltanto), nel senso che, se facciamo un ragionamento sulla strategia di adattamento e, nel frattempo, le azioni individuate non diventano misure nelle varie politiche, rischiamo di girare a vuoto.
  Do la parola al Ministro Galletti per la replica.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Intanto grazie per la possibilità che mi date di rispondere alle domande che sono state esposte nella scorsa audizione.
  Io risponderei, se la presidenza e la Commissione sono d'accordo, anche ai parlamentari non presenti, in modo da approfondire alcuni aspetti che sono stati oggetto anche delle richieste fatte dagli onorevoli intervenuti questa mattina.
  Incomincio dal problema più attuale, che è stato evidenziato dall'onorevole Minnucci, al quale poi si è associata anche l'onorevole Stella Bianchi. Si tratta di un problema emerso la settimana scorsa, che resta ancora emergenziale: quello del lago di Bracciano.
  Per quanto riguarda l'emergenza idrica che sta interessando la regione Lazio e la questione della captazione dal lago di Bracciano, come ho già avuto modo di evidenziare sull'argomento, il mio Ministero ha provveduto fin dall'inizio a richiedere a tutti i soggetti competenti informazioni sullo stato della situazione.
  Lo ha fatto nell'ambito dell'Osservatorio dell'Appennino centrale, luogo della condivisione delle informazioni e delle soluzioni sulle criticità idriche. Si tratta di uno strumento che, come ho avuto modo di dire in molte altre occasioni, costituisce una risposta forte e innovativa al tema dell'uso responsabile della risorsa acqua, individuato nell'ambito della riorganizzazione dei distretti verso una maggiore efficienza ed efficacia nella governance idrica nazionale.
  I confronti tra la regione Lazio, il comune di Roma e il gestore Acea ATO 2 Spa nonché le istruttorie svolte nell'ambito dell'Osservatorio permanente sono stati finalizzati a trovare un punto di equilibrio tale da assicurare un accettabile livello di servizio per i cittadini, mitigando quanto più possibile i disagi, anche a tutela degli aspetti igienico-sanitari e ambientali.
  Lo scorso 28 luglio, è stata dunque raggiunta un'intesa ed emanata dalla regione Lazio un'ordinanza che impone ad Acea ATO 2 di: azzerare ogni prelievo dal bacino del lago di Bracciano a partire dal primo settembre 2017; limitare il prelievo alla soglia massima di 400 litri al secondo a partire dal giorno 29 luglio fino al 10 agosto; limitare il prelievo alla soglia massima di 200 litri al secondo a partire dall'11 agosto fino al 31 agosto; trasmettere alla competente Direzione regionale i dati giornalieri del livello idrometrico del lago.
  Si continuerà comunque a lavorare alla ricerca di soluzioni alternative.
  A questo proposito, sarò molto chiaro: abbiamo approvato, grazie anche a una forte disponibilità del presidente Zingaretti e alla collaborazione veramente proficua che si è instaurata con il Ministero, una soluzione transitoria, nel senso che, dal primo settembre, l'ordinanza vieta il prelievo dal lago di Bracciano.
  Allora, io mi aspetto che, in questo mese, il gestore Acea, insieme al comune di Roma e alla regione Lazio, trovi la soluzione perché il 1° di settembre la situazione possa diventare non più emergenziale.
  Il nostro è stato un intervento di coordinamento, grazie all'Osservatorio e grazie Pag. 6anche alle funzioni di coordinamento degli enti, che spettano al Ministero; però, noi non abbiamo poteri per intervenire sulle strutture o sulla limitazione delle perdite o sulla gestione programmatica dell'acqua, per cui quest'azione deve essere svolta in questo mese con un lavoro forte all'interno di Acea e del comune di Roma. Questo punto resta, e non vorrei che dessimo per risolta una questione che reca ancora forti criticità.
  Ritengo a tal proposito necessari interventi funzionali volti a ridurre drasticamente le perdite di rete e a mettere in sicurezza le fonti e gli acquedotti principali che alimentano Roma e i comuni limitrofi, con investimenti significativi, che devono trovare spazio nel piano industriale aggiornato di Acea e che, fino a oggi, non erano presenti.
  Di particolare importanza è il raddoppio dell'acquedotto del Peschiera, opera non più rinviabile. Risulta altrettanto necessario un forte impegno da parte dell'ente d'ambito, in qualità di soggetto pubblico regolatore e organizzatore del servizio idrico, composto da tutti i comuni interessati, primo fra tutti il comune di Roma.
  Restano peraltro fermi l'approfondimento tecnico già richiesto all'ISPRA in merito allo stato ambientale del lago, così come lo svolgimento di indagini in corso su richiesta del mio Ministero da parte dei Carabinieri forestali e del Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, relativamente al fenomeno dei prelievi illeciti dal lago.
  Su tale aspetto posso assicurare che agiremo con la massima severità per punire chi sottrae acqua preziosa al lago di Bracciano.
  Credo sia ormai indifferibile il commissariamento di quei comuni che non aderiscono ancora agli enti d'ambito. Ne abbiamo un esempio sul lago di Bracciano, ma non soltanto in quell'area.
  In particolare, a oggi, le gestioni che non hanno aderito alla gestione unica e che non sono provviste di un titolo di salvaguardia legittimo sono quelle dei comuni di: Agosta; Anguillara Sabazia; Anticoli Corrado; Arsoli; Canale Monterano; Capena; Cerreto Laziale; Civitavecchia; Civitella San Paolo; Labico; Ladispoli; Licenza; Marano Equo; Morlupo; Rignano Flaminio; Roviano; Sant'Angelo Romano; Trevi nel Lazio.
  Questi sono i comuni che non hanno ancora aderito all'ATO 2 di Roma. Allora, è chiaro...

  PRESIDENTE. Le motivazioni?

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Quei comuni non aderiscono e non c'è una motivazione perché la legge impone l'adesione all'ATO. Allora, in questo caso, ci vuole un commissariamento dei comuni.
  Ho già scritto più volte agli enti interessati. Non è più possibile sopportare che ci siano comuni che non aderiscono all'ATO perché quest'atteggiamento fa saltare tutta la programmazione.
  In risposta all'onorevole Daga, per quanto riguarda l'attuazione dell'articolo 58 del cosiddetto «collegato ambientale», relativo al Fondo di garanzia per il settore idrico, la procedura di definizione e approvazione del provvedimento coinvolge più amministrazioni e richiede anche il confronto con l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico.
  Ciò premesso, il mio Ministero, per quanto di competenza e considerato che, tra l'altro, la proposta non spetta al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha già fornito il proprio contributo e sta continuando a collaborare attivamente alla definizione del provvedimento.
  Faccio presente inoltre, con riguardo ai dati sullo stato della rete idrica, che soltanto a partire dal 2012 sono state attribuite all'Autorità le competenze in materia di regolazione e controllo del servizio idrico integrato. Fino al 31 dicembre 2011, tali funzioni erano esercitate dalla Commissione nazionale di vigilanza sulle risorse idriche, che aveva competenze sul monitoraggio della qualità dei servizi e tutela degli utenti e sulla verifica della corretta redazione dei piani d'ambito ed esercitava, in generale, compiti di vigilanza sulla corretta applicazione della riforma del sistema idrico integrato. Pag. 7
  I dati relativi al periodo pregresso sono pertanto riportati nei rapporti annuali predisposti a suo tempo dalla predetta Commissione, di cui comunque, deputata Daga, allego un estratto alla documentazione.
  Per quanto concerne il potere di controllo sui soggetti gestori, tale potere è in capo agli enti locali, che lo esercitano attraverso gli enti di governo d'ambito, al quale gli stessi partecipano obbligatoriamente (quelli che già aderiscono). In particolare, gli enti di governo d'ambito hanno il compito di provvedere alla pianificazione d'ambito con la precisazione che le scelte in relazione alla tariffa dovranno essere adottate secondo il metodo codificato dall'Autorità, che provvederà poi ad approvarle.
  Gli enti di governo provvedono inoltre alla scelta della forma di gestione e quindi alla selezione del soggetto gestore ritenuto in grado di fornire un servizio di qualità e di sostenere i necessari investimenti e il relativo impegno finanziario, garantendo l'equilibrio economico e finanziario della gestione stessa. Inoltre, gli enti provvedono a un controllo e a una vigilanza continui e concreti, attivando anche i poteri sostitutivi nei confronti del gestore, qualora questo sia inadempiente agli obblighi contrattuali, e comminando le dovute sanzioni, fino all'eventuale risoluzione del contratto, ove ciò si dovesse rendere necessario.
  È evidente dunque che il ruolo dei comuni è centrale nella gestione del servizio idrico integrato. A ogni modo, occorre segnalare che con il cosiddetto «sblocca Italia» è stato rafforzato il potere del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di intervenire, mediante l'esercizio dei poteri sostitutivi, nelle varie fasi dell'organizzazione del servizio, in caso di inerzia del soggetto competente.
  Il mio Ministero non ha esitato ad esercitare tali poteri, com'è accaduto il 23 dicembre 2014, quando ha avviato un'istruttoria, che ha interessato tutte le regioni, mirata alla verifica degli adempimenti di legge per la messa a regime del servizio idrico. Dall'esito dell'istruttoria, sono state diffidate, già a partire da maggio 2015, le regioni Calabria, Campania, Molise e Sicilia, in quanto, alla data del 31 dicembre 2014, queste regioni non avevano ancora provveduto a individuare l'ente di governo d'ambito, come sancito dal decreto legislativo n. 152 del 2006.
  Oltre alle quattro citate, sono state diffidate, a partire da dicembre 2015, le regioni Abruzzo e Basilicata, in quanto i rispettivi enti di governo, sebbene identificati, non erano effettivamente costituiti e operativi. L'indagine ha comunque evidenziato che le inadempienze sono riconducibili al mancato adempimento di quasi tutti gli obblighi di legge relativi ai vari livelli di responsabilità: dall'organizzazione in ATO all'identificazione dell'ente di governo e relativa adesione degli enti locali; dal riassetto funzionale relativo all'unicità di bacino e all'unicità gestionale dell'organizzazione del servizio alla redazione del piano d'ambito; dall'affidamento della gestione alla consegna degli impianti.
  A ciò si aggiunge il fatto che, per volontà del Ministero, sono stati inseriti nei patti per lo sviluppo come condizioni imprescindibili l'attuazione del servizio idrico integrato e l'affidamento a regime a un gestore unico d'ambito.
  Il Ministero è dunque impegnato in un costante e continuo monitoraggio dell’iter di organizzazione del servizio idrico, sollecitando, ove necessario, le regioni a intervenire con l'esercizio dei poteri sostitutivi, nei casi di inerzia da parte degli enti locali.
  L'onorevole Kronbichler ha chiesto al Ministero come si intenda intervenire sullo spreco sul lato dei consumi. Rispondendo alla sua domanda, fornisco una risposta anche all'onorevole Pastorelli, all'onorevole Stella Bianchi, all'onorevole Iannuzzi e all'onorevole Borghi.
  Per quanto riguarda la lotta agli sprechi nel settore del servizio idrico integrato, oltre a evidenti interventi di efficientamento delle reti, si fa presente che il sistema tariffario vigente consente di agire attraverso un meccanismo che incentiva il risparmio. A tal proposito, sono previsti scaglioni tariffari per livello di consumo.
  Il Ministero, per gli aspetti di competenza, oltre al sostegno di ogni iniziativa utile per diffondere le buone pratiche volte Pag. 8al risparmio della risorsa, ha dato un segnale importante e concreto, inserendo, nella programmazione dei fondi per lo sviluppo e la coesione (FSC), interventi volti alla sostituzione e all'ammodernamento delle reti, per porre rimedio alle perdite, che, come è noto, pur con differenze nelle varie regioni d'Italia, costituiscono il 40 per cento della media nazionale e che comporteranno investimenti con risorse proprie in questo settore.
  Il Ministero, nell'ambito della propria programmazione a valere sugli FSC 2014-2020, ha destinato risorse pari a circa 240 milioni di euro, per l'attuazione degli interventi relativi alla sostituzione, all'ammodernamento e all'efficientamento delle adduttrici e delle reti di distribuzione idropotabile, oltre ai circa 500 milioni di euro per interventi nel settore fognario e depurativo.
  Ci aspettiamo analogo senso di responsabilità e attenzione al problema da parte di chi ha la titolarità del servizio idrico integrato.
  Per rispondere all'onorevole Labriola, posso dire che non abbiamo inserito alcuna misura nel decreto-legge sul Mezzogiorno perché stiamo affrontando il problema da tempo e non da oggi per la prima volta: per questo motivo non abbiamo previsto un intervento nel decreto-legge sul Mezzogiorno.
  Come le ho riportato, gli interventi sulla rete sono aggiuntivi e non contemplati dalla legge. Questi sono interventi aggiuntivi che il Ministero fa attraverso i fondi FSC e che sono al di fuori della propria competenza perché gli interventi sulla rete non spettano al Ministero, ma al proprietario delle reti, che può essere il comune o l'ente gestore. Quindi, abbiamo destinato risorse aggiuntive per poter intervenire. Trattandosi di risorse provenienti dai fondi per lo sviluppo e la coesione, una parte di esse è destinata appunto alle regioni meridionali. Oltre a questi, altri fondi sono previsti negli accordi che abbiamo stipulato con le singole regioni, quindi ci sono molte risorse oggi che sono spendibili, in aggiunta a quelle che gli enti locali dovrebbero mettere a disposizione. È necessario che gli enti locali, le regioni e i gestori spendano queste risorse, che, altrimenti, resteranno sulla carta.
  Da quanto fin qui esposto, si evince chiaramente che il Ministero sta, da lungo tempo, approfondendo il tema della siccità.
  A tal proposito, come ho già avuto modo di evidenziare in altra sede, al fine di perseguire efficacemente l'obiettivo di creare un sistema di governance in grado di assicurare la gestione ottimale della risorsa idrica e di affrontare le crisi da scarsità all'insegna della cooperazione e del dialogo tra le parti e dell'attenzione alla specificità territoriale, il mio Ministero ha promosso nel luglio 2016 l'istituzione di un osservatorio per ogni distretto idrografico italiano, con apposito protocollo d'intesa, dando avvio su tutto il territorio nazionale a una nuova modalità di gestione sostenibile dell'acqua, basata sulla condivisione delle informazioni e dei dati sui prelievi, sugli afflussi e sui rilasci, sulla concertazione con gli attori territoriali e sulla programmazione strategica.
  Sarà mia cura nei prossimi giorni – lo dico all'onorevole Mariani – chiarire una volta per tutte la questione e comunicare la decisione al presidente della Commissione. Dobbiamo decidere se gli osservatori possano essere aperti o meno ai parlamentari. Questa è una decisione che dobbiamo prendere noi.
  Ritengo che, se decidiamo che gli osservatori debbano essere aperti, dobbiamo fare in modo che, se un parlamentare vuole accedere all'osservatorio, che è un organismo tecnico, nessuno glielo possa vietare. Casomai, il parlamentare comunica prima la propria volontà di essere presente e quel giorno potrà assistere ai lavori dell'osservatorio. Questa mi sembra una strada assolutamente percorribile.
  Per quanto concerne la gestione efficiente delle infrastrutture e il controllo efficace delle perdite idriche, ribadisco che è necessaria un'attività di distrettualizzazione, monitoraggio delle reti e ricerca programmatica delle perdite occulte.
  Tra le criticità del sistema idrico italiano, particolarmente significativa è, infatti, la condizione di vetustà delle reti e Pag. 9degli acquedotti, cui è attribuibile gran parte delle elevate percentuali delle perdite registrate.
  Anche secondo quanto rappresentato dall'Autorità, i dati relativi agli interventi eseguiti sulle reti di distribuzione evidenziano una tendenza generalizzata di riparazione del guasto piuttosto che di progressivo sviluppo e messa in sicurezza delle infrastrutture.
  A fronte delle menzionate criticità, gli interventi individuati nella pianificazione riguardano il miglioramento e la messa in sicurezza del sistema di approvvigionamento, mediante la realizzazione di nuove captazioni e il potenziamento delle infrastrutture esistenti.
  Le problematiche più diffuse nella distribuzione, in termini di investimenti pianificati, si riferiscono alle forti carenze nelle condizioni fisiche delle condotte, che incidono fortemente sull'entità delle perdite idriche, sui tassi di rottura delle condotte e sull'adeguatezza delle infrastrutture a rispondere ai livelli di domanda dell'utenza. Un'ulteriore criticità attiene al cattivo funzionamento o alla vetustà dei misuratori di utenza, per i quali sono stati previsti interventi di sostituzione.
  Per una strategia nazionale di intervento sulle infrastrutture che incida sulla gestione e sull'uso della risorsa idrica, assume una valenza centrale un investimento significativo che persegua tali obiettivi. Appare, quindi, imprescindibile provvedere al graduale rinnovo o alla sostituzione delle reti, a fronte della scarsità delle risorse e alla conclamata necessità di agire sulla leva quantitativa.
  Su tale aspetto, come ho già detto in precedenza, va sottolineato il forte intervento nell'ambito della programmazione 2014-2020.
  Per dare una risposta alle giuste osservazioni fatte dall'onorevole Braga, dall'onorevole Mariani e anche dal presidente Ermete Realacci, ricordo anche in questa sede che, con riferimento alla strategia sui cambiamenti climatici, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sta predisponendo il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, coerentemente con le indicazioni dell'Unione europea in materia.
  Il Piano costruisce il quadro aggiornato delle tendenze climatiche in atto a livello nazionale e gli scenari climatici futuri e analizza gli impatti e la vulnerabilità territoriale, evidenziando le aree e i settori maggiormente vulnerabili all'impatto dei cambiamenti climatici sul territorio italiano.
  Attraverso un set di indicatori, sono definite macroregioni climatiche e aree climatiche omogenee. Le prime vivono e hanno vissuto condizioni climatiche simili, mentre le seconde sono caratterizzate da uguale condizione climatica attuale e da una stessa proiezione futura di anomalia climatica. Il documento è completato dall'indicazione delle possibili azioni di adattamento settoriale e dai relativi strumenti di monitoraggio e valutazione dell'efficacia.
  Il Piano verrà messo in consultazione nelle prossime settimane, forse già entro la prossima settimana, per raccogliere le osservazioni dei portatori di interessi. Nel mese di settembre, il Piano verrà esaminato dagli organi tecnici del Ministero e, dopo un ulteriore confronto con le istituzioni, fra cui chiaramente le Commissioni parlamentari competenti, verrà approvato in via definitiva, presumibilmente entro il mese di novembre.
  Allora, capisco quello che voi dite e lo condivido, ma, a oggi, non ho uno strumento per poter far venir meno questo problema.
  Stiamo sommando in questo momento varie strategie: la SEN (Strategia energetica nazionale), il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici e la Strategia sullo sviluppo sostenibile. Tutto ciò dovrà interagire con la legge di bilancio.
  Credo che sia davvero difficile – lo dico con molta onestà e con molta responsabilità – poter fare tutto questo, non a causa di ritardi, ma perché questi documenti complessi sono stati in gran parte introdotti nel nostro ordinamento soltanto nell'ultimo periodo. Abbiamo avviato anche il lavoro sul documento sul capitale naturale e sui sussidi dannosi per l'ambiente, che hanno un'interrelazione forte con la legge di bilancio. Pag. 10
  Credo davvero che dobbiamo interpretare quello in corso come – scusatemi – un anno di rodaggio perché c'è in lavorazione una serie di documenti che si devono parlare l'uno con l'altro, per cui inevitabilmente, all'inizio, ci sarà, se non confusione, quantomeno un'omogeneità non completa. Probabilmente, la omogeneità completa sarà raggiunta nel corso del tempo. Io la vedo in questo modo, ma può darsi che ci sia un altro sistema: se qualcuno me lo suggerisce, lo prendo in considerazione volentieri.
  Il quadro delle opere previste all'interno delle singole regioni e specificamente nei diversi enti d'ambito, come si è detto nelle risposte precedenti, è un aspetto che nel dettaglio attiene agli enti d'ambito che operano all'interno di ciascuna regione e che hanno il quadro puntuale della programmazione in termini di interventi e risorse, essendo essi stessi titolari di tale competenza.
  Ora, laddove essi non siano ancora formalmente costituiti o operativi, è la regione titolare a dovervi provvedere, nelle more della messa a regime del servizio. Come ho avuto modo di dire in precedenza, abbiamo insistito sull'FSC e abbiamo messo anche altri interventi finanziari nei patti che abbiamo fatto con le regioni.
  È necessario dunque che gli enti d'ambito provvedano, alla luce della situazione ambientale che stiamo vivendo, a risolvere sistematicamente le loro problematiche, attraverso l'aggiornamento della pianificazione, e che, conseguentemente, i gestori realizzino quanto stabilito nei piani così revisionati.
  Torno a chiedere pertanto da parte delle regioni un'attenzione particolare sulle problematiche evidenziate e un investimento concreto in termini di risorse economiche coerente con le necessità emerse dai fatti di queste ultime settimane.
  Come si è già avuto modo di relazionare, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, se necessario, interviene mediante l'esercizio dei poteri sostitutivi, ove esercitabili ai sensi di legge. Tuttavia, l'organizzazione del sistema idrico integrato coinvolge in primis le regioni che debbono individuare gli ambiti territoriali ottimali e l'ente di governo d'ambito, mentre il compito di approntare la gestione, la pianificazione e il relativo controllo del sistema integrato spetta ai comuni aggregati obbligatoriamente dall'ente di governo d'ambito medesimo.
  Ho già detto sulle inefficienze che si registrano nel Paese, sia nella costituzione degli ATO sia nell'adesione di vari comuni agli ATO. Rinnovo l'invito alle regioni e ai comuni ad essere completamente operativi il più presto possibile.
  Ho detto prima dell'utilizzo delle risorse che vengono dai patti per il Mezzogiorno. Lo ricordo per rispondere alla domanda dell'onorevole Labriola.
  Per quanto concerne l'utilizzo delle risorse dei patti per il Mezzogiorno, sulla base delle informazioni in possesso, si fa presente, con particolare riferimento al Patto per lo sviluppo della regione Campania, che, con la delibera della giunta regionale del 13 dicembre 2016, sono stati programmati 70 interventi nell'ambito del piano della depurazione e del servizio idrico integrato, per un importo complessivo pari a oltre 203 milioni di euro, per i quali si sta procedendo alle procedure amministrative di attuazione. Lo dico per rispondere a quanto chiedeva l'onorevole Valiante nella scorsa seduta.
  Devo dare un'ultima risposta all'onorevole Pili. Con riferimento al settore agricolo, la regione Sardegna ha formalmente richiesto al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali la dichiarazione dello stato di calamità naturale, con l'attivazione di tutte le misure previste in caso di siccità a sostegno delle produzioni, il cui iter è ancora in corso. In ogni caso, sul punto specifico, riferirà a breve in questa Commissione – mi pare di aver capito che verrà domani – il Ministro Martina.
  Per quanto concerne l'emergenza idrica, si fa presente che la regione Sardegna, a oggi, non ha presentato alcuna richiesta ai sensi dell'articolo 5 della legge n. 225 del 1992 e, pertanto, non è stato nominato alcun commissario delegato, ai sensi della predetta normativa di protezione civile.
  Lo stato di emergenza può essere dichiarato in ambito idrico soltanto in relazione Pag. 11 all'uso idropotabile, al verificarsi o nell'imminenza di calamità naturali oppure per eventi connessi all'attività dell'uomo che, per intensità ed estensione, devono essere fronteggiati con immediatezza di intervento, con mezzi e poteri straordinari. In ogni caso, si rassicura l'onorevole interrogante che il Governo continuerà a monitorare la situazione e a svolgere la propria attività con il massimo livello di attenzione, provvedendo, qualora necessario, ad assumere ulteriori iniziative.
  Per rispondere a quanto chiedevano l'onorevole Braga e l'onorevole Mariani sulla costituzione delle autorità di distretto, abbiamo già approvato gli statuti e i segretari sono stati nominati. È già stato approvato un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che ora è all'attenzione della Corte dei conti o del Consiglio di Stato, per cui, quando l’iter sarà completato, saremo in grado di partire operativamente con i distretti.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro per la puntualità delle risposte e per i dati che ci ha fornito. Alcuni di essi sono di grande interesse e, anche relativamente alle inadempienze di varie regioni sulla materia, ci servono per capire quali sono le leve da muovere per fare dei passi in avanti.
  Vorrei chiedere al Ministro di lasciarci la relazione.

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Vi lascio una relazione più completa, che reca anche l'allegato richiesto dalla deputata Daga, con i dati antecedenti al 2012.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il Ministro Galletti per la sua partecipazione, autorizzo la pubblicazione della documentazione consegnata (Vedi allegato) e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.50.

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ALLEGATO

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