XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 118 di Mercoledì 14 settembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda (Svolgimento e conclusione):
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 3 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 9 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 10 ,
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 10 ,
Nugnes Paola  ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Nugnes Paola  ... 10 ,
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 10 ,
Nugnes Paola  ... 11 ,
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 ,
Calenda Carlo , Ministro dello sviluppo economico ... 12 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro dello sviluppo economico, Carlo Calenda, accompagnato dal capo di gabinetto, dottor Giovanni Orsini, e dalla portavoce, dottoressa Tiziana D'Angelo, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento sulla gestione dei rifiuti radioattivi, in ordine alla quale la Commissione, nella seduta del 1° ottobre 2015, ha approvato una relazione (Doc XXIII, N. 7), successivamente fatta propria dall'Assemblea del Senato e della Camera.
  Al Ministro Calenda chiederemo di fornire alcuni ragguagli sulla vicenda Caffaro. Come sapete, come Commissione, stiamo concludendo l'indagine sui siti Caffaro, quindi Brescia, Valle del Sacco e Grado Marano, in cui c'è una seconda procedura fallimentare in corso, quindi anche un coinvolgimento del suo Ministero e di quello dell'ambiente. In relazione a questa procedura in atto, dai primi di novembre dovrebbe esserci un primo appuntamento importante, con delle sentenze che potrebbero essere interessanti per capire come affrontare quel problema (al riguardo, le faremo avere tutte le specifiche). Oggi, invece, ci interesserà fare il punto sul tema relativo al nucleare, quindi il deposito, il nuovo assetto di SOGIN e la struttura di controllo, in cui è compartecipe, come responsabilità generale, con il Ministro all'ambiente.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali ci siano indagini in corso tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando, comunque, a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo dunque la parola dal Ministro Calenda per lo svolgimento di una breve relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Grazie, onorevole presidente, onorevoli deputati e senatori. La Commissione parlamentare si è più volte occupata in modo approfondito del problema della gestione dei rifiuti radioattivi, da ultimo con un ciclo di audizioni che ha portato alla dettagliata relazione conclusiva di ottobre 2015. Pag. 4
  Nell'ambito di tale relazione si sottolinea la delicatezza della procedura di localizzazione del deposito nazionale per i rifiuti radioattivi, la conseguente necessità di garantire un operato amministrativo di massima trasparenza e piena efficacia dei due soggetti gestori più importanti del processo, SOGIN e ISPRA, e la necessità, infine, di superare l'attribuzione transitoria a ISPRA del ruolo di Autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione, nonché l'urgenza di immettere nuovo personale tecnico nella struttura.
  Le conclusioni della relazione sono le seguenti, ovvero si è chiesto al Governo di superare il tema della mancata pubblicazione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) per i riflessi negativi che questo genera sulla trasparenza dell'intero processo, auspicando un percorso localizzativo condiviso con regione e comune, senza ricorrere al procedimento imposto sul sito, pur previsto come ultima istanza dal decreto legislativo n. 31 del 2010.
  Si è criticato il ritardo dell'Italia nell'ottemperare all'obbligo di trasmissione alla Commissione europea del programma nazionale previsto dalla direttiva 2011/70/Euratom, auspicando di evitare l'apertura di un procedimento formale di infrazione. Infine, si sono apprezzati i passi avanti nel dare soluzione al tema del deposito temporaneo di rifiuti radioattivi presso la ex Cemerad di Statte, in provincia di Taranto, connesso anche al tema della bonifica dell'intera area di Taranto.
  Su alcuni fronti intendo condividere con voi alcuni progressi fatti. Su altri aspetti restano dei nodi da sciogliere, ma confido che sia stata finalmente imboccata la strada che porterà a risolvere le principali criticità. Sui temi critici messi in luce dalla Commissione nei confronti del Governo, nel frattempo sono stati fatti – ripeto – dei passi avanti. Come primo punto, abbiamo il programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. La direttiva 2011/70/Euratom istituisce, infatti, un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, chiedendo agli Stati membri di predisporre un programma nazionale per l'attuazione della politica di gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi. Tale previsione è stata recepita in Italia con il decreto 4 marzo 2014, n. 45. Secondo questa norma, il programma nazionale deve contenere una panoramica programmatica della politica italiana di gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito. Il programma nazionale deve, inoltre, essere trasmesso alla Commissione europea, così come le eventuali successive modifiche significative.
  L'Italia, quindi, ha predisposto un documento, inviato il 22 febbraio scorso alla Commissione europea, relativo al programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, che riassume in modo organico gli obiettivi generali della politica nazionale riguardante la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, nonché i piani per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi dalla generazione fino allo smaltimento, ivi incluso il deposito nazionale.
  Attualmente, il documento è in fase di VAS da parte del Ministero dell'ambiente e, dopo la consultazione, dovrà essere oggetto di concertazione con la conferenza unificata ed acquisire, quindi, vari pareri, tra cui quello dell'autorità di regolamentazione competente del Ministero della salute, prima dell'approvazione del testo finale con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
  In particolare, è stata completata la fase di consultazione ristretta alle autorità ambientali competenti e, adesso, in base alle osservazioni ricevute da queste autorità, stiamo completando il rapporto ambientale, su cui avvieremo la consultazione pubblica nell'autunno prossimo.
  La procedura prevede diversi passaggi. Primo: visto che ci sono Paesi che hanno manifestato l'interesse a partecipare alla consultazione transfrontaliera – per adesso Austria, Svizzera, Francia, Regno Unito e Germania – il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente Pag. 5 devono tradurre i documenti da consultare.
  Secondo: la consultazione pubblica e quella transfrontaliera dovranno rimanere aperte per 60 giorni, quindi fino a gennaio 2017; MISE e MATM devono poi elaborare una tabella di sintesi delle osservazioni ricevute (estremi dell'osservazione, data di arrivo e relative controdeduzioni) e inviare il tutto al Ministero dell'ambiente. Peraltro, il tempo di attesa per il parere motivato è stato ridotto a 30 giorni per indirizzo del Ministro Galletti agli uffici, quindi è previsto entro aprile 2017, dunque ci attendiamo di concludere la VAS per la primavera 2017, in modo da completare la concertazione e arrivare all'approvazione nei mesi successivi.
  Per quanto riguarda il ruolo di responsabilità della sicurezza nucleare e della radioprotezione sul territorio nazionale, il decreto legislativo n. 45 del 2014 ha individuato l'autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e radioprotezione in una nuova struttura, denominata ISIN (Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione), alla quale sono stati affidati compiti di controllo e sorveglianza della sicurezza nucleare. L'autorità risponde ai criteri stabiliti dalle direttive Euratom, che comprendono la qualificazione e l'autonomia decisionale e operativa, la dotazione di poteri giuridici, di risorse umane e finanziarie adeguate, nonché la separazione dagli organismi coinvolti nella promozione e nell'utilizzazione dell'energia nucleare o di materiale radioattivo.
  Gli organi dell'ISIN sono il direttore e la consulta, costituiti da tre esperti. Come sapete, lo scorso 10 agosto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Galletti, ha avviato la procedura per la nomina a direttore dell'avvocato Maurizio Pernice, direttore generale del Ministero dell'ambiente per la tutela del territorio e delle risorse idriche. Il garante della sicurezza nucleare rappresenta una figura centrale per la corretta gestione di materiali e rifiuti radioattivi, nonché per l'attuazione del piano di decommissioning nucleare, nel pieno rispetto degli standard di sicurezza internazionale. Con la nomina dei vertici ISIN sarà possibile definire anche le relative strutture e risorse, superando così questa lunga fase transitoria in cui il ruolo è stato svolto, comunque egregiamente, dal dipartimento nucleare rischio tecnologico industriale dell'ISPRA.
  Sul tema SOGIN è difficile non riconoscere che le difficoltà incontrate dalla società sono state evidenti e notevoli. La SOGIN è soggetta alla vigilanza dell'azionista Ministero dell'economia e delle finanze, e nell'ambito delle rispettive competenze alla supervisione del Ministero dello sviluppo economico, dell'ISPRA e della Corte dei conti, nonché al controllo e alla regolazione dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema il disco.
  Nel corso dell'assemblea svoltasi il 20 luglio è stato nominato il nuovo consiglio di amministrazione, che riunisce personalità di assoluto rilievo e di indiscussa competenza. Il nuovo amministratore delegato è l'ingegner Desiata, mentre presidente della società è il professor Marco Ricotti. Il consiglio di amministrazione è completato dalla dottoressa Feletig, dalla professoressa Massa e dal dottor Portinaro.
  La nuova consiliatura si trova ad affrontare un periodo complesso per la società. Al di là del risultato di esercizio, che nel 2015 è stato ancora positivo, non vi è affatto dubbio che le incertezze nella strategia e nella gestione aziendale hanno reso più lento il processo di decommissioning. Sono certo, però, che l'insediamento di nuovi vertici darà all'azienda l'impulso necessario. A questo proposito, SOGIN ci ha confermato che entro la fine dell'anno verranno presentati il budget 2017, il nuovo piano quadriennale e il nuovo piano industriale. La revisione del piano a vita intera, invece, sarà presentata entro ottobre 2017. Passando alla strategia nazionale e agli accordi con Regno Unito e Francia, la consultazione pubblica legata alla procedura VAS prima menzionata, che sarà tenuta in autunno sul documento di programmazione nazionale, rappresenta un tassello importante per garantire l'effettivo dispiegarsi della strategia italiana. Come sapete, essa poggia su tre pilastri: il riprocessamento Pag. 6 all'esterno del combustibile contenuto nelle ex centrali nucleari; il parallelo smantellamento dei siti, una volta allontanato il combustibile; la realizzazione di un sito di stoccaggio, ovvero il deposito nazionale dei rifiuti prodotti dallo smantellamento dall'attività di riprocessamento condotte all'estero.
  Le attività di riprocessamento all'estero del combustibile esaurito proveniente dalle ex centrali nucleari italiane sono condotte sulla base di due accordi. Innanzitutto, abbiamo l'accordo tra SOGIN e la Nuclear Decommissioning Authority, autorità responsabile della gestione del decommissioning nel Regno Unito. Il combustibile relativo da trattare è già stato inviato da tempo nel Regno Unito. Vi è poi l'accordo intergovernativo di Lucca per Italia e Francia del 2006, che prevede il trattamento in Francia di 235 tonnellate di combustibile nucleare utilizzato presso gli impianti italiani. Anche in questo caso la spedizione è stata effettuata quasi per intero. Restano da spedire solo 13 tonnellate, mantenute nei depositi temporanei in condizioni di sicurezza. Un combustibile a ossidi misti uranio-torio, presente presso l'impianto della Trisaia, non sarà invece sottoposto a ritrattamento e resterà temporaneamente in stoccaggio presso il sito stesso e successivamente presso il deposito nazionale.
  Gli accordi con l'estero prevedono che le giacenze di combustibile, le ulteriori materie e i rifiuti vetrificati e compattati, derivanti dal riprocessamento del combustibile in Francia e UK, dovranno essere restituiti all'Italia. Sui tempi del rientro, l'accordo con la Francia indica un periodo tra il 2020 e il 2025. Anche per il Regno Unito il rientro è previsto nello stesso periodo.
  In particolare, il summenzionato accordo intergovernativo di Lucca, del 24 novembre 2006, tra Italia e Francia ha previsto tre date fondamentali: 31 dicembre 2015 come termine ultimo per la spedizione del combustibile italiano in Francia, sotto riserva per le 15 tonnellate di combustibile MOX di ossido misto di Garigliano e di ottenimento delle autorizzazioni supplementari necessarie al loro trattamento da parte dell'autorità di sicurezza francese; 31 dicembre 2018, per la definizione del programma definitivo di rientro dei residui in Italia; 31 dicembre 2025, come termine ultimo per il completo rientro in Italia di rifiuti provenienti dal riprocessamento.
  Nell'attuazione di questo programma di operazioni con la Francia eravamo in una situazione di stallo, con una sospensione dei rapporti durata circa un anno e mezzo e poi positivamente sbloccata all'inizio del 2015. La sospensione delle attività, come sapete, era motivata da questioni tecniche e anche dei tempi dell’iter per il deposito.
  A seguito dei nuovi positivi elementi del percorso di realizzazione del deposito nazionale, consistenti nella pubblicazione del giugno 2014, da parte di ISPRA, della guida tecnica n. 29, con cui sono stati precisati i criteri di idoneità delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale, nonché nell'invio, il 2 gennaio 2015, da parte della SOGIN all'ISPRA della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale, il comitato italofrancese di monitoraggio, riunitosi a Parigi il 5 marzo 2015, ha concordato la ripresa dei trasporti di combustibili dalle due centrali italiane di Trino e deposito di Avogadro verso l'impianto di riprocessamento in Francia, a La Hague.
  Al riguardo si segnala che l'autorità di sicurezza francese ha concesso, in data 21 giugno 2016, l'autorizzazione alla modifica della licenza di esercizio dell'impianto di Le Hague. Ciò permetterà di adeguare tale impianto per il trattamento del combustibile MOX e di completare il ciclo di spedizione. Un nuovo incontro di monitoraggio dell'accordo è previsto per la fine del prossimo mese di ottobre. Nella fase attuale si sta valutando un aggiornamento del calendario di spedizione per tenere conto del ritardo derivante dal periodo, di circa un anno e mezzo, di sospensione dei trasporti, fermi restando gli impegni al rientro in Italia alla fine del trattamento.
  Rispetto alle attività di disattivazione e alle autorizzazioni, va detto che, fino al 2012, il lento stato di avanzamento del decommissioning era legato anche al nodo Pag. 7delle autorizzazioni e della lentezza dei processi amministrativi. Con l'entrata in vigore di una nuova norma – articolo 24 del decreto-legge 24 gennaio 2012 n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 – sono state ridefinite le procedure autorizzative sui progetti di disattivazione e smantellamento, nonché previsti tempi massimi di valutazione e strumenti di intervento per sbloccare la valutazione sulle domande presentate da oltre un anno.
  Rispetto alla frammentazione amministrativa, che richiedeva l'acquisizione di numerose autorizzazioni a livello centrale e locale, è stato quindi introdotto, anche nel settore nucleare, lo strumento dell'autorizzazione unica, con la partecipazione di comuni e regioni. Questi ultimi sono parte del procedimento e sono chiamati a dare un parere obbligatorio, ma non vincolante. I comuni, inoltre, mantengono il compito di approvare eventuali varianti urbanistiche nel primo consiglio comunale successivo al rilascio dell'autorizzazione MISE, informando il Ministero stesso.
  Le nuove norme sono state poste subito in attuazione e hanno dato risultati positivi. Sono state indette le conferenze di servizio che hanno portato, nel giro di tre anni, ad autorizzare numerosi interventi.
  Naturalmente, l'architrave della strategia di messa in sicurezza degli ex impianti nucleari e di conservazione dei rifiuti ruota attorno alla realizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, che costituisce un'infrastruttura indispensabile per la messa in sicurezza dei rifiuti derivanti non solo dalle attività ormai trascorse di produzione di energia elettrica, ma anche dalle attività industriali, sanitarie e di ricerca.
  Nel deposito saranno smaltiti, a titolo definitivo, tutti i rifiuti a bassa e media attività e saranno immagazzinati a titolo temporaneo rifiuti ad alta attività, nonché il combustibile irraggiato proveniente dall'esercizio degli impianti nucleari, in attesa del conferimento definitivo al deposito geologico. Il deposito sarà, inoltre, inserito in un parco tecnologico di ricerca specializzata nel settore del trattamento dei rifiuti radioattivi.
  Il deposito nazionale e l'annesso parco tecnologico sono indubbiamente strutture necessarie per il Paese, dal momento che, una volta realizzate, consentiranno di gestire in modo più sicuro, razionale e controllato i rifiuti radioattivi in Italia e di ridurre, al contempo, i rischi di traffici illeciti internazionali. Sarà un deposito di superficie dedicato alla sistemazione definitiva di circa 75.000 metri cubi di rifiuti a bassa e media attività, e all'immagazzinamento a titolo provvisorio di circa 15.000 metri cubi di rifiuti ad alta attività. I più moderni e avanzati depositi superficiali, analoghi a quelli italiani, si trovano in Francia, Spagna, Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. La struttura sarà realizzata all'interno di un parco tecnologico concepito come un centro di eccellenza italiano, aperto a collaborazioni internazionali.
  Ad oggi vi sono stati passi avanti nel percorso di realizzazione del deposito nazionale. Il 3 giugno l'ISPRA ha pubblicato la guida tecnica n. 29, che menzionavo prima, relativa ai criteri per la localizzazione delle aree idonee. Il Ministero dell'ambiente, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, ha emanato il decreto 7 agosto 2015 sulla nuova classificazione dei rifiuti radioattivi. Il 2 gennaio 2015, SOGIN ha trasmesso a ISPRA una proposta di carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del parco tecnologico, nonché un progetto preliminare per la realizzazione del parco stesso.
  L'ISPRA ha valutato la coerenza delle aree proposte con i criteri fissati e la correttezza dei dati cartografici e ha predisposto una relazione contenente gli esiti delle verifiche condotte. Il 13 aprile 2015 il Ministero dello sviluppo economico ha chiesto a SOGIN chiarimenti al fine di arrivare di avere un quadro più esaustivo della situazione in termini di potenziale idoneità delle aree.
  Il 14 aprile 2015 il Ministero dell'ambiente ha chiesto a ISPRA di comunicare a SOGIN i rilievi formulati nella propria relazione e di provvedere a verificare il corretto recepimento di detti rilievi da parte della SOGIN. SOGIN ha trasmesso all'ISPRA, Pag. 8 con varie note, l'aggiornamento della proposta CNAPI, la relativa documentazione tecnica di supporto e la proposta di ordine di idoneità delle aree CNAPI. L'ISPRA, a seguito di verifica e valutazione, condotte in merito alla validazione dei dati cartografici e della coerenza degli stessi con i criteri fissati sia nella guida tecnica sia dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha trasmesso al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell'ambiente, in data 20 luglio 2015, l'aggiornamento delle valutazioni sulla revisione della CNAPI e sulla sopracitata documentazione.
  Il passaggio successivo, ossia la pubblicazione della carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del parco tecnologico e del deposito nazionale, è strettamente intrecciato alla strategia nazionale, con particolare riferimento al programma nazionale di cui ho parlato. Poiché la realizzazione del deposito è parte di un processo che richiede un quadro programmatico chiaro e previamente verificato sotto il profilo ambientale, il Governo ha avviato sul programma nazionale il processo di VAS. Conseguentemente, la pubblicazione della carta deve collocarsi in un momento successivo alla consultazione pubblica sul programma nazionale e sul rapporto ambientale, in modo che i cittadini possano disporre di tutte le informazioni utili a meglio comprendere e valutare.
  Infatti, il processo di localizzazione del deposito deve svolgersi nella massima trasparenza e completezza informativa verso i cittadini, spiegando in modo chiaro i motivi per cui l'Italia, come tutti i Paesi che hanno generato o continuano a generare rifiuti nucleari, debba farsi carico della gestione in sicurezza. Se le previsioni sui tempi della procedura di VAS e dell'approvazione del programma saranno rispettate, la pubblicazione della carta si colloca tra il secondo – cioè la fine della consultazione – e il terzo – che è l'approvazione del programma – trimestre del 2017. Le scelte localizzative andranno spiegate con estrema chiarezza: nessuno deve avere il minimo dubbio sulla sicurezza delle procedure e dello stesso insediamento.
  Inoltre, l'opera può costituire un'occasione di ricadute di sviluppo importanti per il territorio. Gli investimenti previsti per la localizzazione e la realizzazione del parco tecnologico nazionale ammontano, complessivamente, a 2,5 miliardi di euro. In pratica, dove si andrà a localizzare il deposito vi saranno investimenti molto qualificanti, per un ammontare di 2,5 miliardi, e si creeranno importanti attività di ricerca e formazione.
  La SOGIN è incaricata dalla legge di organizzare un seminario nazionale dedicato agli enti locali sul cui territorio ricadono le aree interessate dalla proposta di carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, alle associazioni territoriali, alle università e agli enti di ricerca.
  L'esito della consultazione condurrà a una versione aggiornata della proposta della carta nazionale delle aree idonee che, con il parere di ISIN, sarà approvata dai Ministri competenti (Ministro dello sviluppo economico, di concerto con quello dell'ambiente e con quello delle infrastrutture e trasporti). Soltanto quella sarà la carta nazionale delle aree idonee alla localizzazione del deposito nazionale. Seguirà, quindi, una procedura per l'acquisizione di possibili manifestazioni di interesse aperta a regioni ed enti locali.
  In caso di mancato raggiungimento delle intese sulle aree idonee, la decisione sarà assunta con deliberazione motivata del Consiglio dei Ministri, a tal fine integrato con la partecipazione di ciascun presidente di regione interessato. Seguirà, poi, una fase di indagine tecnica su ciascuna area idonea, svolta da SOGIN sotto la vigilanza dell'ISIN, per arrivare alla formulazione della proposta finale di localizzazione, tenendo conto dell'idoneità e delle valutazioni vincolanti dell'organo di sicurezza. Sul sito finale, per gli aspetti relativi all'attività di ricerca, sarà sviluppato un progetto specifico per lo svolgimento della successiva fase autorizzativa, curata dal MISE.
  Da ultimo, vorrei sottolineare non solo la complessità dell'intero processo, ma anche la sua delicatezza. Indubbiamente, la situazione riflette una serie di ritardi e Pag. 9rinvii che si sono sommati nel tempo. Almeno in parte questo è dovuto sia all'esigenza di comunicare e spiegare con competenza e razionalità i passi da compiere, sia alla necessità di costituire questa infrastruttura.
  In conclusione, onorevoli deputati, non intendo negare che vi siano stati ritardi e criticità nella gestione dell'intero processo. Credo, tuttavia, che nelle ultime settimane si siano finalmente create le condizioni per riprendere un lavoro serio di approfondimento, confronto e garanzia. Vi sono, oggi, le condizioni per verificare con i cittadini, passo dopo passo, la correttezza delle procedure. Puntiamo molto ai contenuti che potranno venire fuori dalla consultazione pubblica sul programma e dalle successive conclusioni della VAS come primo momento di garanzia di qualità ambientale del processo.
  In parallelo, come ho detto, potrà avviarsi anche la procedura pubblica sulla carta dei siti. In più, il completamento sulle scelte dell'assetto di SOGIN e ISIN rappresentano una precondizione ineludibile per assicurare che tutto si svolga in modo efficace, trasparente e secondo modalità condivise, e che tutti possano comprendere e verificare le scelte compiute in tempo reale, trovando riscontro nelle proprie giuste pretese di certezza e sicurezza. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Do ora la parola ai colleghi che desiderano intervenire.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Vorrei porle, velocemente, tre domande. Nel marzo scorso, in Senato, la sottosegretaria Degani ha affermato che a febbraio il Ministero dell'ambiente aveva trasmesso lo schema di programma nazionale al dipartimento per le politiche europee per il successivo inoltro alla Commissione europea. Successivamente si è constatato che questo documento non costituiva lo schema del programma nazionale, ma solo un rapporto preliminare e che, nell'aprile scorso, è stata aperta nei confronti dell'Italia la procedura d'infrazione, con la costituzione in mora per la mancata trasmissione del programma. Lei ha spesso utilizzato il termine «programma nazionale». Vorrei quindi capire se questo programma c'è, oppure siamo – come ci risulta – ancora nella fase istruttoria.
  L'altra domanda riguarda SOGIN. Dai dati di bilancio del consuntivo del 2015 è emerso, nel consiglio di amministrazione, che una parte delle risorse spese, dei 77 milioni, riguardavano spese una tantum, non incluse nei programmi del CdA...

  PRESIDENTE. Parla di SOGIN?

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Sì. Inoltre, per il 2015 risulta soltanto un impegno di 21 milioni sui 100 programmati. Ci sono, insomma, difficoltà operative, pertanto vorrei capire come intende intervenire il suo Ministero. Da ultimo, sull'ISIN risulterebbe ancora mancante la nomina dei tre componenti membri della consulta, i quali hanno compiti di espressione di pareri, anche obbligatori, nei confronti degli atti del direttore. Vorrei sapere se è in corso l’iter e quando si intende provvedere.

  PRESIDENTE. Se il Ministro intende rispondere subito, gli cedo la parola.

  CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Sul programma nazionale abbiamo fatto una trasmissione ufficiale – peraltro ne ho copia qui – alla Commissione europea. Il processo è chiaro: quelli sono gli elementi del programma nazionale, che però diventa definitivo quando ci sono tutte le osservazioni. Tuttavia, è un documento molto completo e articolato. Il processo è, dunque, avanzato ed è ripreso dopo un periodo di ritardo. Pensiamo di riuscire a concluderlo, come dicevo, intorno all'aprile 2017 in maniera formale.
  Per quanto riguarda SOGIN, ho incontrato gli amministratori che sono stati nominati proprio di recente. Anzi, nella prima audizione che avevate previsto di svolgere questi erano ancora in corso di nomina, quindi ancora non nominati. Ad ogni modo, li ho incontrati e ho chiesto loro ciò che ho menzionato. Costoro faranno Pag. 10 una ricognizione sul budget e sullo stato non solo di quello che è stato speso e di quello che verrà speso, ma anche di come è stato speso. Mi aspetto una relazione su questo, che ovviamente siamo pronti a condividere in pieno con il Parlamento.
  Per quanto riguarda l'ISIN, anche se non è proprio di mia diretta competenza, come ho detto, i membri sono stati individuati. Sono convinto che il Ministro Galletti procederà rapidissimamente alla nomina.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio il signor Ministro. Nella sua relazione lei ha parlato di immagazzinamento di rifiuti anche ad alta attività nel deposito nazionale. Quindi, le chiedo se ho capito bene. Nella provincia di Vercelli, anche come Commissione, abbiamo potuto ispezionare l'andamento dei lavori. Vorrei chiedere un eventuale aggiornamento su come sta procedendo questa attività. Anche se tecnicamente non si parla espressamente di un deposito nazionale, ma della possibilità di accogliere anche una parte dei rifiuti dei combustibili dalla Francia, vorrei capire come stanno procedendo i cantieri che avevamo notato essere un pochino altalenanti. Sempre nel vercellese, si era parlato dalla possibilità di iniziare metodi di riprocessamento sperimentali, in specie brevetti Ansaldo, quindi vorrei sapere se su questa cosa ha degli aggiornamenti.

  CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Sul deposito nazionale, confermo. Per quanto riguarda la eventuale criticità sui lavori, francamente non ne ho notizia, ma è una cosa che posso e possiamo approfondire.

  PAOLA NUGNES. Alcune domande sono state già formulate. Quello che mi preme sapere riguarda, innanzitutto, la questione del bilancio. Lei diceva che verrà espressa una relazione, ma il bilancio è già abbastanza chiaro, quindi la risposta che ha dato al mio collega non mi sembra pertinente, visto che comunque abbiamo una spesa di 44 milioni nel 2015 – tolte le una tantum – e che per il 2016 la situazione è ancora più grave, con 21 milioni sui 100 programmati.
  Questo vuol dire che i rallentamenti che stiamo registrando da due anni sono da assegnare anche al futuro. Questa programmazione di bilancio ci fa capire che stiamo ritardando ancora sulle progettazioni, quindi, a maggior ragione, si accumula ritardo sulle realizzazioni. Su questo dovrebbe essere molto più chiaro.
  Il programma è complicato e difficile, come siamo in grado di comprendere tutti, però la data di scadenza era agosto 2015: lei adesso parla di aprile 2017. Per abitudine italiana sappiamo che queste date tendono sempre a prorogarsi, quindi ci troveremo con due anni di ritardo. Peraltro, sui costi aggiuntivi per mancanza di progettazioni e realizzazioni in ritardo, avremo anche questa infrazione europea. Insomma, non credo che possiamo dirci sereni come stiamo facendo.
  Sulla terza domanda, visto che sono arrivata in ritardo potrebbe avere già specificato l'aspetto in questione, che però vorrei capire, anche perché la domanda del collega Zolezzi verteva proprio su questo. Non mi è chiara la questione dei due depositi, ovvero di un solo deposito, rispetto all'affermazione del Ministro Guidi che ci fu comunicata, quindi le chiedo la cortesia di tornare su questo, anche laddove lo avesse già specificato.

  PRESIDENTE. Si riferisce alla questione alta radioattività?

  PAOLA NUGNES. Sì, cioè al fatto che un solo deposito accoglierà tutti e due i tipi di rifiuti in tempi diversi.

  CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Parto da questo. Confermo quanto detto nella relazione. Vi sono due temi e ho detto con grande chiarezza che c'è stato un ritardo. La passata gestione della SOGIN è stata lacunosa. Questa è anche la ragione per cui abbiamo rinnovato tutti gli amministratori. Questo, però, non fa scudo alla questione che c'è un ritardo, al contrario. Pag. 11
  Vi ho detto che abbiamo chiesto al nuovo management – a cui vanno lasciati, però, due mesi di tempo e abbiamo parlato di novembre perché, di fatto, sono arrivati prima dell'estate – di cercare di correggere, in termini gestionali, il ritardo che si è verificato e di fare una relazione puntuale su questo. Anche per quanto riguarda il programma nazionale – mi pare di averlo detto con un certo grado di chiarezza – nessuno è soddisfatto (almeno, io non lo sono) dell'andamento di questo processo, che è molto complesso e difficile: non è un processo banale per nessun Paese, in particolare per l'Italia.
  In questa relazione, che ovviamente vi sarà consegnata, vi ho dato il nostro piano dei lavori mese per mese, che non prevede qualcosa in più dei tempi che sono previsti, per esempio, per i giorni di consultazione pubblica e la presa di decisione: è il minimo Gantt possibile. Su questa base sarete pienamente nelle condizioni di verificare se il piano sarà rispettato.
  Voglio, però, risponderle. Sono stato molto chiaro su questo. Ho detto con grande chiarezza che non sono soddisfatto, che ci sono stati dei problemi e delle lacune. Quello che possiamo fare è raddrizzare il percorso, spiegando in totale trasparenza quali saranno i tempi, sia per il programma, sia per la pubblicazione della CNAPI, sia per quanto riguarda l'analisi che il nuovo management di SOGIN, che è di grande qualità dal punto di vista dei curricula, farà rispetto ai ritardi accumulati.

  PAOLA NUGNES. È possibile avere una quantizzazione economica di questi ritardi, che lei pure ammette? Mi riferisco sia all'infrazione, sia a tutti i ritardi che sono stati accumulati in questo tempo, in termini squisitamente economici. Inoltre, lei dice che, appunto, questa carta delle aree possibili verrà pubblicata solo in seguito al dibattito sul programma nazionale, quindi in assenza della carta. Forse non ho compreso, ma per quello che è a mia conoscenza, ad agosto scorso il Ministero avrebbe dovuto concludere l’iter per la pubblicazione della carta nazionale delle aree dei siti probabili. Ora, questo iter è stato interrotto da una valutazione, che lei adesso ci faceva, dicendo che la carta sarà pubblicata solo in seguito al dibattito e non prima. In pratica, il dibattito si aprirà senza avere conoscenza di questo studio. Non le sembra, dunque, che porre le premesse del dibattito in mancanza di trasparenza faccia mancare un dato di conoscenza per la cittadinanza che deve, appunto, entrare in questo dibattito? Perché avete deciso di cambiare questo iter?

  CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. È proprio il contrario! Forse non mi sono spiegato bene. Il programma nazionale è oggetto di consultazione. Solo dopo l'approvazione del programma nazionale viene pubblicata la carta: avviene tutto prima!
  Tutto il programma nazionale è oggetto di consultazione. Alla fine della consultazione, quando viene promulgata, viene pubblicata anche la carta, proprio perché il dibattito successivo, che comunque ci sarà, deve essere completo di tutti gli elementi, anche quelli relativi alla consultazione sul programma nazionale. Quindi, è un processo lungo perché ha i suoi step – che vi ho riferito mese per mese e che ritrovate in un documento ufficiale – ma che consente il massimo livello di disclosure possibile, che credo sia l'obiettivo che lei proponeva. Pertanto, la consultazione non è sulla carta nazionale che poi viene pubblicata, ma è il contrario, perché è sul programma nazionale!
  Come ho detto prima, ho chiesto all'amministratore di SOGIN di fare una relazione su questo. Ovviamente, la relazione contemplerà anche la quantificazione del danno, che in questo caso sarà da ritardo. Dopodiché, quello che si può fare è farlo funzionare bene. Adesso abbiamo gli strumenti: sia SOGIN, sia ISIN possono far funzionare bene questo processo.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, vorrei porle io un quesito. Abbiamo fatto una visita presso tutti gli impianti che sono in Italia. Con questa Commissione non abbiamo fatto visita alla Casaccia, cioè all'impianto che è qui a Roma, tuttavia Pag. 12abbiamo visto Saluggia e tutti gli altri. Passo alla domanda. Nell'attesa che si vada al deposito in una situazione di standard di sicurezza più moderni rispetto agli attuali, che in alcune parti, così come abbiamo visto, sono non dico fuori norma – perché non sarebbe possibile – ma molto delicati per la tipologia di impianti, le chiedo se è stato previsto nella programmazione un controllo da parte dell'ente e da parte vostra sull'ente gestore per la fase di transizione. Faccio un esempio. Si è parlato della questione del rischio terroristico o anche del rischio sismico. Sicuramente ci sono strutture che sono state realizzate con criteri che non dovrebbero essere quelli applicati ad oggi. Vorrei capire se in questa fase di transizione l'attenzione viene posta, a suo giudizio, in maniera adeguata anche su questo aspetto.

  CARLO CALENDA, Ministro dello sviluppo economico. Questa è la principale attenzione che l'ente gestore deve realizzare nel suo lavoro. Tutto quello che ci siamo detti prima, infatti, è ancillare rispetto al fatto che la situazione attuale preveda una gestione in sicurezza. Il punto è giusto, dunque, soprattutto relativamente agli eventi straordinari. Sotto questo aspetto, farò immediatamente la richiesta di un assessment di rischio, non solo per quello terroristico, che è governato, ma anche per quello sismico e geologico, un rischio che, per la verità, di base è anche parte del luogo di identificazione di questi siti. Insomma, stiamo parlando di tutti i possibili double check che in questo caso vanno fatti. Questa è – ripeto – l'attività prioritaria della struttura dell'ente di gestione.

  PRESIDENTE. Se non vi sono altre domande, ringraziamo il Ministro della disponibilità e per il contributo offerto. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.15.