XVII Legislatura

Commissioni Riunite (VII Camera e 7a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 16 di Martedì 10 ottobre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, sull'avvio dell'anno scolastico 2017-2018 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 
Fedeli Valeria , Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 3 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 12 
Palmieri Antonio (FI-PdL)  ... 12 
Conte Franco  ... 13 
Nicchi Marisa (MDP)  ... 13 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 14 
Montevecchi Michela  ... 14 
Marzana Maria (M5S)  ... 15 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 16 
Blundo Enza Rosetta  ... 16 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 16 
Vacca Gianluca (M5S)  ... 16 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 17 
Ferrara Elena  ... 17 
Petraglia Alessia  ... 18 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 19 
Malpezzi Simona Flavia (PD)  ... 19 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 21 
Fedeli Valeria , Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 21 
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 26

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori PER l'Italia: Misto-CIpI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI-Liberali: Misto-FARE!PRIL;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti: Misto-PSI-PLI-I.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FLAVIA PICCOLI NARDELLI

  La seduta comincia alle 20.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, sull'avvio dell'anno scolastico 2017-2018.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno della seduta odierna reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Valeria Fedeli, sull'avvio dell'anno scolastico 2017-2018.
  Do il benvenuto alla Ministra Fedeli che ringrazio per aver aderito con prontezza alla richiesta che le abbiamo avanzato. Naturalmente, saluto il presidente della 7a Commissione del Senato, Andrea Marcucci, e i senatori presenti e avverto che abbiamo concordato di far durare quest'audizione circa due ore per cercare di completarla in una sola seduta. La ministra ha a disposizione mezz'ora, il tempo necessario per la sua esposizione iniziale, e poi un quarto d'ora per la replica. I Gruppi hanno un tempo definito, che dovrebbe essere di un'ora e venti minuti, per un totale di 80 minuti, ripartiti come nella tabella che è in distribuzione. Avverto che la Ministra Fedeli ha preparato una traccia del suo intervento che può agevolare i colleghi nel seguire la sua esposizione. Prego tutti di segnalarci con sufficiente anticipo la richiesta di intervento, in modo da conferire ai nostri lavori la speditezza che tutti vogliamo. Do immediatamente la parola alla Ministra Fedeli.

  VALERIA FEDELI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Intanto grazie. Saluto la presidente, il presidente, le senatrici e i senatori, le deputate e i deputati. Vi ringrazio per l'invito all'audizione di oggi, che è un'occasione, dal mio punto di vista, ma spero anche dal vostro, per fare il punto sull'avvio dell'anno scolastico 2017-2018. Si tratta di un anno particolarmente denso di novità «sfidanti» per il mondo della scuola, in un momento storico in cui essa deve ancora di più essere una grande e centrale questione nazionale, perché la scuola è motore di cultura, di libertà e di eguaglianza e deve essere veicolo di mobilità sociale, come ha fortemente auspicato anche il Presidente della Repubblica Mattarella in occasione della cerimonia di apertura dell'anno scolastico a Taranto, lo scorso 18 settembre.
  Cominciamo ad analizzare insieme com'è andato l'avvio dell'anno scolastico. Se ricordate, proprio in occasione del mio primo incontro con voi, tra gli obiettivi che mi ero prefissata, ponendo al centro delle politiche dell'istruzione gli studenti, vi era quello di centrare tempestivamente e nel migliore dei modi possibili tutti i passaggi necessari per iniziare senza le difficoltà del passato il nuovo anno scolastico. Ebbene, credo di poter affermare senza rischio di smentita che l'obiettivo è stato raggiunto e che ha consentito alla vasta comunità scolastica un inizio di anno ordinato e regolare, Pag. 4 anche grazie all'impegno e alla serietà degli uffici del MIUR, sia centrali, sia regionali, e delle scuole, che hanno realizzato ogni passaggio nei tempi previsti. È anche utile ricordare che sono state importanti le intese con le organizzazioni sindacali.
  L'attenzione e la dedizione dei dirigenti scolastici e del personale amministrativo delle scuole e del ministero hanno consentito di relegare le difficoltà e i problemi ben al di sotto del livello fisiologico, che caratterizza ogni operazione complessa, come quella dell'inizio dell'anno scolastico, che coinvolge milioni di alunne e alunni, centinaia di migliaia di lavoratori e più di 8.000 scuole. Abbiamo lavorato per raggiungere quest'obiettivo sin dal primo giorno del mio insediamento, quando chiesi agli uffici di programmare e curare con la massima attenzione ogni attività relativa all'anno scolastico 2017-2018, affinché gli studenti potessero avere in classe sin dall'inizio delle lezioni i docenti che li accompagneranno per tutto l'anno scolastico. È stato, quindi, preparato un cronoprogramma dettagliato di tutte le attività, ciascuna oggetto di un attento monitoraggio e ottimizzazione. Ogni attività è stata completata in anticipo rispetto alle analoghe tempistiche del 2016-2017.
  L'iscrizione alle scuole, che determina, come sapete, il numero di studenti e influenza, quindi, ogni altra operazione, è la prima fase ed è avvenuta in modo informatizzato. Per consentirne la conclusione, il 6 febbraio del 2017, con 16 giorni di anticipo rispetto all'anno scorso, sono stati anche potenziati i sistemi informativi.
  L'organico dei docenti, distribuito tra le regioni in base al numero di studenti iscritti e alle caratteristiche della rete scolastica, vista la nuova norma, inserita anche nel decreto-legge sul Mezzogiorno, relativa all'incremento dell'organico per 15.100 posti, ha richiesto un fittissimo lavoro di coordinamento con il MEF. Malgrado ciò, le operazioni di definizione dell'organico si sono concluse il 24 maggio e il 4 agosto è giunto il concerto del MEF, circa due mesi prima rispetto all'anno scorso.
  La mobilità dei docenti è affidata per legge alla contrattazione; solo dopo che la si è compiutamente svolta e si è a conoscenza di quanti e quali posti siano rimasti liberi in ciascuna regione, a disposizione delle assunzioni a tempo indeterminato. Ogni attività relativa alla mobilità è stata curata con la massima attenzione, a partire dalla contrattazione, che si è conclusa il 31 gennaio 2017, con dieci giorni di anticipo rispetto all'anno scorso. Le istanze di mobilità sono state presentate entro il 6 maggio 2017, quasi un mese prima rispetto al 2016. Il sistema informativo che elabora le istanze è stato completamente reingegnerizzato, cosa che ha consentito di pubblicare i risultati della mobilità, partendo dalla scuola primaria il 9 giugno, per terminare con la secondaria di secondo grado il 20 luglio, quasi un mese prima rispetto all'anno precedente e senza alcuna contestazione dei risultati.
  Le nuove assunzioni a tempo indeterminato, cosiddette immissioni in ruolo, si sono concluse entro il 14 agosto, grazie all'impegno, in un periodo tipicamente di ferie estive, del personale degli Uffici scolastici regionali, i quali hanno garantito il completamento di questa operazione e delle altre qui descritte. Anche in questo caso le operazioni si sono concluse un mese prima rispetto all'anno scorso. L'individuazione per competenza è stata introdotta dalla legge n. 107, che disciplina l'assegnazione dei docenti titolari su ambito territoriale e subprovinciale alle singole scuole.
  Nell'anno scolastico 2017-2018 il dialogo instaurato con le organizzazioni sindacali ha condotto alla sottoscrizione del contratto integrativo. Nel 2016-2017, invece, si fu costretti a procedere unilateralmente con atto datoriale. L'individuazione si è completata nella terza settimana di agosto, a fronte dell'inizio di settembre nel 2016-2017. Le assegnazioni provvisorie sono disciplinate da un apposito contratto collettivo nazionale integrativo e tutelano l'interesse del personale che si trova in particolari situazioni personali e familiari (disabili, neo-genitori, titolari di legge n. 104 e via elencando) di ottenere una sede più agevole per la durata di un anno scolastico, nel limite dei posti disponibili. Anche questa si è conclusa il 31 agosto del 2017, Pag. 5eccezion fatta per le province di Enna e Caltanissetta, dove l'esiguità di risorse umane all'interno dell'ufficio ha fatto concludere l'operazione a fine settembre. Parliamo di un totale di circa un centinaio di assegnazioni provvisorie. Le medesime operazioni nel 2016-2017 si dilungarono in numerose regioni sino all'inizio di novembre. Per una maggiore tutela della continuità didattica si sono concordate nuove regole, che hanno limitato il numero di assegnazioni interprovinciali a 12.088, meno della metà rispetto al 2016-2017, fermo restando, ovviamente, le tutele e i diritti di legge. In merito vi sottolineo un dato: in nome del rigore di chi ha diritto a essere tutelato e andava tutelato, abbiamo previsto un contrasto esplicito a tutti gli abusi. Su questo abbiamo anche indirizzato una lettera all'INPS e al Ministero della salute per monitorare i casi di abuso, perché finiscono per incidere su chi ha, invece, il vero diritto. Abbiamo anche recentemente costituito l'Osservatorio.
  La nomina dei supplenti a cura degli Uffici scolastici regionali è terminata ovunque entro il 12 settembre. Le nomine a cura delle Istituzioni scolastiche si sono completate tra il 12 e il 20 settembre, a differenza di quanto avvenuto l'anno scorso, quando le nomine dei supplenti furono completate nel mese di novembre.
  In tutto questo percorso, si sono riscontrati problemi solo in pochi e circoscritti casi, meno di quelli che ci si potrebbe attendere se pensiamo che stiamo parlando di un'operazione – lo ripeto – che coinvolge quasi 8 milioni di alunni e più di un milione tra dirigenti, docenti e personale ATA.
  La difficoltà vera e diffusa sul territorio è stata rappresentata dalla generale carenza di docenti di sostegno in possesso del titolo di specializzazione, causata anche dal fatto che numerosi docenti specializzati preferiscono, appena riescono, spostarsi su posti comuni. Per risolvere anche questa criticità, ad aprile ho firmato il decreto che ha dato il via a un corso di specializzazione per 9.949 posti, sostanzialmente pari a quanti ne sono rimasti da coprire nell'organico di diritto. Peraltro, i posti banditi corrispondono alla capacità di accoglienza massima delle università. La situazione appena descritta sugli insegnanti di sostegno appare chiara se andiamo ad analizzare i dati sulle immissioni in ruolo nell'anno scolastico 2017-2018. A settembre sono state disposte 29.686 immissioni in ruolo su un contingente di 51.773 posti disponibili. Sono rimasti 22.087 posti privi di titolare di ruolo, utilizzati per le assegnazioni provvisorie e per le supplenze.
  Analizzando il dato regionale, la cui tabella riepilogativa è allegata alla relazione che lascerò depositata presso le Commissioni, si nota che la gran parte dei 22.087 posti rimasti disponibili è riferita al sostegno e alla scuola secondaria, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro. Non è stato possibile coprire 11.552 posti della scuola secondaria con nuove assunzioni ed è stato, invece, necessario coprirli con nomine a tempo determinato, poiché nelle regioni del Nord, soprattutto in Lombardia e Piemonte, le graduatorie di alcune materie, in particolare di matematica e italiano, sono rimaste esaurite. Per chiarire, in Lombardia, in Piemonte e in altre regioni del Nord su queste classi di concorso sono stati assunti tutti i vincitori di concorso, ma anche, sulla base del decreto legislativo sul reclutamento, tutti gli idonei. D'altro canto, si tratta di materie ordinamentali, ragion per cui l'amministrazione, in sede di predisposizione dell'organico, deve comunque assegnare i relativi posti che sono necessariamente rimasti privi di titolare per l'anno scolastico 2017-2018 e affidati a personale a tempo determinato.
  Inoltre, come vi dicevo, non è stato possibile coprire con nomina a tempo indeterminato 10.011 posti per il sostegno agli alunni con disabilità, perché vi è carenza di personale specializzato. Anche in questi casi è stato, quindi, necessario ricorrere a personale a tempo determinato, ove possibile specializzato, altrimenti anche non specializzato, in attesa che si concluda il nuovo corso specializzante sulla base dell'apposito decreto che ho firmato ad aprile.
  Proprio il ricorso al personale a tempo determinato ha portato anche quest'anno alcuni a criticare la presenza nelle classi dei docenti a tempo determinato, parlando Pag. 6di supplenti. I dati ci dicono, però, che queste critiche hanno meno ragione di essere di quanta ne potessero avere negli anni passati. La grande quantità di risorse finanziarie assegnate alla scuola dalla legge n. 107 in poi ha, infatti, consentito di porre le condizioni per ridurre strutturalmente il numero di docenti a tempo determinato di cui il sistema ha bisogno.
  In particolare, quest'anno il Ministro Padoan e io abbiamo spostato ben 15.100 posti dall'organico di fatto a quello di diritto. Si tratta di posti che prima potevano, per legge, essere occupati unicamente con contratti a tempo determinato e che oggi possono essere assegnati a docenti di ruolo. Grazie a ciò, per l'anno scolastico appena iniziato è stato necessario ricorrere a contratti a tempo determinato in misura inferiore rispetto al passato. Infatti, sono stati sottoscritti circa 83.000 contratti rispetto ai 102.000 dell'anno scorso, dei quali 22.087 su posti di organico di diritto, 18.762 su posti di organico di fatto, 1.600 per sostituire il personale in distacco e comando e circa 40.000 per le deroghe sul sostegno.
  A partire dall'anno 2018-2019 anche i 22.087 posti che quest'anno sono stati occupati con contratti a tempo determinato per l'esaurimento di ogni graduatoria saranno utilizzati per nuove immissioni in ruolo, grazie alla prossima indizione dei nuovi concorsi, tra cui quello riservato al personale abilitato, previsti dal decreto legislativo n. 59 del 2017 sul reclutamento.
  Tengo particolarmente a soffermarmi ora sulla situazione dell'apertura dell'anno scolastico nelle zone terremotate, sia in Italia centrale, sia a Ischia. Anche per quest'anno scolastico, come per il precedente, le scuole dell'Abruzzo, del Lazio, delle Marche e dell'Umbria hanno beneficiato di misure studiate per attenuare alcune delle conseguenze dei terremoti che hanno colpito quei territori dall'estate del 2016 sino ai primi mesi di quest'anno. Infatti, in sede di conversione del cosiddetto decreto per il Mezzogiorno si è data prosecuzione alle analoghe misure sugli organici già previste per l'anno scolastico 2016-2017. Le difficoltà scaturite dagli eventi sismici hanno così potuto ricevere una risposta adeguata da parte dei competenti Uffici scolastici regionali, che, ove necessario, hanno autorizzato classi in deroga ai parametri di legge e istituito posti aggiuntivi sia di docenti, sia di personale ATA. Da un punto di vista organizzativo posso affermare che l'anno scolastico 2017-2018 è iniziato regolarmente per tutte le scuole colpite dal sisma del centro Italia, pur segnalando che alcune scuole, in misura minore rispetto all'anno scorso, stanno ancora facendo i doppi turni, in attesa dell'installazione dei moduli provvisori o dei lavori di ripristino. In particolare, il MIUR, nominato soggetto attuatore dalla Protezione civile, ha stanziato 10,2 milioni di euro, cui si aggiungono ulteriori 6 milioni, destinati dalla Protezione civile e gestiti dal ministero, per completare il processo di ripristino e di fornitura di moduli provvisori a uso scolastico. Pertanto, finora il MIUR ha contribuito a realizzare 14 strutture modulari a uso scolastico, già realizzate dal MIUR con donazioni, 5 finanziamenti concessi dal MIUR per altrettante scuole, 2 procedure di gara in corso e 9 procedure da avviare per altrettante scuole. Il MIUR è, quindi, intervenuto già su 19 scuole ed è in corso l'iter di finanziamento per ulteriori 11. Anche su questo troverete la tabella riepilogativa allegata alla relazione.
  Siamo poi dovuti intervenire a seguito del terremoto che ha colpito Ischia con particolari conseguenze negative su alcuni comuni dell'isola. Pertanto, per venire incontro alle esigenze del personale scolastico che ha perso l'abilitazione, ho firmato il 13 settembre un'ordinanza per consentirgli di godere di agevolazioni nell'assegnazione della sede di servizio per quest'anno scolastico, esattamente com'era stato fatto per le regioni dell'Italia centrale. Anche ad Ischia l'anno scolastico è iniziato regolarmente in tutte le istituzioni scolastiche, anche se in alcuni casi con doppi turni. Il MIUR ha garantito tutto il supporto necessario per l'inizio della scuola, avviando anche progetti didattici che accompagneranno le studentesse e gli studenti durante tutto l'anno, nonché uno specifico supporto per la fornitura di arredi e di attrezzature laboratoriali necessarie. Pag. 7
  Con ordinanza del Capo dipartimento della Protezione civile n. 480 dell'8 settembre 2017 il MIUR è stato nominato soggetto attuatore per la gestione dell'emergenza e per la fornitura di moduli provvisori a uso scolastico e ha messo a disposizione 6 milioni di euro per il ripristino degli edifici scolastici inagibili.
  In allegato troverete la sintesi relativa ai 47 edifici scolastici ispezionati e il dettaglio delle scuole su cui il MIUR interverrà. In particolare, si tratta di 11 edifici agibili, 16 edifici agibili con prescrizioni, 4 edifici agibili con rischio esterno, 10 edifici temporaneamente inagibili, 4 edifici inagibili e 2 edifici inagibili con rischio esterno. La situazione più critica è quella di Casamicciola, dove, su 5 scuole complessive, 4 sono state dichiarate inagibili e una parzialmente agibile. La task force del ministero, insieme ai comuni e alla regione, è attiva per fornire il massimo supporto possibile.
  L'anno scolastico per tutte le scuole è stato caratterizzato anche da un'altra novità. Nei primi giorni di scuola i dirigenti scolastici, gli operatori scolastici e le famiglie si sono confrontati con l'applicazione del decreto-legge n. 73 del 2017 sull'obbligo vaccinale, provvedimento che, come sappiamo, si fonda sulla tutela della salute pubblica individuale, da ottenersi attraverso l'incremento della percentuale della popolazione vaccinata, sino a giungere a quel 95 per cento che permette di proteggere anche la salute individuale delle bambine e dei bambini che non possono vaccinarsi perché, per esempio, immunodepressi.
  Nel rispetto stringente della normativa e del parere del 1° settembre dell'Autorità garante per il trattamento dei dati personali, il MIUR ha cercato di accompagnare le scuole, adottando anche due circolari esplicative, quella del 16 agosto e quella, congiunta con il Ministero della salute, del 1° settembre, nelle quali si è operato, da un lato, per adottare misure semplificate per le famiglie (per esempio, la generalizzazione dell'autocertificazione e la semplificazione del modello), e, dall'altro, anche per evitare oneri amministrativi insostenibili per le scuole. Inoltre, già in sede di conversione le Camere e il Governo hanno collaborato per introdurre l'articolo 3-bis, che consente, a decorrere dall'anno 2019-2020, di sgravare le scuole da ogni adempimento riguardante la verifica dello stato vaccinale delle alunne e degli alunni. Le scuole dovranno semplicemente trasmettere alle ASL l'elenco degli iscritti e saranno le ASL a fare ogni ulteriore verifica. Alla data di approvazione della legge di conversione non fu possibile prevedere che tale misura entrasse in vigore da subito, poiché molte regioni non hanno un sistema informativo pronto. Tuttavia, da allora a oggi abbiamo lavorato per riuscire ad anticipare l'attuazione di questa norma anche grazie al parere urgente, con valenza generale, che il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso il 1° settembre in merito ai flussi dati dalle scuole alle ASL. Grazie a ciò, le scuole della Toscana, della Lombardia, del Lazio e di altre regioni hanno potuto limitarsi a trasmettere gli elenchi degli iscritti alle ASL stesse.
  Tengo ora a condividere con voi un obiettivo su cui il ministero è già al lavoro. Infatti, partendo dai buoni risultati conseguiti quest'anno sulle operazioni di avvio, è già iniziato il lavoro per l'avvio dell'anno scolastico 2018-2019, con un nuovo cronoprogramma, ancora più ambizioso, ma credo dovuto e giusto.
  Tra un mese, precisamente il 13 novembre, pubblicheremo in anticipo la consueta circolare sulle iscrizioni, che quest'anno recherà anche le novità derivanti dal decreto legislativo di riforma dell'istruzione professionale. In quello stesso periodo comincerà la contrattazione con le organizzazioni sindacali sulla mobilità del personale docente, con l'obiettivo di concluderla prima di Natale e con una novità che ritengo positiva per tutto il sistema. In attuazione della legge n. 107 del 2015 proveremo, d'ora in poi, a far sì che la contrattazione sulla mobilità abbia cadenza triennale per porre regole certe e stabili nel tempo e continuità didattica. Non appena le regioni avranno adottato le delibere per la definizione della rete scolastica, da gennaio si apriranno le iscrizioni a scuola, con la conclusione stabilita per il 6 febbraio. Come sempre, le famiglie avranno a disposizione Pag. 8 un congruo lasso di tempo e potranno avvalersi dell'ormai rodato sistema di iscrizione online, che anche quest'anno sarà aperto, sulla base delle richieste delle singole regioni, per i centri di formazione professionale. I passaggi successivi saranno tutti accelerati, per concludersi sino a un mese prima rispetto ai tempi già ridotti che hanno caratterizzato l'avvio del 2017-2018. La definizione degli organici, la mobilità, le immissioni in ruolo, le assegnazioni e utilizzazioni provvisorie e le supplenze saranno svolte, quindi, prima di quanto non si sia fatto quest'anno. Le scuole potranno così trascorrere buona parte del mese di agosto libere da adempimenti burocratici, i dirigenti scolastici, i docenti e il personale Ata potranno avere certezze anticipate sul loro futuro lavorativo e gli studenti e le famiglie potranno avere certezza, se possibile ancor di più di quest'anno, della presenza di tutti i docenti in classe sin dal primo giorno di scuola.
  Garantire il funzionamento ordinario dell'amministrazione scolastica è compito fondamentale del ministero. Sono soddisfatta di avervi potuto illustrare come quest'anno sia stato possibile dare avvio alle lezioni in modo ordinato in tutto il Paese e di come – spero – possa andare a regime un calendario strutturato e anticipato per i prossimi anni.
  In realtà, però, non posso sottacere che il primo e più grande risultato raggiunto nel 2017 ha riguardato il futuro, non solo la gestione ordinaria. Mi sto riferendo ai decreti legislativi approvati il 13 aprile, che sono stati pubblicati successivamente sulla Gazzetta Ufficiale, che hanno costituito uno dei miei primi impegni appena giunta al ministero. Nell'arco di pochi mesi, lavorando serratamente insieme a voi, in particolare alle Commissioni parlamentari competenti, siamo riusciti a far pubblicare in Gazzetta Ufficiale ben 8 decreti dei 9 previsti dalla legge n. 107, che oggi sono in corso di attuazione. Contengono disposizioni che riguardano tutti gli aspetti dell'istruzione scolastica, delle quali le famiglie, gli studenti e il personale scolastico attendono ora la piena entrata in vigore.
  Anche in questo caso abbiamo preparato un cronoprogramma per la predisposizione dei decreti attuativi, molti dei quali, come vi illustrerò fra un attimo, già adottati o predisposti. Tra i più attesi dal mondo della scuola vi sono quelli riguardanti l'attuazione del decreto legislativo n. 59, in particolare i nuovi concorsi per i docenti della scuola secondaria. L'impianto normativo della legge n. 107 e quello del decreto legislativo n. 59 hanno disegnato un sistema che ha l'obiettivo di debellare il precariato e di fornire tempi e risposte certe a chi voglia cimentarsi nella professione di docente. L'obiettivo è in gran parte raggiunto nella scuola secondaria, ove sono state più numerose le classi di concorso, le cui graduatorie, sovente le GaE e spesso anche quelle del concorso, e la seconda fascia sono ormai esaurite. Matematica è esaurita quasi ovunque, ma anche italiano in tante regioni del Nord, come hanno dimostrato, per l'ennesima volta, anche i dati sulle immissioni in ruolo dell'anno scolastico 2017-2018.
  Ora è importante non fermarsi e proseguire in questa direzione, bandendo regolarmente i concorsi non solo per i docenti, ma anche per le altre figure professionali di cui la scuola ha bisogno. Per questo il ministero bandirà entro pochi giorni il concorso per 2.425 posti di dirigente scolastico, ossia tutti quelli vacanti e quelli che si prevede lo diverranno nell'arco di tre anni. Naturalmente, rimane fermo lo scorrimento integrale della graduatoria del concorso 2011 ancora vigente in Campania. Il concorso presenta diverse novità. Innanzitutto si tratta di un corso-concorso che prevede, oltre alla prova preselettiva, a uno scritto e all'orale, anche due mesi di corso e quattro di tirocinio. Inoltre, sarà un concorso nazionale, gestito centralmente, per quanto organizzato territorialmente. Il regolamento sul nuovo corso-concorso è stato pubblicato il 20 settembre in Gazzetta Ufficiale e ora siamo in attesa dell'autorizzazione a bandire da parte delle amministrazioni competenti.
  Finalmente daremo poi la giusta attenzione anche alla figura apicale del personale amministrativo, i DSGA. Nel 2018 sarà bandito il concorso aperto a tutti gli italiani in possesso di laurea specifica, così come agli assistenti amministrativi che abbiano svolto le funzioni di DSGA per tre anni Pag. 9negli ultimi otto, esperienze che saranno valorizzate nel percorso concorsuale. I posti a bando saranno tutti quelli vacanti e disponibili, ora circa 1.700, nonché quelli che lo diverranno nei prossimi anni.
  Bandiremo anche, in anticipo rispetto al termine, che la legge fissa a febbraio 2018, il concorso riservato ai docenti in possesso di abilitazione all'insegnamento nella scuola secondaria. Questo concorso consentirà a tutti gli abilitati o iscritti nelle GaE e nella seconda fascia, che lo vorranno, di inserirsi in una nuova graduatoria regionale di merito, previo svolgimento di un esame orale non selettivo. Queste nuove graduatorie saranno costruite anche sulla base dei titoli di servizio professionali, che peseranno per il 60 per cento del punteggio complessivo, e saranno utilizzate per le immissioni in ruolo a partire da settembre 2018, fermo restando che il 50 per cento dei posti continuerà a essere riservato alle GaE sino al loro esaurimento e che la legge assicura anche lo scorrimento delle graduatorie del concorso del 2016 per i vincitori e per gli idonei.
  Stiamo anche lavorando al concorso riservato ai docenti con almeno tre anni di servizio e a quello ordinario per la scuola secondaria. Entro novembre avvieremo l’iter dei decreti attuativi, tra i quali rientra anche un regolamento.
  I passaggi sono, quindi, numerosi: informativa alle organizzazioni sindacali, esame del MEF, parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione, deliberazione preliminare del Consiglio dei ministri, parere del Consiglio di Stato, parere delle Commissioni parlamentari, deliberazione definitiva del Consiglio dei ministri, firma del Presidente della Repubblica e registrazione della Corte dei conti. Lavoreremo per completare l’iter il più rapidamente possibile e assicurare che i vincitori dei concorsi possano avviarsi al percorso FIT a partire dall'anno accademico 2018-2019.
  Infine, non mi sono dimenticata della scuola dell'infanzia e primaria, né del personale ATA. Ho proposto per la legge di bilancio apposite misure relative a entrambi che sto concertando con la Presidenza del Consiglio dei ministri e con il MEF.
  L'interesse delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti e delle loro famiglie è, invece, puntato su altri due decreti legislativi: il n. 62, relativo alla valutazione e alla certificazione delle competenze, e il n. 63, che si occupa di diritto allo studio.
  La nuova disciplina sulla valutazione nella scuola primaria e secondaria di primo grado, nonché sull'esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione è appena entrato in vigore. I decreti attuativi sono stati perfezionati il 4 ottobre e la circolare applicativa è stata diramata a tutte le Istituzioni scolastiche. Sono tante le novità, senza stravolgimenti. Le valutazioni periodiche finali sono sempre espressi in decimi, tranne che per il giudizio sintetico sul comportamento, e saranno accompagnate dall'esplicitazione dei livelli di apprendimento raggiunti.
  Con riferimento all'esame conclusivo del primo ciclo, abbiamo scelto di dare maggiore valore al percorso fatto dalle studentesse e dagli studenti nel triennio di studi e di cambiare la struttura dell'esame stesso, che non comprenderà più la prova nazionale INVALSI. Le prove INVALSI in italiano e matematica continueranno a essere proposte. Occorrerà svolgerle per essere ammessi all'esame e saranno utili alle scuole, alle famiglie, alle studentesse e agli studenti per capire il livello di competenza raggiunto, ma non entreranno più nella valutazione, che sarà affidata esclusivamente ai docenti del Consiglio di classe, presieduto dal dirigente scolastico. Anche grazie a ciò l'esame di Stato del primo ciclo avrà una struttura più semplice. Le prove scritte saranno tre, rispettivamente riferite alla lingua italiana, alle competenze logico-matematiche e alle competenze in lingue straniere, seguite da un colloquio.
  Colgo anche l'occasione per ringraziare pubblicamente, in questa sede autorevole, il professor Serianni, che con il suo gruppo di lavoro sull'italiano ci ha già fornito il suo primo illustre contributo nella declinazione e nell'articolazione della prova di italiano nel decreto regolativo dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo.
  Prima dell'estate le studentesse e gli studenti riceveranno, per la prima volta, anche una prova di inglese standardizzata Pag. 10predisposta dall'INVALSI, con la quale sarà certificato il livello di competenza raggiunto rispetto ai livelli previsti dal Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Si tratta di una novità che ritengo abbia un indiscusso valore per le famiglie, le quali potranno avere così un prezioso riscontro in un ambito ormai fondamentale: quello della conoscenza linguistica.
  Nei prossimi mesi prepareremo anche i decreti attuativi che riguardano l'esame di Stato conclusivo della scuola secondaria di secondo grado, cosicché le studentesse e gli studenti che inizieranno il loro quinto anno a settembre 2018 possano sapere prima di allora dettagliatamente come si articolerà il loro esame.
  Il decreto n. 63, relativo al diritto allo studio, fa chiarezza nelle competenze dello Stato, delle regioni e degli enti locali e soprattutto stanzia nuove risorse: 30 milioni di euro già quest'anno e 33,4 dal prossimo per le borse di studio, 10 milioni per i sussidi didattici per gli alunni con disabilità, 2,5 milioni per l'istruzione ospedaliera e domiciliare. Le risorse per i sussidi e per l'istruzione ospedaliera e domiciliare sono state già assegnate ed entro il mese di novembre provvederemo ad assegnare anche le borse di studio.
  Inoltre, grazie al decreto, stiamo potenziando la Carta dello studente, assegnandola anche agli studenti universitari del comparto AFAM e dei Centri regionali per la formazione professionale, che godranno così dello stesso accesso agevolato a beni e servizi di natura culturale, ai servizi di trasporto e all'acquisto di materiale scolastico già disponibile per gli studenti delle scuole.
  Ritengo molto importante anche il decreto legislativo n. 65, che istituisce il Sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai 6 anni di età su tutto il territorio nazionale e stanzia ingenti risorse (209 milioni quest'anno) per avviare il percorso di raggiungimento degli obiettivi strategici previsti dall'Europa in termini di copertura del servizio. A tal fine è stato già sottoposto alla Conferenza unificata il Piano di azione nazionale pluriennale che detta le regole generali per l'impiego di queste risorse, che saranno utili per la realizzazione di nuove costruzioni e per coprire quota parte dei costi di gestione dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia e per la formazione continua del personale. Il decreto legislativo ha anche stanziato 150 milioni di euro per costruire poli per l'infanzia innovativi. Le risorse sono state già ripartite tra le regioni, che stanno acquisendo le candidature per individuare le aree interessate dall'intervento. Tra breve sarà, quindi, possibile bandire il concorso di idee per individuare i progetti da realizzare.
  Ci sono importanti novità anche per il sostegno agli alunni con disabilità. L'eccellenza del sistema italiano nell'integrazione degli alunni con disabilità ha trovato una nuova conferma con il decreto legislativo n. 66. Come è noto a tutti voi, il decreto incrementa ulteriormente la cura e l'attenzione nella redazione del Piano educativo individualizzato e in quella del Piano per l'inclusione scolastica, assicurando la partecipazione delle famiglie e degli altri attori rilevanti, come gli enti locali. Cambia anche il modello di certificazione con la partecipazione delle famiglie e delle associazioni di settore. Novità tanto rilevanti in un settore di grande delicatezza come quello della disabilità richiedono tempo per essere implementate ed è per questo che il decreto prevede che entrino in vigore dal 2019. Nel frattempo, stiamo lavorando per definirle nei minimi dettagli insieme all'Osservatorio permanente per l'inclusione scolastica che ho da poco costituito quale luogo eletto di collaborazione con le associazioni di settore di rilevanza nazionale. Alcune importanti misure entreranno, però, in vigore già prima del 2019.
  Abbiamo già sottoposto al parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione il regolamento per disciplinare la continuità didattica in favore degli alunni con disabilità anche nel caso in cui i docenti siano a tempo determinato. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione ha formulato un primo parere interlocutorio, chiedendo ulteriori approfondimenti. Lavoreremo assieme per portare rapidamente a conclusione il decreto. Inoltre, dal 2018-2019, nell'assegnare alle scuole e agli alunni l'organico del personale in servizio come Pag. 11collaboratore scolastico, si terrà conto del numero di studenti con disabilità e del loro genere, grazie alle modifiche che stiamo apportando al regolamento sull'organico ATA e al DPR n. 119 del 2009.
  Infine, vorrei assicurare che il lavoro del ministero non si esaurisce in ciò che ho potuto illustrarvi così brevemente, ma sta riguardando tutti i decreti legislativi, per esempio, su scuole italiane all'estero – grazie anche alla collaborazione del Ministero degli affari esteri, l'attuazione è quasi completata – e i relativi decreti attuativi, così da portare a compimento la revisione del sistema di istruzione iniziata nel 2015. Al riguardo, ritengo possa essere utile e costruttivo darci sin d'ora un appuntamento per un'altra audizione prima della fine del 2017, o comunque prima della fine della legislatura, ma preferirei entro il 2017, per fare il punto sull'attuazione concreta delle deleghe, che, a quel punto, sarà in fase di definitivo completamento.
  Come vi anticipavo e come dimostra una parte delle disposizioni attuative dei decreti legislativi già entrati in vigore per l'anno scolastico in corso, l'anno scolastico 2017-2018 si caratterizza per grandi novità e per il consolidamento di innovazioni già sfidanti. Una di queste è l'alternanza scuola-lavoro, che, come è noto, ha avuto un significativo sviluppo grazie anche alla legge n. 107 del 2015, che l'ha progressivamente resa obbligatoria e innovata.
  Tale sviluppo è testimoniato dal progressivo incremento del numero di studentesse e studenti coinvolti. Nell'anno scolastico 2016-2017, per il quale l'obbligatorietà è stata estesa agli studenti delle classi terze e quarte, la stima del numero degli studenti che ha partecipato a esperienze di alternanza è di circa un milione. Per l'anno scolastico in corso, in cui l'alternanza entra a regime completo, si prevede il coinvolgimento di circa un milione e mezzo di studenti, più o meno equamente ripartiti tra le classi terze, quarte e quinte dell'ultimo triennio di tutti i percorsi di studio. Con riferimento alle risorse finanziarie destinate all'alternanza, occorre ricordare che, oltre allo stanziamento previsto dalla legge n. 107 per l'attività di alternanza, è prevista l'assegnazione di 140 milioni di euro del Fondo sociale europeo per la scuola 2014-2020 per l'anno scolastico 2017-2018. Il MIUR ha messo in campo una serie di importanti misure di accompagnamento. Sarà aperta a tutte le scuole la piattaforma di gestione dell'alternanza scuola-lavoro, strumento messo a disposizione di scuole, strutture ospitanti, studenti e famiglie per facilitare la progettazione, la gestione e il controllo dell'alternanza. È prossima la pubblicazione della Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro prevista dal comma 37 della legge n. 107, dopo l'acquisizione dei prescritti concerti e pareri. Il testo è attualmente in fase di esame da parte del competente Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri ai fini della definitiva autorizzazione, prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. È stato firmato in queste ore il protocollo con l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro per mettere a disposizione delle scuole i tutor ANPAL, esperti di mercato del lavoro, che possono supportare referenti, tutor e dirigenti scolastici nell'implementazione dell'alternanza.
  Ancora più che in passato, quest'anno scolastico appena partito dovrà essere improntato anche a garantire una scuola più inclusiva, una scuola capace di attuare fino in fondo l'articolo 3 della Costituzione italiana, il quale sancisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali e personali. Ritengo che sia questa la scuola di cui abbiamo bisogno, perché garantire pari condizioni a tutte le ragazze e i ragazzi significa dare al Paese una possibilità in più di sviluppo e di benessere diffuso.
  Come ho già annunciato agli studenti e alle studentesse in occasione della mia nota di buon inizio di anno scolastico, quest'anno il MIUR e le scuole lavoreranno su alcuni valori educativi che ritengo strategici per la formazione dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze come cittadine e cittadini attivi, consapevoli e responsabili. Lanceremo un Piano e una campagna per l'educazione Pag. 12 al rispetto, presenteremo le linee-guida contro la violenza di genere e le discriminazioni previste dal comma 16 della legge n. 107, proseguiremo con forza nel contrasto di bullismo e cyberbullismo, con il debutto anche nelle scuole delle nuove disposizioni della legge di recente approvata in Parlamento.
  Attraverso l'educazione civica digitale puntiamo a mettere a disposizione gli strumenti per una corretta lettura delle informazioni che arrivano attraverso la rete, per evitare vittime di «bufale» o di cosiddette fake news e per contrastare il linguaggio dell'odio. Continueremo l'implementazione del Piano di educazione alla sostenibilità lanciato a fine luglio per realizzare concretamente gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'ONU.
  Con le scuole e la Corte costituzionale celebreremo i settant'anni dall'entrata in vigore della nostra Costituzione, in occasione dei quali faremo in modo che ogni studentessa e ogni studente riceva questo testo fondamentale, che contiene tutti i valori e i tratti distintivi della nostra identità.

  PRESIDENTE. Grazie, ministra, per questo l'esauriente e dettagliato di questo avvio di anno scolastico. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANTONIO PALMIERI. Grazie, gentile signora ministro. Comincio con un dato biografico e poi passerò a tre domande circoscritte. Il dato biografico è che io ho molto patito negli anni passati – sono in questa Commissione ormai dal lontano 2001 – quando il partito di cui lei fa parte adesso, nelle sue varie evoluzioni, usava la scuola come il terreno principale di un confronto politico teso unicamente a colpire il Governo allora legittimamente in carica. Avendo sofferto tanto in quegli anni, quindi, non la ripago della stessa moneta.
  È, altresì, vero che in tutte le circostanze di questo tipo ogni ministro che l'ha preceduta è venuto raccontando tutte le cose che andavano bene, a proprio giudizio, e i cantieri aperti per lavorare. Aggiungo, per essere coerente con questa premessa – poi vengo ai tre punti – che non si può che essere contenti laddove le cose vadano meglio nella scuola, perché quello della scuola è realmente un campo di bene comune e, come dicevo all'inizio di questo mio intervento, deve essere, nei limiti del possibile, sottratto allo scontro politico.
  L'onorevole Centemero, che, come lei sa bene, è la nostra responsabile scuola, che questa sera è impegnata a Bruxelles, ha presentato e presenterà una serie di interrogazioni circoscritte su tutti i punti che riguardano l'attuazione della riforma della scuola. Quindi, risparmio tempo e mi concentro su tre domande specifiche.
  La prima riguarda una questione che a noi sta molto a cuore, l'alternanza scuola-lavoro, che, come ricorderà, fu iniziata dal Ministro Moratti nel 2003 e che adesso vede le implementazioni che lei ha opportunamente ricordato. Tuttavia, per le cose che lei indica usa il futuro «verrà, verrà, verrà», ma il futuro è un'ipotesi, come dice una canzone di Enrico Ruggeri. L'ideale sarebbe sapere esattamente quando avverrà questo nel corso di questo anno scolastico. Mi riferisco all'apertura del portale e alle altre due misure che lei ha indicato correttamente nella sua relazione.
  La seconda questione riguarda un tema che lei non ha citato e che è stato oggetto di quattro mie interrogazioni, che continueranno fino alla fine legislatura. Si tratta dell'esclusione delle scuole paritarie dal Piano nazionale per la scuola digitale. Questa è un'esclusione grave, soprattutto vivendo noi nell'era digitale. Non ripeto i termini delle mie interrogazioni e mi fermo qui, perché questa è comunque una lacuna che deve essere colmata.
  Il terzo e ultimo punto riguarda la parte finale del suo intervento, in cui lei parla, coerentemente con l'attuazione della riforma della scuola della legge n. 107 del 2015, della prossima emanazione delle linee-guida del comma 16. Anche qui non è indicata la data. Come lei sa, la nostra Commissione, qui alla Camera, si sta esercitando da parecchio tempo, con tante proposte di legge, su questa materia. Personalmente, come Forza Italia, riteniamo che la questione sia aspettare le sue linee-guida, Pag. 13perché di fatto quella è l'attuazione della norma. Altro non servirebbe.
  Tuttavia, comprendendo la passione che anima tante colleghe e tanti colleghi su questo punto, sapere con certezza quando saranno emanate e pubblicate le linee-guida consentirebbe, dal mio punto di vista, di non perdere tempo in Commissione e soprattutto di avere una disposizione già operativa rispetto al cammino di una norma che, come sappiamo tutti con realismo – e qui chiudo – evidentemente non potrà vedere la luce in questa legislatura.

  FRANCO CONTE. Ringrazio la signora ministra per l'illustrazione che ha svolto. Evidentemente sono stati messi in luce gli aspetti positivi di questo avvio di anno scolastico, che indubbiamente è stato più regolare rispetto a quello precedente. Non posso, però, che far presente la situazione della mia regione, che mi porta a evidenziare quanto segue: in Veneto mancano 216 dirigenti scolastici; mancano 172 DSGA; ci sono 3.700 supplenti non specializzati di sostegno, presi da graduatorie d'istituto, con professionalità che sicuramente non sono quelle dell'abilitazione all'insegnamento, quindi diverse da quelle che sono chiamate a coprire; ci sono 2.400 cattedre coperte da supplenti e alcune nomine sono tuttora in corso. Oggi siamo al 10 ottobre e alcune nomine sono ancora in corso. Quindi, non sono esaurite. Il meccanismo che consente al docente di prendersi qualche giorno per rispondere e dover ricorrere a graduatorie successive effettivamente è un sistema macchinoso, che comporta questi ritardi.
  Le mie domande sono molto semplici. La situazione attuale è estremamente pesante per quanto riguarda la regione Veneto. Che cosa si pensa di fare per evitare che ciò che si è verificato l'anno scorso in maniera più grave e quest'anno in maniera più leggera si ripeta anche nei prossimi anni?
  Sottolineo, per quanto riguarda, per esempio, gli insegnanti di sostegno, che da parte delle università venete sono previsti 300 posti annualmente, mentre i posti che si rendono liberi anno per anno sono tra i 600 e i 700. C'è, quindi, un netto sottodimensionamento rispetto alla necessità. Pertanto, credo sarà necessario che, nel momento in cui verrà bandito anche il nuovo concorso, si tenga in considerazione l'effettiva necessità, regione per regione, per evitare che succeda quello che si è verificato anche quest'anno, ossia che i dirigenti scolastici della graduatoria della regione Campania rifiutino il trasferimento. Sono a disposizione di quella graduatoria, ma in Veneto i posti rimangono vacanti, con dirigenti che hanno tre diversi istituti, magari dislocati, viste le dimensioni dei comuni, anche in 10-12 comuni diversi, avendo come interlocutori anche parecchie amministrazioni. Potete immaginare quale sia il disagio e quale sia la situazione in cui si trovano a lavorare.
  Le mie domande sono, quindi, essenzialmente due. La prima è se ci sia la volontà di dimensionare i posti per le università in base alle effettive necessità. La seconda è come verranno dimensionati i posti per quanto riguarda i concorsi, ossia se si voglia tenere in considerazione la diversità di situazione da regione a regione.

  MARISA NICCHI. La relazione della ministra è molto estesa e dettagliata – avremo modo di analizzarla – ed è anche un documento a disposizione di tutti i soggetti che sono molto coinvolti e interessati. Naturalmente, rivela un lavoro intenso. Diamo atto che siamo di fronte a un metodo anche nuovo del ministero. Malgrado questo, il nostro Gruppo parte dal presupposto che sia necessario un superamento della legge n. 107. Questo è l'impianto, il punto di vista con cui guardiamo e analizziamo anche il lavoro del ministero, perché questa legge, per noi, deve essere superata.
  Intanto, guardando alla relazione – cerco di essere un po’ più mirata – ci sono alcuni punti che non troviamo, ma avremo modo anche qui di riflettere. In primo luogo, non c'è alcun riferimento al tema della valorizzazione della professionalità degli insegnanti, a partire dal tema dei contratti. È un tema molto importante, su cui vorremmo capire quale sia l'intendimento del Governo.
  In secondo luogo, si è parlato di diritto allo studio. Noi crediamo che sia una priorità. Ci dovrebbe essere, quindi, in sede di bilancio una forte volontà di investimento su Pag. 14questo tema. Questa noi la consideriamo, come lei l'ha definita, una questione sfidante.
  Inoltre, vorremmo dire con chiarezza che ci sono delle novità che noi non vogliamo vengano introdotte. Se ne parla e utilizziamo questa sede per ribadirle. In primo luogo, non si può parlare di riduzione della durata della scuola media superiore a quattro anni. In un Paese che ha bisogno di più scuola perché ha i più bassi tassi di spesa scolastica e il più alto numero di ragazzi che non lavorano, non studiano e non sono inseriti in alcun percorso formativo, parlare di riduzione della scuola media superiore è un errore tragico. Lo diciamo subito.
  In secondo luogo, non si può più parlare di sbarramenti tra scuola superiore e università. La questione del numero chiuso va affrontata come questione di assoluta eccezionalità. Non può essere la regola. Non vogliamo che in questo impianto, che già critichiamo fortemente, della legge n. 107 si possano introdurre questi temi, di cui si parla, che peggiorerebbero ulteriormente.
  Ci sono poi delle storture, che sottolineo. Se ne potrebbero citare tante. Mi focalizzo su alcune che si devono e si possono anche affrontare per limitare i danni.
  Per esempio, le chiediamo se non sarebbe il caso di utilizzare tutta la massa dei neo-immessi prioritariamente per abbassare il numero dei ragazzi che compongono le classi, superando tutta una situazione, che gli insegnanti segnalano come critica, di svalorizzazione e di attesa legata a tutta la questione dell'integrazione dei curricula. Proponiamo, quindi, l'utilizzo dei nuovi immessi come prioritario per abbassare il numero degli alunni nelle classi.
  La seconda questione riguarda l'alternanza scuola-lavoro. Io credo che questa questione meriterebbe una riflessione molto più approfondita. Sicuramente deve essere chiaro che cosa non deve essere: non deve essere, come è successo in numerosi casi, un utilizzo lavorativo dei ragazzi in assoluta distanza da qualsiasi connotato formativo culturale, per di più lavoro non pagato. Quello non deve essere. La nostra idea sarebbe quella di sospendere questa normativa e di legarla a un monitoraggio delle esperienze che ci sono per escludere quelle negative, valorizzare quelle positive ed eventualmente generalizzarle a tutti, non lasciandole relegate ad alcuni territori e non ad altri e connotandole di un forte contenuto formativo, cosa che non è scontata. Prima di generalizzarle e di portarle avanti in un modo così acritico, chiediamo un monitoraggio per capire come procedere. Chiediamo, quindi, di sospendere questa parte, legandola a una fase di valutazione.
  L'altra grande struttura che si dovrebbe immediatamente cancellare, anche con modifiche legislative, anche se, purtroppo, siamo a fine legislatura, sta nel superare tutte quelle norme che fanno dipendere dal dirigente scolastico la determinazione del rapporto di lavoro degli insegnanti, che continua a essere una delle storture più gravi della legge.
  Con questo ho chiuso.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nicchi. Ho quattro richieste di intervento del Movimento 5 Stelle. Prego i colleghi di organizzarsi con i tempi contingentati che sapete.

  MICHELA MONTEVECCHI. Grazie, presidente. Ringrazio la ministra. Andrò molto velocemente, quasi per titoli, così lascerò spazio anche ai colleghi.
  Credevo che il discorso sull'alternanza scuola-lavoro sarebbe stato affrontato in modo diverso in questa relazione, perché, onestamente, qui si parla di numeri, ma non si fa alcun cenno alla qualità di questa esperienza per i nostri studenti. Tra l'altro, sono notizie anche recenti. A meno che adesso, presa dalla stanchezza, io non abbia seguito approfonditamente la relazione, mi pare che si parli solo di numeri. Si è detto che il percorso è aumentato e che prevediamo di arrivare a 1,5 milioni di studenti coinvolti, ma non c'è nulla sulla qualità. C'è da dire che abbiamo ricevuto, nel corso di questo primo anno, molte notizie in merito alla qualità di questi percorsi. Avrei preferito che la ministra questa sera si fosse presentata e ci avesse raccontato come intende verificare e monitorare la qualità di queste esperienze per fare in Pag. 15modo che – non tanto gli studenti che ormai, purtroppo, hanno vissuto delle esperienze non troppo positive – almeno quelli a venire abbiano delle esperienze un po’ più positive, perché non è sempre stato così, purtroppo.
  Credo che non sia il numero che fa la bontà di un'iniziativa, ma che sia anche la qualità di questa iniziativa. Sappiamo che, a volte, queste esperienze possono essere non solo negative, ma avere anche delle ricadute sul percorso dello studente. Pertanto, volevo capire in che modo il ministero si stia attrezzando per migliorare il monitoraggio e per fare in modo che gli studenti abbiano delle esperienze il più possibile coerenti con il percorso di studi.
  Sull'edilizia scolastica noi eravamo rimasti alle slide dell'ex Presidente del Consiglio: le scuole belle, le scuole sicure, le scuole nuove. Però, recentemente, forse proprio ieri o l'altro ieri, abbiamo saputo di un nuovo crollo, proprio qui a Roma. Volevamo capire come siamo messi con la messa in sicurezza in generale, non solo nelle aree del sisma, perché anche qui mi pare che si parli di soldi. Vorrei capire che fine abbiano fatto gli altri fondi e anche la manutenzione ordinaria, perché non c'è solo la messa in sicurezza. Talvolta anche una buona manutenzione ordinaria fa sì che determinati incidenti possano essere evitati. Dal momento che richiediamo degli obblighi per poter accedere alla scuola dell'obbligo, dobbiamo consegnare agli studenti edifici sicuri.
  Concludo con la discrepanza nel numero dei posti di accesso ai percorsi di abilitazione per l'insegnamento e il fabbisogno, ovvero i numeri disponibili. Prima il senatore Conte accennava alla questione del sostegno in Veneto. Mi pare che questo problema ci sia anche sui posti comuni.

  MARIA MARZANA. Grazie, ministra, per la sua illustrazione, che però non fa cenno ad alcuni problemi che sono spuntati a seguito delle riforme attuate dal precedente Governo con il quale questo si pone in continuità. Mi riferisco, in particolare, alla sparizione delle cattedre messe a concorso. Nonostante i vincitori dell'ultimo concorso siano, per la maggior parte delle classi di concorso, in numero inferiore rispetto ai posti messi a bando, si è verificato il paradosso che le assunzioni in ruolo sono molto esigue e che tre anni non basteranno per completare tutte le assunzioni. Per fare un esempio, per la scuola primaria sono 1.096 i posti messi a bando, 700 i vincitori, 180 i posti che sono stati occupati dalle assunzioni in ruolo, ma da dividere con i docenti delle graduatorie a esaurimento. È un piccolo esempio, ma questo è ciò che si è verificato per la gran parte delle classi di concorso.
  Un altro problema è quello degli idonei oltre il 10 per cento. Si tratta di un altro caso, in pratica, di sparizione perché questi idonei, ovvero i docenti che hanno superato tutte le prove di concorso, sono paragonati esattamente ai bocciati, essendo al di fuori delle graduatorie di merito. Tutti sappiamo qual è la differenza tra vincitori e idonei, però la correttezza, il diritto e anche le sentenze costituzionali dicono che tutti gli idonei devono essere inseriti nella graduatoria di merito, in maniera da essere eventualmente assunti in ruolo, qualora ci siano dei posti disponibili, oltre quelli banditi con il concorso. Parliamo, quindi, anche di efficienza della pubblica amministrazione, in questo caso.
  C'è poi il problema della coincidenza dei posti. Si tratta di problemi vecchi che questo Governo non ha risolto. La mancata coincidenza tra i posti in organico di diritto e in organico di fatto è molto più grave nel caso dell'organico di sostegno. C'è una situazione particolare in questo caso perché ci sono pure i posti in deroga. Parliamo di un terzo dei posti di sostegno in deroga – circa 50.000 posti – che non rientrano né nell'organico di fatto né nell'organico di diritto; ciò comporta, oltre al fatto di non avere docenti specializzati per i posti di sostegno, anche il fatto che i docenti del sud con titolo di sostegno vengono trasferiti al nord perché, prima, si effettuano le assunzioni, le mobilità e le assegnazioni provvisorie e, solo alla fine, si passa a occupare i posti di sostegno: quindi si verifica il paradosso per cui gli insegnanti specializzati del sud si trasferiscono al nord per esercitare la loro funzione. I bambini i Pag. 16ragazzi del sud rimangono senza docenti di sostegno perché questo fenomeno è molto più acuto al sud. Basta pensare che in Sicilia ci sono 5.000 posti di sostegno in deroga.
  Si è parlato dei disagi del nord per quanto riguarda la mancanza di docenti, ma voglio sottolineare anche i disagi del sud. In particolare, mi riferisco alla disparità nell'offerta formativa, tra le regioni del sud e quelle del nord. Non lo dico per fare campanilismo, ma perché, semplicemente, è un dato di fatto. Per esempio, il tempo pieno al sud non raggiunge il 10 per cento di erogazione di questo servizio, con tutte le opportunità positive che derivano per gli studenti nonché per i docenti, mentre al nord sfioriamo anche il 90 per cento delle scuole che assicurano questo presidio formativo. Una proposta per risolvere questa disparità è la definizione dei servizi di istruzione, la garanzia di una distribuzione su tutto il territorio nazionale in maniera omogenea. È da tanto che lo chiediamo, ma questo non è stato mai fatto.
  Sull'internalizzazione dei servizi di pulizia e sullo sblocco dei 12.000 posti accantonati, dovremmo tutelare coloro che in tutti questi anni hanno ricoperto questi posti prestando il proprio lavoro, alle dipendenze delle cooperative. Grazie.

  PRESIDENTE. Onorevole Marzana, fra la senatrice Montevecchi e lei si è quasi esaurito il tempo a disposizione del gruppo.

  ENZA ROSETTA BLUNDO. Sarò brevissima per lasciare spazio anche al collega Vacca.
  Vorrei porre delle semplici domande. Si è parlato di concorsi, che dovrebbero essere messi a regime e delle procedure concorsuali; fatto che, tra l'altro, prende spunto da proposte a prima firma Chimienti, quindi apprezziamo anche la disponibilità ad accogliere le buone idee. Si è parlato di concorsi, però resta una condizione discriminatoria nella valutazione dei titoli acquisiti all'estero. Non c'è una vera corrispondenza con la validità reale e concreta di questi titoli, mentre per i titoli delle lauree del vecchio ordinamento, a tutt'oggi, non c'è una chiarezza su come si debbano presentare i crediti formativi previsti nella circolare del 10 agosto.
  Un'altra domanda che pongo molto velocemente riguarda i controlli. Controlli previsti – questo ci fa molto piacere – per l'alternanza scuola-lavoro restano, a fronte della natura obbligatoria dell'istituto, quando, a nostro avviso, questa obbligatorietà, soprattutto in alcune scuole che hanno difficoltà ad applicarla, non sarebbe giusta. Non mi è sembrato che sia stato illustrato nulla di inerente ai controlli e su come i dirigenti scolastici mettano in atto le loro possibilità di poter agire in maniera più libera, anche per appalti e quant'altro, relativamente al discorso sulla ricostruzione delle scuole o su altri aspetti che non approfondisco per mancanza di tempo.
  Vorrei porre un'ultimissima domanda: mi fa piacere che esista l'iniziativa per l'attivazione dell'Osservatorio permanente per l'inclusione scolastica, ma chiedo a che punto sia l'Osservatorio sulla dispersione scolastica e come si intenda utilizzare tutto il materiale delle audizioni che si sono tenute alla Camera in merito? Grazie.

  PRESIDENTE. Onorevole Vacca, le chiedo di limitare l'intervento a un minuto.

  GIANLUCA VACCA. Sarò brevissimo e farò soltanto delle domande molto secche e nette. Mi associo anch'io alla richiesta di chiarimenti in merito all'intenzione del Governo per quanto riguarda la valorizzazione delle professionalità e, in particolare, dei docenti.
  Abbiamo letto notizie, che sarebbero mortificanti a nostro avviso, per quanto riguarda lo sblocco del contratto, che è fermo da nove anni. Si parla di 85 euro lordi in media, quindi di una quarantina di euro, che, oltretutto, per gran parte verrebbero annullati dagli 80 euro del bonus di Renzi; quindi, di fatto, ci sarebbe un finto rinnovo del contratto. Vorrei chiedere alla Ministra se poteva darci qualche informazione in più e se è vera la notizia che sta circolando in queste ore sui media.
  Sui dirigenti scolastici, Ministra, ci consentirà, di prendere con molta cautela la Pag. 17sua affermazione sull'imminenza del bando: sta dicendo da luglio che il bando è imminente, ma ancora non lo vediamo. Ha parlato di alcuni giorni. Si tratta di pochi giorni? Insomma, le chiedo qualche notizia più certa sul bando per il concorso di dirigenti, considerando l'alto numero di reggenze che, anche quest'anno, ci sono.
  Le chiedo anche se vi siano novità per quanto riguarda l'adeguamento stipendiale degli stessi dirigenti. Si tratta di una rivendicazione che, giustamente, i dirigenti fanno e per la quale si aspettano qualche risposta in legge di bilancio. Si è parlato poco di amministrativi e di personale ATA. Vorrei sapere se è prevista qualche novità per il personale ATA, sempre in legge di bilancio, considerando anche l'alto numero di posti vacanti e assenti.
  Sui dirigenti, le chiedo se è previsto qualcosa per quanto riguarda la responsabilità in tema di sicurezza degli edifici scolastici. Sono in discussione alla Camera proposte di legge che affrontano questa problematica e si parlava di un intervento, considerando la maggior velocità, in legge di bilancio. Le chiedo se il Governo prevede di intervenire.
  Per quanto riguarda la sicurezza, c'è un tema di cui abbiamo già discusso anche per l'ultimo decreto sul sisma, ossia l'indice di vulnerabilità sismica. Si stanno svolgendo le indagini e stanno uscendo i risultati, però registriamo che, in alcuni territori, i sindaci, in assenza di una normativa nazionale chiara, chiudano scuole con indice di 0,1 e che molti sindaci, invece, le lascino aperte e non prendano provvedimenti perché manca un indice di riferimento e criteri che valgono per tutti quanti, sia per i dirigenti che per i proprietari degli immobili.
  Le chiedo se è intenzione del Governo intervenire per dare indicazioni chiare, come abbiamo chiesto già per il decreto sul sisma e continuiamo a chiedere perché lo riteniamo un punto fondamentale.

  PRESIDENTE. Abbiamo naturalmente sforato i tempi.

  ELENA FERRARA. Grazie, ministra, della relazione. È evidente che siamo in una fase di superamento di momenti di impatto per le azioni di stabilizzazione del personale in un piano d'assunzione veramente esorbitante, a fronte di una situazione che presentava quantomeno aspetti di drammaticità e difficoltà, ma anche di regia.
  Quello che conforta all'interno di questa relazione non è solo la presenza di dati e tempistiche più positivi, senza negare quelle che possono essere state le criticità, ma anche constatare che c'è un importante elemento programmatorio, che voglio sottolineare, sia nel senso dell'aspetto più amministrativo che riguarda la gestione del personale sia negli aspetti innovativi più sfidanti, come si diceva.
  Si parlava dei 70 anni della Costituzione e poiché le nostre Commissioni (la 7a del Senato e la VII della Camera) sono interessate all'aspetto culturale, vorrei rilevare che, l'anno prossimo, ci sarà l'Anno europeo del patrimonio culturale 2018 e che, nelle nostre Commissioni, ci sono state approfondite riflessioni. Penso che sia stato caratterizzante per questa legislatura l'aver voluto intersecare il tema della formazione con i temi sulla produzione dell'industria creativa. Ne è una testimonianza anche la produzione legislativa che ne è scaturita: dal codice per lo spettacolo, che spero verrà approvato presto, alla legge sul cinema, ma anche le industrie creative. In questo caso, ci riferiamo all'articolo 9 della Costituzione.
  In merito, non è stato citato un aspetto, non perché questo sia meno importante. Il decreto legislativo n. 60, su cui magari faremo il punto prima di Natale, offre, con il piano delle arti, un'opportunità più che calzante rispetto all'Anno europeo del patrimonio culturale 2018, imponendo una visione dell'Italia con i suoi beni culturali e il suo patrimonio anche paesaggistico e con i problemi per la sostenibilità, ma anche di nuova cittadinanza e di diritto all'accesso al patrimonio, che credo rappresentino il sale anche di molte cose che abbiamo scritto nella legge n. 107 e che saranno scritte anche nei decreti attuativi.
  Rispetto all'articolo 3, da lei citato, ministra, ritengo sia davvero fondamentale Pag. 18sviluppare un piano d'azione che contempli tutto; naturalmente mi sento particolarmente vicina al percorso che riguarda gli aspetti antidiscriminatori e le linee guida per l'utilizzo consapevole della rete, contro l'uso distorto, il cyberbullismo eccetera. Queste sono due facce della stessa medaglia, quindi la vedo come prospettiva futura, che non si esaurirà in un anno scolastico e potrà essere un ulteriore incentivo nei piani triennali delle offerte formative e nella parte della formazione per i docenti. Lo dico perché, se si parla di qualità, lo si deve fare anche a fronte delle azioni che si stanno davvero già compiendo la cui visione è perfettamente contenuta nella legge n. 107 e sottolineata nella sua relazione. Grazie.

  ALESSIA PETRAGLIA. Grazie. Buonasera a tutti e tutte. Ministra, dalla sua relazione abbiamo appreso che, fortunatamente, è stato fatto un cambio di ministro perché tutti gli errori sono stati fatti da quello precedente. Non troviamo nemmeno un'autocritica di quello che è successo in quest'anno e, a leggere la relazione, sembrerebbe andare tutto bene.
  Come in tanti interventi dei colleghi è stato detto, vorremmo sottolineare anche noi alcuni punti. Il 4 luglio ci ha annunciato che gli studenti avrebbero avuto in cattedra tutti gli insegnanti dall'inizio dell'anno. Non so chi abbia scritto per lei la relazione, ma forse non si è accorto che ancora oggi mancano gli insegnanti nelle scuole e che per molte di esse non ci sono ancora gli orari definitivi completi; inoltre, laddove l'orario è completo, gli insegnanti stanno cambiando ogni giorno.
  Ha detto che le GaE sono esaurite e che questo rappresenta una delle difficoltà. Ci chiediamo perché non si proceda all'assunzione dei precari, a partire da quelli della seconda fascia.
  Sulla questione degli insegnanti di sostegno, devo dire che non ci sono molte giustificazioni. Se quello che ci raccontiamo tutte le volte sull'importanza del garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti è vero, sugli insegnanti di sostegno non si può transigere. Il fatto che ancora oggi ne manchi un numero ingente è molto grave, perché, di fatto, non stiamo garantendo il diritto allo studio. Oltretutto, oggi ci troviamo a impiegare come insegnanti di sostegno anche supplenti senza specializzazione. In molte scuole, ci sono addirittura i diplomati degli insegnamenti tecnico-pratici senza abilitazione. In molte classi, non è rispettato il limite dei venti alunni e ci sono addirittura classi di 31 alunni in presenza di alunni disabili, quindi non si tratta di numeri piccoli. Insomma, sullo scandalo – questo è scritto anche nella sua relazione – dei 40.000 posti di sostegno in deroga, ci chiediamo perché non si provveda velocemente a trasformare quelli in organico di diritto e ci chiediamo quando si smetterà di attivare meno ore di sostegno all'inizio dell'anno, per poi aumentarle necessariamente su ricorso dei genitori.
  Sottolineo un altro aspetto: oltre agli insegnanti di sostegno, mancano anche gli educatori nella scuola perché, grazie ai tagli effettuati in questi anni sugli enti locali, ovviamente questi non sono in grado di garantire gli educatori.
  Mi scuso per la velocità, ma il tempo è tiranno. Vado a un tema caldo, di cui abbiamo sentito in questi giorni e che riguarda i dipendenti ATA. Il fatto di non aver previsto l'assunzione di personale ATA nella legge n. 107 ha fatto esplodere un serio problema perché, mancando il personale per garantire anche solo l'apertura delle scuole nel normale orario scolastico, figuriamoci se è possibile garantire l'apertura pomeridiana prevista dalla legge n. 107.
  C'è poi la mancanza di DSGA perché ci sono reggenze anche qui. Praticamente, manca chi dovrebbe gestire l'autonomia e la cassa delle scuole.
  Anche noi vorremmo dettagli più concreti rispetto al concorso dei dirigenti scolastici. Ne sentiamo parlare da troppo tempo e troppe sono le reggenze.
  Vorremmo capire se, in legge di stabilità, troveremo misure concrete per il diritto allo studio, non soltanto per quello universitario, ma anche per quello che garantisce ai ragazzi che frequentano la scuola dell'obbligo di poterla completare fino ai diciotto anni. I dati ci dicono che sono troppi gli abbandoni scolastici, anche a causa alla crisi economica. Pag. 19
  Non abbiamo letto nella sua relazione nessun riferimento al rinnovo del contratto, cui si è fatto riferimento in altri interventi. Siamo ovviamente preoccupati delle notizie della sostituzione degli 85 euro con l'adeguamento contrattuale. In realtà, vorremmo capire se ci sono le condizioni e la volontà politica di adeguare la retribuzione salariale ai livelli europei e se, prima o poi, cominciando da quest'aspetto, si decida di valorizzare socialmente il ruolo degli insegnanti, visto il discredito cui li avete sottoposti durante tutta la fase della discussione sulla legge n. 107.
  Sull'alternanza scuola-lavoro, diciamo soltanto che per noi rappresenta un vero e proprio asservimento al mercato del lavoro precario. Penso che ci siano ormai esempi così evidenti per cui possiamo dire che l'alternanza scuola-lavoro ha fallito del tutto. Troviamo situazioni variegate su tutto il territorio nazionale, oltre a casi drammatici, come quello del ragazzo rimasto ferito sotto il muletto mentre faceva l'alternanza scuola-lavoro. In alcune province, persino in nome della scuola laica, sono state fatte convenzioni con le diocesi per garantire l'alternanza scuola-lavoro. Pensiamo che non sia necessario distogliere i ragazzi che hanno bisogno di aumentare il livello di istruzione, oltretutto per mostrare loro un mercato del lavoro, in cui già la parola «mercato» dice tutto e che, come esempio, porta lo sfruttamento del lavoro.
  A questo proposito, vorremmo capire in che modo intenda coinvolgere il Parlamento nella proposta da lei fatta durante l'estate sulla riduzione del numero di anni nei licei. Sui famosi licei a quattro anni, vorremmo capire se ha intenzione di coinvolgere il Parlamento.
  Nella sua relazione, non fa cenno assolutamente all'edilizia scolastica, ma anche su quest'aspetto ci aspettiamo risorse all'interno della legge di stabilità.
  Vorremmo capire quando pensate di inserire il tempo pieno anche al sud.
  Infine, vorremmo sapere se ci sono i tempi per approvare la proposta di legge sull'educazione sentimentale, all'esame in Commissione alla Camera.
  Vorrei chiederle un'ultima cosa sulle AFAM, cui non ha fatto riferimento nella sua relazione. Al Senato è in discussione un ennesimo provvedimento per la statizzazione di tutti gli istituti pareggiati. Vorremmo capire a che punto è il nostro lavoro perché, altrimenti, ci troveremo ancora una volta con un decreto per decidere quali sono i tre primi conservatori da pareggiare e gli istituti pareggiati da statizzazione sulla base di scelte elettorali. Grazie.

  PRESIDENTE. Senatrice Petraglia, anche con il suo intervento sono stati sforati i tempi. Cerchiamo di venirci incontro.

  SIMONA FLAVIA MALPEZZI. Grazie presidente. Grazie, ministra, per la sua relazione veramente esaustiva in cui ho trovato la conferma dei numeri. Nella relazione, al di là di quello che ha letto, ci ha presentato alcuni allegati che non mentono e i cui numeri danno delle certezze. Mi riferisco all'allegato 2 che troviamo a pagina 17. Sui contratti a tempo determinato, nel passaggio dal 2016-2017 al 2017-2018, come si vede dai numeri, c'è una netta diminuzione. Questo si è verificato grazie al sistema che è stato messo in atto. Insieme al gruppo del Partito Democratico, la ringrazio anche per la tenacia nell'aver voluto che tutto il cronoprogramma venisse rispettato perché ciò ha consentito un inizio dell'anno scolastico indubbiamente più sereno.
  È indubbio che nello scorso anno ci siano stati dei problemi: un conto è offrire contratti a tempo indeterminato per circa 7.000 o 8.000 docenti all'anno, come era sempre capitato, ma un altro conto è passare da 7.000-8.000 contratti a tempo indeterminato all'anno a 160.000 contratti. Questo è stata la cifra di contratti che lo scorso anno il MIUR ha dovuto governare.
  Ricordiamo anche che le assunzioni portano all'anno di prova, quindi alla possibilità di trasferimento, ma non sto qui a tediare nessuno perché immagino che tutti i colleghi conoscano le dinamiche contrattuali e il fatto che, rispetto a queste e ai legittimi diritti dei docenti, il MIUR ha ben poco da fare. Pag. 20
  Il rispetto di una tabella di marcia e il rispetto di quanto chiesto nella scorsa legge di bilancio, che aveva portato finalmente a un primo tentativo di superamento tra organico di fatto e organico di diritto – sollecitato sempre da tutti e realizzato lo scorso anno, anche se non completamente, ma con un numero indubbiamente importante – ha garantito ulteriori assunzioni. Oltre ai diritti per i lavoratori, vorremmo ricordare, anche perché penso che siamo tutti d'accordo, che le assunzioni garantiscono la continuità didattica, al netto – la ringrazio di averlo sottolineato all'interno della sua relazione – dei legittimi movimenti.
  Vista la sua intenzione (qui espressa) di ridiscutere il contratto di mobilità nel triennio e non annualmente, con precise garanzie per gli studenti – anche perché penso che tutti ammetteranno che l'impegno principale della scuola debba essere esercitato nei confronti degli studenti – forse avremo un assestamento ulteriormente positivo anche nel prossimo anno scolastico.
  È chiaro che l'argomento dei docenti di sostegno possa preoccupare, però mi piacerebbe sentire, con grande onestà intellettuale, anche da coloro che sostengono che abbiamo bisogno di docenti di sostegno e – lo sosteniamo tutti – che essi non ci sono fisicamente. Questo dovrebbe essere detto al di là della politica, e raccontando la cronaca. Non ci sono i docenti di sostegno perché, quando li abbiamo assunti con legge n. 107, giustamente, i docenti che avevano la specializzazione hanno chiesto, per diritto, di andare su materia. Si tratta di un loro diritto. Glielo vogliamo togliere? Penso di no, anche se questo non viene mai ricordato.
  Capisco che, nell'enfasi della discussione sulla legge n. 107, si siano potuti perdere alcuni passaggi; ma nessuno ricorda mai che, grazie al concorso voluto dalla legge n. 107, si è creata la classe di concorso specifica sul sostegno per garantirci finalmente un numero. Questo dovrebbe essere detto ai genitori e raccontato da tutti perché non manca la volontà da parte di tutti a implementare il sostegno. Sono sicura che, qualora si aprissero ulteriori spazi, questa cosa sarà fatta.
  Tuttavia, gli spazi sono limitati. Come sappiamo, c'è da sempre una battaglia sui posti in deroga, che non possono essere trasformati in altro modo, perché le deroghe riguardano il fatto che quello studente con disabilità sarà uno studente di quella scuola per un periodo a tempo determinato. Questo è il ragionamento che viene fatto, che può essere opinabile o meno, ma sappiamo che il quadro generale del ragionamento deve essere quello di una norma comune. Continuiamo a lavorare per implementare il numero degli insegnanti di sostegno perché penso che questo ci troverà completamente d'accordo.
  La ringrazio anche per aver posto l'accento sul personale ATA e sulla necessità di un concorso e di aver parlato della data del 2018 che vedrà, oltre al concorso dei dirigenti scolastici che partirà a breve, anche la possibilità per un altro settore di essere messo nelle condizioni di poter lavorare.
  Passo, invece, all'aspetto che a noi sta maggiormente a cuore. Si tratta degli ultimi punti che lei ha toccato e che riguardano fondamentalmente i ragazzi. Diciamo sempre «la scuola è dei ragazzi» e, anche se lo capisco, trascorriamo due ore a parlare nuovamente e legittimamente – lo ribadisco perché è importante – dei docenti e delle situazioni varie, ma non guardiamo il punto di vista e la situazione in cui si trovano i ragazzi.
  Parto dall'alternanza scuola-lavoro. A che cosa serve, Ministra, spiegarla ulteriormente, visto che c'è già scritto persino nelle circolari emanate dal MIUR? Tuttavia, qualora dovesse servire spiegare che l'alternanza scuola-lavoro non offre competenze professionali, ma competenze trasversali, forse accontentiamo tutti: I nostri ragazzi non vanno a lavorare e non costituiscono manodopera sfruttata a basso costo o gratuitamente, ma stanno acquisendo delle competenze trasversali, quelle (guarda caso) che, forse, dovrebbero starci a cuore, visto che il 62 per cento degli studenti di oggi svolgerà domani un lavoro che non esiste; per cui, se la scuola non si preoccupa sin da oggi di offrire competenze diverse e Pag. 21diversificate, diamo ai nostri ragazzi meno strumenti, rendendoli, per alcuni aspetti, analfabeti. Questo è uno strumento utile perché si tratta di metodologia didattica e perché offre competenze. Fa bene a mantenere l'obbligatorietà, Ministra, perché è necessaria ed è una sfida questa, che, oltretutto, ci aiuta anche nella lotta contro la dispersione scolastica.
  Non possiamo parlare di dispersione scolastica e non tenere a mente che non abbiamo inventato noi questo strumento e che esso è venuto fuori dalle indagini che abbiamo svolto. Questa Commissione è stata protagonista per tre anni – mi corregga la presidente, se sbaglio – di un lavoro di indagine conoscitiva sullo stato della dispersione scolastica in Italia. Quella non è stata solo un'azione di denuncia, ma ha messo in atto e ha segnalato una serie di misure, tra cui c'è anche l'alternanza scuola-lavoro.
  Vogliamo dire che l'alternanza scuola-lavoro non funziona? Non si tratta di un'invenzione del Partito Democratico perché chi è venuto da noi in audizione ci ha confermato che invece serve perché i ragazzi stanno a scuola non per obbligo, ma per ricevere delle opportunità dalla scuola, che così li accoglie anche con una modalità diversa.
  La modalità diversa è anche quella che lei esprime quando parla di educazione al rispetto, di lotta contro il linguaggio dell'odio per contrastarlo e di quell'educazione civica digitale attraverso la quale i nostri ragazzi finalmente potranno fare anche un percorso più approfondito, come ci hanno chiesto loro stessi da tempo.
  Vorrei chiederle un'ultima cosa, ministra, e mi fermo.
  Sull'infanzia, è stato fatto tanto e la delega sullo 0-6 anni è sicuramente importante. Penso che un segnale forte nei confronti di quel mondo, anche dal punto di vista di un potenziamento o di un arricchimento, forse ci aiuterebbe a completare quel quadro che la legge n. 107 ha iniziato. Dimentichiamo troppo spesso che la legge n. 107 ha aperto spazi per una didattica innovativa e nuovi spazi per imparare diversamente.
  L'edilizia scolastica rientra in questo contesto. I numeri sono in chiaro, anche se lei non li ha presentati perché lo aveva già fatto precedentemente. Ci sono state anche conferenze stampa qui. Insomma, i dati si trovano, volendo, anche on line, ma sono stati già presentati anche in questa sede.
  Questi numeri ci dicono che vogliamo una scuola per portare avanti dei nuovi spazi, in cui si apprenda anche in maniera diversa. Una nuova scuola fisicamente diversa è una scuola che garantisce all'insegnante di poter lavorare meglio. Sul resto, dico, solo per memoria storica, che la legge n. 107 ha previsto l'anagrafe dell'edilizia scolastica e la programmazione. Al Ministero, quindi al Governo, spettano i fondi, ma, per il resto, gli enti locali devono programmare in maniera corretta e non deve essere il Ministero a verificare – scusate – se le scuole di Roma o di Canicattì o di Milano sono a posto: è l'amministrazione che deve farsene carico. Grazie.

  PRESIDENTE. Sono intervenuti i rappresentanti di sei gruppi. Do la parola alla Ministra Fedeli per la replica.

  VALERIA FEDELI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Casomai, per quello cui non replico e se dimentico qualcosa questa sera, sono disponibile a ritornare.
  Voglio solo fare un chiarimento iniziale perché amo che ci sia una trasparenza fra di noi. Mi era stata chiesta un'audizione sull'avvio dell'anno scolastico. Lo dico per correttezza: parlo anche di tutto, anche perché mi sembra legittimo dialogare, però l'audizione era su questo tema.
  In secondo luogo, trasversalmente e senza riprendere le singole persone che ne hanno parlato, vi dico che, per quanto riguarda tutto il tema dell'edilizia scolastica in generale, abbiamo fatto l'osservatorio dopo vent'anni, per cui sul sito del MIUR si trovano tutte le linee di finanziamento. C'è da considerare quell'aspetto, ma anche l'anagrafe. Lo dico perché secondo me quelli sono dati di monitoraggio importanti e perché penso che la trasparenza sia un punto corretto nei confronti dei cittadini. Pag. 22
  In terzo luogo, per rispondere ad alcuni interventi che hanno posto il tema delle manutenzioni, vorrei dire che quelle dipendono dagli enti locali. Lo dico perché, almeno fra di noi, riguardo a competenze e responsabilità, visto che siamo un sistema Paese, diventa abbastanza importante conoscere tutto ciò. Sul tema dell'edilizia, se volete, possiamo tornare perché, a questo punto, deve essere rivisto tutto l'investimento di miliardi per capire dove, come e quando sono stati spesi. Ma vanno esaminati anche gli strumenti a disposizione di gestione perché un conto è mettere i finanziamenti e un altro conto è doverli correttamente governare, attuare e applicare. Trattandosi di un tema importante, mi permetto, presidente, di dirlo.
  Voglio parlare anch'io di una questione che avete in qualche modo toccato tutti: l'alternanza scuola-lavoro. Mediamente sono attenta ai numeri e alla qualità e lo dico per rispetto reciproco.
  La prima cosa che posso dire sull'alternanza scuola-lavoro è che sia chiaro che normalmente c'è una responsabilità, fino a prova contraria, del Governo nell'applicare delle leggi. Queste si possono applicare in modo utile, accompagnandole, come penso si debba fare. L'alternanza scuola-lavoro è entrata nella legge ed è, tra l'altro, un tema di grandissima responsabilità perché entrerà anche come valutazione nell'anno scolastico 2018-2019. Si tratta di un tema serio perché è un tema di innovazione didattica e di qualità di contenuti formativi e che arriviamo a questa innovazione qualitativa dopo che ci è stata chiesta da chi si occupava di formazione, di cultura e di innovazione didattica da anni. Lo dico perché la diffusione delle esperienze, quando queste diventano uno strumento permanente e strutturale, deve essere accompagnata, considerando che il tema della qualità formativa è decisivo.
  Posso permettermi di dire che, non nella scuola, ma in giro e anche nel dibattito pubblico, c'è chi fa confusione fra alternanza scuola-lavoro e apprendistato? Confondendo un rapporto di lavoro che ha anche una parte sulla formazione con l'innovazione.
  Per esempio, per cominciare a rispondere, vorrei spiegare qual è il significato della piattaforma che, fra una settimana, sarà online. Abbiamo voluto la piattaforma non come un'interlocuzione fredda, ma come un dialogo tra le buone pratiche e la progettazione di qualità. Si tratta di un punto davvero importante per le studentesse e per gli studenti: abbiamo introdotto nella piattaforma un tasto rosso, a disposizione dei rappresentanti degli studenti, perché il mondo è largo, lungo, vasto e differenziato e l'economia è reale. Per economia reale, non si intende solo l'impresa nel senso tradizionale del termine, ma anche l'insieme di chi può dare, nell'economia in generale, offerte di alternanza. Abbiamo messo questo tastino rosso, con cui i rappresentanti degli studenti possono accedere per segnalare in tempo reale anche la non corrispondenza tra la qualità di un progetto e la sua applicazione. Lo dico velocemente, specificando anche che non lo stiamo soltanto annunciando, ma che c'è un percorso.
  Sulla responsabilità dei diritti e dei doveri dei ragazzi in alternanza, noi ci siamo messi a punto; ma, per gli altri organi di controllo ci mettono un po’ più di tempo. Posso dire solo quando la notizia uscirà sulla Gazzetta Ufficiale, il che spero accada entro dieci giorni. Lo dico perché voi sapete bene qual è la complessità dei percorsi di Governo su queste cose, però quello che spettava al MIUR è stato fatto, anche da questo punto di vista.
  Pur non essendo oggetto dell'audizione che mi è stata chiesta, visto l'interesse legittimo che tutti avete sollevato, aggiungo che, come ministero, dopo esserci messi a posto con i nuovi tutor, con la formazione dei docenti e con una qualità e un monitoraggio vero anche di chi deve offrire l'alternanza in modo qualificato, abbiamo deciso di fare a dicembre gli Stati generali dell'alternanza scuola-lavoro. Questi servono a chiamare a responsabilità non solo sulla parte di competenza che riguarda in primis il Governo, il mio ministero, ma a responsabilità pubblica tutti i soggetti che vengono oggettivamente coinvolti nell'alternanza scuola-lavoro: quindi sistema di rappresentanza Pag. 23 delle imprese, del terzo settore, di tutte le amministrazioni, perché voi sapete che alternanza si fa insieme. È un punto fondamentale della responsabilità qualitativa dei percorsi di apprendimento e di formazione che sono i nuovi skills trasversali che servono, e non devono invece essere utilizzati in altro modo. Poi qualcosa può sempre sfuggire, ovviamente, e sappiamo che questo accade, ma credo che abbiamo messo in campo una finalità qualitativa per la quale chiediamo il contributo di tutti. Diversamente sarebbe un errore, qui lo dico; ma è ovviamente legittima ogni opinione differente. Secondo me, il tema non è decretarne il fallimento; il tema è qualificarne l'azione per come il legislatore qualitativamente l'ha introdotta. Senatrice Petraglia, capisco, le opinioni sono legittimamente diverse, però questo mi sembrava il tema importante. Lo riprendo così perché l'avete toccato in più persone.
  Per arrivare ad alcune specifiche richieste e domande che mi sono state rivolte, comincio dal deputato Palmieri. Circa la questione che riguarda le scuole paritarie, come lei sa, c'è stata oggi anche una scelta pubblica di due ministri che dialogano in modo negoziale con la Commissione europea, perché decide la legislazione italiana cosa è pubblico nella scuola. Glielo dico perché lei sa che con i PON abbiamo anche tenuto da parte le risorse su questo terreno e abbiamo fatto – io credo – un'azione giusta, corrispondente ad una legislazione che il Parlamento italiano ha varato nel 2017. Non solo, lei sa che per quanto riguarda la questione del digitale abbiamo, in questa fase, dato la possibilità alle scuole paritarie di mettersi in rete con le scuole statali, proprio per non essere escluse dall'immediatezza legata alla digitalizzazione.
  È un tema che dobbiamo risolvere nel negoziato, secondo me fondamentale, con Bruxelles; però mi sembra che anche avere un atto formale, con una lettera a Bruxelles firmata da due ministri del Governo, rappresenti un segnale di serietà dell'impegno del Governo a rispettare una decisione del Parlamento italiano.
  Sulla questione della piattaforma che esce la prossima settimana ho detto.
  Senatore Conte, le dico due cose. La risposta è che noi, come ho detto nella mia relazione, stiamo programmando sui posti scoperti per il concorso per dirigenti. Anche per questo, quando sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, tutta la nostra parte sarà stata fatta. Quando parlo di qualche giorno, non sto facendo il solito annuncio del bando, sto rispettando le diverse fasi, gli step necessari. C'è una cosa molto importante che non avete colto, che è qualitativa, da un punto di vista dei numeri: abbiamo fatto una programmazione sui numeri che guarda a tre anni.
  La cosa vera che ci manca – lo dico dal punto di vista generale – è che bisogna sempre programmare, non solo guardare allo scoperto attuale. Questo vale anche per il personale amministrativo, ma lo affronteremo nel 2018.
  Sulla questione dei posti che riguardano le Università del Veneto, che ne hanno pochi sul sostegno, posso permettermi di dirle una cosa, visto che ne ho discusso anche con il direttore regionale del Veneto e altre persone, due settimane fa, a Treviso. Lì nessuno si è posto il tema, da parte delle Università del Veneto, di chiedere posti e, quindi, di chiedere corsi, mentre da altre parti i posti sono stati chiesti. È chiaro che poi, da un punto di vista di principio, i posti di sostegno relativamente agli specializzandi dovranno tener conto dell'insieme delle condizioni nazionali, però c'è questo problema a monte che riguarda il Veneto e mi sembrava giusto dirlo anche a lei, come l'ho detto già in Veneto.
  Capisco anche il punto di vista dell'onorevole Nicchi, ma io ho un'opinione diversa sul superamento della legge 107. Ovviamente il mio non è solo un no al suo superamento, ma rimango convinta – non dico nient'altro – che i contenuti delle otto deleghe costituiscano un punto di innovazione e di qualità che è stato offerto da quei decreti attuativi. Certo, le opinioni possono restare ovviamente diverse, però le innovazioni ci sono.
  Mi aggancio a un altro tema che avete sollevato. Possiamo discutere, ma avere innovato anche sul reclutamento dei nuovi docenti – se mi posso permettere – è una Pag. 24delle altre decisioni che qualificano e danno il segno di dove noi vogliamo portare la qualità professionale riconosciuta socialmente, e nei tempi e nei modi dovuti, anche economicamente, a una delle figure professionalmente più importanti. Lo dico perché cito solo quello, che è il nuovo reclutamento.
  Non ho problemi a dire qui che l'impegno sulla questione del rinnovo dei contratti per tutti è un tema assolutamente all'attenzione del Governo. Non mi sembra corretto oggi dire una cosa in più, anche perché in parte riguarda il negoziato che si deve fare. Date le risorse, c'è un elemento che riguarda il negoziato, in parte già avviato, con l'ARAN, per trovare le modalità interne del rinnovo dei contratti. Ma confermo l'impegno del Governo a rinnovare i contratti per l'insieme delle figure. Non è solo giusto in sé, perché sono sette anni che non si fanno i contratti, ma sarebbe contraddittorio non rinnovare i contratti sulla scia di un percorso di valorizzazione delle professionalità che stanno all'interno della «filiera» del sapere.
  La questione dei quattro anni – chiedo scusa se non utilizzo tutti i vostri cognomi – l'avete toccata più d'uno, quindi voglio riprenderla. Intanto era ed è una sperimentazione in corso. Quando sono arrivata al ministero, il Consiglio della Pubblica Istruzione aveva già deliberato, era già una procedura da attuare. Intanto, può essere una sperimentazione se è nazionale, se è governata, se è guardata davvero non tanto per ridurre l'anno, ma per valutare effettivamente se con le innovazioni dei dati e con la qualità organizzativa e di contenuto ci si può allineare a una parte – non tutta – dell'Europa, per dare una possibilità di sbocco, nei tempi differenti, alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi.
  È una sperimentazione che termina fra quattro anni. Alla fine dei quattro anni, i decisori politici, oltre che i soggetti interni al mondo della scuola, valuteranno se quella sperimentazione ha dato risultati positivi. È una sperimentazione di per sé, l'importante è saperla seguire, governarla e guardarla ovviamente anche nel modo con cui si dice sì o no ai contenuti. Dopodiché, quando la sperimentazione sarà finita, si valuterà se farla diventare norma. Solo a quel punto sarà fatto un ragionamento sulla funzione dei cicli scolastici e a quel punto (dico una cosa che poco si coglie) si porrà il tema dell'obbligo – non solo del diritto formativo, che c'è già fino a diciotto anni, cosa diversa ovviamente dall'obbligo – con quello che significa anche dal punto di vista degli impegni di spesa. È importante ricordare questo punto che c'è un altro elemento di innovazione introdotto dall'altra delega sulla formazione professionale, molto vicino alle caratteristiche europee: quello di incrociare gli istituti di formazione professionale statale con le possibilità regionali, anche di interscambio e di passaggio, qualificandone contenuti e percorsi, ma anche dando la possibilità alla formazione professionale di sperimentare il quarto anno. Questo significa dare la possibilità di acquisire un titolo in linea con il riconoscimento dei titoli in Europa. Quindi, vuol dire che lì c'è già una sperimentazione che porta i ragazzi ad avere un titolo di studio professionale qualificato a 17 anni.
  Voi sapete come sono i giornali: se le cose vanno bene non dicono niente, se c'è solo voglia di fare discussione la fanno. Questo è un elemento. Poi si può restare dell'opinione che è comunque sbagliato fare una sperimentazione, però questa c'era e, secondo me, gestita nel modo con cui abbiamo deciso, è assolutamente corretta.
  Non riprendo il tema dell'abbassamento del numero degli studenti, perché non è in sé sbagliato, ma in questo caso prevale il tema, più generale, della qualificazione ed estensione delle diverse condizioni tra nord e sud e della capacità programmatica, come priorità di questo Governo e di questa legislatura, di superare il precariato. Attraverso quello ci si potrà porre il tema anche della modifica e dell'abbassamento del numero di studenti. Tutto si può ovviamente definire, ma le priorità vanno in qualche modo considerate ed accolte.
  Vorrei rispondere anche, da questo punto di vista, alle questioni che sollevava la senatrice Montevecchi. Sono d'accordo, il tema non riguarda solo i numeri, ma la Pag. 25qualità dei progetti. Questo è l'impegno più grande che è all'attenzione del ministero. Sono sicura che riusciremo a monitorare al meglio sia la qualità che le competenze che le ragazze e i ragazzi devono prendere dall'alternanza. Non mi risulta che ci siano delle discrepanze sul numero di organico, ma se ci sono delle segnalazioni sono sempre pronta a raccoglierle.
  Quando si parla – lo dico alla deputata Marzana – delle cattedre che spariscono, non so a che cosa ci si riferisca, perché c'è sempre una distinzione tra le cattedre di diritto e tutto il resto, laddove in equilibrio ci sono gli studenti. Capisco quando si dice che i numeri sulla disabilità sono più alti al sud, quindi sono più sentite le esigenze. Lei chiedeva perché non si incrociano matematicamente le persone e i docenti, ma io rispondo che ci sono delle procedure. Se non ho capito, lei riformulerà meglio la domanda e io risponderò in modo più adeguato.
  Rispondo alla senatrice Blundo sulla dispersione scolastica, mentre sul resto in parte ho già risposto. A fine mese il nostro Rossi-Doria ha completato tutto il lavoro, quindi ci sarà la proposta relativa alla dispersione scolastica e alla povertà educativa. A proposito di povertà educativa e di dispersione scolastica, sottolineo – ma ne siete stati credo in parte protagonisti – che ci sono stati due provvedimenti in Parlamento che hanno messo in evidenza un raccordo tra sviluppo economico e povertà educativa. Uno è quello che riguarda le aree del Mezzogiorno, nel «decreto sud». Dal punto di vista dell'investimento sulla priorità di superare la povertà educativa, questo è un segnale importante, piccolo, ma di tendenza, di visione, perché lì sono previsti non soltanto gli interventi economici per lo sviluppo di un territorio, ma si è guardato anche alla povertà educativa, quindi interventi che riguardano l'istruzione e l'educazione.
  Inoltre, nel provvedimento legato al Ministro del lavoro, quello sul reddito di inclusione, c'è una cosa fondamentale. Oltre a determinare le caratteristiche di condizioni di povertà per accedere a quel beneficio, in quel provvedimento si dice anche che se si hanno figli inferiori a diciotto anni questi devono andare a scuola. Quindi, c'è un intreccio promozionale, dal punto di vista di che cosa significa l'istruzione, l'educazione e la formazione per rendere più autonomi nel rapporto con la propria vita, anche quando si fa un'operazione di questa natura sulla povertà.
  Li ho considerati due elementi significativi. Certo, non esauriscono il tema della dispersione scolastica, ma dobbiamo andare avanti.
  Deputato Vacca, sulla valorizzazione dei docenti, come ho detto, l'impegno del Governo c'è. Come c'è attenzione anche al tema da lei ha posto sul rapporto tra ciò che è stato firmato – giusto o sbagliato, ma è stato firmato – dalle organizzazioni sindacali, ovvero una media del rinnovo pari a 85 euro, quindi tra questi aumenti contrattuali e la questione degli 80 euro. Questo è un tema aperto alla discussione e le confermo che è un tema all'attenzione. Il discorso vale, evidentemente, anche per i dirigenti.
  Circa il tema dell'indice di vulnerabilità sismica, tutta questa partita la stiamo di nuovo affrontando con la nuova Commissaria straordinaria, perché è un altro degli elementi fondamentali. Lei ha sollevato un tema che in tanti solleviamo, ma le dico con altrettanta onestà che è un tema complesso, perché per definire qual è la soglia di vulnerabilità ci sono elementi complicati, però è un terreno su cui noi dovremo andare avanti.
  Per quanto riguarda la sicurezza degli edifici scolastici, se non ho capito male anche in rapporto alla funzione dei dirigenti, c'è un dibattito in corso in particolare qui alla Camera che mi pare un elemento molto serio, che va assolutamente sostenuto ed affrontato, perché è un tema di chiarezza delle responsabilità e di sapere anche chi e come deve intervenire.
  Ringrazio ovviamente la senatrice Ferrara e la deputata Malpezzi per il contributo e anche per le opinioni che hanno espresso.
  Rimango convinta che il tema – non l'avete toccato – dell'attuazione delle deleghe dovrebbe essere un altro tassello su cui, Pag. 26se mi posso permettere (lo dico ai due presidenti delle Commissioni), dovremmo darci un appuntamento prima della fine dell'anno, perché è un altro degli elementi di cui comunque vale la pena conoscere e discutere gli effetti.
  L'ultima cosa la dico alla senatrice Petraglia. Senatrice: quando lei ha segnalazioni come quelle che ha riportato qui, la pregherei di segnalarlo agli uffici. Quando dice che mancano gli insegnanti in classe, che ci sono stati cambiamenti costanti, la prego formalmente di segnalare dove, come e quando, perché noi intendiamo intervenire. Gli uffici del MIUR hanno il quadro delle segnalazioni effettuate e motivate. Ho detto anche dove ci sono punti di criticità. Se mi posso permettere, sui punti di criticità, c'è chi sostiene che il sistema per il 60 per cento non ha funzionato, questo è il tema; ma dove ci sono criticità, può accadere anche che non vengano immediatamente segnalate, ma è responsabilità anche segnalarle.
  Che cos'è che non funziona? Dal mio punto di vista – legittime tutte le opinioni – quello che non funziona è il fatto che uno non dice «ci sono queste cinque realtà o venticinque», che potrebbe essere che siano sfuggite, e se sono sfuggite è nostra responsabilità intervenire e anche comprenderne esattamente le motivazioni. A volte ci sono segnalazioni con motivazioni, che non sono certo quelle che voleva segnalare lei, ma di altra natura. Ad esempio, se si è scelto di andare su un posto di ruolo e di diritto, però poi sotto casa, adesso, a distanza di trecento chilometri, c'è un posto che non è di diritto, ma è a tempo determinato magari per supplente, perché non ci posso andare? Queste sono cose che non c'entrano con i programmi e le regole che noi dobbiamo attuare.
  Credo che sia importante e spero sia apprezzato da tutti che siamo rigorosi sulle questioni delle assegnazioni provvisorie per chi ha diritto; a chi invece pensa di utilizzarle fuori dal diritto delle regole e delle leggi noi diciamo di no. Lo dico perché anche questo poi ovviamente determina quelle situazioni come quella del Veneto, in cui però noi siamo intervenuti. Non puoi decidere che ti ammali solo perché hai scelto un posto di diritto lì e poi per altre ragioni, perché magari fai anche un altro lavoro, torni da un'altra parte. Le opinioni sono sempre ben accette e anche il tono con cui interloquiamo secondo me è importante nel rispetto reciproco. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Ministra Fedeli, anche a nome del presidente Marcucci, soprattutto per aver accettato di discutere con noi di temi che sono molto al di là di quello che era stato chiesto alla ministra, che, come abbiamo detto all'inizio, riguardava l'avvio dell'anno scolastico. La ringrazio anche per un altro motivo, ossia per la disponibilità che ci ha dato a un nuovo incontro prima della fine dell'anno, per avere un monitoraggio preciso sull'attuazione delle deleghe. Potremo tranquillamente organizzarci per dare attuazione a questo incontro.
  Ricordo anche a tutti i colleghi lo straordinario patrimonio di audizioni, di lavoro, di indagini conoscitive che sia dalla Camera sia dal Senato è ormai a disposizione (credo) di tutti noi, su temi come la dispersione, l'edilizia scolastica e su moltissimi approfondimenti che in questi anni noi tutti abbiamo portato avanti.
  Vi ringrazio e ringrazio ancora la Ministra Fedeli.
  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 22.10.