XVII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 4 di Giovedì 9 febbraio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA BIGLIETTAZIONE DELLO SPETTACOLO DAL VIVO

Audizione di rappresentanti
di Assomusica.

Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 
Spera Vincenzo , Presidente di Assomusica ... 3 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 5 
Brugnerotto Marco (M5S)  ... 5 
Spera Vincenzo , Presidente di Assomusica ... 5 
Rampi Roberto (PD)  ... 6 
Bonaccorsi Lorenza (PD)  ... 7 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare-NCD-Centristi per l'Italia: AP-NCD-CpI;
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Civici e Innovatori: (CI);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-UDC: Misto-UDC.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
FLAVIA PICCOLI NARDELLI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori è garantita anche dalla trasmissione in diretta sul canale web-tv.

Audizione di rappresentanti
di Assomusica.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno porta, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla bigliettazione dello spettacolo dal vivo, l'audizione di rappresentanti di Assomusica. Ricordo che la nostra indagine conoscitiva è iniziata il 20 dicembre 2016 con l'audizione di Massimo Dona, presidente dell'Unione nazionale dei consumatori. Ulteriori audizioni si sono svolte il 19 gennaio scorso, con l'intervento di rappresentanti di Barleys Arts, Ticketone e Trident Music, nonché il 2 febbraio scorso con l'intervento di rappresentanti di Ebay e di SIAE. Informo altresì che questa è l'ultima audizione prevista nell'ambito dell'indagine conoscitiva. Il fatto di essere riusciti a raccogliere tutte queste audizioni in un tempo relativamente breve le rende più significative.
  Nel rivolgere un saluto di benvenuto ai partecipanti di oggi, faccio presente che erano stati invitati anche i rappresentanti di F&P Group e Riserva Rossa, che purtroppo non sono potuti intervenire. Infine comunico che tutti gli invitati all'audizione odierna si sono riservati di consegnare delle memorie, su cui contiamo perché diventa importante poter avere del materiale anche da condividere con gli altri rappresentanti della Commissione. Do la parola al dottor Vincenzo Spera, presidente di Assomusica.

  VINCENZO SPERA, Presidente di Assomusica. Buongiorno a tutti. Grazie soprattutto per l'attenzione che le Commissioni cultura di Camera e Senato stanno dedicando al mondo dello spettacolo, quindi all'attività che in qualche modo necessita di normative adeguate ai tempi. L'argomento di cui parliamo oggi è uno di quei temi che dovrebbero farci guardare non tanto al problema di oggi, ma a quello che si presenterà fra dieci anni o fra due o fra un anno o fra dieci minuti, perché purtroppo il mondo globalizzato e la rete rendono difficile prevedere cosa possa succedere in tempi veramente rapidissimi. Tuttavia, questo ci dà anche la possibilità di capire una cosa importante, in cui credo che l'Italia abbia avuto un ruolo a livello mondiale fondamentale. Il secondary ticketing stranamente è un tema che tutti i Parlamenti e tutti i Governi stanno, quasi in contemporanea, esaminando e discutendo. Non credo ci siano stati altri temi così concomitanti nelle tempistiche e nell'attenzione. Si tratta di un problema che non può essere risolto da un solo Paese, per cui è importante che ci sia questa fase di dibattito mondiale, un tema molto difficile da portare a compimento. Si passa dagli Stati Uniti al Canada, fino alla Cina, dove secondary ticketing viene usato piuttosto per creare la cultura degli spettacoli, quindi serve ad abbassare i prezzi e non tanto ad alzarli. Non c'è un'unità di intenti tra le varie nazioni, perché le posizioni sono molto differenti tra loro.
  Ho portato materiale, in formati sia cartaceo sia digitale, con l'analisi e la descrizione di tutto quello che è successo negli ultimi tre o quattro anni.
  In questo periodo, Assomusica si è occupata del problema, ma non ha trovato Pag. 4riscontro negli organi di controllo, che si sono dichiarati impotenti. La nostra azione è stata, in tempi non sospetti, quella di coinvolgere i parlamentari sul tema. Tutto ciò è sfociato in un primo emendamento, che, su nostra sollecitazione, venne presentato a ottobre al decreto fiscale, ma non fu approvato. Successivamente, c'è stata l'azione mediatica portata avanti da alcuni servizi della trasmissione televisiva Le Iene e il nostro emendamento è stato ripreso. L'emendamento è stato leggermente riadattato e finalmente approvato all'interno della legge di bilancio. Questa situazione ha portato l'Italia – ci sono testimonianze giornalistiche – all'attenzione di tutti i Paesi: dall'Inghilterra all'America, alla Germania, circolava la foto del Ministro Franceschini. Finalmente l'Italia ha fatto qualcosa contro il secondary ticketing e questo ci deve rendere orgogliosi: noi per averlo sollecitato e i parlamentari, che prestando molta attenzione a questo tema, l'hanno reso possibile. Questa è, più o meno, la scena generale.
  Stiamo parlando di un settore che non ha regole e né ha leggi. Vorrei approfittare della vostra pazienza, visto che si sta lavorando alla legge sullo spettacolo, che mi auguro possa finalmente avere luce in questa legislatura e dare una giusta ricompensa a chi se ne sta occupando da due o tre anni o forse più.
  È importante capire le figure professionali coinvolte, perché uno dei punti fondamentali è che questo lavoro può essere svolto da chiunque. Per esempio, il dottor Aprile domani potrebbe andare alla SIAE per aprire un'attività e organizzare un concerto allo stadio Olimpico. Il dottor Aprile non ha nessun know-how per fare fronte a una complessa serie di problemi, a cominciare da quella del ticketing fino alla sicurezza per il pubblico e alla sicurezza per i lavoratori, quindi: il tema è la regolamentazione.
  La nostra associazione in qualche modo si autoregolamenta. Quello di cui ho parlato prima non è il primo caso a cui abbiamo lavorato e per il quale abbiamo preso provvedimenti, sollecitando le istituzioni. Però è sempre molto difficile operare in un quadro che non ha le regole del settore lavorativo. Credo che soprattutto l'onorevole Rampi ne abbia piena conoscenza, perché l'ho visto recarsi sui territori e rendersi conto personalmente di quello che accadeva. Non vorrei dilungarmi troppo su quest'aspetto, perché confido in un'altra occasione per farlo, anche se sarebbe opportuno non far trascorrere troppo tempo e arrivare presto a un decreto, che in qualche modo ci dia la possibilità di lavorare con maggiore tranquillità.
  Passando alle soluzioni dei problemi, mi permetto di offrire alcuni spunti, che in qualche modo hanno una certa affinità con quanto sta succedendo in Svizzera, in Inghilterra e in America. C'è qualche punto che unisce i vari Governi. Il primo punto di unione, per esempio, è la guerra totale ai bot, anche con azioni penali in alcuni casi. In secondo luogo, credo che sia necessaria un'autoregolamentazione. Comunque, gli organi dello Stato preposti hanno in tempo reale la visione di ogni biglietto venduto, perché i biglietti vengono venduti attraverso sistemi direttamente collegati con l'Agenzia delle entrate. Quindi, se si verificano operazioni e movimenti anomali, credo sia facile individuarli. Bisogna sollecitare o dotare l'Agenzia delle entrate di strumenti idonei affinché questo controllo avvenga. Non so se l'Agenzia sia interessata o meno, ma credo che chi si occupa di valutare i possibili recuperi lavori in questo modo; quindi, se ci sono fasi nelle quali è più facile intervenire per recuperare soldi, s'investe su quest'aspetto e non su altro. L'altro elemento, che mi sembra sia già contenuto nell'emendamento presentato dall'onorevole Rampi, è quello della possibilità per il singolo cittadino, che per qualsiasi motivo ne abbia la necessità, di poter rivendere questi biglietti. Anche su questo mi sembra ci sia sintonia. Il Governo inglese sta ragionando, per esempio, sulla possibilità di stabilire la percentuale massima che chi gestisce il sito può applicare e, per farlo, deve esser autorizzato dall'organizzatore. In aggiunta, si potrebbero rendere tracciabili i due soggetti della transazione, cioè colui che vende il biglietto e colui che l'acquista. Mi fermo al terzo spunto, su cui c'è anche sintonia con la SIAE, oltre che Pag. 5con quello che accade nel resto del mondo. Bisogna scongiurare, se è possibile, il biglietto nominativo, perché questo comporterebbe problemi abbastanza seri, soprattutto tecnici ed economici. Spesso, si danno per scontate le cose e non si tiene conto del fatto che il nostro lavoro si svolge in maniera non costante e in luoghi non propri. Il nostro lavoro è un po’ come un circo, o come uno spettacolo viaggiante, perché dobbiamo lavorare in strutture non nostre, che, molto spesso, non sono idonee e sulle quali, molto spesso, siamo costretti a investire. Non voglio tediarvi, ma posso dirvi che, intervenendo su vari stadi in Italia, è venuto fuori che non erano sempre a norma. Comunque, grazie al nostro lavoro e alla nostra attività le cose sono state sistemate un po’ a spese nostre e un po’ a spese dei gestori degli spazi, che spesso erano enti pubblici.
  Direi che su questi tre punti, se è possibile, andrebbe posta un'attenzione particolare. D'altronde, le linee guida sono abbastanza ben tracciate nell'emendamento, per cui credo non ci sia da inventarsi la luna. È importante lavorare e ragionare sulla realtà dei fatti e sulla conoscenza, soprattutto in un settore dove chi legifera non ha una conoscenza approfondita. Noi siamo a disposizione per dare una fotografia, ma è la politica a prendere le decisioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il presidente di Assomusica per il suo intervento. Chiedo ai colleghi presenti, che sono l'onorevole Brugnerotto del Movimento 5 Stelle e gli onorevoli Bonaccorsi, Rampi e Manzi, se vogliono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MARCO BRUGNEROTTO. Vorrei chiedere qualcosa in merito al biglietto nominativo. Vorrei capire bene quali limiti ci sono, perché, d'istinto, mi verrebbe da dire che il biglietto nominativo risolva del tutto, o quasi, il problema del secondary ticketing.

  VINCENZO SPERA, Presidente di Assomusica. Intanto, bisogna ragionare anche sulle esperienze. Una delle esperienze fallimentari, di cui forse il Presidente è a conoscenza, è stata fatta, per esempio, alla Scala, dove si è tentato di inserire il biglietto nominativo. Stiamo parlando di una realtà con un pubblico limitato, ma questo tentativo non ha avuto riscontro positivo, per cui il sistema è stato scartato. Vi ripeto che ci sono aspetti di tipo tecnico ed economico difficili da applicare a tutte le strutture. Inoltre, non è chiaro perché, in un teatro dove normalmente si suona musica classica o opera lirica, quando arriva uno spettacolo di musica diversa da quella classica o dall'opera, si applicano regole diverse. Il punto è che in Italia abbiamo regole diverse per la stessa tipologia di spettacolo. Non si capisce neanche che genere di problemi possano emergere durante un concerto rispetto a quelli di una partita di calcio.
  Quanto finora attuato ha portato, nel tempo, a risultati, non soddisfacenti, per problemi legati alla sicurezza e non per problemi economici, dovuti alla differenza tra il costo di un biglietto comprato direttamente e quello acquistato in maniera impropria. Si tratta di un problema, in Italia, noto da tempo. Prima, c'erano i bagarini che vendevano decine di migliaia di biglietti davanti agli stadi o all'ingresso dei concerti. Certo, non intenderei legalizzarlo, però neanche voglio far morire un lavoro. Rappresento un'associazione che, molto spesso, interviene e opera non in favore dei propri associati. Le nostre società rientrano in qualche modo nella categoria del commercio, perché ci sono cooperative dei lavoratori; c'è poi, però, anche tutta una serie di lavoratori nella filiera, che purtroppo non ha una rappresentanza adeguata. Pertanto, operiamo anche per altre categorie, comunque utili alla realizzazione di un evento.
  Non bisogna far morire chi in qualche modo produce e ha una funzione sociale, perché la creazione di emozioni, socialità e incontri è una funzione sociale prima ancora che culturale. Sono funzioni collegate, perché senza cultura non si socializza. Bisogna stare molto attenti a non distruggere un'attività che in futuro potrebbe creare Pag. 6posti di lavoro. Mi dispiace dilungarmi, ma mi fa piacere parlarne.
  Abbiamo di fronte un futuro fatto di robot, come emerge dai dati OCSE. Credo che in Parlamento, qualche giorno fa, ci sia stato anche un dibattito, su tale questione, con il professor De Masi. Le prospettive dicono che i robot soppianteranno, nel corso dei prossimi quindici o vent'anni, quasi il 45 per cento dei posti di lavoro. Nel nostro lavoro, i robot potrebbero subentrare, ma è un po’ difficile che possano trasmettere le emozioni di un concerto live. Si tratta di un'attività che sta crescendo, ma che non è ancora arrivata al punto in cui potrebbe arrivare. In Italia, siamo intorno al 20-22 per cento della capacità di attività e di partecipazione del pubblico, ma non è difficile raggiungere il 40-42 per cento, se l'ambito è adeguatamente regolato.
  Stiamo portando avanti una ricerca, certificata da Cerved, dalla quale si evince che ci sono oltre 32.000 aziende che si occupano di musica: è quindi facile immaginare quanti posti di lavoro siano implicati.
  Non vorrei tediarvi, ma ci sono elementi che spesso non sono noti. Le nostre ricadute turistiche ed economiche sono importanti. Per esempio, per quel che riguarda a Milano, nel 2015, abbiamo portato da fuori regione 1.200.000 persone: credo che questo possa essere considerato un dato importante. In una città come Verona, solo durante l'estate, abbiamo portato 270.000 persone da fuori regione. Questi dati devono indurre a punire chi sbaglia, ma anche a porre regole che consentano lo sviluppo e non la morte di questo lavoro.

  ROBERTO RAMPI. Grazie davvero per il contributo e per le cose che sono state dette. Credo sia giusto dare due riconoscimenti. Il primo è che Assomusica e il presidente Spera hanno lavorato su questo tema in tempi assolutamente non sospetti e, come ho detto due settimane fa in Commissione, ben prima del servizio della trasmissione Le Iene. Non c'è niente di male nel servizio della trasmissione Le Iene, ma mi piace dirlo e mi piace che rimanga agli atti, che la Camera dei deputati e il Senato, cioè le istituzioni della Repubblica, non si muovono perché una trasmissione televisiva scopre un problema, ma ci lavorano per tempo, con il dovuto equilibrio e la dovuta attenzione. Certo, tutti possono dare il loro contributo e trasmissioni di quel tipo servono a sollecitare l'attenzione dell'opinione pubblica, però non dobbiamo neanche dare ai cittadini l'idea sbagliata, di andare a rimorchio di eventi dalla connotazione scandalistica.
  Il tema è delicato e importante, anche perché è un tema di diritto, quindi il fatto di sancirlo, rappresenta una grande vittoria per la cultura, in generale, e per la musica, in particolare; dire che esista un diritto alla fruizione della cultura, quindi alla fruizione di un concerto, è un grande passo avanti, che, di fatto, abbiamo già compiuto con l'approvazione dell'emendamento, perché in qualche misura ci siamo posti a tutela di un diritto, che non era scontato fosse ritenuto tale. In occasione dell'esame di quell'emendamento, come il presidente Spera ha ricordato, ci siamo posti la preoccupazione del tema del biglietto nominale, perché non possiamo trasformare i concerti in una sorta caserma. La musica ha a che vedere anche con la libertà e, forse, anche con una certa cultura libertaria. Dico questo perché ritengo che se si acquista un biglietto per cederlo a qualcuno gratuitamente, affinché vada a sentire un concerto, deve essere possibile poterlo fare. Impedirlo non rappresenta solo un problema pratico, ma anche un problema teorico, perché si inficia una libertà di azione della persona per una ragione che non è sufficiente. Per lo stadio, si è purtroppo arrivati a questo per evitare le violenze, che sono altra cosa rispetto al tema che stiamo affrontando.
  Davvero ringrazio la collega Bonaccorsi per aver chiesto questa indagine conoscitiva, perché abbiamo avuto l'occasione di approfondire molti aspetti, ascoltando punti di vista interessanti. Abbiamo presentato l'emendamento al momento giusto, perché il Parlamento si occupava di queste questioni, essendo la legge di bilancio l'ambito più adeguato; però ora stiamo cercando di dare un contributo anche al Governo, che nell'emanare il decreto, come diceva giustamente il presidente Spera, deve conoscere Pag. 7 la materia nel dettaglio e, trattandosi di un tema molto specifico, non è detto che sia così scontato.
  Abbiamo raccolto tanto materiale e abbiamo bisogno di elaborarlo. Dovremmo fare dei tentativi per vedere se tutto funziona e capire che cosa correggere, però già solo per il fatto – questa è l'ultima cosa che dico Presidente, ma la ribadisco perché è importante – che ne stiamo parlando ci permette di inviare un messaggio molto chiaro a chi negli ultimi anni ha abuso della situazione: le istituzioni si sono rese conto che è in corso un abuso. Lo dico perché i comportamenti scorretti si correggono anche semplicemente creando le premesse perché non vengano più compiuti. Non occorre sempre che arrivino la repressione e la sanzione, perché, a volte, si può anche optare per una strada etica. Forse, questo è il primo messaggio che passa grazie al lavoro che abbiamo fatto.
  Con un secondo messaggio dobbiamo dire che è reato: lo è quando si fa qualcosa cosa che tutti noi riteniamo, per diverse ragioni, sbagliata. È sbagliata verso il consumatore e verso chi vuole vivere quell'evento, ma anche verso un'intera filiera, in cui i margini di guadagno e di divisione delle entrate si spostano in maniera drammatica verso un unico soggetto a discapito di tutti gli altri. Fino a oggi, non essendoci una normativa specifica, era ritenuto del tutto lecita; quindi, ribadire che il reato esiste è un passo avanti. Certo, per arrivare a sanzionarlo, a gestirlo, per alcuni aspetti sarà facile e per altri sarà un po’ più complicato, ma di questo ci rendiamo perfettamente conto, quindi procederemo insieme e ci terremo, come abbiamo fatto anche per altre questioni in questi anni, in un contatto continuo. Grazie.

  LORENZA BONACCORSI. Vorrei solo fare una proposta di metodo di lavoro. Mi compiaccio che la Commissione abbia avviato lo svolgimento di questa indagine, che credo abbia dimostrato l'importanza della tematica. Soprattutto abbiamo capito che questo è un tema che avrà un grande sviluppo nei prossimi anni, con diverse direttrici che abbiamo iniziato a mettere in luce. Per questo motivo, vorrei chiedere di provare ad ascoltare in audizione anche l’Antitrust, perché è un soggetto che manca in questa indagine. Lo so che dobbiamo rispettare i tempi del Ministero, ma potremmo vedere nei nostri calendari se, per caso, sia possibile ascoltare anche il suo parere. Grazie.

  PRESIDENTE. Onorevole Bonaccorsi, lei sa che siamo stretti fra l'intenzione del Ministero di dar corso rapidamente al decreto e l’Antitrust, che aveva assicurato una partecipazione ai nostri lavori, nella seconda metà di marzo, perché stanno trattando il problema anche loro; proveremo a capire se, per caso, si potrà ottenere qualche modifica in questi calendari così rigidi.
  Non essendoci altre richieste di intervento da parte dei colleghi, ringrazio i nostri ospiti. Mi pare ci sia stata fino a ora una riflessione interessante, anche perché il vostro contributo, presidente Spera, si aggiunge a quelli già acquisiti con le audizioni precedenti, offrendoci il quadro della complessità e del livello sovranazionale del problema; e altresì del difficile equilibrio fra il garantire le libertà individuali, da una parte, e le tutele, dall'altra, rispetto a degenerazioni nella pratica degli affari; credo che l'equilibrio sia sempre molto complicato in questi casi. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.35.