XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 244 di Mercoledì 21 febbraio 2018

INDICE

Esame e votazione delle proposte di relazioni concernenti: l'uccisione di Mico Geraci e la morte di Attilio Manca (rel.: on. Bindi).
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Gaetti Luigi  ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Gaetti Luigi  ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Lumia Giuseppe  ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Lumia Giuseppe  ... 4 

Esame e votazione della proposta di relazione concernente l'uccisione di Mico Geraci (rel.: on. Bindi)
Bindi Rosy , Presidente ... 4 

Esame e votazione della proposta di relazione concernente la morte di Attilio Manca (rel.: on. Bindi)
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Lumia Giuseppe  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Gaetti Luigi  ... 5 
Falanga Ciro  ... 6 
Gaetti Luigi  ... 6 
Capacchione Rosaria  ... 6 
Di Maggio Salvatore Tito  ... 6 
Mirabelli Franco  ... 6 
Sarti Giulia (M5S)  ... 7 
Mirabelli Franco  ... 7 
Capacchione Rosaria  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Lumia Giuseppe  ... 7 
Marinello Giuseppe Francesco Maria  ... 8 
Falanga Ciro  ... 8 
Mirabelli Franco  ... 9 
Di Maggio Salvatore Tito  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 

(La seduta, sospesa alle 12.20, riprende alle 12.25) ... 9 

Bindi Rosy , Presidente ... 9 

Esame e votazione della proposta di relazione concernente il furto della Natività del Caravaggio (rel.: on. Bindi).
Bindi Rosy , Presidente ... 9 

Declassificazione di atti
Bindi Rosy , Presidente ... 10 

Trasmissione di atti all'autorità giudiziaria
Bindi Rosy , Presidente ... 11  ... 11 

Deliberazione sulla pubblicità degli atti e documenti formati o acquisiti dalla Commissione
Bindi Rosy , Presidente ... 11 

(La seduta, sospesa alle 12.40, riprende alle 13) ... 12 

Seguito dell'esame e votazione della proposta di relazione concernente la morte di Attilio Manca (rel.: on. Bindi)
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Gaetti Luigi  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 

ALLEGATO 1 – Traduzione in lingua inglese di parti della Relazione conclusiva della Commissione, Doc. XXIII, n. 38 ... 14 

ALLEGATO 2 – Relazione dell'Alto Commissario antimafia sull'omicidio dell'onorevole Piersanti Mattarella avvenuto il 6 gennaio 1980 ... 131 

ALLEGATO 3 – Resoconti stenografici delle audizioni del dottor Paolo Borsellino, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Marsala, svoltesi durante le missioni della Commissione antimafia a Trapani del 4 dicembre 1989 e del 24 settembre 1991 ... 737 

ALLEGATO 4 – Documenti relativi alla strage di Portella della Ginestra ... 869 

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 11.40.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Esame e votazione delle proposte di relazioni concernenti: l'uccisione di Mico Geraci e la morte di Attilio Manca (rel.: on. Bindi).

  PRESIDENTE . Ricorderete che nella seduta nella quale abbiamo approvato la relazione finale si è convenuto di stralciare la parte relativa ai casi ancora aperti, cioè le vicende dell'uccisione di Mico Geraci e della morte di Attilio Manca, nonché il furto della Natività di Caravaggio.
  Sull'assassinio di Mico Geraci, nella relazione si indicano nuovi spunti investigativi, che verranno trasmessi alla procura di Palermo attraverso una nota di dettaglio, unitamente alla relazione, che ovviamente non contiene questi particolari, ai fini della riapertura delle indagini.
  Sul caso Manca, nella relazione si mettono in luce le gravi carenze delle indagini nella perizia medico legale, ma si conferma la prospettazione di una morte causata dall'assunzione di sostanze stupefacenti e non di una morte violenta da mettere in relazione con la vicenda Provenzano.
  Allo stato, non è pervenuta alcuna proposta emendativa o alternativa, a eccezione di alcune osservazioni del senatore Lumia sul caso Geraci, già recepite.
  Chiedo quindi ai colleghi in particolare del Gruppo del Movimento 5 Stelle se intendano depositare documenti al riguardo.

  LUIGI GAETTI . Sì, presidente. A proposito della relazione su Attilio Manca, volevo chiedere se posso intervenire per svolgere una dichiarazione generale o una dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE . Certamente, quindi il vostro Gruppo non presenta una relazione?

  LUIGI GAETTI . Sì, presenteremo una relazione di minoranza.

  PRESIDENTE . Potete depositarla anche ora e intervenire successivamente in dichiarazione di voto. Ha chiesto di intervenire il senatore Lumia.

  GIUSEPPE LUMIA . Presidente, intanto la ringrazio per aver recepito i contributi che avevo offerto sul caso Geraci. Le chiedo però di valutare la possibilità di separare la relazione sul caso Geraci da quella sul caso Manca, in cui andrebbero sottolineati tre punti. Il primo punto già c'è, ma a mio avviso è ancora debole. La gestione complessiva delle indagini da parte della procura della Repubblica di Viterbo, come abbiamo accertato in questa sede con un'audizione specifica, arricchita da tanti elementi contenuti in quella audizione, è stato un vero e proprio disastro. La procura di Viterbo non è stata, infatti, all'altezza del compito, ha tralasciato punti centrali che tutte le procure utilizzano nell'accertamento di un omicidio o suicidio. Questo è già oggetto di valutazione, ma a me interessava sottolineare il metodo, l'approccio. Sono emersi tanti elementi nelle indagini, sui quali la stessa procura ha avuto difficoltà a rispondere, incalzata dai commissari, dai tabulati all'accertamento tecnico, alla perizia medico legale, al contesto globale delle testimonianze. Il secondo punto è quello della perizia medico legale, in quanto ci sono delle incongruenze. Chiederei Pag. 4  intanto di accertare se il medico del 118 abbia dichiarato che erano dodici o ventiquattro ore, io ricordo dodici ore, ma nella relazione viene messo questo range, che non è una cosa di dettaglio, ma ha la sua rilevanza. In generale nella relazione trovo trascurato un giudizio severo su tutto l'accertamento e la fase della perizia. Anche successivamente abbiamo avuto delle incongruenze micidiali, che in parte sono state accennate, ma anche queste andrebbero rilevate come un punto di crisi notevole. La terza questione è il contesto mafioso barcellonese e anche le deposizioni dei collaboratori di giustizia. Questi sono tre punti che in una relazione di maggioranza andrebbero inseriti, naturalmente poi dirò come la penso al momento del voto finale, in sede di dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE . Sono favorevole ad accogliere la richiesta di separare le due relazioni, anche perché non avevamo mai detto che dovessero necessariamente stare insieme. Sono due casi separati. Su Geraci, peraltro, non ci sarà una relazione di minoranza, motivo in più per separare i due documenti.
  Propongo, dunque, di votare separatamente la relazione sull'uccisione di Mico Geraci e quella sulla morte di Attilio Manca.

  (La Commissione concorda all'unanimità).

  Per quanto riguarda le sottolineature indicate dal senatore Lumia, personalmente non ho difficoltà ad accoglierle, penso che siano già contenute tutte e tre nel testo, se non lo sono in maniera soddisfacente possiamo correggere alcuni punti, purché naturalmente non venga stravolto l'impianto e non si vada in contraddizione con le conclusioni.
  Sul fatto che le indagini, compresa la perizia, furono svolte in maniera non soddisfacente credo che siamo tutti d'accordo e lo abbiamo verificato nelle audizioni. Bisognerà verificare in che modo inserire il contesto mafioso, perché forse anche questo è riferito alla sottovalutazione che ci può essere stata, ma, nel momento in cui nella relazione si afferma che non è stata una morte causata da un delitto di mafia, sottolineare troppo la provenienza da un ambiente mafioso può farci entrare in contraddizione. Su questo punto vorrei capire meglio, senatore Lumia, se è possibile.

  GIUSEPPE LUMIA . Presidente, il tema è questo: naturalmente c'è una sede di tipo tecnico giudiziario dove le varie ipotesi si confronteranno, adesso abbiamo anche il vaglio del GIP per quanto riguarda l'indagine aperta dalla DDA di Roma. Attenderemo questo importante passaggio e poi valuteremo. In sede parlamentare il contesto barcellonese e il contesto delle relazioni di Manca con il cugino e con i testimoni, il contesto delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – dei quali uno ha ritrattato, ma altri tre sono stati dichiarati attendibili in diversi contesti processuali – sono punti che per una Commissione parlamentare antimafia, senza trarre conclusioni, sono importanti come ipotesi di lavoro e d'inchiesta. Intendevo riferirmi a questo con il terzo punto che sottolineavo.

Esame e votazione della proposta di relazione concernente l'uccisione di Mico Geraci (rel.: on. Bindi).

  PRESIDENTE . Passiamo all'esame della relazione sull'uccisione di Mico Geraci.
  Prima di passare alla votazione, propongo di considerare contestualmente declassificati documenti o, parti di essi, a cui si sia fatto eventualmente riferimento nella relazione, a cui era stato apposto il regime di riservatezza funzionale.

  (La Commissione concorda).

  Pongo ora in votazione la relazione sull'uccisione di Mico Geraci come riformulata sulla base delle osservazioni del senatore Lumia.

  (La Commissione approva all'unanimità).

  Se non vi sono obiezioni, la presidenza si riserva di procedere al coordinamento formale del testo approvato, che assumerà Pag. 5 il n. Doc. XXIII, n. 43 e sarà trasmesso alle Presidenze delle Camere.

Esame e votazione della proposta di relazione concernente la morte di Attilio Manca (rel.: on. Bindi).

  PRESIDENTE . Passiamo alla relazione sul caso Manca.

  GIUSEPPE LUMIA . Sulla vicenda Manca ringrazio la presidente, annuncio un voto di astensione perché i tre punti da me richiamati sono importanti, perché sono questioni che arricchiscono e consentono di poter tornare sulla vicenda anche in futuro. Non sono d'accordo sulla conclusione in senso stretto, perché la relazione di maggioranza chiude con la convinzione che il decesso sia stato causato dallo stesso Manca per l'assunzione di sostanze stupefacenti, io ancora oggi a questa conclusione non mi sento di pervenire; non la escludo, ma non mi sento a oggi di poter giungere a questa conclusione. Prima vorrei che intorno a questa vicenda si accertasse una serie di punti di cui ho detto prima. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE . Va bene. Prego, vicepresidente Gaetti.

  LUIGI GAETTI . Grazie, presidente. Anch'io ho letto con molta attenzione questa relazione e voglio dire subito che è stata fatta una lucida analisi dei fatti, sono stati riportati gli elementi che abbiamo, anche con analisi compiute sul discorso delle impronte, delle siringhe e quant'altro, però – scusate, la mia è una deformazione professionale – io insisterò soprattutto su una perizia che ha precluso ogni possibile ragionamento, in un senso o nell'altro. Ci sono delle contraddizioni davvero insanabili e inspiegabili. Se si va a pagina 12 del documento, si legge che la consulente che si presenta alle ore 14 del 12 febbraio descrive una «rigidità cadaverica risolta», ma basta prendere un libro di medicina legale – questo è il Canuto-Tovo nell'edizione del 1981, su cui studiai molti anni fa – per leggere che la risoluzione sparisce in capo a 70-80 ore e incomincia dopo la quarantottesima ora, per cui ci sono degli elementi insanabili. Se quindi la perita sostiene, come ha scritto, che la rigidità è risolta, l'epoca della morte si sposta molto più indietro.
  Non voglio ripercorrere l'analisi che ho già scritto, ma ci sono tantissime altre incongruenze. Mancano la temperatura e il peso degli organi, non si capisce quanto fosse l'edema polmonare solitamente presente in una overdose, che qui non è stato descritto compiutamente. Addirittura con pochi elementi e molto discutibili, vedendo le foto dell'enfisema scrotale io anticiperei la morte a molte ore prima, però anche questi sono elementi talmente opinabili che in scienza e coscienza non mi permettono di giungere a una conclusione. Francamente ci sono altre discrepanze che ritengo di una gravità assoluta. A pagina 23, quando si parla del processo della Mileti, la signora che avrebbe venduto l'eroina a Manca, si dice che gli incontri tra lei e Manca avvenivano ogni 2 mesi circa, quindi o in questi incontri ne comprava così tanta poi da smaltire in due mesi oppure non può parlarsi di un'assunzione cronica. Tra l'altro, non vengono descritte le cicatrici da pregresse iniezioni e non si capisce a questo punto come possa esserci una quantità di metaboliti dell'eroina così alta nella bile, se non giustificandola nel ciclo interepatico dei metaboliti. Per queste e per molte altre ragioni ritengo che qui non ci sia alcuna possibilità di ragionamento e di addivenire a quella conclusione per quanto riguarda la morte, anche se forse è quella più probabile, ma in scienza e coscienza non lo posso dire con certezza.
  Se permette, presidente, vorrei fare un'ultima considerazione. Naturalmente dalla massima ignoranza giuridica perché, come sapete, sono un medico. Qui oserei dire che siamo di fronte a un professionista che non ha trattato una persona come doveva, cioè mancano gli atti dovuti a un paziente e che nella mia attività dedico a un cadavere che resta comunque una persona, qui non c'è stato un comportamento di questo tipo. Non parliamo di vilipendio in senso fisico ai sensi dell'articolo 410 del codice penale, che parla di deturpamento, mutilazioni o Pag. 6 atti di brutalità, non lo possiamo chiamare vilipendio perché dal punto di vista giuridico non interessa la persona, ma certamente è un oltraggio. Ne parlavamo l'altro giorno con la collega Giulia Sarti e ci domandavamo se non sarebbe stato il caso di audire la perita, la dottoressa Ranalletta, perché in questa situazione non è possibile addivenire a una conclusione. Nella relazione di minoranza stigmatizzeremo tutti questi aspetti che ho segnalato, in linea anche con le considerazioni del collega Lumia. Noi presenteremo quindi una relazione di minoranza e non voteremo...

  CIRO FALANGA . Quali sono le vostre conclusioni?

  LUIGI GAETTI . Dal punto di vista dell'ispezione cadaverica e dei primi atti non si può trarre alcun elemento che sia validante in un senso o nell'altro. Ci sono degli elementi di contraddizione, anche con l'infermiere, persona con competenze sanitarie e vicino di casa che è entrato insieme ai periti. Altri dati, raccolti dal personale della polizia scientifica, persone che hanno una competenza, contraddicono tutto questo. Quantomeno stigmatizzerei la responsabilità professionale di una perita che si fregia del titolo di professore associato universitario, quindi non è medico appena laureato e privo di esperienza. Queste cose vanno stigmatizzate, perché con queste criticità non si può addivenire a una conclusione certa. C'è tutto il problema dell'esame tricologico.
  Forse è anche una mia deformazione medico legale, perché come consulente tecnico d'ufficio sono soggetto a un'analisi da parte dei consulenti di parte, laddove, una volta dimostrato un elemento di criticità, per il fatto che è stata minata la capacità di un professionista in un punto solo, anche gli altri 99 perdono di significato sebbene abbiano concretezza e validità. Con questa logica di deformazione professionale di 29 anni di medico ospedaliero ritengo che questo comportamento della dottoressa sia davvero inaccettabile. Grazie, presidente.

  ROSARIA CAPACCHIONE . Come avevo anticipato nella passata seduta, le incongruenze tra l'esito degli accertamenti fatti da questa Commissione e le conclusioni della relazione non mi lasciano particolarmente soddisfatta. Se rileviamo che una serie di accertamenti da quello medico legale alle indagini successive svolte dalla procura è stata svolta male o comunque in maniera inadeguata, non possiamo a mio avviso concludere con una soluzione del caso, quale che essa sia. Ritenendo quindi che sia meritevole di ulteriori accertamenti e che il caso non possa essere considerato chiuso, nonostante una parziale pronuncia giurisdizionale, ma in attesa di ulteriori decisioni prossime venture, ritengo di dovermi astenere sulla relazione.

  SALVATORE TITO DI MAGGIO . Grazie, presidente. Le mie nozioni purtroppo derivano dalla lettura del testo della relazione e sono molto dispiaciuto di non aver potuto partecipare a tutto l'iter che questa Commissione ha tenuto sulla vicenda Manca, anche perché conosco la questione sufficientemente bene e mi sarebbe piaciuto partecipare soprattutto nel momento in cui avete interrogato una delle figure che ritengo più importanti in questo procedimento, quella dell'avvocato Repici. Proprio per questo credo che la difesa sia stata ampiamente soddisfatta in tutte le sue istanze e giungo alle stesse conclusioni alle quali sono addivenuti gli organi giudiziari, in quanto sostengono che, per quanto suggestive, le congetture e le illazioni della parte difensiva non abbiano trovato alcun riscontro oggettivo. Detto questo, trovo invece carente sulle conclusioni la relazione, perché se si muove sulla linea che sin qui ho delineata, quella di confermare che la morte dell'urologo Manca è avvenuta per i motivi ai quali sono arrivati gli organi inquirenti, le conclusioni della relazione di maggioranza appaiono invece impalpabili, nel senso che non arrivano alla stessa conclusione pur sostenendo la stessa tesi. Voterò sicuramente a favore, ma faccio rilevare alla presidenza che si sarebbe potuto addivenire a conclusioni meno lacunose da questo punto di vista.

  FRANCO MIRABELLI . Presidente, io credo che complessivamente la relazione Pag. 7 descriva gli esiti della nostra inchiesta con tutte le contraddizioni che abbiamo verificato, con tutte le mancanze che venivano rilevate per quanto riguarda sia la procura della Repubblica di Viterbo, sia chi ha fatto le perizie.
  Nella relazione c'è tutto, non mi pare che manchi qualcosa, quindi se questa deve essere la relazione del lavoro fatto dalla Commissione, mi pare che noi registriamo le contraddizioni, affrontiamo il tema per come deve essere affrontato, raccontiamo l'esito del lavoro dell'autorità giudiziaria, non solo quella di Viterbo ma anche quella di Roma, perché il fatto che ci sia la richiesta di archiviazione da parte della procura della Repubblica di Roma non può essere sottovalutato. Tra l'altro, nella relazione c'è lo spazio per dire che il tribunale, quando affronterà la questione dell'archiviazione, potrà rivalutare una serie di elementi che nella relazione ci sono.
  Penso che fino a qui noi siamo tutti d'accordo, cioè fino alla fine del paragrafo 2.4 siamo d'accordo su tutto.

  GIULIA SARTI . No. (fuori microfono)

  FRANCO MIRABELLI . Va bene. Io penso che le cose dette negli interventi che mi hanno preceduto siano tutte legate alle conclusioni del paragrafo 2.5, cioè come valutiamo un lavoro che tutti riconosciamo per quello che è stato. Non penso che di fronte a una richiesta di archiviazione da parte della procura della Repubblica di Roma possiamo sostenere che tutti stiano sbagliando tutto. Peraltro, già nelle conclusioni sono scritte con chiarezza le contraddizioni di fronte alle quali ci siamo trovati. Non ho capito cosa debbano dire le conclusioni, che la prossima Commissione antimafia potrà tornare ad approfondire il tema anche alla luce di eventuali elementi? Va bene, io non ho alcun problema a dire questa cosa, però francamente non capisco quale sia il tema. Bisogna dire che per noi la cosa è ancora aperta, che la prossima Commissione deve tornare ad approfondirla? Si può fare, si può anche non scrivere niente nelle conclusioni, si può semplicemente registrare il punto a cui siamo arrivati noi, a cui sono arrivate le procure, dopo aver messo in evidenza nella relazione – perché già c'è – tutte le contraddizioni e le mancanze che abbiamo rilevato.

  ROSARIA CAPACCHIONE . Io credo che non avremmo mai risolto il caso Impastato se la Commissione antimafia si fosse adeguata alle conclusioni della magistratura. Noi siamo un organismo differente, con un potere di indagine differente, non considero necessario arrivare a delle conclusioni quando in realtà i risultati del contesto non sono affatto chiari, come dicevo anche l'altra volta. C'è una contraddizione: se rileviamo che non tutto è stato fatto come doveva essere fatto, o condividiamo tutto l'iter seguito dalla procura di Viterbo e dal medico legale e quindi va bene, ma se non lo condividiamo, non possiamo poi concludere allineandoci a un risultato che è frutto di un percorso che non coincide con quello che abbiamo fatto noi. Noi siamo un organismo differente e secondo me la questione dovrebbe rimanere aperta.

  PRESIDENTE . Faccio notare, sempre con la disponibilità ad apportare i cambiamenti necessari, che qui si dice che non ci sono elementi per ribaltare la tesi dell'autorità giudiziaria. Tutto quello che abbiamo acquisito ci consente secondo voi di dire che ci sono fondamenti per fare proprio il ribaltamento che chiede la famiglia? Lo chiedo davvero, perché noi non abbiamo aderito in maniera acritica alle conclusioni dell'autorità giudiziaria. Abbiamo detto che non abbiamo acquisito elementi per dire che in quella sede sono state affermate cose senza fondamento. La faccenda è diversa, si può anche limare, ma da quello che è emerso e da tutte le critiche che abbiamo mosso non si può dire che sia emerso un materiale che ribalta la tesi.

  GIUSEPPE LUMIA . Presidente, il punto finale che ci divide è quello in cui nella relazione in modo esplicito, onesto, leale si spiega che non c'è stato alcun omicidio e il contesto è quello di una persona che muore per assunzione di droga. Questo è il punto Pag. 8 finale, il decesso per overdose. Proprio perché noi non dobbiamo andare né contro l'accertamento tecnico giudiziario e i procedimenti di archiviazione proposti, né a favore, se lei è d'accordo, presidente, questa relazione non la metterei ai voti. Potrebbero diventare due note, senza arrivare a un voto finale, in modo tale che si possa lavorare e andare avanti senza registrare un dissidio all'interno della Commissione antimafia, visto che si ritiene che la questione abbia ancora dei punti aperti che andrebbero approfonditi alla luce di ulteriori sviluppi sia della Commissione antimafia, sia della stessa autorità giudiziaria che non ha ancora chiuso la vicenda.

  GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO . Presidente, ho letto con attenzione e ascoltato anche le motivazioni del collega Gaetti e in effetti delle discrepanze, delle distonie o delle superficialità da parte dei consulenti, dei periti e dei medici legali che hanno effettuato le analisi e fatto le valutazioni sicuramente ci sono, ma sono dell'idea di votare la relazione così come da lei proposta, al massimo lasciando maggiormente aperta la questione, perché ritengo che non ci siano le condizioni per poter smentire o ribaltare quanto oggi chiesto da due uffici giudiziari tra cui la procura della Repubblica di Roma. Mi sforzerei quindi di trovare una formula, non più accomodante, ma che quantomeno lasci trapelare un legittimo dubbio sull'intera questione sia per quanto riguarda la fase degli accertamenti che per quanto riguarda la fase delle conclusioni. Sarei per arrivare comunque a un voto sul documento.

  CIRO FALANGA . Come diceva la senatrice Capacchione, noi siamo un organismo diverso rispetto agli organi inquirenti. Le relazioni conclusive sono quelle che arrivano al termine di una nostra attività di accertamento, di indagine. Ora, che anche noi non siamo riusciti a giungere a conclusioni che possano ribaltare la questione così come conclusa dagli organi inquirenti mi pare un dato evidente, cioè non abbiamo raccolto elementi che ci possano far giungere a conclusioni diverse. Capisco il permanere dei dubbi, che nascono da un'attività di indagine svolta in maniera non puntuale, non corretta, ma noi dobbiamo giungere a una conclusione e le conclusioni si esprimono sulla base di ciò che si ha. Possiamo dire che forse avremmo dovuto fare altro? Vogliamo dire nelle conclusioni che non siamo stati puntuali nella nostra attività di inchiesta? Perché chiedere un ulteriore prosieguo delle attività significa dire che non abbiamo svolto un'attività di indagine tale che ci possa far concludere e che abbiamo bisogno di fare ulteriori attività. Non so se sia opportuno che una Commissione giunga a una conclusione del genere, perché significa dire che non abbiamo fatto tutto ciò che avremmo dovuto fare. Vorrei che i colleghi Lumia e Capacchione riflettessero su questo punto. Può darsi che non siamo stati in grado di giungere a una conclusione così gli organi inquirenti perché non c'era materiale da esaminare. Quanti procedimenti, quanti processi si concludono con la classica formula della insufficienza di prove? Ma non si lascia un procedimento pendente fino a quando non si trova la prova. Il senatore Di Maggio mi faceva notare che per ben quattro volte c'è stata una riapertura, ma quanto tempo vogliamo lasciare in vita un'attività di indagine per un fatto che sino a oggi non ha portato né agli organi inquirenti, né a noi alcun ulteriore elemento che ci possa indurre a una conclusione diversa da quella cui è giunta alla procura della Repubblica? Poiché questo è uno degli atti finali di questa Commissione, vorrei che si giungesse a un'unanimità, perché non è opportuno che l'ultimo atto su una vicenda così delicata si concluda con un voto di maggioranza. Sarebbe auspicabile qualche altro minuto di discussione con eventuali aperture della presidenza ad accogliere eventuali, ulteriori diciture. Si tratta di modificare leggermente le conclusioni per lasciare lo spazio agli organi inquirenti per approfondire ulteriormente il caso. Inviterei quindi tutti i colleghi a giungere a una conclusione comune, perché mi dispiacerebbe se l'ultimo atto di questa Commissione per una vicenda così delicata non si concludesse con l'unanimità.

Pag. 9  

  FRANCO MIRABELLI . Presidente, possiamo prenderci un quarto d'ora o mezz'ora? Io non penso che tutto il documento sia da rivedere, il collega Lumia ha fatto delle proposte che sono state accolte dalla presidente e mi pare che ciò già risolva molto. Se il tema è, come mi sembra che sia, che soprattutto la prima frase delle conclusioni è troppo netta e si preferisce dire che la Commissione non è in grado di concludere perché siamo di fronte a evidenti contraddizioni, scriverei le conclusioni in questo modo e poi andrei a votare, sperando che ci possa essere l'unanimità, perché davvero non si spiegherebbe altrimenti.

  SALVATORE TITO DI MAGGIO . Credo che tutta la parte descrittiva dei lavori della Commissione sia quanto mai puntuale, come non sfuggirà anche al collega Gaetti, del quale apprezzo tutte le osservazioni, testimoniate peraltro nel documento stilato dalla Commissione.
  Vorrei però far notare un'altra cosa che appare molto evidente e ha la stessa valenza, ma opposta a quella sostenuta dal collega Gaetti, ossia che questo procedimento è stato riaperto per una ingerenza mediatica, che tutti i colleghi ricorderanno, basata anche su una fotografia diffusa all'opinione pubblica. Si ribadiva che non era possibile che non si trattasse di omicidio, in quanto quella foto evidenziava la frattura del setto nasale del defunto Manca, cosa che si è rivelata del tutto fallace, in quanto le risultanze mediche hanno evidenziato che era soltanto una falsificazione della realtà dovuta al tipo di immagine. Per questo è stato riaperto il procedimento quando invece si trattava semplicemente di una fotografia presa da una determinata angolazione e la risultanza medica evidenziava che il setto nasale era intonso e che le macchie di sangue rinvenivano dall'edema polmonare che il defunto aveva avuto. C'è tutta una serie di incongruenze, che però questa Commissione ha fotografato, e io concordo con quanto sostenuto dal presidente, ossia che questa Commissione non può arrivare a conclusioni diverse da queste.

  PRESIDENTE . Ringrazio molto il senatore Falanga per il suo intervento, perché mi convince il discorso che comunque una sentenza anche con una mancanza di prove c'è, quindi penso che a una conclusione dobbiamo arrivare. Si possono sottolineare di più alcuni punti e che neanche la relazione di maggioranza arriva a delle certezze, però vorrei dire che personalmente il fatto che venga presentata una relazione di minoranza non la vivo come una rottura dell'unanimità del lavoro di questa Commissione.
  Sospendiamo brevemente la seduta per lavorare sul testo.

  La seduta, sospesa alle 12.20, riprende alle 12.25.

  PRESIDENTE . Propongo di anticipare l'esame dei successivi punti iscritti all'ordine del giorno.

  (La Commissione concorda).

Esame e votazione della proposta di relazione concernente il furto della Natività del Caravaggio (rel.: on. Bindi).

  PRESIDENTE . La vicenda del furto della Natività del Caravaggio, su cui la relazione finale già contiene un capitolo, è apparsa meritevole di un passaggio ulteriore, anche in relazione alle ultime risultanze recentemente trasmesse dal comando tutela patrimonio culturale dei Carabinieri, relative al furto della tela da parte di esponenti di cosa nostra e alla successiva vendita, attraverso un mediatore svizzero, a ignoti collezionisti che l'avrebbero scomposta in più parti. Anche su questo si delibera la trasmissione di tutti gli atti alla procura della Repubblica di Palermo per la prosecuzione delle indagini, unitamente alla relazione, che naturalmente non contiene i dati che occorre mantenere coperti dal segreto investigativo affinché le indagini possano utilmente proseguire, in particolare attraverso rogatorie in Svizzera e all'estero. Nella proposta di relazione di oggi si forniscono ulteriori dettagli sulla vicenda frutto delle Pag. 10 acquisizioni investigative dei carabinieri che pare interessante pubblicare.
  Propongo pertanto di passare direttamente alla fase del voto, non prima di aver rivolto un sentito ringraziamento per la passione con cui hanno svolto il lavoro e per i risultati conseguiti, al comando tutela patrimonio culturale dei Carabinieri, al generale Paolo La Forgia. ufficiale di collegamento della Commissione con l'Arma dei carabinieri, alla dottoressa Marzia Sabella, magistrato consulente, e in particolare al dottor Francesco Comparone, consigliere parlamentare, segretario della Commissione.
  Pongo in votazione la relazione sul furto della Natività del Caravaggio.

  (La Commissione approva all'unanimità).

  Se non vi sono obiezioni, la presidenza si riserva di procedere al coordinamento formale del testo approvato, che assumerà il n. Doc. XXIII, n. 44 e sarà trasmesso alle Presidenze delle Camere.

Declassificazione di atti.

  PRESIDENTE . Propongo di procedere alla declassificazione dei resoconti stenografici della prima Commissione Antimafia (IV, V e VI legislatura), richiesta da molti studiosi e di cui si era fatto interprete anche il Presidente del Senato con lettera inviata il 30 maggio 2016, con particolare riguardo agli atti della V (1968-1972) e VI legislatura (1972-1976). La declassifica è disposta per tutti i resoconti stenografici, a eccezione dei seguenti: (24 ottobre 1963, 24 novembre 1970, 2 dicembre 1970, 25 febbraio 1971, 17 marzo 1970, 3 aprile 1975).

  (La Commissione concorda).

  Propongo inoltre di procedere alla pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della presente seduta degli atti relativi alla relazione dell'Alto commissario antimafia sull'omicidio dell'onorevole Piersanti Mattarella (doc. 1209.1 della legislatura corrente e 1010 dell'XI legislatura, relativi agli allegati), già declassificati nella seduta del 17 gennaio 2018 e nel frattempo digitalizzati a cura dei militari della Guardia di finanza addetti all'archivio.

  (La Commissione concorda).

  Propongo altresì di procedere alla pubblicazione nei medesimi termini dei documenti relativi alla strage di Portella della Ginestra, declassificati nella seduta dell'11 aprile 2017 e nel frattempo anch'essi digitalizzati.

  (La Commissione concorda).

  Propongo infine di declassificare e di pubblicare, sempre in allegato al resoconto stenografico della presente seduta, i resoconti delle missioni a Trapani del 4 dicembre 1989 e del 24 settembre 1991 contenenti le audizioni dell'allora procuratore di Marsala Paolo Borsellino, ancora inedite.

  (La Commissione concorda).

  Con l'occasione, si dà mandato agli uffici della segreteria di effettuare una verifica in ordine alle missioni svolte nella Commissione antimafia della X legislatura (pres. Sen. Chiaromonte), provvedendo ad acquisire presso l'archivio storico del Senato tutti i resoconti nonché tutte le bobine audio ancora esistenti ai fini della redazione del resoconto stenografico di quelle eventualmente non trascritte nonché della informatizzazione di tutte, in ossequio a quanto previsto al riguardo dalla legge istitutiva.

  (La Commissione concorda).

  Colgo l'occasione, inoltre, per manifestare l'auspicio che sia finalmente realizzato un «portale storico della Commissione antimafia» in cui raccogliere organicamente tutti i documenti formati dalla Commissione nell'arco di 55 anni di storia al fine di una ricomposizione archivistica razionale e fruibile delle fonti esistenti, nonché per predisporre altresì uno spazio di cui si possa valutare l'idoneità per la eventuale pubblicazione di documenti della Commissione di particolare valore storico.

  (La Commissione concorda).

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Trasmissione di atti
all'autorità giudiziaria

  PRESIDENTE . Comunico che sono pervenute richieste di trasmissioni di atti da parte dell'autorità giudiziaria. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE . Propongo che i documenti siano resi disponibili, per fini di indagine, alle autorità giudiziarie richiedenti.

  (La Commissione concorda).

Deliberazione sulla pubblicità degli atti e documenti formati o acquisiti dalla Commissione.

  PRESIDENTE . Do lettura della delibera sulla pubblicità degli atti e documenti formati o acquisiti dalla Commissione che riprende la delibera già adottata da tutte le precedenti Commissioni:

«La Commissione stabilisce di rendere pubblici:

   a) i resoconti stenografici delle sedute della Commissione, con l'eccezione di quelle (o delle parti di quelle) sottoposte a regime di segretezza o riservatezza o di quelle recanti audizioni o interventi di soggetti che abbiano fatto espressa richiesta, accolta dalla Commissione, di uso riservato;

   b) i resoconti stenografici, ove siano stati redatti, delle riunioni dei comitati con la partecipazione di soggetti esterni, con l'eccezione di quelle sottoposte a vincolo di segreto o di quelle recanti audizioni di soggetti che abbiano fatto espressa richiesta, accolta dalla Commissione, di uso riservato;

   c) i resoconti stenografici delle riunioni svolte da delegazioni della Commissione nel corso di missioni esterne, a eccezione di quelle (o delle parti di quelle) sottoposte a vincolo di segreto o di quelle recanti audizioni di soggetti che abbiano fatto espressa richiesta, accolta dalla Commissione, di uso riservato;

   d) i documenti formati o acquisiti dalla Commissione entro la data dello scioglimento delle Camere e comunque a essa inviati fino alla data di cessazione dell'attività della Commissione, a eccezione di:

    1) atti e documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella fase delle indagini, qualora permangano le ragioni della segretezza, in relazione allo stato del procedimento;

    2) atti formalmente classificati (da riservati in su) dall'autorità amministrativa o di Governo che li ha trasmessi e la cui classificazione sia stata confermata dall'autorità predetta entro 60 giorni dalla comunicazione inviata a tal fine dalla Commissione;

    3) atti su cui la Commissione ha posto il segreto funzionale;

    4) documenti anonimi o apocrifi;

    5) atti provenienti da privati (persone fisiche, persone giuridiche ed enti di fatto) che abbiano fatto richiesta di uso riservato;

    6) documenti inviati da soggetti privati (persone fisiche, persone giuridiche ed enti di fatto) il cui contenuto non è direttamente connesso a settori di indagini condotte dalla Commissione.

  La pubblicità dei resoconti di cui alle lettere a), b) e c), nonché degli atti formati dall'autorità giudiziaria, da organi di polizia giudiziaria, da autorità amministrative o di Governo sarà preceduta in ogni caso da una verifica sull'esistenza o sul permanere di eventuali vincoli di segretezza o ragioni di riservatezza.
  La Commissione stabilisce di mantenere segreti i processi verbali delle sedute della Commissione e delle riunioni dell'ufficio di presidenza e dei comitati.
  La Commissione stabilisce che gli atti suddetti, per i quali si sia accertato il permanere del vincolo di segretezza o di riservatezza resteranno assoggettati al proprio Pag. 12  regime di classificazione per anni venti, decorrenti dalla data di cessazione dell'attività della Commissione (cioè dal giorno antecedente a quello della prima riunione delle Camere della XVIII legislatura), fatte salve le determinazioni adottate, in ordine al regime di pubblicità degli atti, da parte delle Commissioni parlamentari che saranno eventualmente istituite nelle prossime legislature qualora decidano di acquisire gli atti della presente Commissione.
  Fermo restando il regime di pubblicità proprio di ciascun atto, la Commissione dispone l'informatizzazione anche degli atti e dei documenti riservati e segreti.
  Si dà mandato agli uffici di segreteria della Commissione di custodire gli atti e i documenti formati o acquisiti e di provvedere al loro versamento all'archivio storico della Camera dei deputati, previa informatizzazione di quelli depositati nell'archivio della Commissione. Tale attività dovrà essere svolta nel rispetto del regime di tali atti.
  La Commissione raccomanda che l'archivio della Commissione, in forma cartacea o informatica, sia tenuto a disposizione della Commissione antimafia che potrà essere eventualmente istituita nella XVIII legislatura, affinché essa sia in grado, ove lo ritenga, di acquisirlo tempestivamente.
  Per l'attuazione di quanto stabilito nella presente delibera – entro la data di eventuale costituzione della Commissione antimafia, ove istituita nella XVIII legislatura, e comunque non oltre il 31 dicembre 2018 – l'attività della segreteria della Commissione sarà svolta con il supporto dei consulenti Giuliana Merola, Edi Ragaglia, Kate Tassone e Marzia Eugenia Sabella, magistrate, e della dottoressa Chiara Rinaldini.
  Collaboreranno inoltre con la segreteria della Commissione, a supporto di tale attività, il I dirigente della Polizia di Stato Gennaro Semeraro, il colonnello della Guardia di finanza Tommaso Luigi Solazzo e il colonnello Giorgio Pieraccini dell'Arma dei carabinieri per la Direzione investigativa antimafia, i quali proseguono pertanto il proprio incarico di collaborazione con la Commissione.
  Tutti gli altri incarichi di consulenza cessano a decorrere dalla data della presente delibera.
  Collaboreranno infine con la segreteria della Commissione, a supporto di tale attività, anche il luogotenente cariche speciali Fernando Antonio Bellisario, il maresciallo aiutante Antonio Giugliano, il maresciallo aiutante Daniele Ranucci, e il brigadiere capo Nicola Anguilano, militari della Guardia di finanza addetti all'archivio della Commissione».
  Pongo ora in votazione la presente delibera.

  (La Commissione approva all'unanimità).

  Propongo inoltre di disporre, così come convenuto nella riunione dell'ufficio di presidenza testé svoltosi, la traduzione in inglese di parti della relazione conclusiva, con particolare riguardo ai temi di interesse internazionale, da pubblicare, non appena disponibile, in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna, nonché di avviare l'attuazione della delibera contenuta nell'allegato 6 della relazione conclusiva, in merito alla raccolta degli atti e dei documenti sulle stragi di mafia, attraverso una ricognizione del materiale già posseduto e di quello da richiedere agli uffici giudiziari interessati, iniziando dalla richiesta di trasmissione dell'elenco dei procedimenti e degli indici integrali degli atti. Solo così sarà possibile mettere la prossima Commissione in condizione di avviare rapidamente i propri lavori su questo tema tanto delicato.

  (La Commissione approva).

  La seduta, sospesa alle 12.40, riprende alle 13.

Seguito dell'esame e votazione della proposta di relazione concernente la morte di Attilio Manca (rel.: on. Bindi).

  PRESIDENTE . Do lettura della riformulazione delle conclusioni della relazione sulla morte di Attilio Manca:

   «Dall'esame degli atti finora disponibili, deve concludersi che, allo stato, non si Pag. 13 evidenziano elementi sufficienti per ribaltare le risultanze raggiunte sino ad oggi dall'autorità giudiziaria.
   Deve tuttavia segnalarsi che le indagini svolte dalla procura della Repubblica di Viterbo, pur addivenendo a una ricostruzione aderente alle complesse risultanze investigative, furono svolte in maniera superficiale – tanto che le istanze degli inquirenti sono state oggetto di diversi rigetti e di sollecitazioni probatorie del giudice – né si conclusero, specie dopo le varie opposizioni della difesa e l'esplosione mediatica del “caso Manca”, con un provvedimento articolato contenente una lettura organica e ragionata di tutto il materiale probatorio sì da fugare ogni dubbio.
   Allo stesso modo, la consulenza del medico legale, che, sin dall'inizio, avrebbe dovuto essere dirimente, è stata caratterizzata da gravi lacune e superficialità, che sono peraltro state confermate dalla stessa procura della Repubblica di Viterbo dinanzi alla Commissione, che hanno reso necessario richiedere integrazioni e delucidazioni e che hanno certamente contribuito ad alimentare incertezze e ipotesi alternative».

  LUIGI GAETTI . Presidente, a nome del Gruppo del Movimento 5 Stelle deposito la proposta di relazione di minoranza.

  PRESIDENTE . La ringrazio. Avverto che, come da prassi, verrà posta per prima ai voti la proposta formulata dalla relatrice, precisando che qualora la stessa venga approvata, la restante proposta di relazione sarà pubblicata come relazione di minoranza, senza essere posta ai voti.
  Pongo ora in votazione la relazione sulla morte di Attilio Manca a firma Bindi.

  (La Commissione approva).

  Se non vi sono obiezioni, la presidenza si riserva di procedere al coordinamento formale del testo approvato, che assumerà il n. Doc. XXIII, n. 45 e sarà trasmesso alle Presidenze delle Camere. Avverto infine che la relazione di minoranza assumerà il n. Doc. XXIII, n. 45-bis e sarà trasmessa anch'essa alle Presidenze delle Camere.
  Vorrei che risultasse nel resoconto di questa seduta da parte mia e di tutta la Commissione un ringraziamento particolarmente convinto e profondo per lo straordinario lavoro svolto da tutti, dal personale della Camera dei deputati e del Senato, ridotto – lo diciamo ancora una volta – ai minimi termini rispetto al passato, da tutti i magistrati a tempo pieno e a tempo parziale, da tutti gli ufficiali di collegamento – consentitemi in particolare di menzionare il generale La Forgia, che andrà in pensione in questo mese e al quale auguriamo un buon periodo di riposo – dai nostri militari del nucleo speciale Commissioni parlamentari d'inchiesta della Guardia di finanza addetti all'archivio e da tutti coloro che sono stati importanti (e sono molti) per questo nostro lavoro. Non saremmo riusciti a fare quello che abbiamo fatto senza di loro, quindi grazie infinite!

  La seduta termina alle 13.20.

Pag. 14 

ALLEGATO 1

Testo allegato 

Pag. 131 

ALLEGATO 2

Testo allegato 

Pag. 737 

ALLEGATO 3

Testo allegato 

Pag. 869 

ALLEGATO 4

Testo allegato