XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta n. 44 di Giovedì 19 gennaio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 2 

Audizione della presidente del Comitato di verifica per le cause di servizio presso il MEF, Fausta Di Grazia:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 2 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 2 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 8 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 9 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 10 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 11 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 
Catalano Ivan (CI)  ... 11 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 12 
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 13 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 13 
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 13 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 13 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 13 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 13 
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 14 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 14 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 
Cova Paolo (PD)  ... 14 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 15 
Cova Paolo (PD)  ... 15 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 15 
Cova Paolo (PD)  ... 15 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 15 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 15 
Di Grazia Fausta , Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio ... 15 
Scanu Gian Piero , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione della presidente del Comitato di verifica per le cause di servizio presso il MEF, Fausta Di Grazia.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio del Ministero dell'economia e delle finanze, la dottoressa Fausta Di Grazia, che saluto e alla quale è offro il benvenuto dell'intera Commissione. La dottoressa Di Grazia è accompagnata da Vincenzo Pezza, dirigente dell'Ufficio XI, che praticamente svolge funzioni di segreteria del Comitato di verifica per le cause di servizio ed è un ufficio del Ministero dell'economia e delle finanze, che fa parte del Dipartimento dell'amministrazione generale del personale e, in particolare, della Direzione dei Servizi del Tesoro. Benvenuto anche a lei naturalmente.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove la Commissione consentisse, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Ricordo ancora che la Presidente Di Grazia presiede un organo, la cui attività è ritenuta cruciale per l'oggetto della nostra inchiesta, e che questa audizione è stata preceduta, nei mesi scorsi, da analoga audizione del consigliere Andreucci, già Presidente del medesimo organismo. Nel corso di quell'audizione, furono evidenziate alcune criticità, che, a nostro giudizio, in questa sede dovrebbero ottenere i necessari approfondimenti.
  Rinnovo il saluto alla dottoressa Di Grazia e le chiedo se abbia piacere di fare una premessa oppure se possiamo direttamente passare all'audizione con la formulazione delle domande da parte dei commissari e da parte mia. Come preferisce fare?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Vorrei fare una piccola premessa per darvi un'idea della nostra nomina, come nuovo Comitato, e delle novità, che si evidenziano, e per approfondire la questione. Comunque, sono a vostra disposizione per le domande.
  L'organo, nella sua precedente composizione, com'è a conoscenza di tutti, è stato per ben due volte, con il Milleproroghe, prorogato rispetto alla scadenza naturale del mandato, che, ex lege, è prevista in quattro anni, rinnovabili per una sola volta sino alla data del 31 dicembre 2015. Successivamente alla scadenza, è stato, quindi, prorogato il vecchio Comitato, per il periodo ulteriore di 45 giorni, concludendo l'attività deliberativa il 15 febbraio del 2016. L'organo da me presieduto, pertanto, si è insediato, a seguito dell'emanazione del decreto di nomina da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, il 19 luglio 2016 e ha ripreso l'attività deliberativa il 29 settembre dello stesso anno.
  L'iter procedurale di nomina è stato, a grandi linee, scandito dai seguenti adempimenti: richiesta del Direttore della Direzione servizi del Tesoro, al Gabinetto del Pag. 3Ministro dell'economia e delle finanze, di avviare le procedure per la costituzione del nuovo organo collegiale; richiesta del Gabinetto del Ministro ai singoli Gabinetti dei Ministeri interessati dalla procedura di nomina; richiesta alle amministrazioni, quali l'Ispettorato generale della Sanità militare, il Comando generale della Guardia di finanza, la Presidenza del Consiglio dei ministri per la componente dirigenziale, il Ministero della giustizia per la componente sia dirigenziale che magistratuale, la Corte dei Conti, che ha nominato me come Presidente e altri due miei colleghi come Vicepresidenti. Questi sono gli incarichi assegnati dal nostro istituto, per quanto riguarda appunto me e le due colleghe Vicepresidenti, gli incarichi, infatti, sono conferiti dalla Corte. In questo caso, è stato emanato un bando di concorso, cui abbiamo risposto e che abbiamo vinto.
  Successivamente alle designazioni delle amministrazioni interessate, trasmesse dai vari uffici di Gabinetto dei Ministeri al Gabinetto del Ministro dell'economia e delle finanze, in data 23 marzo è stato avviato il decreto di nomina dei nuovi componenti all'Ufficio centrale del bilancio per la registrazione, avvenuta il 21 giugno 2016. A seguito della notifica del decreto di nomina, il 19 luglio 2016, c'è stata la prima convocazione dei Vicepresidenti del Comitato, al fine di decidere la data di avvio dell'attività deliberativa.
  Preso atto che la nuova piattaforma web di gestione dell'intero iter procedimentale di riconoscimento della dipendenza da causa di servizio risultava ancora in fase di avviamento, com'è logico, per la partizione dell'applicativo dedicata alla fase deliberativa, cioè l'emissione dei pareri, insieme ai vicepresidenti ho deciso di fissare la data di inizio dei lavori a settembre. Nella prima decade di settembre, ho convocato tutti i componenti del nuovo organo in un'assemblea generale dei Vicepresidenti e di tutti gli altri illustri componenti per la presentazione della nuova procedura web, con particolare riguardo alla fase dell'adunanza di interesse per i relatori nonché per la distribuzione dei dispositivi digitali necessari per accedere al nuovo sistema, come pure per procedere alla firma dei pareri. Pertanto, dopo la necessaria attività formativa, in quanto si è trattato di varare in concreto questo nuovo sistema, è ripresa l'attività deliberativa del Comitato nella sua nuova composizione, quasi totalmente rinnovata.
  Risulta importante soffermarsi su quella che può senz'altro annoverarsi, dal punto di vista procedurale, quale principale novità di questo Comitato ovvero la nuova piattaforma web, che consente alle amministrazioni richiedenti i pareri di interfacciarsi e di comunicare digitalmente, con totale dematerializzazione e massima trasparenza con il competente Ufficio XI della Direzione dei servizi del Tesoro. Tale nuovo applicativo web è di massima garanzia e trasparenza e ciò non significa che vi fosse questa necessità rispetto al passato, ma che le innovazioni tecnologiche e le procedure informatiche di nuova generazione rispondono sempre di più a criteri interessanti nonché alla luce della normativa sulla trasparenza.
  La nuova procedura web, non volendo o non potendo dilungarmi su aspetti tecnici, che esulano dalla mia funzione, mi consente di soffermarmi sulla partizione della procedura, infatti è stato possibile realizzare questo tramite un piccola innovazione, che ho ritenuto di voler apportare. I vari componenti nell'adunanza sono tutti muniti, nel tavolo operativo, di monitor, in cui (accessibile anche da casa/ufficio) i fascicoli vengono letti da tutti i componenti, quindi il fascicolo di ogni relatore è a conoscenza di tutti gli altri componenti e soprattutto del Presidente, il quale naturalmente ha particolare attenzione per quanto riguarda la lettura e la preparazione di ogni adunanza.
  È, quindi, stato possibile realizzare la condivisione dei fascicoli digitali tra tutti i relatori, mediante accessi in piattaforma, e di deliberare collegialmente in aula i vari pareri, restituendoli in modo contestuale, al loro licenziamento da parte del Collegio, mediante la pubblicazione in piattaforma.
  Nella sostanza, rispetto al passato, dove comunque era stata già avviata la dematerializzazione, mediante la scansione di documenti, Pag. 4 tutto il procedimento è gestito all'interno della piattaforma. I pareri sono firmati digitalmente, contestualmente alla determinazione dell'esito, con due livelli di firme e molteplici livelli di sicurezza e di protezione dei dati. Non da ultimo, ogni singolo passaggio, strettamente regolato sulla base di apposite utenze abilitate a svolgere ciascuna solo le funzioni assegnate al ruolo ricoperto, risulta essere registrato, così come ogni singolo accesso e modifica nel fascicolo digitale, quindi si può comprendere, come l'adozione di un sistema siffatto, abbia richiesto, da parte di tutti i componenti dei vari collegi, una fase iniziale di adattamento, con un impegno non trascurabile da parte di ciascuno, al fine di apprendere tutti i passaggi tecnico-informatici, connessi alla consultazione del fascicolo digitale, alla redazione del collegiale in aula il parere, alla firma digitale.
  Tale novità ha reso necessario, quindi, un approccio iniziale di tipo conoscitivo, soprattutto per le persone della mia generazione, che non hanno tutta questa familiarità con i sistemi informatici. Tale approccio, ovviamente, ha avuto riflesso sul numero dei fascicoli trattati in aula, che già sono stati progressivamente aumentati e che lo saranno ancora in futuro, sempre tenendo conto dell'esigenza primaria di un'approfondita istruttoria e fase di studio dei fascicoli. Questo studio, che è imprescindibile, viene svolto oltre l'orario lavorativo dei relatori, perché ciascuno di noi è molto impegnato nel suo lavoro e frequentemente ci sono anche fascicoli di grandi dimensioni, anche in ragione dei dati sanitari contenuti nelle cartelle cliniche.
  Un solo aspetto, che mi pare opportuno evidenziare per quanto attiene alla partizione dell'applicativo dedicato alle amministrazioni, è quello concernente la completezza istruttoria che il sistema web realizza, non consentendo l'inoltro del fascicolo digitale, se non completo dei documenti necessari, così riducendo al minimo le richieste d'integrazione da parte dei collegi, con riflessi non indifferenti sui tempi procedimentali, che, causa il fermo di otto mesi, non dipeso dal Comitato, che non era stato nominato, sono stati disattesi, ma che con la ripresa ordinaria dell'attività saranno nuovamente osservati. Questa, quindi, è stata una piccola grande rivoluzione, i cui aspetti positivi si vedranno nel tempo e non immediatamente.
  Dopo questa parentesi sul sistema web, ritornando agli aspetti relativi al mio insediamento quale Presidente, avvenuto a seguito dell'espletamento della procedura di interpello interno alla Corte dei conti, ho dovuto, in questi primi mesi, rendermi conto dell'andamento dell'organo collegiale e del suo funzionamento allo scopo eventuale, qualora fosse necessario, di introdurre elementi di novità. Nella mia esperienza lavorativa, che non nasce nel Comitato e che, purtroppo, nasce molti anni fa, ho seguito sempre questo metodo: trovarmi nel nuovo ambiente, vedere, conoscere, fare le mie valutazioni e, solo laddove magari il sistema è deficitario o insufficiente o richiede delle modifiche, intervenire come anche questa volta ho fatto.
  In effetti, pur non volendo in alcun modo prendere le distanze dal passato, ho ritenuto di dover emanare una nota di coordinamento sull'ordine di assegnazione in aula delle richieste di parere, condivisa con tutti i componenti del Comitato. Questo nuovo criterio di assegnazione mi è sembrato importante ed è determinato sulla base dell'ordine cronologico di arrivo della richiesta di pareri nonché della sua natura e tipologia, che prevede tre grandi macro categorie, cioè le domande urgenti, le domande (purtroppo) arretrate per questo periodo di fermo che c'è stato e le domande correnti, così da avere un quadro preciso di tutta la situazione.
  In tal modo, abbiamo garantito i tre diversi canali, consentendo non solo di gestire l'arretrato, ma anche le nuove domande e le eventuali priorità. In tale ambito, ovviamente, ho ritenuto di dare priorità alla trattazione delle richieste di parere per la concessione dei benefici dei soggetti equiparati alle vittime del dovere, inseriti nella categoria delle domande urgenti. Anche questa novità delle tre macro categorie necessita della collaborazione delle amministrazioni, che, attraverso questo sistema informatico, che stiamo adottando, Pag. 5avranno un sistema per comunicare con il Comitato, quindi la domanda verrà dall'amministrazione e non sarà una scelta del Comitato, valutare le particolari necessità e urgenze nella trattazione dei fascicoli.
  Naturalmente vogliamo garantire questi canali che consentono di gestire l'arretrato, ma, nel contempo, anche le nuove domande e le eventuali priorità. Oggi, l'arretrato c'è, ma non è riferibile alle richieste di parere per la concessione dei benefici previsti per i soggetti equiparati, perché, di fatto, su 130 pareri ne sono stati deliberati e restituiti, tramite pubblicazione in piattaforma, complessivamente 130, su cui appunto non c'è arretrato. L'arretrato, presente alla data odierna, è dovuto, come indicato, al trascorrere del tempo necessario per la designazione dei nuovi componenti da parte delle amministrazioni, nonché per la registrazione del decreto eccetera, tuttavia non riguarda i riconoscimenti più importanti. L'arretrato può dirsi fisiologico fino a un certo punto, perché abbiamo otto mesi di fermo, considerati i citati motivi che lo hanno determinato, ed è, pertanto, relativo alle dipendenze da causa di servizio.
  In merito, ritengo che, una volta che la nuova procedura sarà pienamente efficiente, con la messa in esercizio delle ultime modifiche evolutive, rese necessarie per eliminare problematiche verificatesi con la messa in esercizio dell'applicativo web e non prevedibili in fase di collaudo, anche tale arretrato sarà azzerato.
  Sulla natura del parere emesso, quindi sull'equità e congruità del parere, posso dire che questa è stata rafforzata con l'adozione della nuova piattaforma ed è insita nella variegata composizione dell'organo, che annovera le più alte cariche della Sanità militare e civile, quali medici della Polizia di Stato, della magistratura e dei dirigenti dello Stato, nonché nella sua autonomia e collegialità. Tra l'altro, c'è anche una funzione nomofilattica di questo Comitato, in quanto, essendo accentrato, è più difficile che si possano verificare delle disparità di trattamento, che potrebbero verificarsi con altri tipi di organizzazione.
  Il Comitato risulta del tutto indipendente e autonomo dal punto di vista decisionale, non avendo alcuna dipendenza né funzionale né gerarchica da alcuna pubblica amministrazione, ricevendo solo il supporto logistico e strumentale, ivi compreso il personale esecutivo, da parte del Ministero dell'economia e delle finanze; qui finisce il rapporto tra me, il Comitato e il Dicastero.
  L'apporto di altissimo livello fornito da tutti i componenti, ognuno per la propria competenza, sia amministrativa che magistratuale che medica, ha consentito la formazione di un giudizio, cioè di un parere, unico nella sua tipologia all'interno della pubblica amministrazione, avendo natura, al contempo, sia amministrativa che giuridica che medica. Il legislatore, nel 2001, considerata l'impossibilità per una qualsiasi amministrazione di disporre in un unicum di tali professionalità, ha attribuito il carattere obbligatorio e vincolante al parere del Comitato, che mi onoro di presiedere, come a più riprese affermato dalla giustizia amministrativa.
  Nella composizione dell'attuale Comitato, sulla base della designazione delle singole amministrazioni, affiancano i medici, appartenenti alle Forze armate, anche i medici militari della Guardia di finanza e quelli civili della Polizia di Stato, per un totale di tre medici con dipendenza gerarchica e funzionale dei rispettivi Comandi e Ministeri, quali ad esempio il Ministero dell'Interno. Nella componente amministrativa, molto importante anch'essa, tra i dirigenti dello Stato sono presenti: due dirigenti della Presidenza del Consiglio dei ministri, che sono anche medici; tre dirigenti del Ministero dell'economia e delle finanze; tre dirigenti del Ministero della giustizia, tra cui due avvocati dello Stato. Per la componente magistratuale, escludendo me, vi sono altri due magistrati della Corte dei conti, un consigliere del TAR, un Consigliere di Stato, un consigliere della Corte di Cassazione, che hanno funzioni di Vicepresidenti dei Collegi in adunanza, in quanto il Comitato organizzato appunto in vari Collegi che si alternano, nonché di Vicepresidenti del Comitato. Pag. 6
  È opportuno anche far riferimento a una figura di ulteriore garanzia e tutela, che ha assunto sempre una maggiore importanza nella prassi, ossia il rappresentante incaricato dall'amministrazione, partecipa senza diritto di voto alle sedute del Comitato, obbligatoriamente previste, e, oggi, svolge importanti funzioni, su richiesta dei membri del Collegio, per fornire i chiarimenti, che si sostanziano, qualora servisse per ulteriore tutela del dipendente.
  Dopo aver trattato in generale dell'organo, ritengo sia di preminente importanza rappresentare i dati sui riconoscimenti della 243 del 2006, cioè sui soggetti equiparati. Vorrei premettere, com'è noto alle Signorie Vostre, che l'organo da me presieduto ha competenza esclusiva sui riconoscimenti per soggetti equiparati alle vittime del dovere, come previsto dall'articolo 1, comma 564, della legge 266 del 2005, ovvero i soggetti invalidi o deceduti, che hanno contratto infermità nel corso di missioni dentro o fuori il territorio nazionale, a causa dell'esposizione a particolari condizioni ambientali e operative, e non per le vittime del dovere in senso stretto, iuris et de iure, quindi coloro che hanno riportato delle lesioni, in conseguenza di eventi correlati allo sviluppo di compiti di istituto, conseguenti rischi riguardanti eventi verificatisi in una delle attività inderogabilmente elencate nella norma stessa, il cui riconoscimento è di competenza delle commissioni ospedaliere, in particolare composizione, e delle amministrazioni, che adottano il provvedimento finale, senza alcun intervento del Comitato da me presieduto.
  Ciò premesso brevemente, ritornando ai dati sul riconoscimento dello status di vittima del dovere equiparato, alla data odierna, abbiamo la seguente situazione. Per il periodo di mia competenza, quindi dall'insediamento, ci sono stati 130 pareri emessi e 147 richieste d'infermità in totale, in quanto, in una o più domande, si possono anche evidenziare più patologie, quindi i pareri vengono dati su tutte le patologie del richiedente. Inoltre, ci sono stati 96 pareri positivi, 50 negativi e un non luogo a deliberare. Nel numero complessivo dei 130 pareri, otto pareri sono stati emessi per riesame, perché le amministrazioni possono appunto chiedere un nuovo parere del Comitato. Ce ne sono stati sei a seguito di una sentenza del TAR, di cui cinque positivi e uno negativo, e tre inoltrati dall'amministrazione, ai sensi dell'articolo 14 del DPR 461 del 2001.
  Come si può notare dalla differenza tra il numero complessivo delle richieste pervenute (130) e il numero di pareri emessi per il periodo di riferimento, sono state evase il 100% delle richieste, comprensive dell'arretrato causato dal fermo per il rinnovo. Nel merito del deliberato, non potendo mai considerare una situazione sovrapponibile a un'altra, si può riscontrare ed è chiaro soprattutto per chi fa la professione del medico, che ogni caso è un caso a sé e che la medicina non è una scienza esatta, quindi la persona deve essere considerata nella sua complessità e nella sua patologia. In merito, non potendo mai ritenere una situazione uguale a un'altra, si può riscontrare proporzionalmente che il rapporto tra accoglimenti e rigetti è pari rispettivamente ai due terzi e a un terzo delle infermità complessivamente richieste, a fronte dei 130 pareri emessi.
  Tale situazione, quindi, è una fotografia da considerare non come dato assoluto, ma in relazione alla rispondenza dei casi esaminati e dei presupposti previsti dalla normativa vigente e dai pareri consultivi del Consiglio di Stato, per la concessione dello stato di vittima del dovere ai soggetti equiparati.
  Per quanto riguarda le richieste giacenti, questo è un dato da valutare sempre in considerazione del fermo che abbiamo subito. Nel periodo di competenza, dal 25 febbraio 2016 al 22 dicembre 2016, ci sono state 16.600 attività deliberative e 3.511 pareri emessi. In totale, sono stati emessi 1.884 pareri positivi, 124 non luogo a deliberare e 1.502 pareri negativi. Nelle previsioni per il 2017, al fine di evadere l'arretrato, facendo riferimento ai 16.600 fascicoli, 6100 sono pronti per l'aula e 10.500 sono da preparare per la successiva assegnazione, quindi da sottoporre al controllo formale dell'ufficio di segreteria per la correttezza della documentazione allegata. Al Pag. 7fine di evadere l'arretrato di 16.600 richieste presenti al primo gennaio 2017, ipotizzando un andamento del numero dei fascicoli inviati dalle amministrazioni per l'anno 2017, sulla base di quelli pervenuti negli ultimi mesi del 2016, si ritiene che possano pervenire circa 25.000 fascicoli nuovi per il 2017. Tale calcolo è da considerare variabile, ma di certa valenza statistica e fa ipotizzare che nel 2017 si avranno 41.600 richieste da evadere.
  A oggi, sono stati assegnati 40 fascicoli per adunanza, di cui dieci a relatore. Vi sono anche altre adunanze nello stesso giorno, pertanto, al fine, di evadere l'arretrato, che si è venuto a creare, ritengo che, già dal mese di gennaio, disporrò l'aumento dei fascicoli da trattare per ciascun relatore. In previsione, aumentando il carico del relatore da dieci a 15 fascicoli, garantendo attenzione comunque a qualsiasi fascicolo, dovremmo programmare 600 adunanze. Con tale programmazione, al 31 dicembre 2017 saranno evasi 36.000 fascicoli, sui sopra indicati 41.600 fascicoli.
  Si precisa che, nel computo totale, non sono stati considerati con carico i Presidenti del Collegio, in quanto ad essi ho preferito attribuire, soprattutto in questo momento, un'importanza sul coordinamento, sulla vigilanza e sulla discussione dell'adunanza, perché i Presidenti devono preparare tutta la documentazione dei vari relatori.
  Con riguardo al personale del Ministero dell'economia e delle finanze, che è in servizio presso l'ufficio di segreteria, faccio presente che è impegnato l'ufficio XI della Direzione servizi del Tesoro per le seguenti mansioni: tre unità di personale per l'assegnazione dei fascicoli digitali in adunanza; due unità per la movimentazione dei fascicoli cartacei; quattro unità addette alla formazione delle aule; 25 unità di personale addette all'istruzione preliminare dei fascicoli, consistente nel controllo della correttezza della documentazione inserita in piattaforma, che è un'attività di tipo esecutivo.
  Tale personale si limita a verificare se vi siano errori da parte delle amministrazioni nella formazione del fascicolo digitale inserito in piattaforma, quindi, per esempio, se i documenti sono stati inseriti nella corretta partizione dell'applicativo e sono quelli realmente indicati, chiedendo l'eventuale supplemento istruttorio alle amministrazioni. In tal senso, quattro unità sono dedicate ai rapporti con le amministrazioni e un'unità ai rapporti con i privati e con i rappresentanti legali. Non risulta nel computo il personale assegnato alle esigenze del Presidente per un'aliquota di cinque persone, che svolgono comunque altre attività.
  Per quanto riguarda i componenti, li elenco: Fausta Di Grazia, Presidente di sezione della Corte dei conti; Maria Letizia De Lieto Vollaro, consigliere della Corte dei conti; Pina Maria Adriana La Cava, consigliere della Corte dei Conti; la dottoressa Silvia Martino, consigliere del TAR; il dottor Andrea Pannone, consigliere di Stato; Pierluigi Di Stefano, magistrato della Corte di cassazione; Luca Varrone, magistrato della Corte di cassazione; la dottoressa Simona Rossi, magistrato addetto al Gabinetto del Ministro della giustizia; Antonio Volpe, avvocato dello Stato; Emanuele Valenzano, avvocato dello Stato; Enrico Tomao, generale ispettore capo medico dell'Aeronautica; Mario Alberto Germani, maggiore generale medico dell'Esercito; Enrico Mascia, ammiraglio ispettore medico della Marina; Piervalerio Manfroni, generale ispettore medico dell'Esercito; Domenico Abbenante, generale ispettore medico dell'Aeronautica; Vito Ferrara, generale di divisione medico dei Carabinieri; Massimo Barozzi, brigadiere generale medico dell'Esercito; Gerardo Anastasio, contrammiraglio medico della Marina; Riccardo Guarducci, contrammiraglio medico della Marina; Luca Semeraro, generale di brigata medico dei Carabinieri; Luigi Lista, generale medico dell'Esercito; Fabio Lutta, colonnello medico Esercito; Paolo Giuliani, colonnello medico dell'Esercito; Francesco Guadalupi, colonnello medico dell'Aeronautica; Roberto Santorsa, dirigente generale medico della Polizia di Stato; il dottor Alfonso Roca, dirigente superiore medico della Polizia di Stato; Luigi Lucchetti, dirigente superiore medico della Polizia di Stato; Pag. 8Beniamino Colagrosso, generale medico della Guardia di finanza; Giuseppe De Dona, colonnello medico della Guardia di finanza; Silvana Camilleri, dirigente di seconda fascia della Presidenza del Consiglio dei ministri; il medico Daniele Danese, dirigente di seconda fascia della Presidenza del Consiglio dei ministri; Ciro Montemitro, tenente colonnello medico dell'Esercito; la dottoressa Assunta Carnevale, dirigente di seconda fascia del Ministero dell'economia e delle finanze; Angelo Cagnazzo, dirigente di seconda fascia del Ministero dell'economia e delle finanze; Dario Ciccarelli, dirigente di seconda fascia del Ministero dell'economia e delle finanze.
  Capisco che l'elenco di tutti questi nomi può risultare molto noioso, ma serve anche per dare un'idea della composizione del Comitato.
  Nel partecipare alle adunanze, ho potuto costatare personalmente l'alta professionalità di tutti i componenti, sia di quelli presenti prima del rinnovo del nostro Comitato, che sono sei, sia di tutti gli altri, che, per la loro specifica competenza, contribuiscono collegialmente all'adozione del parere.
  In merito, non si può dimenticare che la normativa vigente ha attribuito al parere del Comitato di verifica per le cause di servizio un valore non solo medico, in quanto, oltre ad accertare l'esistenza della patologia, si devono esaminare i profili giuridici e amministrativi connessi al riconoscimento, ovvero la presenza di condizioni comunque implicanti l'esistenza o anche il sopravvenire di circostanze straordinarie e fatti di servizio, che hanno esposto il dipendente a maggiori rischi o fatiche in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di istituto.
  In tal senso, si può comprendere la ratio del legislatore, che ha attribuito al Comitato la sola competenza per il riconoscimento dello status di soggetto equiparato alle vittime del dovere e non quella delle vittime del dovere sic et simpliciter, nel qual caso è necessario accertare l'esistenza delle lesioni e l'efficacia lesiva degli eventi tassativamente previsti dalla normativa vigente.
  Il legislatore, nell'attribuire tale specifica competenza, ha voluto compiere un'opera di discernimento, tra chi accerta il quantum, cioè le commissioni mediche ospedaliere, e chi accerta l’an, ossia il Comitato, ponendo in capo a un organo superiore la facoltà di riconoscere lo status di soggetto equiparato. L'esame dei fascicoli, quindi, è molto attento e approfondito e richiede un non indifferente lavoro preparatorio, da condividere il giorno dell'adunanza.
  Spero di non essere stata troppo noiosa e sono pronta a rispondere alle vostre domande.

  PRESIDENTE. Non è stata assolutamente noiosa, anzi noi la ringraziamo perché l'ampiezza della sua relazione introduttiva costituisce implicitamente anche una manifestazione di rispetto nei confronti di questa Commissione, quindi, al di là del merito, che ci riserviamo di valutare nei prossimi giorni, a questo fine, io le chiedo di poterci offrire la disponibilità del suo testo, in maniera tale che noi possiamo distribuirlo anche ai colleghi, che oggi non sono presenti. Inoltre, le preannuncio l'ineluttabilità di un'altra audizione, perché ordinariamente le nostre audizioni durano un'ora, ma la sua ampia e generosa riflessione ha occupato circa tre quarti d'ora o forse 40 minuti, quindi si renderà indispensabile per l'appunto poterle porre, come ritengo, numerose domande in una seconda occasione.
  Intanto, se lei mi autorizza, acquisirei il suo testo...

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Presidente, questo non è un testo, ma si tratta di appunti fatti per me, per cui preferirei poter correggere piccole imprecisioni.

  PRESIDENTE. La segretaria mi dice che non sarebbe necessario, tenuto conto che, fra soli tre giorni, avremmo a disposizione il resoconto stenografico dell'audizione. Ho immaginato, anche perché è la cosa si verifica con una certa puntualità, che ci volesse più tempo per il resoconto, però, se Pag. 9già da lunedì, o martedì al massimo, possiamo disporre del testo da offrire all'attenzione e alla riflessione di tutti i colleghi, non si rende necessario acquisire il suo testo.
  Direi di fare qualche domanda fino a quando i colleghi sono nella disponibilità di trattenersi. Abbiamo circa dieci minuti a disposizione, però, preliminarmente, ne vorrei fare una io.
  Alla luce della recente sentenza della Cassazione, che ha ridisegnato la posizione del Comitato, non ritiene opportuno promuovere la revisione delle situazioni più controverse, attraverso un riesame in sede di autotutela?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Le amministrazioni lo richiedono e anche gli interessati possono presentare la domanda di riesame. In forma di autotutela, per il momento, io preferisco guardare al presente e al futuro e non al passato, per cui non proporrei una revisione in autotutela di quanto è stato già deciso. Sono molto più interessata a guardare avanti e a vedere se il nostro lavoro potrà essere sempre più proficuo e utile, per quanto riguarda la nostra utenza, che è, purtroppo, esposta particolarmente a sacrifici, che vanno ben oltre la normale attività di qualsiasi altro lavoratore. I dipendenti sono particolarmente esposti a infermità, soprattutto se noi parliamo di quelli equiparati alle vittime del dovere. C'è, quindi, una mia particolare sensibilità nei confronti dei vari problemi, che si possono porre, ma vorrei non rivedere il passato, se non vi è una richiesta espressa di riesame, in qual caso siamo disponibili nei termini di legge, e guardare a quello che il Comitato può fare in avvenire.
  A questo proposito io ho richiesto un ampliamento del numero dei componenti del Comitato stesso. Avevo pensato che sarebbe utile anche aumentare il numero dei medici, inserendo anche altri medici civili, oltre ai nostri medici militari valenti, che già fanno parte del Comitato. Questa è una domanda che ho già presentato e aspetto una risposta, perché vorrei ampliare il numero delle adunanze e anche il numero dei membri del Comitato, che si alternano nelle varie adunanze.

  PRESIDENTE. Vorrei tornare al merito stretto della mia domanda. Per definizione, l'autotutela comporta l'impulso endogeno dell'organismo, per cui esclude, sempre per definizione, quello rappresentato dagli aventi diritto, quindi, stiamo parlando almeno per quella che è l'accezione comune, di una pratica, quella dell'autotutela, che viene esercitata, talvolta, anche in certi ambiti con eccessiva frequenza e generosità.
  Propongo la domanda con una modalità diversa: lei ritiene, quindi, di dover rinunciare tout-court all'esercizio dell'autotutela, relativamente appunto alle valutazioni espresse in maniera solenne nella sentenza della Cassazione oppure la sua è una decisione temporanea, che potrebbe magari essere rivista prossimamente?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Non escludo che si possano rivedere prossimamente le modalità di approccio a ogni problematica.

  PRESIDENTE. La sua è una rappresentazione di tipo probabilistico...

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Più probabile che non.

  PRESIDENTE. Quindi più probabile, oltre che possibile?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. La mia è una rappresentazione probabile e forse possibile, se sarà necessario farlo.

  PRESIDENTE. Possibile lo è senz'altro, però probabile...

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Lo è anche probabile, se sarà importante e utile farlo. Poi, caso per caso, si valuterà e sempre se ci sarà ancora un Comitato. Sono rimasta un po’ meravigliata da questa Pag. 10convocazione perché, se non sbaglio, avevo letto sui giornali che vi è una proposta di legge, che dovrebbe modificare appunto le provvidenze per alcune categorie, quindi...

  PRESIDENTE. Lei, però, in quanto giurista esperta, sa che, per definizione, sono necessari due ingredienti nell'attività del legislatore, quella dell'astrattezza e, in maniera quasi intimistica, anche quella della laicità. Noi operiamo con il criterio dell'astrattezza, che è un elemento essenziale, ma anche con la laicità, che per noi significa essere titolari di dubbi. Noi siamo titolari di dubbi, quindi niente di strano che lei, con la sua performance odierna e con quella che verrà, possa convincere la Commissione che il suo Comitato è una grazia del Signore e che abbiamo sbagliato nell'ipotizzarne la soppressione.

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Io convincerei – e sarebbe un onore – questa Commissione a partecipare a una delle nostre adunanze, naturalmente con i nominativi oscurati. Mi riferisco a una partecipazione a un'adunanza vera, in cui poter stabilire un contatto tra voi e noi e avere un approccio, soprattutto per avere modo di conoscere il nuovo sistema web, quindi quanto tale sistema è interessante e quanto può essere utile per l'avvenire. Sarebbe un onore avere una vostra partecipazione.

  PRESIDENTE. Grazie, lei è molto generosa nel formulare questo invito. Purtroppo, non lo possiamo accogliere, però abbiamo apprezzato, se non sbaglio nell'interpretare anche una prima valutazione dei colleghi, che l'evoluzione dal punto di vista informatico durante la sua Presidenza sta comportando e rappresenti sicuramente...

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Questo non è un mio merito.

  PRESIDENTE. In ogni caso, la nostra opinione, trasferita nella nostra proposta di legge, riguarda la funzionalità del Comitato di verifica delle cause di servizio e non la capacità e la serietà di chi l'ha presieduto e di chi li ha presiede.
  Intanto, le vorrei chiedere – magari i colleghi, se ne avessero piacere, possono anche prepararsi per formulare qualche domanda – quali siano i criteri adottati dal Comitato per le valutazioni di causalità?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Sul nesso causale, è chiaro che noi dobbiamo valutare il servizio prestato dal soggetto e, se parliamo soprattutto di equiparati, le condizioni particolari di difficoltà ambientali e operative che il soggetto ha incontrato. Inoltre, dobbiamo valutare che non sussistano le condizioni che scindano il rapporto tra il servizio e la patologia, ovverosia che non sia intervenuto un fattore x, che, caso per caso, si deve valutare, a impedire di poter concedere, nostro malgrado, questo riconoscimento.
  Infatti, è molto più semplice e piacevole riconoscerlo al personale, piuttosto che negarlo, perché, ogni volta, la negazione è qualcosa che fa pensare e riflettere ed è, naturalmente, più emotivamente pesante di un accoglimento, quindi è pur sempre una sofferenza. È meglio dare, in questo caso, piuttosto che non dare. Sappiamo che vi sono tanti modi di impostare questa problematica, sul «più probabile che non» o «è possibile che», e sappiamo che il nesso di causalità non deve essere scisso, come normalmente si usa dire in magistratura. In magistratura, funziona ancora il criterio del nesso causale, mentre, in questo caso, occorre dire che ci deve essere una probabilità, cioè se si può concedere o non si può concedere.
  Un caso qualunque, per esempio, può riguardare la persona, che lamenta di essere stata esposta all'amianto, quando, in realtà, questa non ha prestato servizio in una logistica, che lo contenesse. In questo caso, c'è quell'elemento, che scinde e che impedisce il nesso tra il servizio e la patologia.

  PRESIDENTE. Vorrei cercare di formulare meglio la domanda, chiedendole: ci Pag. 11sono linee generali di condotta o prassi seguite nelle valutazioni di causalità, cui le varie sezioni debbano attenersi, anche solo al fine di dare omogeneità alle valutazioni?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Per esempio, ci sono alcune patologie gravissime, come il mesotelioma, che la scienza praticamente ha ritenuto conseguente a una particolare esposizione, che voi conoscete benissimo. Ora, è chiaro che, quando la scienza ha confermato in modo chiaro e preciso che sussiste questa patologia correlata, attraverso i tecnici, perché c'è il giurista, ma ci sono anche i medici, queste patologie non costituiscono più un problema, perché si sa che sono rapportate a determinate situazioni.
  Il coordinamento non è neanche necessario, per lo meno in questo momento, su patologie ormai note. I problemi sorgono, quando le patologie, purtroppo, non sono note neanche agli scienziati, perché non si riesce a capire la genesi di determinate malattie. Per esempio, so che voi vi siete interessati ai vaccini, che possono abbassare le difese immunitarie e che possono anche provocare una slatentizzazione di determinate infermità, come si dice in medicina. Certamente, fino a quando gli stessi scienziati non saranno in condizioni di attestare che sussiste, in effetti, questa problematica, io, che non sono medico e sono giurista, rimango piuttosto perplessa. Lo dico anche perché, in forma grave, per i militari in partenza per le missioni c'è una sovrabbondanza di vaccinazioni, ma anche nel nostro popolo, che parte per zone endemiche da turista, e nelle scuole, dove si fanno plurivaccinazioni. Restiamo in attesa, perché naturalmente non possiamo noi risolvere, per il momento, un problema, che ha interessato questa Commissione già, forse, nel 2001. Addirittura, sono stati interpellati dei professionisti molto accreditati, che hanno studiato questa problematica.
  Noi, come Comitato, siamo degli operatori del diritto e della medicina, quindi applichiamo ciò che già, praticamente, è noto e scientificamente potrebbe essere «provato», anche se è molto difficile, quindi dove vi è una certa consapevolezza di determinate patologie. Altrimenti, non avremmo studiosi in tutto il mondo, che stanno appunto cercando di verificare l'eziopatogenesi di determinate infermità.
  Come facciamo a dire, oggi, che la vaccinazione ha abbassato talmente le difese immunitarie da poter escludere, per esempio, una sclerosi multipla? Chi può dircelo? Noi dovremmo avere dei pareri che gli scienziati ancora – mi sembra – non hanno espresso. Oppure come possiamo escludere o riconoscere lo stress? Non si parla mai di stress, però lo stress è un fattore importantissimo, anche nelle comuni noxae della vita civile. Come facciamo noi a valutarlo un domani? Oggi, si parla di vaccinazioni, ma, domani, si potrebbe parlare di stress. Sappiamo, o per lo meno si dice, che lo stress genera il tumore. Ora, ritornando al nostro argomento, nei giovani in partenza per missioni di pace, quanto potrebbe incidere lo stress nella slatentizzazione di una cellula cancerogena? Temo che non lo sapremo. Lo dovremmo chiedere allo Houston Cancer Institute o al Ministro della salute, ma, al «povero» Comitato, noi possiamo chiedere soltanto quello che la medicina ci offre come noto.

  PRESIDENTE. Grazie. Intanto vorrei dare la possibilità ai colleghi di fare un primo giro di interventi. Stabiliamo, come obiettivo massimo, se non abuso della pazienza di tutti, a partire da quella della nostra gradita ospite, di chiudere l'audizione non oltre le 10. Hanno già chiesto di intervenire il vicepresidente Catalano, il collega Cova e il collega Rizzo.

  IVAN CATALANO. Grazie, presidente. Ringrazio la dottoressa per essere venuta in audizione. Le vorrei chiedere, in merito all'ultime cose dette, se, per alcuni tipi di situazioni, che possono avere più fattori, quindi non unico fattore, per dimostrare il nesso di causalità, non reputa che il Comitato debba allinearsi al metodo usato dalla giurisdizione civile, quindi del «più probabile che non».
  È chiaro che non sia possibile accertare con precisione, come avviene nel metodo Pag. 12penale, che un fattore sia nesso causale certo e preciso di un evento, però alcune situazioni possono essere determinate da una somma di fattori, quindi da una multifattorialità. Ci può essere il militare, vaccinato il giorno prima della partenza per la missione, che ha un abbassamento delle difese immunitarie, senza avere la copertura vaccinale. In missione, ci potrebbero essere munizionamenti all'uranio impoverito e una situazione di stress ambientale e di stress dovuto alla missione stessa, dove arriva con le difese immunitarie abbassate. Il militare in questione, magari, è predisposto ad un determinato tipo di malattia, di cui, con degli esami prima delle vaccinazioni, si poteva venire a conoscenza, e, al ritorno dalla missione, si è ammalato. Oppure ci può essere il caso di un militare passato da un poligono di tiro, con determinate situazioni ambientali, e, dopo esserci stato, si è ammalato. Oppure ci possono essere altri eventi, che, nel corso della carriera militare, lo hanno visto soggetto a più fattori, che poi hanno concorso a determinare la malattia del militare.
  Vorrei chiederle se non le sembra che, in questo caso, il Comitato di verifica neghi con molta facilità, o almeno diciamo noi che sia così, perché, chiedendo il nesso di causalità, è molto facile negare, dovendo dimostrare, senza ombra di dubbio, che vi sia un nesso, quindi è difficile dare un riconoscimento ed è molto più facile non darlo con questo metodo. Le chiedo se, invece, lei non reputi che sia il caso di cambiare rotta nel Comitato, dato che la nostra proposta è in discussione, però il Comitato è ancora in vigore, fino a che non succede qualcosa, che lo tolga. Le chiedo se non le sembra il caso, con la sua Presidenza, di cambiare rotta e adottare lo stesso principio del giudice civile.
  Lo dico anche perché, come sappiamo, il giudizio del Comitato di verifica è obbligatorio, vincolante e non sindacabile, se non nei requisiti di illogicità. Come fa il giudice a determinare l'illogicità di una decisione del Comitato, se il Comitato chiede tutti i nessi di causalità per accertare che un fattore abbia determinato la malattia? Le chiedo se non ritiene di dover cambiare rotta nel metodo del Comitato per allinearsi a quello del giudice civile.

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Lei mi ha parlato, innanzitutto, di multifattorialità. Da profana, da giurista e non da medico, sono convinta che nella genesi di tutte le malattie vi sia una multifattorialità, altrimenti, non potremmo spiegarci come mai, per esempio, il fumatore di quattro pacchetti di sigarette al giorno non muore di cancro al polmone, invece un altro, che non ha mai fumato, muore di questa patologia. Io sono un fumatore e spero di rientrare nella prima categoria.
  Sono assolutamente convinta che esista una multifattorialità. Naturalmente, ci troviamo davanti a un organo tecnico, che deve giustificare il suo parere. Io mi auguro che vi sia qualcosa di più del concetto del «più probabile che non» e che vi sia, addirittura, un'inversione dell'onere della prova. Questo, secondo me, sarebbe l'ideale, ovvero una presunzione iuris tantum della bontà della pretesa delle domande presentate. Mi auguro che venga dimostrato, per esempio dalle amministrazioni, che si debba scindere il nesso. Ecco, è il legislatore che può consentirci questo e soltanto il legislatore. Noi siamo dei modesti operatori del diritto e della medicina, quindi è il legislatore che, nella sua saggezza, ci deve consentire di applicarlo. Questo criterio sarebbe senz'altro, il migliore, almeno secondo me. Non parlo a nome del Comitato, ma, in questo momento, parlo a mio nome, come magistrato che ha fatto tanta pensionistica presso la Corte dei conti. Mi rendo conto, quando il provvedimento arriva al magistrato, di quali possano essere eventualmente le problematiche.
  Con un'innovazione di questo genere, io penso si risolva una gran parte dei problemi, che angosciano un po’ tutti. Le questioni degli equiparati, che sono le più delicate e più insidiose, anche sotto il profilo medico-scientifico che si potrebbero risolvere con questa innovazione presentata dal legislatore ovvero con un'inversione dell'onere della prova, iuris tantum. Certo, la presunzione iuris et de iure sarebbe troppo perché le domande, come Pag. 13abbiamo visto, sono di una entità enorme e devono essere sempre valutate, però la possibilità che vi sia l'inversione dell'onere della prova risolverebbe, senza spese e senza trasformazioni epocali, forse il 99% delle nostre problematiche; in modo semplice, il legislatore può tutto.
  Ho messo da parte, per sottoporla alla vostra attenzione, una norma, che adesso non esiste più perché si è concluso il suo iter. Si tratta di un DPR del 2010, che consentiva, appunto, il riconoscimento di queste patologie, per un certo periodo. Penso, sempre esprimendomi a titolo personale, che il Comitato sarebbe ben lieto di essere sollevato dai problemi morali che deve affrontare parlando di patologie, che neanche la scienza riesce a risolvere. La genesi del cancro ancora non si conosce, perlomeno in base alle mie modeste cognizioni. In tutto il mondo si stanno studiando questi problemi, ma non se ne trovano le soluzioni, per cui figuriamoci se può farlo il Comitato.
  Con questa soluzione, penso che noi troveremmo il risultato migliore e la soddisfazione maggiore per le persone e, soprattutto, per le famiglie che hanno affrontato dei drammi indicibili.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, presidente. Ringrazio la dottoressa Di Grazia per la relazione. Lei ha portato la notizia di questa grossa novità, nell'ambito degli strumenti utilizzati dal Comitato di verifica, ovvero della piattaforma web. Vorrei sapere quando è stato deciso di utilizzare questo nuovo strumento?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Almeno per quello che mi risulta, perché appunto io non c'ero, e considerando che, per impostare una cosa del genere, tra spese, appalti e via discorrendo, ci vogliono più di due anni fa, penso che questo sia stato deciso due anni e mezzo fa.

  GIANLUCA RIZZO. Avrà avuto modo, così come credo, di leggere la proposta di legge della nostra Commissione. Vorrei avere un suo parere sulla nostra proposta.

  PRESIDENTE. Fatto salvo l'aspetto che riguarda l'eliminazione del Comitato.

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Certo, anche perché non potrei essere obiettiva, in tal caso. Penso che – perdonatemi se dico queste cose, ma devo essere sincera – ci sia un vizio di fondo, cioè il tentativo di voler equiparare i militari e le persone coinvolte in determinate situazioni ai lavoratori civili. Penso, invece, che sia necessaria un'attenzione maggiore per queste persone, rispetto ai lavoratori normali.
  Sono una donna e non sono militare e mi trovo, per la prima volta, ad affrontare questi problemi e ad avere, nel Comitato, tanti medici militari. Non c'è niente di più lontano da me di una particolare affezione per il mondo delle armi, delle missioni militari, eccetera.
  Penso, invece, che l'attenzione dovrebbe essere maggiore, quindi non dobbiamo portare il militare al livello degli altri lavoratori, ma continuare a mantenere questo Comitato, in quanto questo ha una consapevolezza dei meccanismi genetici di queste patologie, che quindi dovrebbe avere anche un trattamento economico, forse, migliore. Non ho approfondito la situazione, ma ho letto che verrà abolito l'equo indennizzo e che non ci sarà la cumulabilità con trattamenti pensionistici. Non so se mai, tutto sommato, si arriverebbe con il medico dell'INAIL a concedere quanto si concede agli equiparati ovverosia, addirittura, indennizzi di 200.000 euro, nei casi ovviamente più gravi. Il medico INAIL ha maggiore attenzione per il lavoratore nel caso di determinate patologie. Per esempio, certamente la perdita di un dito è considerata molto dal medico dell'INAIL, mentre è considerata poco dal medico del Comitato. Tuttavia, stiamo parlando di ben altre situazioni e, siccome non ho approfondito la materia, mi fermerei qui.

  PRESIDENTE. Grazie per la risposta e grazie anche per la sincerità, con la quale lei l'ha offerta alla Commissione. Vorrei, però, chiosare, richiamando il concetto della sussidiarietà, che, com'è noto a tutti, è Pag. 14declinato ampiamente nel Titolo V della Costituzione, e segnatamente quello di sussidiarietà orizzontale, che ci stiamo reciprocamente scambiando stamattina. Nello svolgimento della sua relazione, ci ha insegnato indubbiamente alcune cose. Vorremmo, senza nessun tipo di presunzione, insegnare a lei qualche cosa, nel senso di renderla edotta.
  Le cose non stanno esattamente, come probabilmente le sono apparse dalla prima lettura, nel senso che è la nostra proposta di legge costituisce il primo tempo di un'operazione di civiltà, che si compierà, quando avremo raggiunto l'obiettivo da lei suggerito.
  Lei sa che il Comparto difesa e sicurezza rivendica – e, ipocritamente, almeno negli ultimi vent'anni gli è stata riconosciuta – una presunta specificità. La specificità di questo Comparto è una manifestazione mirabile di ipocrisia, perché viene declinata in maniera negativa: di specifico, questo comparto ha il fatto che viene trattato in maniera difforme, in senso negativo, rispetto agli altri lavoratori.
  La nostra proposta di legge desidera, per adesso, visto che sappiamo anche avere contezza dei nostri limiti, porre i lavoratori di quel Comparto a livello degli altri lavoratori, perché la loro attuale condizione è estremamente penalizzante. Anche le modalità applicative e le articolazioni operative, che abbiamo individuato, sono inequivocabilmente finalizzate a un miglioramento del trattamento. Fra l'altro, siccome ci siamo anche premurati di chiedere a chi ne sa più di noi, abbiamo messo a confronto gli esperti delle Forze armate con quelli dell'INAIL ed è saltato fuori, in maniera inequivocabile, che il trattamento da noi proposto sarebbe decisamente migliore rispetto a quello attuale.
  Il raggiungimento dell'obiettivo, che lei, così lucidamente, propone oggi, cioè di riconoscere al Comparto difesa e sicurezza un trattamento migliore, secondo noi è auspicabile per i parlamentari della prossima legislatura. Per adesso, cerchiamo di portare a casa – speriamo di farlo e credo che ci riusciremo – questo risultato, che sarebbe comunque straordinario.
  Invito il collega nonché conterraneo Cappelli, che manifesta segnali di impazienza, ad accomodarsi, perché è talmente importante la sua presenza che vorremmo poterne godere fino alla fine della riunione.
  Passiamo agli interventi del collega Rizzo e del collega Cova, prima di chiudere l'audizione e darci appuntamento una delle prossime settimane.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, presidente. Mi riservo, poi, di leggere la relazione della dottoressa, in maniera tale che, nella prossima sessione della Commissione, farò altre domande più dettagliate. Nel frattempo, volevo sapere se è possibile avere le statistiche divise per grado, quindi per ufficiali generali, ufficiali superiori, ufficiali inferiori, sottufficiali, graduati di truppa. Vorrei sapere quante richieste sono pervenute e quante di queste sono state valutate in senso positivo o negativo.

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Per la dipendenza da causa di servizio è possibile averle. Il direttore dell'ufficio mi sta dando buoni lumi, quindi possiamo avere questo tipo di statistiche.
  In merito alla nuova piattaforma, possiamo dare le statistiche a partire da quando ci siamo insediati con questo sistema, non per il passato.

  PRESIDENTE. Sarebbe importante poter aver almeno quelle degli ultimi cinque anni.
  Magari dopo il collega Rizzo parlerà col direttore, così potranno individuare un modus operandi. Ringrazio il collega Rizzo e passiamo all'intervento del collega Paolo Cova.

  PAOLO COVA. Grazie, presidente. Ringrazio l'audita. Non ho capito, nella sua risposta, alcune cose. Il Presidente le ha fatto due domande, sempre sullo stesso tema, e lei ha cercato di rispondere. Mi sono sorti dei dubbi e mi sembra che non abbiamo raggiunto la risposta.
  Capisco che su alcune patologie non ci sia una conoscenza e non ci sia chiarezza, Pag. 15mentre su qualcun'altra c'è una conoscenza e c'è una chiarezza. Questo mi è chiaro, perché la situazione scientifica è quella che è, però la domanda del Presidente, per come l'ho intesa io e per la quale mi aspetto una risposta, è: in quelle situazioni, dove non c'è una nettezza e dove non c'è chiarezza, la scelta come avviene?
  Esiste – presidente, se sono cattivello, mi fermi pure – o ha idea che esista uno schema o una check list all'interno del Comitato, che possano dire «quando non c'è questo, questo e questo», sicuramente la risposta è «no». È presente una situazione del genere? Voglio capire se, di fronte a quei casi non manifesti ed evidenti, c'è una scelta o un modo di procedere, che dice che sicuramente sarà un no? C'è questa situazione? Lei ne è a conoscenza?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Non ho afferrato bene quale sia il suo problema, cioè cosa sta dicendo in realtà. Posso dirle che, se è necessario fare degli approfondimenti e se mancano dei documenti, questi vengono richiesti. Per esempio, anche se importantissimo, potrebbe anche accadere che sia carente il rapporto informativo. Quello è uno degli elementi importanti, ma lo è anche molto importante sapere la storia del militare. Ecco, se noi dobbiamo dire che vi è stata un'esposizione – prendo un caso qualsiasi – all'amianto, è necessario che sia stato imbarcato il soggetto, per esempio, su una nave contenente amianto.
  Dunque, se la persona non è stata imbarcata e non ha avuto la possibilità di essere entrata in contatto con quest'agente pericoloso, chiaramente questo elemento esclude il riconoscimento. Sono questi gli elementi che possono far escludere il riconoscimento, a priori. Non vi è un rigetto aprioristico, ma bisogna valutare caso per caso.

  PAOLO COVA. Parto da questo esempio. Lei mi ha detto «facciamo questo esempio: se è stato imbarcato, sicuramente è un sì, ma, se non è stato imbarcato, è un no». Se il militare ha lavorato in un'officina?

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Se il militare ha lavorato con l'amianto in un'officina, è certamente un sì. Può essere il caso di un cantiere per la costruzione delle navi. Voglio dire che aiuta molto la logica.

  PAOLO COVA. In questo caso è così, ma nel caso dei tumori? Nel caso in cui si dica «dato che tutti possono avere il tumore al polmone, è sicuramente un no». C'è una check list o si tratta di una scelta, per cui si dice, addirittura, che in alcuni casi, se non c'è nettezza della correlazione scientifica, la risposta è «no».

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Lei mi parlava dei tumori. Noi abbiamo addirittura la legge di stabilità che prevede, iuris et de iure, il riconoscimento del carcinoma per la pensione di inabilità, anche se il militare non ha compiuto i cinque anni di effettivo servizio, quindi, quando ci troviamo in queste condizioni, la stessa norma dà un elenco delle infermità. Lo fa il legislatore nella finanziaria, per cui mi sembra che possiamo essere assolutamente tranquilli. Per quanto riguarda il mesotelioma o il carcinoma polmonare eccetera, abbiamo il conforto del legislatore, che noi naturalmente teniamo presente. Poi, che vi possano essere dei non accoglimenti sulla base di meri pregiudizi, non mi risulta.

  PRESIDENTE. Sono le 10, per cui, come ci siamo impegnati a fare, dobbiamo chiudere questa seduta. Avrà visto, Presidente Di Grazia, che c'è un'ansia di conoscenza, per cui riteniamo che questa ansia potrà estinguersi grazie alla sua disponibilità, di cui stamane ci ha dato ampia prova. La Segreteria avrà cura di contattarla nei prossimi giorni per poter concordare quando svolgere la seconda parte dell'audizione.

  FAUSTA DI GRAZIA, Presidente del Comitato di verifica delle cause di servizio. Anche giovedì prossimo, se volete.

  PRESIDENTE. Vedremo, anche perché ci sono anche altre audizioni. La ringrazio Pag. 16anche a nome naturalmente della Commissione, così come ringrazio per la presenza il dottor Vincenzo Pezza e il dottor Gianluca Buttarelli, che egualmente è stato presente al nostro incontro.
  La seduta è tolta.

  La seduta termina alle 10.05.