XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 161 di Lunedì 8 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti di ARPA Lombardia:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 3 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 4 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 4 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 6 ,
Cominelli Miriam (PD)  ... 6 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 6 ,
Cominelli Miriam (PD)  ... 6 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Cazzaniga Teresa , Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia ... 6 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 6 ,
Cominelli Miriam (PD)  ... 6 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 6 ,
Cominelli Miriam (PD)  ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Cazzaniga Teresa , Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Puppato Laura  ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Puppato Laura  ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Puppato Laura  ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Puppato Laura  ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Puppato Laura  ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Puppato Laura  ... 7 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 7 ,
Orellana Luis Alberto  ... 8 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 8 ,
Puppato Laura  ... 8 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 8 ,
Cazzaniga Teresa , Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia ... 8 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Cazzaniga Teresa , Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia ... 9 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 9 ,
Cazzaniga Teresa , Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia ... 9 ,
Puppato Laura  ... 9 ,
Cazzaniga Teresa , Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Puppato Laura  ... 9 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 9 ,
Puppato Laura  ... 9 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 9 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 9 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 9 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 10 ,
Cominelli Miriam (PD)  ... 10 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Pastore Luisa , Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 17.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di ARPA Lombardia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dei rappresentanti di ARPA Lombardia. Sono presenti la dottoressa Teresa Cazzaniga, direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia, e la dottoressa Luisa Pastore, direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione odierna rientra nell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sul tema delle bonifiche dei SIN, con particolare riguardo allo stabilimento Caffaro di Brescia. In particolare, la Commissione è interessata a ottenere informazioni dettagliate in merito ad alcuni punti specifici, concernenti la gestione della barriera idraulica dello stabilimento industriale e il trattamento delle acque emunte, nonché il controllo dei vari piezometri con le relative analisi effettuate.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Come ho detto sinteticamente, la Commissione sta svolgendo un'indagine generale sullo stato dei siti di interesse nazionale. Abbiamo però deciso per diversi motivi di fare una relazione specifica sui siti Caffaro, e tra i siti Caffaro non c'è dubbio che quello di Brescia rappresenta un sito fra i più importanti. Abbiamo già fatto una serie di audizioni e di sopralluoghi, però le cose evolvono e quindi abbiamo verificato una serie di criticità, che possono a nostro avviso diventare ancora più rilevanti se non si capisce bene chi gestirà il trattamento delle acque di falda. C'è stata la nomina di un commissario, abbiamo la situazione sotto controllo, però ci interesserebbe conoscere il vostro punto di vista attuale, lo stato dell'arte rispetto alle questioni che venivano ricordate.
  Cedo quindi la parola alla dottoressa Luisa Pastore, direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova.

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. In particolare sulla barriera idraulica volete avere informazioni, vero?

  PRESIDENTE. Sì, ma non solo, anche sullo stato dell'arte dei controlli, sulla situazione dal vostro punto di vista e cosa state facendo in termini di monitoraggi.

Pag. 4

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Nel corso degli anni 2013, 2014 e 2015 abbiamo condotto degli approfondimenti sulle aree esterne al sito Caffaro, sulle acque di falda e anche sull'efficienza della barriera idraulica. Tutti i risultati di questi approfondimenti sono consultabili sul sito di ARPA Lombardia, per cui potete verificare quello che è stato fatto ed andare a vedere quali sono le aree di maggiore criticità.
  Per quanto riguarda la barriera idraulica, sono stati fatti interventi nel corso del tempo. La barriera idraulica è sostanzialmente costituita da sette pozzi, che erano pozzi ad uso industriale presenti sul sito Caffaro, quindi non è una barriera idraulica studiata e realizzata con la finalità del barrieramento idraulico, ma sono stati utilizzati pozzi già esistenti con diverse profondità, con diverse portate e con la captazione di livelli di falda differenti. Quindi, dal punto di vista della configurazione non si tratta sicuramente di una barriera studiata e realizzata con la finalità di limitare la propagazione degli inquinamenti verso valle.
  Adesso la barriera idraulica viene gestita dalla società Caffaro Brescia, che è un insediamento industriale con un'autorizzazione integrata ambientale, che opera con un comodato d'uso in una porzione dello stabilimento Caffaro.
  Vengono prelevate le acque dai sette pozzi, per due di questi, il pozzo n. 2 e il pozzo n. 7, ci sono dei trattamenti specifici, uno per il mercurio e un altro per il PCB, essendo questi pozzi collocati proprio su aree in cui questi contaminanti erano particolarmente significativi, quindi c'è un trattamento del pozzo n. 2 con resine per il trattamento del mercurio, e con carboni attivi per il pozzo n. 7 per il trattamento del PCB. Le acque di questi due pozzi vengono trattate e, come le acque di tutti gli altri pozzi, utilizzate dallo stabilimento sia per i processi produttivi, sia per il raffreddamento.
  Queste acque poi vengono scaricate nel Cavo Fiumicello, non c'è un trattamento finale, c'è solo una regolazione del PH ed eventualmente delle operazioni di disoleatura, quindi il trattamento delle acque di falda viene fatto esclusivamente per il PCB e per il mercurio per questi due pozzi.
  Sicuramente l'efficienza di questa barriera idraulica potrebbe essere migliorata per i motivi che ho detto prima, perché i pozzi non sono stati studiati per questo scopo, ma erano pozzi preesistenti, da cui viene prelevata l'acqua. Vengono prelevati grandi quantitativi d'acqua e probabilmente una migliore configurazione e una realizzazione più idonea potrebbero limitare i quantitativi d'acqua prelevati e potrebbe essere finalizzato meglio il trattamento degli inquinanti.
  Non ci sono appositi trattamenti per l'abbattimento del cromo 6 e dei solventi clorurati, anche se questi contaminanti vengono riscontrati nell'ambito del SIN, e tra l'altro sul cromo 6 anche dagli ultimi monitoraggi sembra esserci ancora un contributo da tenere in considerazione nell'ambito dello stabilimento. Si nota infatti un incremento del cromo 6, già presente a monte per i problemi legati alla mancata depurazione delle acque in particolare della Val Trompia, ma nell'ambito dello stabilimento sembra esserci un incremento che deve essere verificato in termini di sorgente.
  Quando erano stati fatti gli approfondimenti nel corso del progetto Caffaro era stata valutata l'efficienza di questi trattamenti...

  ALBERTO ZOLEZZI. Scusi se la interrompo, quindi lei si riferisce all'attività dell'attuale stabilimento o pensate a qualcosa di storico?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Questo deve essere verificato, potrebbe essere una sorgente legata alla presenza di contaminazioni pregresse oppure potrebbe esserci un contributo da parte dell'attuale stabilimento, questo è ancora un punto interrogativo su cui va fatta una verifica.
  Tra l'altro, a seguito di questa verifica verrà chiesto nell'ambito dell'AIA di inserire nel piano di monitoraggio anche il monitoraggio per quanto riguarda le acque Pag. 5di falda del cromo 6 all'interno e all'esterno dello stabilimento, ci sarà una conferenza di servizi in cui verrà richiesto. ARPA ha già mandato il proprio parere, però ci deve essere una Conferenza di servizi in cui questo viene recepito o discusso.
  Per quanto riguarda le verifiche sull'efficienza dei trattamenti fatti nel corso del progetto Caffaro, era stato valutato che il trattamento del PCB sul pozzo n. 7 era efficace e si raggiungeva il 97-98 per cento di abbattimento, mentre erano stati riscontrati problemi sul trattamento del mercurio, in quanto probabilmente le resine non erano state manutenute con regolarità, quindi a seguito di queste verifiche era stato chiesto alla Caffaro Brescia di intervenire su questo trattamento ed effettivamente poi l'intervento è stato fatto e quindi si è tornati ad un'efficacia del sistema di abbattimento.
  La cosa principale è sicuramente studiare una barriera idraulica più idonea, che possa da una parte ridurre i costi di emungimento e trattamento, dall'altra avere una geometria e caratteristiche tecniche adatte allo scopo.
  Questa è la situazione per le acque di falda. Attualmente abbiamo in essere una convenzione con il commissario straordinario per la prosecuzione dei monitoraggi delle acque di falda su tutto il SIN e anche esternamente al SIN, il progetto è partito lo scorso anno e consiste in otto campagne di monitoraggio del livello di falda e quattro campagne di monitoraggio qualitativo. Abbiamo anche il compito di un'implementazione del modello matematico idrogeologico, che era già stato in parte implementato dalla Sogesid e verrà aggiornato con i nuovi dati dei monitoraggi e verificato anche in termini di validità del modello stesso.
  Il modello servirà per dare ulteriori informazioni sia sulle caratteristiche delle eventuali barriere da realizzare, sia sull'efficacia delle stesse e una previsione su quello che succederà in termini di diffusione dell'inquinamento nei prossimi anni.
  Per quanto riguarda la barriera idraulica va ricordato che nel 2011, a seguito di un innalzamento della falda, era stato chiesto alla Caffaro di implementare il pompaggio del pozzo n. 7. A seguito di questa implementazione del pompaggio, era stato verificato che l'efficacia dei sistemi di trattamento non era più adeguata per i quantitativi di acqua che erano quasi raddoppiati, quindi era stato implementato il sistema di trattamento con il raggiungimento dei livelli di abbattimento precedenti al raddoppio dell'emungimento.
  Attualmente la questione in fase di discussione concerne i limiti allo scarico della Caffaro soprattutto per quanto concerne PCB e mercurio, in quanto i limiti del PCB non sono normati e quindi c'è la necessità di stabilire un limite per questa sostanza, e lo stesso per il mercurio, fino ad ora c'era il limite della tabella del 152, ma anche lì c'è qualche riflessione sul valore da definire. La provincia in questa fase ha chiesto all'ISS una valutazione su quale sia il limite più idoneo da stabilire allo scarico. Questo per quanto riguarda la situazione della falda.
  Per quanto riguarda la bonifica, non abbiamo elementi aggiuntivi in questo momento, se non quelli, sui quali probabilmente ha già relazionato il commissario, sulla progettazione.

  PRESIDENTE. Il commissario verrà sentito domani, quindi ci interessava capire la situazione attuale della falda e soprattutto se continuate a fare analisi di routine...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sì, di queste 4 campagne previste da questa nuova fase di monitoraggio abbiamo fatto la prima nell'autunno 2016 e adesso stiamo elaborando i dati.

  PRESIDENTE. Non avete ancora i dati definitivi?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Stiamo elaborando i dati e preparando la relazione, che vi invierò.

  PRESIDENTE. Sì, quando sarà pronta vi prego di inviarla alla Commissione.

Pag. 6

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Intanto abbiamo avviato la campagna primaverile con le difficoltà che vi abbiamo descritto nella relazione, perché la Caffaro Brescia non ha proseguito il monitoraggio che dovrebbe fare sulla barriera idraulica.
  Le singole aziende che sono inserite nel piano di monitoraggio dovrebbero fare il monitoraggio dei loro punti di controllo, e noi, coordinando questi monitoraggi in modo che abbiano le stesse caratteristiche, facciamo il monitoraggio dei punti esterni alle singole aziende.
  In questa fase Caffaro Brescia non ha aderito al monitoraggio e quindi ARPA le si è sostituita, perché è fondamentale avere il dato aggiornato su una situazione che rappresenta una criticità da tenere in considerazione.

  MIRIAM COMINELLI. Che cosa succede all'acqua degli altri pozzi, quella che non viene trattata?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sono sette pozzi, due vengono trattati e cinque vengono immessi nel circuito della Caffaro Brescia, che utilizza le acque di questi pozzi nell'ambito dei processi industriali e per il raffreddamento, dopodiché queste acque vengono scaricate nella roggia Fiumicella con la regolazione del PH, di fatto con scarsi interventi...

  MIRIAM COMINELLI. Perché mancano i limiti allo scarico?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sì, per il problema di questi due parametri per i quali devono essere aggiornati i limiti allo scarico.

  PRESIDENTE. Quali sono i due parametri?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Il PCB e il mercurio, PCB perché non è normato (c'era un limite nella vecchia autorizzazione)...

  PRESIDENTE. Il cromo 6 e i solventi clorurati che dicevate prima?

  TERESA CAZZANIGA, Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia. Vengono scaricati nel rispetto dei limiti tabellari...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Ma di fatto c'è un problema, perché loro dovrebbero comunque trattare le acque prelevate dai pozzi della barriera. La normativa dice che, al di là del rispetto dei limiti allo scarico, il trattamento deve essere fatto.

  PRESIDENTE. Quindi metterete queste due situazioni come prescrizione nella conferenza dei servizi?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sì, nella conferenza di servizi le nostre prescrizioni riguardano una valutazione sulla possibilità di riduzione del limite del PCB, perché l'ISS va in questa direzione, quindi proponiamo a Caffaro Brescia di sperimentare l'utilizzazione di altre tipologie di carboni attivi e verificare se sia fattibile.
  In relazione a questa diversa definizione dei limiti, anche per il mercurio verrà verificata la possibilità di fare analisi chimiche, arrivando a questo livello di definizione, perché attualmente i laboratori che stanno operando non raggiungono questi livelli di approfondimento.
  L'altra prescrizione riguarda un monitoraggio dei quantitativi destinati da Caffaro Brescia al raffreddamento e di quelli invece legati al processo produttivo.

  MIRIAM COMINELLI. Sia il Ministero con una diffida, sia la provincia nel 2015 avevano chiesto a Caffaro di implementare la barriera idraulica, loro hanno fatto ricorso al TAR, che non si è ancora pronunciato, quindi ad oggi non stanno agendo per l'implementazione, è fermo alla situazione del 2015...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Rispetto Pag. 7al 2015 quello che hanno fatto è una manutenzione delle resine per il trattamento del mercurio, questo è l'intervento che è stato realizzato.
  C'è anche da dire che nel corso delle nostre verifiche non sempre tutti i pozzi sono attivi, spesso ci sono delle variazioni nei prelievi, alcuni pozzi sono spenti e quindi non viene prelevata acqua, insomma la situazione non è proprio governata al massimo.

  MIRIAM COMINELLI. Quanto costa questa operazione di emungimento dell'acqua?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Non ho i dati.

  TERESA CAZZANIGA, Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia. Vengono emunti 13 milioni di metri cubi d'acqua all'anno, 1.500 metri cubi al giorno, quindi sono costi di energia molto elevati.

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Oltre poi ai costi di trattamento...

  LAURA PUPPATO. Una spiegazione per chi non ha esattamente il polso della situazione, cioè non è dentro la Caffaro. Lei prima ha detto che l'attuale società ha in comodato d'uso una parte degli stabilimenti e, siccome parliamo di un inquinamento che si è verificato per decenni, i pozzi n. 2 e n. 7 vengono gestiti perché sono all'interno dell'area che è in lavorazione, mentre degli altri, non essendo nelle aree di lavorazione, l'azienda non si occupa, o ci sono altre ragioni per cui...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. No, i sette pozzi sono distribuiti sull'intero stabilimento...

  LAURA PUPPATO. Stabilimento operativo...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. No, tutto lo stabilimento Caffaro.

  LAURA PUPPATO. Tutto, compreso quello che non ha in comodato d'uso ora...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sì, poi vi lascio una presentazione che potete trovare anche sul sito di ARPA, che riguarda gli studi che avevamo fatto per 2013, 2014 e 2015. Come vedete, i pozzi sono così distribuiti: questo è tutto lo stabilimento, il trattamento viene fatto all'interno dello stabilimento Caffaro Brescia, ma i pozzi sono distribuiti su tutto lo stabilimento Caffaro.

  LAURA PUPPATO. E la parte operativa oggi quale sarebbe?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. È la parte sud-est.

  LAURA PUPPATO. Ma metà, un quarto, tre quarti dell'intera superficie?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. È una parte ridotta rispetto all'intero stabilimento, vi posso mandare un dettaglio di questo.

  LAURA PUPPATO. Grazie. Come ARPA avete mai ritenuto di richiedere alle ASL un monitoraggio ambientale e quindi uno studio anche dal punto di vista della salute umana delle popolazioni che risiedono intorno al Fiumicella?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. L'ATS di Brescia ha condotto degli studi sull'area, anche attualmente ha in corso degli studi e anche sui prodotti agricoli, perché nell'area a sud di Brescia, dove i terreni erano stati contaminati per tanti anni dall'utilizzo irriguo delle acque del torrente Fiumicella, per un certo periodo sono state completamente inibite le coltivazioni e poi su alcune Pag. 8aree sono state reintrodotte alcune colture con il monitoraggio del raccolto.
  A quanto mi risulta, fino ad ora non sono state riscontrate particolari problematiche, le colture sono regolamentate da ordinanze sindacali che vengono progressivamente aggiornate, sulle quali c'è un monitoraggio abbastanza duraturo nel tempo.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Io vorrei chiedere un paio di cose. Da quanto ho capito, la Caffaro a Brescia non sta rispettando gli interventi che le erano stati ordinati sia dal Ministero che dalla provincia, e su questo c'è stata anche una diffida a intervenire e loro hanno fatto ricorso al TAR. Dal TAR è venuta una sospensiva di questa attività oppure sono comunque... non si può intervenire anche a livello di sanzione economica su questo? Credo che su un'altra partita invece stia addirittura cercando degli sgravi fiscali.
  Pur riconoscendo da quanto leggo che non è Caffaro Brescia la responsabile dell'inquinamento, le azioni attuali di mancato intervento nel contenimento dell'inquinamento la rendono invece responsabile di questo, quindi mi domando se non ci sia qualche ulteriore azione da intraprendere, anche perché il commissario straordinario ci riferisce che, essendo trascorso il biennio di legge dalla cessione dell'azienda, il suo ufficio non è più tenuto al controllo, quindi questo controllo lo state facendo voi. C'è qualcosa in più che si può fare per sbloccare? Ipotizzavo un intervento di natura economica, non essendo intervenuta alcuna sospensiva del TAR.

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Penso che non si possa dire che non sta facendo nulla, nel senso che comunque sta garantendo la gestione dell'attuale barriera idraulica, quindi non è completamente inattiva.
  Quello che non è stato fatto è la progettazione, la rivisitazione della barriera, e poi non ha eseguito i monitoraggi sui piezometri, perché li ha eseguiti regolarmente nel 2015, nel 2016 ha fatto una sola campagna e quest'anno non sta eseguendo i monitoraggi. Qui c'è l'annoso dissidio su chi debba fare questo intervento.
  Noi dobbiamo affidarci alle autorità competenti per la risoluzione del caso, ma nella nostra relazione abbiamo ipotizzato anche un impedimento al controllo con questa azione di assenza del contributo sul monitoraggio che l'azienda dovrebbe dare.

  LAURA PUPPATO. Dal punto di vista numerico, su 1.500 metri cubi giorno di acque emunte, abbiamo 400 trattati, 1.100 non trattati, giusto? Per cui volevo capire come si intenda provvedere al disinquinamento dei 1.100, perché quelli entrano nella roggia Fiumicella.

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. I due pozzi, il n.2 e il n.7, sono quelli che avevano un livello di inquinamento più importante e per questo è stato deciso di intervenire prioritariamente. La necessità di intervenire anche sul cromo 6 c'è, come abbiamo segnalato a conclusione dei nostri approfondimenti.

  TERESA CAZZANIGA, Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia. In realtà il problema non è tanto il fatto che viene rispettato il limite allo scarico, quanto che il quantitativo di sostanze immesse complessivamente in un anno in quella roggia è molto elevato perché, essendo emunta una quantità di acqua rilevante, pur essendo rispettosa del limite allo scarico, è il quantitativo totale della sostanza che viene immessa, ed è per questo che si chiede all'Istituto superiore di sanità di individuare un limite diverso dal mero rispetto del limite di tabella 3 per il mercurio.
  La nostra preoccupazione nella sollecitazione alla conferenza di servizi è quella di valutare che comunque, non essendoci alcun trattamento delle acque, vengono immessi annualmente nella roggia (stime del 2015) 200 chili anno di solventi clorurati, 280 chili anno di cromo esavalente, tutto nel rispetto dei limiti ma, partendo da un quantitativo emunto di 13 milioni di metri cubi anno, questa è la situazione.

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  PRESIDENTE. Nel limite prescrittivo dell'AIA non si può mettere un limite alla massa?

  TERESA CAZZANIGA, Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia. Sì, si potrebbe mettere anche quello. Bisogna riuscire ad individuare un limite che poi effettivamente...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Il problema fondamentale adesso è quello di riprogettare la barriera idraulica, perché con questo sistema più di tanto non si fa o si fa senza l'efficacia che sarebbe garantita da una migliore configurazione della barriera...

  TERESA CAZZANIGA, Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia. L'altro aspetto critico è stabilire di chi sia la responsabilità di effettuare il monitoraggio, perché a questo punto si assiste a un rimpallo tra i soggetti coinvolti, Caffaro Brescia e Caffaro originaria, per cui alla fine gli accordi, che non sono ben chiari, tutte le volte che esce un problema o una sollecitazione vengono spostati dall'uno sull'altro e viceversa, poi il commissario di Caffaro dichiara che non hanno i soldi per fare questa parte, l'altro sostiene di non essere il soggetto responsabile e quindi...

  LAURA PUPPATO. Però a giugno c'è il dibattimento.

  TERESA CAZZANIGA, Direttrice del settore attività produttive e controlli di ARPA Lombardia. Sì, però nel frattempo questa volta abbiamo fatto noi il monitoraggio.

  PRESIDENTE. Si sono sostituiti loro.

  LAURA PUPPATO. Il PCB è quasi il più importante degli inquinanti...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sicuramente il problema del PCB è importante, come è importante quello del mercurio. Fortunatamente il PCB è una sostanza poco solubile, per cui nella falda non si riscontra un'importante diffusione verso valle. Effettivamente il trattamento del pozzo n. 7 ha i rendimenti che abbiamo detto prima, che sono considerevoli.

  LAURA PUPPATO. Il fatto che non sia solubile, poiché immagino vi sia fauna ittica all'interno di quel fiume, quindi potrebbe entrare nella catena alimentare...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. No, la roggia Fiumicella è una roggia artificiale, che era stata realizzata proprio a fini irrigui e per l'alimentazione delle industrie presenti a sud della Caffaro. In ogni caso ovviamente bisogna scongiurare il trasferimento di questa sostanza.

  ALBERTO ZOLEZZI. Non ho capito se in questo momento negli altri cinque pozzi dove non ci sono particolari sistemi per PCB o metalli i monitoraggi riscontrino una fuoriuscita importante di PCB. Per i PCB come per altre sostanze, il problema è che c'è una letteratura scientifica che le definisce cancerogene, quindi sono già regolamentate dal decreto legislativo n. 152, mentre mi pare di capire che al momento, nonostante il dato scientifico, non siano ancora regolamentati come cancerogeni. È così?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sì, alcuni PCB sono stati regolamentati come cancerogeni, altri non ancora.
  Per quanto riguarda gli altri pozzi, non ci sono livelli di contaminazione importanti, in ogni caso il problema è quello di ridisegnare la barriera (lo ribadisco, perché è il punto fondamentale che sosteniamo da tanti anni), proprio per scongiurare e per garantire che non ci siano trasferimenti verso valle e che tutte le acque della barriera idraulica vengano trattate, perché, se venisse realizzata una barriera idraulica con la giusta configurazione, si andrebbe anche a mirare meglio il trattamento delle acque stesse.

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  ALBERTO ZOLEZZI. Mi conferma quindi che dal punto di vista scientifico lo IARC ha definito alcuni PCB cancerogeni, però nella normativa italiana non sono ancora considerati dal punto di vista regolamentare, normativo, non sono ancora inseriti come cancerogeni...

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Non sono normati dal punto di vista dello scarico, perché ad un certo punto era stato vietato l'uso del PCB nei processi produttivi, quindi di fatto nello scarico non ci dovrebbero proprio essere.
  Questa è una situazione particolare perché c'è questa doppia funzione delle acque, da una parte sono prelevate e trattate perché sono acque di falda contaminate il cui flusso deve essere fermato verso valle, dall'altra però entrano anche in un processo produttivo e quindi i limiti vengono definiti come scarico industriale.
  In una prima fase queste, che erano scaricate all'unico punto di scarico nella roggia Fiumicella, erano state individuate come acque di falda e quindi i limiti definiti erano legati ai limiti delle acque di falda. Dopo, invece, sono state equiparate a scarico industriale e quindi i limiti fissati nell'ambito dell'autorizzazione integrata ambientale sono quelli delle tabelle di riferimento per gli scarichi industriali.

  MIRIAM COMINELLI. Per quanto riguarda la stima che ISPRA aveva fatto prima nel 2011 e poi nel settembre 2016 dell'ammontare del costo della bonifica del sito, quella del 2011 era 1,5 miliardi, adesso è stata ridotta tra i 43 e i 95 milioni. Volevo chiedere se abbiate immaginato una stima del totale dell'intervento e a quale di queste cifre si avvicini maggiormente.

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Io direi che conviene aspettare il progetto per cui recentemente è stata fatta la gara, valutare le proposte progettuali, sulla base delle quali si farà una stima a seguito di conoscenze più aggiornate.

  PRESIDENTE. Il primo modello idrogeologico l'ha fatto Sogesid, voi ritenete che questo modello sia da implementare?

  LUISA PASTORE, Direttrice del bi-dipartimento di Brescia e Mantova. Sì, è da implementare, come ha ritenuto il Ministero che ha finanziato questa attività, quindi sia sulla base degli esiti dei nuovi monitoraggi che sulla base delle piezometrie rilevate via via possiamo verificare il modello precedente e implementarlo in funzione dei nuovi dati.

  PRESIDENTE. Grazie, siete stati molto esaustivi, vi ringraziamo anche della documentazione che ci avete lasciato e di quella ulteriore che ci invierete. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 17.50.