XVII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 13 di Martedì 28 giugno 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DELL'EDILIZIA SCOLASTICA IN ITALIA

Audizione della Direttrice Generale della Direzione edilizia scolastica, fondi strutturali e innovazione digitale del MIUR, Simona Montesarchio, e del Capo del Dipartimento per programmazione e gestione risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR, Sabrina Bono.
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 ,
Bono Sabrina , Capo del Dipartimento per programmazione e gestione risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR ... 3 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 4 ,
Montesarchio Simona , Direttrice Generale della Direzione edilizia scolastica, fondi strutturali e innovazione digitale del MIUR ... 4 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 8 ,
D'Ottavio Umberto (PD)  ... 8 ,
Rocchi Maria Grazia (PD)  ... 9 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 9 ,
Blazina Tamara (PD)  ... 9 ,
Ghizzoni Manuela (PD)  ... 9 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 10 ,
D'Ottavio Umberto (PD)  ... 10 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 10 ,
Bono Sabrina , Capo del Dipartimento per programmazione e gestione risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR ... 10 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione depositata dalla dott.ssa Bono e dalla dott.ssa Montesarchio ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
FLAVIA PICCOLI NARDELLI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche tramite la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Direttrice Generale della Direzione edilizia scolastica, fondi strutturali e innovazione digitale del MIUR, Simona Montesarchio, e del Capo del Dipartimento per programmazione e gestione risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR, Sabrina Bono.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'edilizia scolastica in Italia, l'audizione della direttrice generale della Direzione edilizia scolastica fondi strutturali e innovazione digitale del MIUR, dottoressa Simona Montesarchio, e del capo del Dipartimento per la programmazione e gestione risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR, dottoressa Sabrina Bono.
  Per noi questa seduta è molto importante perché conclude il ciclo di audizioni che abbiamo ripreso, per terminare al meglio questa indagine conoscitiva che avevamo interrotto e che, per concludersi degnamente, aveva bisogno di un aggiornamento su tutto quello che è stato fatto nell'ultimo periodo. Le vostre audizioni chiudono, infatti, il nostro approfondimento, cui seguirà la stesura e l'approvazione del documento finale.
  Do, quindi, la parola alla dottoressa Bono.

  SABRINA BONO, Capo del Dipartimento per programmazione e gestione risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR. Buon pomeriggio a tutti. Ringraziamo la VII Commissione e il presidente per averci dato l'occasione di fare il punto sull'edilizia scolastica, anche rispetto alla precedente audizione del MIUR. Sono passati soltanto tre anni ma, in termini di attività amministrativa sull'edilizia, è come se ne fossero passati trenta.
  Innanzitutto, rispetto al 2013, a livello di ministero, è cambiata la governance della policy dell'edilizia dal momento che, nell'ambito della riorganizzazione del 2014, una direzione di nuova istituzione è stata dedicata proprio all'edilizia scolastica, cosa che rappresenta una grande innovazione e un segnale della grande importanza riconosciuta alla problematica da parte del MIUR. Soprattutto, però, c'è stato l'avvio di un modello organizzativo necessitato dall'istituzione, nel 2013, del Fondo unico per l'edilizia scolastica nel bilancio del MIUR, in cui sono confluite quasi tutte le risorse relative all'edilizia scolastica presenti nel bilancio dello Stato. Ovviamente, avere una struttura di riferimento aiuta nella governance amministrativa.
  Come potete vedere nella prima slide, accanto a quello della governance amministrativa è stato riavviato anche il discorso di una cabina di regia permanente sull'edilizia scolastica perché, come emerso anche dai risultati delle prime audizioni nell'ambito dell'indagine conoscitiva partita nel 2013, una delle principali problematiche relative all'edilizia scolastica è costituita dalla frammentazione delle competenze istituzionali stabilite dalla normativa, con la conseguente difficoltà di realizzare Pag. 4delle policy basate sull'intervento di più soggetti istituzionali, quindi su una multilevel governance.
  Finalmente, dopo più di 17 anni, è stato nuovamente ricostituito presso il MIUR l'Osservatorio nazionale per l'edilizia scolastica, previsto dalla legge n. 23 del 1996, composto sia da una parte politica, sia da una struttura tecnica di accompagnamento; si riunisce almeno una volta al mese in caso di particolari emergenze o nuovi filoni amministrativi che devono avviarsi. È composto, oltre che dal MIUR, da tutti gli altri ministeri che hanno una competenza in materia (Ministero delle finanze, delle infrastrutture e trasporti, dei beni e le attività culturali), e dalla Protezione civile. Come ultima novità, sempre a livello di governance centrale è stata introdotta, con apposita novella normativa, anche la struttura di missione per l'edilizia scolastica, costituita nel 2014 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Come dicevo, si tratta di una multilevel governance, con la presenza di regioni, ANCI e UPI all'interno dell'Osservatorio.
  Si sta rivelando molto produttiva un'altra novità introdotta soltanto di recente, anche se con qualche problema di rodaggio iniziale. Mi riferisco alla partecipazione, su richiesta, delle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale in materia di edilizia scolastica. Ci è stata richiesta, infatti, la partecipazione da parte di Cittadinanzattiva e di Legambiente. Questo scambio, in una cabina di regia istituzionale, ha consentito, effettivamente, un approfondimento di tutte le tematiche.
  Dicevo del cambiamento anche a livello di risorse finanziarie a seguito dell'istituzione del Fondo unico per l'edilizia scolastica. A breve la dottoressa Montesarchio entrerà nei dettagli delle risorse, che in questi tre anni hanno rappresentato sicuramente la svolta maggiore, insieme alla scelta delle nuove procedure amministrative. Mi permetto di segnalare, tra i cambiamenti degli strumenti, anche la realizzazione dell'anagrafe dell'edilizia scolastica, prevista dalla legge n. 23 del 1996 e finalmente realizzata e messa on line dal MIUR il 6 agosto dello scorso anno. Grazie poi alla collaborazione delle regioni e, a cascata, degli enti locali, siamo finalmente riusciti a creare questo snodo informatico di unione fra le anagrafi presenti nelle diverse regioni. Peraltro, anche le regioni che ne erano prive, sono riuscite a mettersi al passo, seppure in due step, con circa sei mesi di ritardo rispetto alle altre. Il 6 agosto dello scorso anno siamo, appunto, usciti con questo strumento, che prevede diverse applicazioni. Se abbiamo tempo, vorremmo illustrarvele, dopo aver parlato dei dati, proprio per dimostrare le potenzialità e l'utilità dello strumento dell'anagrafe dell'edilizia scolastica per la governance. Così com'è, l'anagrafe è ancora molto statica; è una fotografia che rischia di essere poco aggiornata. Invece, con queste implementazioni, vorremmo renderla molto più dinamica.
  Lo strumento principale, del quale parleremo a breve, è quello della programmazione unica nazionale. È un procedimento amministrativo (per dirla in termini giuridici) che coinvolge tutti gli enti della filiera di multilevel governance di cui vi parlavo e che consente di avere un quadro chiaro delle priorità di intervento sull'edilizia di triennio in triennio, visto che abbiamo operato in maniera triennale.
  Lascio la parola alla dottoressa Montesarchio, che illustrerà i dati. In calce riprenderò la parola per fare alcune precisazioni. Poiché abbiamo seguito i vostri lavori, vorrei, infine, fare alcune precisazioni in relazione ad alcuni interventi fatti in precedenti audizioni che hanno bisogno di qualche rettifica riguardo ai dati forniti.

  PRESIDENTE. Grazie alla dottoressa Bono. Do la parola alla dottoressa Montesarchio.

  SIMONA MONTESARCHIO, Direttrice Generale della Direzione edilizia scolastica, fondi strutturali e innovazione digitale del MIUR. Grazie, presidente. Ringrazio la Commissione perché – come ha detto la dottoressa Bono – forse questa è una delle prime opportunità ufficiali in cui il Ministero può finalmente esporre i dati relativi Pag. 5al lavoro che è stato svolto in un anno e mezzo, ovvero dalla creazione della direzione.
  Abbiamo preparato queste slides per dire che il primo atto normativo – in fondo c'è una slide con tutti i riferimenti normativi – è del 2012. Nel 2013 è stato creato il Fondo unico e sono state concesse le prime risorse sull'edilizia scolastica, ovvero i 150 milioni gestiti dal ministero. Da quel momento, c'è stato un incremento più o meno costante di risorse, che sono andate aumentando di anno in anno. Mi piacerebbe sottolineare, però, che l'aver concentrato in un Fondo unico per l'edilizia e in un'unica programmazione nazionale tutti gli interventi per l'edilizia scolastica ci ha consentito di avere un metodo nuovo, ma soprattutto delle regole che potessero essere, per quanto possibile, comuni. Infatti, adesso attuiamo regole tecniche sull'aggiudicazione dei lavori, sulle economie di gare e sulla gestione delle varianti, uguali su tutto il territorio nazionale, senza possibilità di differenziazione né tra una regione e l'altra, né tra i vari livelli di programmazione.
  Abbiamo creato anche un sito Internet del ministero con le varie voci di finanziamento che potete vedere e che, sostanzialmente, si riferiscono a tutte le procedure gestite dal Ministero dell'istruzione e che adesso analizzeremo nel dettaglio.
  Partiamo dal Fondo unico per l'edilizia, sul quale sono presenti residui per 150 milioni di «Scuole sicure» (vedremo precisamente nel dettaglio), le risorse per l'adeguamento sismico degli edifici, che erano vecchi fondi della Protezione civile, qui confluiti, le risorse per le indagini diagnostiche, quelle per l'alluvione in Sardegna e i contributi pluriennali per i mutui BEI, senza contare quanto la legge di stabilità per il 2016 ha posto a carico del Fondo unico a partire dal 2017, ovvero circa 1,7 miliardi.
  È stato possibile gestire tutto questo dando nuovo vigore – come diceva la dottoressa Bono – all'anagrafe dell'edilizia scolastica. Per la prima volta, il 6 agosto 2015 abbiamo reso pubblici i dati attraverso lo strumento «Scuole in chiaro». Al momento, non c'è ancora una georeferenziazione precisa, ma è possibile, effettuando una ricerca per edificio, ottenere diversi dati riguardanti sia l'anagrafica dell'edificio (come l'anno di costruzione), sia i dati di georeferenziazione o catastali, sia i vincoli esistenti sugli edifici, o anche lo stato di conservazione del corpo di fabbrica. È altresì possibile conoscere le condizioni di sicurezza, quindi le certificazioni che riguardano l'agibilità, il collaudo e la prevenzione incendi.
  Al momento, l'anagrafe dell'edilizia è una fotografia piuttosto statica. Il primo passo è stato rendere pubblici i dati che vi sono stati riversati, ma per il momento l'anagrafe funziona ancora su snodi regionali. Proprio per questa ragione, vorremmo creare un nuovo progetto di anagrafe. Attualmente ogni regione ha la sua banca dati che, periodicamente (di solito due volte l'anno), riversa i dati sulla piattaforma centrale. In realtà siamo ancora lontani dall'anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica, perché il ministero ancora non vede i dati in tempo reale, ma deve attendere lo scarico da parte delle regioni. Per contro, il nostro progetto di anagrafe – su cui, ovviamente, vorremmo investire delle risorse che ci consentano di realizzare gli obiettivi che vi dirò – è quello di creare un fascicolo elettronico dell'edificio scolastico che possa essere interoperabile con le banche dati esistenti. In pratica, se oggi il comune, per poter essere pagato, deve necessariamente compilare delle schede di monitoraggio anche abbastanza dettagliate, non dobbiamo costringere lo stesso tecnico del comune a fare per due volte lo stesso lavoro, una per ottenere i pagamenti e le liquidazioni e un'altra per compilare l'anagrafe dell'edilizia scolastica. Dobbiamo, dunque, raggiungere l'obiettivo di rendere le banche dati esistenti interoperabili, soprattutto per dare un senso all'infinità di dati che abbiamo e che ci derivano dal monitoraggio di tutte le azioni che stiamo facendo e poterli utilizzare per diversi scopi. A questo proposito, ricordo che in occasione della firma del contratto per i mutui BEI, alla presenza del Ministro, la Banca europea degli investimenti ha detto che il sistema di monitoraggio dei mutui BEI che avevamo realizzato era il migliore esistente in Europa, essendoci basati Pag. 6sul sistema di monitoraggio dei fondi strutturali e, quindi, prendendo dall'Europa quei criteri e quei principi per trasfonderli nelle procedure nazionali. Quel sistema di monitoraggio ci garantisce di sapere in tempo reale quante risorse e quante economie abbiamo, fin dal momento in cui gli enti locali fanno le gare, consentendoci un più efficace reinvestimento delle risorse su altri interventi in graduatoria. Finora abbiamo investito – poi potremo vedere il dettaglio – almeno 22 milioni sulla vecchia programmazione di 150 e almeno 65-67 milioni sulla nuova programmazione relativa ai 400 milioni. In sostanza, è come se avessimo dato origine a una nuova programmazione.
  Un altro obiettivo che vorremmo realizzare è quello di un utilizzo dell'anagrafe come piattaforma che serva anche alle regioni per poter gestire e caricare i progetti. In questo modo, potremmo seguire il progetto – ovvero l'avvio del lavoro pubblico sulla scuola – fin dall'inizio, cioè dalla fase di progettazione, fino a quella di esecuzione, quando vengono caricati i certificati di regolare esecuzione.
  Questa è la tabella di cui vi dicevo, che deriva da un'analisi dei dati presenti nell'anagrafe attuale, non ancora evoluta. Abbiamo il numero totale di edifici (42.292), di cui 36.353 attivi. Negli ultimi mesi abbiamo avuto un incremento di circa 3.000 edifici attivi perché è stato fatto un lavoro massivo di aggiornamento, anche a livello regionale, dei dati dell'anagrafe. Gli edifici non attivi sono legati ad azioni di ridimensionamento della rete scolastica, per cui il dato può essere abbastanza veritiero.
  Questa, invece, è la programmazione triennale 2015-2017, soggetta a un aggiornamento annuale. Il mese scorso abbiamo aggiornato i piani 2016 per partire con la nuova programmazione. Il primo anno in cui è stata redatta la programmazione, cioè nel 2015, erano presenti 6.197 richieste di intervento da parte degli enti locali, per una programmazione complessiva, ovvero per una richiesta di finanziamento di 3,6 miliardi. Se teniamo conto della programmazione di mutui BEI, tenendo fermo il piano 2015 di 905 milioni – abbiamo il dettaglio dei dati – e il nuovo Piano 2016, che sta per partire, di circa 230 milioni, si arriva a 1,1 miliardi di copertura degli interventi. Questo, ovviamente, senza considerare le economie derivanti dalle procedure di gara che in questo momento non sono previste, ma rispetto alle quali ci aspettiamo un incremento di almeno 200 milioni in termini di ulteriori economie da reinvestire sullo scorrimento delle graduatorie. Inoltre, con l'investimento delle risorse stanziate dalla legge di stabilità per il 2016, che potremmo utilizzare dal 2017, ci aspettiamo uno scorrimento di 1,5-1,7 miliardi. Possiamo quindi affermare di essere a buon punto.
  Questo è il dettaglio delle risorse che abbiamo gestito relativamente alle singole misure, ovvero alle varie programmazioni che fanno capo al ministero; ne eviterei la lettura, perché inutile. I programmi più ampi sono sicuramente «Scuole sicure»; mutui BEI, di cui abbiamo avuto l'annualità 2015 e 2016 grazie alla legge sulla «Buona scuola», che ha incrementato le risorse per l'anno 2016, le indagini diagnostiche, una misura sui solai e sui controsoffitti. A questo proposito, abbiamo concluso 1.460 interventi; 3.800 sono ancora in corso, ma sappiamo che normalmente le scuole fanno eseguire gli interventi nei periodi di chiusura, per cui possiamo aspettarci un incremento del numero di interventi nel periodo estivo appena iniziato.
  Da ultimo, nella tabella sono presenti i fondi della Protezione civile che sono confluiti dal 2015. Il primo anno abbiamo gestito due annualità (2014 e 2015) perché c'è stato un anno di ritardo nell'accreditamento delle risorse della Protezione civile sul nostro Fondo unico. A ogni modo, dal 2015 continuano a esserci 20 milioni all'anno, come da normativa vigente.
  Abbiamo poi la programmazione dei fondi strutturali di competenza del Ministero e dobbiamo ancora avviare una programmazione di 422 milioni sul 2014-2020, al momento non attuata. La nostra idea è integrare le risorse nazionali con quelle dei fondi strutturali per eseguire interventi il più possibile coerenti tra loro.
  Vi sono, ancora, i fondi della Sardegna, pochi, ma anch'essi significativi; c'è il programma Pag. 7 «Scuole belle», di cui vi parlerà la dottoressa Bono.
  C'è anche lo sblocco del patto di stabilità, con l'incremento di 480 milioni previsto dalla legge di stabilità, di cui si è occupata finora la Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi la struttura di missione. Tuttavia, lo abbiamo inserito anche nella nostra programmazione perché si tratta di risorse destinate allo sblocco del patto per interventi derivanti da «Scuole sicure» o da mutui BEI, quindi relativi alle nostre procedure.
  Riguardo al progetto «Scuole innovative», è partito da poco il relativo bando. Si tratta di un finanziamento di 350 milioni; sono state individuate 52 aree per la costruzione delle scuole del futuro, come abbiamo detto nel nostro slogan. È un intervento importante, non tanto per il fatto che verranno costruite scuole nuove, ma per la coscienza che si sta creando in tutto il Paese. A questo riguardo, stiamo facendo un tour, in alcuni casi anche con il Sottosegretario, per promuovere una sorta di progettazione partecipata, chiedendo alle scuole, ai docenti, ai cittadini e ai genitori l'idea di scuola innovativa che desiderano. Devo dire che la risposta è stata molto alta. In alcuni casi, i genitori hanno risposto che, pur stando nel consiglio d'istituto da vari anni, non avevano mai avuto occasione di poter valutare gli spazi idonei per un bambino o per un ragazzo. Pubblicheremo questi risultati sul sito internet «Scuole innovative» che abbiamo realizzato a questo scopo.
  Sono previsti interventi per la certificazione di agibilità, ma ci sono solo 10 milioni sul nostro fondo. Rispetto ai fondi immobiliari, per il momento ha iniziato il comune di Bologna, con un intervento da 5 milioni.
  Abbiamo poi le risorse che chiamiamo «articolo 1, commi 161-162», non per complicare le cose, ma perché la «Buona scuola» prevedeva delle misure per recuperare economie da vecchie procedure di edilizia non più utilizzate. Abbiamo fatto il monitoraggio che spetta al MIUR, secondo la legge n. 23 del 1996 – vecchia di 20 anni – da cui abbiamo recuperato 100 milioni. Sono in atto tutte le procedure per la revoca di finanziamenti, perché tecnicamente vanno revocati, anche se sono fermi da dieci anni. Ad ogni modo, a oggi, abbiamo accertato 100 milioni di euro.
  Voglio evidenziare che, in ogni caso, teniamo molto ai sistemi di monitoraggio, perché ci consentono di reinvestire risorse.
  Questo è lo schema complessivo che evidenzia risorse per circa 6,3 miliardi sull'edilizia, derivanti dalla somma delle diverse voci, oltre a 1,7 miliardi previsti dalla legge di stabilità. Non sono compresi i 350 milioni del Fondo Kyoto, perché non vengono gestiti dal nostro ministero, né alcune risorse dei POR regionali per i quali possiamo solo fare degli accordi con le regioni. Abbiamo poi le economie derivanti dai programmi stralcio del Ministero delle infrastrutture che non gestiamo noi e per le quali non abbiamo, a oggi, dati certi. Le abbiamo comunque stimate in circa 70 milioni di euro.
  Qui c'è un ulteriore dettaglio relativa alla programmazione programmazione di «Scuole sicure». Si tratta di 150 milioni, con le percentuali dei lavori, delle relative economie e del numero degli interventi che è stato possibile rifinanziare grazie ad esse. Questa è la delibera CIPE n. 22 del 2014, in cui ogni pagina ha il suo dettaglio, con le percentuali di economia accertate e di interventi di reinvestimento.
  Analogo discorso può essere fatto per la scheda sul piano di mutui BEI, con 1.215 interventi, sui fondi PON, l'alluvione in Sardegna, le indagini diagnostiche (vi lasciamo i dati, quindi potete vederli), per il progetto «Scuole innovative», di cui vi parlavo e di cui è in atto il concorso di idee, con la pubblicazione del bando. Abbiamo realizzato già il concorso per le scuole, che sarebbe la terza fase, e svolto il primo hackathon sull'edilizia scolastica, con un investimento in premi per le scuole.
  Vi lascio anche i dati su come è cambiata la governance e su cosa stiamo facendo. Un altro interessante strumento è la «app» per l'edilizia scolastica, che potete scaricare già oggi, anche se non è ancora aggiornatissima sullo stato degli edifici, perché non ancora tarata sull'anagrafe dell'edilizia, Pag. 8 anch'essa ancora non aggiornata. Funzionano, però, benissimo le notifiche relative a tutte le news che pubblichiamo sul sito. Contestualmente, è possibile per i cittadini caricare, quindi segnalare situazioni di criticità, o anche le buone pratiche nell'edilizia che magari esistono già.
  Stiamo poi lavorando in sinergia con il Piano nazionale per la scuola digitale perché, così come guardiamo all'esterno, ovvero alla sicurezza degli edifici, guardiamo anche all'interno, quindi laboratori, biblioteche, laboratori professionalizzanti, ambienti digitali, infrastrutturazione della rete WLAN, con il Wi-Fi nelle scuole, che stiamo finanziando contemporaneamente e parallelamente in considerazione dell'importanza che rivestono per noi gli spazi sia esterni, sia interni. Rispetto a quello che faremo, partirà a brevissimo un concorso per tutte le scuole che hanno concluso la fase del programma «Scuole sicure», rispetto al quale finanzieremo l'acquisto di arredi innovativi per 20 scuole. Chi ha concluso i lavori e avrà fatto una scuola nuova, potrà, pertanto, avere anche gli arredi nuovi.
  C'è, poi, la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, che cade il 22 novembre, come stabilito in forza di un emendamento di questa stessa Commissione. Al riguardo, abbiamo già un logo, una app, una vetrina interattiva, uno spot e un cortometraggio; dobbiamo soltanto premiare le scuole, ma saranno tutte disponibili, da settembre, a far partire la nuova campagna per la giornata del 22 novembre.
  Abbiamo anche promosso una giornata internazionale per la sicurezza nelle scuole con la partecipazione e il coinvolgimento dell'OCSE, che sarà il 27-28 settembre 2016: la prima che si svolgerà in Italia.
  Ancora: è previsto un accordo con l'Agenzia dei beni confiscati, per l'utilizzo di eventuali beni a fini didattici. Lo stesso vale per l'Agenzia del demanio, per una ricognizione delle affittanze passive o di edifici dismessi, per capire dove è possibile intervenire. Sta, infine, per partire anche un piano palestre e un piano mense.
  Passiamo ora a che cosa dobbiamo migliorare, rispetto a cui ci può servire un aiuto anche da parte della Commissione.
  Innanzitutto, è necessaria una maggiore precisione nei dati e quindi realizzare quel progetto di anagrafiche che ho descritto, possibilmente anche migliorandolo ulteriormente. Dobbiamo riconfermare le deroghe sull'edilizia scolastica perché, essendo entrato in vigore il nuovo Codice dei Contratti, abbiamo bisogno che le deroghe, non sulle procedure, ma sulle tempistiche degli appalti in materia di edilizia scolastica, siano confermate.
  Dobbiamo, inoltre, stringere accordi con le regioni per la gestione dei fondi strutturali per agire in maniera coordinata. Se è possibile, ci servirebbero risorse aggiuntive per potere intervenire sui dati specifici dell'anagrafe, per esempio migliorando i dati sull'amianto, sull'antincendio e, in particolare, sulle verifiche statiche.
  Questa è, infine, la normativa di riferimento. Mi fermo qui, grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Montesarchio per questa esposizione molto esauriente. I dati forniti sono stati distribuiti. Mi pare che la dottoressa Bono volesse reintervenire, ma alla fine, se ho capito bene. Do quindi la parola ai colleghi che intendono porre questioni.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Intervengo innanzitutto per ringraziare del lavoro svolto e del materiale che ci lasciate oggi. Infatti, essendo questa l'ultima audizione, quello che ci consegnate oggi è molto prezioso anche per la stesura del documento finale. In particolare, ho apprezzato moltissimo le due ultime due slides, nelle quali ci chiedete addirittura di rafforzare il vostro lavoro e lavorare, così, in sinergia con voi.
  Finisco con una considerazione e una domanda veloce. A me sembra che si possa dire che, effettivamente, nel corso di questi mesi e di questi anni l'atteggiamento nei confronti dell'edilizia scolastica sia cambiato. Infatti, si interviene e si collabora. Abbiamo, però, bisogno di fare anche un lavoro sulla percezione. In questi giorni sto leggendo un libro che intitolato «Le cose Pag. 9come sono». Ecco, a volte la realtà non è esattamente quella che viene percepita. Allora, è fondamentale un lavoro di comunicazione. Penso che l'occasione possa essere nella giornata della sicurezza, quando, teoricamente, tutte le scuole del nostro Paese dovrebbero essere impegnate a ragionare sulla sicurezza. Vorrei, dunque, capire come sta andando la preparazione di questa giornata. Peraltro, ho visto che ne avete aggiunta un'altra con l'OCSE, quindi, immagino, seguirà anche un confronto internazionale.
  Finisco dicendo che rileggerò i dati, perché la somma non è di immediata comprensione. Credo, però, sia fondamentale mantenere la rotta sulla programmazione nazionale. Trovo estremamente importante che i criteri con i quali viene data la priorità all'intervento e alla sua gestione siano omogenei in tutto il Paese.
  La mia considerazione è questa: dobbiamo fare in modo che l'edilizia scolastica corrisponda a un livello essenziale delle prestazioni. Se il Paese non ha edifici per fare scuola, non garantisce un diritto ai cittadini. L'edificio sicuro, adeguato e accogliente è il modo migliore per garantire una prestazione. Se questo non c'è, non funziona. Pertanto, se stiamo andando in questa direzione, stiamo raggiungendo un obiettivo epocale per il nostro Paese.

  MARIA GRAZIA ROCCHI. Grazie per l'utilissimo materiale, prezioso e adatto alla comunicazione con i nostri territori di riferimento (amministrazioni comunali, provinciali e quant'altro). Vorrei chiedere un dato. Ne colgo traccia nell'ultima diapositiva, ma vorrei sapere se la dottoressa Montesarchio, che sta presidiando questo settore con efficacia, ha avuto modo di valutare l'impatto della semplificazione burocratico-amministrativa sulla possibilità di incrementare il numero degli interventi fra il programmato e l'attuato.
  Infatti, uno dei dati che colpiva nella fase precedente dell'indagine era il gap enorme fra quanto si programma e quanto in realtà si realizza. In questo caso vedo le cifre risalire, segno c'è anche una migliore capacità di elaborazione, di programmazione e di progettazione da parte delle amministrazioni preposte. Ora, la semplificazione, già inserita nelle leggi n. 104 e n. 107, ha aiutato in tal senso? Quant'altro si potrebbe fare in questa direzione?

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Rocchi. Abbiamo ora l'onorevole Blazina.

  TAMARA BLAZINA. Risparmio il tempo per i ringraziamenti. Vorrei porle una sola domanda. Rispetto ad alcuni interventi che sono molto antecedenti non solo alla costituzione del nuovo dipartimento, ma anche rispetto al decreto-legge n. 104 – mi riferisco, per esempio, ad alcuni interventi che conosco e che risalgono addirittura al 2010, tramite fondi CIPE e così via – ci sono delle criticità rispetto alle procedure e all'utilizzo dei fondi.
  Avete una visione di queste situazioni? C'è qualche possibilità di intervenire affinché si possa andare avanti per seguire l’iter in maniera più spedita, conformemente a quello che sta accadendo con gli interventi eseguiti negli ultimi due anni?

  MANUELA GHIZZONI. Vorrei fare una considerazione e una domanda per verificare se ho capito bene. Quando abbiamo iniziato quest'indagine conoscitiva, abbiamo interpellato soggetti di ministeri diversi. Non è stato vent'anni fa, ma solo qualche anno fa. Questo significa – mi ricollego alla domanda che ha fatto l'onorevole Blazina – che adesso abbiamo un sistema, pur perfezionato e ancora perfezionabile, grazie al quale abbiamo la situazione allo stato attuale dei finanziamenti, della programmazione e di come procedono i lavori, indipendentemente da chi siede sul seggio più alto di viale Trastevere.
  Si tratta, quindi, di uno strumento operativo utile per tutti, dalle famiglie, agli operatori dei comuni, ai decisori politici. Fermo restando il pregresso, che adesso cominciamo a recuperare, anche con il riutilizzo dei residui, ma che rimane un'operazione non facile, avendo fallito precedentemente sulla gran quantità di residui. Per esempio, rispetto ai finanziamenti della legge obiettivo, avevamo percentuali, a cinque anni di operatività, che non arrivavano Pag. 10al 20 per cento. Questo è veramente un fallimento perché significa stanziare i soldi e non spenderli. Qualcosa ancora resta: mi sembra che si possa dire che abbiamo uno strumento di conoscenza utile, appunto, anche per noi, cioè per i decisori.
  Vengo al tema. A parte il fatto che finalmente abbiamo una utilissima tabella riassuntiva, oggi i finanziamenti stanno in parte su soggetti diversi. Penso a quelli della Protezione civile, che non sono molti, ma sono comunque significativi. Per quelli dell'ambiente abbiamo svolto un'audizione e anche per quelli avrei invocato un'attribuzione diretta, ma è lo stesso.
  Vengo, adesso, a una domanda sulla programmazione triennale. Sintetizzo in questo modo. Abbiamo fatto una programmazione triennale – basata sul principio di farci dire dai territori quali sono le esigenze, ovvero riconoscendo ai territori un ruolo di priorità provinciale e regionale o in alcuni casi solo regionale – che ammontava a 3,6 miliardi. Adesso, a metà del piano, ovvero del triennio, siamo a 1,4 miliardi, compresi i residui. A quanti interventi corrispondono?
  Se volessimo andare avanti con l'esecuzione di tutto il piano, nelle prossime leggi finanziarie cosa dobbiamo finanziare e con quali modalità? Dobbiamo ripartire dai mutui BEI? Insomma, le chiedo una valutazione sull'efficacia delle linee di finanziamento. Forse perché è nata qui, ma abbiamo una predilezione per i mutui BEI. Ecco: hanno dato una risposta reale o sono meglio i 150 milioni?
  So che siete tecnici, quindi vi chiedo una valutazione, appunto, di carattere tecnico sull'efficacia delle linee di finanziamento che abbiamo messo in campo.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ghizzoni. C'è grande interesse da parte della Commissione.

  UMBERTO D'OTTAVIO. Le rivolgo una questione che mi hanno posto molti sindaci e amministratori sull'utilizzo del Patto di stabilità. Infatti, per il 2016 non potrà essere consumato nello stesso 2016. Sembra che la norma non sia chiara sul fatto che è difficile spendere quei 480 milioni nel 2016. Bisognerebbe capire se e come possono essere spesi successivamente. So che se ne occupa l'unità di missione, ma lo chiedo a voi che siete qui oggi.

  PRESIDENTE. Do la parola alla dottoressa Bono.

  SABRINA BONO, Capo del Dipartimento per programmazione e gestione risorse umane, finanziarie e strumentali del MIUR. Parto dal tema che sento più mio, essendo una burocrate con orgoglio. Mi riferisco alla semplificazione amministrativa. Proprio in questa Aula, avendo fatto un monitoraggio, mi sono ritrovata a dare la tempistica degli interventi partiti sulla base dei vecchi filoni, nei quali accadevano delle cose particolari: le risorse venivano date tutte in anticipo per poi vedere, dopo cinque anni, l'intervento non realizzato, e quindi la necessità del recupero, con tutti i vari problemi.
  Oggi sono cambiati gli strumenti normativi. Quando la dottoressa, Montesarchio tra le richieste di aiuto a voi rivolte, inseriva quella di mantenere le deroghe, nonostante il nuovo Codice dei contratti, non si riferiva – come ha specificato – a deroghe sulle procedure, che garantiscono la legalità delle gare, ma a quelle sulle tempistiche, che sono state introdotte a partire dallo strumento di «Scuole sicure», quindi dal «decreto del fare» (n. 69 del 2013) in poi.
  Ebbene, quelle deroghe, che sono state perfezionate man mano, debbono continuare a esistere perché, insieme a una diversa concezione del finanziamento per stati di avanzamento lavori (con un anticipo, uno stato di avanzamento lavori e una conclusione), hanno consentito di arrivare a numeri di realizzazione di interventi, che trovate nei dati, stratosferici rispetto ai filoni di allora, anche se assolutamente da migliorare nell'ambito di un'amministrazione che deve essere sempre più efficiente nell'utilizzo delle risorse e nella spesa.
  Lo stesso discorso vale per la tempistica. Non possiamo fare di più. Noi stessi stiamo cercando di accelerare i nostri tempi, basandoci Pag. 11 sulle risorse umane che abbiamo. Tuttavia, non siamo rimasti in molti al MIUR, nonostante la percezione esterna sia quella di un pachiderma.
  Occorre, quindi, mantenere quelle stesse deroghe di natura temporale. Dopodiché, la semplificazione ha aiutato e potrà ancora farlo.
  Quelli a cui faceva riferimento l'onorevole Blazina, sono gli interventi che rientravano nei piani stralcio, con le delibere CIPE del 2010, ma sono gestione MIT. Questo non è per dire che il MIUR sia più bravo del MIT perché sono gestiti con le procedure e le tempistiche basate sulla normativa di allora. Questa è la differenza. Non si tratta di chi è più o meno bravo. Purtroppo, siccome ci confrontiamo con l'altro ministero, temo che non siano ancora neanche nella fase di sblocco, mentre noi siamo riusciti ad accelerare e a sbloccare gli interventi di nostra competenza sulle delibere CIPE, che, però, ammontavano solo a 100 milioni e non rientrano tra quelli del 2010 che citava lei.
  Per quanto riguarda le risorse finanziarie, non so se avete notato la signorilità della dottoressa Montesarchio. Tra le richieste d'aiuto, c'era anche quella delle risorse finanziarie, ma è andata avanti con la slides e non lo ha detto. Certamente occorrono risorse finanziarie aggiuntive.
  I due strumenti che hanno dimostrato di funzionare di più sono stati «Scuole sicure» e i mutui BEI. Tuttavia, i mutui BEI – che anche noi sentiamo un po’ nostri, avendo fatto una lunga negoziazione con BEI – continuano ad avere una certa complessità, non tanto da parte nostra e nemmeno degli enti locali, per i quali la realizzazione dell'intervento è la stessa che possono fare con «Scuole sicure», ma da parte delle regioni che hanno un problema di contratto di mutuo, cosa che ha allungato i tempi.
  Se potessimo parlare a cuore aperto, dovremmo dire che il meccanismo e la procedura di «Scuole sicure» garantiscono sicuramente maggiore efficientamento e movimentazione di risorse e di interventi da vedere realizzati.
  Ringrazio l'onorevole D'Ottavio per aver riconosciuto l'esistenza di questa sinergia. Infatti, mi sembra quasi impossibile poter parlare in questo modo in una Commissione.
  La giornata della sicurezza, che è nata grazie all'ispirazione di un disegno di legge che vedeva anche lei tra i firmatari, è stata istituita. Stiamo già lavorando alla prossima perché essendo stata istituita quasi in costanza di ricorrenza, nell'anno 2015 non c'è stata un'adeguata celebrazione della giornata.
  Si è fatto un apposito concorso fra le scuole per far proporre, e quindi scegliere, un simbolo disegnato e realizzato dalle scuole stesse. Sono stati già valutati i progetti, ma abbiamo aspettato ad annunciarlo perché volevamo fatto farlo nel momento del lancio della giornata.
  Per le iniziative di quella giornata stiamo lavorando sia con Cittadinanzaattiva, sia con le altre associazioni che da sempre si caratterizzano per l'impegno in quella giornata, nonché con l'associazione «Vito Scafidi» e direttamente con la mamma di Vito Scafidi, che sta dando una disponibilità estrema e che salutiamo sempre con grande affetto.
  Insomma, stiamo lavorando per cercare di fare sinergia perché anche in quella giornata è brutto vedere iniziative tra loro separate, purtroppo talvolta in memoria di tristi vicende, che celebrano l'importanza della sicurezza nelle scuole.
  Consentitemi un'ultima precisazione, che dovevo fare fin dall'inizio. In una precedente audizione è stato chiesto, con specifica domanda, una precisazione su «Scuole belle». Allora, parlare di «Scuole belle» non è parlare di edilizia scolastica, ma tutt'altra cosa: riguarda i servizi di decoro e di manutenzione. Tuttavia, abbiamo tenuto a inserire una slide che riepiloghi i dati relativi sia al numero di interventi, sia alle risorse finanziarie, al fine di rettificare alcune informazioni che ho sentito nelle precedenti audizioni. Voglio quindi specificare questo punto, visto che mi occupo di questo argomento da tre anni e so anche quanta confusione giuridica c'è. Pag. 12
  Il monitoraggio delle gare viene fatto dal MIUR su tutti i filoni dell'edilizia scolastica, ma ricordo a tutti che stiamo parlando di gare Consip.
  Tranne due territori dell'Italia, ovvero la Sicilia, – da pochissimo, però, anch'essa aggiudicata alla Consip – e la Campania, dove un lotto, quello di Napoli, non è stato aggiudicato e su quello delle altre province abbiamo il problema di un contenzioso arrivato fino alla Corte di giustizia europea, (si tratta della norma che sta portando in proroga le precedenti gare), segnalo – cosa che abbiamo fatto anche con una precisazione all'ANAC, a seguito del parere che era stato da loro reso, con un'ulteriore precisazione – che i servizi di pulizia e di conseguenza i servizi di manutenzione e decoro, che sinteticamente vengono definiti «Scuole belle» e che nulla hanno che vedere con l'edilizia, si basano in tutte le regioni d'Italia (eccezion fatta per la Campania) su gare Consip, il cui monitoraggio spetta, come è giusto che sia, alla Consip stessa.
  Ovviamente, noi effettuiamo un monitoraggio molto preciso sui singoli interventi di decoro e i singoli finanziamenti che diamo alle scuole. Sono a disposizione – non è questo il momento, dati i tempi stretti – anche per ulteriori precisazioni, visto che mi risulta che fosse stato richiesto il criterio con cui è stilata la graduatoria.
  A questo riguardo, sottolineo che non si tratta di un algoritmo matematico che si basa su cinque criteri: non è casuale a quale scuola viene dato e a quale no. Insomma, non è un meccanismo clientelare, ma un algoritmo matematico che ha sviluppato una graduatoria dal 2014 fino al 2016.
  Sono – ripeto – a disposizione per fornire ogni altro chiarimento.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Bono e la dottoressa Montesarchio dell'esauriente contributo. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione depositata dalla dottoressa Bono e dalla dottoressa Montesarchio. (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.

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