XVII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Martedì 9 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 

Audizione in videoconferenza di rappresentanti italiani del Parlamento europeo nell'ambito dell'esame congiunto della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (COM(2016) 761 final); della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia (COM(2016) 765 final); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul mercato interno dell'energia elettrica (COM(2016) 861); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla preparazione ai rischi nel settore dell'energia elettrica e che abroga la direttiva 2005/89/CE (COM(2016) 862 final); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (rifusione) (COM(2016) 863) e della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica (rifusione) (COM(2016) 864 final), corredata dai relativi allegati (Annexes 1 to 5) (ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 1, del Regolamento):
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 
Zanonato Flavio , Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici ... 4 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 4 
Zanonato Flavio , Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici ... 4 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 5 
Salini Massimiliano , Parlamentare europeo del gruppo Partito popolare europeo ... 5 
Tamburrano Dario , Parlamentare europeo del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta ... 6 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 8 
Tamburrano Dario , Parlamentare europeo del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta ... 8 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 8 
Benamati Gianluca (PD)  ... 8 
Zanonato Flavio , Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici ... 9 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 9 
Crippa Davide (M5S)  ... 9 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 10 
Abrignani Ignazio (SC-ALA CLP-MAIE)  ... 10 
Benamati Gianluca (PD)  ... 10 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11 
Zanonato Flavio , Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici ... 11 
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista: MDP;
Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD: AP-CpE-NCD;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile: SI-SEL-POS;
Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE: SC-ALA CLP-MAIE;
Civici e Innovatori: (CI);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-UDC: Misto-UDC;
Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia: Misto-AL-TIpI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GUGLIELMO EPIFANI

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva in differita sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera.

Audizione in videoconferenza di rappresentanti italiani del Parlamento europeo nell'ambito dell'esame congiunto della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (COM(2016) 761 final); della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia (COM(2016) 765 final); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul mercato interno dell'energia elettrica (COM(2016) 861); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla preparazione ai rischi nel settore dell'energia elettrica e che abroga la direttiva 2005/89/CE (COM(2016) 862 final); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (rifusione) (COM(2016) 863) e della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica (rifusione) (COM(2016) 864 final), corredata dai relativi allegati (Annexes 1 to 5).

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti, sia ai colleghi presenti qui a Roma, sia ai colleghi in collegamento da Bruxelles.
  L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 1 del Regolamento, l'audizione in videoconferenza di rappresentanti italiani del Parlamento europeo nell'ambito dell'esame congiunto della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (COM(2016) 761 final); della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia (COM(2016) 765 final); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul mercato interno dell'energia elettrica (COM(2016) 861); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla preparazione ai rischi nel settore dell'energia elettrica e che abroga la direttiva 2005/89/CE (COM(2016) 862 final); della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia (rifusione) (COM(2016) 863) e della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica (rifusione) (COM(2016) 864 final), corredata dai relativi allegati (Annexes 1 to 5).
  Per il Parlamento europeo sono presenti i deputati Massimiliano Salini, Dario Tamburrano e Flavio Zanonato, che saluto. Inviterei i deputati a intervenire nell'ordine che ritengono.

Pag. 4

  FLAVIO ZANONATO, Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici. Presidente, dobbiamo intervenire noi per primi?

  PRESIDENTE. Sì. Dovreste esprimere la vostra opinione sulle proposte di direttiva oggetto del pacchetto all'esame della Commissione.

  FLAVIO ZANONATO, Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici. Occorre tenere presente che siamo di partiti diversi e che non abbiamo esattamente le stesse opinioni. Esprimeremo quindi le nostre opinioni a seconda della forza politica rappresentata, anche se spesso come vedrete non ci sono differenze così nette come avviene in altri contesti. Intanto occorre tener presente, come il presidente ha già detto, che l'Unione europea si impegna a guidare la transizione energetica e ha assunto l'impegno di ridurre le emissioni di gas serra, di anidride carbonica, di CO2 del 40 per cento entro il 2030, rispettando gli impegni assunti a Parigi. Lo fa con un insieme di iniziative che servono sia a rispettare gli impegni assunti a Parigi, sia a far crescere l'economia e l'occupazione nei Paesi europei.
  Le proposte in esame hanno tre obiettivi: privilegiare l'efficienza energetica, conquistare la leadership a livello mondiale nelle energie rinnovabili e garantire condizioni eque ai consumatori (costi bassi dell'energia). Per esempio, nel 2015 le energie pulite hanno attratto 300 miliardi di euro di investimenti mondiali, mobilitando fino a 177 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati ogni anno a partire dal 2021. Questo pacchetto può produrre, quindi, un aumento dell'1 per cento del PIL nell'arco del prossimo decennio, oltre a creare quasi un milione di nuovi posti di lavoro.
  Qual è il contesto generale? Nell'ottobre del 2014 il Consiglio europeo ha approvato il quadro per le politiche dell'energia e del clima per l'orizzonte del 2030, fissando un obiettivo nazionale ambizioso per tutti i settori economici di almeno il 40 per cento di riduzione delle emissioni di gas serra. L'accordo è stato confermato, ovviamente, e l'iniziativa che prende è nella conferma dell'accordo stretto a Parigi, come ho già detto.
  Quali sono i diversi rapporti che vi voglio indicare? C'è una direttiva sull'efficienza degli edifici. Questa direttiva ha una particolare valenza perché, come è noto, ridurre il consumo di energia raggiunge tutti gli obiettivi che ci proponiamo, ossia ridurre le emissioni di gas serra, rendere più autonoma l'Europa da importazione di energia e anche, se seguita con particolare intelligenza e attenzione, ridurre i costi energetici.
  Ci sono una direttiva sull'efficienza energetica in generale, per cui valgono le considerazioni che ho fatto, una direttiva sulle energie rinnovabili e una direttiva sulla governance, che indica quali sono gli strumenti attraverso cui sarà governato questo processo. Queste direttive saranno tutte votate nella Commissione ITRE l'11 e il 12 ottobre di quest'anno. Sono tutte in preparazione.
  Poi ci sono le direttive e il regolamento sul mercato interno dell'energia elettrica. Gli emendamenti devono essere presentati entro il prossimo 7 settembre e si prevede che il voto si terrà il 27 e il 28 novembre. C'è poi un regolamento preparatore relativo ai rischi, in particolare ai rischi di interruzione di energia elettrica. Anche per questo il voto è previsto il 27 e 28 novembre. Ancora, c'è il regolamento dell'Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali, sempre da votarsi il 27 e il 28 novembre.
  Questi sono i temi, presidente, su cui siamo impegnati. Non abbiamo ancora – adesso sentiremo anche i colleghi – i testi su cui si svilupperà la discussione, tranne in alcuni casi. Per esempio, io sono relatore sulla questione dei rischi energetici, ragion per cui conosco nel merito la questione. Sto seguendo, visto che se ne occupa Adam Gierek parlamentare del mio gruppo, tutta la questione relativa all'efficienza energetica, ma non sono ancora in grado di esprimermi sugli altri pacchetti, perché non ne conosco ancora il testo. Ci muoviamo quindi ancora sulla base di princìpi generali che Pag. 5penso siano condivisi anche dal Parlamento italiano e dalla sua Commissione e, quindi, possiamo entrare nel merito anche se in termini ancora generali di queste indicazioni.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zanonato. Chiederei agli altri due parlamentari presenti di prendere la parola.

  MASSIMILIANO SALINI, Parlamentare europeo del gruppo Partito popolare europeo. La ricostruzione fatta dal collega Zanonato rende l'idea di quale sia il quadro generale di tutto il pacchetto dei provvedimenti al nostro esame, ragion per cui anche dal punto di vista dell'indice generale dei possibili lavori per una discussione come la nostra non aggiungo altro.
  Dal punto di vista delle prime considerazioni da fare, fermo restando che, come ricordava Zanonato, abbiamo una serie di elementi mancanti, per i quali la discussione oggi non può che essere molto generica, il primo elemento per collocare dentro il nostro Paese questa discussione sul Winter Package nell'ambito dell'energia consiste nel collegarla alla discussione che abbiamo già avviato, e che va verso la sua conclusione – vediamo di conoscere poi i compromessi – riguardo la questione della sicurezza in ambito energetico. Abbiamo lavorato su una nuova definizione di tutto il pacchetto sicurezza, in particolare analizzando il tema della suddivisione dell'Unione europea in regioni, grande questione che ci vide abbastanza in difficoltà, come Paese. La suddivisione proposta dal relatore Buzek in nove regioni vedrebbe, infatti, l'Italia collocata in una regione che non rispetta le modalità con cui normalmente avviene l'approvvigionamento per il nostro Paese. Questo ci vede ancora abbastanza agguerriti nel tentare di modificarne la caratterizzazione. Pare che ci sia un'apertura da parte del relatore nel rivedere la struttura di queste regioni, magari ampliandole, in particolare la nostra.
  Per quanto riguarda il pacchetto di cui si discute, dal mio punto di vista sarà necessario garantire sicuramente, in primo luogo, un approccio neutrale. L'antica discussione all'interno delle nostre Commissioni, soprattutto in Commissione Industria, riguarda il rapporto tra il tema elettricità e il tema del gas.
  È importante – qui iniziano forse alcune differenziazioni tra le forze politiche – che sia garantito un approccio neutrale, ossia che sia garantita, in termini di approvvigionamento energetico, un'equilibrata distribuzione tra le varie possibilità anche tecnologiche.
  Per esempio, io sono relatore sulla partita riguardante la low emission strategy in tema di trasporti, facendo anche parte della Commissione Trasporti. Abbiamo la necessità di formulare proposte che sicuramente abbiano il comune obiettivo di ridurre l'impatto ambientale, soprattutto nell'ambito in cui maggiormente rileviamo problematiche dal punto di vista delle emissioni, che è quello dei trasporti. Soprattutto nel trasporto su strada vi è una dipendenza imponente dalle fonti tradizionali, in particolare dal petrolio, il che rende il nostro Paese molto fragile, perché non autosufficiente in termini di approvvigionamento. Tuttavia, la fuoriuscita da questa situazione ci costringe, a mio modo di vedere, a un approccio neutrale, che metta almeno alla partenza tutte le tecnologie possibili sullo stesso piano. L'equo contemperamento tra migliori soluzioni in termini ambientali e possibili soluzioni dal punto di vista industriale realizzerà poi quella sintesi equilibrata che sarà in grado di accompagnarci verso il raggiungimento degli obiettivi.
  Dall'altro lato, un altro tema fondamentale che incrocia i due ambiti è quello del passaggio dalla prima alla seconda generazione nell'ambito dei biocarburanti, per stare su temi ancora specifici. Anche qui, l'approccio che noi suggeriamo è certamente rispettoso degli obiettivi fissati dalla COP 21. Dall'altro lato, però, facciamo attenzione all'impatto industriale di queste scelte.
  La comunicazione della Commissione è molto forte, nel chiedere un passaggio quasi immediato ai biocarburanti di seconda generazione, ma in Europa ci sono 500 mila occupati nel settore dei biocarburanti di prima generazione. Accompagniamo il percorso, Pag. 6 perché ci sono le migliori industrie europee che hanno investito un sacco di quattrini nei biocarburanti di prima generazione. È giusto che l'accompagnamento sia fatto in modo tale che anche l'impatto sociale di questi nuovi obiettivi non sia devastante. Il cosiddetto impact assessment deve essere costruito in logiche di equilibrio.
  Sul tema dell'efficienza energetica Flavio Zanonato ha già citato alcuni dei passaggi. Anche qui ci sono forti ripercussioni sull'ambito industriale, ragion per cui l'industria ci chiede obiettivi realistici. Dall'altro lato, però, c'è una parte del mondo economico, in particolare di quello legato al mercato dell'edilizia, che attende con forza questi nuovi target in termini di efficienza, perché possono aprire a nuove soluzioni tecnologiche che rilancino anche quel settore.
  Il tema, quindi, è un approccio neutrale ed equilibrato, che non disperda energie industriali mentre tentiamo di raggiungere obiettivi importanti dal punto di vista ambientale.

  DARIO TAMBURRANO, Parlamentare europeo del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta. Salve. Sono Dario Tamburrano per il gruppo EFDD del MoVimento 5 Stelle. Vorrei innanzitutto fare un inquadramento più generale. Noi diamo il benvenuto a questo Clean Energy Package. Ci sono sicuramente innovazioni molto, molto interessanti, che vanno nella direzione che auspichiamo. Chiaramente ci sono anche delle parti che non ci piacciono, parti mancanti e parti che andrebbero migliorate. Adesso vedremo il tempo che abbiamo a disposizione. Comunque andrò a elencarle. Io sono relatore per quanto riguarda la riforma del regolamento e della direttiva per il mercato elettrico, l'efficienza energetica, la performance energetica negli edifici e la direttiva sulla promozione e sull'uso delle rinnovabili, che non mi risulta oggi, però, essere oggetto dell'audizione. Magari possiamo incontrarci in un altro momento su questo argomento.
  Partirei da un inquadramento generale. La situazione storica, climatica ed economica la conosciamo tutti. È inutile andare a rivedere gli obiettivi dell'accordo di Parigi. È inutile andare a ripetere l'aumento della concentrazione media di CO2, che raggiunge ogni volta nuovi livelli. Vorrei, però, rimarcare il fatto che la transizione energetica alle energie rinnovabili e il maggiore efficientamento energetico non hanno solo dei significati di tipo ambientale e prettamente economico o di salute per i cittadini e per l'ambiente, ma rivestono anche un carattere di tipo geopolitico strategico.
  Nel momento in cui l'Europa è dipendente dall'importazione di combustibili fossili, sia gassosi, sia in termini di petrolio, o anche dall'importazione di tecnologie per le energie rinnovabili o di tecnologia dell'informazione, ci esponiamo comunque a dei rischi – ogni dipendenza è un rischio – che minano poi le decisioni politiche e i rapporti con i singoli Stati. È inutile fare riferimento alle guerre per l'energia e a tutto ciò che comportano la concorrenza e gli accordi internazionali per l'approvvigionamento energetico anche in termini di devastazione degli ecosistemi in alcuni Paesi, anche in conseguenza dei flussi migratori che ne conseguono, che mettono a repentaglio anche la stessa stabilità sociale del continente europeo.
  Per quanto ci riguarda, questo è l'inquadramento generale. È noto che il MoVimento 5 Stelle è in favore di una transizione energetica il più possibile rapida e completa verso le energie rinnovabili. Siamo ben consci che una transizione immediata dall'oggi al domani non è realizzabile, ma sappiamo anche che ciò che governa il mondo, purtroppo, non sono sempre le leggi dell'uomo, ma sono leggi del clima e dell'ecosistema. Dobbiamo anche fare i conti con la realtà termodinamica, ambientale ed ecoclimatica del pianeta, oltre che con la realtà economica costruita dall'essere umano.
  Questo è un pacchetto che viene definito un pacchetto «monster». Si tratta di quattro direttive e quattro regolamenti, per un totale di circa 5 mila pagine. Chiaramente, affrontarle nel dettaglio con l'attenzione che sarebbe necessaria da parte di tutti noi per un tempo così breve non è possibile. Si Pag. 7registrano anche differenze sulle posizioni tra le forze politiche, sebbene, come giustamente ha detto Flavio Zanonato, a volte qui le differenze sono meno marcate rispetto che a livello nazionale e si riescono anche a trovare delle vie e delle posizioni comuni. Mi auguro che questo accadrà per il buon fine della legislazione. Invito a un maggior coordinamento anche con i colleghi italiani di ogni forza politica per riuscire a lavorare nell'interesse dell'Europa, ma anche nell'interesse del Paese Italia. Parlo per me. Io sono qui come un cittadino che è entrato a conoscere il meccanismo istituzionale europeo e la legislazione e non ho difficoltà ad affermare che mi possono sfuggire alcune questioni prettamente nazionali. Siamo sicuramente pronti a riceverle, perché vogliamo il bene dei cittadini dell'Europa, ma vogliamo anche il bene del sistema Europa.
  Passerò a elencare per punti il discorso sul mercato elettrico e sull'efficienza energetica. Innanzitutto, per quanto riguarda la direttiva sull'efficienza energetica, noi spingeremo – sono contento che anche altre forze politiche siano d'accordo con noi – per l'obiettivo al 40 per cento declinato in singoli obiettivi vincolanti nazionali, perché non riteniamo che gli obiettivi europei possano essere praticabili. Sappiamo che a volte è già difficile lavorare affinché alcuni obiettivi a livello nazionale siano raggiunti. Rendere questi obiettivi di tipo europeo mi crea qualche perplessità e un sincero scetticismo.
  Manca nella direttiva per l'efficienza energetica una definizione chiara delle misure di monitoraggio e di correzione nel caso in cui gli Stati membri non raggiungano quanto indicato in termini di efficienza energetica. Questo aumenta la mia preoccupazione per la mancanza di obiettivi nazionali. Il tema andrebbe implementato bene, però, più nel regolamento della governance che in questa direttiva sull'efficienza energetica.
  Segnalo rapidamente una grande preoccupazione sull'articolo 4 in merito alle flessibilità statistiche (al punto 7.2) e soprattutto ai rischi della doppia contabilizzazione, sia per quanto riguarda gli edifici, sia per quanto riguarda i trasporti. La lettera e) dell'articolo 7.2 dice che si può non calcolare l'energia rinnovabile prodotta in edifici come una parte di energia da risparmiare, ma che, allo stesso tempo, questa energia può concorrere al raggiungimento degli obblighi di risparmio. Già concettualmente non si incentiva l'efficientamento a monte e si permette, teoricamente, di sprecare l'energia, ancorché prodotta con fonti rinnovabili. Concettualmente, secondo me, questo è già un discorso sbagliato che, come ho detto, può esporre al rischio della doppia contabilizzazione, soprattutto in alcuni Paesi che magari vogliono fare più i furbetti.
  La situazione è simile per quanto riguarda i trasporti. È permesso agli Stati membri di escludere dal computo dell'energia l'energia impiegata nel settore trasporti, ma contemporaneamente gli stessi Stati hanno la possibilità di conteggiare i risparmi ottenuti dalle misure applicate nel settore. È abbastanza paradossale.
  Siamo a favore di un miglioramento dell'informazione sui consumi e vorremmo che vi fosse una garanzia per quanto riguarda l'accesso ai dati. Sappiamo che nella tecnologia dell'informazione i big data, i dati aggregati e i dati singoli hanno il grande valore economico che hanno e vorremmo che gli stessi cittadini e consumatori ne potessero disporre a proprio piacimento.
  Manca, purtroppo, una revisione del CPE. Affronto ora il tema relativo agli edifici sul quale vi è un problema relativamente al termine di «decarbonizzazione». Non è ben indicato che cosa si intenda per «decarbonizzazione», perché potremmo decarbonizzare utilizzando anche energia nucleare.
  Noi siamo per una decarbonizzazione che sia basata fondamentalmente sull'efficientamento in primis passivo degli edifici e sul sostentamento della necessità degli edifici grazie alle rinnovabili. Siamo anche favorevoli a permettere che l'edificio diventi parte attiva all'interno del mercato energetico. Vorremmo che l'efficienza energetica, come avviene in Scozia, che è l'unico caso in Europa, venisse considerata a chiare Pag. 8lettere come un vero e proprio investimento infrastrutturale. Faccio notare che l'efficienza energetica permette risparmi che sono calcolabili sulla base delle leggi della termodinamica e che non sono sottoposti, per esempio, ai rischi del mercato degli investimenti finanziari in altro campo. Di più sicuro delle leggi della termodinamica credo che non ci sia nulla.
  Siamo molto ben contenti degli one-stop shop per l'informazione ai cittadini, ma riteniamo che questi sportelli, che già esistono in alcuni Paesi, non siano sufficienti. Pensiamo che ogni cambiamento legislativo, con riferimento soprattutto a quelli che vanno a coinvolgere le abitudini dei cittadini e la possibilità di investire il proprio denaro in alcune direzioni o di risparmiare il proprio denaro, debba essere sempre preceduto da campagne informative e di formazione a livello europeo. Mi riferisco a formazione dei cittadini, a informazione, ma anche a formazione degli amministratori locali, i quali dovrebbero essere più consci, per esempio, nella stesura dei regolamenti edilizi o nella programmazione urbanistica, di ciò che può comportare il mondo delle energie rinnovabili e dell'efficienza energetica.
  Con riguardo alla mobilità elettrica, accogliamo con favore l'idea di facilitare la mobilità elettrica inserendo degli obblighi all'interno della direttiva per la prestazione energetica nell'edilizia. Abbiamo qualche preoccupazione relativamente all'obbligo di installazione di colonnine per gli edifici non residenziali, perché l'evoluzione tecnologica potrebbe portare a dei lock in con dei sistemi che attualmente non sono ancora testati su larga scala. Ci potrebbero essere novità. Faccio un esempio. Ora abbiamo le colonnine di ricarica con la spina, ma niente vieta che vi sia un'evoluzione verso sistemi di ricarica wireless, per esempio. Siamo convinti che la riforma del mercato elettrico e l'entrata degli aggregatori e dei meccanismi demand-response, nonché la partecipazione allo stoccaggio del sistema della mobilità elettrica possa di per sé già facilitare e spingere dei grandi attori, come i grandi centri commerciali, per esempio, a installare le colonnine senza che vi siano dei particolari obblighi.
  Siamo a favore del precablaggio negli edifici residenziali, perché il precablaggio non è un carico economico particolarmente gravoso. Si tratta di portare un filo al parcheggio. Quello ben venga, anche in considerazione che a volte gli edifici residenziali sono affittati e che, quindi, il proprietario della casa dovrebbe permettere agli stessi affittuari di avere la possibilità di ricaricare la propria macchina elettrica. Non so quanto tempo abbiamo. Non vorrei andare troppo nel dettaglio.

  PRESIDENTE. Ha ancora qualche minuto. Poi abbiamo un quarto d'ora per concludere la nostra audizione.

  DARIO TAMBURRANO, Parlamentare europeo del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta. Resta ancora da affrontare la parte importante sul mercato elettrico, ma magari mi fermo qui per non togliere troppo tempo a voi, ai colleghi che volessero porre delle domande. Poi eventualmente o continuiamo o possiamo inviare le nostre osservazioni per iscritto.

  PRESIDENTE. Chiedo al relatore se intenda intervenire

  GIANLUCA BENAMATI. Vorrei fare una proposta, prima di entrare nel merito. Visto che quest'audizione, per motivi indipendenti dalla nostra volontà, sarà breve e mi pare che siano anche in corso alcuni approfondimenti da parte dei colleghi – entrambi i colleghi parlamentari europei hanno infatti responsabilità importanti all'interno di questi procedimenti – mi sentirei di proporre loro, poiché stiamo concludendo un ciclo di audizioni che ci porterà alla redazione di un parere che verrà poi inviato alla Commissione europea e al Parlamento europeo, innanzitutto di inviarci, se ritengono, qualche indicazione ed osservazione per iscritto. Domande da porre ne avrei, ma potrebbe essere utile avere una visione più completa.
  Nel momento in cui avremo predisposto la bozza della proposta di parere, anche se Pag. 9non è usuale – questa è un'audizione che ci aiuta nel percorso di costruzione delle nostre opinioni – magari potremo fare anche un confronto di merito, visto che anche i colleghi del Parlamento europeo stanno articolando le loro posizioni in merito.
  Questa è una proposta, anche perché sono già le 13.30. Poi magari successivamente porrò qualche domanda, ma volevo capire se potessimo avere nel prosieguo un'interazione più di merito, scambiandoci anche qualche documento scritto.

  FLAVIO ZANONATO, Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici. Molto velocemente, sicuramente è possibile. Tra l'altro, attraverso questa formula ritengo sia possibile anche avere un momento in cui ci incontriamo a Roma, in modo da poterci scambiare le opinioni con una maggior efficacia. Comunque, in questo modo ritengo, almeno per quel che mi riguarda, senz'altro che si possa seguire il percorso indicato dal collega Benamati.

  PRESIDENTE. Da questo punto di vista, è chiaro che, se voi veniste a Roma, avremmo più facilità di dialogo e di confronto, stando tutti intorno a un tavolo. Altrimenti, possiamo anche agire nell'altra modalità. Prego, onorevole Crippa.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, presidente. Anch'io, per garantire una maggiore rapidità nel confronto, forse andrei sulla linea proposta dal collega Benamati e chiederei di provare uno scambio di opinioni per iscritto. Se pensassimo di organizzare una seduta in cui incontrarci nuovamente, temo che andremmo troppo in là nel tempo. Obiettivamente, ha più senso cercare di velocizzare i tempi su questioni tecniche, perché di fatto dobbiamo parlare dei contenuti previsti dagli atti in esame.
  Se possibile, vorrei porre due domande rispetto ad alcune delle considerazioni fatte nella seduta odierna. Mi sembra – vorrei comprendere, ormai da spettatore di quello che succede in Europa – che ci sia una netta frammentazione all'interno dei Paesi tra quelli che sostengono la decarbonizzazione e quelli che, in realtà, di carbone vivono. Dal momento in cui i Paesi dell'Est, che hanno una produzione energetica assai rilevante da carbone, hanno un atteggiamento ostativo, quanto incideranno le loro pressioni per cercare di ribaltare questo concetto e mandare all'aria tutto il sistema di pianificazione di decarbonizzazione e i conseguenti obiettivi? Questa è la prima domanda.
  L'altra domanda è sugli investimenti stranieri. Vorrei sapere se a livello europeo oggi è all'ordine del giorno la discussione per cui molti degli asset energetici stanno finendo per essere acquisiti da aziende di Stato come quella cinese – penso al caso di Terna – il che sta di fatto determinando l'impoverimento, da un punto di vista nazionale, della sovranità e dell'appartenenza dell'infrastruttura energetica. Vorrei sapere se è un tema che rimane nell'agenda e in che modo quanto ho descritto possa essere evitato. Inoltre, vorrei comprendere meglio la logica del diritto di accesso a terzi all'energia e le modalità con cui il nostro Paese, ai tempi guidato dal Ministro Zanonato, ha portato avanti la linea degli interconnector privati. Parlo di interconnessioni finanziate da privati che, però, hanno un vincolo di non accesso a terzi di un ventennio. In che modalità viene inquadrato questo tema per quanto riguarda in particolare la disponibilità della rete e il diritto di accesso a terzi?
  Un altro passaggio che vorrei affrontare – e concludo con due domande lampo – riguarda l’unbundling e il discorso del sistema di distribuzione. A livello europeo è da diverso tempo che se ne discute. Le normative sull’unbundling sono state anche recepite, teoricamente, in Italia. Dico teoricamente perché faccio notare come l'ex monopolista di Stato oggi abbia cambiato il marchio, ma di fatto rimane sempre la stessa E nelle diverse compagnie che fanno parte del gruppo.
  Questo unbundling è finanziario e funzionale, funziona così come recepito in Italia, soprattutto vista la delibera con cui l'Autorità di regolazione ha dato mandato per un percorso esplorativo due giorni fa rispetto alla necessità di corrispondere contributi Pag. 10 economici alle società che fanno l’unbundling. Se la normativa impone l’unbundling, l'Autorità ha chiesto di valutare l'opportunità di riconoscere in tariffa, quindi sulle bollette dei cittadini, l'adeguamento normativo, cosa che, se dovesse capitare in qualsiasi altro ramo d'azienda, sarebbe un problema. Immaginarsi che un'azienda, per adeguarsi a una normativa, debba rifarsi poi sui consumatori credo possa rappresentare una complicazione molto seria.
  Un altro quesito – e chiudo veramente con questo aspetto – riguarda i meccanismi di capacità. Che cosa si sta analizzando oggi sulla remunerazione della capacità? È necessario mantenere una remunerazione della capacità? Quali fonti oggi all'interno del pacchetto della remunerazione della capacità hanno diritto di esistere e quali, teoricamente, secondo voi, dovrebbero essere messe in seconda linea?
  Sulla questione del carbone chiedo se potete rispondermi anche con un parallelismo con la questione nucleare. Credo che la problematica rimanga sempre la stessa. Paesi con una grossissima produzione energetica da nucleare hanno oggi un atteggiamento molto complicato da portare avanti sulla transizione completa verso una decarbonizzazione complessiva e verso una società basata su energie rinnovabili. Da un lato, ci sono Paesi come la Francia e, dall'altro, Paesi come la Polonia, su fronti opposti che, purtroppo, minano la stabilità di questo progetto complessivo.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Intanto mi sembra utile la proposta di metodo che ha avanzato il relatore Benamati. In questo senso vorrei sollevare una questione che non ha necessariamente bisogno di una risposta oggi, ma eventualmente nelle fasi successive di approfondimento. Visto che credo siano utili anche occasioni successive di confronto tra punti di vista diversi, nazionale ed europeo, sollevo una questione che riguarda la proposta di regolamento sull'ACER, l'Agenzia europea per la cooperazione tra gli operatori nazionali dell'energia. Lo dico perché credo soprattutto ai colleghi parlamentari europei sia di grande evidenza come da Paese a Paese sia diverso il ruolo della regolazione e sia diversa anche l'indipendenza del regolatore.
  Da questo punto di vista mi sembra utile capire, approfondire e valutare, nel momento in cui vengono attribuite queste nuove funzioni all'ACER, come evitare che questo crei una differenza della possibilità di incidere di un sistema Paese attraverso la voce di un regolatore che ha un grado elevato di indipendenza rispetto ad altri Paesi dove c'è essenzialmente il peso del Governo.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Velocemente, l'efficienza energetica è una problematica che in Italia sta finalmente cominciando a prendere piede. Abbiamo sentito anche voi di parlare di questo. C'è un punto, però. L'altro giorno, poiché si parla della diagnosi, l'ENEA è venuto a dirci che in Italia abbiamo fatto circa 15 mila diagnosi di prospettiva per interventi di efficienza energetica. In tutta Europa sembrano essercene soltanto altre 14 mila. Delle due l'una: o l'Italia è l'unica che veramente crede nell'efficienza energetica che, come voi sapete, per le imprese comporta costi e abbassamento di competitività rispetto alle altre società estere, o in Europa qualcuno fa il furbo. A proposito dell'ACER e di qualcuno che potrebbe magari sanzionare, vorrei sapere se realmente da parte vostra sull'efficienza energetica ci può essere una mozione, una risoluzione o una richiesta di chiarimenti sul motivo per cui l'Europa parli di efficienza energetica, ma non mi sembra si adegui allo stesso modo in cui, in maniera seria, lo sta facendo il nostro Paese.

  GIANLUCA BENAMATI. Molto velocemente, anch'io torno sempre su una questione di metodo. Se diamo per scontato e siamo ormai d'accordo di muoverci, cioè di rivederci anche con un parere bozza per discuterlo, vi invierei anche alcuni documenti che sono stati presentati nel corso della discussione nazionale e che hanno una grande attinenza con le tematiche che ci state indicando.
  I colleghi hanno già sollevato, ultimo in ordine Abrignani, il problema delle diagnosi Pag. 11 energetiche, ma c'è anche il problema dell'aumento del risparmio dell'1,5 per cento annuo. Su quale base si calcola, visto che l'Italia ha fatto molto sotto questo aspetto?
  C'è il tema, nel mercato elettrico, della struttura del mercato elettrico che andiamo a definire, che sembra essere modellata più su quella della Germania, e dei tempi di convergenza.
  C'è il ruolo, come diceva un collega, dell'ACER. Al di là del tema delle regionalizzazioni, che qui è diverso, si pone il tema del ruolo dell'ACER e dei coordinamenti delle autorità.
  C'è un problema degli sviluppi tecnologici, che il collega Crippa richiamava, rispetto a quella che è una diversa situazione nei diversi Paesi europei rispetto alla rilevazione dei consumi degli utenti. Anche qui qual è la velocità di convergenza?
  Ci sono quindi un numero assai rilevante di questioni che sono state sollevate anche dall'Autorità per l'energia elettrica che ci stanno facendo riflettere fortemente per il parere. Non troverei peregrino, in questo caso, inviarvi copia di questa documentazione in preparazione del nostro prossimo incontro, in modo che i temi vi siano già chiari fin da ora.

  PRESIDENTE. Noi qui abbiamo terminato i nostri lavori. Io ho un problema: abbiamo finito anche i tempi dell'audizione, perché abbiamo, purtroppo, degli impegni. Chiedo ai nostri colleghi del Parlamento europei, fermo restando che adesso vi facciamo avere tutto quello che può essere utile – tra l'altro, credo anche l'audizione del Presidente dell’authority – e fermo restando che, a un dato punto, vi trasmetteremo la proposta di parere, se poter fare sulla base di quello un confronto di merito sia anche più utile.

  FLAVIO ZANONATO, Parlamentare europeo del gruppo Alleanza progressista di socialisti e democratici. Presidente, va benissimo procedere nel modo che ha proposto. Noi abbiamo anche la registrazione di tutte le domande che sono state poste. Alcune sono state particolarmente interessanti e precise. A queste possiamo già rispondere. Se arrivano anche altre questioni, risponderemo molto volentieri. Tenete presenti due o tre cose, molto semplici, di metodo. In primo luogo, stiamo parlando di quello che decide il Parlamento e, in particolare, di quello che pensa la delegazione italiana, composta da varie forze politiche, all'interno del Parlamento europeo. Non siamo il Parlamento europeo intero e non siamo l'Unione europea. Poi ci saranno gli Stati che, ovviamente, dovranno decidere in Consiglio. Pertanto, siamo in grado di dire che cosa possiamo fare noi, non cosa succederà, perché quello che succederà dipende anche da soggetti che non sono sotto il nostro controllo. Accetto anche a nome dei colleghi il metodo. Molto volentieri possiamo fornire delle schede molto dettagliate.

  PRESIDENTE. Va bene. Allora restiamo d'accordo come è stato stabilito. Ringrazio tutti i colleghi parlamentari europei. Ci risentiremo presto. Arrivederci e buon lavoro.
  Dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.45.