XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 187 di Martedì 3 ottobre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione di Emilia Fiorani, amministratore unico della Tre Erre (Svolgimento e conclusione) :
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 2 
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 3 
Puppato Laura  ... 4 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Puppato Laura  ... 4 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 4 
Nugnes Paola  ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 4 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 5 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 5 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 5 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 6 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 7 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 7 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 7 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 7 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 7 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 8 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 9 
Nugnes Paola  ... 9 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 9 
Nugnes Paola  ... 10 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 10 
Palma Giovanna (PD)  ... 10 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 11 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 11 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 12 
Puppato Laura  ... 12 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 12 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 12 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 13 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 13 
Iorio Raffaele , Direttore tecnico di cantiere ... 13 
Palma Giovanna (PD)  ... 14 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 14 
Palma Giovanna (PD)  ... 14 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 14 
Palma Giovanna (PD)  ... 14 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 14 
Palma Giovanna (PD)  ... 15 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 15 
Palma Giovanna (PD)  ... 15 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Palma Giovanna (PD)  ... 15 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 15 
Palma Giovanna (PD)  ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Fiorani Emilia , Amministratore unico della Tre Erre ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 13.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Audizione di Emilia Fiorani,
amministratore unico della Tre Erre.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Emilia Fiorani, amministratore unico della società Tre Erre, accompagnata dal direttore tecnico di cantiere Raffaele Iorio, che ringrazio per la loro presenza.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti della regione Campania.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Noi ci eravamo già sentiti tempo addietro su questioni relative al primo stop che ci fu, poi risolto, dell'appalto che riguardava la discarica ex Resit.
  La Commissione sta approfondendo la situazione di alcuni siti in Campania. A fine luglio siamo andati sul posto, abbiamo visitato il cantiere e abbiamo visto che alcuni lavori sono stati eseguiti, però in quel periodo c'era una specie di fermo-cantiere, perché credo ci fosse una situazione di stallo in corso.
  Dopodiché, abbiamo sentito il funzionario delegato – oggi si chiama così, non più commissario – De Biase, che ci ha illustrato alcune problematiche sul campo. La scorsa settimana lo abbiamo ascoltato di nuovo. Visto che ci siamo resi conto che qualcosa si era un po’ inceppato nel meccanismo, abbiamo deciso di fare un ulteriore approfondimento per cercare di capire le motivazioni, ma soprattutto per evitare che ci siano ulteriori stalli su quella discarica, che, come è noto, è un po’ un simbolo e necessita al più presto di essere bonificata o comunque sistemata.
  Stiamo quindi ascoltando tutti i protagonisti. Ascolteremo lei e molto probabilmente – lo decideremo in sede di ufficio di presidenza – ascolteremo anche l'altra società. Sicuramente ascolteremo Sogesid come stazione appaltante.
  Io le darei la parola affinché ci faccia un breve quadro della situazione e ci illustri quali sono secondo lei le problematiche e quante di queste sono superabili.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Io ringrazio sempre per questa possibilità. A fronte di letture di giornali, comunicati e lettere di scambio tra noi e tutte le istituzioni coinvolte in Pag. 3questo lavoro, mi date sempre la possibilità di dare una spiegazione e di entrare nel merito, con dettagli legati sia alla norma degli appalti pubblici che agli aspetti tecnici di questa commessa.
  Noi ci siamo visti a ottobre del 2015. Io sono su questa commessa dal 2013, data in cui è stata fatta la gara d'appalto. Tutte le situazioni che si sono create, con sentenze che hanno stabilito oltretutto l'inutilità di questi ricorsi...È bene precisarlo: nel 2013 c'è stata la gara e nel 2016 la consegna del cantiere – lo ripeto – con ricorsi dove già le istituzioni avevano pareri dell'avvocatura e altri pareri che esprimevano chiaramente la mancanza dei presupposti per ritirare il contratto Resit e l'allora aggiudicazione provvisoria di Nova Ambiente.
  Questa precisazione è fondamentale, perché leggo sui comunicati che parlate di questa attività da sette anni, ma quattro sono passati sul nulla.

  PRESIDENTE. In realtà, il commissario è stato nominato nel 2010. Dopodiché, l'impostazione della...

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Sì, arrivavo al giorno d'oggi. Non è che le cose siano proprio migliorate. Noi abbiamo avuto la consegna del cantiere in una data poco usuale. Consegnare un'area dove bisogna attivare tutte le attività, tra cui le più importanti sono le forniture dei materiali necessari alla messa in sicurezza...
  Preciso sempre – non mi stancherò mai di dirlo – che non è una bonifica, ma è un'attività di messa in sicurezza. Sono due attività completamente diverse. Abbiamo avuto la consegna del cantiere il primo agosto 2016. È chiaro che è stato un mese in cui abbiamo potuto fare giusto l'area per preparare la presentazione dell'attività che sarebbe stata avviata con il presidente della regione e i partecipanti in quell'occasione.
  Già questo ci ha messo un po’ in difficoltà, perché quel mese doveva essere propedeutico a reperire e a formalizzare dei contratti con tutte le aziende fornitrici per somme importanti. Purtroppo, viviamo ancora in un territorio dove ad agosto ce ne andiamo tutti e le aziende chiudono. Comunque, a settembre abbiamo chiuso tutti i contratti e ci siamo attivati, chiaramente pagando un po’ in ritardo le consegne, perché sono tutti materiali che vengono prodotti su ordini ad hoc.
  Voglio fare un passo indietro dando delle evidenze su quali sono le norme degli appalti e sulla nostra posizione all'interno di questo lavoro. Quando c'è una gara, c'è una costituenda ATI (associazione temporanea di imprese). Nel momento in cui presenti l'offerta e l'ATI sottoscrive per intero l'offerta e tutto ciò che è relativo alle diverse dichiarazioni, c'è anche la dichiarazione legata a chi svolge i lavori.
  Noi abbiamo costituito un'ATI che si chiama «orizzontale». Questo significa che le aziende che partecipano a questo raggruppamento temporaneo d'imprese sono in possesso degli stessi requisiti. Ciò vuol dire che tutte e due possono fare o faranno le stesse attività.
  Chiaramente quando io mi sono costituita in ATI... Non lo faccio spesso, però in genere preferisco avere delle aziende locali, perché c'è la presenza sul territorio, che rende più semplice gestire le cose più irrilevanti, tipo un allaccio di un contatore e tutto quello che può esserci a cornice dell'accantieramento.
  Chiaramente la presenza di Italrecuperi per me era importante, perché era un'azienda che, secondo me – mi prendo la responsabilità di quello che dico – seppur non avesse tantissima esperienza relativamente agli appalti pubblici, aveva una forza locale dal punto di vista delle attrezzature, degli uomini eccetera.
  Arriviamo ai giorni nostri. Vi dico subito quello che è accaduto. Poco prima che lei facesse la visita in cantiere – io l'ho scoperto forse dopo di lei, nel senso che non ci erano arrivate comunicazioni in tempo reale – abbiamo trovato il cantiere senza uomini e mezzi.
  Il 24 luglio. Su tutto quello che sto dicendo qui io ho fatto una relazione, corredata di tutti gli allegati a cui mi riferisco anche come argomentazione. Il 24 luglio ha rimosso attrezzature e uomini. Pag. 4
  Sì, noi eravamo – per quello che mi riguarda, io parlo al passato – mandatari e la società Italrecuperi era mandante.
  Nascono dei primi dissapori per la richiesta di documenti che non arrivavano. Abbiamo fatto veramente tanta fatica a cercare di reperire tutto quello che era necessario.
  È un'attività fatta di tante istituzioni, perché abbiamo un funzionario che ha il compito di controllare, ma ha anche un compito fondamentale, che è quello di dare gli accessi attraverso la delega che ha avuto dal magistrato.
  Penso che questa attività veda ormai già 6.000 file dal punto di vista della documentazione che dobbiamo fornire ogni volta che c'è un elettricista o qualcuno che deve mettere in sicurezza qualche attrezzatura. Dobbiamo essere muniti sempre di autorizzazione per l'accesso al cantiere.
  Qualche giorno prima di questo 24 luglio avevamo fatto una diffida. Sono sempre cose interne all'ATI, cose che capitano ogni giorno tra società che si raggruppano temporaneamente. Avevamo fatto una diffida per alcune inadempienze che abbiamo considerato gravi.
  Dopo questa diffida viene compiuto un atto gravissimo, perché...

  LAURA PUPPATO. Cosa dice la diffida?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. La diffida sostanzialmente parla di accordi interni e di situazioni nelle quali ci siamo trovati da un punto di vista economico.
  È un'audizione. Io non vorrei dire cose legate all'azienda, perché ci sono difficoltà e magari...

  PRESIDENTE. Noi abbiamo la documentazione con gli allegati. Per quanto riguarda lo scambio epistolare tra loro e Italrecuperi, abbiamo le lettere.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. No, io ho portato la diffida...

  PRESIDENTE. Noi abbiamo le cose che ci ha dato il funzionario.

  LAURA PUPPATO. Posso dire una cosa, presidente? Non ci interessa tutta la documentazione. Stiamo cercando di capire questa diffida quali oggetti avesse.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Glieli accenno. Sono relativi a degli accordi economici non rispettati, sostanzialmente inerenti a un pignoramento che ha subìto il conto dedicato dell'ATI. Infatti, noi siamo sotto protocollo di legalità dove incassiamo su un unico conto e abbiamo l'obbligo di pagare tutti i fornitori da quel conto corrente.
  C'è stato un pignoramento, ma può accadere, perché chiaramente tutte noi imprese possiamo vivere dei momenti di difficoltà e io sono l'ultima a poter parlare, visto che per due anni ho avuto l'azienda ferma. Ammetto di avere delle sofferenze chiaramente, perché se togli tutti i contratti a un'azienda... Io l'ho mantenuta in vita per non perdere i requisiti necessari, perché, come ricordate, io ho combattuto moltissimo per fare questo lavoro. Avrei potuto lasciarlo e chiedere il lucro cessante, ma ho voluto fare a tutti i costi questo lavoro.
  Se queste motivazioni avessero avuto una gestione e una comunicazione all'interno di un rapporto dati, io non avrei diffidato e avremmo trovato il modo. Innanzitutto l'avremmo saputo e magari avremmo potuto trovare una soluzione per evitare...

  PAOLA NUGNES. Mi perdoni. La diffida cosa comportava per l'Italrecuperi?

  PRESIDENTE. Scusate, prendete degli appunti. Finisce la relazione e poi fate le domande.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Rispondo, altrimenti perdo il filo del mio ragionamento. La diffida comporta un richiamo da parte della mandataria – ma a volte la può fare anche la mandante nei confronti della capogruppo – a dare evidenza di quello che è accaduto, a trovare soluzioni e a rimettere le cose nel giusto modo. Infatti, l'aspetto fondamentale per poter portare a termine questa Pag. 5commessa è la correttezza dei pagamenti con fornitori e subappaltatori. Già allora avevamo una parte di subappalto.
  Faccio un esempio. Quanti metri quadri di telo in HDPE (high-density polyethylene) abbiamo preso?

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Solo per i materiali geosintetici parliamo di 120.000 metri quadri di drenante, 60.000 metri quadri di HDPE e 60.000 metri quadri di bentonitico. Il valore commerciale di tutto il pacchetto, con un costo di acquisto di oltre 20 euro a metro quadro per 60.000...

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Parliamo di cifre importanti. Abbiamo comprato un HDPE che è il migliore esistente sul mercato internazionale, tanto che l'abbiamo comprato in Germania e tanto che siamo riusciti a essere affidati per una fornitura. Ovviamente poi, visto che la produzione viene fatta in funzione dei nostri ordini, se non paghi, si ferma tutto.
  Dunque, io non mi sono arrabbiata per il problema legato a una difficoltà economica, perché rispetto a queste cose noi povere imprese dobbiamo combattere anche con i torti subìti. Gli avvocati sono stati pagati da me, di certo non sono stati pagati né dalla stazione appaltante né da altri.
  Il modo di confrontarsi con una mandataria – siamo in solidale sui pagamenti, siamo in solidale su tutte le attività, quindi dobbiamo essere un'unica figura – è quello che mi è dispiaciuto. Avendo cercato i titolari dell'azienda per venti giorni di seguito tutti i giorni e non ricevendo mai risposte telefoniche eccetera, sono stata costretta ad adempiere a questa diffida che la norma mi consente.
  Dopo l'azione del 24 luglio, non avendo ricevuto né risposte né azioni che mi dessero l'evidenza che c'era una volontà di trovare delle forme per uscire da quell’impasse, ho fatto la risoluzione del contratto di ATI.
  La risoluzione del contratto di ATI è avvenuta, quindi, l'11 agosto. Faccio questa precisazione perché per me dall'11 agosto l'ATI è risolta e questo è insindacabile da chiunque. Non esiste un soggetto che mi possa dire: «No, non potevi farlo». Ormai faccio pure l'avvocato, nel senso che prima di fare azioni così forti mi documento e entro nella materia.
  Chiaramente una stazione appaltante ha invece il dovere di verificare i requisiti, sia di carattere generale che di carattere speciale, di prendere atto e, secondo me, di attivare velocemente il contratto di integrazione per poter proseguire con l'unico soggetto che intende proseguire.
  La mia non è un'accusa alla stazione appaltante, però in questi meccanismi non ci sono una velocità e una «preparazione» – consentitemelo – da un punto di vista legale. È chiaro che ci stanno mettendo troppo tempo.
  Abbiamo ricevuto una presa d'atto. La norma indica che l'azienda che rimane, oltre a mantenere i requisiti di partecipazione alla gara, deve anche dimostrare la capacità.
  In questa attività accadono cose che sono fuori dalla logica. Ci viene fatta una richiesta, alla quale abbiamo risposto e che poi le lascio, esattamente il 21 settembre. In vent'anni di attività, durante i quali abbiamo fatto tanti lavori pubblici da soli, non sempre in ATI, non ho mai avuto una stazione appaltante che nella richiesta di verifica di capacità chiedesse le attrezzature di proprietà.
  Abbiamo dato risposte con i documenti allegati, perché noi ci siamo attivati immediatamente. Le attività di Resit non si sono mai fermate, perché già era attivato un subappalto per la parte degli...

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Per quanto riguarda i subappalti noi avevamo già attivato e autorizzato formalmente dalla Sogesid il subappalto di Nuova ecologia, che, oltre alla posa dei teli, aveva ricevuto un'integrazione per la realizzazione della canaletta perimetrale, che era una delle attività propedeutiche per procedere alle successive fasi di stesura del terreno.
  In virtù di quanto esponeva prima la dottoressa Fiorani, ci siamo attivati per richiedere immediatamente l'integrazione Pag. 6ulteriore per effettuare anche operazioni di movimento terra sul corpo discarica.
  Parallelamente, soprattutto per evitare i fermi cantiere, la dottoressa Fiorani si è attrezzata per assumere personale in proprio e utilizzare la pratica che la norma gli consente, che è il noleggio a freddo degli automezzi, andando a cercare, proprio per velocizzare i controlli antimafia a cui siamo sottoposti per il protocollo di legalità, soggetti iscritti alla white list. Li abbiamo trovati e abbiamo avuto l'autorizzazione. In seguito abbiamo fatto richiesta al commissario. Ne abbiamo fatto comunicazione perché il sito è sotto sequestro, per avere le autorizzazioni da parte dell'autorità giudiziaria.
  Sulle autorizzazioni hanno avuto un po’ di tentennamenti. Dopodiché...

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Arriviamo alla parte fondamentale. Concludo un po’ il quadro, perché devo dare il chiarimento sulla situazione dell'ATI e sul proseguimento del lavoro.
  Ci siamo attivati per quello che ci consente la norma, che non viene mai travisata da noi, e abbiamo dato l'evidenza del subappalto. Devo ricordarvi che chi si occupa di ambiente non deve essere specializzato in movimento terra o in attività edili. C'è una gestione importante e ci deve essere un'organizzazione tale per cui gli uomini, i mezzi, i fornitori e tutto quello che richiede questo tipo di attività...
  Preciso che è un lavoro dove le attività sono sequenziali tra loro, quindi non possiamo mettere 45 uomini che fanno tutto, ma dobbiamo seguire il progetto con attività sequenziali.
  Arrivo al punto fondamentale. Io faccio solo una precisazione e poi lascio la parola all'ingegner Iorio. La criticità di questo lavoro è data soprattutto dal terreno vegetale, perché quando nel 2013 abbiamo partecipato alla gara avevamo disponibilità di terreno per il quantitativo necessario già opzionato. È inutile che preciso che l'abbiamo perso, perché non ti tengono 60.000 metri cubi di terreno per cinque anni.
  Pertanto, ci siamo attivati immediatamente. Devo dire che in questo si attivò anche la Italrecuperi reperendo diverse migliaia di metri cubi da un sito dove erano in procinto degli scavi.
  Noi a oggi già abbiamo investito in una società che ha dei cantieri in zona, oltretutto abbastanza vicino. Peraltro, hanno già presentato la pratica alla regione per ottenere l'autorizzazione all'utilizzo del materiale da poter portare in discarica, previa analisi dell'ARPA. Tuttavia, siamo molto collegati ai loro tempi di scavo e di costruzione. Il terreno è l'elemento più critico in assoluto.
  Qualche giorno prima di rispondere alla Sogesid, quando ci chiese la dimostrazione della capacità, avevamo fatto una richiesta di proroga. Su questo lascio la parola a Iorio, perché c'è parecchio da dire. Ti invito a essere sintetico e a non entrare troppo nell'aspetto tecnico. Illustra i motivi principali.

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Sicuramente, per quanto riguarda il terreno di copertura, ribadisco che è un elemento fondamentale, che noi abbiamo segnalato dalla consegna dei lavori; anzi, anche prima della consegna dei lavori avevamo segnalato che l'indisponibilità del terreno era un elemento fortemente limitante per tutta l'operazione.
  Noi, dal nostro punto di vista, abbiamo avviato tutte le attività che era possibile attivare. Rispetto alla nostra richiesta di proroga noi ci siamo opposti ai 90 giorni che ci avevano dato con scadenza il 27 ottobre, se non sbaglio. Non abbiamo presentato il cronoprogramma, perché sarebbe stato palesemente dichiarare il falso. Non c'è neanche la possibilità materiale di alimentare questi terreni.
  Parliamo del settembre 2017, quando ci chiedono di presentare un cronoprogramma con ultimazione lavori a ottobre 2017.
  Io per semplicità voglio solo indicare alcune tempistiche e alcune fasi che prevede la norma, giusto per chiarire. Al progetto originario è stata presentata una variante, che è nata in seguito a delle evidenze che sono emerse nel dicembre 2016. Noi abbiamo avuto la variante approvata il 4 agosto 2017. La norma prevede una sospensione dei lavori, l'approvazione della Pag. 7variante e successivamente l'esecuzione delle opere in variante.
  Noi abbiamo incominciato le opere, proprio per la delicatezza del cantiere in questione, nel dicembre 2016 e ci troviamo oggi i due corpi discarica completamente coperti. Praticamente la messa in sicurezza vera è già stata realizzata, perché viene fatta con i geosintetici, non è il terreno di copertura.
  Questo è il primo aspetto di cui inviterei a tener conto quando si parlerà di ritardi dell'impresa. Il secondo aspetto...

  PRESIDENTE. Dunque, voi avete già fatto le coperture con il materiale geosintetico? È importante. Visto che ci hanno detto che ci sono problemi di percolati e roba varia, un conto è se manca il terreno di copertura, un conto è se i corpi della discarica...

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Per quanto riguarda l'HDPE posso anche fornirvi dei dati. In seguito entriamo nel merito e parliamo anche delle lavorazioni. Ripercorro subito le attività che noi abbiamo fatto da dicembre.
  Abbiamo ripreso il telo di fondo, abbiamo posato lo strato gas-permeabile, abbiamo realizzato tutti i pozzi del biogas e del percolato, abbiamo effettuato la stesura del telo in bentonitico che sostituisce la barriera naturale di copertura, abbiamo messo la barriera geosintetica, che è quella in HDPE, su tutto, tranne che su una piccola parte. Infatti, avevamo necessità di lasciare spazio ai terreni di escavo delle vasche che il progetto prevede vadano sul corpo discarica. Se io avessi chiuso gli ultimi 2.000 metri quadri sui 60.000, automaticamente non avrei avuto la possibilità di andare a mettere materialmente il terreno.
  Queste attività già sono state fatte. Inoltre, abbiamo già avviato la realizzazione delle canalette e delle piste laterali e abbiamo incominciato ad alimentare il terreno. Proprio ieri abbiamo avviato le attività di stesura sul corpo discarica della cava x dei primi 50 centimetri, col terreno che abbiamo già approvvigionato.
  Ci avviamo anche a programmare le opere in cemento armato per le quali abbiamo avuto autorizzazione da parte del genio civile solo nel mese di luglio del 2017 (non 2016, non confondiamo, la consegna è nel 2016).

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. A distanza di un anno dalla consegna delle aree (agosto 2016), abbiamo ricevuto l'autorizzazione del genio civile il 18 luglio 2017.

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Questo è un fatto importante. Giustamente il presidente mi chiedeva se abbiamo completato la barriera geosintetica. Non l'abbiamo completata, perché, avendo avuto l'autorizzazione il 18 luglio, dovendo scavare le vasche di laminazione e dovendo portare quel terreno sul corpo discarica, se avessi coperto, avrei fatto un guaio.
  Manca solo l'aliquota di discarica della cava x necessaria per ospitare i terreni provenienti dagli escavi. Dopodiché, parliamo di opere accessorie, come i collegamenti ai pozzi. I collegamenti ai pozzi non possono essere fatti se non viene steso il terreno, perché dovendo stendere i tubi, se vado a passare materialmente il terreno, schiaccio i tubi, quindi devo prima stendere il terreno e poi passare i tubi. La stessa cosa dicasi per gli impianti.
  Viste l'interconnessione e la sequenzialità delle attività per garantire la corretta funzionalità dell'opera, come direttore tecnico di cantiere e responsabile dell'esecuzione delle attività, ho programmato queste attività in una fase successiva.
  È di tutta evidenza che la volontà dell'impresa è quella di eseguire le opere. Non nego che da consulente esterno già all'atto della consegna ho ritenuto la dottoressa Fiorani una pazza, perché riprendere in mano...

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Pazza no, coraggiosa.

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Riprendere in mano una situazione così delicata, con quel tipo di problematiche Pag. 8 relative ai terreni, è una cosa abbastanza delicata, anche perché voglio chiarire che non ci sono cave di prestito utilizzabili in Campania per quel tipo di terreni e, seppure si trovassero, i costi sarebbero esorbitanti. I materiali possono venire solo da attività di cantieri. Per quantità così importanti, non mi risulta che ci siano cantieri in attività in questo momento.
  Noi ci siamo scontrati con una problematica oggettiva – ritorno a quello che secondo me è veramente il problema da risolvere nell'immediato – ovvero che non abbiamo più il terreno che avevamo disponibile. Se lo abbiamo, abbiamo dei costi enormi, perché dobbiamo calcolare costi di trasporto e costi di acquisto, laddove di solito per i terreni provenienti da escavazioni si riescono a fare degli accordi a costo zero, pagando al limite il trasporto.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Voglio spiegare bene questo concetto, altrimenti sembra che non andiamo avanti per un problema economico. Quando si fa la gara, si presenta un'offerta. Se ci sono ritardi o situazioni temporali come quelle che abbiamo sostenuto, la norma indica la revisione di alcune voci. Noi non abbiamo ancora fatto questo.
  I due cantieri a cui ci stiamo riferendo partiranno, ma devono coincidere i nostri tempi con i loro, perché loro scavano e noi facciamo il cumulo, chiamiamo l'ARPA, eseguiamo le analisi, per cui deve essere un orologio svizzero a dir poco. Pertanto, finché abbiamo la disponibilità e la previsione, non facciamo un'eccezione economica. Adesso l'importante è reperire il materiale e poter proseguire nelle attività.
  Vorrei fare una precisazione. Arriviamo alla domanda che forse tra breve mi avrebbe fatto l'onorevole: quando finiamo? Noi abbiamo fatto una richiesta di proroga alla stazione appaltante il 12 settembre, dove diamo delle motivazioni per i ritardi, che non possono essere a carico dell'azienda.
  Dopo ve la leggerete, perché è la copia di quella inviata via PEC alla stessa stazione appaltante. Io credo che quando la leggerete salterete un po’ sulla sedia. Sono dei ritardi che vanno dal genio civile alla nomina della commissione di collaudo. Ci sono anche cose molto più stupide, nel senso che noi a volte facciamo delle richieste alla direzione lavori e passano due mesi prima di avere la risposta. Passa tantissimo tempo e c'è una grande confusione – di questo mi assumo la responsabilità – da un punto di vista operativo rispetto alle persone che seguono questo lavoro.
  Sicuramente noi per primi poniamo l'attenzione massima. Le richieste non partono a caso, ma chiaramente argomentiamo le cose e cerchiamo sempre di avere un rapporto costruttivo.
  Se inviterà Sogesid, credo che sia opportuno che chiami anche la direzione lavori e il RUP, perché le persone che seguono l'attività sono queste, non sono gli amministratori delegati. Io sono un po’ l'eccezione della situazione, perché vado sul cantiere molto spesso e vedo come funzionano le cose.
  Abbiamo richiesto 290 giorni di proroga. Lo dico senza problemi da un punto di vista di rivelazioni commerciali: quando ci sono una stazione appaltante e un'impresa che chiede una proroga temporale, è chiaro che le richieste si allungano sempre un po’, perché è un dato storico che chiedi dieci e forse ottieni cinque o quattro. È chiaro che la nostra proposta è stata fatta considerando un'attività svolta con tranquillità, ma è nostra convenienza accelerare i tempi, perché per noi più dura il cantiere e più costi abbiamo dal punto di vista delle strutture operative eccetera.
  A questa richiesta di proroga la stazione appaltante ci ha risposto proprio il 29 settembre, concedendoci 94 giorni di proroga, ma ancora io non ho il dettaglio. Credo che siano giorni di proroga avuti, non in funzione delle nostre richieste, ma per altre motivazioni che hanno trovato valide. Non so rispondere, perché non abbiamo il dettaglio delle motivazioni.
  Sicuramente mi ricordo il caldo che c'è stato ad agosto, dove per sicurezza abbiamo dovuto allontanare gli operai. In cantiere siamo arrivati a 50 gradi, quindi per le norme sulla sicurezza dei lavoratori e anche per rispetto degli stessi operai Pag. 9abbiamo dovuto fermare per qualche giorno le attività.
  Questa richiesta di tempi è sicuramente... Abbiamo invitato la stazione appaltante a fissarci un appuntamento per trovare un punto d'incontro comune. Anche ieri parlando al telefono con il RUP ho detto che noi faremo tutto velocemente, perché – lo ripeto – è un nostro interesse attivare e concludere, anche perché, se facciamo i lavori, facciamo i SAL e, quindi, fatturiamo e incassiamo. Non siamo dei pazzi che rimangono mesi e mesi senza portare nessun tipo di produzione.
  L'unico elemento che potrà modificare i tempi di ultimazione delle attività è il terreno vegetale. Io ho mandato alla stazione appaltante l'evidenza di accordi già presi, per cui, se la stazione appaltante si muove nel farci l'atto integrativo che dà evidenza del fatto che siamo rimasti soli (perché io non intendo procedere insieme alla mandante, per me è un rapporto finito), possiamo dare seguito alla richiesta. La società che fa le grandi opere e che si sta occupando dei lavori in essere in regione Campania può procedere nel presentare la domanda alla regione Campania con chi sta facendo il lavoro. Infatti, noi a oggi ancora abbiamo confusione tra ordini di servizio che arrivano all'ATI e richieste che fanno alla Tre Erre. Siamo nel caos totale.
  Ho mallevato la stazione appaltante da qualsiasi azione che farà Italrecuperi, perché me la vedrò io. Ci tengo a precisarlo. Per una scelta che faccio io come impresa, non lascio la stazione appaltante nel rischio di avere 8 miliardi di richieste di danni. Ho mallevato con un atto notarile dove dico che la causa è tra me e Italrecuperi, perché sono rapporti interni.
  Se io arrivo a fare un recesso di contratto di ATI, che è raro (infatti, si trova sempre un modo per ricreare un minimo di alleanza), vuol dire che ho i motivi per farlo, perché io non posso mettere a rischio né l'attività né tantomeno la mia azienda, non ci penso proprio. Se continuano ad arrivare i pignoramenti io non lo so, ma quei soldi servono per svolgere il lavoro. Non è possibile che da una parte svolgo un lavoro, pago i fornitori e poi, nel momento in cui incasso, subiamo i pignoramenti da tutto il mondo. Non si può.
  Di conseguenza, io – lo ribadisco nel corso di questa audizione – o continuo da sola oppure lascio perdere. Questa è l'unica certezza che posso dare al momento.

  PRESIDENTE. Grazie. L'esposizione mi sembra abbastanza esaustiva. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLA NUGNES. Mi farebbe piacere sapere molto concisamente su Nova Ambiente...

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Mi farebbe piacere poterle rispondere sull'argomento.

  PAOLA NUGNES. Lei ha detto che ha trovato conveniente formare l'ATI prima di partecipare alla gara d'appalto con l'Italrecuperi. Rispetto a questa cosa ha avuto suggerimenti, qualche tipo di pressione, che al momento non aveva valutato tale?
  Qual è la posizione di Italrecuperi in questo momento? Come si sta comportando? Ha fatto qualche ricorso? Ha fatto qualche atto legale contro di voi?
  Avete parlato del progetto di variante, che comunque ha spostato i tempi. Era l'agosto 2016?

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Era il 4 agosto 2017.

  PAOLA NUGNES. Per quanto riguarda il cronoprogramma all'atto del contratto, era il 27 ottobre la data di fine lavori, cioè prima della variante al progetto e prima dell'insorgere delle sue richieste? Voi avete ottenuto 94 giorni di proroga, ma che richiesta facevate? Quanti giorni sono stati fermi i lavori?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Riguardo alle pressioni assolutamente no, perché se solo avessi avuto un accenno di pressione non avrei mai fatto l'ATI. Pag. 10
  Come vi ho spiegato nella precedente audizione, è stata una coincidenza, perché avevamo partecipato a una manifestazione d'interesse in passato, quindi nel momento in cui sono usciti i bandi di questa gara abbiamo preso questa decisione, seguendo il ragionamento che le avevo fatto, ovvero che avere una persona sul territorio diventa un'agevolazione, sempre nel rispetto della legge, come capacità di avere immediatamente delle risposte alle esigenze del cantiere.
  La seconda domanda...

  PAOLA NUGNES. In questo momento la Italrecuperi come si sta comportando?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. La Italrecuperi chiaramente sta mandando lettere di diffida. Io nemmeno le leggo. Le posso dire la verità? Io non le considero. Ritiene di aver fatto tutto lui, quando io ho l'evidenza che sulle attività sinora svolte, proprio per quello che vi dicevo prima, ovvero che questa è un'attività che bisogna vedere nella totalità, lavori in cantiere e forniture...
  Infatti, su un appalto di 3,5 milioni ci sono forniture per circa 2 milioni di euro; ciò vuol dire che genera l'importo dell'appalto, quindi non si possono scindere le due cose.
  La Italrecuperi fino a oggi ha svolto attività da un punto di vista di opere edili pari all'1,5 per cento. L'attività complessiva fatta fino a oggi – questi sono dati che prendo dai registri di contabilità, non sono calcolati a occhio – è pari al 30 per cento.
  Pertanto, con l'utilizzo dei subappalti e le attività che faremo direttamente da un punto di vista legato al requisito OG12, manca il 35 per cento, perché poi ci sono alcune attività che erano scorporabili in sede di gara, per cui devono essere affidate tal quali. Ho risposto alla seconda domanda.

  PAOLA NUGNES. È stata pagata per queste attività la Italrecuperi?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Assolutamente sì, perché se un pignoramento viene fatto a lei vuol dire che i soldi sono suoi, nel senso che sono stati utilizzati e vale come incasso. Infatti, se arriva un pignoramento...

  GIOVANNA PALMA. È stato fatto proprio un pignoramento presso terzi?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Sì, un pignoramento sul conto presso il lavoro ex Resit. Oltre a questo, avevo già destinato delle somme, proprio perché capisco che ci sono operai in campo, spese di carburante eccetera. Erano state pagate delle somme importanti. Comunque, sono sempre situazioni dove sono agli atti sia i bonifici che...
  Chiaramente le discussioni nascono anche per delle richieste che io considero ancora oggi – poi ce la vedremo in tribunale – abbastanza esose. Se tu fai un lavoro con me che sei mandante, non sei un subappaltatore, quindi ti devi attenere all'offerta presentata; poi, se siamo in perdita, condividiamo la perdita, non è che tu guadagni e io perdo. Non sta in piedi.
  Tuttavia, continuo a voler precisare che avrebbero potuto essere risolvibili, se ci fosse stato un atteggiamento costruttivo. Nel momento in cui ritiri gli automezzi, per me è finita, perché vuol dire che non abbiamo lo stesso obiettivo, che è quello di fare il lavoro e poi discutere in caso tra noi.
  Sull'appalto cosa mi aveva chiesto?

  PAOLA NUGNES. Le posso rifare?

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. C'era la domanda sul 4 agosto 2017.

  PAOLA NUGNES. Sì, mi ha risposto. Mi chiedevo da quale dato oggettivo era scaturita la richiesta di una variante.
  Le rifaccio tutte le domande. Quand'era prevista la fine dei lavori nel primo contratto? A quando, invece, era la vostra richiesta? La Sogesid che atto ha fatto di risposta alla vostra richiesta di atto integrativo? Come vi ha risposto ufficialmente?

Pag. 11

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Ripeto le cose che ho detto prima. Le riassumo velocemente, perché magari anch'io posso sbagliare passando da un argomento all'altro, quindi capisco che posso creare confusione in lei.
  L'atto di risoluzione del contratto di ATI è stato presentato l'11 agosto da parte nostra. La Sogesid prende atto di questa risoluzione di ATI, ma deve verificare il mantenimento dei requisiti, quindi alla data del 21 settembre ci ha fatto delle richieste rispetto alla capacità di poter procedere. Pertanto, l'atto integrativo è successivo alla nostra risposta, ma ancora non l'abbiamo ricevuto.

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. In merito alle tempistiche riepilogo rapidamente, così facciamo chiarezza.
  La consegna, come abbiamo detto, è il primo agosto 2016. Aggiungo una cosa che prima mi era sfuggita, però con la sua domanda mi è venuta in mente. Nel settembre 2016 ha luogo una sospensione dei lavori, perché erano scadute le autorizzazioni all'accesso in quanto sito sequestrato e, in mancanza della nomina del commissario, che aveva finito il suo mandato, non avevamo possibilità di avere l'autorizzazione a far entrare i mezzi. La prima proroga di 90 giorni, quella che aveva traslato dal mese di luglio al 27 ottobre, era legata anche a queste motivazioni.
  Nel dicembre 2016 cominciamo a fare dei saggi per avviare le attività, atteso che dovevamo riprendere i teli di fondo che dovevano trovarsi a piano campagna. Li troviamo a quattro metri di profondità e ciò ha richiesto attività supplementari impreviste e non prevedibili all'atto dell'appalto, che la direzione lavori presenta tra le motivazioni della perizia a giustificazione della variante.
  In quel momento, con gli scavi aperti a quattro metri di profondità, in una discarica, sotto gli occhi di tutto il mondo, l'idea migliore era quella di avviare immediatamente le coperture. In pendenza dell'approvazione e della redazione della variante, piuttosto che fermarci – ne avevamo tutte le facoltà, perché lo prevedeva la norma – abbiamo ritenuto a sbalzo...
  Infatti, se ad agosto 2017 veniva detto – ma non è stato detto, faccio solo un'ipotesi – dalla direzione lavori «hai eseguito le opere difformemente al progetto, io non ti pago», così doveva essere. Dovevamo ripristinare lo stato dei luoghi. A sbalzo abbiamo proceduto fino al 4 agosto 2017, quindi da dicembre 2017 all'agosto 2018.
  Visto che si avvicinava l'ultimazione dei lavori e visto che abbiamo firmato con riserva la perizia di variante in merito ai tempi, perché ci davano solo 90 giorni di tempo per fare delle lavorazioni che ne richiedevano molti di più, abbiamo presentato questa richiesta di proroga motivata, alla base della quale erano posti tre elementi cardine fra gli altri.
  Il primo è che la perizia di variante richiede la sospensione parziale, quindi automaticamente uno slittamento dei termini, perché noi dovevamo stare in sospensione. Il secondo elemento fondamentale è la mancata presentazione dell'autorizzazione sismica. La presentazione dell'autorizzazione sismica, infatti, è avvenuta nel mese di giugno 2017. Credo che la commissione di collaudo sia stata nominata nel mese di maggio. Perdonatemi se sono impreciso; non conosco l'atto, però ho fatto la prima riunione di collaudo nel mese di maggio 2017. In quella sede è stato firmato il progetto, che è stato consegnato al genio civile, che in un mese ci ha dato l'autorizzazione sismica. Non so se mi spiego.
  Queste motivazioni, che per noi erano forti, accoppiate al fatto di aver trovato il terreno, perché la volontà di accelerare c'è tutta e anche di anticipare rispetto alla richiesta un po’ «gonfiata» – passatemi il termine – dei 290 giorni – le do l'altra risposta – avevano il senso di dire: «Partiamo da un giorno zero. Abbiamo avuto queste difficoltà. Vogliamo produrre».
  Personalmente ho suggerito di non presentare il cronoprogramma nel mese di settembre 2017, perché la richiesta di presentare un cronoprogramma a settembre 2017 che doveva finire a ottobre 2017 era una richiesta senza alcuna logica, che io non avrei mai sottoscritto.
  Se verifico che domani ho il terreno, farò di tutto per rispettare i 94 giorni che Pag. 12loro ci hanno proposto, ma non sono sicuro, quindi oggi non posso sottoscrivere un documento che mi dice che in 94 giorni lo faccio. È una questione di onestà intellettuale nei confronti di chi ci guarda, proprio perché noi vogliamo fare di questo cantiere il nostro fiore all'occhiello. Lo dico anche io come professionista.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Voglio aggiungere solo una cosa, perché io ho l'abitudine di metterci anche la mia responsabilità.
  Sicuramente qualche giorno di ritardo è stato causato anche da noi – ci tengo a precisarlo – nel senso che l'attività è partita troppo lentamente. Ci siamo mangiati almeno un paio di mesi. Tutto il resto è documentato. Lo voglio dire per correttezza deontologica.

  LAURA PUPPATO. Mi piacerebbe comprendere rispetto all'appalto originario (perché poi c'è stata la variante) qual è lo stato d'avanzamento lavori effettivo, considerate le modalità con cui normalmente si valuta un lavoro.
  In secondo luogo, vorrei sapere rispetto alla variante che importo in incremento avete avuto e rispetto alla variante che stato d'avanzamento lavori avete?
  Inoltre, ho due domande specifiche sulle due questioni che voi avete sollevato. La prima è relativa al terreno vegetale. Poc'anzi il consulente diceva: «Oggi siamo senza terra. Il costo diverrebbe enorme se noi andassimo ad acquistare terreno vegetale originale, buono, direttamente da chi lo vende e non dai cantieri che sono in corso».
  La mia domanda, che credo sia la domanda che è sulla bocca di tutti, è: i 60.000 metri cubi che avevate a suo tempo trovato, laddove il cantiere fosse partito come doveva nel 2013, con quali costi e dove li avevate trovati? Come mai non è più stato possibile, per esempio, reperire dalla stessa fonte? Come mai c'era questo terreno in quantità così enorme e oggi non c'è più?
  Relativamente al tessuto geosintetico, alla barriera e all'HDPE, lei ha accennato al fatto che i fornitori – questo è naturale e ovvio – se non si paga non provvedono alla consegna. In tal senso come siete messi? Lei parla di 2.000 metri quadri di telo su 60.000 metri quadri, ma ha parlato anche di 120.000 ulteriori metri quadri e di altri 60.000. Ci faccia un po’ il quadro corretto generale.

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Rispondo prima io per la parte della variante e dello stato di avanzamento. Lo stato di avanzamento ufficiale da SAL è il 30 per cento, ma non è quello reale. Infatti, una parte non poteva essere liquidata, seppur le lavorazioni fossero state realizzate in precedenza, perché mancava l'approvazione della variante.
  Per quanto concerne l'avanzamento della variante, in realtà siamo intorno al 35-40 per cento. Immaginiamo di poter fare il quarto SAL a breve, solo con le lavorazioni già eseguite e con la stesura del terreno che già è disponibile in cantiere.
  Il terreno disponibile in cantiere è di circa 38.000 – non vorrei sbagliarmi – sui 60.000 necessari. Dico questo anche per agevolare la dottoressa Fiorani nella sua risposta.
  Per quanto riguarda l'altro elemento, che è l'incremento di prezzo che si è avuto, siamo comunque contenuti nell'ambito del 5 per cento che è di competenza della direzione lavori. Parliamo di non oltre 50.000 euro, perché ci sono delle somme che vengono tolte e delle altre che vengono aggiunte. È irrisorio rispetto all'importo generale dell'appalto.
  L'avanzamento percentuale – lo ripeto – a oggi sarà tra il 35 e il 40 per cento. Rispetto all'importo di variante, visto che la somma è esigua e la differenza è il delta, sarà più o meno quello.
  In merito alla disponibilità voglio chiarire. Io ho detto anche che in Campania oggi di cave non ce ne sono. Significherebbe venirlo a prendere a Roma, ma è illogico, è impensabile. Perciò parlavo di costi esorbitanti. In ogni caso, come diceva prima la dottoressa Fiorani, noi abbiamo trovato una soluzione, che va fatta collimare solamente con le tempistiche.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Aggiungo che in questa soluzione Pag. 13 io ho già considerato anche la copertura per Nova Ambiente. Chiaramente i quantitativi che vengono a formarsi nel futuro ci danno la possibilità di... Posso dire anche il numero: parliamo di 100.000 metri cubi, per cui nella mia ottica, visto che ho anche un altro lavoro da eseguire, mi sono già espressa nei confronti dell'azienda che produrrà questo terreno per coprire anche l'attività di Nova Ambiente. Questo è un fatto importante.
  Sicuramente – lo ripeto – la tempistica a oggi importante da accelerare è l'atto integrativo che ci consente di presentare la richiesta in regione con la nomina di chi deve eseguire.
  Faccio un inciso. La settimana scorsa io sono stata contattata dall'ingegnere ambientale che fa parte di questa azienda, il quale mi ha detto: «Ho pronto l'atto da depositare alla regione». Aveva già inserito solo il nome di Tre Erre. Siccome io non amo fare le cose scorrette neanche da un punto di vista sostanziale oltre che formale, l'ho fermato, perché ho detto: «Devi mandare un atto alla regione. Io ancora non ho l'atto integrativo che mi consente di parlare solo in nome proprio e per mio conto». Già abbiamo perso una settimana. Dunque, la cosa principale è l'atto integrativo che ci consenta di continuare con questa procedura.
  Ahimè, farei un inciso, se posso. La dottoressa non me lo ha domandato, ma devo precisare questo: la procedura intrapresa con questa azienda relativa ai grandi interventi è stata da noi avviata a maggio-giugno, perché abbiamo saputo che erano stati assegnati dei cantieri e stavano partendo.
  Credo di aver mandato dieci e-mail all'Italrecuperi, perché la procedura interna di questa grande azienda prevede di qualificare tutti i fornitori prima di avviare e di considerare di poter procedere insieme per questo tipo di attività. Sono delle procedure interne, perché sono lavori importanti. È un'azienda privata che si comporta, giustamente, come un'azienda pubblica quando deve qualificare il fornitore. Basta dare i documenti richiesti, come vengono richiesti dalle pubbliche amministrazioni, che gli consentano di fare, laddove non esiste una white list, tutta la documentazione relativa alla certificazione antimafia. Sono tutte le informazioni normali che ogni giorno possono essere richieste.
  Italrecuperi non ha mai risposto. Magari avranno avuto impegni, magari non avranno visto l’e-mail, ma uno telefona, richiede, rimanda l’e-mail. Anche questo mi ha portato a una certa esasperazione, perché non posso fare da balia ogni due secondi dicendo: «Dobbiamo fare questo, dobbiamo fare quello».
  Nel momento in cui si scrive «forse siamo fortunati, abbiamo reperito il terreno mancante», io credo che la mandante si debba attivare immediatamente, come ho fatto io, a inviare tutti i documenti che avrebbero consentito di qualificare l'ATI nell'albo fornitori dell'azienda che ha la proprietà del terreno.
  Non è stato mai inviato un documento, quindi io, per poter accelerare le pratiche, quando ho fatto la risoluzione del contratto di ATI ho parlato con il direttore tecnico dell'azienda dicendo «procedo da sola», perché io non posso fermarmi in attesa di avere dei documenti. Non parliamo di documenti rilevanti, per cui bisogna preparare delle relazioni, ma di documenti societari.

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. C'è la questione dei teli che vorrei chiarire. I teli sono stati tutti approvvigionati. L'appalto è di 3,6 milioni e siamo al 40 per cento di avanzamento. Come vi ho detto prima, l'intero pacchetto di copertura incide per circa 20 euro al metro quadro (lasciatemi il beneficio dell'euro in più o in meno), che per 60.000 metri quadrati fanno 1,2 milioni, ossia il 30 per cento dell'appalto solo di teli e forniture.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Abbiamo fatto consegnare tutto in cantiere proprio per avere già il materiale disponibile in funzione delle famose attività sequenziali. La fornitura è totale.

  RAFFAELE IORIO, Direttore tecnico di cantiere. Penso che per la maggior parte siano stati pagati. Pag. 14
  Rimarranno dei residui, che pagheremo con i prossimi SAL se ci riusciremo.

  GIOVANNA PALMA. Io voglio essere breve data l'ora tarda. Non so se sia di competenza della Commissione o meno (qui non siamo in un tribunale sugli aspetti tra voi e l'altra società), però quello che mi interessa personalmente capire è quanto possa inficiare sul prosieguo dei lavori questa discrepanza che si è creata tra voi e l'altra società. Infatti, suppongo che avrà inizio un contenzioso e mi chiedo se questo comporterà un ulteriore stop ai lavori, dato che c'è stato già uno stop durato quattro anni.
  Mi è sembrato di capire che, nonostante la richiesta di una variante che è stata fatta a dicembre dell'anno scorso, tutto sommato, come ha detto il direttore dei lavori, voi siete riusciti a fare l'80 per cento della messa in sicurezza. Manca soltanto questo terreno, o almeno così mi è parso di capire.
  Quando lei dice «Io provo a reperire il terreno di volta in volta a seconda di quello che riesco a trovare sul territorio per evitare ulteriori spese», non mi è chiaro da dove proviene, che tipo di contratti fa, come arriverà. Mi sembra che viviate un po’ giorno per giorno.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Devo avere per forza l'arte di rimediare, perché altrimenti avrebbe voluto dire non farmi consegnare nemmeno il cantiere per un problema del genere.

  GIOVANNA PALMA. Io ho capito la difficoltà iniziale, perché voi non avete potuto reperire quel terreno illo tempore – questo è molto chiaro – però dopo cinque anni è possibile che non si riesca più a trovare altro terreno?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. I cinque anni non sono per me. Io ho avuto il cantiere nell'agosto del 2016, quindi non sto sull'attività da cinque anni.
  Non vivo giorno per giorno, ho fatto già da diversi mesi una ricerca relativamente alle grandi opere previste in regione, ho preso contatti e ho cercato di contrattualizzare gli unici punti importanti. Non vado a cercare i 500 metri cubi a seconda dei cantieri, ma cerco attività che possano generare grandi quantitativi. Quello che dice lei sarebbe giornalmente andare in cerca dello scavetto...

  GIOVANNA PALMA. Quindi ha già un'idea dei cantieri?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Non ho un'idea, ho una certezza. Non c'è un contratto sottoscritto per ora, perché il contratto si sottoscrive nel momento in cui c'è la verifica da parte dell'ARPA su tutto quello che concerne la bontà del terreno da un punto di vista analitico. Io prima di sottoscrivere un contratto voglio la certezza che quel terreno abbia le caratteristiche adeguate per l'utilizzo che bisogna farne.
  Credo di aver reperito i quantitativi. Dico «credo» solo perché ci sono queste verifiche analitiche e perché, come ho detto poco fa, finché non avvio l'iter con la società che deve provvedere a fare questi scavi, rimaniamo ancora così. I quantitativi sono importanti e voglio precisare che non li vado a cercare giorno per giorno.
  Qual era l'altra domanda?

  PRESIDENTE. L'onorevole Palma aveva chiesto quanto questo contenzioso potrebbe inficiare...

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Se la stazione appaltante non prende atto di questa risoluzione del contratto di ATI, inficia nel senso che siamo un'impresa che al momento non so se definire mandataria o impresa singola, per cui tutto questo è complicato.
  Nel caso in cui, invece, la stazione appaltante prendesse atto velocemente con l'atto integrativo di cui ho già detto più volte, i contenziosi, per quello che mi compete sapere, sarebbero tra me e la Italrecuperi. Infatti, l'atto di risoluzione del contratto non è stato fatto dalla stazione appaltante ma da me, quindi sono dei contenziosi che andranno a crearsi tra le due Pag. 15imprese. Non può essere portata in causa la stazione appaltante, perché è un atto che decide l'impresa, non è sindacabile. L'unico obbligo della stazione appaltante è quello di verificare i requisiti e la capacità relativamente alla continuazione e al completamento delle opere. Punto.

  GIOVANNA PALMA. Dunque, lei mi sta dicendo in parole povere che, se la stazione appaltante dice che voi siete in grado di portare avanti i lavori, potete farlo tranquillamente e vi portate dietro voi quel contenzioso con i pagamenti.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Certo, noi già stiamo facendo i lavori da soli al momento.

  GIOVANNA PALMA. Quindi, in pratica potrebbe anche non inficiare la continuità dei lavori?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Non può.

  PRESIDENTE. Non può, non deve, perché, se la stazione appaltante decide che loro non hanno i requisiti per poter andare avanti da soli, rescinderà il contratto; allora dopo si aprirà probabilmente un contenzioso.

  GIOVANNA PALMA. Quando farà questo la stazione appaltante?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Ha già verificato i requisiti, per cui non mi può dire «arrivederci e grazie». La capacità tecnica è data dall'evidenza che abbiamo dato, a fronte della richiesta che ci è stata fatta il 21 settembre, che per il completamento delle attività faremo e già stiamo facendo quello che la norma degli appalti consente.
  Noi possiamo affidare fino al 30 per cento del valore in subappalto le attività della categoria prevalente, che è l'OG12. Penso che oggi siamo su un subappalto del 10 per cento o meno. Ci siamo attrezzati con svariati automezzi pronti per le attività, perché non abbiamo lo spazio per mettere quindici escavatori o dieci pale meccaniche, per cui interverremo con gli automezzi necessari fase per fase.
  Dunque, noi già abbiamo dato la risposta. Attendiamo l'atto integrativo, che non è nient'altro che un atto da inserire nel contratto nel quale la stazione appaltante, fatte le verifiche sulla capacità di poter continuare... Ripeto che è una contraddizione, in quanto è già evidente, perché stiamo lavorando.

  GIOVANNA PALMA. Quindi si aspetta. I tempi di attesa...

  PRESIDENTE. Dopo chiederemo alla Sogesid. Vorrei sapere una cosa. Rispetto all'inizio di questo contenzioso, la stazione appaltante quando è intervenuta temporalmente? Non vi ha mai convocato come parti?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. La domanda è: nel momento in cui avete comunicato la risoluzione del contratto di ATI, quando vi ha risposto la Sogesid?

  PRESIDENTE. Sì, oppure se in precedenza la stazione appaltante aveva notato qualcosa che non andava e se vi ha mandato qualcosa. La prima comunicazione in cui la stazione appaltante interviene è successiva alla lettera che fate voi? Prima loro non sono mai intervenuti? Non hanno mai chiesto chiarimenti?

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. No. La lettera arriva l'11 agosto e sappiamo che le stazioni appaltanti chiudono gli uffici, per cui magari venti giorni sono passati non per cause riferibili alle persone, ma perché la Sogesid ha riaperto gli uffici il 28.
  Ci è arrivata la comunicazione della presa d'atto un mese dopo, l'11-12 settembre.

  PRESIDENTE. E non vi ha mai convocato? Non ha mai convocato le parti?

Pag. 16

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. No.

  PRESIDENTE. Vi ringrazio. Abbiamo acquisito elementi ulteriori.

  EMILIA FIORANI, Amministratore unico della Tre Erre. Posso fare una richiesta alla Commissione? Credo che faccia parte della logica di una Commissione che verifica tutto quello che avviene. Vorrei che ci fosse un intervento da parte della Commissione affinché tutte le procedure necessarie per una piena ripresa delle attività vengano perseguite dalle istituzioni presenti in questo tipo di attività: funzionario e stazione appaltante.

  PRESIDENTE. Noi, come sa, siamo una Commissione d'inchiesta. In teoria dovremmo solo verificare se le cose sono state fatte bene o fatte male. Tutto quello che c'è in più deriva da una volontà politica che di volta in volta la Commissione mette in campo. È evidente che, anche per l'importanza dell'appalto, ci interessa che le cose funzionino.
  Noi abbiamo chiamato i soggetti proprio per quel motivo, così come abbiamo fatto in altre situazioni, con l'obiettivo di provare ad andare avanti perché il problema venga risolto. Noi lo facciamo di default. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.30.