XVII Legislatura

I Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 22 novembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Agostini Roberta , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE POLITICHE IN MATERIA DI PARITÀ TRA DONNE E UOMINI

Audizione di rappresentanti dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Agostini Roberta , Presidente ... 3 
Bottalico Francesca , Assessora alle pari opportunità e ... 3 
Agostini Roberta , Presidente ... 5 
Bottalico Francesca , Assessora alle pari opportunità e ... 6 
Agostini Roberta , Presidente ... 6 
Distaso Antonio (Misto-DI)  ... 6 
Gasparini Daniela Matilde Maria (PD)  ... 6 
Fabbri Marilena (PD)  ... 6 
Agostini Roberta , Presidente ... 7 
Distaso Antonio (Misto-DI)  ... 7 
Agostini Roberta , Presidente ... 7 
Bottalico Francesca , Assessora alle pari opportunità e ... 7 
Agostini Roberta , Presidente ... 7 

Audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome:
Agostini Roberta , Presidente ... 7 
Reschigna Aldo , Vicecoordinatore della Commissione affari costituzionali e generali della Conferenza delle regioni e delle province autonome ... 7 
Agostini Roberta , Presidente ... 8 
Parisi Massimo (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 8 
Agostini Roberta , Presidente ... 8 
Reschigna Aldo , Vicecoordinatore della Commissione affari costituzionali e generali della Conferenza delle regioni e delle province autonome ... 8 
Agostini Roberta , Presidente ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori - Energie PER l'Italia: Misto-CI-EPI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI-Liberali: Misto-FARE!PRIL;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti: Misto-PSI-PLI-I.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROBERTA AGOSTINI

  La seduta comincia alle 14.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle politiche in materia di parità tra donne e uomini, l'audizione di rappresentanti dell'ANCI. Ringrazio per la loro presenza la dottoressa Francesca Bottalico, Assessora alle Pari Opportunità e welfare del comune di Bari, il dottor Antonio Ragonesi, responsabile dell'Area Pari opportunità dell'ANCI, la dottoressa Carmen Castelluccio, responsabile dell'Ufficio Pari opportunità dell'ANCI, e il dottor Giuseppe Pellicanò dell'Area comunicazione dell'ANCI.
  Ringraziandoli nuovamente per la loro presenza, do la parola alla dottoressa Francesca Bottalico.

  FRANCESCA BOTTALICO, Assessora alle pari opportunità e welfare del comune di Bari. La ringrazio, presidente. Innanzitutto un mio saluto particolare e un buon pomeriggio all'intera Commissione, ringraziamento sia come assessora alle pari opportunità e al welfare del comune di Bari, sia come ANCI per questa convocazione e specialmente per il lavoro che questa Commissione sta portando avanti sul tema delle pari opportunità.
  Questa indagine conoscitiva si intreccia anche con il lavoro che l'ANCI sta portando avanti in questi anni in maniera approfondita e con passione, come una grande sfida, con i vari comuni italiani, perché riteniamo che le pari opportunità fra uomo e donna siano elementi fondamentali nel momento in cui si parla di crescita complessiva, economica, sociale e politica.
  Oggi consegneremo alla Commissione una serie di lavori che l'ANCI ha portato avanti insieme a tutti i comuni e ai vari rappresentanti, che sono partiti, in occasione della celebrazione del Settantesimo anniversario della conquista del suffragio universale, con la convocazione dei primi Stati generali delle amministratrici il 21 aprile 2016.
  In tale occasione, confrontandoci con i vari rappresentanti dei comuni, ma specialmente con le esperienze che i vari comuni hanno realizzato a livello territoriale, abbiamo avuto modo di elaborare attraverso dei tavoli tematici quattro quaderni che, come detto, oggi consegneremo alla Commissione e che riprendono i vari temi che riteniamo siano fondamentali e possano essere un contributo nell'ambito dell'indagine che la Commissione sta realizzando.
  Il lavoro che è stato realizzato è consistito nell'ascoltare le proposte dei vari comuni, raccogliere le buone prassi e valorizzare sia quanto alcuni comuni hanno realizzato nei diversi settori (welfare, partecipazione delle donne alla vita amministrativa, bilanci di genere), ma anche le proposte e le criticità che ogni comune e chi amministra i comuni e le realtà territoriali riscontrano quando si parla di temi di pari opportunità. Pag. 4
  I quaderni che oggi diventeranno contributo di questa discussione riprendono quattro temi principali: la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e le politiche sociali dei comuni, la violenza di genere, i bilanci di genere e la promozione delle pari opportunità, lo stato dell'arte rispetto alle donne amministratrici nei vari comuni.
  Chiaramente questi sussidi sono stati elaborati non soltanto come elementi di raccolta e di valorizzazione, ma specialmente per offrire ai comuni che ancora non sono impegnati su questi temi delle linee orientative su cui poter lavorare.
  Il primo sussidio sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro affronta un tema centrale quando si parla di pari opportunità, di accesso al mondo del lavoro o alla vita sociale, perché sappiamo che i sistemi familiari, lavorativi e di welfare sono ancora strutturati secondo un modello tradizionale, in cui il 72 per cento delle ore del lavoro di cura in una coppia sono ancora relegati alle donne. Chiaramente questo rende difficile avviare politiche di inclusione lavorativa o qualsiasi altro tipo di discorso, perché c'è una difficoltà nella conciliazione dei tempi.
  Da questo punto di vista molto è stato fatto, nel senso che i comuni hanno lavorato molto nel potenziamento dei servizi educativi di base specialmente per la primissima infanzia, e finanziamenti ad hoc del Ministero dell'interno hanno permesso ad alcuni comuni l'anno scorso di rafforzare i servizi degli asili nido o dei centri ludici; questi finanziamenti e questi modelli che sono stati applicati dai comuni vivono però la criticità di una programmazione non a lungo termine e pertanto una difficoltà in questo senso.
  La stessa attivazione delle nuove forme di contrasto alla povertà estrema come il Sostegno per l'inclusione attiva (SIA) o la dichiarazione della situazione reddituale (RED) affronta il tema da un certo punto di vista, ma sarebbe necessario e auspicabile che qualsiasi politica s'intrecci sempre con il potenziamento dei servizi.
  Da questo punto di vista diversi comuni hanno evidenziato alcune pratiche che si basano anche sul potenziamento delle reti sociali sui territori. Penso ad esempio al Comune di Bari, che ha attivato la pratica dei nonni sociali, che sono dei nonni che si mettono a disposizione delle famiglie, o piuttosto l'esperienza delle mamme nel Comune di Genova che si mettono a disposizione di nuclei familiari che non hanno questa rete di supporto. È però necessario lavorare ancora molto in questa direzione.
  Un secondo tema e anche il secondo oggetto del lavoro realizzato dall'ANCI è la lotta alla violenza sulle donne, tema di cui oggi si parla molto, ma che è sempre esistito, su cui l'ANCI e i comuni stanno lavorando non soltanto all'implementazione di programmi antiviolenza all'interno delle città, in particolare all'attivazione dei protocolli di tutela e accompagnamento con tutte le reti istituzionali, ma specialmente c'è un lavoro attivo da parte dei vari comuni proprio sul tema della prevenzione.
  Da questo punto di vista abbiamo raccolto in occasione del 25 novembre (queste rappresentano delle occasioni in cui rilanciare dei temi, ma è un lavoro quotidiano che i comuni fanno e che l'ANCI ripropone) più di 1.000 iniziative che verranno realizzate nei prossimi giorni, che insistono sull'idea che contrastare il tema della violenza sia principalmente lavorare sulla prevenzione.
  Ad esempio, sulla città di Bari lavoreremo nelle prossime settimane all'implementazione di un tavolo che lavori quotidianamente sulla prevenzione, a partire dalle nuove generazioni. Quando si parla di pari opportunità non si può prescindere dal tema della violenza, non soltanto della violenza espressa, della violenza fisica, ma anche di tutte le violenze che «indirettamente» arrivano alle donne specialmente nel mondo del lavoro, e sono più nascoste e molto più complesse come fenomeno.
  In più, l'ANCI e i comuni hanno dato un forte contributo all'elaborazione del Piano strategico nazionale sulla violenza maschile (domani ci sarà la seduta della Conferenza Unificata che affronterà il tema), e l'ANCI si è molto spesa sulla necessità di lavorare anche sui maltrattanti, sugli uomini, e anche sulla violenza assistita, che riteniamo Pag. 5siano elementi che devono essere portati avanti quando si parla del contrasto.
  Accenno ad alcune cose, ma ciascuno di questi temi necessiterebbe di una convocazione a parte. Un terzo sussidio che oggi portiamo come ANCI è il lavoro sui bilanci di genere, un lavoro che ancora ha bisogno di essere approfondito, c'è bisogno ancora di fare tanta strada, ma alcuni comuni si stanno già organizzando. Penso ad esempio al Comune di Siena, che sta elaborando la riprogrammazione di un bilancio proprio orientato al genere, facendo valutazioni all'interno ma ascoltando i vari stakeholder affinché vengano riclassificate le voci di bilancio e vengano riprogrammate con attenzione in un'ottica di genere.
  Particolarmente interessante è anche quanto abbiamo raccolto rispetto alla presenza delle donne amministratrici in Italia. Avrete modo di approfondire maggiormente, ma dei dati balzano subito agli occhi grazie a questa ricerca. Negli ultimi trent'anni il numero delle donne sindaco è cresciuto più di sette volte, la metà delle amministratrici possiede un titolo di laurea a differenza del 34 per cento degli uomini. Si tratta di elementi su cui riflettere, che ci offrono dei percorsi di analisi in questa direzione.
  La Puglia, ad esempio, è la quarta regione per numero di vicesindaco donna e il 6,8 per cento dei sindaci è donna. Questo è un elemento che ci permette di analizzare come sia ancora molto difficile che delle donne si impegnino in politica, ma specialmente che venga riconosciuto il loro ruolo.
  A questi sussidi noi aggiungiamo anche dei cataloghi che sono stati elaborati dall'ANCI stessa attraverso la raccolta, l'analisi e la suddivisione di un centinaio di pratiche ed esperienze, dove la maggior parte delle esperienze raccolte sui comuni riguarda i piani antiviolenza, in quanto c'è veramente una fortissima attenzione in questa direzione.
  Questi sussidi in questo momento stanno girando molto fra le amministrazioni locali e sono dei punti di riferimento. In questo senso è importante il contributo della Commissione, perché i comuni, specialmente quelli che si affacciano e che hanno certe sensibilità, hanno bisogno di avere stimoli e linee generali.
  Come si è detto, l'ANCI in questo periodo è impegnata in una campagna virale di nuovi comportamenti «Stop alla violenza sulle donne»; è una campagna che abbiamo lanciato per tutti gli amministratori e amministratrici, perché quando si parla di donne si parla anche di uomini e di un approccio principalmente culturale, perciò ci piacerebbe condividere con voi questa campagna che stiamo lanciando in maniera virtuale, che coglie il 25 novembre, ma l'idea è lavorare quotidianamente.
  Inoltre come ANCI abbiamo sottoscritto un protocollo con l'Istituto di autodisciplina pubblicitaria, volto a fronteggiare la pubblicità sessista nelle affissioni pubblicitarie locali, sempre per un lavoro continuo anche a livello locale. L'ANCI inoltre ha sottoscritto un protocollo con DIRE, le Donne in rete contro la violenza, per promuovere e sviluppare azioni, progetti, iniziative e percorsi di sensibilizzazione a livello generale.
  Chiaramente diamo la nostra massima disponibilità a collaborare e ad essere di supporto a questa indagine, che ritengo strategica e trasversale a uno sviluppo generale.

  PRESIDENTE. Grazie, dottoressa Bottalico. Chiederei alle colleghe e ai colleghi se hanno delle domande da rivolgere all'ANCI, ricordando loro che abbiamo subito dopo l'audizione dei rappresentanti della Conferenza delle regioni. Naturalmente vi ringrazio per il materiale che ci lasciate, considero molto utile raccogliere le buone pratiche e le esperienze che nei comuni italiani vengono fatte. Naturalmente immagino ci siano anche molte criticità.
  Noi abbiamo approvato la legge n. 56 del 2014, la legge Delrio, che prevedeva una norma antidiscriminatoria per la presenza nelle Giunte, in particolare dei piccoli comuni, e sarebbe interessante mappare questa legge a qualche anno dalla sua attuazione, per capire se venga rispettata nei comuni, cosa si faccia per attuarla e cosa si faccia in caso non venga attuata.

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  FRANCESCA BOTTALICO, Assessora alle pari opportunità e welfare del comune di Bari. Per fortuna, da questo punto di vista il comune di Bari è in pari sulla Giunta, è sul 50 per cento.

  PRESIDENTE. Lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTONIO DISTASO. Grazie, presidente, saluto l'assessora che è mia concittadina e approfitto per richiamare un argomento di cui abbiamo discusso qualche giorno fa alla Camera, quando sono state approvate mozioni sulla violenza sessuale in danno delle donne.
  È per questa lacuna, ma parlerei di un grave errore dal punto di vista giuridico, che il mio intervento è rivolto alla presidenza e ai componenti della maggioranza per sapere se si stia ponendo rimedio a quanto previsto nel decreto ministeriale Orlando del 31 agosto 2017, che consegue alla legge europea, la legge n. 122 del 2016, laddove si prevede che con un indennizzo risarcitorio peraltro quantificato si estingua in alcuni casi addirittura il reato di violenza sessuale.
  Noi abbiamo messo in luce questo aspetto nel dibattito alla Camera sulle mozioni discusse; non so se in questa fase, approfittando di altri provvedimenti o magari al Senato, si stia provvedendo in questa direzione, ma credo si tratti di una questione di palmare evidenza su cui non possiamo che essere tutti d'accordo e riguarda anche le questioni evidenziate dall'assessora.
  Credo che questa sia un'occasione per ribadire che il Parlamento deve intervenire quanto prima su questo tema.

  DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Vorrei chiedere all'ANCI un aiuto. Non sono riuscita ad avere dal Ministero dell'interno le informazioni riguardanti il voto dei Consigli provinciali, nel senso che la sensazione (qualcosa più di una sensazione) è che laddove c'è un'elezione di secondo livello, peraltro fatta da sindaci e consiglieri comunali, per quanto riguarda province e Città metropolitane, ci sia un minore rispetto della presenza femminile e anche nei Consigli provinciali.
  Non so se l'ANCI abbia fatto un'analisi e uno studio di questo tipo. Potrebbe essere utile, qualora rimanesse nella legge italiana per quanto riguarda le province il secondo livello della definizione dei Consigli provinciali e metropolitani, capire se apportare dei correttivi, perché a quanto pare il corpo politico non vota le donne.

  MARILENA FABBRI. Anch'io ringrazio l'ANCI dell'intervento di oggi e soprattutto del materiale di approfondimento che potremo ulteriormente studiare, e pongo una domanda rispetto al tema della pari rappresentanza di genere nelle Giunte comunali, per sapere se sia un dato che avete avuto modo di monitorare, se avete verificato l'interpretazione secondo cui il sindaco non viene conteggiato nella quota di genere, perché alcuni comuni conteggiano il sindaco quando è donna, mentre non contano il sindaco uomo, ma contano solo le donne in Giunta. Di solito sono 3 uomini e 2 donne più il sindaco maschio, quando invece è la donna ad essere sindaco viene conteggiata nella quota di parità e quindi si dice 3 e 3.
  Sul tema della giustizia riparativa approfitto per replicare al collega Distaso che nel decreto a cui si fa riferimento non si parlava esplicitamente della violenza sessuale, che rimane un reato non soggetto a giustizia riparativa. Questo decreto prevede che si possa estinguere il reato a seguito di giustizia riparativa per i casi in cui il reato sia remissibile a querela, quindi tutto il resto non può essere oggetto di giustizia riparativa.
  I casi di cui si è parlato questa estate erano casi di stalking di lieve entità, che rimangono a querela e sono revocabili da parte della vittima. In ogni caso, il problema che si era creato in base all'interpretazione che alcuni giudici davano rispetto a questo tema è stato risolto da un emendamento approvato nel decreto fiscale che si è chiuso al Senato, che è arrivato alla Camera, quindi si chiuderà e sarà risolto con l'approvazione definitiva del decreto fiscale. Pag. 7
  Ricordo però che in quel provvedimento non si parlava di quantificazione della riparazione del danno, anche perché la riparazione del danno può essere in termini economici, ma anche in termini di azioni, quindi il reato può estinguersi non necessariamente a seguito di un risarcimento economico che venga quantificato, ma anche attraverso altre modalità, ma questo sempre nel caso di reati non rimessibili a querela che potevano essere oggetto di riparazione.

  PRESIDENTE. Do la parola al collega Distaso per una brevissima precisazione, perché non farei un dibattito tra voi due.

  ANTONIO DISTASO. Vorrei innanzitutto ringraziare la collega per le informazioni. Forse non sono stato abbastanza chiaro nel precedente intervento, ma la critica che viene fatta è proprio nell'eccessivo potere discrezionale che viene lasciato alla magistratura, al giudice. Vedremo questo emendamento approvato al Senato nell'esame alla Camera, di cui ancora non conosco esattamente il testo, ma bisognerebbe delimitare gli ambiti in parte già indicati dalla collega, per ridurre al minimo il potere applicativo discrezionale della magistratura, perché si tratta di argomenti di una certa delicatezza.

  PRESIDENTE. Do la parola ai rappresentanti dell'ANCI per la replica.

  FRANCESCA BOTTALICO, Assessora alle pari opportunità e welfare del comune di Bari. Ritengo molto rilevanti e significativi gli interventi che sono stati fatti. Per la maggior parte troverete riscontro all'interno dei sussidi. In linea generale si parla del 39,5 per cento di media di assessore in ogni Giunta, poi il dato sarà molto più approfondito nella documentazione e avrete modo di osservare come si distribuiscono le differenze fra nord e sud e in tutti i vari contesti, però è proprio uno degli oggetti di ricerca.
  Chiaramente sull'area metropolitana diventa più difficile per l'ANCI intervenire direttamente, però sarà sicuramente un tema da approfondire per arricchire questa analisi e verificare il percorso che i vari comuni a livello più generale stanno realizzando sulle aree metropolitane.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno prevede, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle politiche in materia di parità tra uomini e donne, l'audizione di rappresentanti della Conferenza delle regioni e delle province autonome.
  Ringrazio della loro presenza il dottor Aldo Reschigna, vicecoordinatore della Commissione Affari istituzionali e generali della Conferenza delle regioni e delle province autonome, nonché vicepresidente della regione Piemonte, la dottoressa Flavia Franconi, vicepresidente della Regione Basilicata, il dottor Paolo Alessandrini, responsabile dei rapporti col Parlamento, e il dottor Stefano Mirabelli, capo ufficio stampa.
  Do la parola al dottor Aldo Reschigna.

  ALDO RESCHIGNA, Vicecoordinatore della Commissione affari costituzionali e generali della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Grazie e buongiorno a tutti. Consegniamo un documento ampio, nel quale sono raccolte delle tabelle suddivise per ogni regione circa le percentuali e il ruolo della rappresentanza femminile all'interno delle istituzioni, ma abbiamo anche allargato l'ambito della nostra ricerca alle aziende sanitarie e agli enti strumentali delle regioni e alle società controllate dalle regioni.
  Alleghiamo anche alcuni estratti del panorama legislativo regionale che ha affrontato questa materia, dove sono rinvenibili anche attenzioni ed esperienze interessanti sia sul tema della parità di genere, sia sul tema del bilancio di genere, sia sulle tematiche relative al contrasto della violenza. Pag. 8
  Cerco di sintetizzare il quadro che emerge. C'è ancora una grande difficoltà in termini di rappresentanza nelle istituzioni e nel mondo collegato alle istituzioni della regione sulle politiche in materia di parità tra donne e uomini.
  Il dato che potrete cogliere nell'analisi di questi elementi di sintesi che vi proponiamo nella suddivisione per regioni è che però questo dato non trova una corrispondenza, come a volte si è abituati a semplificare eccessivamente, in alcune regioni e quindi nel rapporto tra le regioni dell'Italia settentrionale e le regioni centrali o meridionali. Ci sono elementi virtuosi sul tema dell'obiettivo di parità di genere tra uomini e donne nelle istituzioni che appartengono ad alcune regioni settentrionali, ma ci sono anche elementi interessanti e virtuosi che appartengono all'esperienza di regioni meridionali.
  In grande sintesi, tra i 20 Consigli regionali e 2 Consigli provinciali la presenza femminile nei Consigli regionali si attesta al 19 per cento, all'interno degli esecutivi la presenza si attesta al 35 per cento, anche se solamente due presidenti di regione sono donne.
  Nelle strutture burocratiche delle regioni e delle province autonome le dirigenti costituiscono mediamente il 39 per cento dei componenti il ruolo dirigenziale, percentuale che scende tuttavia al 32 per cento quando si considerano i soli vertici di struttura.
  Ancora più problematica è l'analisi che riguarda le aziende sanitarie regionali, dove solamente il 18 per cento dei direttori generali sono donne, mentre la percentuale è più significativa per quanto riguarda i direttori amministrativi e i direttori sanitari, rispettivamente il 35 e il 32 per cento. Nelle società partecipate la rappresentanza femminile nei Consigli di amministrazione si attesta mediamente al 32 per cento, mentre solamente il 18 per cento dei presidenti è donna. Lo stesso elemento lo rinveniamo nelle figure apicali delle società partecipate dalle regioni.
  È un dato che rinveniamo anche negli enti strumentali, dove a livello di Consigli di Amministrazione rileviamo un 19 per cento di presenza femminile, che cresce al 24 per cento all'interno delle figure apicali degli enti strumentali.
  Credo di poter chiudere, rinviando al documento che vi consegniamo. Nelle analisi e nella scomposizione di questi dati a livello delle singole regioni si evidenzia il rispetto della norma di legge, ma c'è ancora molto lavoro da compiere perché si possa dire che nelle istituzioni, nei ruoli dirigenziali e nelle società ci sia l'effettivo raggiungimento di un obiettivo di accesso paritario.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MASSIMO PARISI. Pongo una domanda che forse è superflua, ma potete aiutarmi nel dubbio che mi è venuto. Quando parlate di presenza femminile nei Consigli regionali, nell'organo elettivo delle regioni, vi riferite alle regioni ordinarie e alle regioni a statuto speciale e vi riferite ad elezioni avvenute tutte con il sistema delle preferenze? La Toscana le aveva abolite per un periodo, ma adesso siamo in presenza di un risultato prodotto dai sistemi elettorali con preferenze in tutte le regioni d'Italia.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, faccio io una domanda. Noi abbiamo approvato qualche tempo fa una legge con la quale abbiamo chiesto alle regioni di dotarsi di norme di parità nelle leggi elettorali regionali. Vorrei capire se c'è stato un adeguamento nelle diverse regioni a seguito di quella legge che abbiamo approvato, se avete una mappatura della situazione o se la situazione è ancora ferma.

  ALDO RESCHIGNA, Vicecoordinatore della Commissione affari costituzionali e generali della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Sul primo punto, il dato che ho riportato si riferisce agli eletti all'interno dei Consigli regionali. Le leggi elettorali prevedono il voto di preferenza, con suddivisione di candidati a seconda delle dimensioni dei Collegi. Pag. 9
  Per quanto riguarda il tema che la Presidente poneva, le possiamo fornire questo dato, che per dimenticanza non abbiamo rappresentato fra le tabelle che vi consegniamo. Non c'è ancora un totale adeguamento nella maggioranza delle regioni sotto il profilo dell'adeguamento alla legge elettorale alla norma a cui la Presidente faceva riferimento.
  Credo che il tema si porrà nei prossimi mesi, perché molte regioni dovranno affrontare il tema della rivisitazione della legge elettorale e in quell'ambito diventerà cogente l'introduzione di questa norma.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio per la vostra presenza. Acquisiamo il materiale che ci avete portato. Mi scuso per la brevità del nostro incontro, ma sicuramente approfondiremo la vostra documentazione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.35.