XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Martedì 5 dicembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA STRATEGIA ITALIANA PER L'ARTICO.

Audizione della Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Caron De Mars
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 3 
De Mars Caron , Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia ... 4 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 7 
Cassano Franco (PD)  ... 7 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 8 
De Mars Caron , Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia ... 8 
Cicchitto Fabrizio , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dalla Consigliera De Mars ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori - Energie PER l'Italia: Misto-CI-EPI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI-Liberali: Misto-FARE!PRIL;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti: Misto-PSI-PLI-I.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
FABRIZIO CICCHITTO

  La seduta comincia alle 14.05

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, su richiesta dei nostri ospiti, la pubblicità di questa seduta sarà assicurata dal solo resoconto stenografico, senza alcuna forma di trasmissione o ripresa televisiva.
  Non dispongo pertanto l'attivazione del circuito televisivo interno.

Audizione della Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Caron De Mars

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla Strategia italiana per l'Artico, l'audizione di Caron De Mars, Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, che saluto e ringrazio per la disponibilità a contribuire ai nostri lavori.
  Ricordo che l'indagine conoscitiva, in scadenza il 31 dicembre prossimo, ha visto finora il contributo di soggetti istituzionali, nonché di esponenti del mondo della ricerca scientifica e dell'industria. Gli Stati Uniti svolgono un ruolo di primo piano nella regione artica, avendo importanti interessi economici, ma anche geopolitici, che vanno dalla sicurezza nazionale alla protezione dell'ambiente, allo sviluppo sostenibile, alla promozione della cooperazione fra gli Stati artici, con il coinvolgimento delle popolazioni locali dell'Alaska nelle decisioni che le riguardano e promuovendo la ricerca scientifica nella regione.
  A tale proposito ricordo che gli Stati Uniti hanno presieduto il Consiglio Artico, forum preposto alla discussione di tutte le più importanti questioni che riguardano la regione, da aprile 2015 a maggio 2017. La presidenza statunitense, il cui motto è stato «One Arctic, shared opportunities challenges and responsabilities», si è conclusa con l'incontro interministeriale del Consiglio Artico a Fairbanks, in Alaska, nel maggio del 2017.
  In tale occasione è stata adottata la Dichiarazione di Fairbanks, nella quale si riafferma l'importanza della sicurezza e della protezione dell'Oceano Artico, del miglioramento delle condizioni di vita ed economiche nella regione, del monitoraggio dei cambiamenti climatici e del rafforzamento della cooperazione nel Consiglio Artico.
  Durante l'incontro interministeriale del Consiglio Artico di Fairbanks è stato siglato anche l'accordo sul miglioramento della cooperazione scientifica internazionale in Artico, frutto del lavoro della task force sulla cooperazione scientifica co-presieduta da Russia e Stati Uniti.
  Ricordo, inoltre, che l'ENI gestisce il campo di Nikaitchuq nel Mare di Beaufort, in Alaska, e che è stata la prima compagnia ad ottenere permessi per la perforazione dell'Artico relativamente a quattro nuovi pozzi esplorativi da parte della nuova Amministrazione statunitense.
  Do quindi la parola alla Consigliera Caron De Mars affinché svolga la sua relazione che prevede anche una presentazione informatica, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).

Pag. 4

  CARON DE MARS, Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Grazie, signor presidente. Lei ha già toccato alcuni dei punti della mia presentazione: effettivamente conoscete bene le politiche statunitensi e sapete cosa ha fatto il Consiglio Artico durante la nostra presidenza.
  I miei colleghi a Washington apprezzano sempre l'operato del Governo italiano e il modo in cui l'Italia svolge il suo ruolo di osservatore ufficiale, perché l'Italia ha fama di essere uno dei più attivi e robusti osservatori e noi apprezziamo il sostegno che il vostro Paese ha dato in ambito scientifico e il profondo interesse che nutre per l'Artico.
  L'Amministrazione Trump, come tutte le precedenti amministrazioni, ha mantenuto costante la politica statunitense nell'Artico. L'Artico è sempre stato importante per noi, così come lo è in Italia, considerato il fatto che già all'inizio del Novecento svolgemmo delle esplorazioni congiunte in territorio artico.
  La mia presentazione verterà sulle modalità con le quali le nazioni e i popoli dell'Artico affrontano i cambiamenti all'interno del Consiglio Artico, così come si sono verificati durante la presidenza americana, con un'attenzione particolare per le questioni ecologiche.
  Parleremo anche di un'iniziativa separata sulla pesca nell'Artico, frutto di un accordo del 30 novembre scorso. Si sono quindi verificati degli sviluppi molto interessanti per noi, che affronterò in un momento successivo, quando sarò lieta anche di rispondere alle vostre domande.
  Come ha detto il presidente, nel 2015 gli Stati Uniti hanno assunto la presidenza del Consiglio Artico e l'hanno mantenuta fino al 2017, quando l'hanno ceduta alla Finlandia, l'11 maggio scorso. Gli italiani hanno espresso forti preoccupazioni per il rapido scioglimento dei ghiacci e della banchisa, provocato in gran parte dal riscaldamento del clima.
  Anche le aree terrestri dell'Artico si stanno sciogliendo, c'è meno neve e si assiste alla rapida scomparsa dei ghiacciai. Questa è una pessima notizia, perché la riduzione della banchisa provoca una riduzione della riflettività della banchisa, con un aumento dell'erosione costiera e l'innalzamento del livello dei mari in tutto il mondo. Il Mar Glaciale Artico sta diventando più acido di prima e addirittura più velocemente rispetto alle aree più calde dell'Oceano. Ciò consente però lo svolgimento di un maggior numero di attività da parte dell'uomo: la navigazione, inclusa quella turistica, il potenziale sviluppo degli idrocarburi, nonostante le condizioni attuali, le possibilità di pesca, di turismo e altre attività.
  La settimana scorsa, come ha detto anche il presidente, l'Amministrazione Trump ha rilasciato al ramo americano di ENI il permesso di esplorazioni petrolifere a partire da un'isola artificiale nel Mare di Beaufort. L'ENI è, quindi, la prima società dal 2015 ad aver ottenuto l'autorizzazione ad esplorare per cercare petrolio nelle acque federali americane al largo dell'Alaska.
  Conoscete bene la storia dell'Artico. Il Consiglio Artico è stato istituito con la Dichiarazione di Ottawa il 19 settembre 1996 ed è in fase di crescita e di sviluppo. La Dichiarazione di Ottawa costituisce un accordo non vincolante e non ha dato vita al Consiglio Artico come organizzazione formale, basata su un trattato, ma come forum di alto livello con la partecipazione di numerosi soggetti; il Consiglio ha un ampio mandato e si è evoluto notevolmente dalla sua istituzione.
  Nella slide n. 5 potete vedere l'attuale struttura del Consiglio Artico sotto la presidenza finlandese con il riferimento ai 6 gruppi indigeni, che sono Partecipanti Permanenti, quindi partecipano, a qualunque livello, a tutti i lavori di tutte le Commissioni. Si tratta di un gruppo molto importante, per gli Stati Uniti in particolare. Infatti, in Alaska vi sono le nostre tribù indigene, ma esistono anche altre tribù indigene che prendono parte ai lavori del Consiglio Artico. Vi sono, poi, il Comitato degli alti funzionari e i vari gruppi di lavoro istituiti sotto la presidenza finlandese.
  Questo dimostra la varietà delle popolazioni indigene che sono rappresentate nel Pag. 5Consiglio Artico: si tratta di 6 popolazioni che hanno lo status di Partecipanti Permanenti, categoria istituita per consentire la partecipazione attiva e la piena consultazione delle popolazioni indigene artiche all'interno del Consiglio. I gruppi includono l'Associazione internazionale aleutina, il Consiglio Artico Athabaskan, il Consiglio Internazionale Gwich'in, il Consiglio Circumpolare Inuit, l'Associazione russa dei popoli autoctoni del Nord e il Consiglio Saami. Ci sono, poi, 39 osservatori più l'Unione europea. Alla conferenza interministeriale di Fairbanks, nel maggio 2017, sono stati ammessi 7 nuovi osservatori, ossia Paesi che avevano presentato domanda di acquisire tale status e noi siamo sempre grati degli ulteriori input forniti da altri Paesi, soprattutto quando sono costruttivi come nel caso dell'Italia.
  Esistono vari programmi d'azione condotti dal Consiglio Artico. C'è il programma d'azione sui contaminanti artici. Tutti noi siamo preoccupati che questa regione incontaminata continui a restare tale: per questo uno dei programmi d'azione mira a ridurre l'inquinamento alla fonte, con un'importanza primaria assegnata alle cosiddette «zone di crisi» della Russia nord-occidentale. La Russia è sempre stata molto cooperativa e costruttiva al riguardo; questo ambizioso programma d'azione è nato due anni fa e si concentra, tra l'altro, sulla possibilità di generare energia alternativa da fonti diesel, ovvero utilizzando fonti alternative più verdi; ha permesso la distruzione di pesticidi e policlorobifenili ormai obsoleti che erano nella regione e ha fatto registrare anche una riduzione delle emissioni.
  Un altro programma interessante è quello di monitoraggio e valutazione per l'Artico, che si ripropone di valutare lo status dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento, fattori di preoccupazione non solo per i membri del Consiglio Artico e per gli osservatori, ma per tutto il mondo. In tale ambito si svolgono attività di monitoraggio della criosfera, dell'acidificazione dell'Artico, degli agenti inquinanti, dei metalli pesanti, degli inquinanti organici persistenti e dei livelli di radiazione. La Commissione che conduce questo programma lavora a stretto contatto con il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, e il documento chiave della sua attività è il Rapporto SWIPA, parte del quale è stata pubblicata nelle settimane scorse durante la COP di Bonn sul clima. Quando ho consegnato la mia documentazione alla segreteria della Commissione, ho anche citato i link dove è possibile consultare il Rapporto (http://www.amap.no/swipa2017).
  C'è, poi, il programma che riguarda la conservazione della flora e della fauna artica, simboleggiato dall'immagine di una volpe dell'Artico. Il programma si occupa della conservazione e dell'uso sostenibile della biodiversità artica, prevedendo l'attuazione delle 17 raccomandazioni della valutazione della biodiversità artica, che risalgono al 2013. Il programma si occupa della valutazione dello status e della conservazione delle specie di uccelli migratori che dipendono dall'Artico. Il documento chiave di questo programma d'azione è la Strategia e Piano d'azione sulle specie alloctone invasive dell'Artico. Il Dipartimento degli interni degli Stati Uniti ha reso disponibile questo documento sul proprio sito. La Segreteria della Commissione potrà indicarvi l'indirizzo del sito e consentirvi così l'accesso al documento (https://www.doi.gov/invasivespecies/arctic-invasive-alien-species-0).
  Un piano d'azione riguarda la prevenzione, la preparazione e la risposta alle emergenze e si occupa di fornire risposte nel caso di incidenti nell'Artico. Fa seguito all'attuazione dell'Accordo sulla ricerca e soccorso del 2011 e all'applicazione dell'accordo del 2013 sulla preparazione e risposta in caso di inquinamento petrolifero. Tutti i soggetti citati lavorano a stretto contatto con il Forum della Guardia costiera artica.
  Come ho detto, ENI è stata la prima società dal 2005 a ricevere licenze esplorative in Artico; il blocco delle licenze, in parte, è stato dovuto a una fuoriuscita di petrolio in un impianto della Shell. Da quell'evento, ENI è stata la prima società ad essere autorizzata ad effettuare operazioni e noi apprezziamo la grande attenzione Pag. 6 che ENI presta alla sicurezza. In ogni caso, i programmi delle Commissioni del Consiglio Artico in materia di ricerca e soccorso e di preparazione e risposta in caso di inquinamento petrolifero sarebbero un'ulteriore salvaguardia contro possibili altri incidenti. L'obiettivo è quello di garantire il miglior livello di efficienza e di preparazione.
  Gli Stati Uniti, così come gli altri membri del Consiglio Artico, sono interessati alla protezione e all'uso sostenibile dell'ambiente artico marino. Quindi, abbiamo sviluppato migliori pratiche nel settore del turismo marino nell'Artico, con l'obiettivo di promuovere una gestione dell'ambiente marino basata su ecosistemi e di prevenire l'inquinamento petrolifero causato dalla navigazione e dalle attività nel settore degli idrocarburi. È prevista anche la realizzazione di un nuovo database sul traffico della navigazione nell'Artico.
  Esiste anche un gruppo di lavoro per lo sviluppo sostenibile, il cui compito è quello di proporre misure agli Stati artici, affinché si compiano passi avanti in materia di sviluppo sostenibile. Le aree d'azione sono la sicurezza energetica, l'efficienza energetica, che per gli Stati Uniti è correlata all'economia circolare, e, infine, le energie rinnovabili. L'obiettivo è quello di promuovere approcci innovativi per l'adattamento ai cambiamenti climatici in termini di acqua, strutture igieniche e sanitarie anche per le popolazioni indigene presenti. Le popolazioni indigene partecipano attivamente a questo programma di lavoro e l'Artico è considerato una regione di produzione alimentare in relazione alle attività di pesca e alle capacità produttive delle popolazioni indigene.
  Esiste anche una task force sulla cooperazione scientifica, che è stata citata anche dal presidente, la cui base di lavoro è costituita dall'accordo per il rafforzamento della cooperazione scientifica internazionale in materia di Artico, siglato lo scorso 11 maggio alla conferenza interministeriale del Consiglio Artico di Fairbanks. Si tratta di un accordo giuridicamente vincolante, arrivato al termine di nove tornate negoziali negli ultimi tre anni (https://oaarchive.arctic-council.org/handle/11374/1916). L'obiettivo è quello di rafforzare la cooperazione e le attività scientifiche per conseguire maggiore efficienza ed efficacia nello sviluppo di conoscenze scientifiche sull'Artico.
  La task force facilita l'accesso degli scienziati degli 8 Stati artici alle aree che ciascuno di essi ha individuato, inclusi l'ingresso e l'uscita di persone, materiali ed equipaggiamenti, l'accesso a infrastrutture per la ricerca e ad ambiti di ricerca. Si occupa delle aree terrestri, costiere, atmosferiche e marine, oltre che delle aree dell'Oceano Artico che vanno oltre le giurisdizioni nazionali. Gli scienziati di Stati non artici come l'Italia possono avvalersi dei benefici concessi da questo accordo qualora stabiliscano un partenariato con gli Stati artici.
  Da quando, come Consigliere d'Ambasciata, ho assunto l'incarico di responsabile per l'ambiente, la scienza e la tecnologia, ho potuto constatare e apprezzare profondamente la stretta cooperazione tra scienziati statunitensi e italiani in ogni settore, dalle esplorazioni spaziali all'Artico. Incoraggiamo, quindi, la prosecuzione di studi sull'Artico da parte dei ricercatori statunitensi e italiani, al fine di promuovere istruzione, sviluppi di carriera, opportunità di formazione anche per scienziati alle prime armi, per incoraggiare le nuove generazioni di ricercatori sull'Artico. Gli scienziati di Stati non artici possono beneficiare dei partenariati con scienziati degli Stati artici.
  Esiste anche una task force sulle infrastrutture per le telecomunicazioni nell'Artico, che ha completato la prima valutazione delle attuali infrastrutture per le telecomunicazioni nell'Artico con l'idea di lavorare nei prossimi anni con l'industria al fine di ampliarle ed espanderle.
  L'attuale task force sul miglioramento della connettività nell'Artico si concentra sulla comunità di utenti finali e sulla prosecuzione dell'attività di sensibilizzazione nei confronti dell'industria delle telecomunicazioni rispetto all'importanza di un'espansione in territorio artico.
  Esiste anche una task force sulla cooperazione marina nell'Artico, incaricata dalla Pag. 7conferenza interministeriale di Fairbanks di sviluppare i primi termini di riferimento di un eventuale nuovo organo sussidiario e di rafforzare gli organi sussidiari già esistenti nella gestione dell'Oceano Artico.
  Esiste anche un gruppo di esperti sul nero di carbonio e sul metano, che ha prodotto un rapporto per la conferenza interministeriale di Fairbanks, in base al quale si raccomanda una riduzione generale delle emissioni di nero di carbonio di almeno il 25-33 per cento al di sotto dei livelli del 2013 entro il 2025; questo vale sia per gli Stati artici sia per gli Stati partecipanti non artici.
  Un breve cenno ad un'altra iniziativa al di fuori del Consiglio Artico, vale a dire un accordo per prevenire la pesca d'altura non regolamentata nel Mar Glaciale Artico centrale. Nella slide n. 17 potete vedere una cartina dell'Oceano Artico Centrale, individuabile in corrispondenza della linea rossa. Per quanto ne sappiamo, non ci sono mai state attività di pesca nelle acque d'altura, perché fino a poco tempo fa tutta l'area delle acque d'altura era coperta di ghiaccio quasi interamente per tutto l'anno, ma adesso la situazione sta cambiando.
  Si sta lavorando, quindi, alla firma di un accordo che fermi la pesca commerciale nelle acque d'altura dell'Oceano Artico fino a quando non ci siano migliori informazioni scientifiche sugli stock ittici commerciali e che dia vita a un'organizzazione regionale incaricata di gestire le attività di pesca prima che inizi qualunque forma di pesca commerciale. Questo è un tema molto importante per gli Stati Uniti.
  Non lontano dall'Oceano Artico centrale esiste un'altra zona di acque d'altura, il cosiddetto «buco di ciambella» nel mare di Bering, circondato dalla zona di 200 miglia della Russia e degli Stati Uniti. A metà degli anni Ottanta c'è stata un'intensa e incontrollata attività di pesca del merluzzo nero condotta da pescherecci di Cina, Giappone, Corea del Sud e Polonia, e, nonostante gli sforzi degli Stati Uniti e dell'allora Unione Sovietica per controllare queste attività di pesca negoziando un accordo internazionale di gestione, lo stock del merluzzo nero crollò nel 1992 senza mai riprendersi. Pertanto, da ventitré anni non è più possibile condurre alcuna attività di pesca commerciale del merluzzo nero in quell'area a causa di attività di pesca eccessive o non regolamentate.
  Gli Stati Uniti vogliono davvero evitare che si ripetano scenari simili e ciò mi porta a parlare di una buona notizia, vale a dire della conclusione – lo scorso 30 novembre – dei negoziati relativi all'accordo sulla pesca nell'Artico.
  Scorrerò velocemente le ultime slide, per poi illustrare i contenuti dell'accordo e consegnerò agli uffici della Commissione un testo, affinché se ne possa tener conto.
  La comunità scientifica internazionale ha espresso in una lettera aperta la propria preoccupazione per la pesca nell'Oceano Artico, come potete vedere nella slide n. 20. E 9 Paesi e l'Unione europea hanno concluso con successo, il 30 novembre, i negoziati relativi a un progetto di accordo per prevenire la pesca d'altura non regolamentata nel Mar Glaciale Artico centrale.
  Dal 30 novembre, vale a dire dalla settimana scorsa, l'accordo impedisce la pesca non regolamentata nelle acque d'altura del Mar Glaciale Artico centrale, un'area grande come il Mar Mediterraneo. Nonostante ancora non si svolga in quest'area alcuna attività di pesca commerciale, i Governi interessati hanno elaborato l'accordo secondo un approccio di precauzione per la gestione della pesca. I negoziati hanno visto la partecipazione di Canada, Repubblica Popolare Cinese, Regno di Danimarca, in rappresentanza anche di Groenlandia e Isole Fær Øer, Unione europea, Islanda, Giappone, Repubblica di Corea, Regno di Norvegia, Federazione Russa e Stati Uniti.
  Così si conclude la mia presentazione e resto a disposizione per eventuali domande.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCO CASSANO. È stato già detto nel corso della relazione, ma vorrei una conferma: Lei dice che, pur essendo la politica ambientale del Governo degli Stati Pag. 8Uniti presieduto da Trump sul piano generale diversa rispetto al passato, per quanto riguarda l'Artico non ci sono discontinuità rilevanti. Vorrei capire, quindi, se tale politica è in continuità con la politica precedente oppure ci sono delle differenze.
  La seconda domanda è la seguente: avendo partecipato ad altre audizioni sul problema dell'Artico, si è insinuato in me il sospetto che lo scioglimento dei poli possa non essere per tutti una cosa terribile, perché per alcuni Paesi potrebbe essere anche un vantaggio favorire la navigazione, la pesca e molte altre attività. Questo crea qualche problema nella gestione delle politiche ambientali? Ho l'impressione che gli effetti più rilevanti e sicuramente negativi dello scioglimento dei ghiacci possano essere altrove, mentre per i Paesi dell'Artico questi effetti negativi, seppure presenti, potrebbero anche dischiudere delle opportunità, rispetto alle quali vorrei sapere se state prestando attenzione.

  PRESIDENTE. L'onorevole Cassano ha formulato le sue domande, alcune delle quali un po’ maliziose. Prego, Consigliera De Mars.

  CARON DE MARS, Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Sì, mi sono accorta di questa malizia. Sull'Artico abbiamo una costanza politica, vale a dire che l'Amministrazione Trump nell'area artica ha mantenuto le politiche già esistenti.
  Questo è un fatto interessante. Avrete letto che due settimane fa c'è stato un rapporto dell'Amministrazione Trump sul mutamento climatico, quindi molti osservatori hanno affermato che l'Amministrazione Trump non sembra credere nel cambiamento climatico, però questo non è vero. C'è una consapevolezza, c'è sempre stata e, pertanto, c'è la preoccupazione per lo scioglimento dei ghiacci e per il mutamento climatico nell'Artico, che senz'altro è un elemento di preoccupazione.
  Abbiamo adottato i passi necessari per ritirarci dall'Accordo di Parigi, perché l'Amministrazione riteneva che quell'accordo non andasse incontro agli interessi dei contribuenti statunitensi, però manteniamo comunque una coerenza politica nell'Artico.
  A proposito della Sua seconda domanda, ci sono vantaggi, ma anche svantaggi per tutti i Paesi artici e per tutte le popolazioni del mondo per quanto riguarda lo scioglimento dei ghiacci, per non parlare dell'acidificazione dei mari, dell'innalzamento dei livelli delle acque, dello scioglimento dei poli e di tutti gli effetti negativi che ci saranno sull'ambiente dell'Artico.
  È vero che, via via che il cambiamento procede, ci possono essere anche dei vantaggi per società private o Paesi che vogliano promuovere il turismo nella regione, perché ovviamente in seguito allo scioglimento dei ghiacci diventeranno accessibili aree finora inaccessibili, anche se dallo scioglimento dei ghiacci sicuramente deriveranno effetti negativi.
  Per l'ENI, ad esempio, c'è una situazione vantaggiosa, più positiva per quanto riguarda la ricerca petrolifera nell'Artico. Io vivo in Italia e, quindi, conosco l'impegno ambientale degli italiani e sappiamo che quando l'ENI condurrà attività di prospezione – se lo farà, perché ad oggi questo tipo di esplorazione è ancora molto costoso –, lo farà sulla base di conoscenze scientifiche approfondite, rispettando gli impegni e utilizzando attrezzature e tecnologie ottimali. Quindi, se l'ENI deciderà di esercitare queste concessioni, lo farà nel modo migliore.
  Sono d'accordo con Lei, quindi, che ci saranno svantaggi a livello globale, ma che ci saranno dei vantaggi soprattutto per alcune aziende o anche per i turisti e i pescatori.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Consigliera per l'Ambiente, la Scienza e la Tecnologia dell'Ambasciata degli Stati Uniti in Italia, Caron De Mars, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.45.

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ALLEGATO

PRESENTAZIONE INFORMATICA ILLUSTRATA
DALLA CONSIGLIERA DE MARS

I

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II

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III

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IV

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V

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VI

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VII

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VIII

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IX

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X

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XI

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XII

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XIII

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XIV

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XV

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XVI

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XVII

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XIX

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