XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta n. 105 di Giovedì 24 novembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fico Roberto , Presidente ... 3 

Audizione del direttore della TGR, Vincenzo Morgante:
Fico Roberto , Presidente ... 3 ,
D'Ambrosio Lettieri Luigi  ... 3 ,
Fico Roberto , Presidente ... 3 ,
D'Ambrosio Lettieri Luigi  ... 3 ,
Gasparri Maurizio  ... 4 ,
Fico Roberto , Presidente ... 5 ,
Gasparri Maurizio  ... 5 ,
Fico Roberto , Presidente ... 5 ,
Verducci Francesco  ... 5 ,
Airola Alberto  ... 6 7 ,
Fico Roberto , Presidente ... 7 ,
Airola Alberto  ... 7 ,
D'Ambrosio Lettieri Luigi  ... 7 ,
Verducci Francesco  ... 7 ,
Fico Roberto , Presidente ... 8 ,
Morgante Vincenzo , direttore della TGR ... 8 ,
D'Ambrosio Lettieri Luigi  ... 8 ,
Morgante Vincenzo , direttore della TGR ... 8 ,
Margiotta Salvatore  ... 14 ,
Airola Alberto  ... 15 ,
Verducci Francesco  ... 16 ,
Lainati Giorgio (SCCI-MAIE)  ... 17 ,
Nesci Dalila (M5S)  ... 18 ,
Gasparri Maurizio  ... 18 ,
Fico Roberto , Presidente ... 19 ,
Morgante Vincenzo , direttore della TGR ... 20 ,
Ferragni Fabrizio , direttore delle relazioni istituzionali della Rai ... 23 ,
Fico Roberto , Presidente ... 24

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ROBERTO FICO

  La seduta comincia alle 14.15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'art. 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del direttore della TGR,
Vincenzo Morgante.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore della TGR, Vincenzo Morgante, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Sono inoltre presenti il direttore delle relazioni istituzionali della Rai, Fabrizio Ferragni, e il responsabile dei palinsesti della TGR, Claudio Lanza, che ringrazio per la loro presenza.
  Come convenuto dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, invito i colleghi a contenere il proprio intervento entro i cinque minuti.
  Chiede di intervenire sull'ordine dei lavori il collega D'Ambrosio Lettieri, al quale do la parola.

  LUIGI D'AMBROSIO LETTIERI. Intervengo sull'ordine dei lavori per dare conto e illustrare anche le motivazioni per le quali il 22 novembre ho rivolto una richiesta specifica a lei nella sua qualità di presidente di questa Commissione. Nella mia lettera, presidente – non so se sia stata inviata a tutti i componenti della Commissione di vigilanza...

  PRESIDENTE. È stata inviata.

  LUIGI D'AMBROSIO LETTIERI. Il giorno precedente all'invio della mia lettera, tre componenti dell'attuale consiglio di amministrazione della Rai (Diaconale, Freccero e Mazzuca) hanno espresso forti perplessità in ordine all'evidente e perdurante condizione di squilibrio nell'informazione sul referendum fatta dalla Rai. In particolare, i consiglieri di amministrazione citati hanno espresso la necessità di una seduta straordinaria del consiglio di amministrazione anche al fine di verificare quali siano i punti di criticità, per riportare la condizione dell'informazione in quel percorso di terzietà, di equilibrio informativo, che peraltro è stato più volte anche oggetto dei nostri interventi in questa sede, senza che si trovassero – devo dire la verità – elementi significativi di correzione e di inversione di rotta rispetto a un atteggiamento che, invece, abbiamo visto scivolare sempre di più rovinosamente verso un'informazione assolutamente partigiana. Naturalmente, è una mia posizione, una mia valutazione. Attese le prerogative e i compiti di questa Commissione, voglio sapere se una richiesta fatta da alcuni componenti del consiglio di amministrazione, ha trovato riscontro e con quali esiti. Ricordo a me stesso che il consiglio di amministrazione è lo specchio della rappresentanza parlamentare e la pluralità delle espressioni in seno all'organismo di controllo di amministrazione della Rai. Che cosa chiedo? Per carità, è senz'altro interessante, utile, l'audizione odierna del direttore Pag. 4 Morgante, che saluto e che ringrazio anche per la cortese attenzione e disponibilità. Tuttavia, chiedevo che ci fosse con immediatezza, prima dell'audizione del dottor Morgante, un'audizione dell'intero consiglio di amministrazione per comprendere se, come e quanto le dichiarazioni e le denunce pubbliche dei tre consiglieri trovino riscontro nell'ambito delle valutazioni più estese anche degli altri componenti del consiglio di amministrazione. Credo che perduri una situazione assolutamente di grave ambiguità. Credo, presidente, che nell'esercizio delle sue funzioni dovrebbe di più e meglio rappresentare anche il pensiero delle opposizioni in questa Commissione. Vorrei sperare che la sua sensibilità e i suoi doveri di ufficio la portino a essere conseguente rispetto alle richieste che ho avanzato e che sino a oggi non mi sembra abbiano ottenuto il necessario riscontro.

  MAURIZIO GASPARRI. Il gruppo Forza Italia aveva chiesto più volte – le mie osservazioni sono quindi dello stesso tenore di quelle del senatore D'Ambrosio Lettieri – una riunione della Commissione di vigilanza per discutere su quanto sta accadendo. Siamo la Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi radiotelevisivi, abbiamo emanato il regolamento e ora è la fase in cui bisognerebbe vigilare e non vigiliamo. È vero infatti che le sanzioni, se vi sono, possono essere irrogate dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alla quale molti di noi si rivolgono abitualmente per segnalare specifiche violazioni, ma già in epoca non sospetta sollevai in questa Commissione il tema del ruolo dell'informazione governativa in fasi di questa tipo. In base al teorema, non scritto in nessuna norma, di un terzo, un terzo e un terzo, uno al Governo, uno alla maggioranza, uno alle opposizioni, stiamo assistendo tutte le sere in tutti i telegiornali – parlo della televisione pubblica, ma quella privata, soggetta ad altri tipi di regolamentazione, mi pare che abbia analogo comportamento, per cui qui non si fanno sconti a nessuno – a una condotta per cui il tempo di parola a volte è equilibrato, cioè sul sì e sul no, nel senso dei secondi di parlato. Siccome, però, siamo tutti esperti della materia, quello che conta è il tempo di notizia. Se uno fa – potrei citare qualsiasi partito – un minuto e mezzo dicendo che a Palermo ci sono le firme imbrogliate del Movimento 5 Stelle e poi ci mette un sonoro all'inizio di Grillo sul no, il tempo di notizia viene attribuito a quell'area, ma è un tempo di notizia negativo e può accadere a tutti. Al di là del giudizio sui fatti, è un tempo di notizia. Può accadere che uno di Forza Italia abbia investito un gatto con l'automobile e se ne parli per un minuto e poi... Presidente, ho visto anche sue dichiarazioni di natura politica, che ho condiviso, su questo problema. Siamo anche membri della Commissione di vigilanza, non ci possiamo limitare a fare dichiarazioni, commenti politici, che possiamo fare in qualsiasi momento, anche se non fossimo dei parlamentari: dobbiamo esercitare il nostro ruolo. E non possiamo solo fare degli esposti. L'Agcom si sta molto dilettando sul tempo di parola, ma il tempo di antenna, che è la somma del tempo di notizia e del tempo di parola, e nel tempo di notizia va guardato dentro. Le potrei fare esempi specifici. Ieri sera, il TG1 ha aperto con la notizia delle firme di Palermo e di Bologna, che sarà grave, ma non mi sembrava la prima notizia del pianeta ieri sera. È una notizia che va data, come a tutte le parti politiche capita di dover assistere a notizie spiacevoli per la propria parte. È successo talvolta anche alla mia parte politica, ma ieri sera vedere che un telegiornale apre con la notizia delle firme di elezioni precedenti... Poi quel tempo di notizia a chi viene attribuito? Al Movimento 5 Stelle, che è per il no, e quindi... Non le sfugge che dovremmo fare un atto formale proprio su questo discorso di un terzo, un terzo e un terzo. Anche l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nel passato... La presenza del Governo ha un'influenza. Anche se il Presidente del Consiglio non parla direttamente e parla anche di quello, verrà conteggiato nel sì e no, parlando in generale di varie cose, c'è una forma subliminale di pressione, per cui lo spread esplode, il parere della società finanziaria diventa il Vangelo. Poi, casomai, alla borsa l'indice Dow Jones in America ha fatto 19.000 Pag. 5punti, record, dopo le elezioni di Trump: non so se sia merito di Trump, ma non è stata la fine del mondo in America, quindi io parlo tecnicamente, non delle firme o di Trump.
  Questo è un problema sul quale la Commissione si dovrebbe pronunciare, oltre che con le nostre dichiarazioni, facendo anche un richiamo. Mancano dieci giorni, il Senato tornerà a riunirsi il 6 dicembre – proporrò di riunirci il 6 dicembre, ma non sappiamo neanche se torneremo a riunirci – non lo so che calendario abbia la Camera, ma comunque lo farà dopo il referendum. Oggi è il 24 novembre, non avremo altre riunioni.
  Sono grato al direttore Morgante di essere giunto qui – l'abbiamo convocato noi – ma francamente oggi nella gerarchia delle competenze della Commissione di vigilanza l'audizione del qui presente direttore, che non se ne abbia a male, non mi pare una priorità drammatica. Era stata decisa dall'Ufficio di Presidenza. Io sono vicepresidente del Senato, le forme sono fondamentali, le conosco e le devo rispettare, soprattutto quando presiedo, in maniera assolutamente neutrale, ma francamente dovremmo anche discutere di quest'aspetto. Quanto ai TGR, io giro e l'Italia e sono bravi. Io vengo intervistato, quindi sicuramente sono grato. Anche sul no mi intervistano. Domani vado ad Ancona. Se vuole prendere nota, a mezzogiorno farà una conferenza stampa. L'altro giorno ero a Potenza, dove ho visitato anche la sede.

  PRESIDENTE. Abbiamo evitato il comunicato stampa del giro d'Italia.

  MAURIZIO GASPARRI. Che cosa devo dire al direttore, oggi? L'altra questione, presidente, è: che facciamo?

  PRESIDENTE. Le lettere che ho ricevuto come presidente della Commissione sono state inoltrate tempestivamente a tutti i componenti. Non solo ne prendo atto, ma personalmente condivido alcune cose importanti. La convocazione del consiglio di amministrazione, essendo la Commissione un organo collegiale, non può passare esclusivamente dalla decisione del presidente, che la convoca e ne coordina i lavori, bensì dopo una riunione dell'Ufficio di Presidenza. Potrei convocare la Commissione esclusivamente per comunicazioni del presidente o un Ufficio di Presidenza in questi termini, senza un ordine del giorno predefinito. Personalmente, lo ripeto, sono d'accordo con le convocazioni, perché non si perde mai niente a convocare il consiglio di amministrazione e chiedere chiarimenti su alcuni aspetti. Le dico però che la Commissione, quindi deputati e senatori, hanno lo strumento della sua convocazione su un punto determinato con la raccolta di un quarto delle firme dei componenti, da inviare al presidente. Essendo stato chiesto con firme certificate dei componenti della Commissione pari a un quarto, il presidente può poi convocare la Commissione. Usando gli strumenti regolamentari io non ho problemi. È chiaro che non posso superare uno strumento regolamentare. Arriva una lettera, capisco, o a volte si parla anche per agenzie, di conseguenza posso condividere o meno, ma devo rispettare le mie prerogative e le mie funzioni di presidente della Commissione, non posso scavalcare il suo regolamento. La procedura formale è quella che vi ho appena indicato. Personalmente, usando la mia funzione anche di membro della Commissione, sono d'accordo a fare tutto ciò che è possibile per il rispetto assoluto del pluralismo dell'informazione politica sul referendum. Noto che però sempre di più il punto fondamentale non è esclusivamente il tempo, ma anche la modalità con cui vengono date le notizie. Questo è il grande problema, perché non abbiamo strumenti per valutare la qualità.

  FRANCESCO VERDUCCI. Anch'io intervengo sull'ordine dei lavori in merito al punto introdotto dai colleghi Gasparri e D'Ambrosio Lettieri e che lei adesso ha puntualizzato, intanto richiamando le norme che regolano la vita della nostra Commissione e che valgono per tutti.
  Trovo la lettera arrivata e le richieste avanzate dai colleghi assolutamente pretestuose e infondate e che cozzano con la realtà verificata dai fatti. Abbiamo a disposizione Pag. 6 i dati dell'Agcom e dell'Osservatorio di Pavia, che sono molto chiari e dicono che la consultazione referendaria viene seguita con assoluto equilibrio. Questo è stato rimarcato ieri anche nella risposta che la presidente del consiglio di amministrazione Maggioni ha dato alla lettera dei tre membri del consiglio di amministrazione.
  Per quello che ci riguarda, ho ascoltato il collega D'Ambrosio Lettieri parlare di evidente, perdurante e rovinoso atteggiamento di parzialità da parte della Rai. Questo non è assolutamente vero, in base non all'opinione del senatore Verducci o del senatore Gasparri, ma dei dati che ci vengono forniti, che dicono invece di un atteggiamento da parte dell'azienda assolutamente rispondente al dettato del regolamento approvato in maniera unitaria, senza il solo voto del collega D'Ambrosio Lettieri, ma da tutti i gruppi parlamentari, da questa Commissione di vigilanza. Il nostro compito è fare in modo che il dettato di quel regolamento venga rispettato. Quel regolamento – lo ricordo a me stesso, innanzitutto, e a tutti i membri della Commissione – dice che ci sono delle sanzioni che riguardano non l'insieme complessivo degli argomenti, perché non siamo in campagna elettorale per le elezioni politiche, ma in una campagna referendaria, e quindi anche il regime delle sanzioni che porta a eventuali riequilibri si applica sull'argomento del sì, i tempi del sì, gli argomenti del no, i tempi del no. Mi pare che queste richieste siano assolutamente un modo per politicizzare la questione e darle eco e clamore, ma siano infondate.
  Voglio dire anche al collega Gasparri che non è compito né della Commissione di vigilanza né dei suoi membri decidere quali sono le notizie di apertura dei telegiornali italiani. Qui dobbiamo presidiare l'autonomia dell'azienda, delle testate, e non stare a questionare su quale debba essere la scaletta dei telegiornali italiani. Certamente non lo deve fare nessuno, e quindi neanche lei. Capisco l'ironia, ma non siamo qui neanche per chiedere al direttore, che ringrazio per la sua presenza, che tra poco ascolteremo, di seguirci in giro per l'Italia quando andiamo a fare iniziative.

  ALBERTO AIROLA. Pensavo di intervenire dopo, essendoci anche il direttore delle relazioni esterne istituzionali, dottor Ferragni, e avrebbe probabilmente anche ricevuto alcune raccomandazioni che facemmo noi e che abbiamo già sentito in parte dai colleghi. I dati quantitativi vengono secondo noi contabilizzati e conteggiati in maniera sbagliata. Spesso ci troviamo, soprattutto nel caso della forza politica che rappresenta il Movimento 5 Stelle, una brevissima espressione al TG1, TG2, TG3, TGR, Rai News sul no relativamente alle nostre posizioni sul referendum, a cui viene agganciato in automatico un servizio di cronaca giudiziaria sui casi che riguardano il Movimento 5 Stelle. Non chiediamo assolutamente che non venga trattato l'argomento. Chiediamo però che si entri nel merito della notizia. Le violazioni non avvengono solo sui conteggi, sebbene qui abbia tutti i nostri parzialmente accolti esposti all'Agcom, in termini non solo qualitativi ma quantitativi. Dobbiamo entrare nel merito, perché probabilmente i secondi vengono contabilizzati sul fronte del no, mentre riguardano invece la cronaca giudiziaria. Chiediamo equità. Si parli del premier quando va da qualche parte come Governo, ma appena comincia a parlare di referendum si conteggino... teniamo presente che ci sono altri elementi che influenzano. Se dico che l'Italia va bene – questo è un fatto, non un'interpretazione – che andrà meglio e poi parlo del sì, quella parte in cui ho detto che l'Italia va bene e andrà meglio è collegata nel conteggio al mio invito a votare sì, perché è un'argomentazione, diventa o può diventare nel contesto un'argomentazione per il sì: noi chiediamo questo. Oppure agganciate il caso De Luca subito dopo Renzi, così parliamo di eventuale voto di scambio, di indagini, di censura su un audio riportato da Il Fatto e che non abbiamo sentito da nessuna parte. Cominciamo a riequilibrare dal nostro punto di vista le questioni.
  A parte questa premessa, colpiscono anche me le esternazioni dei consiglieri di opposizione del consiglio di amministrazione. Ricordo che quando Renzi si è preso la Rai con la legge sulla governance... non Pag. 7c'è bisogno, per i colleghi del PD, di controllare, giustamente e legittimamente, attraverso questa Commissione i contenuti: lo fa direttamente alzando il telefono. Adesso potete negarlo, ma a me risulta che sia così. Poi basta accendere la televisione e me ne accorgo.

  ALBERTO AIROLA. Non ti ho interrotto, quindi ti prego, Verducci, di non interrompere me. Presidente, per favore, faccia tacere il collega.

  PRESIDENTE. Se ne assume le responsabilità.

  ALBERTO AIROLA. Mi assumo le mie responsabilità. Rappresento gli italiani, sono qua a parlare liberamente, non sarai certo tu a decidere anche che cosa devo dire o non dire. Magari, cogli la palla al balzo, perché ci sono i direttori, così prendono nota anche loro... Voglio finire, presidente.
  Trovo scandalosa questa cosa. Ricordo il Sottosegretario Giacomelli che rassicurava in Commissione, quando si votava quella legge, che trovo vergognosa, che il consiglio di amministrazione avrebbe avuto invece voce in capitolo, perché i direttori non potevano essere lasciati soli a fare quello che vogliono. Ci deve essere comunque una compartecipazione, tanto che il consiglio di amministrazione mette bocca poi sulle nomine dei direttori dei TG, quindi avranno un peso.
  Se tutti quelli di opposizione fanno una richiesta, penso che la Maggioni non debba rispondere «No, qua va tutto bene, grazie», perché non è così evidentemente. Ascoltiamo che cosa hanno da dire i consiglieri di opposizione. Mi sembra il minimo in una democrazia, per quanto possa restare tale, almeno fino al 4.

  LUIGI D'AMBROSIO LETTIERI. Intervengo molto velocemente.
  Presidente, mi consenta di dire, siccome è stato anche fatto riferimento a quel regolamento per il quale mi sono astenuto, che se tornassi nuovamente a esprimere il mio voto, voterei in modo contrario. Evidentemente, l'apertura di credito con il voto dell'astensione, che è un giudizio sospeso, non ha avuto la ricaduta che auspicavo. D'altra parte, non hanno avuto riscontro quegli emendamenti che, se fossero stati accolti con maggiore disponibilità e attenzione, avrebbero fatto bene a tutti, non a D'Ambrosio Lettieri. Avrebbero fatto bene al conseguimento di quei princìpi di equilibrio che oggi rappresentano il motivo di un rammarico, di una doglianza, di una contestazione.
  Presidente, le norme che disciplinano l'attività di questa Commissione le abbiamo studiate. Lei ha fatto bene a ricordarle a sé stesso e a tutti noi. Tuttavia, la richiesta che le è stata avanzata, pur nella consapevolezza che è sufficiente raccogliere un quarto delle firme per ottenere di diritto l'ordine del giorno la cui richiesta io reitero, poteva benissimo essere raccolta da lei attraverso l'odierna riunione, nella quale convocava l'Ufficio di presidenza e poneva il problema. Non lo ha fatto. Mi consenta di dirle che non apprezzo questo comportamento. Non ho fatto ricorso alla raccolta del quarto delle firme volutamente. Evidentemente, mi impegnerò a raccogliere un quarto di firme se lei viene meno al suo dovere, perché il regolamento prevede che lei possa, e a mio avviso avrebbe dovuto, convocare l'Ufficio di presidenza per porre all'attenzione la richiesta che le è stata fatta, soprattutto da forze politiche di opposizione che hanno un atteggiamento assolutamente collaborativo e non ostruzionistico nell'attività di questa Commissione e che oggi sono assolutamente emarginate. Non è una sola forza politica. Alla mia richiesta si è unita anche quella del presidente Gasparri.

  FRANCESCO VERDUCCI. Presidente, intervengo in maniera brevissima solamente per dire che la riforma della governance che abbiamo approvato recentemente rafforza l'autonomia dell'azienda e per rimarcare che il compito di questa Commissione è quello di mettere l'azienda al riparo da continue invasione di campo da parte dei singoli partiti e di lavorare in autonomia. Il nostro compito non è interloquire con l'azienda sui nostri desiderata, Pag. 8ma fare in modo che l'azienda lavori in autonomia.

  PRESIDENTE. Intervengo anch'io velocemente. D'Ambrosio Lettieri, più volte è capitato di aver convocato su alcune questioni l'Ufficio di presidenza, che deve poi decidere in modo collegiale. Siccome le votazioni anche nell'Ufficio di presidenza, come lei ben sa, vanno secondo i pesi politici e gli equilibri in Commissione, quando si pone una questione anche da parte dell'opposizione, se non c'è un primo incontro tra i rappresentanti dei gruppi, finisce che la maggioranza della Commissione probabilmente boccia la richiesta dell'opposizione. È andata così. Siccome non c'è stato un previo incontro tra i rappresentanti dei gruppi in Commissione, per arrivare a un punto di caduta in Ufficio di presidenza e così convocare, era inutile secondo me arrivare a quel punto. Siccome vedo che non c'è questa collaborazione, e lo dico da presidente, su alcune tematiche, su alcune richieste di emergenza, di urgenza, allora le indico lo strumento del regolamento, che lei conosceva benissimo, ma le posso indicare solo quello. Poi possiamo anche decidere di convocare un Ufficio di presidenza, non c'è alcun problema. Stavamo cercando, come abbiamo sempre fatto in questi anni, le date giuste per tutti: visto che la Camera non si riunisce, il Senato non si riunisce, siamo nella campagna referendaria, se si deve usare a pieno titolo il regolamento, possiamo e potete usare lo strumento di un quarto delle firme, tutto qua. Sto parlando in termini politici: Gasparri purtroppo l'ultima volta ho dovuto parlare in riferimento alle sue affermazioni: certo, potevo parlare di altro.
  Do la parola al dottor Morgante, che riferirà sul piano editoriale della testata giornalistica «TGR», con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimento.

  VINCENZO MORGANTE, direttore della TGR. Presidente, onorevoli commissari, sono io che vi ringrazio per l'occasione di confronto che oggi mi offrite.
  Dalla mia prima nomina – ho avuto una riconferma nello scorso mese di ottobre – è il secondo incontro che ho con la Commissione e, come ho avuto modo di esprimere nell'ottobre del 2014, considero fondamentale che il Parlamento, massimo organo di rappresentanza democratica e popolare, si faccia carico di contribuire a una riflessione per assicurare al nostro Paese un'informazione libera, imparziale e pluralista. Mi auguro che da questo mio intervento possano venire spunti che rendano non del tutto irrilevante anche al senatore Gasparri la mia presenza oggi in quest'aula.
  Le origini e le evoluzioni della TGR sono state oggetto della mia relazione illustrata la volta scorsa, pertanto, se il presidente e tutti voi siete d'accordo, potrei procedere con un resoconto delle attività e delle iniziative messe in campo in questi ultimi anni, per poi eventualmente sottopormi alle vostre richieste, alle integrazioni e a quanto riterrete opportuno.

  LUIGI D'AMBROSIO LETTIERI. Il mio non voglia sembrare un atto di scortesia, ma vorrei chiedere scusa al direttore Morgante perché sto andando via. Mi faccio carico, direttore, di leggere il resoconto e le rinnovo il mio pensiero di augurio e di buon lavoro. Chiedo scusa, era un atto di cortesia. Purtroppo, per motivi altri ho necessità di fare un po’ di campagna elettorale per il no.

  VINCENZO MORGANTE, direttore della TGR. La testata giornalistica regionale, in quest'ultimo periodo, si è sforzata per cambiare linguaggi, introdurre nuovi appuntamenti, ha cercato di innovare il suo prodotto senza stravolgere la propria identità. È noto che l'interesse, l'identificazione, oltre che il senso di utilità, si attivano nei confronti delle notizie che riguardano le realtà a noi più prossime. Nasce in questo modo un forte coinvolgimento emotivo. Questo è quello che riteniamo il punto di forza della TGR, che la rende unica nel panorama radiotelevisivo e più in generale nel mondo delle news. L'offerta editoriale della testata giornalistica regionale caratterizza Pag. 9 la sua missione storica, che da 37 anni – il prossimo 15 dicembre festeggerà il 37° anniversario – è quella di raccontare l'intero territorio del Paese, con le sue caratteristiche specifiche, le sue diversità, con le sue luci e con le sue ombre. Nel complesso, l'attività della TGR richiede un'organizzazione del lavoro secondo un modello omogeneo, che deve però tenere conto delle peculiarità e della vastità territoriale di ogni singola regione presente. Si tratta di una testata multipiattaforma (televisione, radio e Web), con circa 750 giornalisti, compresi i cineoperatori, 180 impiegati, una direzione centrale dotata di uno staff piuttosto leggero. Questa, in sintesi, è la TGR, un'organizzazione articolata su tutto il territorio nazionale, che la rende una delle strutture aziendali più complesse, con 24 redazioni regionali, di cui una redazione bilingue italo-francese, tre redazioni di lingua minoritaria (tedesca, ladina e slovena) e, ancora, tre redazioni distaccate (Udine, Catania e Sassari) e la redazione centrale, Roma direzione.
  Gli appuntamenti principali su RadioUno sono i giornali radio, come quello delle 7.18, una volta chiamato «il Gazzettino» (campano, siciliano e così via), che dura dal lunedì al sabato 12 minuti, e quello delle 12.10, di 15 minuti da lunedì a sabato; ancora, alle 18.30 abbiamo 5 minuti dal lunedì al venerdì; il giornale radio delle 12.15 della domenica dura 10 minuti. I notiziari televisivi regionali vanno in onda su RaiTre, com'è noto, alle 7.30, con Buongiorno Regione dal lunedì al venerdì, alle 14.00, con 20 minuti, dal lunedì al sabato; 10 minuti la domenica; alle 19.30 circa ci sono 22 minuti dal lunedì alla domenica. Alle 00.10, ci sono 4 minuti dal lunedì al venerdì all'interno del TG3 Linea notte; il sabato e la domenica alle 23.30 circa. Insieme ai consueti e storici appuntamenti quotidiani con i TG e con i GR, dal 2009 la nostra testata ha ampliato la propria offerta con l'avvio di Buongiorno Regione e dal 2010 di Buongiorno Italia, produzione seguita costantemente nei dettagli dal vicedirettore Federico Zurzolo. Anche l'offerta radiofonica si è ampliata da due anni a questa parte, con un terzo appuntamento alle ore 18.30 su RadioUno, col racconto del territorio, i piccoli e grandi fatti di cronaca, le aree metropolitane, gli aggiornamenti di servizio su traffico e meteo.
  Complessivamente, nel 2015 la testata giornalistica regionale ha realizzato 8.500 ore di informazione televisiva, delle quali 500 dedicate alle minoranze linguistiche e circa 300 ore di rubrica a diffusione nazionale, con 6.200 ore di informazione radiofonica regionale, di cui ben 2.000 dedicate alle minoranze linguistiche. La testata giornalistica regionale dedica, torno a sottolinearlo, importanti risorse alla realizzazione di trasmissioni in lingua francese, tedesca, ladina e slovena, in alcune delle regioni a statuto speciale, attività questa coordinata dal vicedirettore Enrico Castelli. Inoltre, produce una serie di programmi straordinari, quelli che denominiamo i «fuori spazio», rivolti a eventi di rilevanza regionale o nazionale e che meritano in ambito locale, appunto, momenti di approfondimento. Proprio oggi, in occasione dei fatti legati al maltempo in Piemonte e in Liguria, alle 13.15 è andato in onda un fuori spazio, che replicheremo nel corso della giornata e dei prossimi giorni ove ciò sia necessario.
  A tutto ciò si affianca un'offerta a diffusione nazionale. Si tratta di rubriche di approfondimento con un'articolazione quotidiana, dal lunedì al venerdì, e settimanale, sabato e domenica, la cui programmazione ha subìto recentemente una rimodulazione anche attraverso un aggiornamento e l'introduzione di alcune novità. Ci tengo a iniziare da Leonardo, ormai storico appuntamento con la scienza, in onda da 24 anni su RaiTre alle ore 14.50. Da quest'anno, la rubrica è passata da 10 a 15 minuti grazie a uno spazio che è stato concesso dalla direttrice della terza rete, ampliando il raggio d'azione ai temi di natura ambientale, assorbendo così le tematiche affrontate fino alla stagione passata da Ambiente Italia. Peraltro, si tratta di una rubrica affrontata con un costo per puntata irrisorio, circa 700 euro, e con risultati di un certo rilievo. Pensate che ha uno share intorno all'8 per cento e telespettatori medi sopra il milione. La società Pag. 10mediatica ha realizzato per conto di Rai la misurazione della qualità dei programmi, come prescritto all'articolo 3 del contratto di servizio 2010-2012. Obiettivo della ricerca è misurare la qualità percepita dei programmi Rai sia dell'offerta generalista sia dell'offerta specializzata, e costruire gli indici di qualità percepita a livello di singolo programma di genere, di rete televisiva, di tipologia di offerta e a livello complessivo. L'indagine è stata condotta nel mese di luglio 2015 sulla programmazione del periodo febbraio-giugno. Alla voce «rubrica» il TGR Leonardo ottiene il primo posto. Di questi risultati vorrei rendere merito, oltre che alla redazione, al caporedattore centrale della TGR Piemonte e alla vicedirettrice responsabile per l'area del nord-ovest, Ines Maggiolini.
  Abbiamo poi un altro appuntamento quotidiano con l'economia, Piazza affari, rubrica curata dalla redazione della TGR Lombardia. Il sabato c'è Bell'Italia, prodotto a Firenze, un viaggio tra le ricchezze artistiche e paesaggistiche meno note del nostro territorio. Si prosegue con Officina Italia, l'approfondimento sull'economia e la realtà produttiva e agricola del nostro Paese. Ancora, c'è Il Settimanale, storie, focus, interviste speciali realizzate da tutte le redazioni regionali in emissione nazionale. Petrarca è un nuovo appuntamento curato da Torino sul mondo della cultura, della letteratura, della poesia. Infine, avremo fino al prossimo sabato l'approfondimento sul Giubileo, giunto al termine, curato dalla TGR Lazio.
  Il prossimo anno prenderà il via una nuova rubrica nazionale curata dalla redazione TGR Campania. Sarà un modo, speriamo innovativo, e in questo metteremo tutto l'impegno necessario, di raccontare il Mezzogiorno confrontato con il nord, fuori dagli schemi, fuori dai luoghi comuni.
  La domenica, la testata giornalistica regionale si affaccia sui Paesi confinanti e sulle istituzioni europee con tre appuntamenti: Estovest è frutto di una collaborazione delle redazioni della TGR Puglia, del Friuli-Venezia Giulia; Regione Europa è centrato prevalentemente sul rapporto tra regioni e istituzioni europee; Mediterraneo è la rubrica storica prodotta dalla TGR Sicilia. La fascia quotidiana mattutina è stata fin qui un vero successo. Buongiorno Regione, partito il 19 gennaio 2009, e Buongiorno Italia, come ho già detto il 2 maggio 2010, hanno rappresentato una piccola rivoluzione in termini sia qualitativi sia quantitativi. Una ricerca di mercato li ha definiti prodotti originali, vivaci, dinamici e moderni nel linguaggio. Dalle 7 alle 8 la TGR ha portato gli ascolti della terza rete al 14 per cento di media. Registrava prima circa il 6 per cento. Grazie a questi nuovi appuntamenti è stato peraltro introdotto un nuovo blocco pubblicitario. È stato compiuto un rinnovamento dell'immagine della TGR, arricchito dal restyling, con nuovi studi e nuove tecnologie, cercando di integrare il tutto in un'offerta multimediale che sta riscuotendo apprezzamento e che ci consente di sperimentare anche nuovi linguaggi.
  Quello dell'essere agenzia sul territorio resta il compito fondamentale della nostra testata, naturalmente insieme a quello della cura dei notiziari regionali, cioè dell'offerta che noi direttamente proponiamo. Questo duplice compito insito nella missione stessa della TGR è importante e delicato al tempo stesso anche sotto il profilo di una sana gestione economica. Si tratta infatti di organizzare le risorse professionali e tecniche per fornire un prodotto di qualità ai TG e ai giornali radio che ne fanno richiesta senza penalizzare le varie edizioni locali di tv e radio. La testata giornalistica regionale è impegnata per assicurare, anche in una nuova organizzazione dei redattori territoriali, una maggiore capillarità dell'offerta a livello territoriale e a introdurre un consapevole e deliberato flusso di comunicazione in grado sia di interagire con le altre testate sia di rispondere alle esigenze puntuali segmentate e orientate a obiettivi di pubblico specifici fortemente coerenti con una rinnovata missione di servizio pubblico. Per far fronte a questo, negli ultimi anni le competenze del capo redattore regionale sono diventate certamente più complesse: controllo del budget, individuazione dei service, sicurezza sul lavoro e altro. Pag. 11
  Dal punto di vista organizzativo, la TGR può essere considerata un punto di forza per l'azienda. La nostra testata, grazie alla sua capillarità, garantisce una presenza sul territorio utile non soltanto per i TG regionali. Il grande supporto che consente anche alle altre testate del servizio pubblico di ricevere circa 30.000 contributi l'anno tra servizi, immagini e approfondimenti, consente alla Rai di essere nei luoghi dove avvengono i fatti più importanti per il Paese, dai terremoti che hanno sconvolto recentemente il centro Italia a quelli dell'Aquila, dell'Emilia, alla strage di Nizza, dove è intervenuto un redattore della TGR Liguria in prima battuta, anche se poi ci è stato richiesto di farlo rimanere per qualche settimana, all'incidente della Concordia, alle tragedie di Lampedusa, fino all'alluvione di Genova. La RAI ha svolto la sua mission di servizio pubblico proprio grazie alla TGR.
  La testata è il vero braccio operativo dell'azienda sul territorio e dovrà continuare a esserlo in un rapporto sempre più proficuo con i TG nazionali, e Rai News in particolare, oltre che con tutte le reti del servizio pubblico. Peraltro, mi preme qui sottolineare la positività di un esperimento realizzato a un mese dal terremoto di Amatrice con uno speciale realizzato in sinergia, ed era la prima volta, tra il TG3, la testata giornalistica regionale, e Rai News.
  Una recente analisi aziendale ha messo a confronto l'organizzazione territoriale della Rai con le principali emittenti pubbliche europee, ha mostrato un buono stato di salute della TGR, evidenziando una buona gestione, con riduzione del fabbisogno economico di circa il 30 per cento, ma ha fatto luce su numeri decisamente più importanti che caratterizzano gli altri operatori pubblici. Dal giugno 2014, abbiamo avviato campagne di sensibilizzazione e informazione su temi di rilevante interesse sociale, temi di caratura nazionale declinati al regionale. Questa nuova offerta editoriale fa parte di un ampio progetto di rilancio e consolidamento dell'informazione regionale, con nuovi prodotti e nuovi linguaggi più aderenti alle trasformazioni in atto nel sistema della comunicazione, un sistema globale nel quale l'informazione dal territorio e per il territorio è destinata ad avere sempre maggiore rilevanza, quella che chiamiamo l'informazione di prossimità.
  Periodicamente, viene scelto un grande tema di forte rilevanza sociale e per un'intera settimana le 24 redazioni della TGR dedicano una particolare attenzione a quel tema con servizi, inchieste, collegamenti, approfondimenti, rubriche di servizio, e questo in tutta la programmazione della testata, da Buongiorno Italia e Buongiorno Regione alle diverse edizioni dei TG e dei GR, alle rubriche, al sito Web, ai profili social delle redazioni regionali. Vi cito soltanto – non entro nel dettaglio; se sarà necessario, ci potremo tornare – delle campagne realizzate anche con uno straordinario contributo ricevuto dal vicedirettore Renato Cantore. Abbiamo cominciato con la campagna dedicata alla sicurezza sul lavoro, La sicurezza è un diritto, l'informazione è un dovere; abbiamo proseguito con le scuole sicure, con l'integrazione possibile, storie di integrazione nel nostro Paese, quindi con L'Italia delle meraviglie sconosciute, una campagna di informazione dedicata alle bellezze artistiche, architettoniche, paesaggistiche, alle opere d'arte, alle emergenze monumentali e urbanistiche di cui il Paese è ricco e che subiscono anche le ricadute delle emergenze. Del marzo 2015 è L'Italia della legalità, affermata come scelta, stile di vita, valore condiviso, bene comune. Ancora, c'è L'Italia 2.0. Abbiamo cercato di raccontare l'Italia dell'innovazione, dell'eccellenza, dell'intelligenza, della modernizzazione. Siamo tornati l'anno successivo con una nuova campagna sulla legalità, tenendo conto innanzitutto dei progetti di educazione alla legalità in giro sul territorio, realizzati dentro le scuole, ma anche di gruppi, movimenti, associazioni, dalla società civile soprattutto. Sull'emergenza casa ci sono state indicazioni su come orientarsi tra fisco, banche, procedure, il patrimonio utilizzato dei piccoli centri, i costi per le locazioni e per l'acquisto. C'è, ancora, L'Italia al femminile nella giornata della donna attraverso storie comuni e storie di eccellenza, Pag. 12con donne protagoniste in tutti i settori della società, dalla famiglia alle istituzioni, dal mondo dell'associazionismo a quello delle imprese, della scuola, dell'accademia, dal mondo dello spettacolo a quello della ricerca scientifica. Abbiamo proseguito con un'attenzione alla scuola, La scuola, il futuro, con storia di innovazioni, progetti di modernizzazione, progetti che puntano alla partecipazione nei riguardi del mondo della scuola anche dall'esterno. Ci sono poi la cittadinanza digitale, le start up innovative, i nuovi protagonisti. Italia in campo è dedicato al mondo dell'agricoltura attraverso storie di innovazione e protagonisti del cambiamento. Dal 3 ottobre scorso, a poco più di un mese dal terremoto nell'Italia centrale, c'è stata una campagna in collaborazione con la Protezione civile, con tutte le sue articolazioni regionali e locali di informazione e di sensibilizzazione. L'ultima, che si è conclusa la scorsa settimana e abbiamo chiamato Generazione Argento, è dedicata al mondo degli anziani, previdenza, sanità servizi sociali, assistenza, tempo libero, qualità della vita. In un Paese che invecchia ci sembrava opportuno dare attenzione al mondo della terza età, non sempre al centro dell'attenzione e comunque non sempre così come meriterebbe.
  Oltre alle campagne sociali settimanali, abbiamo realizzato anche alcune speciali giornate di informazione su temi di largo impatto sociale. Tra queste, mi preme segnalare in particolare, nel febbraio 2015, I luoghi del dialogo. Era il 7 febbraio, proprio a un mese di distanza dai fatti di Parigi. Abbiamo dedicato l'intera giornata a un racconto dal territorio dei luoghi del dialogo, sedi di associazioni e fondazioni, scuole, università, centri di ricerca, chiese, luoghi di culto, strutture pubbliche, istituzioni culturali. Ciascuna delle 24 redazioni della testata ha scelto sul proprio territorio un luogo simbolo. Ne è venuta fuori un'interessante mappa di luoghi molto diversi tra loro, nei quali il dialogo, la convivenza, il confronto tra culture e fedi diverse è pratica quotidiana e certamente rappresenta un arricchimento del tessuto sociale e culturale dell'intera comunità nazionale. Il 25 novembre, domani, con Dalla parte delle donne, in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, realizzeremo in tutte le nostre trasmissioni dall'alba fino a notte una sorta di staffetta informativa sull'argomento, segnalando storie, problemi, criticità e buone pratiche regione per regione. Infine, ogni anno i giornalisti della testata tornano nelle scuole adottate, una per ogni regione. Le avevamo adottate in occasione della campagna dedicata alla scuola, adottate perché ritenute particolarmente indicative di una situazione di degrado o, al contrario, di condizioni di eccellenza. L'obiettivo è quello di verificare l'attuazione dei progetti di ristrutturazione degli edifici, l'introduzione di nuove metodologie didattiche, l'attuazione di progetti di integrazione tra scuola, comunità e mondo del lavoro.
  Molto velocemente vorrei fare un cenno ai contenuti dei notiziari della TGR. L'informazione regionale dedica alla politica un'attenzione, che cerchiamo di concentrare su fatti, e quindi un'attenzione intelligente. Un'analisi dell'Osservatorio di Pavia ha evidenziato che circa il 20 per cento del nostro tempo è occupato da notizie riguardanti il mondo dell'economia e del lavoro, seguiti dalla cronaca, dalla cultura, dallo sport e dalla politica, ciò a testimonianza del ruolo svolto dalla TGR, che non trascura le attività di governo degli enti locali e il conseguente dibattito politico, ma mantiene fortemente viva l'attenzione su tematiche di più alto interesse sociale e territoriale. La TGR in questi due anni ha intensificato la sua presenza sul territorio anche grazie alla sua adesione a numerose iniziative svolte in partnership con istituzioni, enti, associazioni e fondazioni, ottenendo anche l'incarico di media partner. A oggi, contiamo 26 iniziative, che vanno dall’Illuminiamo il futuro di Save the Children a Puliamo il mondo di Legambiente, alla maratona del FAI per la tutela del patrimonio artistico. Voglio citare qui, per l'interesse e la curiosità particolare che ha suscitato, l'iniziativa svolta in collaborazione con lo Stato maggiore della Marina militare, la pre-campagna estiva della nave scuola Amerigo Vespucci, ambasciatore del Pag. 13brand Italia nel mondo, che ha toccato i principali porti d'Italia.
  È in corso di definizione una partnership con l'Istituto superiore di sanità per campagne di informazione mensile su temi di grande interesse sociale sul versante della sanità pubblica, vaccini, obesità, malattie croniche, dipendenze e così via.
  A testimonianza del forte impegno della TGR sul territorio nella società, si è aggiunta recentemente una nuova iniziativa, che annuncio qui con un certo orgoglio e anche con entusiasmo, ringraziando la vicedirettrice Anna Donato, che l'ha seguita. Partendo dalla redazione di Napoli, della TGR Campania, abbiamo avviato un progetto con la scuola che ha la finalità di avvicinare i giovani al mondo della comunicazione, in particolar modo quelli che vivono in aree disagiate. Stiamo sperimentando con loro un percorso formativo multipiattaforma che consentirà loro esperienze dirette nella costruzione di servizi giornalistici per la TV e la radio, blogger veri e propri, confronti con le istituzioni. Le prime reazioni sia dei colleghi che stanno curando il progetto sia dei giovani sia del personale docente nonché delle rappresentanze locali del MIUR sono davvero positive. È una sperimentazione, faremo il bilancio al termine e vedremo se ci saranno le condizioni per estenderla alle altre scuole nello stesso territorio campano, ma anche ad altre regioni.
  Impegno particolare è stato dedicato in questi anni alla digitalizzazione della testata, un progetto ambizioso, complesso, certamente strategico per il futuro della TGR e dell'azienda. Circa 1.600 sono i colleghi appartenenti alle diverse figure professionali coinvolti nella trasformazione. Parlo di giornalisti, di impiegati, di tecnici, di montatori. Il cronoprogramma è stato sostanzialmente rispettato. A oggi, manca la digitalizzazione di tre redazioni: Bologna nel mese di dicembre, all'inizio del prossimo Pescara e chiuderemo con la TGR Campania. In questo caso, si è realizzata un'attività impegnativa, che ha messo in campo professionalità di grandissimo livello e – lo dico con orgoglio – anche il più genuino spirito di collaborazione tra le diverse strutture aziendali. C'è stata veramente una messa in campo di professionalità, di passione e di entusiasmo: pensate che la digitalizzazione del TG1 significa digitalizzare uno studio, 24 redazioni; con la formazione di tutta questa gente, è un'opera piuttosto impegnativa.
  Per il restyling, al quale accennavo, abbiamo optato per una scena finalmente ricca di stimoli, che ci appare accattivante, moderna, una linea grafica con una sigla che crediamo non abbia nulla da invidiare alla creatività più qualificata, un logo chiaro, sobrio, di facile identificazione, una titolazione reputata elegante. Tutti i progetti peraltro sono frutto del lavoro di professionalità interne della straordinaria direzione e produzione TV della Rai. Vogliamo ora lavorare su un'idea forte, comune e condivisa di regia.
  Passo a TGR Web. Nell'ambito del complessivo progetto news, una menzione merita il progetto TGR Web, che riguarda le modalità di produzione, pubblicazione e presentazione disponibili alla testata TGR relativamente alla piattaforma Web mobile. Sino a oggi, la presenza Web dell'informazione locale Rai è stata costituita da una componente nazionale, curata da una redazione centrale, singole componenti regionali, frutto della mera trasposizione su Web del prodotto televisivo in termini di edizioni TG e rubriche regionali. Con il progetto TGR Web, curato dalla vicedirettrice Giuseppina Paterniti e che proprio a breve dovrebbe avere il disco verde a seguito di una fase di sperimentazione, le singole redazioni regionali saranno coinvolte nella produzione di pagine news ai fini di un prodotto specificatamente Web, che integra e accompagna quello televisivo. Il progetto tecnico ha previsto nello specifico la disponibilità di strumenti che supportino i redattori nella produzione news in mobilità. A tale scopo è stata realizzata un’App per smartphone a uso redazionale che consentirà l'acquisizione di contenuti multimediali e la loro immediata disponibilità per la pubblicazione Web. Al fine di consentire al personale di redazione l'accesso ai contenuti di produzione e, contemporaneamente, all'ambiente di lavoro e al mondo Pag. 14Internet, sono state realizzate nuove infrastrutture di reti e sistemi, adeguate alcune infrastrutture già esistenti ed è stato fornito a tutte le redazioni locali – al momento, restano da digitalizzare due sedi regionali e un centro di produzione, come dicevo – delle nuove postazioni di lavoro, configurate in modo da permettere ai redattori l'accesso contemporaneo e sicuro ai sistemi digitali di produzione e a tutti gli ambienti di lavoro informatici necessari per la ricerca, l'approfondimento e la preparazione delle notizie da inserire nelle varie edizioni dei notiziari radiotelevisivi locali. Nel triennio 2014-2016, è stato installato presso le redazioni regionali già digitalizzate un totale di 750 nuove postazioni di lavoro. In questo contesto, sono state costantemente aggiornati e adeguati ai nuovi modelli produttivi della testata i sistemi news necessari alle redazioni locali per l'accesso immediato alle fonti di agenzia di stampa, ai moduli di struttura, approvazione e impaginazione delle notizie inserite nei vari contenitori informativi della testata. È in corso il progetto in sinergia con varie direzioni aziendali per consentire l'integrazione tra i sistemi editoriali news e i sistemi di produzione digitali. Questa integrazione, che sarà rilasciata nei primi mesi del nuovo anno, consentirà al personale di redazione di gestire con semplici operazioni l'associazione di elementi testuali, notizie o lanci, elementi multimediali, servizi chiusi o coperture, presenti in scaletta, e governare quindi in modo più semplice e puntuale le operazioni di messa in onda. La TGR è dunque una testata media company a tutto tondo, in grado di creare – questo è il nostro obiettivo – prodotti editoriali integrati e sviluppati in un'ottica multicanale, di divenire il primo fornitore di notizie locali anche sul Web e sui social, dal territorio al Web, dal Web alla tv, il flusso di notizie che la TGR offre. Ai canali tradizionali tv e radio si affianca il Web come fabbrica delle informazioni di flusso, luogo che interagisce con gli strumenti tradizionali e social. L'intera redazione regionale – nessuno dovrà essere escluso – lavorerà perciò all'offerta informativa su piattaforma multimediale. Rapidità, accuratezza nella verifica delle news, presenza e interazione con i social saranno le caratteristiche che ci porranno visibilmente come avamposto dell'informazione Rai sul territorio, rafforzando il profilo di servizio pubblico dell'azienda. Ciascun giornalista, nel rispetto delle previsioni contrattuali, con uno smartphone potrà cogliere immagini e inviarle alla redazione per la pubblicazione, ma noi vorremmo fare di più. Vorremmo coinvolgere potenziali informatori e collaboratori, lanciare il progetto di una telecamera in ogni angolo del Paese, telecamera pronta a raccontare ciò che accade, ciò che avviene.
  Ultimo tema, ma certamente non per ordine di importanza, è quello del pluralismo e del referendum.
  Il monitoraggio del pluralismo politico nei TG regionali, affidato all'Osservatorio di Pavia e trasmesso con cadenza trimestrale a quest'onorevole Commissione, evidenzia un sostanziale e costante rispetto del pluralismo informativo e della parità di trattamento tra i vari soggetti politici, pur nelle condizioni del tutto particolari dell'informazione regionale e nei tempi assai limitati che i nostri notiziari riservano alla cronaca politica in senso stretto. Questa costante attenzione alla corretta rappresentazione della politica nelle realtà locali, che si manifesta anche in quelle regioni dove si registra una larghissima prevalenza di una o massimo due forze politiche al governo delle varie amministrazioni locali, viene rilevata sia nelle comunicazioni periodiche alla Commissione vigilanza sia nelle delibere dell'Agcom, l'ultima delle quali la 636 del 2015.
  Desidero concludere ricordando ancora una volta che il mio personale (e credo di poter dire anche aziendale) principio ispiratore del lavoro sulla qualità è e sarà, fin quando mi sarà consentito, l'informazione dal territorio, per il territorio, con una cifra che dovrà essere costante, quella della qualità, dell'imparzialità e dell'autorevolezza.
  Vi ringrazio per l'attenzione e ovviamente sono a vostra disposizione.

  SALVATORE MARGIOTTA. Chiedo scusa al direttore per il fatto che anch'io Pag. 15dovrò andare via per lo stesso motivo per cui è andato via il collega.
  La premessa che doverosamente faccio nuovamente è che ho sempre ritenuto che questo ciclo di audizioni con i direttori dovesse essere successivo ad un'audizione con Verdelli e con i vertici Rai, per capire a che punto sia il piano editoriale; la Commissione ha scelto un'altra strada, che non condivido, ma ormai cosa fatta capo ha.
  Ciò detto, mi ha fatto molto piacere ascoltare le belle cose che ci ha detto il direttore Morgante. Lei sa, direttore, che quando si è deciso di riconfermare la sua direzione l'ho ritenuto un fatto assolutamente positivo, perché è giusto dare continuità a chi lavora bene, così come sa che è mia profonda convinzione che un paradigma del servizio pubblico facilmente possa essere ritrovato esattamente nelle sedi regionali, quindi nel lavoro del TGR. Forse in questo momento è la parte che più mi convince nella definizione di servizio pubblico, perché è un servizio di prossimità e dà voce anche a chi non la trova nei grandi spazi. Naturalmente questa mia sensibilità non è estranea al fatto di vivere in una regione piccola del Mezzogiorno.
  Detto questo, le faccio una domanda netta e poi leggerò la risposta dai resoconti, cioè se rispetto alle sfide che lei ha tracciato anche in termini di innovazione e al lavoro che sta facendo consideri sufficienti le risorse finanziarie e di personale a disposizione della TGR, per centrare tutti gli obiettivi a cui lei aspira e a cui il servizio pubblico giustamente aspira.

  ALBERTO AIROLA. Purtroppo anch'io sono di corsa oggi perché siamo agli sgoccioli e in virtù di questo anche le osservazioni che abbiamo da fare sul TGR e sui vari TG investono la campagna referendaria.
  Partiamo da un altro aspetto, così almeno non ci occupiamo subito dell'aspetto informativo, ma di un aspetto che ha citato il collega Margiotta e che preoccupa molto anche me, cioè la quantità di risorse messe a disposizione dei TGR per svolgere il loro lavoro.
  Partiamo da Leonardo, che lei ha citato prima. Lei fu uno dei pochi nella scorsa audizione a darmi un feedback sul fatto che, avendo io chiesto di valorizzare produzioni che già c'erano storicamente, che forse erano lasciate un po'andare come Leonardo, mi aveva detto di aver predisposto un minimo di implementazione all'edizione di Leonardo. Un aumento da 10 a 15 minuti non è bastato, era veramente un pezzo di Rai a cui gli italiani erano affezionati e che aiutava molto. Ambiente Italia è stato cancellato e noi abbiamo ricevuto moltissime critiche da spettatori affezionati e per il fatto che questi temi ambientali si vedono sempre meno. Mettere cinque minuti in più a Leonardo per riassorbire il lavoro che faceva Ambiente Italia, nonostante vengano anche riportati in altri servizi, mi sembra poco.
  In questo senso le cito un fatto di cui è sicuramente a conoscenza perché mi sono già lamentato: il 31 ottobre scorso, all'inizio della campagna referendaria in Piemonte del Movimento 5 Stelle per il «no», questione peraltro che riguarda non il bilancino, ma il lavoro di informazione che deve fare la Rai, si è presentato un operatore TCO, abilitato a fare l'operatore di ripresa con telecamera a spalla, tra i pochi in Rai con la qualifica anche di giornalista, quindi autorizzato a fare domande, che si è trovato a riprendere il nostro inizio di campagna con tre deputati presenti (uno di loro ha tenuto il microfono per aiutare l'operatore su mia indicazione). Purtroppo ci siamo trovati con un operatore che teneva una telecamera e il microfono, faceva l'audio, doveva fare le domande, sentire le risposte, se l'oggetto della ripresa si spostava o succedeva qualcosa non poteva correggere il fuoco, e questo degrada la qualità dell'immagine e fa un pessimo servizio a una forza politica, creando uno squilibrio. Sono cose che succedevano anche nel ventennio con Berlusconi, quando ci trovavamo con alcuni che avevano una luce bellissima, poi nella cronaca può succedere, ma questo va al di là di tutto ciò, non è solo un problema estetico, è un problema tecnico. Non potevamo dare a questa persona un assistente, uno specializzato di ripresa, uno che tiene il microfono, gli porta la borsa, gli guida la macchina e la Pag. 16tiene magari in doppia fila se, come ha fatto quell'operatore quel giorno, deve fare tre o quattro servizi? Qui mi scontro con una realtà misera dei lavoratori, a fronte di investimenti – anche in dirigenti esterni – folli. Il signor Verdelli, che dovevamo forse riconvocare prima di questa audizione e la sua schiera di personaggi costano 2 milioni all'anno circa, allora magari assumiamo dei tecnici o valorizziamo e facciamo lavorare i tecnici che fanno la TV veramente, perché il signor Verdelli non ci ha portato uno straccio di piano industriale, ce l'hanno detto i direttori! Peraltro, voi avete 30.000 contributi l'anno ed era questa l'idea iniziale di questa Commissione, cioè che i TGR servissero per fornire una rete di informazione molto più attenta a quello che succedeva, che veniva integrata (qui parliamo del web, bruttissimo il sito per adesso, ma so che ci state lavorando) per implementare le notizie su contenitori nazionali o anche di approfondimento di diversa natura.
  Voglio capire quindi se esistano le risorse, perché altrimenti la Rai non può fare servizio pubblico e lo diamo a qualcun altro, perché deve avere i soldi per pagare la gente che fa le cose. Questo potrebbe succedere anche al PD, anzi sono convinto che sia già successo, può succedere a Forza Italia o a qualsiasi altra forza politica, per me è una cosa grave perché sono convinto che, se chiama Sensi, arrivano anche gli elicotteri a riprendere l'evento, però è una mia opinione, e questa modalità di mandare in giro una persona che raccoglie semplici testimonianze e non fa informazione non va bene.
  I dati quantitativi dove sono? Io non so, perché è trimestrale, se abbia senso non avere in questo momento dati reali sulla par condicio sui TGR, a me non risulta che siano pubblici. Se ci volesse dire qualcosa anche su questo, le saremmo grati.
  Mi duole sentire ancora che il Centro di produzione della Campania manca di digitalizzazione, Bologna sicuramente è una città importante e almeno completerà un circuito, sperando che una volta digitalizzato ci sia chi fa funzionare la macchina, perché mi sembra importante.
  Per quanto riguarda l'informazione l'ho già detto nell'intervento sull'ordine dei lavori: ritengo che questa Rai sia inguardabile, non me la prendo con voi perché ormai l'ho già detto a tutti e non è cambiato nulla, non ho avuto feedback di alcun genere, non penso che l'informazione del servizio pubblico sia stata mai di così basso livello, così schierata e inguardabile, forse sui TGR un pochino meno, ma a seconda delle regioni.
  Come faceva notare il mio collega del PD, non è compito di questa Commissione di vigilanza dire i contenuti, ma è compito dei giornalisti. Visto che non li può controllare nessuno, neanche il premier, perché hanno dei contratti a tempo indeterminato e possono permettersi di dire no, i giornalisti abbiano la reputazione, mettendoci la loro faccia e l'onorabilità, di fare un'informazione equa, perché l'informazione non è solo a cronometro, e chiunque ha lavorato nel mondo del giornalismo sa che l'obiettività e l'equità non si costruiscono così, ma soltanto con un'etica e una deontologia professionale.

  FRANCESCO VERDUCCI. Grazie al direttore Morgante per il suo resoconto di quello che è stato fatto, per i progetti in cantiere e quelli che si stanno concretizzando. Ho apprezzato la sua relazione e lo sforzo di tenere insieme la caratteristica fondamentale di ancorare il servizio pubblico alle esigenze territoriali, non solo al racconto ma anche alle esigenze del territorio, e questo mi pare particolarmente importante. C'è un attaccamento dei cittadini al TGR, che va al di là dei dati di ascolto, e questo potenziale penso sia un grande patrimonio per tutta l'azienda. Del resto la struttura territoriale della Rai nella configurazione che abbiamo in Italia è un unicum a livello europeo e internazionale, quindi penso che l'azienda dovrebbe puntare molto su questo, naturalmente coniugando la valorizzazione dei servizi territoriali del radicamento capillare sul territorio che la Rai ha con una forte capacità di innovazione. Ho trovato questo nel suo intervento e sicuramente va rimarcato non solo il fatto che la TGR sta cercando sempre più di essere una testata multipiattaforma, Pag. 17 e di arrivare (questo è uno sforzo per il quale manca molto) a essere una testata pienamente crossmediale, non sono la stessa cosa, però penso che si possa fare rafforzando il legame che c'è tra la TGR e le nuove generazioni, tra la TGR e le nuove professioni della comunicazione, implementando un capitolo della sua relazione che è lo sforzo che la TGR sta facendo nell'essere media partner di molti eventi, eventi soprattutto che hanno una ricaduta sociale.
  Penso quindi a tutto il rapporto non solo con le università legate alle professioni della comunicazione, ma anche con le scuole, istituti scolastici superiori, ma anche quelli della formazione primaria e media o intermedia, perché servizio pubblico è anche quello che riesce a formare alla comunicazione, che è un grande bene pubblico, le generazioni sin dall'età iniziale. Penso che si debbano implementare queste esperienze e legarle al territorio e alla sua forza sociale, quindi a tutte le organizzazioni legate al no profit, ma anche la sua forza economica, quindi camere di commercio, economia legata al territorio, che è un grande patrimonio del nostro Paese da puntellare e rafforzare attraverso anche il servizio pubblico.
  Nel minuto che mi rimane voglio dire che la TGR potrebbe sperimentare a nome di tutta l'azienda delle call per raccontare, anche attraverso i video autoprodotti dagli utenti, alcuni eventi che riguardano il territorio.
  Da ultimo, sottolineo l'importanza della sperimentazione per quanto riguarda alcuni temi sociali con le monografie settimanali che state facendo: un esperimento molto importante quello dei temi sociali legati soprattutto all'integrazione, perché molte grandi questioni come quella dell'immigrazione, affrontate a livello europeo e nazionale, hanno però la loro ricaduta concreta a livello di comunità locali, quindi spiegare ai cittadini perché avvengono questi fenomeni è importantissimo, quindi penso che questa esperienza vada sempre più implementata.

  GIORGIO LAINATI. Non sono tra coloro che avevano chiesto un'audizione preventiva di Verdelli, anzi devo dire, caro direttore Morgante, che ho apprezzato moltissimo la sua relazione, perché ha significativamente spiegato una cosa che sta anche in quei numeri che ha citato poco fa, cioè lei ha l'onere ma anche la fortuna e l'onore di dirigere la più importante testata del servizio pubblico, perché ha quasi 800 giornalisti che seguono le sue indicazioni, che sono la metà (l'amico Ferragni me lo può spiegare meglio) o qualcosa di più di tutti i giornalisti del servizio pubblico.
  Lei ha autorevolmente spiegato perché è così importante la testata che dirige, perché rappresenta la spina dorsale parallelamente del servizio pubblico e dell'intero Paese, cioè il legame che unisce le regioni alla centralità della nazione si manifesta davvero nella TGR, e ha fatto bene a ricordare l'importanza di quelle belle produzioni nate pochi anni fa come Buongiorno Italia o Buongiorno regione, perché, se adesso sono arrivate quasi al 15 per cento di audience mattutino su RaiTre, vuol dire che sono molto apprezzate dai telespettatori.
  C'è stata una corsa a copiare, quando c'era solo Uno mattina anche la concorrenza ha cercato di inseguire quel bacino di telespettatori, ma in realtà voi fate qualcosa di diverso e di ancora più importante, e l'abbiamo visto nei giorni di queste emergenze drammatiche del terremoto, che ha investito quattro regioni, e chi guarda la televisione ha potuto davvero apprezzare l'importanza del lavoro che avete svolto di concerto con le redazioni nazionali dei telegiornali del servizio pubblico.
  Non posso che ribadire quindi un apprezzamento, perché ha delineato un tale numero di programmi che si orientano in tutti i settori della società, che a loro volta necessitano di questa portaerei di giornalisti che devono realizzare in tutte le fasce orarie una così rilevante mole di produzione. Essendo stato anch'io un telespettatore del programma sull'ambiente che andava in onda da Torino, che peraltro è diretta dal mio carissimo amico, il dottor Nepote, devo dire che anche a me è un po’ dispiaciuto. Tutto perfetto, quindi, mi dispiace che non ci sia più Ambiente Italia, Pag. 18però (lo dico anche da giornalista) mi rendo conto che quando una bellissima produzione come Leonardo va avanti da quasi 25 anni non è che tutto è immutabile, sicuramente se si vogliono affrontare le nuove sfide e catturare un pubblico giovane che vive di tablet e di iPhone, si deve anche rinnovare sulla programmazione di certi programmi settoriali, però davvero un augurio sincero di buon lavoro a lei e a tutti i giornalisti.

  DALILA NESCI. Anche a seguito degli squilibri nei tempi di parola e di notizia dati a Governo e forze politiche, siamo costretti a stare in piazza e raccontare quella che secondo noi è la visione di questo momento storico del Paese, quindi anche del referendum che cambierà la fisionomia della nostra Repubblica in un senso o nell'altro.
  Ovviamente le auguro buon lavoro e anzi la continuazione del suo lavoro, che è molto articolato e complicato, perché deve tenere conto della varietà e della storia dei vari territori, delle varie esigenze che mutano di momento in momento, hanno anche situazioni incancrenite dal passato, anche da ingerenze della politica. Credo che la Rai se vuol salvarsi debba necessariamente puntare l'attenzione proprio sulle varie redazioni regionali, peculiarità di questa azienda, e, più che mai in questo mondo che va veloce, emblema di quello che può compiere il famoso cambiamento della comunità, del Paese Italia, perché la TGR si occupa dell'informazione più vicina ai cittadini. Abbiamo fatto di questo messaggio politico la nostra forza, far sì che siano i cittadini in prima persona ad attivarsi per migliorare la società, e l'informazione delle redazioni regionali può veramente modificare le abitudini, le convinzioni anche di retaggi arcaici di alcuni territori.
  Avrete quindi apprezzato le nostre proposte al contratto di servizio, quando chiedevamo un'attenzione particolare per il sud e per la sua storia, che spesso è stata cancellata o raccontata in maniera falsa e distorta. Per questo motivo credo che si debba fare sempre attenzione ai criteri delle nomine: recentemente ho ricevuto una risposta perché ci avviciniamo alla nomina del caporedattore della TGR della Calabria, regione simbolo di alcuni anacronismi ancora presenti e testimonianza diretta del fatto che abbiamo attraversato una fase in questa regione dove, grazie alla professionalità delle persone, si può cambiare la qualità dell'informazione. Vorrei sapere quindi come sceglierete le persone, ovviamente tenendo conto dei titoli e delle esperienze, perché la risposta è stata molto oggettiva e asettica; come avverrà nel caso specifico lo scopriremo quando ci sarà la nomina, ma vorrei capire in concreto come l'azienda si orienti in concreto, perché purtroppo riceviamo spesso risposte non sempre calate nella realtà.

  MAURIZIO GASPARRI. Innanzitutto per complimentarmi con il direttore per la sua conferma e per il programma che ci ha illustrato. La preoccupazione è sempre quella rispetto ai processi di riorganizzazione, di cui i direttori di testate rischiano di essere più vittime che artefici.
  Ricordo che come Commissione abbiamo a lungo contestato progetti di riorganizzazione della precedente gestione, che prevedevano cervellotiche newsroom, che avrebbero visto la TGR, che ha la sua specificità, la sua organizzazione, la sua territorialità, tutto quello che chi conosce la Rai e l'informazione sa, insieme ad altre testate con diverse funzioni, dimensioni e struttura. Per fortuna anche la contestazione e la lunga discussione che abbiamo fatto in Commissione vigilanza ha fatto sì che si arrivasse ad altre fasi della vita aziendale. Non ho capito, ma la domanda è rivolta a noi stessi e non al direttore, cosa accadrà con il piano informazione, perché anch'io come il senatore Margiotta sollecitavo una precedente audizione del direttore editoriale per l'offerta informativa, e chiedo al direttore Morgante se ci sia stata un'interazione con Verdelli e con Merlo che, oltre a scrivere articoli sulla Repubblica ed essere pensionato, lavora alla Rai. Tra l'altro, colgo l'occasione per sollecitare agli uffici la risposta all'interrogazione sulla questione Merlo, perché quella data a Lupi dice che Merlo è in regola perché, anche se pensionato, non c'è violazione Pag. 19delle norme: ma i consiglieri di amministrazione pensionati lo fanno a costo zero, quindi (approfitto anche della presenza del direttore Ferragni) qual è la norma in base alla quale un pensionato può lavorare in un'azienda a controllo pubblico? Siccome è stata data una telegrafica risposta a Lupi, approfitto per avere un'integrazione, perché vogliamo dialogare. C'è stata un'utilità, direttore Morgante, di questa nuova direzione, piena di generali e senza soldati, nella sua attività quotidiana?
  Rispetto al dato del pluralismo, francamente un po'di subalternità in alcune redazioni rispetto alle varie amministrazioni locali si riscontra, io giro l'Italia e ascolto, quindi l'auspicio è che ci sia più pluralismo anche in sede locale, perché lei è quello meno al centro di discussioni anche perché la TGR ha il vantaggio che, essendo tanti, abbiamo i dati, ma a volte è chiaro che chi amministra la regione ha un'innegabile preponderanza. Questo è un tema, c'è adesso l'attesa in Calabria e una maggiore attenzione alla pluralità delle voci sul territorio è auspicabile, anche se in questi giorni abbiamo altri problemi.

  PRESIDENTE. L'esperienza che sto vivendo girando l'Italia e in generale in questi anni è che secondo me la par condicio come legge non regge più. La legge è importante perché con un dato possiamo dire che ci sono 50 per cento delle ragioni del «sì» e 50 per cento delle ragioni del «no», però a volte sembra usata come uno specchietto per le allodole, una pezza d'appoggio, una carta per dire «abbiamo parlato 50 per cento del sì, e 50 per cento del no, siamo a posto», si fa eventualmente ricorso all'Agcom e magari il ricorso viene bocciato, a volte parzialmente accolto perché quelli comunque sono i dati.
  L'informazione pubblica esiste, resiste, funziona bene perché è in equilibrio, poi magari andiamo a vedere i servizi ai telegiornali e c'è chi fa il furbo, chi manda l'immagine in un altro modo, io non accetto l'ipocrisia e in politica dell'informazione l'ipocrisia è terribile, quindi l'ipocrisia di nascondersi dietro ai dati (lo dico a voi Rai, a tutta la dirigenza, alla politica a volte e a tutti i settori della vita pubblica italiana) è incredibile, perché quando andiamo ad analizzare i telegiornali ci rendiamo conto di mille escamotage, di mille giornalisti che fanno i furbi e spesso sul territorio arriva una troupe in appalto oppure solo la telecamera e il collega parlamentare a volte deve tenere il microfono! Succede alla Rai. Altre volte i giornalisti mandano all'operatore il fogliettino con le domande da fare, l'operatore sta con la macchina da presa che pesa sulla spalla e dice: «mi hanno detto di chiederti questo» e poi va al TG e viene considerato tempo per il «sì» o tempo per il «no». Questo succede al Movimento come al Partito Democratico, succede a tutti.
  Dobbiamo fare un'informazione di qualità, perché troppo spesso la Rai è diventata la politica, la politica è diventata la Rai, i giornalisti cercano qualcosa dalla politica, i politici cercano qualcosa dalla Rai, e c'è questo meccanismo perverso che ormai è diventato un sistema culturale nel nostro Paese, quindi non basta più la leggina, non basta più la delibera della par condicio, ci vorrebbe proprio una rivoluzione, un reset generale di tutta l'informazione pubblica; nonostante ci siano molti giornalisti bravi e professionali ci vorrebbe proprio un reset culturale, perché comunque è inutile attaccarsi al servizio del TG2, fare l'esposto, fare l'interrogazione a cui la Rai non ha mai risposto, perché sono sempre risposte banali, non si affrontano mai i fatti nella sostanza, si vuole rispondere sempre in superficie, e si lamentano tutti qui, i nuovi che sono arrivati da poco come i vecchi che sono da tempo in Parlamento.
  Il problema quindi è l'ipocrisia, se si chiede una cosa, si vuole avere risposta a quella, non risposte formali senza mai toccare i nodi delle situazioni. Si cerca invece sempre di girarci attorno, si fa un po'i democristiani, e questo non va bene. Lo dico a tutti: lo dico alla politica, lo dico alla Rai, lo dico alla vita pubblica italiana. In questo momento sta succedendo questo nell'informazione, la pezza d'appoggio sui dati e dopo si è ipocriti sulla qualità, e questo è inaccettabile. Questa è la mia riflessione, che è anche una domanda: lei ha visto qualche furbata all'interno dei Pag. 20telegiornali regionali, ha preso qualche provvedimento verso qualche giornalista che ha trattato la notizia in un certo modo, per dare maggiore risalto all'esponente del «sì» o del «no», come è successo? Che sia zero ciò che succede mi sembra assurdo, che sia dieci non credo, ma una via di mezzo sarà, visto che si vede il prodotto editoriale dell'informazione in questo Paese.
  I dati quindi sono importanti, ma sono pezze d'appoggio per poi entrare nel merito, che sembra sempre che non si possa trattare: certo la Commissione non può entrare nel merito, ma la dirigenza deve entrarci e non può farsi scudo dei dati.

  VINCENZO MORGANTE, direttore della TGR. Vi ringrazio molto per il contributo che attraverso le domande date al prosieguo del mio lavoro e alla vita della testata.
  Complessivamente permettetemi di ringraziare per le parole di apprezzamento espresse riguardo all'attività svolta dalla testata e al ruolo esercitato all'interno del sistema radiotelevisivo pubblico: siamo orgogliosi di lavorare per questa testata e di svolgere questa missione di informazione per il territorio e dal territorio.
  Il senatore Margiotta, che ringrazio molto per le parole di stima e di apprezzamento che ha avuto l'amabilità di rivolgere a me e alla testata, chiedeva se le risorse finanziarie e di personale a disposizione della testata fossero sufficienti per l'assolvimento dei compiti che ci sono assegnati e per l'esecuzione di alcuni dei progetti che in questa sede ho prima rassegnato. Sfido chiunque dentro il servizio pubblico, ma in particolare nell'azienda del servizio pubblico, legato a norme ben precise, ad aspetti gestionali e finanziari noti e trasparenti, a poter dire di avere il massimo delle risorse finanziarie e delle risorse umane, delle persone a disposizione. Certamente posso dire che in questi anni nei riguardi della testata è stata messa in campo un'attenzione concreta, particolarissima, anche in termini di investimenti e di risorse, siamo stati oggetto di una campagna promozionale ed era la prima volta nell'ambito della testata giornalistica regionale, sono state messe risorse ingentissime in occasione di questo articolato e complesso processo di digitalizzazione dell'intera testata.
  In questo momento l'azienda ci sta sostenendo con grande convinzione, a partire da un impegno personale del direttore generale Campo Dall'Orto, per la dotazione di mezzi, che ci consentano di essere sempre più pronti a rispondere soprattutto alle sfide che ci arrivano dalle emergenze, che frequentemente si abbattono sul nostro cammino e sulla vita del Paese. Non c'è dubbio quindi che auspico di avere sempre di più, perché mi consentirebbe di lavorare meglio, però chiunque ormai nel Paese, nelle istituzioni e nelle aziende cammina con un perimetro di risorse sempre più ristretto e con quello, anche per il rispetto dell'uso delle risorse pubbliche, è necessario confrontarsi. Ribadisco che avere di più potrebbe esserci utile, però certamente, se mi guardo intorno, non posso dire finora di avere avuto come testata un trattamento di discriminazione o di disattenzione.
  Il senatore Airola ha cominciato il suo intervento parlando della rubrica Leonardo, della quale mi aveva già parlato in occasione della mia precedente audizione, esprimendo apprezzamento per la qualità del prodotto, per l'attenzione che riscuote nel mondo scientifico, nel mondo accademico, non soltanto a livello nazionale ma anche internazionale, e i segnali in questo senso sono sempre più frequenti e per noi molto confortanti. Devo dire che potrà essere poco, ma intanto il dato è che la trasmissione è stata incrementata del 50 per cento di spazio, in una fascia oraria considerata pregiata. È chiaro (qui rispondo anche all'onorevole Lainati) che a un certo punto un tagliando va fatto e devo dire che Ambiente Italia, un prodotto che ha riscosso successo ed è partito bene anche in termini di ascolto, nel corso degli anni aveva affievolito la sua spinta, forse soprattutto per la collocazione oraria il sabato mattina. Si è scelto quindi di valorizzare quei temi, per cui complessivamente lo spazio che si è tolto all'appuntamento del sabato è stato trasferito in questo appuntamento quotidiano, con un marchio già riconosciuto di grande prestigio. Pag. 21Gli ascolti che stiamo registrando in queste prime settimane di messa in onda della nuova formula, i riscontri che ci arrivano dai centri di ricerca, dalle eccellenze scientifiche in giro per il mondo ci confortano del fatto che questa è stata una scelta giusta, intelligente e anche rischiosa, perché in quella fascia così pregiata passare da 10 a 15 minuti era un rischio del quale eravamo consapevoli. Abbiamo valutato a lungo se fosse il caso, il rischio è stato affrontato e il risultato per ora ci sta confortando. Si tratta di un appuntamento da servizio pubblico, il TG della scienza e dell'ambiente, che modestamente è un fiore all'occhiello dell'intero patrimonio del servizio pubblico.
  Quanto al tema posto sempre dal senatore Airola (adesso ripreso dal Presidente Fico) in merito a un servizio mandato in onda il 31 ottobre scorso, mi preme sottolineare che a raccogliere la dichiarazione era un telecineoperatore della Rai stabilmente inquadrato nella redazione giornalistica, iscritto all'albo dei giornalisti professionisti (non è il caso che lo citi, ma posso fornirvi nome, cognome, data di iscrizione e numero della tessera all'Ordine dei giornalisti). Una troupe senza giornalista non è da considerarsi a priori una deminutio rispetto a una troupe che contempli la presenza di un giornalista, quindi non è una scelta da rigettare a priori in toto, esistono numerosi formati nel linguaggio dell'informazione televisiva e ognuno di essi è funzionale rispetto a eventi, situazioni e fatti. Le riprese televisive accompagnate dalle dichiarazioni dei protagonisti di un evento sono al medesimo il livello di dignità di un servizio narrato oppure di un'intervista o di una qualsivoglia altra formula giornalistica. Mi sembra opportuno rammentare che la formula televisiva utilizzata in questa occasione segnalata dal senatore Airola, quindi immagini più dichiarazioni, non è rara, né eccezionale (lo ricordava lei stesso), rappresentanti politici di tutti i partiti e istituzioni della Repubblica se ne sono giovati in molteplici occasioni e devo dire che non hanno mai avuto nulla da ridire, poter gestire in autonomia ciò che si reputa giusto dire in una data circostanza è vissuto come un'accortezza e non come un maltrattamento. Ovviamente stiamo parlando di fatti che consentono questa trattazione giornalistica, senza che essa assuma caratteristiche promozionali, perché in altre circostanze è necessario, opportuno, indispensabile che ci sia il confronto con il giornalista e quindi l'adozione di altre formule televisive.
  Voglio citare due esempi recenti: il 5 novembre la notizia relativa alle iniziative intraprese da alcune forze di centrodestra per il «no» al referendum (parliamo sempre della TGR Piemonte, redazione alla quale si riferiva il senatore Airola, che probabilmente è di quel territorio) è stata diffusa esattamente nella stessa formula, al microfono c'era Gianni Alemanno di Azione Nazionale, il 6 novembre l'attività per il «sì» è stata divulgata con le medesime modalità, senza che nessuna telefonata ci sia arrivata. Fermarsi ad una valutazione delle operazioni a monte di un'attività giornalistica può costituire un travisamento, invece ciò che conta è il risultato finale, ciò che, come lei giustamente diceva, va in onda. Nel caso specifico ciò che è stato trasmesso nel telegiornale regionale del Piemonte è a nostro avviso un pezzo informativo esauriente, in quanto composto da immagini dell'evento in questione e da complete dichiarazioni delle due parlamentari del Movimento 5 Stelle presenti sul posto.
  Vado avanti e poi torno sul tema dell'ipocrisia. Senatore Verducci, la ringrazio molto anche per avere definito la nostra testata «patrimonio dell'intera azienda», e i dati confermano che in termini di ascolto siamo la seconda testata del servizio pubblico, perché dopo il TG1 è la TGR che continua a mantenere, in un panorama che vede nel corso degli anni una certa flessione della terza rete, nelle curve il punto più alto. Accolgo e sposo integralmente le sue sollecitazioni per intensificare questo rapporto con i centri di ricerca, con le università, con le scuole, con questa attenzione particolare al territoriale. Siamo ben consapevoli che i cittadini della Campania, dell'Umbria, dell'Abruzzo vogliono sapere le scelte del neo presidente degli Stati Uniti, Pag. 22del presidente della Russia, vogliono sapere cosa sta avvenendo in India e quali sono i dati, però vogliono sapere anche cosa sta avvenendo nelle scelte dell'amministrazione locale, come va la squadra di calcio: un modo per consolidare l'identità di una comunità, per ritrovare dei valori. Personalmente, come i colleghi sanno, anche perché cresciuto in questa testata, considero informazioni non di serie B, ma la dorsale del servizio pubblico l'informazione di prossimità, l'informazione a servizio del cittadino. L'idea è quella di poter avere una telecamera dietro la porta di casa e raccontare la vita di ogni giorno. Questo aspetto che lei sottolineava di intensificare il rapporto con le eccellenze locali, con la migliore imprenditoria, con la rete di organizzazioni a cominciare dalle camere di commercio è una cosa che già facciamo, va intensificata, occorre dare forse maggiore sistematicità a questo tipo di rapporto intensificandolo.
  Grazie anche al senatore Lainati, la spina dorsale del servizio pubblico e cerchiamo di esserne all'altezza, è una realtà complessa. Onorevole Nesci, concordo con lei nel sollecitare (l'azienda lo fa già) a concentrare maggiore attenzione al ruolo e alla vita delle redazioni regionali del servizio pubblico, e ovviamente non posso che sposare anche la sua richiesta di una sempre maggiore attenzione per il Mezzogiorno. La rubrica alla quale ho fatto riferimento che partirà a inizio d'anno va in questo senso, le parla un uomo del sud, però la modalità per raccontare questo Mezzogiorno deve essere una modalità nuova, non un piagnisteo, come dicevo prima dobbiamo raccontare le luci e le ombre del Paese, quindi anche delle regioni del sud. Lo vogliamo fare in un'ottica moderna e raccontare i sud che ci sono in giro per il mondo e per l'Italia, e raccontare il sud anche visto dal nord, con tanti uomini che arrivano dal Mezzogiorno che operano in quelle regioni e che peraltro hanno espresso professionalità di eccellenza, con un'attenzione ai temi del sociale, come richiamava anche il senatore Verducci. Questo ci preme molto in una terra come la Calabria, e lei faceva riferimento ai temi della legalità, quindi con un'attenzione pressante, costante, secondo me mai sufficiente perché poi significa raccontare la ’ndrangheta, la mafia, la camorra, ma raccontare anche tanto impegno che c'è tra la gente, tra le istituzioni, tra le forze dell'ordine, tra le magistrature sul versante dell'antimafia e del contrasto alle mafie.
  Lei faceva un riferimento particolare alla procedura in corso per la nomina del nuovo caporedattore della TGR Calabria, posizione resasi vacante a seguito della recente nomina del caporedattore, che ha retto fino a qualche settimana fa la redazione della Calabria, a vicedirettore in un'altra testata e quindi al suo rientro a Roma. Il criterio che seguiremo sarà il criterio che dal momento della mia gestione è la modalità, ho chiesto e ottenuto una modalità che a mio avviso rispetto al passato consente di muoversi con maggiore trasparenza e con criteri davvero oggettivi, modalità (lo dico con orgoglio) che è stata inizialmente adottata presso la testata giornalistica regionale e che oggi è diventata patrimonio dell'intera azienda nell'ambito delle nomine. Il criterio è quello che viene aperto un job posting, quindi pubblicato un bando con una scadenza, e i giornalisti dell'intera azienda, secondo criteri di appartenenza e gradi, quindi i caporedattori di tutta l'azienda, i vicecaporedattori di tutte le testate, i caposervizio, gli inviati della testata oggetto di selezione per la nomina presentano una domanda, allegano il loro curriculum, io e il capo del personale incontriamo i candidati che rispondono a questi iniziali criteri e ne valutiamo il curriculum, l'attività svolta, la sensibilità, la conoscenza del territorio, l'anzianità di servizio, la competenza sul versante non solo prettamente giornalistico, ma anche manageriale perché, come ho detto prima, il caporedattore oggi ha su di sé compiti di gestione molto onerosi e delicati. Sulla base di questo viene proposta una rosa di tre candidati, ove i candidati selezionati non raggiungessero il numero minimo di tre si riapre il bando per consentire di avere una platea più ampia, questa rosa viene sottoposta alla valutazione del direttore generale, che normalmente incontra i candidati Pag. 23e si confronta con il direttore, al quale in base all'articolo 6 del contratto spetta la scelta. Devo dirle che finora sia con il precedente direttore generale, Gubitosi, sia con l'attuale, Campo Dall'Orto, c'è stata piena sintonia, per cui il candidato proposto dal direttore di testata è sempre stato accolto. In passato le nomine sono state talvolta oggetto di qualche sospetto, ma questo è un criterio di trasparenza e al momento non abbiamo individuato soluzione migliore. La informo peraltro che proprio domattina saranno fatte le audizioni per i candidati al posto di caporedattore della TGR Calabria.
  Senatore Gasparri, il processo di riorganizzazione è in atto, rispetto alla sua richiesta, se abbiamo avuto modo di interagire con la struttura della direzione coordinamento editoriale, devo dirle che per quanto mi riguarda l'esperienza fin qui è stata positiva, in particolare con il direttore Verdelli, professionista di grande livello, c'è stato un confronto che personalmente e per l'intera testata è stato un momento di stimolo, nel rispetto dell'autonomia del direttore di testata, mostrando grande attenzione al ruolo della TGR, intervenendo con consigli, suggerimenti, indicazioni di coordinamento che non posso che definire puntuali, opportuni e in molti casi necessari. Per il resto non sono a conoscenza di quale sia il piano di riorganizzazione, però posso dire che finora l'esperienza è positiva.
  Presidente Fico, lei affronta un tema che richiederebbe giorni e giorni e al quale diversi autori nel corso dei secoli hanno dedicato ampia letteratura, ovvero il tema dell'ipocrisia. La prego di credermi che, senza ipocrisia, non posso che concordare con lei, nel senso che, dato che lei si riferiva innanzitutto alla politica e al mondo del giornalismo, il dovere di chi opera in questi mondi è quello di muoversi con trasparenza, con sincerità, avendo come obiettivo quello del servizio. Tutti noi siamo chiamati a rendere un servizio, a renderlo nel migliore dei modi, con le competenze, le convinzioni, le professionalità che ciascuno può mettere in campo. Le confesso senza ipocrisia che in questo periodo di campagna referendaria non riesco a vedere 24 telegiornali alle 14.00 in contemporanea, finora non mi è stato segnalato un episodio particolare, certamente ove dovessi ricevere una segnalazione nel senso da lei detto interverrei con grande determinazione, però l'indicazione che viene data è quella di ricordarsi che siamo giornalisti e in particolare giornalisti del servizio pubblico, quindi l'obiettivo è garantire un'informazione davvero pluralista non soltanto in ambito politico, dare voce a tutti.
  Sul suo giudizio negativo rispetto alla par condicio contabile non posso che confermare quanto ebbi a dire nella precedente audizione: concordo con lei pienamente, significa concepire il ruolo del giornalista al pari di quello – con tutto il rispetto – di un contabile o di un ragioniere, mentre il giornalista fa altro, fa delle valutazioni, l’escamotage come lei sottolineava è anche che tre minuti in una fascia pregiata non sono tre minuti in una fascia ridotta. Questa è una norma che però non hanno fatto i giornalisti, lei è un parlamentare della Repubblica, ha un ruolo istituzionale, sono sicuro che ci aiuterà a superarla e insieme daremo un contributo per garantire autorevolezza al ruolo del giornalista, assumendone ovviamente le responsabilità e rispondendo di fronte all'autorità politica e ai cittadini del lavoro fatto e dell'indipendenza che dovrebbe essere messa in campo.

  FABRIZIO FERRAGNI, direttore delle relazioni istituzionali della Rai. Siccome sono stato chiamato in causa dal senatore Gasparri per quanto riguarda la vicenda Merlo, confermo quanto il nostro ufficio legale ha risposto all'onorevole Lupi: il suo contratto è perfettamente in regola ai sensi della legge, per cui non c'è alcuna violazione.
  Mi sono annotato le sue considerazioni, presidente, e a integrazione di quanto ha detto il direttore Morgante noi non ci facciamo scudo dei numeri, questo sia chiaro, ma applichiamo semplicemente la legge. La nostra è un'azienda molto complessa, abbiamo 15 reti, 7 testate, centinaia di trasmissioni, per applicare la legge parlamentare, che ci costa molto, ci sono decine di Pag. 24professionisti che tutti i giorni lavorano, i nostri numeri nell'applicazione della legge sono in perfetto equilibrio. Se poi trovate altri dispositivi, siamo pronti ad applicarli. Sappia che, come diceva il direttore Morgante, abbiamo grosse difficoltà a far digerire anche ai giornalisti l'esigenza di tagliare il sonoro di una persona in un racconto giornalistico, però lo facciamo e c'è una specie di rinuncia a quella che è una prerogativa giornalistica. Per quanto riguarda altri tipi di narrazione, sono convinto che i miei colleghi sono tutti seri e professionisti al 100 per cento, ma, se ci sono delle contestazioni, se qualcuno sbaglia, ci sono i direttori e anche l'azienda è pronta a intervenire.

  PRESIDENTE. Il punto massimo del giornalismo italiano è infatti l'applicazione della propria deontologia professionale e della propria coscienza, perché, al di là della legge sulla par condicio, dire che siamo in equilibrio e magari abbiamo il Presidente del Consiglio, abbiamo la maggioranza, abbiamo l'opposizione, abbiamo il Governo, crea problemi che possono essere affrontati esclusivamente dalla professionalità del giornalismo italiano e dall'onestà intellettuale, così come per le leggi del Parlamento.
  Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.10.