XVII Legislatura

I Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Mercoledì 1 febbraio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mazziotti Di Celso Andrea , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA NELL'AMBITO DELL'ESAME DELLA PROPOSTA DI LEGGE C. 3558  DAMBRUOSO, RECANTE MISURE PER LA PREVENZIONE DELLA RADICALIZZAZIONE E DELL'ESTREMISMO JIHADISTA

Audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli.
Mazziotti Di Celso Andrea , Presidente ... 3 ,
Fedeli Valeria , Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 3 ,
Mazziotti Di Celso Andrea , Presidente ... 7 ,
Centemero Elena (FI-PdL)  ... 7 ,
Menorello Domenico (CI)  ... 7 ,
Gasparini Daniela Matilde Maria (PD)  ... 7 ,
Pollastrini Barbara (PD)  ... 8 ,
Centemero Elena (FI-PdL)  ... 9 ,
Mazziotti Di Celso Andrea , Presidente ... 9 ,
Fedeli Valeria , Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 9 ,
Mazziotti Di Celso Andrea , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare-NCD-Centristi per l'Italia: AP-NCD-CpI;
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Scelta civica-ALA per la costituente libera e popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Civici e Innovatori: (CI);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-UDC: Misto-UDC.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 3558 Dambruoso, recante misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo jihadista, l'audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli
  Ringrazio la Ministra per la presenza e le do subito la parola.

  VALERIA FEDELI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Grazie, presidente. Saluto anche gli onorevoli deputati. La proposta di legge in questione affronta un tema di estrema rilevanza e attualità. Il contrasto all'estremismo jihadista e alla radicalizzazione, che riguarda tutta la società e le istituzioni, è ovviamente un elemento centrale anche per il sistema di istruzione e formazione.
  In questo senso, ritengo che debba essere riconosciuto alla proposta di legge il merito innanzitutto di coinvolgere e mobilitare diverse istituzioni, che già cooperano in molti settori, per disegnare un sistema, che io considero particolarmente importante da concepire in questo modo coordinato e articolato e che è finalizzato a un completo inquadramento del fenomeno in chiave di prevenzione, di dissuasione e di contrasto.
  In particolare, per quanto concerne il ruolo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, le misure indicate all'articolo 4 della proposta di legge, cioè «Interventi preventivi in ambito scolastico», si ricollegano, armonicamente e anche con molta sintonia, a misure in parte già adottate e a interventi normativi, che stiamo per adottare, ma anche alla legge n. 107 del 2015, in fase di attuazione.
  Le misure previste dalla proposta di legge sono coerenti, tra l'altro, anche con le conclusioni del Consiglio europeo sull'istruzione, che, il 21 novembre scorso, a Bruxelles ha condiviso un approccio alla prevenzione della radicalizzazione, inquadrando il fenomeno anche nella prospettiva dei sistemi educativi. Le conclusioni partono dalla necessità di saper leggere le circostanze umane e sociali, che creano un terreno fertile per la radicalizzazione e che sono elencate in quel rapporto: un senso profondo di alienazione personale; motivi di risentimento, reali o percepiti; xenofobia e discriminazione; possibilità limitate di istruzione, formazione o impiego; emarginazione sociale; degrado urbano e rurale; distorte convinzioni ideologiche e religiose; legami familiari non strutturati; traumi personali.
  Da ciò nasce l'esigenza di stringere alleanze interistituzionali, per attenuare queste vulnerabilità e disinnescare i fattori ideologici di ogni tipo di radicalizzazione. In tal senso, la funzione di istruzione e formazione è quella di un mezzo potente per promuovere valori comuni aggreganti, per esempio, attraverso l'educazione civica Pag. 4e i diritti umani, l'uso della memoria come insegnamento per il presente e lo sviluppo di contesti di apprendimento inclusivi e innovativi. Considero, tra l'altro, la questione della memoria e della conoscenza della storia uno degli elementi particolarmente necessari.
  Prima di descrivere impegni e misure, già adottate dal MIUR o in via di adozione, nella direzione indicata dalla proposta di legge in esame, voglio ribadire – questo inquadra tutte le nostre azioni in una cornice più forte – quanto sia decisiva la funzione sociale di servizio e di empowerment della comunità, che è svolta dal sistema educativo e formativo; anche questo diventa un elemento di consapevolezza.
  Come ho detto nel presentare le linee programmatiche nell'audizione delle Commissioni riunite VII Camera e 7ªSenato dell'altra settimana, dobbiamo riconoscere la funzione del sapere come fattore di cittadinanza attiva e, a quel punto, rimuovere con decisione gli ostacoli che impediscono l'accesso vero e di qualità ai percorsi formativi. Dobbiamo contrastare la dispersione scolastica, combattere la povertà educativa e impegnarci per superare i divari territoriali, sociali e di contesto, anche grazie al diritto allo studio reale. Lo dico perché questo è uno degli elementi con cui, dal punto di vista del nostro sistema, si può affrontare davvero e contrastare il fenomeno della radicalizzazione.
  Tutto ciò – anche questo è un elemento che sottolineo in quest'audizione – deve partire dai valori, che si devono far conoscere e vivere, della nostra Costituzione. Penso, fra tutti, all'articolo 3, nella prospettiva anche dello sviluppo sostenibile, così come previsto dall'Agenda 2030 dell'ONU, cioè il programma di azioni lanciato dalle Nazioni Unite. Lo dico perché c'è anche una differenza di impianto, da questo punto di vista, con quello, per esempio, dell'Agenda 2020 europea. In tal senso, è molto più trasversale e fondamentale il terreno che riguarda il contrasto anche agli elementi del jihadismo. Dovremmo dare a tutte le nostre ragazze e a tutti i nostri ragazzi, attraverso il sapere, la possibilità di diventare cittadine e cittadini, che conoscono e rispettano la Costituzione, che conoscono i propri diritti e i propri doveri e che partecipano attivamente alla comunità, sentendo che la comunità tutta investe su di loro e sul loro futuro possibile.
  Insomma, per contrastare ogni tipo di radicalizzazione, serve un contesto culturale, positivo, aperto e rispettoso, che sia capace anche di far crescere le speranze, perché ogni speranza che aiutiamo a crescere contribuisce a rendere più difficile l'attecchire dell'estremismo e delle radicalizzazioni di ogni tipo.
  Davanti al rischio della radicalizzazione, la scuola deve rispondere con azioni di conoscenza, di civismo e di integrazione, che saranno tanto più efficaci, se sapranno spingersi a realizzare la visione ben definita da don Milani, «l'essere fatti eguali». Lo dico perché noi tutti siamo, in qualche modo, portatori di una diversità ed è decisivo saper attivare un'educazione al rispetto e alla responsabilità, che affranchi dai pregiudizi, dall'appartenenza a gang, a ogni forma di bullismo, violenza e discriminazione, quindi anche a ogni ceppo di origine e storico.
  Cosa è stato già fatto dalla precedente Ministra al MIUR e cosa stiamo facendo adesso? Vorrei, ora, illustrare alcune azioni e iniziative, che abbiamo adottato all'interno di queste tematiche, partendo dal comma 16 della legge n. 107 del 2015, che postula che ogni scuola preveda nel suo piano di offerta formativa azioni volte a prevenire ogni discriminazione.
  Presenteremo le linee guida, dopo un approfondimento di dialogo e condivisione (la massima possibile), con l'insieme delle culture dei pluralismi, che saranno uno strumento per far assumere, ai giovanissimi e alle giovanissime, il rispetto come valore e dimensione relazionale con l'altro e con l'altra, grazie anche al contributo decisivo del corpo docenti.
  È stata, poi, introdotta, passando sul piano dell'offerta formativa, una classe di concorso specifica per insegnare l'italiano come L2, percependo l'insufficiente conoscenza della lingua italiana come potenziale fattore di emarginazione e di discriminazione. Il nuovo regolamento, tra le Pag. 5classi di concorso per l'insegnamento presso le scuole secondarie di primo e di secondo grado, istituisce così la nuova classe di concorso denominata «A23 Lingua italiana per discenti di lingua straniera»; anche questo è un elemento significativo.
  Inoltre, sono già in essere azioni e possibilità indicate dalla proposta di legge, come quanto previsto, per esempio, dal comma 4 dell'articolo 4, della proposta, sulla possibilità per reti di scuole di stipulare convenzioni, anch'esse tra l'altro previste dall'attuazione della legge n. 107 del 2015.
  Circa le attività di formazione e aggiornamento dei docenti, previste dal comma 6, del medesimo articolo 4, sono già operativi al MIUR il Piano nazionale scuola digitale e il Piano per la formazione dei docenti 2016-2019. Il primo contiene azioni per un uso consapevole e rispettoso della rete, che agiscono anche come fattore di contrasto all’hate speech. Il Piano per la formazione dei docenti, invece, contiene due capitoli specifici, ossia «Coesione sociale e prevenzione del disagio giovanile globale» e «Integrazione, competenze di cittadinanza e cittadinanza globale», con risorse specificamente dedicate.
  A questo, poi, si aggiunge il Piano pluriennale di formazione, per dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA delle scuole a forte incidenza di alunni e alunne stranieri, finanziato con risorse dei fondi europei del programma FAMI (Fondo asilo, migrazione e integrazione 2014-2020).
  Negli ultimi anni, è stato dato impulso ad alcuni documenti di indirizzo e a progetti sul tema dell'integrazione e dell'educazione interculturale. Il progetto «La scuola al centro», iniziato nell'estate del 2016, è un programma di contrasto alla dispersione scolastica per favorire l'inclusione sociale, che ha consentito l'apertura estiva delle scuole nelle realtà metropolitane di Milano, Roma, Napoli e Palermo, con particolare attenzione alle periferie. Per il progetto, sono stati stanziati 10 milioni di euro, al fine di prevenire fenomeni di disagio da parte dei giovani anche di seconda e terza generazione, che più facilmente possono entrare in contatto con i punti di radicalizzazione. La misura è stata, poi, rifinanziata con 240 milioni e rilanciata con un avviso pubblico. Sono stati presentati più di 4000 progetti, attualmente in fase di valutazione. Con ciò, voglio dire che c'è stato un risultato positivo in questa iniziativa.
  Con circolare del 19 febbraio del 2014, sono state diffuse le linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri. È stato rinnovato, a settembre 2014, l'Osservatorio nazionale per l'integrazione degli alunni stranieri e l'educazione interculturale, costituito da rappresentanti di istituti di ricerca, associazioni, altri Ministeri e dirigenti scolastici, che sono articolati in quattro gruppi di lavoro: insegnamento della lingua italiana come lingua seconda e valorizzazione del plurilinguismo; formazione del personale scolastico e istruzione degli adulti; partecipazione degli studenti di seconda generazione e cittadinanza per figli di immigrati; fare scuola nelle periferie urbane multiculturali.
  Il documento di indirizzo redatto dall'Osservatorio, «Diversi da chi? Raccomandazioni per l'integrazione degli alunni stranieri e per l'intercultura», che è stato inviato alle scuole con circolare del 9 settembre 2015, ha davvero rappresentato il tentativo di affrontare l'integrazione, a partire dal punto di vista proprio delle alunne e degli alunni stranieri. Credo che questo sia un elemento utile anche per la nostra azione.
  Il Ministero ha diffuso gli esiti dell'indagine nazionale «Alunni con cittadinanza non italiana. La scuola multiculturale nei contesti locali», nel 2016, insieme alla Direzione generale per lo studente e all'Ismu, la Fondazione iniziative e studi sulla multietnicità di Milano. Inoltre, il Ministero ha diffuso gli esiti dell'indagine nazionale sugli studenti stranieri di seconda generazione, presentati in collaborazione con l'Istat e con il Ministero dell'interno.
  Ai Centri provinciali per l'istruzione degli adulti (CPIA), è stata data la fisionomia di una nuova tipologia di istituzione scolastica, che fornisce istruzione a oltre il 50 per cento di studenti stranieri, inclusi i minori stranieri non accompagnati che abbiano Pag. 6 compiuto 15 anni. La loro scolarizzazione è un elemento decisivo di prevenzione al formarsi di gruppi socialmente emarginati e sommersi, dunque a rischio di radicalizzazione.
  Con il decreto ministeriale n. 435 del 6 giugno del 2015, all'articolo 2, è stata finanziata con 500.000 euro la creazione di corsi o laboratori per l'insegnamento della lingua italiana in orario scolastico e un sostegno linguistico in orario extrascolastico con 170 progetti realizzati. Per un pari importo, sono stati finanziati progetti di accoglienza e sostegno linguistico e psicologico per minori non accompagnati. Nell'ultimo anno scolastico, abbiamo avuto circa 60 progetti in undici regioni, con 800 minori non accompagnati coinvolti. Per il corrente anno scolastico, è stato stanziato un milione di euro per progetti di accoglienza e integrazione linguistica dei minori stranieri non accompagnati di recente immigrazione.
  Inoltre, nella primavera del 2017, partirà il Piano pluriennale di formazione per l'organizzazione e gestione delle istituzioni scolastiche in contesti multiculturali, rivolto a dirigenti scolastici, insegnanti e personale ATA delle scuole con elevata percentuale di alunni stranieri, che sarà finanziato con risorse europee del programma FAMI (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione) e che è stato realizzato in collaborazione con dipartimenti universitari di scienze della formazione e con gli uffici scolastici regionali. Faccio notare che sono più di 2000 le scuole che superano la percentuale del 30 per cento di alunni stranieri e più di 500 quelle che superano la percentuale del 50 per cento. Lo dico anche per rappresentare numeri che sono significativi.
  Il progetto biennale 2016-2017 «L'Europa inizia a Lampedusa» si rivolge agli studenti italiani ed europei delle scuole secondarie di secondo grado e si avvale di fondi europei (670.000 euro) del programma FAMI. Questo progetto è stato realizzato in collaborazione con il Comitato 3 ottobre, un insieme di associazioni promotrici della legge che ha istituito la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione, la legge n. 45 del 21 marzo del 2016. Il progetto ha avuto inizio il 3 ottobre del 2016 con il viaggio a Lampedusa di duecento studentesse e studenti, provenienti dalle diverse regioni italiane e da dieci Paesi europei e accompagnati dai loro insegnanti, per approfondire, attraverso laboratori, incontri e testimonianze, i temi dell'accoglienza e dell'immigrazione.
  Partirà, a breve, il progetto «Mediatori per l'intercultura e la coesione sociale in Europa», in partenariato con l'Università per stranieri di Siena e la Dante Alighieri di Reggio Calabria, sempre con i fondi del FAMI.
  È stata poi costituita una commissione su pluralismo e libertà religiosa nelle scuole, con l'obiettivo di introdurre una maggiore conoscenza delle dottrine religiose nel corpo docente.
  Chiudo con l'ultima azione in termini temporali. Ieri, abbiamo lanciato l'avviso quadro dei PON (Programma Operativo Nazionale) 2014-2020, con un investimento sulle competenze di studentesse e studenti di 830 milioni di euro, per dieci azioni e con dieci avvisi mirati, che permetteranno a scuole, studenti e famiglie di presentare progetti per le competenze di base, per la cittadinanza globale e, solo per citarne alcuni, per l'alternanza scuola-lavoro. Si consentirà alle scuole di agire concretamente, anche restando aperte il pomeriggio, quindi anche contro la dispersione e la povertà educativa, che restano sempre degli elementi di intreccio più significativi.
  Dalla descrizione delle misure adottate, credo emerga chiaramente che il MIUR è già attivo sugli obiettivi in discussione con la proposta di legge ed è pronto anche a continuare a collaborare attivamente. Auspico, da questo punto di vista, che la discussione parlamentare della proposta di legge in esame sia l'occasione per mettere a fuoco il ruolo della scuola e del sistema educativo e formativo nei processi di cambiamento, capaci di attivare crescita civica, rispetto, benessere sostenibile, cittadinanza attiva e responsabile, senso di comunità, integrazione e difesa soprattutto dei valori costituzionali.

Pag. 7

  PRESIDENTE. Grazie, Ministra. Do la parola ai deputati che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  ELENA CENTEMERO. Ringrazio la Ministra per l'intervento che ha svolto, ponendo l'attenzione sulla questione educativa rivolta a tutte le studentesse e a tutti gli studenti, sia quelli italiani sia quelli che non hanno nazionalità italiana. Voglio brevemente svolgere alcune considerazioni.
  Anzitutto, come Consiglio d'Europa, nella Commissione che io presiedo e che si occupa di uguaglianza e non discriminazione, abbiamo lanciato una campagna contro l'odio, che si chiama «No hate, no fear». Sarebbe molto importante raccordare la nostra campagna con l'azione del Ministero, facendo proprie alcune delle iniziative. In particolar modo, noi abbiamo inserito il tema dell'educazione al contrasto all'odio, alla xenofobia, al razzismo all'interno di una carta, che si chiama «carta sociale sull'educazione alla cittadinanza e ai diritti umani», cioè come competenza chiave di cittadinanza.
  Lei prima ha parlato delle linee guida e di questa tematica all'interno dell'educazione alla cittadinanza attiva. Noi, come Consiglio d'Europa, siamo molto d'accordo su questa linea intrapresa e sul porre l'attenzione, anche laddove si parla delle competenze digitali e della formazione di dirigenti, docenti e personale, sul tema della non discriminazione e del contrasto all'odio in tutte le forme; per cui vorrei semplicemente sottolineare questi aspetti e invitare, visto che poi noi affronteremo anche tutto il tema della riforma delle delegazioni internazionali nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 3929, a una collaborazione stretta con il Consiglio d'Europa, che è possibile già attualmente attraverso il Regolamento della Camera.

  DOMENICO MENORELLO. Ringrazio anch'io la Ministra per questa articolata esposizione. Ritenendo che il tema educativo sia particolarmente strategico su questo versante, vorrei cortesemente domandarle qualche informazione in più circa il cenno sulla Commissione relativa al programma, se non ho capito male, di informazione ai docenti sulle dottrine religiose. Le chiedo se può fornire alcuni particolari o magari semplicemente consentire a chi è interessato di accedere a materiale più approfondito.

  DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Grazie, signora Ministra. Ho trovato veramente interessanti le cose che ci ha elencato e, mentre lo faceva, mi sono venute in mente due cose. La prima riguarda l'esperienza che sto facendo nella Commissione d'inchiesta sulla sicurezza e sul degrado delle città e delle periferie, dove sostanzialmente emerge che, nei territori privati di opportunità non soltanto edilizie, ma anche sociali e culturali, ci sono gli ingredienti per cui è, di fatto, più possibile comunque un disagio sociale, ma anche frizioni nella popolazione, prima ancora che arrivare a fatti estremi, come quelli che stiamo esaminando.
  Da questo punto di vista, già ieri in tale Commissione, durante l'audizione del dottor Aquilanti, segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri, facevo presente che manca in questo momento – o almeno questa è la mia percezione, quindi formulo anche una domanda al riguardo – un coordinamento che svolga un'azione di sistema. Lo dico perché comunque, come si vede, per affrontare temi di questo tipo, come quello delle periferie, bisogna tenere insieme tutti e tutto, altrimenti il risultato è un'azione spot. Da questo punto di vista, ho chiesto e sollecitato soggetti che rivestono un ruolo tecnico (lei invece è un ministro), evidenziando la necessità di costituire un nucleo di ministri, che hanno la responsabilità dei temi sul disagio sociale e sulle periferie, ma anche il tema dell'inclusione sociale. Questo aspetto diventa necessario anche per valutare se le politiche messe in campo e i progetti determinano cambiamenti; quindi questa è la prima considerazione, ma è anche una domanda nonché un invito, perché, di fatto, manca nel nostro Paese un luogo in cui si esamini la ricaduta anche delle scelte fatte.
  Il secondo tema, di cui parlo da ex amministratore, ma anche alla luce della mia precedente esperienza e di quello che Pag. 8conosco (un po’ meno oggi, essendo qui come parlamentare), riguarda il rapporto scuola-territorio. Ho avuto l'esatta sensazione che alcuni dirigenti scolastici, nel nome dell'autonomia, pensano di essere i soli al mondo. Da questo punto di vista, credo che i temi e i progetti che lei ha elencato abbiano meno efficacia, se non si stabilisce un rapporto serio con le realtà territoriali, anche per conoscersi reciprocamente. Mi sono detta che delle cose che ci ha presentato farò tesoro, anche per gli assessori all'educazione e i sindaci del mio territorio, perché sono convinta – farò una prova e le farò sapere – che gli assessori all'educazione del mio comune non conoscono queste cose.
  Sarebbe necessario capire se, con la proposta di legge che la relatrice Pollastrini sta accompagnando in questa discussione e con le cose che lei sta facendo, è possibile «obbligare» a un tavolo territorio e scuola per affrontare in maniera organica i temi. Lo dico perché, se viene fuori che c'è un problema di spazi per i ragazzi durante l'estate, che cosa si fa? Inoltre, bisogna capire quali tipi di rapporto instaurare con le scuole, anche alla luce dei grossi investimenti, come quello sui mediatori e gli altri che ha elencato.
  Mi fermo qui. Quindi la mia è una sollecitazione, ma devo dire che è anche una testimonianza, da questo punto di vista, del fatto che purtroppo questa società è diventata sempre più frammentata e il rapporto che io ho vissuto negli anni Ottanta, quand'ero assessore all'educazione, scuola e territorio, oggi non esiste più.

  BARBARA POLLASTRINI. Anch'io vorrei ringraziare la Ministra per la serietà e la concretezza, ma innanzitutto per lo sguardo d'insieme con cui ha tenuto la sua relazione. Prima di dire una cosa di merito, avanzerei una richiesta alla Ministra, anche se so che si tratta di una materia in particolare del Parlamento.
  Lei ha parlato degli interventi e delle iniziative del Ministero sul territorio per i minori stranieri non accompagnati, per cui le chiederei una sua attenzione, affinché il Senato in tempi rapidissimi, pur riconoscendo, com'è evidente, l'autonomia del Parlamento, possa approvare la proposta di legge sui minori stranieri non accompagnati, che – ci tengo a ridirlo – è stata approvata alla Camera qualche mese fa con un larghissimo consenso trasversale. Si tratta di una proposta di legge la cui preziosità, dal mio punto di vista naturalmente, è stata data dalla larga condivisione, perché questa non è una proposta di legge della maggioranza, ma una proposta di legge che ha visto coinvolti da protagonisti i gruppi parlamentari di opposizione; quindi credo che ci siano tutte le ragioni per chiedere un suo interessamento e un interessamento in più del Governo, affinché possa essere approvata, pure in questa circostanza complicata dalle vicende politiche. Ho notato che lei ha dedicato un'attenzione a questo tema, in cui c'è un rapporto di interdisciplinarità e uno sguardo d'insieme, mi permetto di sottoporlo alla sua sensibilità.
  In secondo luogo, venendo alla mia ragione di merito, le colleghe e colleghi hanno posto domande molto interessanti e vorrei dire che anch'io ritengo che il senso della proposta di legge Dambruoso, di cui sono relatrice, è quello che lei ha individuato, cioè quello di garantire un coordinamento, che lei ha chiamato «alleanza interistituzionale», dal Governo alle istituzioni, fino ai territori, su una proposta, che, in realtà, per rispondere a un bisogno di sicurezza, sentitissimo da parte dei cittadini e delle cittadine europei e italiani, investe molto sul tema della prevenzione.
  Lei mi ha convinta sulle iniziative importanti già messe in atto dal Ministero che lei dirige, però chiedo anche a lei, in questa logica di coordinamento, di tenere in conto la relazione, che ci è stata proposta di recente e che è scaturita dagli esiti della commissione presieduta dal professor Vidino, che aveva avuto luogo su questo stesso tema. Come ricorderanno i colleghi, l'allora Sottosegretario Minniti (oggi è Ministro) ci aveva parlato, nella sua audizione a proposito di questa proposta di legge, di questa commissione di studio, che è stata molto importante, secondo me, e che ha presentato la sua relazione. Ne riparleremo col ministro Minniti, che audiremo mercoledì 8 febbraio 2017. Pag. 9
  Tuttavia, interloquendo con la collega Gasparini, mi rivolgo a lei per precisare che, nelle conclusioni, si prevedono a livello regionale dei presidi e dei coordinamenti legati alla materia della prevenzione di fenomeni di radicalizzazione, quindi io suggerisco che, anche nell'impianto più generale che lei ci ha proposto, si possa già tenere conto della previsione dei commissari studiosi e rappresentanti dei territori, perché penso che quel livello regionale possa dare una mano a quel tipo di programmazione e di coordinamento, che anche noi, per quello che abbiamo capito dalle audizioni e dagli studi, compiuti anche qui trasversalmente, riteniamo molto importante.
  Ho un'ultima domanda da porre. Mi convince molto la sua insistenza sul fatto che questa proposta di legge, molto mirata alla prevenzione e alla sicurezza, è legata al riconoscimento pieno dei valori della nostra Costituzione, quindi implica l'assunzione di doveri da parte delle istituzioni e di diritti dei nostri interlocutori, ma anche di doveri per chiunque acceda a questi programmi. Sono molto d'accordo con lei nel richiamo costituzionale, sia dal punto di vista dei diritti che dal punto di vista dei doveri e delle regole. Anch'io, come il collega Menorello, vorrei capire meglio il tema sulla formazione-informazione legata alla grande questione del dialogo interreligioso, fatto di rispetto e di pluralismo, ma anche di regole condivise. Ne abbiamo parlato nell'incontro di oggi – ho finito e mi scuso, Presidente – e ne parleremo, domani, anche con il Ministro Orlando e, successivamente, col Ministro Minniti, perché, come lei sa, oltre al grande tema della libertà religiosa, bisogna affrontare il grande tema delle intese e il tema dei doveri, oltre che dei diritti, nel rapporto interreligioso e con i principi civici e laici della nostra Costituzione.

  ELENA CENTEMERO. Concordo molto con quanto è stato detto dalla collega Gasparini. Da neo-amministratrice locale, posso dirvi che spesso le scuole, avendo molte sollecitazioni da parte del Ministero, non sono in grado di focalizzarsi su tutti i progetti proposti, per cui gli amministratori locali non ne sono a conoscenza, se non per vie traverse. Credo che sia molto importante un raccordo con gli amministratori locali, che possono, in alcuni ambiti, sollecitare i dirigenti scolastici, che dovrebbero raccordarsi con il territorio.
  L'altro aspetto, che vorrei sottolineare, visto che lei è Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, riguarda le famiglie. Io ricordo di un'audizione, che si è tenuta a Parigi nella mia Commissione, nell'ambito del Consiglio d'Europa, di due genitori francesi con un figlio radicalizzato. Il messaggio che ci hanno trasmesso è che non riuscivano a riconoscere e non sapevano quali erano i segni della radicalizzazione, quindi hanno dato per scontato questo cambiamento del figlio, appunto perché non avevano dei punti di riferimento cui chiedere. In Francia, sono state istituite delle linee verdi, a cui le famiglie possono telefonare per chiedere informazioni. Credo, e lo dico a lei che è la Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca e ha a che fare con gli studenti, ma anche con le famiglie, che anche le famiglie debbano essere oggetto della nostra informazione e formazione, per aiutare a riconoscere i segni della radicalizzazione, ma anche dell'odio e del razzismo.

  PRESIDENTE. Do la parola alla Ministra Fedeli per la replica.

  VALERIA FEDELI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Intanto vi ringrazio, perché tutti i commenti e le osservazioni ascoltati sono, dal mio punto di vista, condivisibili, e mi prenderò la cura di far corrispondere azioni a ciò che è stato detto. Per prima cosa, voglio dire che considero importante raccordare la campagna europea – rispetto alla prima osservazione che l'onorevole Centemero sollevava – con le iniziative, che stiamo già predisponendo al MIUR.
  Tra l'altro, vi dico, come informazione più generale, che anche sul rapporto con i sindaci e sul come accompagnare il tutto, ieri abbiamo pubblicato sul sito del MIUR tutto il quadro di presentazione delle dieci azioni per la cittadinanza globale. Da qui Pag. 10ad aprile, per ogni azione, che ne contiene altrettante al proprio interno, accompagneremo – cioè non le abbiamo, questa volta, solo pubblicate sul sito del Ministero e non faremo solo un'operazione, permettetemi di dirlo, di informazione da Ministero centrale – anche le scuole e le realtà territoriali a conoscere, quindi a progettare insieme, perché li sosteniamo anche nella progettazione.
  Credo che mi farò parte responsabile per incrociare anche questa campagna europea, perché questa potrebbe rientrare nella parte dei PON, che, in particolare, riguarda la questione del contrasto all'odio, contemplata anche dalla Carta sociale europea. Su quest'aspetto siamo d'accordo e me ne farò carico.
  Sulla questione del gruppo, che mi veniva chiesta dall'onorevole Menorello, posso dire che è costituita una commissione sul pluralismo e la libertà religiosa nelle scuole e sottolineo che questa è costituita, così come ho detto, ma la devo riattivare – questo è il tema – e renderò anche anch'essa trasparente e accessibile. Lo dico, anche per rispondere a una delle osservazioni dell'onorevole Pollastrini, perché questa deve anche diventare un elemento chiaro per capire che cosa significa formare i docenti in merito e qual è il punto di riferimento, anche di conoscenza.
  Vi dico, se mi posso permettere, che c'è già scritto tutto nella nostra Costituzione anche su quest'aspetto, quindi dobbiamo inserire lo storico e anche la conoscenza delle diverse religioni o del dialogo interreligioso, sapendo quali sono i presupposti.
  Ora, per rispondere esattamente alla sua domanda, le dico che il gruppo era costituito e non riunito e che lo mantengo costituito perché lo considero un punto serio e importante, quindi metteremo anche a conoscenza il Parlamento dei suoi elementi di lavoro, oltre che di composizione.
  Quello delle periferie è un tema straordinario. Dal punto di vista del lavoro di questo Ministero e per tutte le questioni che vi ho presentato, ma anche per quelle presentate ieri come attività ordinaria di intervento per le scuole che rimangono aperte per l'offerta formativa, anch'io avverto quest'esigenza, quindi mi farò parte nella discussione del Consiglio dei ministri, perché, secondo me, serve un coordinamento e soprattutto un progetto condiviso interministeriale sulle periferie. Per un'efficacia delle azioni di ogni Ministero, se vogliamo affrontare anche quello che comporta il disegno di legge, di cui, oggi, discutiamo, anche con la mia audizione, io considero fondamentale il coordinamento territoriale.
  Poi raccolgo gli esiti della commissione studio, che l'allora Sottosegretario Minniti (oggi Ministro) ha promosso, e sono d'accordo con quella conclusione, per cui, se decidiamo che il punto di riferimento di governo interministeriale per un'azione coordinata deve essere il livello regionale, va bene, ma rimango convinta – la mia è un'opinione che esprimo in questa sede – che il livello regionale abbia bisogno di un governo territoriale, perché è nel territorio che le azioni si fanno più precise e hanno bisogno di sinergie e di interventi.
  Lo dico perché, se noi facciamo un'operazione di scuola aperta e di offerta formativa per superare la dispersione scolastica delle ragazze e dei ragazzi e per farli sentire inclusi, noi dobbiamo affrontare anche il grande tema, che adesso l'onorevole Centemero sollevava riguardo alle famiglie e che presenta un doppio aspetto: parliamo di famiglie come relazione con le alunne e gli alunni, ma anche di adulti, il cui grado di strumenti culturali, come sappiamo, ha in Italia, purtroppo, uno svantaggio troppo alto. Anche questo è uno degli elementi su cui, invece, noi dobbiamo operare, cioè con la formazione degli adulti. Da questi due punti di vista, il terreno è il territorio e di questo sono particolarmente convinta per l'esperienza, ma anche per l'efficacia dei diversi interventi.
  Lascio per ultimo, non per importanza, ma per funzione, un aspetto, di cui rimango anch'io convinta. Serve sempre, quando si fanno queste azioni, misurarsi con l'impatto dei risultati, come è stato detto. Lo dico perché la verifica dell'impatto ti mette nella condizione di organizzarti come sistema Paese, quindi come sistema Pag. 11 di intervento e anche di governo per ciascuna azione che vuoi fare, avendo lo stesso obiettivo e ciascuno per le sue competenze.
  All'onorevole Pollastrini, dico che continuerò a farmi parte diligente per le mie competenze, affinché, in Senato, quella legge vada avanti e venga approvata, anche perché, considerata la larghissima condivisione alla Camera, larghissima condivisione deve, secondo me, esserci anche al Senato. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Ministra Fedeli.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.45.

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