XVII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 27 di Giovedì 28 settembre 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Realacci Ermete , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, sul rafforzamento delle misure per la riqualificazione, la messa in sicurezza e il risparmio energetico del patrimonio edilizio da inserire nel prossimo disegno di legge di bilancio (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Realacci Ermete , Presidente ... 2 
Delrio Graziano , Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ... 3 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 
Delrio Graziano , Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ... 7 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 
Borghi Enrico (PD)  ... 7 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 
Borghi Enrico (PD)  ... 7 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 
Borghi Enrico (PD)  ... 7 
Pellegrino Serena (SI-SEL-POS)  ... 8 
Realacci Ermete , Presidente ... 9 
Pellegrino Serena (SI-SEL-POS)  ... 9 
Mariani Raffaella (PD)  ... 10 
Daga Federica (M5S)  ... 10 
Arlotti Tiziano (PD)  ... 10 
Marroni Umberto (PD)  ... 11 
De Menech Roger (PD)  ... 11 
Realacci Ermete , Presidente ... 12 
Pastorelli Oreste (Misto-PSI-PLI-I)  ... 12 
Iannuzzi Tino (PD)  ... 12 
Bianchi Stella (PD)  ... 13 
Zanin Giorgio (PD)  ... 13 
Braga Chiara (PD)  ... 14 
Realacci Ermete , Presidente ... 14 
Delrio Graziano , Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ... 14 
Realacci Ermete , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Civici e Innovatori PER l'Italia: Misto-CIpI;
Misto-Direzione Italia: Misto-DI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-UDC-IDEA: Misto-UDC-IDEA;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI;
Misto-FARE!-PRI-Liberali: Misto-FARE!PRIL;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti: Misto-PSI-PLI-I.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ERMETE REALACCI

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera, nonché la trasmissione diretta sulla web tv.

Audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, sul rafforzamento delle misure per la riqualificazione, la messa in sicurezza e il risparmio energetico del patrimonio edilizio da inserire nel prossimo disegno di legge di bilancio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, che ringraziamo per aver accolto il nostro invito tempestivamente. Il nostro incontro è volto a capire come lavorare in vista dell'esame del disegno di legge di bilancio.
  Come sapete, con il Ministro Delrio c'è un rapporto di profonda e proficua collaborazione su molti terreni, quindi mi permetto di entrare subito nel merito, evitando la rigida applicazione del protocollo. L'oggetto dell'incontro, come sapete, è relativo all'attuazione, al miglioramento e alla modifica di una politica che questa Commissione ha sempre presidiato con grande forza, vale a dire la politica degli incentivi all'edilizia volti al recupero, alla riqualificazione, al risparmio energetico, alla messa in sicurezza antisismica e così via.
  Per lanciare la palla al Ministro, ricordo dove eravamo rimasti. Questa è materia del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ma, a parte il ruolo del Ministero dell'economia e delle finanze, vi sono segmenti di competenza anche del Ministero dell'ambiente e dello stesso Ministero per lo sviluppo economico. Il pivot, però, è il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, responsabile delle politiche edili.
  L'anno scorso, durante l'esame del disegno di legge di bilancio 2017, a seguito di un dibattito svoltosi anche con il Ministro, abbiamo tradotto in condizioni, e poi in emendamenti alla Commissione di merito – il relatore, se non sbaglio, è stato il collega Iannuzzi, o il collega Borghi, non ricordo bene – alcuni punti condivisi.
  Uno riguardava l'inserimento della bonifica e rimozione dell'amianto tra gli interventi ammessi alle detrazione fiscali del cosiddetto «Ecobonus», allo scopo di favorirne l'eliminazione dai tetti delle case e dei capannoni. Sappiamo che si tratta di un problema serissimo, sul quale ci si è sostanzialmente bloccati dopo che l'incentivo legato all'installazione di pannelli fotovoltaici è venuto meno. L'incentivo aveva favorito la rimozione di un po’ di amianto dai tetti. Adesso, la partita si è fermata.
  In secondo luogo, si è chiesto di estendere la detrazione fiscale del 50 per cento agli interventi sul verde urbano esterno (terrazzi, giardini), con una forma di incentivazione analoga a quella che è prevista praticamente per tutte le azioni in campo edile.
  Ricordo che il decreto di riferimento prevede interventi fino alla lettera l) – di fatti, il nostro emendamento partiva dalla lettera m) – che coprono tutto, dai tramezzi ai sanitari, ai garage, tutto. L'idea era di aggiungere gli interventi sul verde, perché Pag. 3 hanno un effetto sia dal punto di vista del clima, sia dal punto vista dell'inquinamento, sia dal punto di vista della qualità delle città.
  In terzo luogo, sempre nella fascia bassa dell'incentivazione, abbiamo proposto l'accesso al credito d'imposta per le certificazioni statiche che, se fatte seriamente, costano. Abbiamo anche il problema della certificazione energetica, ma questa è un'altra partita. Attualmente, tali certificazioni sono dequalificate purtroppo perché quelle serie vengono assimilate a quelle fatte su Groupon con autodichiarazione. Ed è chiaro che non è la stessa cosa.
  Le certificazioni sismiche costano. Attualmente, il costo può essere recuperato dai singoli e dai condomini solo se successivamente si fanno i lavori, mentre noi abbiamo interesse che ci sia un'informazione diffusa dei cittadini. Anche come premessa per attivare l'importante circuito dell'edilizia, sarebbe importante – francamente, l'operazione non costa molto – introdurre questa forma di incentivazione, anche con la detrazione fiscale del 50 per cento.
  Infine – questa è la sollecitazione venuta dal Ministro Delrio, che noi recepimmo pienamente – c'era la proposta di estendere le agevolazioni anche all'edilizia pubblica.
  Questi erano i punti principali.
  Abbiamo fatto avere al Ministro il prezioso lavoro che, come ogni anno, il Servizio studi della Camera ha realizzato assieme al Cresme, aggiornando i dati e, sostanzialmente, confermando la forza di quest'insieme di misure. Quanto al «sisma bonus», come sappiamo, pur essendo stato reso accessibile e comprensibile, è ancora largamente sconosciuto e non presenta dati significativi. L'insieme delle agevolazioni, però, anche per quest'anno fa prevedere l'attivazione di investimenti per 28 miliardi di euro e di posti di lavoro per 400.000 unità. Stiamo parlando della più importante manovra anticiclica fatta nel corso di questi anni in Italia.
  Abbiamo chiesto al Ministro di venire in audizione per capire come organizzare il lavoro successivo e, soprattutto, per sapere se queste misure, in tutto o in parte, possono essere introdotte già nella versione del disegno di legge di bilancio che il Governo invierà alle Camere. L'anno scorso provammo ad inserire tali misure un po’ in corsa, poi saltò tutto. Ricorderete, infatti, che l'articolo 2 non fu esaminato alla Camera, quindi non potemmo lavorarci, e al Senato il disegno di legge fu approvato così com'era, perché dopo il risultato referendario c'era una grande fibrillazione nel Paese.
  Chiedo scusa per la premessa, Ministro, e le do la parola.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Vi ringrazio della convocazione, che rappresenta un'occasione di confronto. Ovviamente, come ha ricordato bene il presidente Realacci, c'è un rapporto di reciproca collaborazione, e quindi molte di queste politiche, che sono state politiche di successo, sono dovute anche alla vostra azione di stimolo e di lavoro costante. Davvero, quindi, in questo caso è il Governo che ringrazia il Parlamento, perché le proposte molto spesso sono nate da vostre sollecitazioni.
  Intanto, permettetemi di fare una premessa, che poi è la premessa che giustifica la nostra azione.
  Negli ultimi due anni abbiamo osservato finalmente un incremento nel volume totale degli investimenti. Bisogna fare molta attenzione, perché spesso ci si concentra sul tema degli investimenti pubblici, che però rappresentano soltanto 35 su 287 miliardi di euro complessivi, quindi attenzione.
  Negli investimenti pubblici, per esempio, non sono inclusi gli investimenti di Rete ferroviaria italiana, che è fuori dal perimetro pubblico; non sono inclusi gli investimenti dei contratti di programma delle concessionarie autostradali; non sono inclusi gli investimenti per i lavori attualmente in corso per un valore di 5 miliardi di euro, o quelli del 2018 per la Gronda di Genova, per 10 miliardi di euro; non sono inclusi gli investimenti dei contratti di programma degli aeroporti. Nel quinquennio precedente, gli aeroporti di Roma, Milano e Venezia, cioè i tre hub internazionali, hanno Pag. 4fatto investimenti per poco meno di 2 miliardi di euro: nei prossimi quattro anni, si faranno investimenti per quasi 3 miliardi di euro. C'è una serie di investimenti di una certa mole, di una certa importanza e rilevanza non inclusi nel cosiddetto perimetro ISTAT degli investimenti pubblici.
  Cerchiamo dunque di non vedere soltanto un pezzo della questione, quello degli investimenti pubblici, che nel 2016 hanno avuto un calo di circa 1,5 miliardi di euro, dovuto alla depressione degli investimenti comunali. I comuni hanno depresso gli investimenti per quasi 3 miliardi di euro. Qui ci sono molti ex sindaci che potrebbero chiedersi come mai, con l'abolizione del patto di stabilità e con la quantità di denaro messa a disposizione su edilizia scolastica, piano della riqualificazione periferie e così via, ci sia una depressione degli investimenti. I meccanismi sono diversi.
  I comuni lamentano un uso un po’ complicato degli avanzi del fondo pluriennale vincolato, tuttavia speriamo di vedere nel 2017 i frutti della libertà di azione che è stata data ai comuni, che rappresentano la fetta più rilevante degli investimenti pubblici. Dentro gli investimenti pubblici ci sono, per esempio, le fondazioni dei teatri, o anche ANAS, che rappresenta un elemento essenziale.
  Dicevo, comunque, che quello è un dato essenzialmente a carico degli enti locali, quindi attenzione, perché le due cose vanno distinte.
  Tornando al punto, in Italia nel 2014 gli investimenti complessivi ammontavano a 271 miliardi di euro; nel 2016, sono arrivati a 287 miliardi di euro, con un incremento importante.
  Per la prima volta, nel 2016, osserviamo un incremento degli investimenti nel settore edilizio. Questo è il segno che piano piano il settore comincia a riprendersi. Non va dimenticato, però, che proprio le misure di cui stiamo discutendo oggi sono state le uniche anticicliche messe in campo per mantenere in vita questo settore.
  Il presidente Realacci ha ricordato più volte, sulla base dei dati del Cresme, quanto sia rilevante quest'elemento, quanto sia stato determinante per mantenere occupazione, per creare nuova occupazione, per impedire la perdita di occupazione.
  Sapete che esiste anche una rilevanza sociale di queste misure, perché si stima che siano stati fatti, dal 1998, data della loro entrata in vigore, al 2017, circa 16 milioni di interventi. Ciò significa che il 62 per cento delle famiglie italiane ha utilizzato questo strumento. È, quindi, uno strumento largamente «democratico», nel senso che è uno strumento facile da usare ed è stato utilizzato in maniera importante.
  Il saldo complessivo delle misure di incentivazione fiscale è stato pari a 264 miliardi di euro, di cui circa 230 per la ristrutturazione edilizia e il resto per la riqualificazione energetica. La parte di ristrutturazione edilizia gioca, quindi, un ruolo rilevantissimo, anche per la facilità dell'utilizzo della misura.
  Questo è un primo segnale che stiamo valutando con il Governo: come hanno ricordato molti di voi, in particolare il presidente, occorre fare attenzione a non complicare lo strumento, perché la crisi dell'edilizia è ancora molto profonda. Sapete che le nuove costruzioni rappresentano, rispetto alla mole complessiva di lavori di circa 135 miliardi di euro, 43 miliardi di euro, quindi una quota piccola, poco rilevante. Ormai, il grosso degli investimenti è fatto con la manutenzione straordinaria, e quindi attenzione, non dobbiamo complicare lo strumento. Questo è il primo punto che mi sembra politicamente importante.
  Il secondo elemento è che lo strumento è stato ed è utile. Considerato nel complesso ha fatto in modo di avere un saldo positivo per lo Stato di diversi miliardi di euro. I dati che voi avete pubblicato sono assolutamente confortanti da questo punto di vista. È ovvio che lo Stato ci guadagna, anche se formalmente il saldo sembra negativo, e invece è ampiamente positivo. Non ci dovrebbero essere dubbi, quindi, non soltanto a confermare queste misure, ma anche a renderle più stabili.
  Da un punto di vista generale, si stima appunto un saldo positivo di 8,8 miliardi di euro. Complessivamente, se consideriamo la valorizzazione del patrimonio, l'abbattimento delle emissioni di CO2, il miglioramento Pag. 5 delle prestazioni funzionali e così via, possiamo dire che l'effetto positivo è molto maggiore.
  Che cosa dobbiamo fare? Su che cosa stiamo lavorando e su che cosa vogliamo lavorare insieme al Parlamento in questa fase di proposta del disegno di legge di bilancio?
  Intanto, bisogna continuare a credere nel fatto che bonus, nonostante ci siano detrattori di questo termine – significa «buono», dico bene? Bene, buono – è un termine positivo, non negativo. Nel 2014, abbiamo messo in campo la misura di agevolazione cosiddetta «Nuova Sabatini», le politiche di iperammortamento e così via. Sono incentivi, sono bonus per dire all'impresa: investi su te stessa, non investire sulla finanza, non acquistare Bund, opera un rinnovamento dei tuoi macchinari.
  Allo stesso modo, l'obiettivo del bonus edilizio è incentivare gli italiani ad investire sul bene prezioso che hanno, vale a dire la casa, valorizzandola, rendendola energeticamente più efficiente.
  Voi sapete che, secondo una stima di Nomisma, se ci fosse una reale espansione delle politiche di riqualificazione energetica – sto vendendo ghiaccio agli eschimesi, adesso Ermete mi criticherà – si potrebbero incentivare oltre 13 miliardi di euro di lavori sul patrimonio abitativo italiano con politiche di attivazione molto efficienti. C'è infatti una dispersione calorica dai 160 ai 200 chilowatt a metro quadro – se non sbaglio, Ermete – che si può abbattere di oltre il 50 per cento. Capite l'impatto che ciò avrebbe sia sul settore edilizio sia per quanto riguarda la dipendenza energetica del Paese. C'è, quindi, un ampio spazio da sfruttare. In ogni caso, queste politiche pubbliche di sostegno all'investimento dei cittadini sui loro beni essenziali vanno confermate. Questo è un primo punto. Non vanno rimesse in discussione. Sapete che, purtroppo, a differenza che per il «sisma bonus», in questo caso abbiamo avuto sempre una proroga annuale; quindi è molto importante che si cerchi di dare stabilità alle misure.
  Credo inoltre che dovremo perseguire l'altro obiettivo di sistema, vale a dire qualificare di più i risultati e graduare il beneficio premiando chi fa di più. Anche questo è un elemento che potrebbe avere un significato. Dobbiamo aumentare la chiarezza e il coordinamento delle categorie di interventi ammissibili alla detrazione, e dobbiamo – credo – soprattutto continuare a incentivare il lavoro sui condomìni. Quello delle parti comuni è un tema essenziale. Non complichiamoci la vita, cerchiamo di incentivare molto.
  Una delle proposte è quella, per esempio, di favorire la sinergia tra il bonus sismico – sapete quanto sia rilevante la misura e come non sia ancora decollata, cosa che si potrà aggiungere utilmente ai dati che abbiamo registrato fino a oggi – e il bonus per la riqualificazione energetica. Le impalcature che si mettono su per la riqualificazione energetica di un edificio, con la realizzazione del cappotto, o di quello che sia, possono servire per l'uno e per l'altro intervento. A quel punto, si potrebbe dire: come per il bonus sismico, se guadagni due classi, ottieni la detrazione più alta possibile. Questo, secondo me, è un elemento su cui dobbiamo molto insistere.
  Per ottenere questo risultato, visto che siamo il Paese dei litigi costanti, della litigiosità più alta al mondo, dobbiamo fare in modo che il condominio non sia la casa delle guerre, non sia il campo di battaglia, ma che tutti possano beneficiare delle detrazioni, anche coloro che non hanno reddito. Bisogna che sia facilitata la possibilità della cessione della detrazione degli incapienti.
  Come sapete, se cediamo la detrazione a un istituto finanziario e viene conteggiata a debito, si pone un problema di finanza pubblica. Tuttavia dobbiamo comunque cercare di favorire il più possibile la cessione della detrazione. Dobbiamo fare in modo, quindi, di coinvolgere sempre più gli istituti finanziari, se possiamo.
  Dobbiamo, credo, correggere alcuni effetti limitativi delle misure. L'applicazione del massimale per i capannoni, per esempio, è abbastanza inadeguata. I capannoni avrebbero bisogno di massimali proporzionati Pag. 6 ai metri quadrati, non di massimali assoluti. Questo è un tema che in Emilia abbiamo sperimentato molto bene con il terremoto del 2012, quando i capannoni crollarono perché le travi erano appoggiate. Dobbiamo fare in modo che le strutture industriali del Paese siano messe in sicurezza quanto gli edifici pubblici. Credo si debba adeguare la detrazione a un parametro basato sui metri quadrati e non semplicemente sul massimale dei 96.000 euro, perché questo è un elemento molto importante.
  Credo che si debba anche ragionare in termini di ampliamento, per vari motivi, tra cui l’iter. Furono esclusi gli alloggi di edilizia residenziale pubblica (ERP). Capite bene che l'esclusione degli edifici ERP dal bonus sismico non ha alcun senso. Bisogna mirare a quest'obiettivo. Abbiamo già concordato un percorso con le associazioni dell'edilizia residenziale pubblica in Italia. Si può creare un meccanismo virtuoso, garantendo un beneficio economico e sociale anche ai quartieri di edilizia residenziale pubblica.
  Poi c'è la questione delle nuove misure, tra cui quella sul verde. Ancora una volta, si parla dei benefìci delle misure di incentivazione, che – lo ricordo – sono state introdotte nel 1998. Oggi, stiamo osservando un fenomeno che dimostra che le politiche danno i loro effetti nel medio-lungo periodo. È complicato dover valutare sempre gli investimenti pubblici e privati, su ogni report ISTAT trimestrale, francamente. Cerchiamo di essere seri. Queste politiche hanno una loro possibilità di essere valutate, incentivate, ampliate, ridotte, rivisitate, perché sono misure stabili.
  Questo è un elemento che dovrebbe insegnarci qualcosa in generale, cioè che, per poter raccogliere, bisogna seminare e bisogna anche avere la pazienza che le cose crescano. È per questo che nel 2014 abbiamo messo in campo una serie di azioni su tutti i campi di investimento; confermato il bonus per la casa, perché l'edilizia rappresentava un pezzo importante di quei 280 miliardi di euro; tolto il patto di stabilità ai comuni perché gli investimenti pubblici avessero uno stimolo diverso; introdotti gli incentivi alle imprese perché investissero di più in macchinari; adottate misure per l'intero settore dell'autotrasporto per stimolare gli investimenti nel rinnovamento dei mezzi di trasporto, che sono cresciuti annualmente del 24, 28 per cento negli ultimi tre anni.
  Abbiamo cercato di analizzare e di promuovere tutte le varie componenti che concorrono ai 287 miliardi di euro, sapendo che far ripartire gli investimenti significa creare occupazione e crescita stabili.
  Dicevo che la stabilizzazione delle misure è un elemento molto importante. Quelle per i condomìni, per esempio, sia sul versante energetico sia sul versante sismico, vanno stabilizzate per cinque anni. È una proposta che abbiamo avanzato e che stiamo discutendo, su cui volevo attirare la vostra attenzione.
  C'è poi il tema della cedibilità del credito, con il limite dell'esclusione delle banche, come ho detto. Siamo già intervenuti su questo aspetto a favore degli incapienti per gli interventi energetici nei condomìni. Restano esclusi gli interventi sismici. Dobbiamo completare la misura.
  È molto importante la proposta avanzata dal presidente Realacci, vale a dire di rendere totalmente detraibile la spesa sostenuta per la classificazione degli edifici, che ci fa uscire dal dibattito sul libretto di fabbricato. Attenzione, in questo momento, però, non è irrilevante arrivare a una classificazione veloce degli edifici italiani.
  Teniamo presente che intorno a queste proposte c'è un'amplissima convergenza degli operatori, delle associazioni, dell'ambientalismo e così via, quindi si registra veramente un grande afflato di consensi. Come ho cercato di dire anche l'altro giorno all'ANCE, quando il tuo edificio non è in sicurezza, il pericolo riguarda non soltanto te e la tua famiglia, ma anche il tuo vicino, come avete visto dagli ultimi tragici terremoti. Questa cosa non è irrilevante. Dobbiamo fare in modo che vi sia una classificazione diffusa del rischio sismico di un edificio, rendendo detraibili le spese, a prescindere dal fatto che si facciano subito i lavori – questo è il punto – perché questo comunque aiuta molto. Pag. 7
  Dobbiamo tenere presente che molte di queste misure hanno un costo. Ovviamente, presidente, stiamo discutendo con la Ragioneria dello Stato per valutare la quantificazione esatta di queste misure. La detrazione delle spese sostenute per la classificazione ovviamente ha un costo.
  Poi dobbiamo potenziare le politiche di bonifica dell'amianto, come è stato detto; valutare se si possa prorogare anche il bonus sui mobili, altro elemento; riuscire, in sostanza, a offrire un pacchetto migliorativo che non stravolga l'impianto originale, ma che dia ampie possibilità di crescita.
  Dobbiamo essere consapevoli che oggi, almeno nella nostra valutazione – il presidente mi ha chiesto di essere breve nel primo intervento, per poi consentire il dibattito –, è importante stabilizzare queste misure, dare continuità al bonus per le ristrutturazioni e a quello energetico, e soprattutto, favorire la diffusione di una cultura della prevenzione del rischio sismico. È essenzialmente un elemento culturale Se cominciamo a dire alle famiglie italiane – avete visto che abbiamo dedicato all'argomento anche gli spot in televisione – che, se fanno l’upgrading del rischio sismico della loro casa, possono detrarre fino all'85 per cento delle spese sostenute, senza contare che l'immobile si rivaluta: sostanzialmente, la detrazione è totale e viene operata su cinque anni, quindi anche in modo rapido. Si capisce bene che, anche grazie ad una sensibilizzazione culturale, se il tema della prevenzione non finisce nel dimenticatoio fino al prossimo terremoto, possiamo avere davvero un grande mercato.
  Teniamo presente che – come sapete – spendiamo quasi 3 miliardi di euro all'anno soltanto per la riparazione dei danni da terremoto e che, se mettiamo insieme anche dissesto idrogeologico e disastri naturali, raggiungiamo cifre enormi, più di 240 miliardi di euro, dal dopoguerra a oggi. Non siamo quindi un Paese che non sta investendo su questi aspetti. Ma sta investendo, purtroppo, per riparare, e non per prevenire. È molto importante, dal nostro punto di vista, la discussione che faremo – anche la discussione di oggi è importante – per continuare a mettere all'attenzione della popolazione la necessità delle politiche di prevenzione, che, esattamente come in campo sanitario, determinano un clamoroso abbattimento dei costi a carico dello Stato.
  L'investimento che oggi facciamo nel bonus sismico e così via vale diverse centinaia di milioni di euro per lo Stato, ma è un investimento ampiamente ripagato dalla possibilità di incentivare la messa in sicurezza delle nostre comunità.
  Questi sono i punti essenziali della nostra proposta, che mi pare ripercorrano le vostre suggestioni e su cui – lo devo dire – fino a oggi abbiamo trovato molta attenzione da parte della Ragioneria. Spero di inserire in massima parte le misure indicate già nella proposta del Governo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Delrio e gli chiedo quanto tempo abbiamo a disposizione.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. In totale un'oretta, un'oretta e un quarto.

  PRESIDENTE. Bene, quindi resta ancora una mezz'ora.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ENRICO BORGHI. Ringrazio il ministro soprattutto...

  PRESIDENTE. Scusate, ci sono già otto iscritti a parlare. Per cominciare Borghi, Mariani, Pellegrino e, a seguire, gli altri. Questo vi consente di regolarvi.

  ENRICO BORGHI. Il messaggio subliminale del presidente è molto eloquente.

  PRESIDENTE. Mi sono spaventato per il numero dei colleghi che intendono intervenire.

  ENRICO BORGHI. Faccio innanzitutto una riflessione di metodo. Pag. 8
  Credo sia molto importante la disponibilità del signor ministro a confrontarsi qui in sede parlamentare in via preventiva, prima ancora che il Governo abbia licenziato il testo del disegno di legge di bilancio. È un gesto di sensibilità e di attenzione, grazie al quale possiamo effettivamente calibrare al meglio uno strumento che, come ci viene ricordato, sta dando risultati importanti e quindi – credo che questo sia il primo tema – può passare dalla fase dell'occasionalità e della contingenza a essere un elemento strutturale, permanente, un elemento di politica e anche di riorganizzazione delle nostre politiche urbane.
  Abbiamo discusso molto, per esempio, sul provvedimento in materia di consumo di suolo: immaginare di iniziare ad applicare alcuni contenuti di quel testo che ci vedevano convergenti, in un quadro di incentivi e di fiscalità, è forse il modo migliore per iniziare ad avviare un processo, indipendentemente dalla conclusione normativa. Per questo è importante che vi sia la disponibilità del Governo ad andare in questa direzione.
  Mentre il Ministro parlava, signor presidente, mi è venuta in mente la prima audizione dell'allora Ministro Lupi: in quella prima audizione l’«ecobonus» veniva considerato in via quasi eccezionale e con una cadenza temporale definita – se lo ricorderanno i colleghi –, mentre oggi siamo in uno scenario obiettivamente diverso e molto più positivo. Credo che questo sia un dato da sottolineare positivamente.
  Per questo, quindi, possiamo entrare in una logica di integrazione delle varie misure. È importante legare tutti i vari aspetti, cioè fare in modo che per il cittadino, in un'ottica, signor Ministro, di estrema semplificazione – stiamo parlando nelle ore della vicenda dello spesometro, e quindi vorremmo assolutamente evitare che quel virus contagi uno strumento che funziona –, sia possibile integrare le varie misure, relative alla riqualificazione, al rischio sismico e così via.
  Oggi, notizia importante, il Senato ha definitivamente approvato la legge sui piccoli comuni e i centri storici: immaginare che il bonus favorisca quei privati che desiderano avviare un percorso di recupero e riqualificazione dei centri storici incrociandolo col tema della messa in sicurezza dal rischio sismico, col tema dell'efficienza energetica, può essere un elemento premiale che va nella direzione giusta, come si ricordava in precedenza. Magari diamoci qualche parola d'ordine.
  Noi ci siamo posti, su altri versanti – penso alla strategia energetica nazionale – l'obiettivo delle emissioni zero entro il 2050: perché non dire che iniziamo un percorso per cui entro il 2050 avremo tutti gli edifici italiani a emissioni zero? Questo significa introdurre meccanismi che vanno anche nella direzione di sostenere l'introduzione dei protocolli energetici e ambientali negli interventi di riqualificazione, ristrutturazione e nuova progettazione del tessuto urbano del nostro Paese. Sarebbe un piccolo incentivo che non è a carico del pubblico, ma che in questo caso viene considerato all'interno dell'investimento: si andrebbe nella direzione della qualità, della sostenibilità e dell'ambiente.
  Sono elementi importanti questi, e concludo qui il mio contributo. È importante passare da un elemento occasionale a un dato strutturale. Per noi del Partito Democratico, i temi ricordati dal presidente Realacci sono importanti. Le detrazioni per gli interventi di bonifica dall'amianto, sul verde urbano e sull'edilizia pubblica non rappresentano vagoni occasionali aggiunti ad un treno, ma assicurano la coerenza del sistema. Crediamo che questa estensione vada anche nella direzione di un migliore funzionamento dello strumento, continuando nella logica dell'emersione, e quindi dell'autofinanziamento delle misure.

  SERENA PELLEGRINO. Ringrazio il Ministro. Veramente mi trovo in linea con tutto quello che ha detto. Ciò ci fa capire che avevamo ragione a insistere tre anni fa. Soprattutto, dobbiamo tener conto che un cantiere non dura un anno. Pensare ogni anno di replicare il bonus mette talvolta sia il proprietario, sia le imprese, sia i progettisti che seguono i lavori, nelle condizioni di falsificare determinati documenti per non trovarsi nella situazione in cui la successiva Pag. 9 legge di bilancio non proroga la misura.
  Credo dobbiamo tenerlo ben presente nel disegno di legge di bilancio. Se non riusciamo a stabilizzare le detrazioni per sempre, ci sia una stabilizzazione che vada almeno di tre anni in tre anni, tanto quanto dura un cantiere di norma. Credo che la stabilizzazione sia davvero indispensabile.
  Per quello che riguarda la diffusione dell'informazione, temo che una parte dell'Italia sia particolarmente informata su quest'argomento, e mi sento di dire quella del Nord, in particolare del Nord-est, probabilmente perché ha una storia sismica. Sappiamo bene che il Friuli, da questo punto di vista, è stato pilota. Per tutto quello che riguarda il territorio da Roma in giù purtroppo siamo ancora in situazioni molto difficili per quanto riguarda le agibilità dei fabbricati, che siano pubblici o privati – e quanto ai pubblici, pensiamo soltanto alle scuole. Credo che ciò dovrebbe rappresentare un ulteriore incentivo a premere l'acceleratore.
  Le voglio comunicare, Ministro – e credo sia un tema importante che lei dovrebbe prendere in considerazione –, che le Commissioni Cultura e Lavoro stanno esaminando una mia proposta di legge che risale ad un anno e mezzo fa – speravo che venisse assegnata anche alla nostra Commissione – a proposito delle responsabilità dei dirigenti scolastici sui fabbricati.
  Durante le audizioni si è aperta veramente una voragine per quello che riguarda i 43.000 fabbricati scolastici italiani. Ce ne sono 30.000 che non hanno l'agibilità: si tratta di una situazione molto grave, che dobbiamo prendere in considerazione – come diceva lei, Ministro – in tema di fabbricati collettivi. Penso che su questo aspetto potremmo spingere, prevedendolo anche nella legge di bilancio.
  Quanto alla diffusione dell'informazione, io so che la Rete delle professioni ha già avanzato al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti la proposta di organizzare eventi e corsi anche per educare i cittadini all'idea che si debba portare avanti un nuovo progetto, per noi stessi e per la nostra salvaguardia. Un terremoto prima o poi arriva: l'Italia di fatto è completamente sismica. Credo che questo possa essere interessante. So che gli ordini professionali sono assolutamente disponibili.
  Mi sento di darle un altro suggerimento, Ministro. Abbiamo approvato in questa Commissione una proposta di sgravio fiscale ulteriore per quanto riguarda la filiera verde, ovvero per tutti i prodotti che avessero un minimo di certificazione. Faccio un esempio per tutti: siccome la filiera verde, che utilizza non i derivati dal petrolio, ma i derivati naturali, ha una spesa leggermente più alta, nel realizzare il cappotto intorno al condominio o alla casetta bifamiliare, un cittadino tende a scegliere il polistirolo piuttosto che la fibra di legno, il sughero, o comunque i prodotti della filiera verde.
  Credo che la sensibilità dei cittadini sia matura per accogliere uno stimolo in quella direzione. Certo, mi rendo conto che già il 65 per cento di sgravio fiscale è eccezionale. La misura ha fatto emergere moltissime attività sommerse.
  Voglio sottolineare altre due cose, poi concludo, presidente.

  PRESIDENTE. Vorrei pregare la collega Pellegrino di accelerare.

  SERENA PELLEGRINO. Concludo.
  Vorrei che si prendesse in seria considerazione lo sgravio fiscale diretto alle imprese. Un'impresa che acquista un fabbricato, un immobile in centro storico, o comunque un immobile da riqualificare, si trova a dover pagare il 100 per cento per la sua riqualificazione e per la sua ristrutturazione, e poi lo sgravio va all'acquirente.
  Possiamo pensare, invece, a un meccanismo che consenta uno sgravio direttamente all'impresa, magari con una percentuale decisamente più bassa, che potrebbe essere equivalente alla metà di quella consentita al cittadino? Intanto, si disincentiverebbe il consumo di suolo e si incrementerebbe, invece, la volontà di riqualificare.
  So che c'è una proposta di legge di una deputata lombarda – adesso, non ricordo chi sia – che ha generato molto scalpore, perché chiede lo sgravio fiscale per le imprese Pag. 10 particolarmente energivore, ovvero i cui fabbricati sono energivori. Chiedo semplicemente di porre attenzione a questa proposta di legge, perché venga quantomeno arginata e si chieda a queste imprese di riqualificare i propri fabbricati, evitando di concedere gli sgravi fiscali richiesti.

  RAFFAELLA MARIANI. Ringrazio il Ministro per il metodo e per la sostanza.
  Ho soltanto due richieste. Una riguarda il tema della vulnerabilità sismica dei fabbricati pubblici.
  In occasione del post-terremoto dell'Italia centrale, i presidenti delle regioni – anche noi lo facemmo – chiesero che la valutazione di vulnerabilità delle scuole, anzi di tutti i fabbricati pubblici, potesse essere finanziabile tramite mutuo. Di fatto, oggi, per come è strutturata la legge, la valutazione di vulnerabilità non è finanziabile neanche attraverso mutui. Come anticipato, ci provammo durante l'esame del disegno di legge di bilancio, ma non vi fu la possibilità di intervenire.
  Io credo che questo alleggerirebbe le amministrazioni pubbliche dell'onere e darebbe un incentivo alla valutazione. Nel quadro complessivo delle azioni di prevenzione, trovo che sarebbe una misura da adottare, molto utile per le amministrazioni, che spesso non hanno i soldi per finanziare i progetti.
  Vorrei sottolineare un altro aspetto, anche alla luce dell'estate molto siccitosa che abbiamo avuto e alla luce dell'indagine conoscitiva che stiamo svolgendo in questa Commissione: forse, tra gli interventi di ristrutturazione ammissibili alla detrazione, ogni soluzione che consenta la conservazione e il riciclo delle acque piovane, e non, potrebbe trovare un accoglimento da parte degli italiani, che effettivamente si sono posti il problema di utilizzare più razionalmente la risorsa idrica.
  Forse, con un incentivo potrebbero adottare – nell'industria si fa già – degli accorgimenti. Questo potrebbe essere, insieme alla proposta relativa alla valutazione di vulnerabilità sismica degli immobili, uno degli elementi che possono aiutare a promuovere la sensibilità sul tema.

  FEDERICA DAGA. Ringrazio il Ministro per la chiarezza dell'intervento. Ottima la stabilizzazione degli incentivi, che sarebbe stata oggetto di una delle domande che le avremmo rivolto oggi.
  Noi abbiamo ragionato sulla necessità di abbinare «ecobonus» e «sisma bonus» al fondo per l'efficienza energetica, che tuttavia stiamo aspettando da tre anni. Ministro, sta facendo una valutazione sul tema?
  In secondo luogo, lei ha accennato anche all'edilizia residenziale pubblica. Nel Piano casa 2014 è stata prevista una serie di fondi a favore delle famiglie con disagio abitativo. Le chiedo se nel prossimo disegno di legge di bilancio avete intenzione di rifinanziare alcuni di quei fondi e quali di preciso.
  Nel collegato ambientale del 2016 è prevista la creazione di un fondo di garanzia per le opere idriche. Il relativo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è ancora fermo al suo Ministero, per quanto ne sappiamo. Vorremmo sapere se avete buone notizie sull'attuazione del fondo e se avete intenzione di sostenere investimenti per il servizio idrico integrato nel disegno di legge di bilancio.
  L'ultima domanda riguarda la «legge obiettivo».
  Più volte ci siamo detti che è superata, quindi ci chiediamo come mai una serie di opere, che erano inserite nella legge, vengano portate avanti, nonostante diversi pareri negativi espressi dalle commissioni di valutazione di impatto ambientale.

  TIZIANO ARLOTTI. Io vorrei evidenziare come l'elemento della stabilizzazione sia fondamentale, visto che la crisi economica ha comportato la perdita di 1.100.000 lavoratori, di cui oltre la metà nell'edilizia. Rendere strutturali queste misure significa anche dare continuità a un processo, dove sono presenti anche elementi di innovazione, che vanno prevalentemente a favore dell'attività di recupero, efficientemente energetico e messa in sicurezza sismica.
  Voglio evidenziare che, purtroppo, soprattutto per quanto riguarda il tema legato al rischio sismico, in molti casi è impossibile intervenire a causa della non congruenza tra lo stato di fatto e lo stato di Pag. 11diritto degli edifici stessi. La questione è abbastanza delicata, perché comunque sono situazioni che determinano uno stato d’impasse. C'è un problema di stato di diritto, c'è un problema anche di legittimo affidamento. Ci sono edifici che sono stati venduti quaranta o cinquant'anni fa, e neanche coloro che li hanno ceduti sapevano quale fosse lo stato di fatto rispetto a quello giuridico.
  Al momento si può intervenire soltanto sulle unità immobiliari che non presentino difformità superiori al 2 per cento delle misure progettuali, per cui credo che il testo unico sull'edilizia (decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001) potrebbe essere lo strumento cui mettere mano. I comuni segnalano – ma credo che anche l'ANCI lo abbia fatto – che nella stragrande maggioranza dei casi sono impossibilitati a procedere, perché dovrebbero partire con l'autodenuncia, con tutte le conseguenze del caso. È uno degli elementi critici che ho riscontrato e che ha necessità di trovare un minimo di risposta in questa occasione.

  UMBERTO MARRONI. Ringrazio il Ministro.
  Anch'io voglio segnalare gli effetti positivi di queste politiche da rendere strutturali. Un elemento è stato già segnalato dalla collega: fare in modo che nelle prossime leggi di bilancio si riesca almeno ad aumentare il periodo di riferimento, rendendo meno incerta la programmazione degli interventi per i soggetti privati e dando loro la possibilità di organizzare i lavori di ristrutturazione e di efficentamento energetico, che non sono banali. Ciò vale tanto più per quanto riguarda la messa in sicurezza dal rischio sismico. Questo è un aspetto che, secondo me, dobbiamo sicuramente mettere a fuoco: anche per aiutare il Ministero, occorre fare in modo che queste politiche siano rese ancora più strutturali, prolungandole nel tempo, e meno connesse alla contingenza dell'annualità.
  Il dato preoccupante, però, mi sembra quello dei comuni. Mi sembra un dato molto grave. Abbiamo una grave crisi per quanto riguarda la gestione ordinaria dei comuni e degli enti locali, sui quali bisogna focalizzare l'attenzione, nonostante gli interventi sulle periferie, sulle scuole siano stati impegnativi.
  Su questo aspetto richiamo un dettaglio, che forse sembrerà banale, relativamente a ciò che si diceva sul verde.
  Noi abbiamo una norma sostanzialmente inattuata, approvata all'epoca qui in Commissione, vale a dire la compartecipazione urbana alle attività di manutenzione della città. Anche lì era previsto uno sgravio fiscale da parte dei comuni. Il Ministero potrebbe valutare una compartecipazione allo sgravio fiscale per incentivare i comuni ad attuare la norma, che permetterebbe la manutenzione della città, delle aree verdi, dei parchi, dei condomìni allargati, dei quartieri, anche con un effetto positivo per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini a quest'attività.
  Secondo me, la cosa migliore sarebbe che ci fosse una quota di incentivo, intesa come sgravio fiscale concesso dai comuni, assunta dallo Stato. Mi riferisco all'articolo 24 del cosiddetto «Sblocca Italia». Può essere un elemento per incentivare il settore della manutenzione: una sorta di baratto amministrativo, in cui la manutenzione viene incentivata dallo Stato, perché si è capito che in questi due o tre anni non è stato fatto molto. Serve un contributo statale allo sgravio, che permetta ai comuni di attuare la norma.

  ROGER DE MENECH. Ringrazio il Ministro per la presenza.
  Io sottolineo soltanto alcuni aspetti su cui potremmo lavorare.
  Credo che la questione riguardi anche la progettazione e la certificazione dei fabbricati comunali. In questo periodo di Governo abbiamo fatto ripartire in maniera importante gli investimenti pubblici anche nei comuni, grazie alle disposizioni in materia fiscale. Probabilmente, oggi dobbiamo agevolare molto di più l'attività di programmazione e pianificazione dei comuni, aprendo i cordoni della spesa per gli interventi sugli edifici pubblici comunali. Anni di patti di stabilità hanno irrigidito sicuramente le strutture comunali.
  Allo stesso modo, analogamente alle indicazioni fornite dal presidente sulle certificazioni Pag. 12 sismiche dei fabbricati, direi che sarebbe cosa buona riuscire ad estendere le agevolazioni fiscali anche alla pianificazione-progettazione non direttamente collegata alla realizzazione.
  Una famiglia deve pianificare interventi molto consistenti, sia da un punto di vista economico sia per quanto riguarda l'impatto rispetto alla costruzione, e deve avere la possibilità di programmare l'intervento anche sul lungo periodo, altrimenti ci troviamo – Arlotti lo ha anche detto – con una serie di problemi tecnico-burocratici che influiscono poi sull'effettiva applicazione del bonus.
  A questo collego la cessione delle detrazioni. Su questo tema, secondo me, dobbiamo fare una riflessione per cercare di stimolare i potenziali fruitori perché, se è vero che la platea dei cittadini è notevolmente aumentata – e lei stesso, Ministro, ha fatto riferimento ad oltre il 60 per cento degli italiani –, abbiamo le fasce più deboli che probabilmente devono essere incentivate, infondendo loro fiducia e tranquillità rispetto alla possibilità di cessione.
  Concludo sui massimali. È un tema importantissimo. Aggiungo anche qui che merita una riflessione l'ipotesi di collegare i massimali all'effettivo volume di denaro speso. Il discorso vale sicuramente per i capannoni. Oggi, però, data l'ampiezza degli interventi sul patrimonio edilizio, probabilmente una riflessione potrebbe essere avviata anche sul resto delle incentivazioni. Se mettiamo insieme la messa in sicurezza antisismica e la riqualificazione energetica – e oggi la collega ha aggiunto anche il settore idraulico –, abbiamo una mole talmente elevata di interventi che forse un bonus collegato in maniera più incisiva anche all'entità dell'intervento sia nei capannoni sia nel privato potrebbe essere una buona iniziativa.

  PRESIDENTE. Sì. Cerchiamo di fare cose che poi possiamo portare a casa. Non lo dico per il collega De Menech. Ho visto una proposta che chiedeva di incrementare l'incentivo ai capannoni, commisurandolo sulla base delle dimensioni degli appartamenti. Chiunque sa come è fatto un capannone...

  ORESTE PASTORELLI. Ringrazio il Ministro per la sua esposizione.
  Concordo – non mi voglio ripetere – con le parole dei colleghi, ma credo che sia importante, e l'ho captato nelle parole del Ministro, che l’«ecobonus» vada a vantaggio delle persone che non hanno un reddito alto. È importante. Facendo quell'operazione, riduciamo i lavori in nero che vengono preferiti da persone che non hanno dall'altra parte un ritorno economico.
  Il Ministro ha sottolineato l'importanza – e sono pienamente d'accordo – di puntare tutto sulla prevenzione. Nel disegno di legge che il Governo metterà in campo e che andremo ad approvare – cercheremo di concordare gli interventi, ma il Ministro ha detto che parecchie misure verranno inserite già nel testo licenziato dal Governo – la prevenzione sarà un elemento importante: lo è per il nostro Paese, perché significa spendere oggi, per non spendere domani.
  L'altra questione riguarda l'ampliamento degli interventi di riqualificazione energetica con l'obiettivo di raggiungere negli anni futuri un livello di emissioni di CO2 il più basso possibile.
  Io la ringrazio, Ministro, e concludo il mio intervento.

  TINO IANNUZZI. Ringrazio il signor Ministro.
  In effetti, di strada ne abbiamo fatta tantissima in tema di incentivi fiscali per interventi sul patrimonio edilizio. Oggi, abbiamo sostanzialmente tre misure: gli incentivi per la ristrutturazione; gli incentivi per la riqualificazione energetica; il cosiddetto «sisma bonus». È evidente che siamo di fronte a una misura che di anno in anno è diventata un dato strutturale, genetico, una scelta di fondo convinta nell'ambito delle politiche pubbliche del nostro Governo. Tuttavia, rimane una contraddizione.
  Soltanto per alcune misure, come il «sisma bonus», l'orizzonte temporale di riferimento è il 2021; per le altre, la scadenza viene rinnovata di anno in anno. Signor Ministro, questo è, oggettivamente, un ostacolo alla piena espansione della misura. Il Pag. 13primo punto è avere un orizzonte quantomeno triennale di riferimento.
  Tra le altre cose, purtroppo, siamo tenuti a prevedere la copertura finanziaria di misure che in realtà si autofinanziano e producono un utile per le casse dello Stato; ciò nonostante continuiamo a sperimentare un atteggiamento ostile e francamente burocratico, assolutamente non condivisibile, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze e della Ragioneria generale dello Stato, che calcolano l'onere finanziario quando sa che, in realtà, tra lo stimolo a realizzare nuovi interventi e l'emersione di quelli comunque preventivati, c'è un saldo attivo nettissimo. Se riuscissimo a vincere questa battaglia, semplificheremmo anche i problemi di copertura. Non ci siamo riusciti, per la verità, con Ministri dell'economia di diversi colori e di diversa estrazione politica.
  Rapidissimamente, dobbiamo muoverci sulla strada delle integrazioni del quadro di riferimento legislativo esistente. Quanto alle certificazioni dei fabbricati, come diceva il presidente Realacci, dobbiamo a mio avviso sganciare completamente le detrazioni dall'esecuzione dei lavori.
  Intanto, avremmo una mappatura sicura, certa e qualificata dello stato dei fabbricati. Si tratta di coprire integralmente le spese per la certificazione con l'agevolazione fiscale, e anche di puntare ad una moral suasion degli ordini professionali per realizzare delle convenzioni tipo. Sappiamo, infatti, che si pone il problema dei costi elevati cui si va incontro. È vero che c'è un incentivo fiscale, ma la spesa sostenuta viene recuperata in più anni.
  Un punto fondamentale del «sisma bonus», che non siamo riusciti a superare neanche col decreto-legge n. 50 del 2017, è la possibilità di cedere il credito fiscale maturato a banche o a intermediari finanziari. Lo abbiamo fatto soltanto per gli incapienti per quanto riguarda l’«ecobonus». È il problema dei problemi, perché oggi sappiamo che né i proprietari né le piccole e medie imprese hanno la liquidità per anticipare i finanziamenti necessari.
  Naturalmente, vanno nella stessa direzione di integrazione gli interventi per la rimozione e la bonifica dell'amianto e per la sistemazione a verde degli spazi pertinenziali.
  Su tutto questo c'è piena volontà di combattere una battaglia comune tra il Ministro Delrio e la nostra Commissione per stabilizzare e rafforzare questo strumento prezioso.

  STELLA BIANCHI. Ringrazio anch'io il Ministro.
  Sottolineo anch'io la piena detraibilità del certificato di staticità, che è fondamentale, e l'allungamento dell'orizzonte dei bonus per garantire la stabilizzazione delle misure.
  La domanda che voglio fare riguarda la performance energetica. Capisco l'esigenza di non complicare il quadro e di migliorare il sistema delle certificazioni – per usare un eufemismo –, ma sarebbe davvero fondamentale avere un sistema in cui gli interventi di riqualificazione energetica sono agganciati a un effettivo miglioramento della prestazione. Su questo mi piacerebbe che potessimo impegnarci in una battaglia insieme.
  Mi faccio portatrice di una richiesta della collega Tentori, che così non supera le Forche Caudine, sul bonus per la ristrutturazione, per cui è prevista al momento la detrazione al 50 per cento: qual è l'orientamento? Il bonus al 50 per cento ritorna al precedente 36 per cento?

  GIORGIO ZANIN. La ringrazio anch'io, Ministro, per il metodo.
  Passando al merito, ho capito il quando: si parla di una proroga che va verso la stabilizzazione. Per il quanto, ho sentito di cifre in aumento che devono essere misurate in maniera puntuale. Relativamente al come, si parla di semplificazione o perlomeno di mantenimento di modalità che semplifichino. Quanto al dove, è chiara l'attenzione, in particolare per le zone sismiche. Io mi concentrerei sul chi.
  Il tema dell'efficientamento rappresenta un fattore sociale non soltanto per la parte occupazionale. Io lo misuro, in primo luogo, sulla questione dell'equità intergenerazionale. L'ereditarietà degli immobili determinerà Pag. 14 in prospettiva la possibilità che i nostri ragazzi, che erediteranno evidentemente questi stabili, vivano su per giù con una potenzialità economica anche più ridotta rispetto all'investimento.
  Soprattutto, io sottolineerei l'aspetto fondamentale: il chi rappresenta per me il tema sociale più importante. Gli incapienti oggi non sono nella condizione oggettiva, pur avendone maggior bisogno, di fare interventi adeguati.
  Ho sentito un accenno al tema della cessione. Io credo che su questo aspetto veramente vadano messi in atto strumenti cogenti. La Banca centrale europea continua a dare agli istituti di credito liquidità, che non riusciamo a impiegare negli investimenti reali nella più parte dei casi.
  Aggiungo quello che secondo me dovrebbe essere un elemento non indifferente, cioè quello legato all'anticipo potenziale del trattamento di fine rapporto, per lo meno per i dipendenti pubblici, che potrebbe essere utilizzato utilmente in questa vicenda.
  Infine, chiederei un po’ di attenzione, nel caso di mancata capienza temporanea, per chi ha già investito. Ci sono persone che hanno perso il posto di lavoro, e rischiano di non essere più in grado di recuperare quanto in qualche misura lo Stato ha già promesso. Credo che su questo aspetto vada posta una particolare attenzione, altrimenti, oltre al danno, abbiamo anche la beffa per queste persone.

  CHIARA BRAGA. Torno sul tema posto dalla collega Bianchi delle detrazioni al 50 per cento. Non so se sia questa l'occasione, ma forse in quella categoria di interventi, che oggi sono ammessi a detrazione inferiore al 50 per cento, ce ne sono alcuni rispetto a cui varrebbe la pena ragionare sulla possibilità di estendere almeno il meccanismo della cessione. In particolare, mi riferisco all'adeguamento dell'accessibilità, al superamento delle barriere architettoniche.
  Molti interventi sono resi difficili perché richiedono un impegno consistente spesso da parte di soggetti che non hanno una capienza tale da poter beneficiare delle detrazioni. Se non c'è uno spazio per incrementare la detrazione, si potrebbe ragionare invece sull'estensione di alcuni meccanismi che hanno funzionato per l’«ecobonus», favorendo appunto la realizzazione di questi interventi, che possono essere fatti solo se si agisce sulle parti comuni e sul coinvolgimento di tutte le quote di proprietà.

  PRESIDENTE. Lì la questione è se si riesce a svincolare il meccanismo della cessione dal debito pubblico. Il Viceministro Morando l'altro giorno era stato possibilista, ma non sono in grado di capire completamente. Sosteneva che il combinato disposto della legge di bilancio e di alcune misure permetterebbe ciò, forse. Quello è il problema.
  Ministro, non so se può lasciare alla Commissione la sua nota.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Sì, possiamo assolutamente lasciarla, è un po’ scarabocchiata. Caso mai, ve la faccio avere via e-mail.
  Parto da quest'ultima osservazione dell'onorevole Braga.
  Stiamo ragionando sull'aumento al 65 per cento della detrazione per le opere di accessibilità, barriere architettoniche e così via, utilizzando il fondo da 21 miliardi di euro che mi è stato assegnato. Nell'ambito del fondo investimenti di 42 miliardi di euro, abbiamo tenuto una quota di 150 milioni di euro. Come sapete, il tema delle barriere architettoniche è di competenza delle regioni. Si sono accumulate tantissime richieste inevase. Come ha stabilito la Corte, la materia non è di competenza statale; tuttavia si è determinata una situazione di disagio, perché molti hanno fatto lavori e non sono stati rimborsati, quindi c'è stato un disastro abbastanza serio. Ci stiamo ragionando. Come, del resto, per tutte le vostre proposte, c'è un lavoro comune che stiamo cercando di portare avanti.
  Ovviamente, si pone il problema della compatibilità macroeconomica. Ognuna di queste misure costa, anche se è vero quello che avete detto – ne ha parlato l'onorevole Iannuzzi –: c'è un ritorno molto importante in questi investimenti. Pag. 15
  Cerco di stare sul generico. Quello della stabilizzazione è certamente un tema fondamentale, così come il tema degli incapienti. Si pone quindi una questione di equità sociale, da un lato; dall'altro lato, c'è il tema della stabilizzazione, che consente una programmazione adeguata alle famiglie e anche ai condomìni, dove sono necessarie discussioni un po’ più di medio-lungo periodo.
  Quanto al tema dell'allargamento del ciclo delle acque piovane, abbiamo licenziato il fondo per le opere idriche – lo dico rispondendo all'onorevole Daga, mi pare – che è stato sbloccato. Stiamo anche ragionando su un piano nazionale di piccoli invasi insieme ai consorzi di bonifica. Quella dell'onorevole Mariani è certamente una suggestione molto importante, così come la gran parte delle cose che avete detto.
  È chiaro che dal baratto amministrativo ad altre questioni, quale ad esempio l'esigenza di stimolare la programmazione dei comuni, c'è lavoro da fare, anche di tipo istruttorio. La questione non è semplicissima dal punto di vista dell'implementazione.
  Penso, invece, che si possa senz'altro lavorare su un tema che la gran parte di voi ha affrontato, quello dello sgravio alle imprese, che può essere anche interessante da un punto di vista generale. Il problema vero che abbiamo in Italia è che non riparte la riqualificazione degli edifici, cioè il ciclo demolizione, ricostruzione e riqualificazione vera.
  Se, come sembra, le imprese che hanno resistito cominciano ad avere un po’ più di forza, un po’ più di lavori in pancia, può anche darsi che questo tipo di investimenti possa essere di stimolo al settore.
  Quanto agli altri temi, come coniugare gli interventi con il fondo per l'efficienza energetica e altro, stiamo discutendo con il Ministero dello sviluppo economico, che ha competenza specifica sulla parte energetica, su come coordinare i nostri lavori. Stiamo cercando di renderli sempre più fluidi.
  Relativamente al tema del disagio abitativo, il fondo ha avuto successo in alcune regioni, ma non è stato utilizzato in altre; quindi c'è da capire perché alcune regioni lo hanno utilizzato e lo hanno esaurito e altre non hanno nemmeno cominciato.
  Nelle politiche per la casa è incluso anche l'utilizzo dei 500 milioni di euro che abbiamo messo a disposizione per gli alloggi ERP. Forse non ricordate che abbiamo destinato 500 milioni di euro per rendere di nuovo fruibili i 30.000 alloggi ERP oggi chiusi per problemi di manutenzione, perché non ci sono i soldi per la manutenzione straordinaria, non viene riparato il tubo idraulico, non viene rifatto il bagno e via discorrendo.
  Per questi piccoli interventi oltre 280 milioni di euro sono già stati erogati alle regioni. Alcune regioni avanzano molto rapidamente – sono stati recuperati circa 4.000 alloggi ormai –; tuttavia pensavamo che, siccome sono lavori di piccola manutenzione, si potesse avanzare molto più rapidamente.
  Abbiamo il tema dell'efficacia delle politiche, con riguardo a finanziamenti, incentivazioni, fondi. Avendo un inflazionamento di competenze, cioè avendo una filiera di competenze molto spezzettata, non sempre si riescono a far atterrare rapidamente le misure che adottiamo, perché non vanno direttamente alle famiglie, ma appunto alle regioni, che le danno ai comuni, che le danno alle aziende. C'è una filiera un po’ lunga, ma anche su questo credo che si possa lavorare.
  Ho preso nota di tutte le vostre suggestioni, delle vostre proposte. Su alcune cerchiamo sicuramente di essere incisivi, facendo una proposta congiunta con il Ministero dello sviluppo economico. Abbiamo avuto anche stamattina un incontro molto proficuo con il Ministero dello sviluppo economico e con il Ministero dell'economia e delle finanze. Credo che siamo sulla strada giusta.
  Ovviamente, contiamo molto che la discussione parlamentare riesca a far ulteriormente aumentare la consapevolezza dell'importanza di queste misure nel settore edilizio, che ripeto, di tutti i settori della filiera industriale italiana, è l'unico che ancora non ha dato il contributo che ci si aspetta, un po’ perché, come si suol dire, è Pag. 16stato fatto forse troppo e male prima. Continuando, però, a esplorare gli aspetti di ristrutturazione, di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza sismica, si può trovare un ulteriore ambito di sviluppo che non preveda consumo di suolo, puntando sulla rivisitazione e ricollocazione di questo settore industriale in un'ottica più innovativa, più capace di produrre ricerca e sviluppo, ambito in cui le imprese italiane certamente sono molto competitive.
  Vi ringrazio dell'occasione di confronto. Terremo certamente in assoluta considerazione le cose che ci avete detto, e speriamo in un confronto parlamentare proficuo.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il ministro. Abbiamo mantenuto il timing al minuto.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.