XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta n. 106 di Giovedì 7 dicembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 

Audizione del consulente legale dell'Osservatorio militare Angelo Fiore Tartaglia:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 3 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 4 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 4 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 5 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 5 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 5 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 5 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 6 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 6 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 6 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 7 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 7 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 8 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Tartaglia Angelo Fiore , Consulente legale dell'Osservatorio militare ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante trasmissione diretta attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso e diretta streaming sperimentale sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Ne dispongo pertanto l'attivazione.

Audizione del consulente legale dell'Osservatorio militare Angelo Fiore Tartaglia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'avvocato Angelo Fiore Tartaglia, consulente legale dell'Osservatorio militare.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme della libera audizione e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Avvocato, buongiorno. A nome della Commissione le do il benvenuto e la ringrazio per aver accolto il nostro invito. Lei è certamente un esperto, non solo dell'Osservatorio militare, del quale è consulente, ma, anche in ragione di questo ruolo che svolge, è esperto della materia che costituisce una parte della mission della nostra Commissione. Noi siamo interessati a conoscere il suo punto di vista, dopo quasi due anni di attività.
  Do la parola all'avvocato Angelo Fiore Tartaglia per lo svolgimento della sua relazione.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Grazie, presidente e onorevoli. Io non mi sono preparato nulla di particolare, perché sono a disposizione per tutte le domande che riterrete opportuno farmi.
  Posso dire che mi sono occupato del primo caso di militare ammalatosi a causa delle missioni nei Balcani circa diciassette anni fa, che era Andrea Antonaci. Da diciassette anni a questa parte, nonostante siano intervenute molte sentenze della magistratura, di ogni tipo, non soltanto sentenze del tribunale civile con riferimento alle azioni risarcitorie, ma anche sentenze della Corte dei conti e dei TAR, mi pare che non sia cambiato molto, o almeno così mi risulta dalle persone che quotidianamente incontro per ragioni professionali e che vengono nel mio studio.
  Eppure il legislatore è intervenuto sulla materia e in qualche modo ha tipizzato il rischio da contatto con ambienti contaminati, uranio e nanoparticelle, anche se in un certo momento storico qualcuno ha cercato di sovvertire e di togliere questo dato normativo dall'ordinamento. Io mi sono fatto un'idea: probabilmente ciò è acceduto perché nelle sentenze risarcitorie si dava atto anche di questo intervento normativo e lo si prendeva a presupposto della motivazione della sentenza di condanna.
  Ricordo molto bene che qualche anno fa ci fu anche una sorta di manifestazione di dissenso dei familiari delle vittime proprio rispetto a questo tentativo di togliere dalla legge il riferimento all'uranio e alle nanoparticelle. È un problema molto serio.
  Mi pare che questa Commissione, forse per la prima volta, abbia inquadrato correttamente dal punto di vista giuridico la questione, che abbraccia il più ampio tema della tutela del militare inteso come lavoratore. Questo è un dato di partenza importantissimo, Pag. 4 perché su questo presupposto si è mossa anche l'azione mia e dell'Osservatorio militare diciassette anni fa. Siamo a un punto importante, che è un punto di arrivo, ma anche di partenza, su questo argomento.
  Devo registrare anche una notevole opposizione da parte del mio avversario processuale, che si comporta quasi come se io fossi un nemico, non un avversario. Nelle cause che io patrocino ci sono a volte dei comportamenti contraddittori nella difesa dell'amministrazione. Si affermano delle cose che poi sono chiaramente smentibili e smentite dalla documentazione che io ho raccolto in tutti questi anni. Le faccio un esempio...

  PRESIDENTE. Ci tracci il profilo dell'avversario.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. L'avversario solleva varie questioni. Quella che probabilmente oggi può avere qualche limitato pregio, tant'è che se ne occuperanno la Cassazione a sezioni unite e l'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, perché c'è un disagio interpretativo, è relativa alla cosiddetta «compensatio lucri cum damno», cioè se questi indennizzi che percepiscono in pochi in qualità di cosiddette «vittime del dovere» o equiparate vadano scorporati dai risarcimenti.
  La questione trova un disagio interpretativo nella magistratura perché i profili sono vari. Ad esempio, qualcuno ritiene che la condanna civile non sia una pena privata, che abbia la funzione di ripristinare il patrimonio del soggetto come se il soggetto non avesse subìto alcun danno. Qualcun altro ritiene che l'indennizzo non abbia natura risarcitoria, per cui non si possa scorporare o che non si possa scorporare perché l'illecito civile ha come presupposto la colpa, che è una fonte autonoma di responsabilità diversa dall'indennizzo, che fa fronte a uno scopo sociale dello Stato e viene attribuito a prescindere o anche in assenza di una colpa.
  Tuttavia, queste visioni da un lato sono parziali e dall'altro comunque non risolverebbero il problema. Perché sono parziali? Al di là delle questioni di principio, che evidentemente verranno discusse, io ho una mia idea giuridica molto ferma su questo argomento, cioè che in un rapporto giuridico quale quello di tipo risarcitorio non vi possano essere delle zone franche a seconda del soggetto che commette l'illecito, sia esso privato cittadino sia esso istituzione pubblica.
  Dall'altro lato, ritengo che la condanna civile non debba avere soltanto una funzione riparatoria del pregiudizio in senso ampio, ma debba contenere anche una pena, una sanzione in senso stretto. Tenete conto che il nesso di causalità civilistico è diverso da quello penale, perché in materia civile per ottenere il risarcimento è sufficiente la prova del più probabile che non, mentre in materia penale bisogna andare oltre ogni ragionevole dubbio.
  Se non c'è un intervento della magistratura penale che in qualche modo coltivi l'interesse collettivo a sanzionare comportamenti illeciti, la condanna risarcitoria è l'unica misura sanzionatoria reale che consente a chi ha subìto un pregiudizio di avere, non soltanto un ristoro economico, ma anche un ristoro morale per la perdita subita.

  PRESIDENTE. Vorrei farle subito una domanda. Lei ha definito l'avversario e ha indicato una sorta di maggiore acrimonia rispetto all'interlocuzione processuale che si sviluppa con questo avversario, che peraltro è il rappresentante dello Stato, perché è l'amministrazione della difesa che oppone ricorso. In quella sede l'amministrazione viene rappresentata dall'Avvocatura generale dello Stato o da chi?

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. A volte dall'Avvocatura generale dello Stato, per esempio dinanzi al giudice amministrativo o dinanzi al giudice ordinario. Devo dire che l'Avvocatura generale dello Stato ha delle regole deontologiche che rispetta, quindi non posso segnalare comportamenti atipici da parte dell'Avvocatura dello Stato, che anzi avanza delle questioni di carattere Pag. 5tecnico-giuridico che sono più che legittime, anche se sono opinabili, ossia si possono condividere o meno.

  PRESIDENTE. Viceversa?

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Invece, dinanzi alla Corte dei conti e, ahimè, dinanzi al tribunale del lavoro, l'amministrazione può farsi difendere anche da funzionari, quindi non da avvocati abilitati.

  PRESIDENTE. Da funzionari dipendenti dell'amministrazione della difesa?

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Sì. L'atteggiamento è quello di non considerare l'avversario come un avversario, ma quasi come un nemico.

  PRESIDENTE. Questa è una novità. Mi scusi se la interrompo, ma bisogna che capiamo.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Io non ho un intento bellicoso nei confronti della controparte, non sono ispirato da questi sentimenti. Io devo svolgere soltanto la mia professione e lo devo fare in modo autonomo e indipendente. Ritardi od opposizioni anche nell'esecuzione di pronunce o di sentenze, interpretazioni capziose o elusive di giudicati non rientrano in un rapporto di controversia giudiziaria, ma aggiungono qualcosa in più.
  Se questo atteggiamento è ripetuto nel tempo e sanzionato anche dai giudici, questo mi fa capire che non c'è un atteggiamento da avversario, ma c'è una sorta di avversione. Io vorrei precisare che non ho nessuna acredine, sto assolvendo semplicemente il mio dovere.
  Nella precedente Commissione d'indagine, signor presidente, c'è un resoconto stenografico dove si affermava che si volevano far interpretare le sentenze risarcitorie che avevo ottenuto dalla magistratura civile da una commissione di superesperti giuridici, quasi una Cassazione a sezioni unite, perché queste sentenze, che poi sono state anche confermate in appello, si basavano su princìpi giuridici e dati fattuali errati.
  Se questo è l'atteggiamento, lei capirà che io ho l'impressione che di fronte non ho semplicemente un avversario, ma quasi un nemico. È quasi come se si puntasse il dito nei confronti di chi cerca in qualche modo e con notevole disagio...Infatti, devo dire che io ho un notevole disagio ad affrontare questa questione, perché non è facile per me vedere continuamente persone ammalate, spesso giovani. È un contraccolpo psicologico fortissimo che devo subire.

  PRESIDENTE. Su questo le chiedo una cosa, visto che voi come avvocati fate sempre ricorso alla dialettica in termini di persuasione perché chi deve decidere e giudicare possa interpretare similmente alla vostra posizione.
  A proposito di interpretazione, lei come interpreta questa nuova stagione evidentemente alquanto rigida? Ne dà una lettura? È un rigurgito di negazionismo? C'è la volontà di tentare come extrema ratio di respingere una presa di coscienza collettiva che potrebbe determinare scenari nuovi, diversi da quelli che questa Commissione ha auspicato, ovvero quelli della trasparenza e della chiarezza? Che lettura ne dà?

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. C'è una chiusura a riccio da parte dell'amministrazione della difesa su certi argomenti. Si continua a discutere sul nesso di causalità. Nelle cause che io patrocino molto spesso le relazioni che l'amministrazione prepara e manda all'Avvocatura, che poi le deposita in giudizio, citano dei lavori della Commissione dove si dice che il nesso di causalità è assolutamente incerto e non provabile. Non mi riferisco a questa Commissione, non hanno prodotto alcun documento di questa Commissione. In questi documenti si dice che non si può affermare e non si può escludere.
  Lo sforzo difensivo è quello di provare il nesso di causalità sul principio del più Pag. 6probabile che non, cioè della preponderanza delle evidenze. Avere più del 50 per cento di probabilità è sufficiente ai fini risarcitori ed è sufficiente anche ai fini del nesso di causalità per le vittime del dovere, per l'equo indennizzo e per la pensione privilegiata, è sufficiente per tutto. Se si dice che non si può affermare e non si può escludere, non c'è la prova né del sì né del no e, quindi, non si supera questo 50 per cento.

  PRESIDENTE. Per noi questa è un po’ una sorpresa, perché noi pensavamo di aver favorito il superamento di questa artificiosa posizione, viceversa lei ci dice che viene riproposta come tattica processuale.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Sì, ma non mi riferisco ai lavori di questa Commissione, io mi riferisco a quelli precedenti, in particolare quando si afferma che non si può dire e non si può escludere.
  Attenzione: questa posizione è in qualche modo richiamata anche da qualche consulente che viene nominato dal giudice, quindi o c'è il timore di esporsi, perché molto spesso questi dubbi vengono superati dal giudice, perché il nesso di causalità – non ce lo dimentichiamo – non è un concetto soltanto scientifico, ma è un concetto eminentemente...

  PRESIDENTE. Avvocato, mi lasci un po’ chiosare sul vostro vocabolario processuale. Anche se lo dico a mo’ di battuta, non sia reticente. Cerchi di rispondere, se può, alla domanda.
  Che cosa, a suo giudizio, ha informato e ha originato questo nuovo atteggiamento? Può esserci il timore di dover far spendere troppi soldi all'Erario? Questa sarebbe una forma di schizofrenia, perché poi dalle relazioni della Corte dei conti vediamo che di soldi l'Erario ne spende in quantità incredibile (o dovremmo dire indecente). È questo il motivo oppure, secondo lei, c'è il tentativo di continuare a negare contro ogni evidenza – ormai dobbiamo dirlo – per incomprensibili motivi? Lei che idea si è fatto di questo?

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Io ho pensato a quest'ultima posizione: negare a tutti i costi. Le spiego perché. Voi avete sentito vari rappresentanti militari, tra cui qualcuno ha affermato addirittura che i militari sono stati informati dei rischi e hanno adottato misure di protezione. Un mio assistito mi ha portato il libretto dello Stato maggiore della difesa «Giugno 2000: Kosovo. Manuale del militare». Io l'ho fotocopiato e ve lo consegno. Non c'è nessuna informazione dei rischi e nessuna misura di protezione da adottare.

  PRESIDENTE. Lo acquisisco subito e lo consegno alla segretaria.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Aggiungo un'altra cosa. Da quello che mi riferiscono i miei assistiti, neppure oggi, fine 2017, per i militari che vanno in queste missioni (Iraq, Afghanistan), dove è notorio che c'è utilizzo di armamenti all'uranio impoverito e di armamenti bellici pesanti, con notevole inquinamento ambientale, c'è alcuna informazione sui rischi e alcuna adozione di misure di protezione.
  Se la domanda è «che cosa ha fatto lei, avvocato, fino a oggi?», io le devo rispondere: «nulla». Io non sono riuscito a ottenere nulla, signor presidente. La mia azione è assolutamente inadatta rispetto alla finalità della tutela della salute e della sicurezza dei militari, perché, nonostante tutte queste sentenze che le citavo e che voi conoscete, non è cambiato nulla.
  Devo dirvi che i miei assistiti si aspettano moltissimo da lei e da questa Commissione, perché hanno visto uno spiraglio di luce e un atteggiamento diverso rispetto al passato. In precedenza c'era un atteggiamento più cauto, mentre qui mi pare che ci sia una presa di posizione e di coscienza più netta di fronte a tutte le problematiche che dovete affrontare.
  I miei assistiti vi chiedono con forza aiuto, perché io da solo non sono in grado di risolvere questa problematica. Io posso far ottenere con delle sentenze benefìci economici, indennizzi o risarcimenti, ma Pag. 7non credo che sia questo il problema e non credo proprio che sia questa la finalità di quello che sto facendo. È una finalità più ampia, forse più ambiziosa dal punto di vista giuridico.
  Torno indietro. Quando si afferma che gli indennizzi coprono il danno e impediscono il risarcimento, perché fanno venir meno l'interesse economico del militare o del familiare, quando si dice «bah, se non si sa sì o no, io, poiché sono buono, te lo concedo», io, di fronte a questi atteggiamenti negazionisti, devo fare qualcosa in più, signor presidente, perché altrimenti questa situazione non si risolverà mai. Questo qualcosa in più è chiedere l'intervento di un giudice affinché si accertino delle responsabilità, perché solo attraverso l'accertamento delle responsabilità si può tentare di risolvere il problema, costringere qualcuno a guardare in faccia alla realtà e a mettere mano alla problematica.
  Nonostante tutte queste sentenze di condanna, non mi pare che si sia risolto nulla, quindi l'atteggiamento è negazionista. In un mondo ideale non ci sarebbe bisogno dell'intervento della magistratura o di un piccolo avvocato come me, che cerca di ottenere giustizia per i suoi assistiti, che sono dei deboli. Non ci sarebbe bisogno di fare la lotta dei deboli contro i potenti...

  PRESIDENTE. Ma non sarebbe il mondo che è, purtroppo.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. In un mondo ideale questa questione dovrebbe essere risolta alla base, non si dovrebbe arrivare a tanto.
  Pertanto, anche a nome mio, io vi chiedo di cercare di fare di tutto per intervenire in modo efficace su questa questione, perché la mia azione non è efficace.

  PRESIDENTE. In conclusione le offriremo la nostra versione.
  Avvocato, noi, come Commissione, abbiamo acquisito come criterio fermo o quasi fondativo la ricerca della verità, all'insegna della cultura della trasparenza. In conseguenza di questo, in molte circostanze gli atti prodotti dalla Commissione, compresa la seconda relazione intermedia, sono stati trasmessi alla magistratura ordinaria affinché valutasse l'eventuale presenza di profili di responsabilità penale. Questo, nell'esercizio del nostro dovere, costituisce comunque un segnale inoppugnabile della ricerca della verità.
  Noi abbiamo anche redatto, ormai un anno e mezzo fa, una proposta di legge che avantieri, sotto forma di emendamento, abbiamo presentato alla Camera perché possa essere inserita nella Legge di stabilità. Infatti, dal nostro punto di vista, in relazione ai nostri compiti, bisogna fare in modo che certe cose, mentre si cerca di fare giustizia per il passato, non si ripetano nel futuro.
  In questo emendamento, che ci auguriamo diventi legge con il voto della Legge di stabilità, indichiamo le modalità attraverso le quali costruire – vorremmo poter dire «garantire» – la salute dei militari e, quindi, la loro sicurezza.
  Lei ha avuto modo di riflettere su questa nostra proposta di legge, che non ha, anche per ragioni strutturali, una possibilità di retroattività? Ritiene che ci possa essere una significativa attuazione o un significativo contenimento di questo male sociale? Del resto, per come l'abbiamo valutato finora – e lei ce ne ha dato conferma questa mattina – in quanto male della società questo è un male sociale.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Io ho molto apprezzato il disegno di legge a suo nome e della Commissione sotto il profilo della prevenzione. Si indica, se non erro, anche l'INAIL come un soggetto terzo che dovrebbe sostituirsi al comitato di verifica nell'accertare il nesso di causalità.
  Potrei aggiungere qualcosa in più. Sul nesso di causalità io vorrei che si ponessero delle basi concrete e non si rimettesse ogni volta il suo accertamento a soggetti terzi, perché nella dinamica dei rapporti tra le parti ci sono una parte più debole e una parte più autorevole e la parte più autorevole finisce per essere sempre più credibile della parte meno forte.
  Io non vorrei che, nonostante il lodevole sforzo di questa legge, mancasse un punto Pag. 8chiaro sul nesso di causalità, che ormai è accertato in modo rilevante, rimettendone sempre l'accertamento a degli studi internazionali, che non vengono certamente commissionati da chi viene danneggiato, ma eventualmente da chi ha interesse a far seguire una certa versione e, quindi, a far valutare la questione sotto un certo angolo visuale.
  Io non dimentico che anni fa c'erano degli studi «autorevoli» che dicevano che i vari disastri che ci sono stati in Europa, in Russia o a Hiroshima e Nagasaki non avevano creato dei danni ambientali particolari o che non ce n'era la prova. Anche su questa questione dei militari reduci dalle missioni estere, quando io, per esempio, cito lo IARC (International agency for research on cancer) sulla rilevanza delle nanoparticelle, qualcuno, anche autorevole, mi risponde che lo IARC è un po’ un organo politico, che enfatizza certi fattori di rischio e che, quindi, è poco attendibile. Lo IARC fa parte dell'Organizzazione mondiale della sanità.
  Io, di fronte a questi atteggiamenti, dove si può dire di tutto e il contrario di tutto, sono un po’ preoccupato.

  PRESIDENTE. Se mi permette, non è il caso della Commissione, perché noi abbiamo spazzato via questi tentativi maldestri e indecenti di creare il torbido e di approfittare della complicità pelosa di certi personaggi per confondere le acque.
  Facendo ricorso alla multifattorialità, abbiamo di fatto stabilito in maniera assolutamente chiara e non diversamente interpretabile che il discorso del nesso di causalità non potrà mai più essere invocato o utilizzato per ammazzare due volte chi è già morto o per ammazzare chi si è ammalato.
  Sotto questo aspetto, ritengo che la Commissione abbia esercitato in maniera nettissima la propria azione di semplificazione di un contesto che spesso ad arte veniva reso opaco per impedire che potesse essere riconosciuta semplicemente la verità.
  Mi fa piacere e fa piacere anche ai colleghi apprendere che lei riconosce, per la sua competenza ed esperienza, il valore anche in termini di politica di prevenzione, che è quella che ogni Paese civile dovrebbe attuare e dovrebbe svolgere per fare in modo che non si arrivi, che non ci si ammali, che non ci si esponga ai rischi e che, quindi, non si muoia, similmente a quanto viene fatto in qualche Paese straniero (non in tutti, purtroppo).
  Avvocato, come ritiene che una Commissione, concludendo i propri lavori e accingendosi a predisporre la relazione conclusiva, possa lasciare adeguatamente una traccia nella medesima relazione conclusiva dei bisogni che lei ha appena richiamato?
  A parti invertite, che cosa lascerebbe lei di scolpito nella pietra, seppure per ragioni di necessità soltanto in un foglio di carta, ma con la forza e con la resistenza della pietra, a beneficio del Parlamento nella lettura e nell'interpretazione del dramma che vivono le famiglie di queste persone ammalate?
  Ci sono state centinaia di morti e migliaia di persone ammalate, e c'è ancora una resistenza. Quello che lei definisce «il suo avversario» si sarebbe incattivito tanto da trasformare chi rappresenta il militare in un nemico anziché in un interlocutore processuale. Che tipo di considerazione di fondo lei gradirebbe che questa Commissione lasciasse a beneficio della sensibilità del Parlamento?

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. La necessità della prevenzione e dell'informazione, un controllo costante sull'adozione di misure di protezione, essere molto esigenti, non avere un atteggiamento fideistico sul buongoverno di queste cose, perché il passato non ci dà la possibilità di avere un atteggiamento di questo tipo, certamente mettere un punto fermo sul nesso di causalità.
  Io vorrei aggiungere un altro aspetto su delle sperequazioni, non perché ci siano delle vittime di serie A e di serie B, ma perché ci sono responsabilità o assenze di responsabilità. Il sistema degli indennizzi perché non può andare di pari passo con i risarcimenti? Le vittime del terrorismo, che non sono vittime della negligenza di qualcuno, percepiscono dei trattamenti indennitari Pag. 9 ben più favorevoli rispetto alle vittime dell'uranio o dei vari fattori di rischio, dove ci sono delle responsabilità, come è stato accertato. È tollerabile questo? È tollerabile che da un lato si pretende di scorporare gli indennizzi dai risarcimenti?
  Questo è un principio, ma applicato in queste fattispecie significa mettere il bavaglio alla questione, perché nessuno accerterà più nulla. Se io ti ho indennizzato e ti ho soddisfatto, peraltro in misura inferiore rispetto a quanto ho fatto dove non ho responsabilità, e ti ho messo il bavaglio, questa storia non finirà mai.
  Io vi rappresento anche questo disagio. Le mie azioni si muovono anche a causa di queste distonie normative. Si fanno dei passi in avanti forse perché delle categorie hanno maggiori appoggi politici. Mi riferisco, ad esempio, alle vittime del terrorismo. Ci sono dei vantaggi economici e giuridici per le vittime e per i familiari ben superiori rispetto ai casi di cui ci occupiamo.
  Noi dobbiamo rincorrere un nesso di causalità più difficile. Nel caso della vittima del terrorismo, c'è un incidente e si sa che il terrorista ha sparato contro una camionetta, ha subìto un danno e quello è; in questo caso, invece, si parla di danni che vengono messi continuamente in discussione. Peraltro, quando si arriva alla fine, quindi viene concesso, ti do molto meno. Anche questa è un'ingiustizia e dà la stura di qual è l'atteggiamento attraverso il quale si vuole continuare ad affrontare questa tematica.
  La Commissione, che oggi sa anche di quest'ultima distonia del nostro sistema normativo, ha certamente la capacità, la competenza e l'autorevolezza per intervenire e per proporre qualcosa. I miei assistiti sanno benissimo, signor presidente, che una Commissione non riesce da sola a fare delle leggi, ma dovete lottare con ben altri e più complicati rapporti istituzionali. Voi sapete molto meglio di me quali sono tutti gli ostacoli e i disagi per far passare delle iniziative normative lodevoli.

  PRESIDENTE. Lei ritiene che in base alla fisiologia del diritto sia possibile ipotizzare una norma che indichi i criteri necessari per l'individuazione del nesso di causalità?

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Sì, assolutamente. Peraltro, io ho un'opinione e per un certo periodo anche il TAR aveva sposato questo orientamento. C'è il decreto del Presidente della Repubblica n. 37 del 2009, trasfuso nel n. 40 del 2010 e poi nel n. 90 del 2012, che qualcuno ha tentato di togliere di mezzo – e, infatti, è stato un po’ messo nell'angolo – dove si parla di uranio e nanoparticelle. Si indicano, peraltro, delle dimensioni di nanoparticelle così piccole che è difficile che ci siano apparecchiature in grado di riscontrarle, anche perché si riescono a trovare i cluster, cioè degli agglomerati...

  PRESIDENTE. Sarebbero i nani fra i nani.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Esattamente. Comunque, si dice «indicativamente», quindi c'è una sorta di valvola di chiusura.
  Quello già costituiva un presupposto per dire: «Io mi sono trovato in quelle condizioni, tu provami il contrario». Si è detto che queste nanoparticelle sono ubiquitarie, si trovano ovunque, e, quindi, che la prova che noi fornivamo non serviva a nulla, che non è provato per certo, perché è discutibile. Lo dice lo IARC, quindi l'Organizzazione mondiale della sanità, però si può dire tutto e il contrario di tutto e, quindi, non è certo che quelle nanoparticelle facciano venire dei tumori e inoltre non è certo neppure che facciano venire quel tumore.
  Nel passato mi sono venuto a trovare con un interlocutore verso il quale io ho avuto a volte delle aperture, però le cose che dicevo e i miei dubbi venivano utilizzati contro di me nei processi e mi sono quasi pentito di queste aperture. Oggi mi sto aprendo completamente, perché sono convinto che questa Commissione non possa fare questo scherzo neppure lontanamente.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Ci mancherebbe altro.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Tuttavia, certamente le cose che dico verranno lette anche...

  PRESIDENTE. I fatti dimostrano il contrario. In ogni caso, purtroppo, in questo nostro pazzo mondo c'è chi nega che ci sia stata la Shoah. Non voglio tirar fuori altre cose per correttezza politica, ma i pazzi e i criminali purtroppo sono sempre in servizio.
  Avete lasciato a me il privilegio di fare le domande all'avvocato. Avvocato, noi la ringraziamo. Questa sua testimonianza – chiamiamola così – per noi è molto utile e debbo dirle che ci conferma nel giudizio di valore che noi abbiamo maturato relativamente al nostro lavoro.
  Come dicevo prima, siamo proiettati con una tensione ideale e una passione civile fortissime verso questi prossimi giorni, durante i quali ci auguriamo che possa essere finalmente approvata una legge. In fondo stiamo parlando di una legge che sarebbe semplicemente un passo verso la normalità, tenuto conto del fatto che i lavoratori militari non godono di questo tipo di riconoscimento. Mi auguro e ci auguriamo che il Parlamento, in un sussulto di responsabilità, voglia dare al nostro Paese questa normativa.
  Mi lasci dire col sorriso sulle labbra che l'altro augurio che mi faccio, pur sapendola eccellente professionista, è che lei perda i clienti, perché mi auguro che non si ammali più nessuno e che, quindi, sotto questo aspetto siamo in pace tutti quanti.

  ANGELO FIORE TARTAGLIA, Consulente legale dell'Osservatorio militare. Questo è anche un mio augurio. È importante inoltre tabellare le patologie, cioè tipizzarle, per evitare disagi interpretativi.

  PRESIDENTE. Nella nostra legge si parla anche di questo.
  Avvocato, la ringrazio. È stata un'audizione molto utile e importante.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.20.