XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 206 di Mercoledì 13 dicembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Braga Chiara , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità:
Braga Chiara , Presidente ... 3 
Delvecchio Ruggero , presidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 3 
Braga Chiara , Presidente ... 4 
Delvecchio Ruggero , presidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 4 
Braga Chiara , Presidente ... 5 
Grillo Nicola Giovanni , vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 5 
Braga Chiara , Presidente ... 6 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 6 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 7 
Braga Chiara , Presidente ... 7 
Grillo Nicola Giovanni , vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 7 
Braga Chiara , Presidente ... 7 
Grillo Nicola Giovanni , vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 7 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 7 
Grillo Nicola Giovanni , vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 7 
Braga Chiara , Presidente ... 8 
Grillo Nicola Giovanni , vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 8 
Braga Chiara , Presidente ... 8 
Grillo Nicola Giovanni , vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 8 
Braga Chiara , Presidente ... 8 
Delvecchio Ruggero , presidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità ... 8 
Braga Chiara , Presidente ... 8 

(La seduta, sospesa alle 9.05, è ripresa alle 14) ... 8 

Sulla pubblicità dei lavori:
Braga Chiara , Presidente ... 8 

Esame testimoniale del sindaco del comune di Vidor, Albino Cordiali:
Braga Chiara , Presidente ... 8 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 8 
Braga Chiara , Presidente ... 9 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 9 
Braga Chiara , Presidente ... 9 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 9 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 10 
Braga Chiara , Presidente ... 11 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 11 
Braga Chiara , Presidente ... 11 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 12 
Braga Chiara , Presidente ... 12 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 12 
Braga Chiara , Presidente ... 12 
Puppato Laura  ... 12 
Braga Chiara , Presidente ... 12 
Puppato Laura  ... 12 
Braga Chiara , Presidente ... 12 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 12 
Braga Chiara , Presidente ... 13 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 13 
Braga Chiara , Presidente ... 13 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 13 
Braga Chiara , Presidente ... 13 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 13 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
Cordiali Albino , sindaco del comune di Vidor ... 14 
Braga Chiara , Presidente ... 14 

(La seduta, sospesa alle 14.30 è ripresa alle 14.35) ... 14 

Comunicazioni del Presidente:
Braga Chiara , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CHIARA BRAGA

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti dell'associazione nazionale autodemolitori di qualità, che ringrazio della presenza. È presente Ruggero Delvecchio, presidente dell'associazione, accompagnato dall'ingegner Nicola Giovanni Grillo, vicepresidente dell'associazione. L'audizione odierna, richiesta dagli interessati, si inserisce nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta conducendo sul mercato del riciclo.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo della depurazione delle acque.
  Avverto inoltre i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo dunque la parola al presidente Delvecchio per lo svolgimento di una relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari. Le chiedo, presidente, di stare nei 10-15 minuti.

  RUGGERO DELVECCHIO, presidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Buongiorno a tutti e grazie mille. Sono Ruggero Delvecchio, presidente dell'associazione nazionale degli autodemolitori di qualità (A.D.Q.). Noi nasciamo per una specifica volontà, quella di dire che c'è del bello nella nostra realtà. L'autodemolizione, purtroppo, è uno di quei mestieri che vive un pregiudizio costante, frutto sia di comportamenti illeciti dei nostri colleghi, sia del pregiudizio ormai in atto perché la figura dello sfasciacarrozze è quella figura da film degli anni ’70-’80.
  Io sono nipote di uno stracciaio, in quanto mio nonno era uno stracciaio; sono figlio di uno sfasciacarrozze e penso di essere, oggi, un centro di raccolta di veicoli fuori uso (o, come dice il mio vicepresidente, un centro riuso – perché, come diceva il mio professore di diritto, giacché le parole sono macigni, anche cambiare la denominazione in quella di autodemolitori forse sarebbe veramente importante.
  Io ho chiesto questa audizione – e ringrazio la Commissione per avere accettato – perché ho letto il resoconto stenografico dell'incontro con degli attori della filiera – ovvero, dell'AIRA – e mi sono dispiaciuto di alcuni passaggi, che poi, se riesco, vorrei spiegare. Come associazione, infatti, sosteniamo Pag. 4 di essere diversi, innanzitutto perché, già strutturalmente, questa è un'associazione molto differente dalle altre; abbiamo, per esempio, un comitato etico che valuta l'entrata dei colleghi (perché sarebbe vivere nel mondo di Bengodi se affermassi che questa realtà non ha dei problemi, mentre li ha, così come tutta la realtà del mondo dei rifiuti).
  Ho chiesto di essere audito non per una stucchevole passerella delle associazioni, visto che già anche altri miei colleghi mi hanno preceduto, ma perché vorrei accettare la sfida del presidente Grotto laddove, in un'ottica di filiera, è importante ascoltare. Secondo me, in tal senso, sono stati sbagliati i modi e i tempi: i modi perché nella filiera forse sarebbe stato meglio parlarci tra di noi e non lanciare delle accuse in Commissione; nei tempi perché ritengo che le 126 tonnellate di cui parlava e altre questioni fossero già nei precedenti, in quanto non è che essendo stato fermato un frantumatore la problematica sia nata adesso. La problematica di demolitori che conferiscono materiale non idoneo è storica, quindi mi ha sorpreso che tutto sia nato solo dopo un controllo.

  PRESIDENTE. Mi scusi, le chiederei di concentrarsi più sulla parte della vostra attività e sulle questioni di interesse preminente della Commissione.

  RUGGERO DELVECCHIO, presidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Perfetto. Innanzitutto siamo una delle realtà più storiche sull'economia circolare. L'economia circolare è da cinquant'anni nel mondo della demolizione e si sviluppa sia con la vendita dei ricambi, sia con la vendita dei rifiuti, rifiuti nel senso giuridico del termine, ma non nel senso nazional popolare che diamo loro perché i rifiuti delle autodemolizioni arrivano dalle batterie fino al palladio (all'interno di una marmitta catalitica, per esempio, abbiamo tantissimi materiali preziosi).
  In questi anni si parla di economia circolare; la Fiera di Rimini sui rifiuti ne parla molto, da due anni, ma i demolitori storicamente già fanno ciò. Spesso il giudizio sull'autodemolitore è molto offuscato dalla realtà romana, che saprà spiegare meglio di me l'ingegnere Grillo, il quale la vive quotidianamente; tuttavia, in tutto il territorio ci sono delle bellissime realtà.
  Noi stiamo parlando di centri che sono passati dall'attività dello stracciaio, ad essere vere e proprie imprese. Io rappresento impianti tutti certificati che, al di là delle autorizzazioni provinciali, hanno le certificazioni ISO 14.000, 9.000 e EMAS (alcuni hanno anche OHSAS 1800). Però sono impianti che vivono quotidianamente dei problemi. Non sto qui a spiegare la questione del Sistri, ovvero di continuare a pagare senza avere un vero e proprio servizio, però parlo anche della problematica con i concessionari.
  Secondo me bisognerebbe anche ascoltare i cosiddetti dealer perché, percorrendo a ritroso la filiera, ci sono i frantumatori, ci siamo noi autodemolitori, ma ci sono anche i concessionari ed è una problematica importante quella dei demolitori perché subiscono quotidianamente le aste del rifiuto. Il rifiuto viene acquistato; quando sono entrato in impresa, cioè dopo l'università, il bene costava zero; i demolitori erano passati al contratto e non venivano più pagati per il servizio; un servizio costoso perché, al di là delle spese di demolizione, quindi con la cancellazione dal pubblico registro automobilistico, ci sono le spese di bonifica; ora, invece, si è passati a cifre che nella mia realtà milanese raggiungono i 200 euro a macchina, che uno paga perché, se non le compri, non puoi più stare nel mercato; così come anche per le auto del demanio perché a quest'asta partecipano ormai anche i comuni, laddove per fare il servizio di ritiro delle auto del demanio si deve pagare. Questo rende sempre più difficoltosa la questione della bonifica.
  Sulla bonifica, però, vorrei dire una cosa, se mi è concesso. Avevo letto che si parlava degli airbag e il consigliere dell'AIRA, Valerio Fiori, persona che stimo anche perché siamo collegati alcune volte dai contratti, affermava che i demolitori dovevano smaltirli; tuttavia, l'allegato primo della 209, che conosco bene, specifica un'altra Pag. 5 fattispecie e, in merito alle operazioni per la messa in sicurezza dei veicoli fuori uso, alla lettera c) dice: «rimozione o neutralizzazione dei componenti che possono esplodere, quali gli airbag», per cui il demolitore ha la possibilità di scegliere di rimuoverli direttamente dalla macchina oppure di neutralizzarli. Neutralizzare significa farli scoppiare; adesso ci sono dei nuovi macchinari e bisogna collegarsi ad ogni centralina degli airbag per farli scoppiare; ma un conto è quando si tratta di una macchina con due airbag, altro conto è quando si tratta di macchine che ne hanno 12 o 14, quindi è un lavoro lunghissimo. Vale dunque anche la naturalizzazione, come tenevo a specificare.
  I demolitori, al di là delle certificazioni che dicevo, sono costantemente sotto controllo anche da parte delle case costruttrici; ultima è la certificazione per i demolitori che vogliono ritirare dalle case madri estere, che hanno questo nuovo controllo. Le case estere si sono radunate sotto la sigla UNRAE e, se vogliono ritirare dalle concessionarie, devono attenersi a dei rigidi controlli; quindi i demolitori che vogliono rimanere nella legalità e lavorare bene hanno dei continui controlli. È vero che nel nostro mondo ci sono delle problematiche ed è vero che ci sono demolitori che non lavorano bene, però, da imprenditore, quando vado da una concessionaria so da quale concessionaria sto andando; lo stesso vale per il frantumatore, che sa qual è il demolitore che lavora bene o male; ti può succedere una volta di ritirare il pacco e trovare qualcosa che non rispetta la 209 ma, la seconda volta, penso che ci sia quasi una connivenza.
  Il demolitore ha il compito di controllare la macchina all'entrata e verificare se all'interno ci siano dei rifiuti; può succedere, ad esempio, che quando si ritira la macchina dell'imbianchino o del muratore si trovino dei cocci, quindi la si respinge al momento; oppure, quando c'è il meccanico che aggiunge i rifiuti all'interno, la prima volta lo si chiama, mentre la seconda volta non gli si ritira più la macchina.
  La stessa cosa, secondo me, vale per il frantumatore perché il frantumatore sa chi è il demolitore che ha di fronte; quando egli va a ritirare i pacchi, vede l'impianto, vede se ha le isole di bonifica; in secondo luogo, la prima volta che frantuma il pacco vede cosa c'è dentro o cosa non c'è.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Lei, vicepresidente, vuole aggiungere qualcosa?

  NICOLA GIOVANNI GRILLO, vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Grazie, mi chiamo Nicola Giovanni Grillo e svolgo da circa trent'anni attività di consulente in materia di rifiuti: ne ho viste di tutti i colori.
  Per rendere l'idea ed essere conciso, qualche anno fa pubblicai un libro dal titolo Rifiuti S.p.A., la mafia delle autorizzazioni, perché la vera mafia – in questo caso ecomafia – non sempre o non solo sta presso gli imprenditori, ma spesso sta nella pubblica amministrazione, in quella pubblica amministrazione che ha il potere di decidere chi autorizzare e chi non autorizzare, come autorizzare qualcosa o come non autorizzare ciò.
  Il caso eclatante è adesso quello di Roma. Mi riferisco ad autodemolitori e recuperatori di metalli – un caso tanto eclatante se si pensa che avviene a Roma – che va avanti da circa trent'anni; un caso che coinvolge quelli che ormai definisco operatori «fuorilegge per legge» perché, da trent'anni, sono obbligati a stare in un sito senza potere effettuare dei lavori, in quanto, per legge, sarebbero dovuti andare fuori dal raccordo anulare. Di questa confusione traggono, ovviamente, vantaggio gli operatori meno virtuosi, che non hanno alcuna intenzione di spendere dei soldi per mettersi a posto. È quasi incredibile che oggi si decida di autorizzare nuovamente questi signori per periodi di alcuni mesi e a decidere ciò sia una sola persona all'interno del comune di Roma: non c'è confronto, non c'è possibilità di dialogare con loro, non c'è la possibilità di chiedere cosa fare e fare ciò che si chiede.
  Ho preparato un documento riepilogativo perché sono anche presidente dell'associazione italiana recuperatori di metalli; in questa veste lascio un breve promemoria Pag. 6in cui riepilogo la situazione degli impianti di Roma. Sono stati individuati (non mi riferisco alla vecchia storia che va avanti da trent'anni, ma a vicende recenti) dei siti all'interno dei quali gli operatori si sarebbero obbligatoriamente dovuti trasferire e avrebbero dovuto redigere e presentare l'ennesimo progetto preventivo, pena il non rinnovo delle autorizzazioni in essere. Quei siti non solo non erano e non sono disponibili – né sono idonei – ma, addirittura, sono di proprietà privata, tant'è che abbiamo fatto fare uno studio su quei siti proposti dal comune di Roma: su 14 siti, 13 sono assolutamente non idonei, mentre uno sarebbe virtualmente idoneo ma non lo per il contesto, cioè per come è realizzato. A questo proposito abbiamo anche presentato una denuncia querela per falso presso la procura della Repubblica e l'indagine è tuttora in corso.
  Delle situazioni romane bisognerebbe parlare per tanto tempo, ma non è possibile e non voglio neanche tediarvi con aspetti tecnici; comunque, non c'è colloquio, non c'è dialogo, non c'è confronto e questo è il problema. La normativa prevede che l'ente deputato al rilascio delle autorizzazioni a livello nazionale sia la regione o le province; per il nostro Lazio, ciò è stato delegato ai comuni, ma ogni comune fa come vuole, anzi, lo stesso comune di Roma ha rilasciato autorizzazione per attività di autodemolizione assolutamente illegittima perché ha compreso rifiuti che non avrebbe potuto autorizzare perché non sono di competenza comunale. Siamo, insomma, a questi livelli.
  Tempo fa scrissi agli organi di controllo una lettera per fare una riflessione in cui dicevo: caro organo di controllo, ti scrivo per riflettere insieme a te; tu fino a ieri ti alzavi la mattina e sceglievi come organizzare il tuo lavoro e andare a controllare degli impianti, nella speranza di trovarli a posto, verificando che tutti lavoravano bene; oggi che sai che nessuno dei 110 impianti di Roma è a norma (perché non può esserlo per legge), tu ti alzi la mattina e decidi chi andare a chiudere perché tanto, se lo vuoi chiudere, fai ciò in quanto non ci sono alternative.
  Chiudo sulle normative, che sono molto farraginose e spesso vecchie, contraddittorie e, qualche volta, scritte – non so se appositamente – per dare attuazione pratica al detto: «per gli amici si interpretano, per i nemici si applicano». Ne cito una per tutte: quando si autorizzano gli impianti mobili nella regione Lazio, la normativa regionale prevede che tu debba presentare fra le altre documentazioni una iscrizione all'albo gestori ambientali, iscrizione che non esiste per gli impianti mobili; allora cosa fanno in Regione, probabilmente? Se sono un nemico, quando presento la richiesta di autorizzazione il funzionario competente mi dirà che devo portare questo documento; io allora gli dirò che non esiste la possibilità di portare quel documento e lui mi risponderà che non può decidere, ma è il legislatore che deve intervenire; se invece sono un amico, nel rilasciarmi l'autorizzazione farà una premessa in cui dirà «...atteso che la norma cita un documento che non esiste».
  Gli organi di controllo sono troppi e non sono sempre all'altezza del compito, ovviamente, non per loro colpa ma perché magari non fanno corsi di aggiornamento. La materia dei rifiuti è assai variegata e complessa; si pensi soltanto che, erroneamente, anche i magistrati chiamano il decreto legislativo n.152 del 2006, la norma madre, o testo unico ambientale, cosa che non si può sentire perché non è un testo unico ambientale, bensì sono quattro norme rilegate insieme.
  Avanzo infine una proposta. In Italia chiamiamo rifiuto ciò che rifiuto non è. Secondo il dizionario italiano rifiuto vuol dire qualcosa che non serve più, qualcosa da gettare via, quindi cominciamo con il cambiare questo termine. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Lascio la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Una domanda al presidente: vorrei sapere quanti autodemolitori siano associati alla vostra associazione. Soprattutto, poi, volevo concentrarmi Pag. 7 sull'ultimo intervento perché ci sono state delle affermazioni abbastanza pesanti. Lei, dottor Grillo, ha parlato di mafia nella pubblica amministrazione e ha fatto riferimento anche ad alcune situazioni, ad alcuni contesti, dicendo che in taluni casi le autorizzazioni sono rilasciate e in altri no: agli amici sì e ai nemici no; ci ha detto che c'è stata una denuncia querela per falso, quindi volevo capire se possiamo approfondire (semmai – valuti il presidente – anche riservatamente) a cosa si riferiva quando ha parlato di denuncia per querela di falso, cioè qual era il contesto.
  Sulle autorizzazioni illegittime ha fatto riferimento al contesto degli impianti mobili parlando di un funzionario che rilascia queste autorizzazioni non sulla base di elementi oggettivi ma, da quello che è emerso dal suo intervento, semplicemente sulla base di valutazioni di carattere personale. È vero che c'è questa situazione di criticità nel Lazio, però è anche vero che essendo l'attività di autodemolitori un'attività di iniziativa privata, chi la esercita deve preoccuparsi di individuare se i siti siano idonei o non idonei; il fatto che siano di proprietà privata mi sembra una cosa pacifica perché non è pensabile che nella individuazione dei criteri per la localizzazione degli impianti vi sia l'ulteriore criterio della proprietà.
  Restando al tema, gradirei poi capire meglio a cosa si riferisca la querela di falso, se cioè può riferirci nel dettaglio fatti specifici sull'accusa di mafia nella pubblica amministrazione e di autorizzazioni illegittime, nonché, relativamente agli impianti mobili, quali sono i casi in cui ci sono stati atteggiamenti o comportamenti non conformi alla legge, con il rilascio di autorizzazioni sulla base di criteri non di legalità bensì soggettivi.

  ALBERTO ZOLEZZI. Lei ha fatto riferimento a dati importanti e a una denuncia querela per falso. Vorrei capire se vi siano state fatte segnalazioni anche rispetto ai comportamenti che ha citato (uno per l'amico e uno diverso per chi non lo è). Sono frasi importanti, quindi volevo capire se siate passati a segnalazioni di altro genere anche su questa modalità di gestire controlli e autorizzazioni.

  PRESIDENTE. I colleghi hanno sottolineato, giustamente, che sulla base delle affermazioni fatte abbiamo bisogno che ci fornisca degli elementi precisi. Le ricordo, quindi, quanto ho letto all'inizio: se ci sono procedimenti penali in corso, ha la facoltà di chiedere la secretazione della seduta.

  NICOLA GIOVANNI GRILLO, vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Allora, per quanto riguarda l'accenno alla questione degli impianti mobili, io non ho detto che sono a conoscenza di fatti concreti; io ho detto che sono a conoscenza dell'esistenza di una norma che, per come è stata impostata, potrebbe portare alle fattispecie che ho citato come esempio, per cui viene chiesto un documento che non esiste (ecco perché parlavo di aggiornamento normativo, di verifica delle normative), che quindi, ovviamente, non si può presentare; pertanto, o non si autorizzano gli impianti o, se si autorizzano, c'è questa discrezionalità da parte di chi autorizza.

  PRESIDENTE. Ribadisce che esiste una discrezionalità da parte di chi autorizza?

  NICOLA GIOVANNI GRILLO, vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Sì, ribadisco che potrebbe esistere.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Mi scusi, ma ciò potrebbe esistere su qualsiasi procedimento autorizzatorio per la richiesta di atti e documenti che non sono afferenti a quel procedimento...

  NICOLA GIOVANNI GRILLO, vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Ma qui siamo di fronte a una norma che consente in modo oggettivo e concreto questa discrezionalità: era questo l'esempio che volevo fare e che facevo. Le altre norme si leggono e si applicano, questa, invece, te lo consente proprio per legge!

Pag. 8

  PRESIDENTE. Le chiederei di rispondere alle domande specifiche, grazie.

  NICOLA GIOVANNI GRILLO, vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Per quanto riguarda la denuncia querela, ne ho dato copia al presidente; l'abbiamo regolarmente presentata e c'è l'indagine in corso. Il giudice, fra qualche giorno, deve decidere se, come ipotizzato dal pm, archiviare o non archiviare la pratica: tutto qui, è pubblico.

  PRESIDENTE. Quindi l'unica querela che è stata presentata dall'associazione è quella che ha depositato?

  NICOLA GIOVANNI GRILLO, vicepresidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Da un punto di vista legale sì, ma ne stiamo preparando altre; ne esistono poi tante altre che non ho portato e non ho fatto io, ma che hanno fatto gli operatori direttamente. Gli operatori di Roma, in questo momento, sono costretti a pagare due fideiussioni; ciò non è proprio esatto perché è vero che i siti sono di privati, ma è vero anche che, nel caso di Roma, il comune di Roma ha detto che avrebbe indicato i siti dove andare; poi, anche se i siti ci sono, spesso non sono accettati. Mi è capitato il caso personale di un'area industriale sulla Tiburtina, con riferimento alla quale abbiamo presentato una richiesta di autorizzazione e poi è venuto fuori che vicino c'era una scuola: in un'area industriale non si poteva insediare un'attività industriale.

  PRESIDENTE. Va bene: sul numero di associati?

  RUGGERO DELVECCHIO, presidente dell'Associazione nazionale autodemolitori di qualità. Mi ero dimenticato di dire che noi siamo l'associazione più giovane; non abbiamo ancora festeggiato l'anno; siamo fuoriusciti da un'altra associazione; mio padre era fondatore dell'ADA, che avete già audito; per ora siamo 28 iscritti e abbiamo due tipi di iscrizione. L'autodemolizione effettiva di qualità deve essere a posto, ovviamente, con le autorizzazioni (per fare l'attività di autodemolitore), ma devono esserci anche i certificati ISO 9000 e ISO 14; poi ci sono invece altri autodemolitori che hanno fatto richiesta (sono una ventina) all'associazione di traghettarli verso un'autodemolizione di qualità. È un progetto piuttosto difficile e lungo; non metto in dubbio che non siamo un grande numero di iscritti.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 9.05, è ripresa alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Esame testimoniale di Albino Cordiali, sindaco del comune di Vidor.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame testimoniale del sindaco del comune di Vidor, Albino Cordiali, al quale rappresento che questa Commissione procede agli esami testimoniali con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria e che viene sentito in qualità di persona informata sui fatti in grado di riferire circostanze utili alle indagini. Avverto il testimone che in tale sua qualità ha l'obbligo di dire la verità e che la legge penale punisce i testimoni falsi e reticenti. Invito pertanto il testimone a rendere la dichiarazione di cui all'articolo 497 del codice di procedura penale.

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza.

Pag. 9

  PRESIDENTE. Il testimone ha reso la dichiarazione. L'esame testimoniale rientra nell'ambito dell'approfondimento in corso di svolgimento sul fenomeno degli incendi presso impianti di trattamento e stoccaggio di rifiuti. Oggetto specifico dell'esame è l'incendio che si è verificato presso l'impianto della società Vidori, a Vidor, in provincia di Treviso, lo scorso 18 agosto. Invito pertanto i commissari che intendano formulare domande al sindaco ad attenersi in modo rigoroso a questo specifico oggetto.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo della depurazione delle acque.
  Avverto il nostro ospite che del presente esame testimoniale sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta. Fatta questa premessa, ci può fornire le sue generalità: nome, cognome e ruolo.

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Sono Albino Cordiali, nato il primo marzo 1950 a Valdobbiadene; sono sindaco del comune di Vidor dal 30 marzo 2010.

  PRESIDENTE. L'esame testimoniale nasce a seguito della missione che una delegazione della Commissione ha svolto presso lo stabilimento Vidori, a Vidor, lo scorso 4 dicembre, dove ha avuto luogo un incontro informale presso gli uffici dello stabilimento alla presenza del prefetto di Treviso, di rappresentanti dell'ARPA Veneto e di Vigili del fuoco, durante il quale lei, signor sindaco Cordiali, ha rilasciato alcune affermazioni sulla natura dell'incendio e su presunte responsabilità in ordine alle sue cause. Le chiedo pertanto di informare dettagliatamente la Commissione in merito a quanto è a sua conoscenza in ordine all'incendio in questione.

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Innanzitutto buongiorno a tutti, onorevoli e senatori. Vi ringrazio di avermi ospitato in questa sede. Il giorno 18 agosto, di venerdì, verso le 13,50, un mio consigliere, che lavorava nelle colline, ha visto del fumo salire dalla zona industriale di Vidor e mi ha mandato un messaggio vocale dicendomi: «C'è un incendio nella zona industriale di Vidor». Si vedeva del fumo molto alto perché ha fatto una foto in quel momento. Non mi ha detto il posto; mi ha detto solamente: «Un incendio nella zona industriale di Vidor». È un'area piccolina, ci sono due o tre aziende soltanto, quindi poco si sbagliava. Lui mi ha detto: «Forse Spagnol, forse Vidori, forse qualcun altro».
  In quel momento io stavo nella zona di Valdobbiadene e mi sono fermato lì, in un punto da cui potevo vedere il fumo (San Floriano). Forse la senatrice Puppato conosce la zona. Mi sono fermato con l'auto, ho guardato e ho visto il fumo che saliva presumibilmente nella zona di Vidori, quindi sono subito intervenuto. Nel giro di un quarto d'ora al massimo sono arrivato nel luogo dell'incendio. Nel frattempo, in quel momento sono arrivati anche i Vigili del fuoco. C'era già tantissima confusione, tantissime persone curiose, che peraltro intralciavano il traffico. C'erano anche i carabinieri.
  Ho avvisato il comandante dei vigili di Vidor, che peraltro stava andando a casa perché aveva finito l'orario di lavoro. Gli ho detto: «Fermati un attimo perché c'è un problema grossissimo». Ho chiamato anche la mia squadra di protezione civile di Vidor, composta da circa otto-dieci uomini. Ho chiamato il capogruppo – che era in ferie – e che mi ha detto: «Sono via». Difatti, invece di rientrare il sabato, è rientrato anche lui in giornata. Mi ha detto: «Rientro subito, perché c'è un problema grossissimo». Questo me l'ha detto dopo. Sono quindi arrivato a Vidor verso le 14-14,05; alcuni uomini della protezione civile di Vidor erano già arrivati e i pompieri stavano organizzandosi. Io ho cercato di Pag. 10organizzare un po’ e bloccare il traffico perché la curiosità di tutti era di ostacolo. Il fumo si vedeva a chilometri di distanza. Qualcuno mi diceva che dalla stazione di Castelfranco, che è a circa una trentina di chilometri da Vidor, si vedeva la colonna di fumo che saliva verso il cielo. Questo è dovuto anche al momento dell'atmosfera, all'ambiente che si trovava. Quel giorno c'era poca aria in quel momento, quindi il fumo andava in direzione verticale. C'era una colonna di fumo altissima in quel momento, ma per fortuna da una parte sola perché così si è distribuita meglio sul territorio; dopo si è spostata verso est.
  Ho cercato di organizzare un po’ gli uomini, quei due o tre che erano già arrivati della protezione civile di Vidor. Subito dopo è arrivata anche la protezione civile di Montebelluna, in forze anche loro perché è una squadra molto più complessa e più organizzata di noi. Abbiamo cercato di organizzare e soprattutto di bloccare il traffico sulle strade. Abbiamo cercato di capire un attimo cos'era successo. In seguito sono arrivati tutti i carabinieri, le forze dell'ordine, i Vigili del fuoco di Montebelluna, Castelfranco, Conegliano e – mi sembra – di Treviso. Mi sembra che siano arrivati una decina di mezzi – o anche di più – e una cinquantina di uomini. Sono tutti accorsi a questo incendio, conoscendo anche il tipo incendio che poteva essere. Difatti era la ditta Vidori servizi ambientali. Non so se la conoscete, ma noi la conosciamo da parecchi anni perché fa raccolta rifiuti forse da una quarantina d'anni, però da 25 anni raccoglie solo rifiuti speciali pericolosi. Dai documenti risulta che ha oltre 800 articoli CER, di cui 385 pericolosi, quindi era una ditta molto delicata nel suo settore.

  ALBERTO ZOLEZZI. Da quanti anni raccoglie solo rifiuti pericolosi?

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Dal 1994 si trova in quel sito. Aveva già cominciato qualche anno prima, però era nella sua abitazione, in una zona residenziale, quindi si è dovuta spostare. Comunque, dal 1994 prese posizione in quel sito, un capannone nuovo (era appena stato costruito, da qualche anno), quindi ha cominciato a insediarsi in quel posto, in zona industriale, in una zona propria. In un primo momento era partita con un terzo del capannone e poi, per le varie difficoltà che c'erano all'interno, per sentito dire, le altre due parti all'interno hanno dovuto sloggiare sostanzialmente. Infatti il capannone non era solo della Vidori ma di un socio della Vidori, che era in società. Questo è stato in società – penso – fino al 2006-2007 circa; poi è uscito dalla società e quindi la Vidori era sempre in affitto con riguardo a questo capannone.
  A quel punto siamo intervenuti anche noi; con i vigili e con i carabinieri abbiamo cercato di organizzare. Più che altro, il nostro compito era quello di tenere fermi i curiosi, che erano tantissimi. Le macchine si fermavano, posizionandosi nei campi, dappertutto. La preoccupazione loro – e soprattutto nostra – era dovuta al fatto che si avvicinavano troppo ai capannoni e, quindi, poteva esserci qualche pericolo. Dopodiché, alle 14,30 ho attivato il COC (centro operativo comunale), appena sono riuscito a organizzare la situazione. Non so se lo conoscete, ma il COC è il centro operativo comunale, che fa parte del nostro ruolo per la sicurezza del territorio.
  Io ho parlato un po’ con i carabinieri e un po’ con i Vigili del fuoco, con il comandante di Treviso e anche di Montebelluna, di alcune situazioni (parole sulla sicurezza più che altro, non altro). Dopodiché, sono partito, insieme con il mio vigile, con la macchina e con l'altoparlante e abbiamo fatto il giro delle frazioni del comune di Vidor con la dichiarazione di non uscire dalle case perché c'era questo inquinamento pericoloso. Per noi era molto pericoloso per il fatto che la nube era nera e cominciava ad andare non più verso il cielo: era sempre a una bella altezza, però si spostava verso est. Difatti, si vede anche dalle foto e dalle immagini video, la nube si spostava verso frazioni vicine (Mosnigo, Farra di Soligo, un po’ meno Sernaglia e verso la zona di Follina). Ci sono delle foto che mostrano la nube che passa sopra la zona di Campea. Dunque, mi sono premurato Pag. 11 di andare ad avvisare tutto il comune di Vidor, con l'altoparlante sulla macchina dei vigili. Dopodiché, anche la protezione civile di Montebelluna, molto più attrezzata di noi (noi come attrezzatura abbiamo il minimo indispensabile), ha fatto un ulteriore giro per avvisare non solo il comune di Vidor, ma anche Mosnigo, Moriago e le zone limitrofe. Penso che sia stato un intervento organizzato abbastanza bene perché, nell'immediatezza, in un periodo di ferie non è facile neanche trovare persone disponibili. Ci siamo tutti premurati di avvisare le persone di non raccogliere i cibi dall'orto o roba del genere e, sostanzialmente, di chiudersi in casa: quello era lo scopo principale.
  Io sono tornato là e ho seguito un po’ la nostra protezione civile per bloccare il traffico e controllare intorno. Peraltro, eravamo molto preoccupati perché, a 300 metri dall'incendio, c'è un sito molto sensibile, cioè una casa di disabilità, quindi eravamo presenti in quella zona per intervenire immediatamente in caso di necessità, cioè se il fumo si fosse spostato. Ci sono, di solito, venti disabili residenziali e venti diurni, che arrivano la mattina e tornano a casa la sera.

  PRESIDENTE. Sindaco, noi avremmo bisogno che lei si concentrasse prevalentemente sulla natura dell'incendio e sulle eventuali responsabilità, facendo riferimento a quello che ci ha detto nella missione.

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Per quanto riguarda la natura dell'incendio, è difficile stabilirla perché non sono un tecnico di quel tipo, ma le dico una cosa: verso le 15-15,30 ero in quell'area e c'era vicino anche l'amministratore delegato; siamo andati un po’ insieme e mi ha portato sull'angolo dello stabilimento, a sud-est del fabbricato; mi ha indicato un punto e, se ben ricordo, le parole testuali dovrebbero essere state queste: «È da qui che è andato a fuoco il capannone».
  Io ho detto: «Ma come ha fatto da qui?». Mi ha risposto: «Eh sì, qua è un punto...». Dalla strada a lì ci sono 15 metri di distanza, quindi è un po’ difficile, però lui ha detto «da qui». Dopo, magari, forse si è corretto e ha detto anche: «Da qui è partito il fuoco». Dunque, sapeva dov'era. Io ho chiesto: «Come mai qui non c'è un sistema antincendio?» Abbiamo discusso un po’ sul sistema di sicurezza. Mi ha detto: «C'è il sistema di sicurezza, però su questo luogo ci sono i reagenti». I reagenti sono quelli che loro adoperano per miscelare e diluire i materiali perché questo è lo scopo dell'azienda: triturazione, miscelazione, diluizione di materiali e, dopo, stoccaggio. Mi ha detto: «Qui ci sono i reagenti che non sono ad alto rischio». Mi ha detto anche: «È a norma di legge». Quindi, secondo lui, era a norma, ma ha poi ribadito: «comunque da qui è partito l'incendio».
  Dopodiché ho parlato con tantissime persone del posto e tutti confermavano che l'incendio era partito da là perché quello era il punto e hanno confermato ciò anche quel giorno alla Commissione. Quando eravate presenti voi della Commissione vi hanno detto che è quello il punto dove è partito del fuoco: il resto sono tutte voci. Io ne ho sentite di tutti i colori quel giorno. Ho sentito anche che i titolari erano all'interno dell'azienda fino a mezzogiorno; me l'hanno detto in tanti, però adesso non ricordo più chi. Io non posso confermare ciò e nessuno lo può confermare perché non è possibile alcuna conferma se non lo dichiarano loro. In diversi hanno detto che i titolari, fino a mezzogiorno, erano all'interno dell'azienda: può darsi, ma questa è una cosa che io non posso confermare. Vi riporto, solo per sentito dire, chiacchiere di quel momento e, forse, di qualche giorno dopo. Tuttavia, non posso confermare ciò: per me è solo una voce come tante altre che abbiamo sentito successivamente. Questo è il punto.
  Abbiamo poi proseguito i nostri controlli e attività fino alla sera alle sei. L'incendio non si era spento; è durato per circa una decina di giorni, tutta la notte e anche i giorni successivi, con interventi vari dei Vigili del fuoco. Questo è quanto per il momento.

  PRESIDENTE. Lei ha fatto denunce formali all'autorità giudiziaria o alla polizia Pag. 12giudiziaria in merito a queste segnalazioni che ha avuto?

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. No, non ho fatto niente.

  PRESIDENTE. Ha avuto altre indicazioni puntuali e specifiche nel corso dei giorni successivi su questo aspetto della causa dell'incendio?

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. No, sempre chiacchiere di paese; tante simulazioni, tante idee, tanti pensieri, però, di certezze, zero.

  PRESIDENTE. Invito i colleghi, se hanno domande, a concentrarsi specificamente su questo punto. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA PUPPATO. Ringrazio il sindaco Cordiali, che è venuto a darci le sua testimonianza oggi. Io ho alcune domande. Vorrei sapere se le persone che avrebbero comunicato in un primo momento al sindaco stesso di avere individuato i titolari dell'azienda nei pressi dell'azienda, o comunque all'interno dell'azienda stessa in orari compatibili con l'incendio, a sua informazione, sono stati sentiti dai Vigili del fuoco, dai carabinieri dei NOE (nucleo operativo ecologico) o da un'altra qualsiasi autorità preposta alla verifica della causa dell'incendio.
  In secondo luogo vorrei sapere se le risulta che la ditta Vidori abbia chiesto all'ATS (Alto Trevigiano servizi), che è il gestore del servizio idrico integrato, la chiusura dell'impianto antincendio dell'azienda. Le chiedo se c'era stata una richiesta da parte dell'azienda in questo senso, se il comune è mai stato informato della volontà o della possibilità che questa azienda intendesse sospendere o chiudere la propria attività e comunque come si giustifica una richiesta di chiusura dell'impianto antincendio per questa azienda.
  Infine, lei è al secondo mandato, giusto? Avendo sempre conosciuto, durante la sua attività, come sindaco, nel suo ruolo istituzionale di sindaco, la realtà dell'impresa Vidori, vorrei sapere se ci sono state, a sua conoscenza, naturalmente, situazioni o atti...

  PRESIDENTE. Senatrice, questo non è un approfondimento sull'attività della società Vidori; dobbiamo stare sul tema dell'incendio e della situazione specifica.

  LAURA PUPPATO. L'antincendio è relativo a quel tema. In quanto autorità pubblica, il sindaco del comune è giustamente occupato e preoccupato delle questioni più rilevanti sul rischio sicurezza, sul rischio antinfortunistico e anche sul rischio ambientale e per la salute umana. Vorrei capire se c'erano dei precedenti, a sua informazione, che in qualche modo abbiano allertato maggiormente l'amministrazione perché so che l'amministrazione di Vidor era sempre molto preoccupata della presenza di questa azienda. Inoltre vorrei sapere se, sempre in base alle sue informazioni, le risulta che questa azienda avesse in quel momento specifico – mi pare fosse il periodo feriale – più materiale di quanto normalmente fosse contenuto nel piazzale antistante in situazioni analoghe degli anni precedenti.

  PRESIDENTE. Sindaco, le chiedo di dare risposte brevi e puntuali alle domande e collegate strettamente all'incendio.

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Va bene. Partendo dalla prima domanda, io so che ho parlato con tante persone, ma adesso non ricordo bene con chi ho parlato sul discorso delle presenze dei titolari. So che quando io sono arrivato i titolari erano già all'interno dell'azienda e cercavano di spegnere il fuoco; erano già intervenuti per primi perché abitano a due chilometri, cioè non abitano lontano; loro sono di Vidor, quindi il figlio e il padre erano entrambi là. Nel frattempo, ho visto che c'era anche l'amministratore delegato perché padre e figlio non possono entrare in azienda per altri motivi, quindi il portavoce è sempre l'amministratore delegato.

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  PRESIDENTE. Per quali motivi?

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Sono indagati in tantissime altre situazioni del genere e da diversi anni. Basta leggere i giornali oppure fare una ricerca degli ultimi dieci-quindici anni. Ci sono diverse situazioni. Ho parlato con tantissime persone sul fatto che loro fossero o meno dentro, però adesso non ricordo più specificatamente con chi. In tanti me lo dicevano, anche perché forse qualcuno è arrivato lì prima di me.

  PRESIDENTE. Sindaco, siccome siamo in fase di esame testimoniale, lei dovrebbe riferire solo fatti di cui ha diretta conoscenza, non voci. Le dico ciò anche a sua tutela.

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Venendo al secondo argomento dell'ATS, io sono venuto a sapere dall'ATS – forse il giorno dopo – che a Vidori l'ATS aveva proposto un contratto di antincendio, una proposta che fanno a tutte le aziende. Ho parlato proprio con i dirigenti dell'ATS; ho fatto un incontro con loro. La Vidori ha rifiutato perché hanno detto che loro erano autosufficienti e si arrangiavano con i loro impianti a gestirlo, con la vasca sotterranea di acqua. Infatti, non adoperavano più quella dell'acquedotto. Una vasca interna del fabbricato era sufficiente a gestire il sistema antiincendio. Questa è la giustificazione, che è anche scritta nei documenti (non è che lo dico io). Infatti l'ATS mi ha portato a questi documenti e abbiamo visto che hanno rifiutato perché loro erano autosufficienti nel gestire questo impianto. Non ricordo più la terza domanda.

  PRESIDENTE. Si chiedeva se c'erano stati altri episodi di incendio che avevano suscitato preoccupazione: contatti o atti...

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Di contatti, negli ultimi quattro o cinque anni, ce ne sono stati diversi perché loro chiedono il trasferimento dell'azienda in una zona agricola e noi ci stiamo opponendo con tutte le forze che abbiamo. Vogliono trasferire il capannone a 300 metri di distanza, su una zona agricola che non è propria. Dunque i contatti, ultimamente, sono stati molto frequenti, sempre con l'amministratore delegato perché con i titolari non ho mai parlato. Infatti parlo solo con l'amministratore perché lui è competente e lui è incaricato a parlare con le amministrazioni: per questo l'ho incontrato.
  Abbiamo discusso tantissimo anche sul settore sicurezza; ci sono dei documenti nostri, che ho portato prima, in cui c'è qualcosa dentro. Noi, in vari incontri, abbiamo sollecitato l'azienda a premunirsi. Prima di tutto, visto il tipo di articolo che tratta, questa doveva sicuramente essere molto più prudente su ciò. Noi abbiamo anche richiesto se potevano inserire nella loro sicurezza la normativa Seveso, ma loro dicevano di essere sotto i limiti e quindi che non erano obbligati. Per noi, essendo in una zona industriale piccola, vicina alle fabbriche e vicina alle abitazioni, ciò potrebbe essere qualcosa di utile, però è un costo avere questa normativa.
  Per quanto riguarda altri episodi, mi ricordo che negli ultimi tre o quattro anni ci sono stati due incendi, che mi hanno comunicato e che io ho visto. Mi hanno chiamato perché usciva del fumo dall'azienda in due casi diversi. C'erano stati diversi incidenti all'interno, ma erano sempre voci perché io non li ho mai visti. Questi due incendi, invece, li ho visti, però erano incidenti di lavorazione, probabilmente, che forse non suscitano interesse.
  Io ho chiamato l'azienda in tutti e due i casi e loro non mi rispondevano mai; hanno il mio numero di cellulare, ma rispondevano dopo un'ora o un'ora e mezza, dicendo: «Si, è tutto a posto; abbiamo risolto il problema». Che io sappia, questo è.

  STEFANO VIGNAROLI. Quando ha detto che l'amministratore delegato l'ha portata in quel punto dove secondo lui era partito il fuoco, lei ha detto che ha cambiato versione: ha cambiato versione subito oppure dopo?

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  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Nella discussione. Penso che abbia cambiato versione perché, magari, neanche lui era sicuro di quello che diceva. Forse ha sbagliato a dire una parola in più o in meno: probabilmente, nell'immediatezza. Da allora e dopo non abbiamo più parlato di questo argomento.

  ALBERTO ZOLEZZI. Le chiedo se può darci qualche dettaglio in più su questa persona: come mai secondo lei si trovava già lì? Sa di ruoli precedenti che può aver avuto? Ribadisco la domanda della senatrice Puppato: vorrei sapere se risulta che il materiale contenuto in quel momento nell'impianto e nei piazzali antistanti fosse maggiore rispetto alla media.

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Secondo una legge, che io non conosco, nel periodo di ferie dovrebbero ridurre tantissimo il deposito: l'hanno detto anche loro. Mi hanno detto che ciò erano nella norma, che dovevano farlo. Siccome loro trattano circa 1.600-1.800 tonnellate al giorno di materiale e in quel momento c'erano 1.500 tonnellate, di cui circa 500 sono andate a fuoco (altre mille sono rimaste), ciò vuol dire che, rispetto al rapporto giornaliero, avevano dei numeri superiori, però non so se questo può incidere sulle cause dell'incendio.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ci può dire qualcosa in più, magari i ruoli precedenti che ha avuto questo Mario che le ha dato queste informazioni? Lei non ha detto prima il nome della persona che le ha riferito che il fuoco era partito da lì?

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. L'amministratore delegato dell'azienda.

  ALBERTO ZOLEZZI. Questa persona ha avuto altri ruoli, anche politici, nel comune, che lei sappia?

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. Se il dirigente ha avuto altri ruoli?

  ALBERTO ZOLEZZI. È stato consigliere comunale? Ha avuto ruoli politici?

  ALBINO CORDIALI, sindaco del comune di Vidor. No, non è neanche di Vidor; penso che sia di Treviso, ma non lo so. Non lo conoscevo prima: lo conosco da due anni perché prima ce n'era un altro.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Dichiaro chiuso l'esame testimoniale.

  La seduta, sospesa alle 14.30 è ripresa alle 14.35.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Il commissario straordinario per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, nonché per l'attuazione dell'intervento di messa in sicurezza e gestione dei rifiuti pericolosi e radioattivi del deposito ex-Cemerad di Statte, la dottoressa Vera Corbelli, ha trasmesso, in data 20 novembre 2017 alla Commissione, copia del decreto commissariale n. 28 del 16 novembre 2017 e del relativo piano operativo di rimozione, trasporto, caratterizzazione e smaltimento dei rifiuti presenti nel deposito ex-Cemerad, in virtù del quale hanno preso avvio le operazioni per l'attuazione del servizio di rimozione, trasporto, caratterizzazione e smaltimento dei rifiuti presenti nel suddetto deposito. L'attività è in corso e abbiamo acquisito agli atti la documentazione. Si tratta di un risultato che premia anche l'impegno della Commissione, che alla bonifica del deposito ex Cemerad ha dedicato una parte significativa della propria attività e di cui si darà conto anche nella relazione finale.

  La seduta termina alle 14.40.