XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 66 di Giovedì 2 febbraio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Catania Mario , Presidente ... 3 

AUDIZIONI IN MATERIA DI CONTRASTO DELLA CONTRAFFAZIONE NEL SETTORE FARMACEUTICO

Audizione del presidente di Federfarma, Annarosa Racca.
Catania Mario , Presidente ... 3 ,
Racca Annarosa , Presidente di Federfarma ... 3 ,
Catania Mario , Presidente ... 5 ,
Russo Paolo (FI-PdL)  ... 5 ,
Catania Mario , Presidente ... 6 ,
Racca Annarosa , Presidente di Federfarma ... 6 ,
Berno Riccardo , direttore generale Federfarma ... 7 ,
Russo Paolo (FI-PdL)  ... 8 ,
Berno Riccardo , direttore generale Federfarma ... 8 ,
Catania Mario , Presidente ... 8 ,
Berno Riccardo , direttore generale Federfarma ... 8 ,
Russo Paolo (FI-PdL)  ... 9 ,
Berno Riccardo , direttore generale Federfarma ... 9 ,
Catania Mario , Presidente ... 9 ,
Racca Annarosa , presidente di Federfarma ... 9 ,
Catania Mario , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Documentazione prodotta da Federfarma ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARIO CATANIA

  La seduta comincia alle 14.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente di Federfarma, Annarosa Racca.

  PRESIDENTE. Oggi lavoriamo ancora sul filone di lavoro relativo al settore farmaceutico, su cui sta preparando una relazione il collega Paolo Russo
  L'ordine del giorno reca l'audizione della dottoressa Annarosa Racca, presidente di Federfarma, accompagnata dal dottor Riccardo Berno, direttore generale di Federfarma.
  Dottoressa, nel ringraziarla sin da ora, le do subito la parola.

  ANNAROSA RACCA, Presidente di Federfarma. Ringrazio lei, signor presidente, e gli onorevoli presenti di averci dato questo spazio. Tengo molto a questo incontro, quindi manifesto il mio apprezzamento per la volontà di sentirci. Ve lo dico non soltanto da presidente di Federfarma, ma anche da farmacista che sta dietro al banco dal mattino alla sera a rispondere ai bisogni di salute della gente.
  Se un farmaco passa dalle farmacie o perlomeno dalla filiera del farmaco non sarà mai contraffatto. Non lo può essere perché c'è un meccanismo perfetto, da quando esce dall'azienda farmaceutica e arriva nella farmacia o direttamente o tramite il distributore intermedio.
  C'è tutto un sistema di monitoraggio, anche di numero di bolle, che arriva alla farmacia. Addirittura, non è perfetto soltanto finché arriva alla farmacia, ma anche quando è scaduto. Abbiamo, infatti, la Assinde, un meccanismo di distruzione del farmaco, quindi non può succedere.
  Attraverso le ricette trasmettiamo mensilmente tutti questi dati al MEF. Quindi, il Ministero della salute e il Ministero dell'economia hanno esattamente, tramite il famoso «bollino», tutta la tracciatura del farmaco.
  Se c'è qualcosa da ritirare, viene ritirato in pochi secondi. Ricordo che l'anno scorso c'era un vaccino antinfluenzale non venduto nelle farmacie, perché era andato direttamente in ASL, e comunque in due minuti le farmacie ne furono al corrente.
  I farmaci sono falsi, per esempio, quando vengono acquistati online. Questa vendita nel nostro Paese è ancora limitata perché abbiamo un sistema sanitario nazionale universalistico, che copre la spesa sanitaria. Infatti, in questo sistema ci sono i medici di medicina generale e le farmacie. Oltretutto, i farmaci costano meno di altre nazioni, quindi la persona è meno incline a comprarli on line perché ha una farmacia sotto casa e anche perché il farmaco teoricamente si prende quando se ne ha bisogno.
  Questi farmaci vengono acquistati quando uno vuole superare questa catena, cioè uno vuole superare il medico di medicina generale e il farmacista. Quindi, Pag. 4quando vuole comprarlo, ma sa che il medico non gli farà mai la ricetta o il farmacista non glielo darà mai perché non ha la ricetta. Pertanto, si acquistano online soprattutto i farmaci per prestazioni sessuali meravigliose; noi donne acquistiamo quelli per dimagrimenti straordinari oppure gli sportivi comprano quelli per fare muscoli e cose di questo genere.
  Questi siti, che si chiamano «farmacie on line», in realtà non sono farmacie, come cerco di spiegare tutti i giorni alla gente, ma sono per di più siti contraffatti che magari cambiano di quindici giorni in quindici giorni. Peraltro, molto spesso comprare con la carta di credito è rischioso per il proprio conto in banca perché magari lo svuotano.
  È prassi che addirittura sette su dieci non abbiano il farmaco nella maniera corretta o con una percentuale inferiore o non conservati bene o ancora vengano mandati alla gente senza i foglietti illustrativi.
  Per questo abbiamo sempre collaborato con il ministero, con l'AIFA, con i NAS e facciamo parte di tavoli come Impact Italia proprio per aiutare questa nostra istituzione nazionale a dire alle persone che questi farmaci non devono essere comprati online.
  Adesso in Italia è entrata in vigore una norma, su direttiva europea, per cui ci saranno le farmacie online. Secondo me, è stato fatto un ottimo lavoro perché le farmacie on line venderanno solo farmaci senza ricetta, cioè i farmaci da banco e saranno autorizzate da un bollino di riconoscimento. Pertanto, quando noi farmacie quando vogliamo diventare venditori online dobbiamo chiedere l'autorizzazione alla regione o al ministero affinché il nostro sito internet abbia, appunto, questo riconoscimento.
  Nella relazione che ci siamo permessi di portare abbiamo detto come siano, per ora, soltanto 368 le farmacie, su quasi 20.000, che hanno chiesto di diventare farmacie online. Dunque, da un anno circa, cioè dal gennaio 2016, devono avere un'autorizzazione. Pertanto, non ci può essere una farmacia online che non sia una vera e propria farmacia, cioè che sta sul rischio sul territorio.
  Non si possono vendere – ripeto – farmaci etici, ma nemmeno veterinari o preparazioni galeniche. La farmacia che vende deve, oltretutto, occuparsi di consegnare il farmaco garantendone la corretta conservazione, deve controllare che sia arrivato a domicilio e così via, quindi deve seguire una certa prassi.
  Noi abbiamo anche realizzato un libretto, insieme con un vademecum, con il Ministero della salute e le associazioni dei consumatori, che abbiamo consegnato nella nostra relazione, proprio per darlo alle farmacie che hanno intenzione di intraprendere questa nuova avventura.
  Di più, sapete che quando compriamo un farmaco c'è una specie di bollino, che togliamo per attaccarlo sulla ricetta che sia rossa o elettronica, a seconda delle regioni. Questo bollino contiene tutte le cose che trasmettiamo ai ministeri competenti una volta al mese, ovvero il codice autorizzazione, la targatura, cioè il numero progressivo, e naturalmente il nome e il titolare della IC.
  Ebbene, questo sistema fra poco andrà in soffitta, nel senso che non ci saranno più questi bollini da togliere con quella fustella, ma si sta arrivando a una nuova «scatoletta del farmaco», senza più bollino adesivo, ma con un nuovo codice che si chiama Data Matrix, che conterrà ancora più informazioni, ovvero anche il numero di lotto e la data di scadenza.
  Anche questa è una normativa europea, infatti dovranno farlo tutti gli Stati entro il 2019. Noi insieme ad altri Paesi abbiamo l'obbligo di effettuare questo passaggio nel 2025, però le aziende farmaceutiche, giustamente, premono per arrivare anche in Italia prima della scadenza 2025 per i loro scambi internazionali, visto che molte, appunto, sono delle multinazionali.
  Da farmacista vi chiederei di fare qualcosa per spiegarlo alla gente. Dobbiamo fare una campagna, parlarne nelle televisioni e cercare di dirlo alla gente. C'è tutto l'aiuto di 60.000 persone che lavorano nelle farmacie italiane e di quasi 20.000 punti sul territorio. Pag. 5
  Dico questo perché quando vedo le persone che arrivano con queste strane scatolette, con nomi che a volte non corrispondono e magari senza foglietti illustrativi, da tanti anni continuo a dire: «Attenzione, non lo usi; passi dal proprio medico, si faccia fare la ricetta e venga a prendere consiglio da noi».
  Forse è andare in controtendenza dire alle persone di non acquistare in internet. Può essere una cosa di altri tempi, comunque i farmaci in internet hanno dimostrato di non essere sicuri ed efficaci, a differenza del sistema praticamente perfetto della filiera farmaceutica.
  Presidente, avrei finito.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa e dico sin da ora che per quanto riguarda la vendita di farmaci in internet sfondate una porta aperta, nel senso che questa Commissione ha già ben chiaro il lavoro che sta svolgendo, quindi quante insidie si collocano in quella situazione che presenta obiettivamente, sotto il profilo del rischio di prodotto contraffatto, un'elevatissima dose di pericolosità.
  Le dico sin da ora – non parlerò a lungo perché cederò la parola al relatore – che noi saremmo molto interessati a tornare anche sulla filiera tradizionale per farle delle domande. Infatti, lei ci ha detto che va tutto bene e noi sicuramente accogliamo questa sua affermazione con fiducia. Tuttavia abbiamo bisogno di qualche chiarimento a riguardo.
  Cedo la parola al relatore, il collega Paolo Russo.

  PAOLO RUSSO. Dottoressa, la ringrazio non solo per la cortesia, ma anche per i dati che ci offre. Vorrei tornare sulla filiera per provare a capire se da parte vostra rilevate delle criticità. Ovviamente, parliamo di criticità e di buchi nella filiera attraverso azioni truffaldine, per quanto la stessa sia composta – come è in larghissima parte – da soggetti assolutamente corretti sul piano etico, professionale e della responsabilità.
  Ora, nel nostro ragionamento, che vorremmo ovviamente confrontare con chi, come lei, ha un osservatorio privilegiato, partiamo dal fatto che ogni tanto c'è una carenza di farmaci. Ebbene, è dovuta alla distribuzione o alla produzione? O forse è una carenza dovuta – potrebbe accadere, né sapremmo motivarlo – alla destinazione di quei farmaci su altri mercati attraverso, per esempio, il sistema delle farmacie che talvolta sono anche grossisti?
  Ecco, non lo so. Glielo domando occupandomi professionalmente di tutt'altro e avendo la necessità di acquisire degli elementi conoscitivi.
  Negli ultimi anni – soprattutto nell'ultimo anno – c'è stato un incremento non spiegabile dei furti. Ora, è evidente che il furto in sé non è indicativo di una malversazione della filiera, ma è evidente che se fosse finalizzato alla reimmissione nel mercato nazionale vuol dire che c'è qualche buco.
  Le rivolgo questa domanda perché il senso del lavoro che proviamo a fare non è quello della fotografia fine a se stessa, ma intendiamo contribuire, anche attraverso una sollecitazione al Parlamento e al Governo, affinché si migliori la performance della norma, se è necessario calibrandola meglio o diversamente.
  Passo a un'altra questione. Lei ha detto che è tutto tracciato. Ora, ho imparato da qualche settimana che c'è una distinzione tra la tracciatura e la tracciabilità. Apprezzo chi ce lo ha insegnato in questa sede. Capisco, quindi, che la tracciatura non c'è, per cui non sappiamo esattamente tutti i passaggi che ha fatto lo scatolino. Sappiamo, semmai, quel prodotto in quale lotto era collocato e ovviamente, a ritroso, è possibile fare un'attività di indagine per verificare da quale lotto provenga, anche se immagino che questo sia composto da migliaia di confezioni.
  Pertanto, è evidente che non c'è una tracciatura singola, quindi una banca dati che sia in condizioni di interfacciarsi continuamente con la confezione in modo tale che dalla partenza (quindi dalla casa farmaceutica) fino all'arrivo (cioè all'utente finale) si abbia sempre la possibilità di capire quella singola confezione che strada ha fatto e che via ha percorso. Pag. 6
  Oserei dire che se ci fosse una condizione del genere, provando a implementare in questa tracciatura degli elementi ulteriori, potremmo anche evitare l'errore umano della consegna del farmaco scaduto, che è cosa per fortuna rarissima, ma comunque errore umano perché è nella valutazione dell'uomo e non in quella tracciatura, che consentirebbe, invece, un assoluto monitoraggio di tutta la filiera.
  Inoltre, ciò sarebbe utile addirittura a valle. Lei ha detto che sono tracciati, ma in realtà, se capisco bene, più che tracciati i farmaci che vanno al macero e che vanno trattati come rifiuti sono misurati per quantità. Tuttavia, noi non sappiamo esattamente il percorso dello scatolino che è stato prodotto da quella casa farmaceutica, è arrivato a quel grossista, poi a quella farmacia e a quella azienda che tratta rifiuti speciali.
  Sappiamo, invece, che un prodotto di una determinata marca che appartiene a un determinato lotto e che è transitato per la farmacia Y è andato a distruzione. Non sappiamo però – ripeto – esattamente la filiera che ha seguito quella confezione.
  Ecco, per questo avrei piacere di avere il vostro aiuto per capire dove possiamo metter mano, anche nella complessità del fenomeno. Infatti, nelle settimane scorse abbiamo inteso che c'è una normativa nazionale ritardata (la parola non è offensiva, ma significa che non è mai entrata in funzione appieno) e una normativa europea che ormai incalza, la quale, però, indica alcuni aspetti, anche se si ha la sensazione che non garantisca quella tracciatura a cui facevo riferimento inizialmente, nel senso che ci dà una specie di nascita e fine del prodotto.

  PRESIDENTE. Do la parola alla dottoressa per la risposta.

  ANNAROSA RACCA, Presidente di Federfarma. Comincio dalla carenza dei farmaci. Vi assicuro che trovarsi davanti a una persona che ha bisogno di un farmaco e dire che non c'è, che non lo si può procurare subito perché si deve attivare un sistema che adesso cercherò di spiegarvi, per cui lo potrà prendere dopo tre giorni, mentre ne ha bisogno urgentemente, è la cosa più brutta per chi sta dietro a un banco a dispensare i farmaci, soprattutto quando si sa che quel farmaco è andato a finire all'estero, quindi non è che manca per carenza di produzione.
  Noi abbiamo sempre cercato di contrastare questo fenomeno in maniera violenta e qualche beneficio lo abbiamo avuto.
  Innanzitutto, mi domando come mai i farmaci non costino allo stesso modo in tutti i Paesi europei, visto che, appunto, siamo in Europa. Questa carenza è dovuta, infatti, al fenomeno dell'esportazione, e succede perché da noi i farmaci costano meno. Pertanto, dai Paesi del Mediterraneo (Spagna, Portogallo, Francia e Italia) vanno a finire in Germania, in Olanda o comunque nel nord Europa. Non a caso, sono sempre gli stessi che mancano, ovvero quelli in cui c'è differenza di prezzo.
  A volte può capitare che dello stesso farmaco, che magari ha quattro dosaggi, ne manchi uno perché è quello su cui c'è una differenza di prezzo che magari negli altri tre non c'è.
  Mi piacerebbe molto se eliminaste questa norma dell'esportazione perché noi non siamo assolutamente capaci di difenderla, anche nei confronti dei farmacisti. Trovo, infatti, che una persona che è titolare di farmacia debba fare quello, non debba avere quell'autorizzazione. Noi siamo sempre stati molto chiari.
  La norma è entrata in funzione molti anni fa. Un farmacista può chiedere questa autorizzazione e ottenerla, anche se è chiaro che se la distribuzione è 100, sicuramente viene fatta dalla distribuzione intermedia, per cui sono molte meno le farmacie che lo fanno.
  A ogni modo, su questo abbiamo cercato di mettere tutte le difficoltà di questo mondo, innanzitutto con un protocollo siglato con l'AIFA, il Ministero della salute, le regioni e tutta la filiera del farmaco, proprio per cercare di limitare questo fenomeno.
  In pratica, se un farmaco è carente, io farmacia trasmetto questa notizia alla mia Federfarma, che la trasmette alla regione, che a sua volta la trasmette all'AIFA, ai Pag. 7ministeri, ai NAS, ovvero alle autorità competenti, per effettuare i controlli.
  Se qualcuno vuole essere distributore, deve esserlo realmente, cioè deve avere il 90 per cento dei farmaci, deve avere i magazzini grandi un certo numero di metri quadri e così via.
  Questo ha permesso sicuramente di ridurre il fenomeno, che è ancora, purtroppo, presente, a volte anche in modo molto differente nelle varie regioni italiane, per fare un esempio – io sono lombarda – magari c'è un fenomeno più elevato in Lombardia e inferiore nell'Emilia-Romagna perché lì non c'è l'esportatore.
  Su questo, dunque, abbiamo avuto buoni risultati. Siamo assolutamente contrari al fatto che possono essere date le autorizzazioni in questi senso. Fortunatamente, le regioni hanno diminuito le autorizzazioni. Su questo c'è anche l'impegno dell'azienda farmaceutica, con un meccanismo che si chiama «SOS farmaco», di mandare il farmaco carente nella farmacia entro 48 ore.
  Su questo, però, bisognerebbe essere molto più severi. Devo dire che i NAS e le autorità competenti hanno fatto uno straordinario lavoro sul territorio, anche con il nostro aiuto. Pertanto, il fenomeno è nettamente migliorato rispetto a due o tre anni fa.
  Sul secondo argomento, quello dei furti, devo dire che è un fenomeno più riscontrabile, da quanto mi risulta, nelle farmacie ospedaliere, cioè sui farmaci di alto costo. Infatti, non riguarda tanto il furto nella farmacia. Purtroppo, noi abbiamo il fenomeno delle rapine per i soldi.
  Il furto dei farmaci è difficile, anche se può capitare che in una farmacia, di notte, entrino sfondando la vetrina con un camion. Tuttavia, non mi risulta che la cosa riguardi la farmacia del territorio perché i farmaci che passano da lì costano poco. Mi risulta sicuramente un grande aumento di furti nelle farmacie ospedaliere, per farmaci di altissimo costo, i quali spesso e volentieri pure vengono portati all'estero.
  Sulla questione della tracciatura e dei rifiuti, lascerei la parola al direttore generale Berno, che è più tecnico di queste questioni, per poi magari intervenire di nuovo.

  RICCARDO BERNO, direttore generale Federfarma. Il sistema italiano di tracciabilità del farmaco nasce nel 1992, con la legge n. 39, che assegnava al Ministero della salute il compito di attuare una tracciatura completa dei medicinali, quindi di raccogliere la targa in tutti i passaggi della filiera, dal produttore fino alla farmacia.
  Di fatto, nell'applicazione di questa norma si sono incontrate delle difficoltà ritenute insuperabili all'epoca, nel senso che fu costituita una Commissione che vedeva la partecipazione sia delle amministrazioni coinvolte, sia delle categorie, per cercare di definire le modalità attraverso le quali raccogliere la targa nei vari passaggi e consentire quella tracciatura completa di cui parlava l'onorevole Russo.
  In particolare, la Commissione, a suo tempo, rilevò una difficoltà insuperabile – non è una valutazione nostra – da parte dei distributori intermedi. Difatti, c'era la difficoltà oggettiva e tecnica per i distributori intermedi di raccogliere la targa e garantire, nel medesimo tempo, la tempestività di fornitura che il servizio farmaceutico richiede. In sostanza, la raccolta di questa targa per ogni confezione dispensata dalle farmacie avrebbe comportato un ritardo inaccettabile sul piano sanitario.
  Allora, con un provvedimento – adesso non ricordo gli anni, ma era di qualche tempo fa – il Ministero consentì alle varie aziende della filiera di non raccogliere la singola targa. Di conseguenza, nella banca dati attualmente gestita dal Ministero della salute affluiscono tutti i dati amministrativi dei medicinali, cioè del prodotto ai fini della spesa sanitaria, ma sono dati anche di natura sanitaria perché hanno anche una valenza da questo punto di vista.
  Tuttavia, non c'è la targa. Ci fu – ripeto – una dispensa perché con un provvedimento il Ministero esentò le aziende produttrici e i distributori intermedi dal trasmettere la targa del singolo medicinale.
  Per quanto riguarda le farmacie, di fatto forniscono la targa perché, con l'articolo 50, inviano scatoletta per scatoletta la targa del medicinale dispensato. Quindi, le farmacie Pag. 8 assolvono il loro obbligo. Anzi, questo crea un problema che abbiamo segnalato più volte al ministero. Infatti, nel momento in cui dovesse succedere che la targa che la farmacia spedisce non dovesse essere risultare correttamente conservata o essere rubata, il farmacista non ha, a monte, la possibilità di risalire al fornitore. In questo momento, dunque, le farmacie stanno dando in massima trasparenza le targhe al ministero, nella speranza di operare bene.

  PAOLO RUSSO. Questo significa anche – ovviamente ragioniamo su un piano teorico, che non indica alcun comportamento seriale – che è possibile trasferire dalla farmacia alla distribuzione una confezione che, di fatto, non è riconducibile, là dove fosse anche distributore? Vorrei essere chiaro. Noi non facciamo esempi rispetto a comportamenti concreti. Sono ipotetici.

  RICCARDO BERNO, direttore generale Federfarma. Abbiamo il documento di cui parlava il presidente, che è firmato da tutta la filiera, noi compresi, con cui diamo un'interpretazione che consideriamo autentica della normativa attualmente in essere, che vieta al farmacista, in base alle nostre considerazioni, di vendere il prodotto da farmacia a farmacia grossista.
  Questo è un documento pubblico, che è stato distribuito e contro il quale hanno fatto ricorso alcuni soggetti. Federfarma sta, quindi, intervenendo in giudizio – abbiamo già dato incarico a un legale – per difendere questa nostra valutazione. Insomma, abbiamo fatto quello che era materialmente possibile per un'associazione di categoria.
  Questa è la realtà dei fatti. Abbiamo provato a difendere in tutti i modi l'unicità dell'attività. Il presidente diceva che, a nostro modo di vedere, non è corretta l'eliminazione dell'incompatibilità che prima esisteva tra farmacisti e distributore intermedio. Ecco, la legge ha creato questo problema, togliendo un'incompatibilità che prima era prevista. Nel caso in cui fosse reintrodotta, noi saremmo soltanto favorevoli. Non credo ci si possa accusare di nulla da questo punto di vista.
  Per quanto riguarda i rifiuti, abbiamo la Assinde. Anche qui per il problema della targa vale il ragionamento fatto precedentemente. Tuttavia, la Assinde è un organismo che è costituito tra le organizzazioni di filiera, Farmindustria compresa. Credo che il suo lavoro sia estremamente puntuale, scatola per scatola, per cui le aziende, sulla base di questo, rimborsano una parte del costo del farmacista. Quindi, c'è una continua verifica delle aziende produttrici sui prodotti che vengono inviati perché scaduti, rovinati o non vendibili all'Assinde, non fosse altro perché proprio sulla base di questa documentazione debbono rimborsare le farmacie anche se in maniera parziale.
  C'è un'attenzione che è legata, oltre agli aspetti sanitari, anche a quelli amministrativi, cioè alla verifica dei costi effettivi che le aziende affrontano nel rimborsare questi prodotti.
  Si tratta – ripeto – di un'associazione di categoria che vede la partecipazione di tutta la filiera. Non è di nessuna azienda e di nessuna categoria in particolare.

  PRESIDENTE. Torno sul tema già ampiamente evocato dal collega Russo per farvi una domanda molto semplice e anche molto terra terra. Che cosa fa sì che un farmacista possa riconoscere un prodotto che è stato o rubato a monte o contraffatto e che gli viene fornito dal proprio grossista, presumibilmente, in questa ipotesi di lavoro, in malafede?
  L'ipotesi che vi faccio è che ci sia un grossista che, in malafede, smista in farmacia una serie di confezioni che o vengono da una partita di roba rubata o che addirittura vengono contraffatte con un bollino, appunto, falso. Alla luce del sistema attuale, qual è lo strumento che consente al farmacista di accorgersi che quel prodotto è rubato o contraffatto? Mi potete dare una risposta semplice?

  RICCARDO BERNO, direttore generale Federfarma. Non avendo il grossista l'obbligo di rilevare la targa, il farmacista non ha attualmente la possibilità di confrontare le targhe con quelle regolarmente prodotte Pag. 9dal Ministero, quindi sul piano informatico questa possibilità di incrocio di dati non c'è. Ovviamente, avere un bollino contraffatto mi sembra estremamente difficile perché il bollino attuale è realizzato dal Poligrafico, quindi ha elementi di sicurezza particolari.

  PAOLO RUSSO. Ogni tanto sentiamo che si cancella.

  RICCARDO BERNO, direttore generale Federfarma. Sì, è capitato. Ho sentito precedenti audizioni in cui si segnalavano queste difficoltà, ma non dipendono da noi. In sostanza, non c'è di fatto la possibilità di fare questi controlli. Ovviamente, parliamo di un grossista in malafede, per cui il farmacista è inconsapevole di questa attività e non ha la possibilità di difendersi.

  PRESIDENTE. Era per capire come vive questa che noi chiamiamo «tracciabilità» nella realtà della sequenza. Dottoressa, vuole aggiungere qualcosa?

  ANNAROSA RACCA, presidente di Federfarma. Ormai la distribuzione intermedia è organizzata talmente bene, con grandissime società, che mi sembra strano che questo possa accadere. Ci sono associazioni di vari grossisti per farne uno sempre più grande, che sia la ADF o Federfarma Servizi.
  Vorrei aggiungere una cosa anche sullo scaduto. Nella mia farmacia non potrò mai vendere un farmaco scaduto perché ormai i sistemi informatici permettono di evitarlo. Infatti, quando si carica si mette sempre dentro anche la scadenza, quindi, se dovesse mai sfuggire, il computer direbbe che è scaduto. Penso che questo sistema lo abbiano ormai tutte le farmacie italiane, quindi è quasi impossibile che possiamo avere un farmaco scaduto.

  PRESIDENTE. Dottoressa, io la voglio rassicurare. Noi abbiamo perfettamente percezione del fatto che la filiera, nella sua globalità, è serenissima e che la stragrande maggioranza, se non la totalità, degli operatori è perfettamente corretta. Ciò posto, si voleva capire fino in fondo se il sistema attuale ha dei buchi e se effettivamente – come giustamente diceva all'inizio il collega Rosso – è un sistema tracciato o solo meramente tracciabile ex post fino a un certo punto.
  Mi pare che oggi ci avete dato delle risposte molto chiare e nette. In effetti la tracciatura non c'è, ma il farmacista è affidato all'onestà di chi sta a monte perché non avrebbe la possibilità di individuare una partita di prodotto rubata o addirittura una contraffazione, sia pur con tutte le difficoltà tecniche che abbia un bollino falso. Capisco che è molto più difficile, quindi un caso limite.
  Vi ringraziamo del vostro contributo, dispongo che la documentazione trasmessa sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14,40.

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