XVII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Martedì 17 dicembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Vito Elio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI SISTEMI D'ARMA DESTINATI ALLA DIFESA IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DI DICEMBRE 2013

Seguito dell'esame del documento conclusivo.
Vito Elio , Presidente ... 3 
Cicu Salvatore (FI-PdL)  ... 3 
Vito Elio , Presidente ... 4 
Scanu Gian Piero (PD)  ... 5 
Vito Elio , Presidente ... 6 
Corda Emanuela (M5S)  ... 6 
Vito Elio , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ELIO VITO

  La seduta comincia alle 13.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame del documento conclusivo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma destinati alla difesa in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013, il seguito dell'esame del documento conclusivo.
  Ricordo che nell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza è stato stabilito di dedicare nella giornata odierna una prima seduta di discussione e di proseguire poi l'esame del documento nel mese di gennaio.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire.

  SALVATORE CICU. Signor presidente, onorevoli colleghi, ritengo di dover esprimere un apprezzamento da parte del mio gruppo per il lavoro svolto dal presidente rispetto al risultato dell'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma.
  Il documento conclusivo mette bene in evidenza l'ambito e il contesto nel quale devono essere operate determinate scelte che, da una parte, riguardano la politica degli armamenti, e dall'altra, in maniera oggettiva, una ricognizione delle questioni concernenti la pianificazione dello strumento militare nazionale, soprattutto con riferimento alle esigenze di operatività delle singole Forze armate e ai programmi di ammodernamento e di rinnovamento dei sistemi d'arma.
  Inoltre, questo formula una serie di proposte che condividiamo e che recepiscono riflessioni e considerazioni espresse da diverse parti politiche nel corso dell'indagine conoscitiva.
  Discutere di un documento che riguarda la difesa non è cosa banale né ordinaria. Noi, infatti, riteniamo che sia estremamente importante e che il documento possa e debba rappresentare anche e soprattutto un atto di indirizzo ai fini della predisposizione di un successivo atto che impegni il Governo a dare seguito a taluni interventi.
  Sappiamo benissimo – ne abbiamo discusso anche nelle precedenti riunioni – che la fase di indagine potrebbe finire con le nostre valutazioni, le nostre riflessioni e le nostre argomentazioni. Noi, invece, vogliamo andare oltre, poiché abbiamo bisogno di dare impulso a una prospettiva che si concretizzi con un atto di impegno nei confronti del Governo, una volta che si sia conclusa la fase dell'indagine stessa.
  Condividiamo, in primo luogo, la proposta di avviare un immediato confronto soprattutto in materia di difesa, ma con l'auspicio che il Governo giunga in tempi celeri, così come lo stesso Ministro Mauro – se ben ricordo nel luglio scorso – ci aveva già confermato, al cosiddetto libro bianco della difesa. Abbiamo voglia di cimentarci in un approfondimento, in un Pag. 4confronto. Avvertiamo la necessità – è stato auspicato da tutti, in tempi recenti e meno recenti – che il Parlamento venga coinvolto sulle scelte strategiche che ci accingiamo a realizzare, consapevoli anche del fatto che i decreti attuativi della riforma dello strumento militare saranno un primo banco di prova per capire quale dimensione questo Paese intenderà attribuire al settore della difesa e della sicurezza.
  Naturalmente è importante, colleghi, così come abbiamo fatto, che ci sia sempre di più un'interlocuzione, uno scambio, nell'ambito delle rispettive competenze, che cerchi di costruire dialetticamente una posizione il più possibile unitaria. Solo in questo modo potremo incidere meglio e di più sui prossimi appuntamenti a cui dedichiamo questo nostro lavoro.
  Come riportato nel documento conclusivo – che, ripeto, elogiamo per la sintesi ma anche per le valutazioni che il presidente Vito ha voluto offrirci – anche noi riteniamo che uno strumento di difesa comune e integrato rappresenti un'ipotesi non solo auspicabile ma in alcuni casi necessaria, soprattutto se evitiamo sovrapposizioni e spese ulteriori – siamo, infatti, in una fase di razionalizzazione – e se crediamo che la difesa europea vada sempre più rafforzata nel suo percorso. È un percorso che in questo mese affrontiamo con il prossimo appuntamento del Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre.
  Quando parliamo di ammodernamento dei nostri strumenti e di industria della difesa, credo che qualche volta l'approccio sia stato attento a una valutazione che riguarda il sistema Paese, e altre volte, a mio giudizio, limitativo e condizionante. È necessario, in un momento come questo – naturalmente questa è una mia opinione personale – non solo che noi abbiamo come obiettivo quello di essere eticamente e moralmente validi, che è la cornice di valori a cui anch'io faccio riferimento, ma che accanto all'etica e alla morale ci sia anche la trasparenza e la capacità di pensare che i sistemi del mondo si confrontano su queste basi, hanno bisogno di questi sistemi e su questi governano la propria sicurezza, che significa la propria prosperità, la propria dignità, la propria libertà, la propria capacità di raggiungere obiettivi economico-sociali che non possono essere indifferenti.
  Molto spesso, a mio giudizio, si tende a banalizzare, ma il mio gruppo e io personalmente non intendiamo farlo.
  Credo che questo passaggio sia molto importante perché è legato alla capacità del nostro Paese di affermarsi sulla scena europea come uno degli attori principali del settore, mettendo a disposizione le proprie specificità industriali e tecnologiche per la realizzazione di programmi comuni economicamente sostenibili.
  Quest'ultimo è un altro aspetto che noi stiamo valutando e considerando in un'ottica di condivisione delle singole peculiarità e specificità dei diversi Paesi.
  Ritengo, infine, che debbano essere attentamente considerate le preoccupazioni espresse dalle singole Forze armate in merito alla diminuzione delle risorse finanziarie che, allo stato, rischiano di compromettere il pieno utilizzo e l'operatività degli strumenti militari a disposizione.
  Abbiamo sentito nelle diverse audizioni il grido di allarme e la forte preoccupazione che è stata espressa rispetto al funzionamento del nostro sistema di difesa.
  Anche in questo caso confidiamo sul fatto che una maggiore integrazione europea nel settore della difesa, nell'ambito della più generale politica estera di sicurezza comune, possa comportare concreti vantaggi per il sistema della difesa nazionale, in termini operativi, capacitivi ed economici.
  In conclusione, signor presidente, il nostro gruppo La ringrazia perché il Suo lavoro, per quanto ci riguarda, ci ha offerto spunti di riflessione importante che noi brevemente abbiamo illustrato ma su cui intendiamo riproporci nella fase ulteriore. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'onorevole Cicu. Come ho detto la volta scorsa, io mi sono limitato, anche per la natura dello strumento scelto dalla Commissione, a Pag. 5fare una ricognizione e una raccolta di quanto era emerso con l'ampio ciclo di audizioni che abbiamo deliberato.

  GIAN PIERO SCANU. Signor presidente, Le fa onore che Lei voglia schermirsi dai complimenti, ripetuti, convinti e affettuosi, che Le ha appena rivolto il collega Cicu. Non se ne avrà a male, quindi, se io esordisco manifestando a nome del nostro gruppo un sincero apprezzamento per la correttezza e la competenza con le quali ha gestito questa prima fase così importante.
  La cifra di queste due caratteristiche è visibile in maniera oggettiva nel testo che abbiamo potuto valutare, in quanto ripropone, secondo un criterio di effettiva relazione, in termini descrittivi ciò che si è sviluppato nel corso di questi mesi.
  Desidero esprimere un apprezzamento anche per la cortesia istituzionale e la sensibilità politica che Lei ha voluto offrire anche al nostro gruppo a seguito delle richieste che abbiamo avuto modo di avanzare relativamente alla tempistica.
  Oggi prendiamo atto di un primo testo e al rientro dalle vacanze natalizie lavoreremo per addivenire – anche su questo sono d'accordo con il collega Cicu – a un testo che non sarà più soltanto descrittivo, ma anche prescrittivo, naturalmente nella misura in cui la sensibilità del Governo vorrà rendersi permeabile alle valutazioni e alle richieste. Un atto di indirizzo è tale, ma la capacità di incidere sulle scelte successive del Governo non è data soltanto dalla forza dei contenuti in esso esplicitati, ma anche dalla sensibilità che il Governo manifesta.
  A questo proposito, ben felice della presenza dell'onorevole Gioacchino Alfano in rappresentanza del Governo, alla luce dell'esito dell'audizione che si è tenuta la settimana scorsa nell'aula della Commissione difesa del Senato, mi permetto di raccomandare al rappresentante del Governo ciò che il gruppo del Partito Democratico, per mio tramite, in quella circostanza ha espresso. Mi riferisco, nello specifico, alla forte, decisa e definitiva richiesta nei confronti del Governo affinché rompa ogni residuo indugio relativamente all'applicazione dell'articolo 4 della legge n. 244 del 2012.
  Per il resto, secondo noi questo tipo di articolazione dei lavori della nostra Commissione viene anche tonificato dall'imminente predisposizione della risoluzione che anche la nostra Commissione dovrà votare in vista del Consiglio europeo. Forse, seppure a volo d'uccello, quindi in maniera molto breve, può essere anche questa l'occasione per un paio di esplicitazioni ulteriori.
  Noi crediamo nell'Europa; siamo convinti che quella nella quale viviamo sia un'organizzazione ancora quasi virtuale rispetto al soggetto collettivo che abbiamo introiettato anche dalle splendide testimonianze dei padri fondatori dell'Europa, ai quali naturalmente ci richiamiamo. Riteniamo che ci si debba disporre, in vista del prossimo appuntamento, ad assumere un atteggiamento provocatorio – permettetemi un ossimoro – di placida aggressività.
  Con le modalità che la dialettica parlamentare suggerisce, intendo dire che in quella sede si deve rappresentare la volontà del Parlamento, e mi auguro anche del Governo, di non lasciarsi travolgere dalle diffidenze, dallo scetticismo che spesso, facendo leva anche sulla presunta inadeguatezza della moneta, viene seminato in ogni circostanza possibile, con il risultato di indebolire e quasi ricondurre al rantolo quella che dovrebbe essere una forte e alta voce dell'Europa.
  La raccomandazione che, ne sono convinto, sarà contenuta nella risoluzione e che noi chiediamo al Governo di fare propria, sarà quella di presentarsi in quell'occasione con un programma ideale, alto e con una serie di richieste, di proposte e di disponibilità in termini di contributo culturale, ma anche naturalmente di cessione di sovranità, che siano all'altezza degli auspici professati.
  Noi ci aspettiamo molto dal prossimo Consiglio europeo e riteniamo che non si debba perdere questa straordinaria opportunità. Di conseguenza, metteremo tutta la nostra sensibilità politica, ma se ne saremo capaci anche creatività di scenario, Pag. 6per fare in modo che sia la risoluzione, sia il documento al quale perverremo successivamente come relazione conclusiva possano dare le risposte di cui c’è bisogno.
  Mi auguro – non l'ho detto in maniera esplicita, ma credo di averlo dato a intendere – che noi pensiamo a una difesa che sia europea, perché ci sta a cuore sia la condivisione del ripudio della guerra, sia la sacralità della vita altrui. Ci sta a cuore la difesa dei valori che hanno informato la nostra e le altre Costituzioni e anche, per quanto possa sembrare prosaico, il risparmio della spesa militare. Noi pensiamo che, agendo in particolare sulla interoperabilità, sia non solo possibile ma certo il conseguimento di un notevole risparmio, da ottenersi senza che l'efficienza e l'efficacia dello strumento militare collettivo possano esserne compromesse.
  A nome del gruppo del Partito Democratico ringrazio anche i colleghi degli altri gruppi che, con la loro esperienza e competenza, hanno permesso che si giungesse a un primo approdo che lascia ben sperare per quella che sarà il lavoro definitivo di questa Commissione.

  PRESIDENTE. Ringrazio anche Lei, onorevole Scanu, per le gentili parole di apprezzamento e di stima che ha rivolto al documento e a chi vi parla.

  EMANUELA CORDA. Signor presidente, anche noi La ringraziamo per il lavoro svolto, che effettivamente rappresenta abbastanza bene quello che è stato fatto durante questa indagine conoscitiva.
  Per quanto ci riguarda, l'indagine conoscitiva ha evidenziato delle criticità. Una di queste concerne il fatto che i soggetti auditi, a nostro avviso, in taluni casi non abbiano avuto il tempo necessario per rispondere ai quesiti posti dalla Commissione. Riteniamo, quindi, che il dibattito in tal senso sia stato talvolta soffocato. Pur essendo lieti di aver potuto audire diversi soggetti, non abbiamo avuto la possibilità di sfruttare al meglio queste audizioni. Tra l'altro, non tutti i soggetti rispetto ai quali avevamo fatto richiesta sono stati auditi. Solleviamo, quindi, queste piccole criticità.
  Vorrei inoltre svolgere una breve osservazione anche sul discorso del modello di difesa europea verso il quale ci si vorrebbe orientare. Ovviamente noi siamo d'accordo sul fatto che si debba razionalizzare la spesa e andare verso un'unificazione dei vari sistemi, in vista di una economicizzazione di tutto il sistema. Si pone però il problema di un'Europa, dal punto di vista economico ma anche politico, che non si presenta sempre del tutto unitaria nelle decisioni, essendoci forti squilibri a livello decisionale nei Governi europei. Dunque, non riusciamo a capire come, in tempi brevi, si possa affinare questo strumento di difesa europea, visto che l'Europa non si presenta coesa e unita già sotto altri profili comunque importanti.
  Questa è una nostra forte perplessità che ovviamente speriamo sia evidenziata anche in vista del Consiglio europeo.
  Per quanto riguarda i sistemi d'arma, nelle conclusioni del documento si parla dei famosi F-35 ma anche del programma Forza-NEC. È emerso ovviamente il fatto che si debba dare più voce, ma anche più autonomia al Parlamento sulla valutazione del proseguimento di questi programmi. Tuttavia, resta il fatto – e lo evidenziamo ancora una volta in questa sede – che tali programmi proseguono indipendentemente dal dibattito parlamentare, in ogni caso. Questo è un dato di fatto che emerge anche dal documento.
  Il programma Forza-NEC – ricordiamo che piaceva anche al Ministro Di Paola – è visto come una grande opportunità, anche in vista del famoso sistema europeo di difesa. A nostro avviso, però, questo programma risulta un po’ troppo oneroso rispetto alle capacità economiche del nostro Paese. È giusto immaginare gli scenari, le aree di criticità geopolitiche, però è anche giusto ragionare in vista di un ridimensionamento degli investimenti sui sistemi d'arma.
  Questo per noi è fondamentale, anche perché il nostro obiettivo principale è quello di andare verso un nuovo modello di difesa che sia realmente di difesa e non di offesa. È giusto rispettare gli accordi Pag. 7con l'Europa e gli accordi bilaterali, però noi auspichiamo di andare in una direzione opposta rispetto a quella che è emersa nel dibattito, anche in sede di indagine conoscitiva.

  PRESIDENTE. Ringrazio anche Lei, onorevole Corda, per le parole di apprezzamento. Naturalmente le criticità alle quali Lei ha fatto riferimento sono assolutamente fisiologiche nella dialettica parlamentare che noi esprimiamo.
  Rinvio, dunque, il seguito dell'esame del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.45.