XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta n. 107 di Mercoledì 21 dicembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Lainati Giorgio , Presidente ... 3 

Audizione del direttore di Rai News, Antonio Di Bella:
Lainati Giorgio , Presidente ... 3 ,
Rossi Maurizio  ... 3 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 3 ,
Airola Alberto  ... 3 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 4 ,
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 4 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 4 ,
Di Bella Antonio , direttore di Rai News ... 4 ,
Lainati Giorgio , Presidente ... 5 ,
Rossi Maurizio  ... 6 ,
Airola Alberto  ... 6 ,
Margiotta Salvatore  ... 7 ,
Pisicchio Pino (Misto)  ... 8 ,
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 9 ,
Verducci Francesco  ... 9 ,
Rampelli Fabio (FdI-AN)  ... 10 ,
Fico Roberto , Presidente ... 11 ,
Di Bella Antonio , direttore di Rai News ... 11 ,
Fico Roberto , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIORGIO LAINATI

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'art. 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del direttore di Rai News,
Antonio Di Bella.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore di Rai News, Antonio Di Bella, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono inoltre presenti i vicedirettori di Rai News 24, Lorenzo Ottolenghi e Andrea Valentini, e il direttore delle relazioni istituzionali della Rai, Fabrizio Ferragni, che ringrazio per la loro presenza.
  Come convenuto dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, invito i colleghi a contenere il proprio intervento entro i cinque minuti.
  Prima di dare la parola al dottor Di Bella, vi è una richiesta del senatore Rossi di intervenire sull'ordine dei lavori.

  MAURIZIO ROSSI. Sono piuttosto preoccupato del fatto che a oggi a questa Commissione non è arrivata la convenzione sulla cui base dovrebbe essere rilasciata la concessione del servizio pubblico, in scadenza il prossimo 30 gennaio. Fui il primo a pensare a una proroga in occasione del convegno organizzato l'anno scorso dal collega Gasparri, perché mi sembrava che i tempi non fossero sufficienti. Abbiamo avuto una prima proroga in ottobre, poi una seconda contenuta nel disegno di legge sull'editoria che arriva al 30 gennaio. Adesso avremmo dovuto ricevere la convenzione, su cui la Commissione ha 30 giorni di tempo per esprimere le proprie valutazioni. Visto che siamo al 21 dicembre, mi pare matematico che non ci siano i tempi per la trasmissione della convenzione in Commissione, il dibattito, l'espressione delle nostre valutazioni, il ritorno nelle sedi opportune e il rilascio della concessione. Si prefigura quindi una nuova proroga, totalmente in violazione del diritto comunitario. Le proroghe sono una violazione della disciplina comunitaria in materia concessioni. Una è consentita, tanto vero che era stata fatta anche in tempi piuttosto brevi, ma siamo arrivati a una situazione in cui abbiamo oltrepassato ogni limite. Peraltro, non sappiamo che cosa venga proposto, posto che nessuna sa dove sia questa convenzione, nessuno ne ha visto traccia. Propongo semplicemente, presidente, al nostro rientro, magari il 18 gennaio, di convocare, se non è già stato fatto, il sottosegretario o il viceministro competente, per fare chiarezza sulla situazione.

  PRESIDENTE. Chiede di intervenire anche il senatore Airola.

  ALBERTO AIROLA. Sarò rapidissimo, ma trovo estremamente attinente l'intervento che sto facendo, soprattutto nel metodo, avendo qua il direttore Di Bella, che dopo avrò modo di ringraziare per la sua presenza. Pag. 4
  Purtroppo, trovo che questa Commissione venga costantemente umiliata dalla dirigenza Rai. Ho avuto modo anche di esprimerlo alla presidente Maggioni e al direttore Campo Dall'Orto, in particolare con l'uscita costante di notizie riguardo alla riforma news che chiediamo da tempo venga presentata a questa Commissione dopo una presentazione farlocca del direttore Verdelli, che non sappiamo neanche se si dimetterà, se sia ancora lì, se si sia dimesso, se non si dimetterà. Informazioni, anche queste, esclusivamente dalla stampa. È uscito ieri un articolo di la Repubblica in cui si profila una riforma che vede implicata TGR e Rai News, una riforma del settore news con la formazione di cinque macroregioni, con cinque super-governatori, quindi altre poltrone, mantenendo le 21 sedi locali. Chiaramente questo va a configurarsi come argomento centrale anche dell'audizione di oggi. Presumo che il direttore possa anche dare risposte, parlare, relativamente alle intenzioni, ma trovo che non sia corretto che venga un direttore a parlare, o comunque a subire domande da parte di questa Commissione su un piano che invece la Rai continua a tenersi nei cassetti, tranne darlo ai giornalisti, ma non a questa Commissione. Presidente, trovo inaudito che questa Commissione debba rincorrere notizie di stampa, che peraltro non sappiamo se fondate o meno.

  PRESIDENTE. Chiede di intervenire sull'ordine dei lavori anche l'onorevole Peluffo.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Se non sbaglio, sulla proposta del senatore Rossi abbiamo anche convocato in coda l'Ufficio di Presidenza, dove credo possa essere discussa e, per quanto mi riguarda, anche approvata. Per quanto riguarda la sollecitazione del senatore Airola, mi sembra che come Commissione già più di una volta abbiamo chiesto alla Rai, nel momento in cui veniva approvato, di trasmetterci repentinamente il piano dell'informazione. Mi sembra che a oggi non sia ancora stato approvato. Se non ho letto male, domani dovrebbe esserci un consiglio di amministrazione in cui sarà approvato o discusso – non ho ben capito – questo piano dell'informazione, ma credo che sempre nell'Ufficio di Presidenza possiamo reiterare la richiesta all'azienda che, nel momento in cui viene approvato, ci venga trasmesso. Avendo l'Ufficio di Presidenza, forse, presidente, possiamo procedere con l'ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Lei ha fatto praticamente le mie veci, perché stavo per ricordare al senatore Rossi e al senatore Airola che tra poco, al termine di quest'importante audizione, avremo l'Ufficio di Presidenza. Vorrei pregarla di rimanere per rappresentare al presidente della Commissione, l'onorevole Fico, questa sua giusta richiesta, che peraltro, come anche lei ha osservato, è collegata alla nomina del sottosegretario o del viceministro del dicastero competente. Immaginando che questo avrà luogo nell'arco dei prossimi giorni, potremo confermare quella sua richiesta alla ripresa dell'attività parlamentare.
  Do la parola al direttore di Rai News 24, il dottor Antonio Di Bella che riferirà sul piano editoriale della sua testata giornalistica, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli al termine del suo intervento le domande e le richieste di chiarimento.

  ANTONIO DI BELLA, direttore di Rai News. Cercherò di fare un breve intervento, in modo che vi sia anche spazio sufficiente per approfondimenti. Procedo a illustrare in estrema sintesi il piano editoriale, che prescinde da qualsiasi altro piano complessivo, che non è di mia competenza.
  Ho presentato questo piano alla mia redazione diversi mesi fa ormai, quando sono arrivato da Parigi, e ho accettato quest'incarico perché, avendone ricoperti altri, mi sembrava stimolante la all news, secondo me un elemento di novità rispetto a una forma di comunicazione dei telegiornali un po’ legata a canoni passati. Ritengo che sperimentare in Italia l’all news, che ho avuto modo di vedere in America, dove ho vissuto e lavorato, con la Cnn e la Fox, e in Francia, con BFM Pag. 5– strumento molto interessante per quanto riguarda il tipo di informazioni all news – sia molto importante. Delle sinergie con il resto dell'azienda potremo parlare a lungo, ma non è di mia competenza.
  In estrema sintesi, all news è una formula che forse può trarre in inganno. Secondo me, il palinsesto informativo di una all news non può essere soltanto – scusate il gioco di parole – all news, ma ci deve essere un'evoluzione. È quello che ho cercato di fare nell'attuazione del piano, cioè un'informazione non più come un rullo ininterrotto di notizie, ma una prima parte, coi titoli e mezz'ora di informazioni, e in ogni seconda mezz'ora un approfondimento di diverso tipo, dalla cronaca dal mondo alla cronaca dall'Italia, agli Orienti, che poi abbiamo modificato, alle Americhe, che sono due e non una soltanto, ad Amarcord, il nostro passato, un elemento importante in collegamento con il presente e con le teche Rai.
  Io stesso faccio un programma, «Sembra ieri», che mette insieme il fatto di oggi e il fatto di ieri. Stiamo lavorando, ad esempio, sul terremoto e non possiamo non ricordare i terremoti del passato e le relative esperienze. C'è quindi un rimando continuo, che non è un flusso di informazioni, un po’ come su Internet, dove non si capisce più niente, ma si cerca sempre di mettere in relazione l'oggi e ieri.
  Poi ci sono temi che tradizionalmente non sono dell’all news, come l'alimentazione, che è molto importante, con la nostra rubrica «Mordi e fuggi», la salute, la cultura con «Tutti Frutti», un magazine di cultura, perché l'informazione non è soltanto il crollo, la bomba o l'inaugurazione, ma anche gli eventi culturali, e Dio sa quanto il nostro Paese abbia bisogno di parlare di una buona cultura, specie quella periferica, di cui non si parla.
  Non elencherò tutte le rubriche, ma la struttura fondamentale di una nostra ora è: titoli, mezz'ora di telegiornale classico e rubrica, che può essere appunto di vario tipo, dalla cultura all'approfondimento, all'intervista, alle cose del passato.
  Naturalmente, stiamo attenti alle periferie dell'Italia e del mondo e svolgiamo, e questo è faticoso per i miei colleghi, ma credo importante, anche una funzione di service per la Rai. L'esempio più lampante è la nostra Lucia Goracci che va in Siria e non fa pezzo solo per Rai News, ma per tutte le testate Rai. Ogni sera, e i nostri amici direttori lo sanno, abbiamo ormai le chiamate di tutti i contenitori del mattino, che ci chiedono dove abbiamo i nostri inviati, da Agorà a Unomattina. Se rispondiamo che ad esempio li abbiamo impiegati per il terremoto, ci chiedono se possono usarli anche loro. Un utilizzo che comporta un aggravio di lavoro, ma che dimostra come il nostro lavoro non sia soltanto legato a quell'ascolto piccolo che facciamo, ma è una utilità anche complessiva.
  Sono arrivato a marzo, ora siamo a fine anno e, anche se non bisogna essere schiavi dell’audience, abbiamo grosso modo raddoppiato, anzi forse anche triplicato in qualche caso, ma io non mi affeziono alle gare. Diciamo che è migliorata la qualità e la percezione. Soprattutto – ho avuto il dato stamattina – la permanenza sul canale medio dell'ascoltatore è di 22 minuti, prima era di 10,15, quindi vuol dire che alla fine la gente ci sta a guardare.
  Ne parleremo magari anche in replica, ma è importante che ci affacciamo sulle generaliste, un po’ anche per risparmiare. Andiamo ogni notte su Rai Uno e Rai Tre dalle 2 alle 6 del mattino, e alle 6 facciamo il 9-10 per cento, che vuol dire che è un prodotto buono e che, se venisse ulteriormente valorizzato sui canali generalisti, avrebbe la totale dignità di fare buoni ascolti.
  Da qui in poi andiamo, però, nel campo del futuribile e qui per il momento mi fermo.

  PRESIDENTE. La ringrazio, direttore, per il suo intervento di apertura.
  Il tempo contenuto del suo intervento offre l'opportunità ai senatori e ai deputati di rivolgerle subito delle domande. Pag. 6
  Darei la parola al primo iscritto, il senatore Rossi, e cedo la presidenza al presidente Fico.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ROBERTO FICO

  MAURIZIO ROSSI. Vorrei complimentarmi sinceramente con lei, direttore, per il lavoro che avete svolto. Avete fatto un salto di qualità straordinario, veramente bello, con la grafica, col picture in picture, con invenzioni di modalità diverse, non quadrate, rettangolari, senza bordi, con lo scroll che non scorre più, ma gira, che secondo me è straordinario... Avete fatto un lavoro stupendo. Si vede che gli ascolti sono migliorati. Non sono uno che pensa che gli ascolti siano quelli che testimoniano la qualità di quello che si fa, ovviamente, tanto più che sappiamo che i canali di all news non possono fare grandi ascolti, ma sono estremamente utili. Un cittadino può andarci quando vuole per avere le sue informazioni. Veramente complimenti per quello che avete fatto.
  Le porrei due domande. Diceva del problema di andare sulle generaliste. Se fosse per me, Rai News dovrebbe essere sul canale 3 del telecomando. Non ha senso avere TG1, TG2, TG3, tante cose uguali. Quello avrebbe una grandissima logica. Sono sicuro che aumenterebbe gli ascolti in modo enorme. Quantomeno utilizzarlo è fondamentale. Questo comporta sicuramente che debba esserci un piano di informazione nuova. Legandomi a quanto dicevo prima, mi sembra strano che si pensi a fare piani di informazione con una concessione in proroga e una convenzione non ancora stipulata. È una follia. Del tutto per assurdo, ma sappiamo che teoricamente qualcuno potrebbe anche contestare la stessa concessione nel momento in cui verrà data in sede europea, perché la legge che ha affidato alla Rai il servizio pubblico a oggi non ha inserito una clausola fondamentale, non ha inserito la spiegazione del perché Rai sia considerata l'unico soggetto che può garantire il servizio pubblico. Sappiamo che La7 o altri soggetti potrebbero sostenere di farlo. Doveva essere messo nella legge. Questo è quello che dice la legge europea.
  In ogni caso, il vostro prodotto è stupendo, la collocazione è importante e anche sulla parte Internet vorrei una sua opinione su come lei pensa che sarebbe giusto regolarsi. Da una parte, si dice che Rai dovrebbe avere un unico sito Internet; dall'altra, voi fate un prodotto per cui forse un sito collegato a voi sarebbe corretto. Queste sono le due domande: il posizionamento e il posizionamento di Internet.

  ALBERTO AIROLA. Ringrazio il direttore Di Bella, i vicedirettori, e il direttore Ferragni, per essere qua.
  Anch'io devo dire che sicuramente Rai News ha fatto un salto di qualità non indifferente. L’audience, come diceva lei, non è importantissima, ma a fronte delle risorse investite, c'è stato chi prima di lei avrebbe potuto veramente portare direttamente a casa di ognuno degli abbonati Rai una velina con le informazioni spendendo meno che a mandare in onda ore e ore di palinsesto. Sono quindi contento che Rai News si sia evoluta. L’all news, peraltro, è indubbiamente un'operazione che oggi va fatta a livello mediatico nel passaggio dall'analogico al digitale e forse domani con una piattaforma completamente integrata digitale potrebbe diventare qualcos'altro.
  Durante questi tre anni, vista la mia esperienza in questa Commissione nonché quella precedente come operatore del settore, mi sono reso conto che forse la Rai potrebbe diventare un unico canale di informazione, avere un unico telegiornale, Rai News, peraltro per 24 ore. Non mi dispiace l'idea che si integri, sempre che questo avvenga, con i TGR. Perché? Rai News, ancora molto tempo fa, aveva, come anche il TG2, una bella tradizione di approfondimenti. Secondo me, oggi nell'entropia informazionale, nel continuo ripetersi di alcune notizie, che poi diventano anche poco significative nella loro ripetizione, perdono efficacia, avere la possibilità di alternare con approfondimenti, per esempio su casi di cronaca, direttamente Pag. 7 dal territorio è il vero plusvalore che potrebbe dare la Rai, sempre che, come dicevamo nell'intervento precedente, non ci cambino i piani e le carte in tavola con notizie di riforma del comparto news, che questa Commissione ignora.
  Se così avvenisse, sicuramente ci sarebbe un prodotto che non è rintracciabile in nessun altro competitor e che caratterizzerebbe assolutamente il servizio pubblico nella sua funzione principale, cioè quella di informare e soprattutto, ribadisco, approfondire. Infatti non abbiamo problemi di share.
  Sono molto incuriosito dalle rubriche che citava in maniera generica. Può darmi anche qualche accenno interessante su «Sembra ieri», sul raffronto – manteniamo una memoria storica, facciamo capire ai cittadini italiani che alcune cose sono cambiate e altre non lo sono per niente e anche sugli approfondimenti culturali. Basta, quindi, rulli ripetitivi, basta ripetizioni fini a sé stesse, con tutta questa ricchezza che la Rai ha a disposizione.
  Sulla questione dei service per gli altri palinsesti Rai, le raccomando, visto che le risorse dovrebbero stare in capo al direttore, una grande attenzione ai collaboratori con cui si lavora. In Rai, purtroppo, assistiamo a una casta magari di privilegiati e anche a tanti precari sfruttati. Si sa che l'indipendenza giornalistica dipende esclusivamente dal giornalista. Un giornalista ricattato non è un giornalista libero.
  Le raccomando soprattutto la qualità dell'informazione. Ci sono occasioni in cui la news richiede un intervento tale per cui la qualità è secondaria. Ci sono prodotti e situazioni in cui, invece, la qualità è molto importante, perché la qualità di un'immagine – non esiste una sostanza senza una forma – è molto importante.
  Bisognerebbe selezionare e avere dei feedback qualitativi sui service, come ho detto al direttore generale, ma ribadisco ai direttori di testata; trattare bene i collaboratori; rendere il più possibile indipendenti e anche meno sfruttati, meno ricattabili, i collaboratori, sia i giornalisti sia i tecnici, sia interni sia in appalto. Questa è una cosa importante.
  Concluderei passando esclusivamente a un'unica cosa che ho notato un po’ fastidiosa: durante le rassegne stampe, certi commenti del giornalista quando dice, per esempio, relativamente alla rottamazione delle cartelle di Equitalia, che è una bella notizia. Mi è capitato di sentirlo poche volte, ma sono cose che sinceramente in un prodotto ben confezionato, come il suo, stonano ancor di più.
  Relativamente al Web, sarebbe utile se potesse fornirci ulteriore ragguaglio.

  SALVATORE MARGIOTTA. Sarò brevissimo. Faccio due piccole premesse e pongo un quesito.
  Una premessa la devo fare, anche se so che questo, avendolo ripetuto più volte, determina qualche malumore nell'Ufficio di presidenza. Ho sempre ritenuto che questo ciclo di audizioni dei direttori di testata, in mancanza di un'audizione seria e attuale di Verdelli e di Campo Dall'Orto, avesse un'utilità relativa. Credo che abbia sbagliato l'Ufficio di presidenza a ritenere di fare prima queste audizioni e poi quelle di Verdelli e di Campo Dall'Orto. Questa mia tesi ha un valore credo molto più cogente e forte in questo momento, considerato che la scorsa settimana, da quel che si sa, è stata presentata una prima bozza di piano. Noi rischiamo di discutere con direttori bravi, e poi ci tornerò, come Di Bella, di cose un po’ astruse, visto che contemporaneamente alla nostra discussione con i singoli direttori qualcuno ragiona su come riorganizzare il tutto. Non me la sento di dire, presidente, che stiamo perdendo del tempo negli ultimi mesi, ma penso che quanto meno non siamo stati sulla palla come avremmo dovuto. Da questo punto di vista, non sono d'accordo con Airola, ma di più: avremmo dovuto svolgere ben altro ruolo come Commissione.
  Dicevo, a maggior ragione oggi. Sento cose surreali e spero che non siano vere. Mi raccontano che il direttore generale presenta un «piano Verdelli» in consiglio di amministrazione dicendo nel piano molte cose non gli piacciono. In qualsiasi azienda, questo sarebbe ritenuto risibile. Un direttore generale porta un piano che gli Pag. 8piace. Se non gli piace, non lo porta. Né si può ritenere che esista un piano Verdelli, per cui se poi le cose non vanno bene, c'è un capro espiatorio. Il piano è il piano del direttore generale. Nella precedente guida della Rai parlavamo di piano Gubitosi, mica del piano dei tre consulenti che lavoravano. Mi pare che le cose veramente stiano acquisendo una struttura e un andamento che continuo a non comprendere. Ne parleremo, ma in questo quadro chiedere al singolo direttore, anche bravissimo, come il direttore Di Bella, di parlarci delle sue idee su come riorganizzare il servizio, che è quello che chiederò anche io, è un bellissimo esercizio quasi kafkiano. Parliamo del passato senza capire in futuro che cosa avverrà. Francamente, le cose kafkiane che facciano perdere un po’ di tempo non appartengono al mio modo di vivere e di agire, non solo in politica.
  Ciò detto, credo che nel quadro di una serie di cose che non stanno funzionando in Rai – Merlo che si dimette, gli ascolti di Semprini e così via – la nomina del direttore Di Bella siano una delle cose buone che ha fatto questo nuovo corso, e mi fa piacere averlo sentito anche dagli interlocutori che hanno parlato prima di me. È stato scelto un professionista di livello. Mi verrebbe da dire con una battuta che la sensazione è che si è preso Maradona e lo si fa giocare in difesa o, da interista, che Icardi gioca in porta. Si ha un professionista di prima qualità: ottimo che abbia raddoppiato lo share, dallo 0,x allo 0,2x, ma è altro quello che si deve fare utilizzando come direttore una personalità di qualità come la sua. Avrei chiesto – provocatoriamente, perché conoscendolo come uomo di mondo sapevo che non avrebbe risposto – come scriverebbe lui il piano editoriale. Siccome, però, già in premessa ha detto che non è suo compito, le chiedo soltanto: come penserebbe che Rai News possa funzionare molto meglio, ovviamente con un salto di fantasia, che non sia solo legato a quello che oggi Rai News fa?

  PINO PISICCHIO. Direttore, vicedirettori, dottor Ferragni, io non devo fare una domanda, ma una volta tanto esprimere – mi piace farlo perché siamo in clima natalizio – una considerazione toto corde adesiva rispetto a quello che sta facendo il direttore Di Bella.
  Lo è – solo per un secondo recupero considerazioni che hanno già svolto i miei colleghi – perché si dimostra che una professionalità alta, che è tutta Rai, non recuperata nel pulviscolo altro, ma tutta Rai, riesce a mettere in campo una godibilissima possibilità da parte di Rai News 24, che, come del resto tutte le all news, ha un suo andamento, un suo share, un suo pubblico, che non è certamente di quelli maggioritari, ma per la natura stessa della struttura dell'informazione.
  Riesce anche a esprimere una grande creatività. Ha fatto riferimento a una delle risorse più grandi della Rai, le Teche. Io credo che noi dovremmo farci tutti carico di questa grande memoria, che è patrimonio comune del Paese, altro che Archivio di Stato, è la nostra memoria storica. E lei le sa usare bene, così come ha usato bene ogni altro tasto di questo complicato e limitato mondo, da un punto di vista delle strutture e delle possibilità. Non mi pare che lei con Rai News 24 rappresenti il capitolo di spesa più alto del bilancio Rai. Indirettamente, ma lei non mi deve dare nessuna risposta, c'è già una traccia su cui lavorare per la costruzione di un piano dell'informazione di senso. Fino a questo momento, abbiamo avuto una serie di spot, di anticipazioni, abbiamo letto, abbiamo avuto modo di annusare dei test, un vago sentiment di un piano di informazione, diventato una cosa un po’ misteriosa e un po’ mitologica. È, infatti, un anno che ci stanno lavorando. Credo che cose di questo genere alla fine debbano essere destinate a parti particolarmente impegnativi. Ci aspettiamo, così, una sorta di Enciclopedia Treccani del piano dell'informazione, quando sarà sottoposto alla nostra attenzione.
  Voglio dire, però, che qui c'è già una traccia di come possono essere fatte bene le cose senza complicarci troppo la vita. Davvero non le devo chiedere niente, ma solo esprimerle la mia considerazione.

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  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Voglio anch'io ringraziare il direttore per la presenza, per la comunicazione e il lavoro che sta svolgendo, rispetto al quale ha già ricevuto sinceri apprezzamenti anche dai colleghi, e non è assolutamente scontato. Credo che questo sia il dato che lei può tenere come un sincero apprezzamento del lavoro da parte del complesso dei colleghi che sono intervenuti.
  In realtà, non ho domande specifiche da farle. Si è fatto però riferimento al percorso di audizioni e – il presidente e i colleghi lo ricorderanno – noi abbiamo scelto, anche sotto richiesta, di fare un ciclo di audizioni dei direttori innanzitutto in relazione alla gestione del periodo di par condicio. Questo era il senso, il significato del percorso di audizioni. Poi per una serie di motivi di impegni del direttore e di calendario dell'Assemblea, quest'audizione è scivolata a dopo il referendum. Credo che sia in ogni caso un'audizione utile. Forse quello che possiamo chiedere al direttore è di aggiungere, se lo ritiene, una sua valutazione ex post della gestione della par condicio in riferimento a un regolamento, quello approvato da questa Commissione, peraltro all'unanimità, che introduceva alcuni elementi di novità rispetto a quelli precedenti. Credo che sia di interesse capire se un regolamento votato all'unanimità con elementi di novità abbia consentito un lavoro più agile, più puntuale, o se sia corrisposto a difficoltà che è utile mettere agli atti perché possa costituire materiale utile per i lavori di questa Commissione per i futuri regolamenti applicativi della par condicio.
  Per quanto riguarda il dibattito sul piano dell'informazione, che è evidente che ha l'attenzione di tutti i commissari, che ognuno con la sua sensibilità istituzionale e politica ritiene come declinare, come Commissione abbiamo ritenuto di sollecitare l'azienda ad approvarlo, e quindi a trasferirlo. Voglio anche ricordare che questa Commissione sul piano che verrà approvato e presentato dovrà esprimere un proprio parere, com'era stato precedentemente con l'ottimo lavoro fatto dal relatore, presidente Pisicchio. Siamo ormai a ridosso del Natale. C'era stato l'impegno, assunto qua dai vertici Rai, di una presentazione e di uno step intermedio prima dell'approvazione formale. Non ho capito se nella giornata di domani ci sarà già l'approvazione formale, quindi anticipata rispetto a quello previsto a gennaio, o se invece domani si tratterà di quello step intermedio di cui ci avevano parlato, e quindi poi ci sarà un'approvazione. In ogni caso, quale che sia lo step del piano – lo abbiamo detto prima – sollecitiamo che ci venga trasmesso quando sarà formale. Esprimeremo il nostro parere, così tutti i commissari avranno l'occasione di esprimersi in maniera compiuta.

  FRANCESCO VERDUCCI. Aggiungo a quelle dei colleghi alcune brevi considerazioni.
  Ringrazio il direttore Di Bella per la sua comunicazione, seppur molto sintetica, e soprattutto per il lavoro che il direttore e la sua squadra stanno dimostrando con grande autorevolezza di saper fare in tempi molto difficili, come sappiamo, in tempi anche drammatici, quelli che tutti noi viviamo purtroppo anche quotidianamente. Abbiamo negli occhi negli ultimi mesi la vicenda continua ripetuta di attacchi terroristici in ogni parte del mondo e anche nella nostra Europa, ma anche la vicenda molto drammatica degli sconvolgimenti, delle catastrofi naturali, tra cui appunto quella del terremoto, che ci ha investito con particolare durezza e drammaticità prima il 24 agosto, poi il 30 ottobre. Ricordiamo in ognuno di questi avvenimenti così drammatici un'assoluta risposta di informazione, di completezza, di autorevolezza da parte della vostra rete e della sua direzione.
  Certamente, Rai News è molto cresciuta in questi anni e molto ancora deve crescere. Nel suo intervento, ha accennato anche a un tentativo sempre più forte di reinventare Rai News anche cercando di dare spessore alla programmazione all news, quindi anche a un tentativo di evoluzione che va oltre l'impostazione classica dell’all Pag. 10news, che quando è nata è stata certamente la cosa più rivoluzionaria, forse tra le più rivoluzionarie, della televisione moderna e del servizio pubblico moderno.
  La Rai su questo si gioca tantissimo. L'informazione in tempo reale non è solamente il breaking news, ma anche la capacità di saper tenere insieme un racconto del presente. Immagino che le cose che ci ha elencato vadano in questo senso, cioè verso il tentativo di tenere insieme eventi anche molto diversi gli uni dagli altri, ma con un filo conduttore, che permetta all'utente cittadino di formarsi, di comprendere, di capire.
  Nel concludere questo mio intervento, penso che la sua relazione sia l'ultima di una lunga carrellata di audizioni che qui negli ultimi due mesi abbiamo tenuto. Adesso abbiamo davvero l'urgenza di esprimerci sul piano editoriale della Rai. Lo abbiamo già fatto – veniva ricordato adesso dal collega Peluffo e dai colleghi che mi hanno anticipato – un anno fa, quando questa Commissione di vigilanza su un tema così importante produsse anche un documento importante, accolto dall'azienda, un documento anche innovativo. Ci aspettiamo di poter andare avanti con quel lavoro e che la Rai sia all'altezza di quell'innovazione su questo tema che le compete, in modo da lasciarsi alle spalle delle inadempienze, dovute soprattutto a un'organizzazione figlia oramai di un mondo passato, e poter primeggiare su questo tema dell'informazione, di cui l’all news è tanta parte, anche nella competizione internazionale con gli altri servizi pubblici.

  FABIO RAMPELLI. Anch'io mi unisco ai ringraziamenti. Prendo la parola e sarò brevissimo, giusto per evitare che un silenzio possa essere interpretato come una presenza omissiva. Ci tengo comunque a unirmi al coro che fin qui abbiamo ascoltato di soddisfazione per il lavoro che è stato svolto finora dal direttore, dai suoi collaboratori, dal suo staff.
  Penso che, se un problema vogliamo cercare di individuare, questo sia ancorato più alle linee strategiche della Rai, e quindi nell'insieme al ruolo che deve ricoprire Rai News, che al suo potenziale attuale, che alle condizioni date ritengo sia esattamente in sintonia con i risultati che può conseguire un prodotto di qualità.
  Direi che anche l'aspetto che riguarda il rapporto con le istituzioni repubblicane, in particolare la rubrica «Transatlantico» è gestita con grande equilibrio, e direi anche in un modo forse originale. Non è una trasmissione seduta, riesce a interessare nel rimbalzo tra collegamenti, attualità, commenti incrociati, quindi con sempre grande capacità di mettere gli interlocutori sul piano della sfida reciproca. È un servizio al bisogno di chiarezza da parte del telespettatore, che secondo me è una formula che insieme ad altre «rischia» di funzionare.
  Penso che la battaglia per quello che riguarda un po’ tutti, compreso il direttore e la sua governance di riferimento, debba essere condotta per fare in maniera che uno strumento così moderno, innovativo, dinamico, possa acquisire maggiori posizioni, ma ripeto che è una lettura più ampia, che non compete esclusivamente a lei, se non in piccola parte, ma ai vertici della Rai, magari anche con le necessarie indicazioni che riusciremo a far pervenire da questa Commissione, se mai qualcuno avrà desiderio di ascoltarle. In questo modo rispondo a qualche collega che polemicamente, ma simpaticamente, ogni tanto ha eccepito sulla mia «mania» di citare i dati. Il rispetto del pluralismo dell'informazione è una competenza della Rai e della Commissione di vigilanza sul servizio pubblico radiotelevisivo. Mi sono sperticato in apprezzamenti nonostante la presenza di Fratelli d'Italia, soprattutto quando non c'è la par condicio, su Rai News sia molto al di sotto non solo delle nostre aspettative, ma anche dei nostri «diritti». Non è soltanto un problema di presenza in termini materiali e quantitativi, ma talvolta anche di scarsa presenza della sensibilità culturale di cui siamo espressione. Penso che questa tradizione della presenza della destra italiana nel dibattito politico esista a prescindere e debba essere comunque adeguatamente rappresentata in qualunque tipo di rete. Ripeto, però, che questo è un Pag. 11appunto fatto in maniera assolutamente costruttiva, che mi sento di consegnare fermo restando tutto ciò che ho detto prima, che si unisce comunque al coro di apprezzamenti che ho ascoltato sin qui.

  PRESIDENTE. Mi sembra chiaro e che non ci sia dubbio che oggi è l'ultima seduta della Commissione prima di Natale, che il 2017 si aprirà col grande lavoro che la Vigilanza dovrà fare sul tema informativo rispetto al piano news, ormai in presentazione al consiglio di amministrazione. Dovremo lavorarci tantissimo, così come abbiamo lavorato sul piano Gubitosi, per il quale questa Commissione elaborò 17 punti, che poi furono recepiti dall'allora consiglio di amministrazione. Fu un lavoro proficuo. Spero che il lavoro che ci apprestiamo a fare sia altrettanto proficuo, perché l'informazione è proprio il tema che questa Commissione tratta, e l'informazione Rai è il tema su cui si deve sviluppare secondo me il processo di indipendenza che la Rai deve avere in termini di qualità e competenza sempre maggiori. Questa Commissione farà il suo dovere fino in fondo e userà tutto il suo tempo a disposizione per lavorare insieme alla Rai, da istituzione ad azienda.
  Do la parola al direttore Di Bella e lo ringrazio per la sua presenza e per le risposte che ci darà.

  ANTONIO DI BELLA, direttore di Rai News. Ringrazio tutti i senatori e i deputati per le buone parole, che ripeterò alla redazione. Il merito del lavoro è specie dei più giovani. Uno dei segreti delle buone qualità dell'informazione è che quella di Rai News è una delle redazioni più giovani, quindi molto non è mio merito, ma proprio dell'età e della voglia di fare dei ragazzi e delle ragazze che lavorano con me.
  Cercherò di dare risposta ai quesiti.
  Innanzitutto, mi scuso, perché effettivamente ho omesso tutta la parte Internet e Televideo. È stata un'omissione «istintiva». So, anche se un po’ come voi – non dico che leggo il piano editoriale sui giornali, ma non sono nel gruppo di lavoro che lo sta elaborando – quindi ho letto che Internet dovrebbe essere scorporato, quindi ho avuto come un'omissione istintiva, ma non ho difficoltà a dire quello che abbiamo fatto fino adesso e che stiamo facendo ancora. Allo stato, abbiamo ancora la gestione dell'informazione via web della Rai, non tutto il web ma solo la parte informativa, che tra l'altro sta avendo un buon incremento di contatti. Credo comunque che una all news sia in qualche modo collegata, o in ogni caso non potrebbe essere privata totalmente del suo sbocco sul web. Sapete che ormai sempre di meno si guarda la scatola della televisione, sempre di più si guardano anche le informazioni sul tablet, sui nuovi device, in cui si alterna tv classica in streaming e informazione on line. Sicuramente, Internet è una parte dell'offerta informativa, rimarrà molto importante. Come nel piano questo verrà declinato? Sicuramente con un'intersezione col nostro lavoro. Comunque, abbiamo già un gruppo di lavoro, tra l'altro guidato dal vicedirettore Ottolenghi, con me, che fa un buon lavoro. Tutti i flash che arrivano al volo sono fatti da questa redazione, perché ormai la gente non aspetta più la sera di vedere il TG1 o il TG2. Arriva all'informazione sul telefonino, poi magari a quel punto si accende il proprio iPad e si guarda il canale. È tutto un tipo di informazione connessa.
  Condivido tutto quello che ha detto il senatore Airola. Andando con ordine, l'integrazione col TGR per me è fondamentale. Io nasco redattore praticante alla Rai di Milano, quindi ho lavorato proprio quando c'era ancora l'assistente operatore della pellicola, per cui sono affezionato proprio al lavoro artigianale che si fa nelle periferie. Tutti dicevano che, essendo arrivato un corrispondente, si sarebbe fatta un'informazione... no, la prima cosa che abbiamo fatto è stato fare cronaca dall'Italia la mattina per vedere che cosa succede nelle periferie. Certe volte – lo dico sempre alle mie riunioni – noi facciamo tutto sulla Siria, poi magari ci sfugge quello che succede a Bitonto o a Saronno, perché è più faticoso raccontare Pag. 12quello che succede in periferia. Sono assolutamente d'accordo su quale sia la nostra forza rispetto a Sky, i cui colleghi sono bravissimi: il territorio. È un processo che sto svolgendo con l'aiuto del collega Morgante, caporedattore in Sicilia quando ero caporedattore a Milano, quindi siamo in qualche modo fratelli, cercando di passare dal meccanismo attuale, e qui ci vuole proprio che nel piano editoriale ci sia, ma quando sarò ascoltato lo dirò... Che cosa succede quando il caporedattore regionale riceve una telefonata da Roma? Si verifica un incendio, si chiama Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, le radio e Rai News. Che cosa fa il povero caporedattore? Prima serve, giustamente, il TG1, cioè si mette in grado di fare la cosa migliore per quello che avverrà alle otto di sera, perché lì c'è la vetrina più grossa. Poi c'è il TG2, poi il TG3. Poi ci sono i «rompiballe» di Rai News, e ci si dice che intanto è meglio lavorare per fare un bel pezzo per il TG1, che quella è la cosa importante. Nel frattempo, Sky va in onda. Ecco una cosa culturale più ancora che tecnologica. È un processo che abbiamo avviato, che stiamo facendo, che va fatto assolutamente, altrimenti siamo fuori mercato ed è anche inutile avere tutta questa presenza diffusa sul territorio. Ovviamente, però, è faticoso, difficile, e sta andando avanti con la volontà specie dei più giovani, con la mia conoscenza anche personale di tanti capiredattori: «Tonino, fammi un piacere», «Tieni conto che lì è difficile arrivare», ma conoscete l'Italia, è facile dire di mandare un pullman, ma molto spesso è più facile avere un service che è già sul posto. In ogni caso, il tema è quello.
  È fondamentale poi che quest'integrazione si faccia. Come si faccia non è compito mio. Io segnalo solo che è decisivo, vitale il rapporto tra regioni e all news. È, però, uno strumento potentissimo, che può veramente farci vincere come competitori, e soprattutto con l'informazione giusta al Paese.
  Sono attentissimo alla lotta contro lo sfruttamento dei precari, anche se non abbiamo precari, rigorosamente rispettiamo il contratto di lavoro. È vero, invece, il tema dello sfruttamento di certe figure professionali, qui in Italia come nel mondo. A Parigi, per il Bataclan, arrivavamo della Rai, garantiti, con il nostro operatore, e poi vedevo davanti al Bataclan una ragazzina – spesso sono donne – di 22 anni, con la camera, l'antenna, la luce e il microfono, che stava lì 24 ore al giorno. È il portato dalla globalizzazione perverso. Chiaramente, la tv locale, specie iTELE, che ha un po’ meno soldi di BFM, fa fare a una sola persona quello che una volta faceva il pullman con otto persone. Quello è un pericolo. Certe volte potremmo essere indotti ad andare in quella direzione, invece dobbiamo evitarlo. Lo evitiamo, secondo me. C'è un problema nostro, che io non gestisco, ed è un problema: quando c'è un avvenimento devo chiamare la produzione, nome magico, e loro fanno tutto, trovano gli appalti, mandano gli interni. A me piacerebbe poter metterci le mani, ma questo è un problema più grosso di me. È per capirci su come il problema sia reale e complesso al tempo stesso.
  Del Web ho detto.
  Il senatore Airola mi chiedeva due parole in più sulle rubriche. Non vorrei annoiarvi, vi faccio un elenco rapido, perché sono tutti piccoli figli cui sono affezionato.
  Che hashtag che fa è su tutto quello che succede nel mondo di Internet. Siamo connessi a Twitter e a Facebook, quindi la mattina facciamo sapere che cosa succede nel mondo. Ci sono poi Cronache italiane, Cronache dal mondo. Lo sport non aveva una rubrica, e invece abbiamo due telegiornali sportivi in sinergia con Rai Sport. Amarcord è il pezzo di repertorio: interviste di Biagi, Zavoli, inchieste di Marrazzo. Pensate alla criminalità al sud, a quanta roba c'è. I «muschilli» di Marrazzo ripropongono... Robin Hood di Santoro... non è cambiato niente in trent'anni. La memoria è importante. Il Transatlantico è stato ribattezzato Bussola.
  Onorevole Rampelli, terrò conto delle indicazioni sul riequilibrio per Fratelli d'Italia e grazie per lo spirito costruttivo con cui le ha fatte. Facciamo molto spesso Pag. 13dall'Europa la rubrica di Bendicenti. Cerchiamo di dare una dimensione non soltanto di cortile di casa, ma di problemi legati all'Europa.
  Newsroom Italia è un prodotto appena nato per cercare di vedere cosa succede soprattutto in Italia, appunto, ma c'è poi anche Mordi e Fuggi, sul cibo, lontano però dai cuochi stellati, che personalmente non sopporto, bensì sul cibo di strada. Anche qui copio gli americani. Mi ricordo che alla Cnn si faceva una cosa stupenda, si mangiava sul carrettino, Frankfurter, e poi si spiegava che cosa fosse. Si può fare cultura partendo dal cibo di strada.
  Le notizie sulla salute sono vitali. Tutti Frutti è sulle tendenze, su tutti i frutti della nostra cultura, dall'arte alla musica. Poi ci sono i TG del mondo, con tutti i titoli internazionali, in modo che si cerca di capire, nell'asfittico panorama della nostra informazione italiana quello che mettono in prima pagina i TG del mondo con la traduzione.
  Ho fatto addirittura l'esperimento Pillole di fisica, cercando di far spiegare a una brava divulgatrice le storie della fisica, uno spettacolo teatrale che funziona bene, quindi si può anche parlare di fisica. È un po’ ambizioso.
  Abbiamo poi approfondimenti fatti cercando di andare a fondo.
  Questo è a volo d'uccello. Dimentico sicuramente qualcuno, che si arrabbierà.
  Naturalmente, abbiamo la mattina Studio24 – così posso tornare incolume stasera – Vroom sulla mobilità, non sull'auto più bella, ma tutto quello che è nel campo dell'innovazione e della mobilità. Studio24 è al mattino un dibattito soprattutto politico. Avevo già citato Amarcord. Sicuramente ho dimenticato qualcos'altro, ma lo sforzo è sempre quello di fare addirittura speciali al volo sul tema.
  Sul terremoto stiamo attentissimi, perché l'importanza non è solo chi arriva prima, ma anche chi va via dopo. Personalmente, farò un programma di cui sono molto contento, che si chiama Mattina di Natale il 25 mattina, che andrà in onda anche su Rai Tre. Pur di andare in onda su Rai Tre, vado anche a Mattina di Natale... su come aprono la mattina di Natale le persone vittime del terremoto. Questo è un tipo di programma che va su Rai News, ma in simulcast, quindi senza spesa alcuna su Rai Tre. Ho parlato con Daria Bignardi, che mi ha dato lo spazio. Rispondo in qualche modo anche al senatore Margiotta – più che dirlo io, mi taccio, mi mordo la lingua – diciamo che le cose che faccio hanno in nuce degli spunti utili al piano di domani. Adesso stiamo studiando, ad esempio, per l'estate. Forse le reti generaliste non hanno i soldi per fare dei programmi: noi andiamo in onda h24. Perché non andare in onda con Rai News?
  Nel weekend, invece di mettere la replica della Nonna del Corsaro nero andiamo in onda su Rai Uno o su Rai Tre il sabato fino alle 9, e alle 9 del mattino facciamo ottimi ascolti. Adesso entro un po’ in un conflitto di interessi: conduca il programma Sembra ieri, stragi di oggi e Sarajevo ieri – anticipo i titoli della prossima puntata – Ankara oggi, Sarajevo ieri, con un commento non stop, terremoto oggi terremoto ieri, com'era Natale in Irpinia, terremoto come si vive oggi. Lo abbiamo messo in chiaro su Rai Uno per un po’ di tempo alle 6 del mattino, ma adesso siamo riusciti ad arrivare alle 8 del mattino su Rai Tre e speriamo che venga collocato...
  Questo è il percorso. Sono tanti percorsi: integrazione, collocazione in chiaro, sinergia. Dentro questo lavoro, senza che mi ascriva un piano che non mi spetta, ci sono elementi che secondo me possono parlare, loro, non io, del futuro. Aggiungo che abbiamo la collaborazione con Rai Mondo, o Rai Italia, come si chiama adesso. Abbiamo anche fatto un palinsesto pensato in modo che possa andare in tutto il mondo e nelle Americhe, e dare un'informazione utile, e ho avuto dei responsi. Io faccio Telegram, il tentativo di dare brevemente, in un quarto d'ora o venti minuti, le notizie del giorno, che va alle 6: mi hanno scritto da Las Vegas, dove sono le 7 del mattino, che si svegliano e Pag. 14possono vedere quest'offerta interessante per gli italiani nel mondo.
  Quello della politica è un problema complesso. Posso dire che la cosa più importante è riuscire ad avere strumenti che ci permettano di correggere, altrimenti diventano sterili polemiche. Quando abbiamo avuto l'indicazione, nel corso della campagna del sì e del no, che c'era uno squilibrio nel tempo non di parola ma di notizia, siamo riusciti la settimana dopo a correggere. Senza addentrarmi, credo che sia importante che qualsiasi strumento – io sono costruttivo – ci dia il tempo di correggere. Tra l'altro, su un arco di ventiquattr'ore, è ancora più difficile creare i TG, quindi è possibile che ci siano sfasature, ma questo è un esempio concreto. Siamo riusciti a correggere e tutto è andato bene nel complesso.
  Mi sembra di aver risposto a quasi tutto.

  PRESIDENTE. Ringrazio il direttore Di Bella e dichiaro conclusa l'audizione. Buon Natale a tutti.

  La seduta termina alle 15.20.

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