XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 115 di Mercoledì 3 agosto 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno, Gianpiero Bocci:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno ... 3 ,
Puppato Laura  ... 6 ,
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 ,
Orellana Luis Alberto  ... 7 ,
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno ... 7 ,
Nugnes Paola  ... 8 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 ,
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno ... 8 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno ... 9 ,
Puppato Laura  ... 9 ,
Bocci Gianpiero (PD) , Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 

Comunicazioni del presidente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 10

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 14.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno, Gianpiero Bocci.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno Gianpiero Bocci, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifica e al ciclo di depurazione delle acque.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione ha avviato sulla regione Campania, con specifico riguardo alle vicende concernenti l'accensione e la propagazione dei roghi nell'area situata a nord di Napoli, meglio conosciuta come «Terra dei fuochi».
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare, in presenza di fatti illeciti sui quali sono in corso indagini future coperte da segreto e consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Ricordo al sottosegretario che, come è noto, ci occupiamo fondamentalmente di questioni ambientali e di altri aspetti a esse relativi. È evidente, però, che in questo caso il problema ha una dinamica che si riverbera non solo sulle questioni ambientali, ma anche sull'ordine pubblico, coinvolgendo la gestione di aziende illegali che bruciano i loro rifiuti in modo scorretto, causando diverse altre problematiche. Cedo, dunque, la parola al sottosegretario Bocci per una breve introduzione, dopodiché i colleghi che lo ritengano opportuno potranno porre domande.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno. Grazie, presidente. Prima di rispondere alle sollecitazioni che lei ha appena ricordato, vorrei sottolineare che proprio ieri è avvenuto un passaggio importante nell'azione del governo volta al risanamento della «Terra dei fuochi», con l'approvazione, da parte del Comitato interministeriale di cui al decreto-legge n. 136 del 2013, del documento operativo che indica le linee di intervento e le misure da attuare. Nei prossimi giorni il programma verrà sottoposto all'esame del CIPE per verificare le possibili fonti di finanziamento.
  Sotto lo specifico profilo della sicurezza, le misure indicate nel piano sono orientate a potenziare le capacità di contrasto dei fenomeni da parte delle forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco, dell'Esercito e delle polizie locali, dotandoli di strumenti tecnologici di supporto, quali sistemi di videosorveglianza, di telerilevamento e di georeferenziazione per il pronto intervento e mettendoli nelle condizioni di utilizzare Pag. 4appieno e nella maniera più incisiva il nuovo codice penale dell'ambiente, attraverso un'attività formativa che coinvolgerà anche le diverse procure della Repubblica.
  Sorvolo per questioni di tempo sul documento che ho appena citato, ma lascio agli atti la parte che lo illustra, per passare, invece, al tema specifico dell'audizione.
  Innanzitutto, intendo far presente che per contenere il fenomeno dei roghi dolosi di rifiuti l'amministrazione dell'Interno ha messo in campo un complesso dispositivo di intervento, dispiegando un'azione articolata su più livelli e con il coinvolgimento del sistema degli enti locali e dell'associazionismo; il tutto nel quadro delle attività previste dal Patto per la Terra dei fuochi, a cui farò accenno tra poco, e con il coordinamento dei prefetti di Napoli e Caserta e dell'incaricato per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti nella regione Campania.
  In questo contesto, gioca un ruolo rilevante la mancanza di interventi puntuali e tempestivi di rimozione dei rifiuti e di pulizia e taglio della vegetazione spontanea da parte dei comuni e degli altri enti proprietari e gestori delle strade, nonché dei privati frontisti.
  Tanto detto, sui fattori di innesco degli incendi riferisco che il fenomeno dei roghi nella Terra dei fuochi è costantemente monitorato dai comandi provinciali dei Vigili del fuoco di Napoli e di Caserta, che hanno registrato, a decorrere dal 2013, una netta diminuzione degli interventi di spegnimento di incendi di rifiuti.
  Che il regresso del fenomeno sia iniziato nel 2013 non appare una circostanza casuale. A luglio di quell'anno, infatti, risale il Patto che è stato promosso dall'amministrazione dell'Interno e che ho sottoscritto con tutte le istituzioni pubbliche e private interessate e con diverse forme di associazionismo che, insieme alle istituzioni locali, vi hanno contribuito.
  A cavallo tra il 2013 e il 2014, sull'onda del clamore che si era venuto a creare nell'opinione pubblica intorno alla Terra dei fuochi, il Parlamento ha approvato un provvedimento di urgenza (il decreto n. 136), contenente un ricco strumentario di misure volto ad affrontare le criticità ambientali, agricole, socioeconomiche e sanitarie, legate proprio all'illecito smaltimento dei rifiuti in Campania.
  Tra tali misure, l'introduzione del delitto di illecita combustione dei rifiuti e l'autorizzazione a impiegare i militari delle forze armate in affiancamento alle forze di polizia nell'attività di controllo hanno dato risultati molto importanti sul versante della prevenzione.
  I dati relativi al 2015 – ricordo che il Patto fu sottoscritto nel luglio 2013 – hanno confermato e ampliato il calo del fenomeno, con un 36 per cento in meno in provincia di Caserta e un 42 per cento in meno nell'area metropolitana di Napoli rispetto al 2012.
  Più recentemente, i dati riguardanti i primi 6 mesi dell'anno in corso, evidenziano che la flessione prosegue per la città metropolitana di Napoli con un ulteriore 10 per cento in meno rispetto allo scorso anno e il 55 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 2012.
  Diversamente, in provincia di Caserta, dove maggiore era stata finora la contrazione del fenomeno, negli ultimi sei mesi si è registrato un dato in aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno, ma comunque in netta diminuzione rispetto al 2012 (meno 60 per cento).
  Vi è da dire che il dato al rialzo nel casertano si spiega essenzialmente con le difficoltà amministrative, organizzative e finanziarie che alcuni comuni stanno incontrando nell'esercitare le proprie competenze, tra le quali la raccolta dei rifiuti urbani e assimilati.
  Rispetto alla tipologia dei rifiuti incendiati, la riduzione più significativa si è registrata per gli pneumatici, che sono stati tra i materiali più pericolosi per fumi che si sprigionano dalla combustione. Da gennaio a giugno, in provincia di Caserta non si è verificato nessun incendio di questo tipo, mentre erano stati 21 nello stesso periodo del 2012. Invece, in provincia di Napoli se ne sono registrati 10, contro i 49 del primo semestre 2012.
  Continuano, però, a essere numericamente più consistenti gli incendi di tessuti (58 in provincia di Napoli e 12 in provincia Pag. 5di Caserta nel primo semestre 2016). Il primato spetta all'area vesuviana, dove si concentra un numero consistente di aziende tessili abusive o borderline. Tuttavia, nessuna zona ne è completamente esente.
  Questa è la situazione a tutto lo scorso mese di giugno. Nelle ultime settimane sono divampati in provincia di Napoli alcuni incendi di vaste dimensioni e di diversa matrice, che hanno riacutizzato la preoccupazione e l'allarme nella cittadinanza a causa della successione ravvicinata nel tempo, della localizzazione in comuni compresi nell'area della Terra dei fuochi e del collegamento alla questione rifiuti.
  Il primo di essi, sviluppatosi il 9 luglio a Giugliano, ha riguardato il sito dell'ex discarica di ampliamento di Masseria del Pozzo, sequestrato dall'autorità giudiziaria e oggetto di un ampio intervento di risanamento e bonifica affidata al commissario di governo. L'incendio, di presumibile origine dolosa, ha interessato e danneggiato le opere di messa in sicurezza e la vegetazione che ricopre l'area.
  A circa dieci giorni di distanza, nel pomeriggio del 18 luglio è divampato un altro incendio all'interno del campo rom di Afragola che ha completamente distrutto i manufatti abusivi, i rifiuti e materiali di diversa tipologia ammassati al suo interno.
  L'episodio è ricollegabile alla pratica di utilizzare le aree in prossimità e interne ai campi rom per il deposito e lo smercio di materiali ferrosi, rame e plastica, talvolta rubati, suscettibili, attraverso canali di commercio irregolare, di procurare un guadagno abbastanza consistente.
  L'impatto dell'evento è stato molto forte per i fumi neri e acri che si sono levati dall'aria e che si sono diretti soprattutto nel vicino comune di Casalnuovo, creando forte allarme nella popolazione.
  Sono in corso le indagini per individuare le cause dell'incendio, le cui operazioni di spegnimento si sono protratte per quasi due giorni, mentre i circa 200 rom che occupavano l'insediamento si sono spostati nei campi limitrofi.
  Il terzo incendio, di dimensioni così vaste da rappresentare un evento eccezionale, ha investito nei giorni immediatamente successivi il versante sud del Vesuvio e ha impegnato il sistema antincendio boschivo e di protezione civile a causa dei numerosi focolai appiccati in diverse parti dell'area del Parco. Anche su questo evento sono in corso attività d'indagine.
  Vi sono stati, poi, altri incendi di minore portata coinvolgenti la vegetazione, tra i quali quello che ha interessato, due settimane fa, il versante della collina dei Camaldoli a Napoli, con fumi che si sono dispersi in altre aree.
  Come emerge dalla sintetica descrizione che ho appena svolto, si è trattato di episodi incendiari appartenenti a tipologie non omogenee, rispetto alle quali le pubbliche autorità hanno adottato ulteriori iniziative di prevenzione.
  Rispetto agli incendi di vegetazione strettamente legati alla stagione secca sono state date per tempo precise direttive alle amministrazioni comunali, agli enti parco e agli enti proprietari delle strade perché attivassero le misure di prevenzione antincendio, tra cui la pulizia del sottobosco, la realizzazione di barriere frangifuoco e il taglio di sterpaglie, e organizzassero un primo di intervento anche con l'impiego di volontari.
  Quanto agli incendi in prossimità o all'interno di insediamenti rom, le amministrazioni comunali sono state sensibilizzate ad attuare uno sforzo supplementare, volto a garantire, presso tali strutture, anche urgenti interventi straordinari di rimozione di quelle tipologie di materiale che presentano una maggiore capacità di combustione e di propagazione dei fumi tossici.
  Per quanto riguarda specificamente gli incendi dolosi di rifiuti, segnalo che per i territori più esposti a tale rischio, compresi Castel Volturno, Giugliano, Acerra e Caivano, i prefetti competenti e l'incaricato del Governo per il contrasto del fenomeno hanno promosso e coordinato numerosi incontri per la predisposizione di specifiche misure da parte dei diversi organi competenti.
  Informo che in una recentissima riunione di coordinamento delle forze di polizia, tenutasi nella prefettura di Napoli Pag. 6alla presenza dei procuratori della Repubblica di Napoli e Napoli nord, è stata condivisa l'utilità di un'estensione della rete di videosorveglianza nei siti più sensibili.
  Questo è un aspetto sul quale si è stabilito un confronto tra la prefettura e la regione Campania, che ha previsto un finanziamento di 7 milioni di euro destinati ai comuni delle aree interessate al fenomeno.
  Con l'obiettivo di rafforzare la vigilanza, nell'ultimo comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica di Napoli e Caserta è stata adottata una nuova pianificazione dei servizi, mirante a concentrare nelle 24 ore 200 uomini dell'esercito su sei quadranti operativi individuati nel giuglianese, nel caivanese, e nel vesuviano per la città metropolitana di Napoli, nel litorale Domizio, nell'aversano e nell'area compresa tra Marcianise e Maddaloni per la provincia di Caserta.
  Nel contempo viene sperimentata una modalità di impiego variabile del contingente militare, che coniuga le esigenze di vigilanza ravvicinata dei siti più sensibili con il controllo ad ampio raggio lungo gli assi viari di usuale il transito dei veicoli che trasportano illegalmente rifiuti.
  In relazione a particolari esigenze viene considerata anche la possibilità di effettuare interventi che prevedano l'impiego contemporaneo su specifici obiettivi e in attività coordinate dell'intero contingente dei militari assegnato a ciascuna provincia.
  Queste misure si aggiungono all'attività di contrasto condotte su tutta l'area dei 90 comuni della task force delle forze dell'ordine e delle polizie locali contro i reati ambientali, che hanno effettuato dall'inizio delle operazioni 3.242 controlli sulle aziende per la verifica delle procedure di trattamento degli scarti di lavorazione; 3.938 contravvenzioni; 1.161 denunce per violazioni ambientali, di cui 139 per il reato di incendio dei rifiuti; 100 arresti, di cui 68 per il predetto reato; 539 sequestri di aree interessate da scarico abusivo e combustione di rifiuti...

  LAURA PUPPATO. Questi dati a quando risalgono?

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno. Adesso, fino a giugno. Dunque, 539 sequestri di aree interessata da scarico abusivo; 331 sequestri dei veicoli impiegati per il trasporto; 500.000 euro di sanzioni amministrative.
  Per rendere ancora più incisiva la repressione è operativo un tavolo di lavoro con la procura generale di Napoli e le procure della Repubblica di Napoli, Napoli nord, Nola e Santa Maria Capua Vetere, per l'omogenea e tempestiva applicazione della normativa che ha introdotto di recente i nuovi delitti contro l'ambiente.
  Questo è un passaggio importante proprio per l'unità e l'omogeneità dell'azione. A tal fine si è tenuta una specifica attività di formazione interforze per detective ambientali, diretta a oltre 300 uomini delle forze di polizia, dei Vigili del fuoco e delle polizie locali.
  In parallelo, sul piano amministrativo sono in corso di attuazione misure per il supporto giuridico, tecnico e finanziario degli enti locali, funzionali alla realizzazione di interventi di bonifica, riqualificazione e telecontrollo del territorio.
  Vi è, inoltre, un ampio coinvolgimento delle associazioni ambientalistiche e civiche. In particolare, in attuazione del programma europeo per i cittadini, l'incaricato del governo e la Federazione delle associazioni dei comitati civici hanno costituito la rete degli osservatori civici per la tutela della salute e dell'ambiente, che conta già oltre 350 aderenti.
  Mi limito, ovviamente, ai passaggi più significativi. La relazione, che è molto più corposa, verrà deposita agli atti.
  La partecipazione e la collaborazione della cittadinanza si avvale anche dell'applicazione di strumenti tecnologici sotto il titolo «Aiutateci a spegnere i fuochi», che permette a ogni cittadino, con l'invio di una semplice segnalazione georeferenziata fotografica, di attivare interventi dei Vigili del fuoco, dei comuni e delle forze dell'ordine.
  Mi avvio a concludere l'intervento, tratteggiando più in dettaglio l'apparato di intervento urgente messo in campo dall'organismo istituzionalmente preposto allo Pag. 7spegnimento degli incendi, ovvero il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
  Premetto che dal 2009 a oggi, nei territori interessati dal fenomeno, i Vigili del fuoco dei comandi di Napoli e Caserta hanno effettuato complessivamente oltre 30.000 interventi di spegnimento, che salgono a oltre 80.000, se si parte dal 2005. Come già accennato, il numero degli interventi è andato sensibilmente diminuendo negli ultimi anni.
  In gran parte, essi hanno avuto breve o brevissima durata; non hanno richiesto risorse idriche particolari e si sono conclusi, dal momento della partenza fino al rientro della squadra, in mezz'ora. Un'altra fetta di interventi si è esaurita in tre ore, con l'impiego anche di autobotti. Naturalmente, ci sono stati anche altri interventi di durata superiore alle tre ore.
  Le procedure operative di intervento standard in occasione degli interventi per incendi di rifiuti comportano l'attivazione in sito di soggetti altamente specializzati. Si tratta, in particolare, dei tecnici dell'ARPA Campania, competente per lo svolgimento di attività di monitoraggio e controllo ambientale e per l'individuazione di eventuali misure finalizzate all'igiene e alla salubrità dell'aria a tutela della popolazione esposta.
  A essi si affianca l'intervento del nucleo regionale batteriologico, chimico e radiologico dei Vigili del fuoco sul luogo dell'intervento, i livelli e le misure di protezione degli operatori, nonché degli altri soggetti istituzionale intervenuti (forze dell'ordine, sanitari del 118, tecnici comunali), che sono in rapporto ai prodotti tossici di combustione dei materiali coinvolti dall'incendio di rifiuti.
  Sotto un profilo di prevenzione e pianificazione, segnalo che le strutture territoriali dei Vigili del fuoco forniscono i dati relativi alla distribuzione territoriale e alla tipologia degli interventi di spegnimento effettuati, affinché se ne tenga conto in sede di elaborazione della mappa del rischio.
  Sempre in un'ottica di prevenzione il dipartimento dei Vigili del fuoco ha avviato un progetto articolato su due obiettivi. Il primo è il potenziamento dell'attività di individuazione e successivo smaltimento immediato dei cumuli di rifiuti; l'altro è il monitoraggio della radioattività.
  Si tratta dello sviluppo di attività che vedono il Corpo nazionale già impegnato in via sperimentale nello svolgimento di monitoraggi ambientali con mezzi aerei, cosiddetti droni ed elicotteri, e con automezzi appositamente equipaggiati per tali finalità.
  Tra le varie iniziative intraprese di recente merita di essere segnalata quella della procura della Repubblica di Napoli che ha emanato un apposito protocollo contenente le linee di indirizzo investigative in materia di combustione dei rifiuti abbandonati o depositati in modo illecito.
  Con tale documento la procura ha inteso, tra l'altro, affidare al Comando dei vigili del fuoco di Napoli il compito di dare inizio alla filiera dell'attività investigativa mediante l'attivazione, per il tramite della propria sala operativa, dell'intervento sul posto delle forze dell'ordine.
  Un ulteriore strumento a supporto dell'azione investigativa è stato costituito dai sistemi di ripresa video portatili utilizzati dal Comando dei Vigili del fuoco. Tali dispositivi consentono di documentare le fasi salienti dell'operazione di spegnimento dei rifiuti da mettere a disposizione delle Forze dell'ordine intervenute in vista delle relative attività di indagine.

  PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario. Abbiamo una decina di minuti per le domande. Do quindi la parola ai colleghi che desiderino intervenire.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Ho una domanda telegrafica. Non si capisce l'origine di questi rifiuti. Sono tutti prodotti di attività locali oppure vengono da altre regioni?

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno. Ci sono diversi fascicoli delle diverse procure. Nella fattispecie, ne abbiamo almeno quattro sui quali sono in corso indagini. Ci sono, dunque, delle omissioni dovute proprio all'attività investigativa in corso. È chiaro, però, che parliamo principalmente di rifiuti che Pag. 8gravitano in aree abbastanza vicine alle zone interessate dall'oggetto di indagine della Commissione.

  PAOLA NUGNES. La ringrazio molto di questa esposizione. Devo confessare che quando ha parlato dei droni e dei sistemi satellitari ho perso il filo, quindi le chiedo di specificare meglio se sono interventi in programmazione o sono già all'attualità. Questo aspetto mi interessa molto.
  Tuttavia, questa architettura molto complessa che si sta sviluppando si è costruita in tre anni, quindi noto un certo ritardo nel mettere in moto la macchina. La nostra preoccupazione, dunque, è che siamo in ritardo perché quello che manca è proprio la prevenzione. Parliamo, infatti, più di spegnimento e meno della prevenzione e del controllo del territorio.
  Tra l'altro, non conosco le linee guida di cui ci lascerà copia, anche perché il documento deve ancora passare per il CIPE, quindi non si sa ancora la cifra degli stanziamenti per il potenziamento delle forze dell'ordine, dei macchinari e delle strumentazioni. Può darsi che ci troveremo in un'altra situazione.
  A ogni modo, oggi abbiamo i 7 milioni per le videocamere su 90 comuni, che però sono stati stanziati tre anni fa, ma non sono ancora sul territorio, ovvero non sono ancora diventati telecamere. Insomma, ci preoccupano i tempi di realizzazione delle misure.
  Inoltre, il fatto che gli spegnimenti siano diminuiti ci sembra in contraddizione con l'aumento delle segnalazioni georeferenziate. In una chiacchierata fuori sede con il dottor Cafagna mi veniva riferito che questo dipende dal fatto che la società civile è più sollecitata, ma potrebbe anche darsi che sono aumentati gli incendi, ma sono diminuiti gli interventi. Capirà questa mia perplessità, che mi crea un ulteriore problema. Quindi, mi chiedevo se c'è rischio che questo dubbio sia reale.
  Ancora, lei diceva, giustamente, che la prevenzione passa anche dal semplice spazzamento delle strade alla rimozione del materiale incendiato. I comuni, quindi, sono inefficienti per una serie di motivi anche probabilmente economici. Tuttavia, adesso con il reato di omessa bonifica, come ci diceva anche il dottor Cafagna nel citato incontro, ci sarebbe la possibilità di incidere rispetto a questa inadempienza. Ecco, lei ritiene che si possa fare?
  Tutto quello che ci ha presentato a oggi, ovvero al 2016, sono programmazioni che mi auguro saranno attuate. Si parla di uomini che verranno addestrati, ma sono 200 militari per 90 comuni. Peraltro, molti li incontriamo anche a piazza del Plebiscito con i loro carrarmati, anche se vi assicuro che lì l'incendio non c'è mai stato. Ecco, quelli sono altri rispetto ai 200 di cui diceva?
  In ogni caso, 200 uomini non addestrati da un punto di vista investigativo e che non sono a conoscenza del problema sono pochi e probabilmente inadeguati nella loro funzione. Pochi sono anche gli uomini delle polizie ambientali. Non nomino neanche più il Corpo forestale, visto che lei non l'ha fatto. Ecco, non vorrei che le sue fossero solo belle parole. Insomma, è una bellissima relazione, che però vorrei vedere immediatamente realizzata.

  PRESIDENTE. L'onorevole ha fatto un misto tra considerazioni e domande. Le do la parola per la replica.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno. Sarò veloce. Non c'è dubbio che la prevenzione sia fondamentale. Infatti, l'obiettivo non è solo quello della repressione, ma evitare che il delitto venga commesso, soprattutto se crea danni come in questo caso.
  Tuttavia, quando parlavo di incendi e del trend decrescente, nella relazione noterà – nell'esposizione ho fatto dei salti per ragioni di tempo – che diminuisce non solo la quantità del numero degli incendi, il che è già abbastanza significativo, ma cambia anche la qualità e la quantità del tipo di incendio, che in teoria sta dentro a quel salto di qualità che prima auspicavo. Infatti, con un'accortezza istituzionale maggiore da parte di tutti probabilmente saremmo nelle condizioni di poter incidere anche su questo aspetto.
  La necessità che lei sottolinea di formazione per migliorare la qualità degli investigatori Pag. 9 sta esattamente in quello sforzo che prima ricordavo da parte delle procure interessate, che hanno formato un gruppo interforze che si occupa proprio di questo.
  A un livello diverso, si sta cercando di sensibilizzare e di formare alcuni uffici della pubblica amministrazione e delle istituzioni che sono sull'area non solo per migliorare la qualità della risposta, ma anche per evitare che ci sia la necessità di rincorrere il delitto, impedendo che possa verificarsi.
  Concludo dicendo che le tecnologie nuove sono quelle che ha ricordato e che stanno dentro all'affidamento che le procure hanno fatto al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che si avvale di quelle tecnologie fin da adesso. Sono, peraltro, tecnologie importanti non solo per arrivare in tempo utile, ma anche per capire quali sono le dinamiche a monte.
  L'ultima considerazione riguarda i 7 milioni. Lei ha ragione nel dire che sono quelli stanziati precedentemente, ma quando accennavo all'accordo interministeriale di ieri non mi riferivo a queste risorse, che sono stanziate – ripeto – per la videosorveglianza in alcuni comuni, anche se sicuramente non sono sufficienti.
  Il progetto interministeriale che abbiamo approvato ieri presso il Ministero dell'ambiente e che adesso passerà all'esame del CIPE per la copertura finanziaria (che se non ricordo male gira intorno ai 150 milioni di euro) comprende una serie di interventi che vanno nella direzione che lei giustamente ha ricordato.

  PRESIDENTE. La natura degli incendi è varia. In alcuni casi, quando sono all'interno di alcuni impianti, sono di natura dolosa perché, probabilmente, ci sono degli interessi di un certo tipo. In altri casi abbiamo notato questa diffusione, come veniva ricordato, soprattutto in relazione dall'attività dei rom o di gruppi organizzati per estrarre rame o altro.
  Quando siamo stati a Giugliano, nella famosa discarica Resit, all'interno di questo comprensorio di ex discariche, che già di per sé non è un ambiente sicuro, abbiamo notato che l'averci messo anche il campo dei rom è quasi incentivante affinché succedano cose di questo genere. È evidente, infatti, che se in mezzo a due discariche, dove c'è già una situazione di un certo tipo, mettiamo anche 400 rom, con i loro problemi, peggioriamo il quadro. Dopodiché, mi rendo conto che non è facile dislocare questa popolazione.
  A ogni modo, la domanda è se, almeno in funzione previsionale, state pensando di collocare altrove, ove sia possibile, questi campi, magari anche in accordo con gli enti locali. Non dico che devono andare in quartieri residenziali perché si aprirebbero altri problemi, però sicuramente non possono stare in mezzo a due cumuli di rifiuti perenni, dove già ci sono criticità enormi dovute proprio a questa situazione.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno. Sono d'accordo con la considerazione del presidente. Infatti, bisognerebbe evitare di sommare emergenze ad altre emergenze, altrimenti il sistema diventa ingovernabile.
  Su questo c'è un lavoro del tavolo presso le prefetture di Napoli e di Caserta, in sintonia con il ruolo del questore, non perché è gerarchicamente sopra al comandante provinciale dei Carabinieri e della Guardia di finanza, ma perché ha una responsabilità di pubblica sicurezza. Si sta cercando, quindi, di trovare alternative per rimuovere quelle situazioni che rendono la situazione ancora più drammatica, sommando a emergenze in corso altre emergenze.

  PRESIDENTE. Sul reato di omessa bonifica, immagino che nella relazione abbia citato l'applicazione della nuova regolamentazione.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno. Credo di aver fatto un passaggio anche prima, anche se molto brevemente.

  LAURA PUPPATO. Ho solo una curiosità, anche per capire se il tema è già contenuto nella relazione, ma non è stato dichiarato. Lei ha parlato della quantità di interventi preventivi e di verifica che sono Pag. 10stati fatti presso i vari punti dai quali si poteva presumere che possano partire i roghi e così via.
  Rispetto a questi, è in grado di dirci quante sono le aziende di contraffazione che sono state visitate o verificate e che sono, almeno da quanto appariva dei dati iniziali in nostro possesso, uno degli elementi importanti dal punto di vista dimensionale, ovvero della quantità di rifiuti (in particolare, mi pare si tratti di abbigliamento o di ritagli di stoffe e così via) che venivano depositati?
  Sarebbe interessante, infatti, capire quanto la prevenzione, come verifica preventiva nelle aziende, riesce a dare in termini di esito positivo rispetto alla mancata applicazione di roghi nelle campagne.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato al Ministero dell'interno. In un passaggio che ho fatto ho parlato di una percentuale molto forte della filiera tessile. In merito a quanto avvenuto negli ultimi tempi c'è un ribaltamento dell'incidenza di alcune filiere rispetto ad altre. Naturalmente, la conseguenza di questa considerazione è che quello della contraffazione è uno dei problemi veri del sistema, che ha bisogno di molta prevenzione e di molto controllo.
  Come ho accennato, i dati sui controlli nelle aziende sono molto alti proprio perché rispondono alla considerazione che lei ha fatto. Ora, con precisione non saprei quantificare, ma se la Commissione ritiene che questo sia un dato utile posso trasmettervelo per iscritto.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre domande, ringraziamo il sottosegretario Gianpiero Bocci. Chiedo, invece, ai colleghi di fermarsi perché prima di sciogliere la Commissione devo fare delle comunicazioni.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, secondo l'orientamento ampiamente prevalente emerso nel corso della riunione svoltasi questa mattina dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nonché le intese intercorse per le vie brevi, la Commissione proseguirà lo svolgimento dell'approfondimento sulla regione Lazio a partire da lunedì 5 settembre prossimo con l'audizione della sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi, e dell'assessore alla sostenibilità ambientale, Paola Muraro.
  Comunico, inoltre, che il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Messina, Guido Lo Forte, ha trasmesso documenti relativi allo sviluppo di situazioni processuali riportate nella relazione territoriale sulla Regione siciliana, già approvata da questa Commissione. La suddetta documentazione è a disposizione presso l'archivio.
  Comunico inoltre che la dottoressa Valeria Allegro, consulente a tempo parziale e a titolo gratuito, ha rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico.
  Comunico infine che nel corso della riunione svoltasi il 19 luglio 2016 è stato stabilito che la Commissione non si avvalga ulteriormente della collaborazione a tempo pieno e a titolo gratuito del magistrato Alessandro Sutera Sardo.
  La seduta è tolta.

  La seduta termina alle 15.

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