XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 164 di Mercoledì 13 luglio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Lumia Giuseppe  ... 4 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 

Audizione del vice prefetto Salvatore Caccamo, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS):
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Caccamo Salvatore , già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS) ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Caccamo Salvatore , già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS) ... 10 
Magorno Ernesto (PD)  ... 10 
Caccamo Salvatore , già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS) ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Caccamo Salvatore , già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS) ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Caccamo Salvatore , già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS) ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Caccamo Salvatore , già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS) ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 

(La seduta, sospesa alle 15.05, riprende alle 15.15) ... 12 

Audizione del sindaco di Scalea (CS), Gennaro Licursi:
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Licursi Gennaro , sindaco di Scalea (CS) ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Licursi Gennaro , sindaco di Scalea (CS) ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Magorno Ernesto (PD)  ... 14 
Licursi Gennaro , sindaco di Scalea (CS) ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Licursi Gennaro , sindaco di Scalea (CS) ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Licursi Gennaro , sindaco di Scalea (CS) ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 14.05.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Comunicazioni della presidente.

  PRESIDENTE. Prima di procedere al punto all'ordine del giorno, che prevede l'audizione del vice prefetto Caccamo e del sindaco di Scalea, Gennaro Licursi, desidero fare una comunicazione alla luce dei fermi giudiziari per gravi reati eseguiti ieri a Reggio Calabria dalla direzione distrettuale antimafia nei confronti tra gli altri dell'architetto Cammera, già dirigente del settore servizi tecnici del comune di Reggio Calabria.
  Ritengo infatti necessario fare chiarezza alla luce di alcuni articoli apparsi sulla stampa locale e sottoporre alcune considerazioni in merito all'attività che la Commissione ha svolto sin dall'avvio dei propri lavori a fine 2013 relativamente alle vicende del comune di Reggio Calabria durante il periodo di scioglimento per mafia. Ricorderete infatti che la prima riunione fu tenuta proprio a Reggio Calabria, dove udimmo il Ministro dell'Interno e credo che proprio in quei giorni fosse arrivata la sentenza di conferma dello scioglimento del comune da parte del Consiglio di Stato.
  In occasione delle varie missioni svolte a Reggio Calabria avevamo richiesto più volte ai componenti della commissione straordinaria incaricata della gestione del comune durante lo scioglimento di rimuovere o quantomeno destinare ad altro incarico tutti i dirigenti responsabili di comportamenti opachi o inefficienti, in particolare nei settori amministrativi più a rischio di infiltrazioni mafiose.
  In occasione della seduta del 29 aprile 2014 l'attenzione si concentrò proprio sulla situazione dell'architetto Cammera, che risultava essere l'unico dei dirigenti non sottoposto alla rotazione degli incarichi e ancora a capo del settore dei lavori pubblici. Durante l'audizione la commissione straordinaria faceva presente di avere difficoltà collegate ai ridotti poteri che la legge attribuisce alle commissioni straordinarie, ma, a fronte di ripetute insistenze in particolare della sottoscritta e del vicepresidente Fava, la seduta si concludeva con il mio auspicio «che ci fosse già comunicata la rimozione dell'architetto Cammera».
  Tutti questi passaggi emergono chiaramente dal resoconto della missione, che nella seduta di ieri è stato appositamente declassificato con l'accordo di tutti i commissari, affinché chiunque possa prendere contezza di come la Commissione antimafia svolge i propri compiti istituzionali e di quanto, alla luce degli arresti di ieri, fossero motivate e lungimiranti quelle richieste.
  Successivamente, con nota pervenuta il 3 giugno 2014, è giunta una comunicazione da parte dei tre membri della commissione straordinaria, Chiusolo, Castaldo e La Paglia, Pag. 4 in cui testualmente si legge: «in relazione a quanto richiesto dalla Signoria Vostra nel corso dell'audizione di questa commissione straordinaria datata 29 aprile 2014, si comunica che sono state avviate le procedure finalizzate alla sostituzione del dirigente del settore dei servizi tecnici, architetto Cammera, nonché alla riorganizzazione del settore attraverso la richiesta, d'intesa con il Ministero degli interni, di personale ex articolo 145 del decreto legislativo 267 del 2000».
  Diceva sempre la stessa comunicazione dei commissari: «analoghe procedure sono state avviate, sempre d'intesa con il citato Ministero, per la sostituzione del segretario generale, dottor Pietro Emilio, che si presentano tuttavia complesse e di non immediata definizione».
  Avendo pertanto appreso ufficialmente dell'avvio delle procedure per rimuovere Cammera e ritenendo altrettanto importante, dopo aver esaminato la documentazione ricevuta, procedere nei confronti del segretario generale Emilio, nella riunione dell'Ufficio di Presidenza con l'accordo di tutti i colleghi si decise di inviare alla commissione straordinaria del comune di Reggio Calabria e per conoscenza all'onorevole Angelino Alfano, Ministro dell'interno, una lettera partita il 20 giugno 2014, in cui si faceva presente che «la Commissione ritiene quanto mai opportuno che, in occasione di scioglimento di un ente locale per infiltrazioni della criminalità organizzata, si determini una netta discontinuità anche nella conduzione amministrativa dell'ente».
  Con riferimento alla posizione del segretario generale del comune di Reggio Calabria si richiedevano tra l'altro quali fossero in concreto le procedure avviate dalla commissione straordinaria per la sostituzione di Paolo Emilio, esortando a procedere senza indugio a tutti gli adempimenti necessari a un atto di rimozione che appariva quanto mai urgente, anche alla luce di una serie di vicende che emergevano dalla documentazione raccolta, già sottostante alle motivazioni dello scioglimento del comune.
  Sempre con riferimento al citato segretario generale, infine, si richiedevano chiarimenti in merito ai criteri in base ai quali la commissione straordinaria l'aveva designato quale responsabile della prevenzione della corruzione, ai sensi della legge n. 190 del 2012.
  Successivamente è pervenuta in data 24 giugno anche una relazione dell'architetto Cammera, inviata alla commissione straordinaria e per conoscenza al prefetto di Reggio Calabria e alla Commissione antimafia, in cui si ricordava tra l'altro che era stato lo stesso Cammera a chiedere – ma come si è successivamente appreso, dopo aver saputo dell'interessamento della Commissione antimafia – di essere spostato ad altro incarico.
  Dopo di ciò, il 26 luglio 2014 la commissione straordinaria ha avviato il procedimento di revoca ai termini di legge dell'incarico del segretario generale Paolo Emilio, a cui è stato altresì revocato l'incarico di direttore generale il 3 giugno 2014. La relativa documentazione ci è stata poi trasmessa con lettera del 28 agosto 2014 dalla commissione straordinaria, che peraltro ha poi cessato la propria attività con l'elezione del nuovo sindaco dopo le elezioni comunali del 26 ottobre 2014.
  Ho ritenuto pertanto che queste precisazioni fossero doverose per tutelare e far conoscere il lavoro che la Commissione antimafia svolge in tutte le sedi e nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali, sia per finalità di trasparenza, sia per il migliore assolvimento dei compiti che la legge assegna alla Commissione d'inchiesta, tra cui in particolare quello previsto dall'articolo 1, comma 1, lettera n) relativo alla normativa concernente lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e la rimozione degli amministratori locali.
  Tanto era dovuto. Ci sono osservazioni in merito? Il senatore Lumia aveva una questione da porre.

  GIUSEPPE LUMIA. Brevemente, presidente, si sta ormai diffondendo la notizia della morte di Bernardo Provenzano, quindi adesso bisogna evitare che sia trasformato in un mito, un capo dei capi da celebrare Pag. 5magari con un sontuoso funerale dello stato-mafia proprio a Corleone.
  Naturalmente sono sicuro che questo non avverrà, anzi ringrazio la questura e la prefettura di Palermo che di recente hanno evitato casi del genere, però ritengo che anche la Commissione debba adoperarsi perché questo non avvenga.
  È importante anche riflettere sul fatto che, morto Provenzano, naturalmente non muore cosa nostra, c'è di recente un ritorno sui territori dei cosiddetti «fine pena», presenza altrettanto devastante. Tempo fa lo avevo già chiesto, presidente, e ribadisco la necessità di far pervenire in Commissione parlamentare antimafia un elenco aggiornato di tutti i capi di cosa nostra, ’ndrangheta, sacra corona unita, casalesi, camorra, così da avere una mappatura di questo fenomeno e, anche in vista della modifica nei prossimi giorni del testo unico antimafia, vedere come governare questo fenomeno anche sul piano delle norme di prevenzione, perché non possiamo reggere un tale ritorno sul territorio e ricominciare da capo.
  Una terza cosa, presidente: è molto importante vigilare che nella tv di Stato non si facciano errori come avvenuto con il figlio di Riina, prevenire è meglio che denunciare dopo, convocare qui, segnalare. Visto che con i Casamonica questo errore si è fatto, visto che con il figlio di Riina questo errore si è fatto, vorrei che non si ripetesse con qualche figlio di Provenzano, con Angelo Provenzano, anche questi ragazzi molto abili.
  Ho avuto un'esperienza diretta quando sono andato in visita a Parma con l'allora presidente della Commissione, la parlamentare europea Sonia Alfano, e allora fece, come ho potuto cogliere direttamente, delle aperture, ma lo Stato anche lì non seppe dare il meglio di sé, perché si scatenarono polemiche, divisioni, fughe di notizie probabilmente manovrate ad arte. Era sicuramente impossibile, dopo un Provenzano terribile killer e ragioniere, abile costruttore di relazioni e di collusioni con i servizi, con gli apparati, con la politica, con l'economia, pensare che Provenzano potesse assumere anche il volto del collaboratore dopo quello religioso strumentale, però una verifica andava fatta al meglio.
  Allora i figli si contraddistinsero per essere pronti ad andare a Caltanissetta, smentire il padre e fare di tutto perché non potessero saltare con una sua collaborazione tutti gli equilibri tra politica, Stato e mafia. Ecco perché, presidente, penso che anche in questa occasione il rischio che compaia il volto affascinante del capo buono, dell'uomo religioso, dell'uomo di una sorta di cosa nostra pacifista debba essere disinnescato preventivamente, evitando una possibile apparizione in tv di un figlio di Provenzano, probabilmente proprio di Angelo Provenzano, per non veder ripetere quello a cui già abbiamo assistito, che di fatto sono proclami di mafia.
  Per quanto riguarda il figlio di Riina nessuno mi toglie dalla testa che si sia candidato a guidare cosa nostra piuttosto che a prenderne le distanze. Ecco perché anche su questo piano preventivo sarebbe utile lavorare. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, senatore, per quanto riguarda l'elenco dei cosiddetti «fine pena» provvederemo a chiederlo al Ministero della giustizia, è vero che lei aveva già fatto questa richiesta e credo che possiamo procedere immediatamente in questo senso.
  Penso che non saranno necessari i nostri interventi per impedire funerali di Stato-mafia, chiaramente non si nega a nessuno la sepoltura, ma vanno negate le manifestazioni, e mi pare che in certi territori questo fosse già avvenuto, quindi non ci sono motivi per dubitare che la prefettura e la questura di Palermo si comportino in maniera diversa.
  Per quanto riguarda la presenza in trasmissioni televisive errare humanum est, perseverare è diabolico, quindi ci auguriamo che sia servita la lezione dell'altra volta. Approfitto infine per ricordare che c'è ancora un capo mafia latitante, Matteo Messina Denaro, che ci auguriamo venga quanto prima assicurato alla giustizia. Grazie.

Pag. 6

Audizione del vice prefetto Salvatore Caccamo, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del vice prefetto Salvatore Caccamo, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS).
  L'audizione odierna prosegue pertanto gli approfondimenti sui comuni oggetto della relazione approvata nella seduta del 31 maggio scorso, che sono tornati al voto nella scorsa tornata elettorale dopo lo scioglimento per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso.
  Ricordo quindi che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Ringrazio il vice prefetto Caccamo per la disponibilità e gli cedo volentieri la parola.

  SALVATORE CACCAMO, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS). Grazie, saluto la presidente e tutti i componenti della Commissione. Procedo con un excursus sulla gestione commissariale, faccio presente che io mi sono insediato presso il comune di Scalea solamente l'11 febbraio del 2015, in quanto l'originaria terna commissariale era coordinata dal prefetto Maria Teresa Cucinotta, che ha lasciato l'incarico commissariale il 1° gennaio del 2015, quindi io sostituisco la dottoressa Cucinotta fino alla conclusione del mandato commissariale che coincide con la data delle elezioni del 5 giugno.
  Durante il periodo in cui ho svolto l'incarico di commissario a Scalea ho ereditato dalla collega Cucinotta una situazione abbastanza critica per quanto riguarda sia la gestione amministrativa dell'ente, sia in particolare molte problematicità correlate alla situazione economico-finanziaria del comune.
  Quando mi sono insediato non era stato ancora approvato il bilancio di previsione 2014, ma la situazione del comune già presentava forti criticità che, come è emerso anche dalla relazione di accesso, sono correlate essenzialmente a una mancata fiscalità locale, nel senso che il comune di Scalea e per esso le amministrazioni precedenti, quella sciolta capeggiata dal sindaco Basile e quella precedente dal sindaco Mario Russo, poco avevano curato l'aspetto relativo alle entrate tributarie ed extratributarie del comune, tanto che la situazione finanziaria presentava un deficit di circa 24 milioni, che nel corso della gestione commissariale si è ridotta a 15 milioni di euro.
  L'obiettivo primario della commissione era evitare la situazione di pre-dissesto in cui versava il comune, tanto che la Corte dei conti, la sezione regionale di controllo di Cosenza, aveva bocciato il piano di riequilibrio pluriennale del comune, cosa che avrebbe comportato sicuramente la dichiarazione di dissesto dell'ente.
  La commissione nella originaria composizione propose il ricorso alle sezioni riunite della Corte dei conti, facendo sì che il piano di riequilibrio venisse giudicato congruo e, sulla base del giudicato delle sezioni riunite della Corte dei conti, sono state adottate delle misure di salvaguardia mirate al recupero dell'evasione e dell'elusione fiscale.
  La commissione ha essenzialmente lavorato su questo fronte, è stata costituita una task force all'interno del comune, coordinata da un funzionario sovraordinato, nominato ai sensi dell'articolo 145 del testo unico enti locali e composta da quelle poche risorse umane dell'ufficio di ragioneria del comune di Scalea che avessero le capacità e soprattutto la buona intenzione di affrontare situazioni abbastanza nebulose che si riscontravano all'interno dei vari settori comunali.
  Così facendo, anche con il contributo della locale Guardia di finanza e dell'Agenzia delle entrate e alla sottoscrizione di un protocollo con questi enti, si è riusciti a ricostruire l'anagrafe tributaria del comune di Scalea, che era assolutamente inesistente. Il comune di Scalea non aveva una banca dati dei propri contribuenti, quindi sia l'amministrazione Russo che l'amministrazione Pag. 7 Basile poco avevano curato questo aspetto.
  Giorno dopo giorno si è potuto lentamente risalire alle posizioni di ciascun contribuente fino a quando si è riusciti ad avere una situazione più chiara di tutte le utenze domestiche ma anche commerciali che mai avevano versato imposte di qualsiasi genere al comune di Scalea, perché non veniva introitato il canone idrico, non veniva introitata la tassa sui rifiuti, nessuno pagava le imposte sulla pubblicità, non venivano introitate le somme derivanti dalle sanzioni del codice della strada, una situazione assolutamente caotica, che nessuno dei dirigenti aveva mai curato di sottoporre debitamente agli organi di competenza.
  Questa situazione che è stata ereditata dalla commissione ha complicato ulteriormente l'attività gestionale della commissione medesima, che già al momento dell'insediamento aveva incontrato serie difficoltà gestionali, correlate al fenomeno della raccolta rifiuti, perché all'atto dell'insediamento avvenuto l'11 marzo del 2014 la situazione a Scalea era abbastanza drammatica, veniva risolto il contratto con la ditta che curava all'epoca il servizio di igiene ambientale, perché operava ancorché non fosse iscritta all'albo regionale dei gestori.
  Questo fece sì che la commissione straordinaria dovette immediatamente adottare il provvedimento di risoluzione contrattuale in piena estate. Scalea è una cittadina che conta poco più di 10 mila abitanti residenti, ma nel periodo estivo si raggiungono punte di circa 100 mila unità abitative sul territorio. L'alta vocazione turistica della cittadina di Scalea, ma soprattutto la presenza di numerosissime abitazioni civili, ossia tanti complessi residenziali che si estendono sull'intero territorio comunale fanno sì che nei mesi di luglio, agosto e settembre si raggiungano oltre 100 mila presenze sul territorio tra villeggianti e proprietari di seconde case.
  Il primo provvedimento che la commissione fu chiamata ad adottare fu la risoluzione del contratto con l'impresa che gestiva il servizio di igiene ambientale, la società Vita Ambiente con sede in Campobasso.
  Viene conferito il servizio per il periodo estivo in via del tutto transitoria a un'altra impresa, ma poi, nel corso della gestione commissariale, viene bandita una gara a livello europeo dell'importo di circa 13 milioni di euro, che viene aggiudicata alla ditta Ecoross con sede in Rossano Calabro, a seguito di una procedura di gara abbastanza complessa perché per blindare le operazioni di gara si è reso necessario conferire le attività relative sia alla predisposizione del bando che a tutte le procedure di gara al provveditorato interregionale opere pubbliche Sicilia-Calabria. Si riesce quindi ad appaltare il servizio alla ditta Ecoross, che tuttora svolge il servizio su Scalea.
  Le attività che hanno riguardato la commissione sin dalle prime battute non hanno riguardato solamente il settore rifiuti, ma hanno visto soprattutto l'esigenza di fare luce sulle concessioni comunali e demaniali, perché eravamo consapevoli che uno dei motivi per i quali si è giunti allo scioglimento del comune fosse da individuare nelle concessioni demaniali che venivano rilasciate in maniera molto superficiale e avevano l'obiettivo di agevolare sicuramente qualche soggetto gravitante sul territorio non di specchiata moralità.
  Si è immediatamente cercato di fare un monitoraggio capillare di ogni singola concessione demaniale, in particolare quelle marittime. L'economia di Scalea ruota tutta intorno alle concessioni demaniali, basti pensare che, su cinque chilometri di litorale che insiste sul territorio, il comune rilascia ben 105 concessioni demaniali marittime.
  Per concessioni demaniali si intendono non solamente quelle che gestiscono le attività balneari nel periodo estivo, ma tutto l'indotto che ruota intorno a quelle concessioni, quindi le autorizzazioni rilasciate per somministrazione di bevande e di alimenti, per attività ludico-ricreative, ivi comprese le discoteche, che costituiscono fonte di redditività nel territorio.
  Anche con l'ausilio di un altro funzionario sovraordinato, che è stato assegnato Pag. 8al settore urbanistica, proveniente dal provveditorato opere pubbliche di Salerno, si è proceduto a effettuare un censimento di ogni singola concessione demaniale, soprattutto allo scopo di verificare la rispondenza di ogni singola concessione demaniale marittima con il piano spiagge. Il comune di Scalea dispone infatti di un piano spiagge che, ancorché un po’ vetusto, è lo strumento sul quale hanno lavorato la commissione e la Capitaneria di porto, che è stata decisamente collaborativa.
  Si è quindi proceduto a effettuare sopralluoghi sulle singole aree ove insistevano le concessioni demaniali e, grazie all'attività di collaborazione con la Capitaneria di porto, si è riusciti a giungere all'adozione di numerosi provvedimenti che hanno portato alla revoca di alcune concessioni demaniali marittime e in taluni casi anche a provvedimenti giudiziari. Cito alcuni provvedimenti che sono stati adottati, che riguardavano concessioni intestate alla moglie di Valente Pietro, il capo di riferimento della famiglia mafiosa locale, un provvedimento adottato nei confronti di un soggetto riconducibile a Stummo, titolare di una concessione demaniale con gestione di un lido in una zona abbastanza centrale di Scalea.
  Si è quindi proceduto alla richiesta dell'informativa antimafia alla prefettura, perché gli uffici comunali preposti non erano adusi all'applicazione di queste procedure nella fase istruttoria finalizzata al rilascio delle concessioni, e così, a seguito di interdittiva antimafia della prefettura di Cosenza, si è riusciti ad addivenire alla revoca di queste concessioni demaniali marittime.
  Anche sulle concessioni comunali gestite dal comune perché insistenti su aree comunali si è molto lavorato e si è riusciti ad adottare provvedimenti che hanno comportato il sequestro dell'area da parte dell'autorità giudiziaria, perché venivano riscontrati sulle aree interessate manufatti realizzati abusivamente, quindi non conformi alle concessioni rilasciate.
  Come ho detto in premessa, un'attività che ha interessato in maniera capillare la commissione è quella dell'introito delle imposte comunali. Devo dire che nell'attività di ricostruzione della banca dati dei contribuenti del comune di Scalea veniva riscontrato che i maggiori evasori ed elusori delle imposte comunali erano proprio coloro che gestivano le attività commerciali su Scalea, sia i gestori dei lidi, sia i titolari delle strutture ricettive. Non venivano versati quindi i canoni per quanto riguarda il servizio idrico e la tassa sullo smaltimento rifiuti.
  Questa attività è stata abbastanza laboriosa, perché spesso non si riusciva a risalire all'effettivo titolare della licenza. Una pratica molto diffusa che ha causato notevoli difficoltà anche alla Guardia di finanza nell'individuare i soggetti ai quali imputare la titolarità nella gestione dell'attività di commercio, era proprio – lo è tuttora, come abbiamo riscontrato sino agli ultimi giorni di nostra permanenza a Scalea – la cessione e i sub-ingressi nelle licenze, spesso a parenti che ne beneficiavano con il sistema del comodato d'uso gratuito e subentravano di anno in anno nella gestione delle attività commerciali.
  Questo rendeva abbastanza difficoltosa l'applicazione di un sistema sanzionatorio e quasi impossibile svolgere un'attività finalizzata al recupero della fiscalità locale.
  Per quanto riguarda la situazione ambientale del comune di Scalea ritengo di dover citare un episodio che ha coinvolto direttamente la commissione straordinaria. Mi riferisco a un progetto che venne presentato al comune da una cooperativa sociale locale di tipo B, la cooperativa «Progetto Germano», il responsabile della quale mi venne a trovare appena mi insediai presso gli uffici comunali, rappresentando una situazione di criticità che riguardava un lotto di terreno comunale, che veniva occupato arbitrariamente da un soggetto ben noto a Scalea, Valente Saverio, fratello del più noto Valente Pietro.
  Anche in questo caso una pratica molto diffusa nel comune era quella di concedere aree comunali, fondi agricoli a soggetti che ne facevano richiesta, ma nel caso in esame avveniva che molti fondi comunali venivano occupati sine titulo in assenza di provvedimenti da parte degli uffici comunali preposti. Pag. 9
  Nel caso di specie ricordo che, proprio al fine di evitare che questo soggetto continuasse a perpetrare questi atti e a curare i propri illegittimi interessi su fondi comunali, il titolare di questa cooperativa mi chiese di poter attuare un progetto all'interno dello stesso fondo, finalizzato a realizzarvi un orto sociale urbano. Io accolsi immediatamente la richiesta e, dopo aver accertato che il fondo veniva arbitrariamente occupato, accettai di accogliere l'istanza.
  Dopo aver proceduto a un avviso pubblico per l'utilizzo di quel fondo, le procedure consentirono alla cooperativa sociale di sottoscrivere una convenzione con il comune di Scalea a titolo sperimentale per un anno, eventualmente rinnovabile negli anni successivi. Non appena gli operatori della cooperativa occuparono il fondo subirono minacce e intimidazioni da parte di colui che lo occupava, minacce rivolte anche nei confronti della commissione, come seppi però soltanto in una seconda fase, informato di ciò dall'Arma dei Carabinieri.
  Il soggetto in questione venne raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare adottata dalla DDA di Catanzaro, ma dopo meno di un anno la misura venne revocata. L'episodio fece molto scalpore a Scalea, se ne parlò molto sulla stampa locale, ma anche su quella regionale. Cito l'episodio perché da una parte passò quasi inosservato da parte della collettività scaleota, ma dall'altra parte generò tanta preoccupazione.
  La cosa che mi fece molto riflettere è che nell'attività istruttoria mi resi conto che pratiche analoghe erano state perpetrate anche negli anni passati. Dagli atti acquisiti dai competenti uffici ebbi infatti modo di rilevare che, grazie all'istituto dell'usucapione ultraventennale, questo soggetto aveva acquisito dal comune di Scalea numerosi altri lotti di terreno.
  Mi pare anche opportuno rappresentare una pratica che veniva posta in essere dalle amministrazioni che si sono succedute nel tempo, laddove talvolta dinanzi al tribunale civile di Paola, il tribunale competente, le amministrazioni comunali proponevano opposizione al provvedimento di acquisizione per usucapione, ma nel tempo il procedimento veniva affievolendosi perché si raggiungevano accordi tra l'amministratore comunale e il soggetto in questione, al quale si proponeva la vendita del terreno.
  Se guardiamo gli atti comunali, le stime dei terreni erano decisamente al di sotto dei valori di mercato, tanto che fondi con destinazione edificatoria venivano venduti per importi assolutamente irrisori al soggetto a cui ho fatto cenno. Questo è emerso nel corso dell'istruttoria che seguii quando venne attuato quel progetto su un terreno di proprietà comunale.
  Ritengo di dover riferire in merito alle vicende che, sempre rimanendo nell'ambito della situazione patrimoniale del comune di Scalea, riguardano il cosiddetto compendio Campovolo, un compendio immobiliare acquisito dal comune di Scalea e dall'Agenzia del demanio solamente ad ottobre del 2014. Con il federalismo fiscale l'Agenzia del demanio ha ceduto a molti enti locali fondi propri, e su Scalea sono stati ceduti 240 lotti insistenti nel cosiddetto Campovolo.
  Si tratta di terreni ricadenti nel demanio militare dell'Aeronautica militare risalenti al secondo conflitto bellico. Su questi lotti abbiamo immediatamente riscontrato che erano in corso delle attività da parte della procura della Repubblica di Paola e dell'Agenzia del demanio che ne aveva ceduto la proprietà al comune.
  Si tratta di lotti sui quali insistono numerosissimi fabbricati abusivi, è stato riscontrato che sui 240 lotti ceduti al comune più della metà sono interessati da fabbricati realizzati abusivamente, nel senso che non esistono rilasciate dal comune né le concessioni edilizie dell'epoca, né oggi i permessi a costruire, con l'aggravante che su quei lotti non sono state minimamente osservate le normative antisismiche, le normative sul rispetto dei piani di assetto idrogeologico, perché tra l'altro quei lotti ricadono su aree assolutamente a rischio idrogeologico.
  La commissione ha portato a compimento, grazie a un protocollo sottoscritto con l'Agenzia del demanio, l'attività di censimento di tutti i lotti a destinazione agricola, Pag. 10 ha cominciato con una decina di lotti che non presentavano manufatti all'interno, per i quali si è proceduto alla stima di mercato inserendoli all'interno di un bando di vendita essenzialmente finalizzato a rimpinguare le casse del comune, atteso che dalle misure imposte dalla Corte dei conti al comune necessitava di ricostituire la cassa venuta meno, soprattutto quelle anticipazioni del tesoriere che per un valore di 1,5 milioni di euro erano state utilizzate dall'amministrazione precedente.
  Si è quindi proceduto ad inserire questi dieci lotti liberi da vincoli in un bando di vendita, proprio nei giorni prima di lasciare il mandato commissariale il bando è stato pubblicato e penso che in questi giorni si sarà proceduto a ultimare le procedure amministrative. Poiché le attività dovranno riguardare i rimanenti lotti ceduti al comune, considero assolutamente indispensabile in questo caso sottoscrivere un protocollo con la prefettura, finalizzato a verificare i soggetti che si proporranno per l'acquisizione di questi lotti.

  PRESIDENTE. Oltre a tutte le questioni che lei ci ha illustrato, anche attraverso il procedimento giudiziario Plinius è emerso il coinvolgimento di dirigenti e funzionari del comune, che, da tutto ciò che lei ci ha raccontato, oltre alla parte politica, erano sicuramente corresponsabili della situazione. Come avete proceduto nei loro confronti?

  SALVATORE CACCAMO, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS). Tra coloro che sono stati colpiti dai provvedimenti a seguito dell'operazione Plinius cito innanzitutto il comandante della polizia municipale, il dottor Oliva, al quale quando si è insediata la commissione la misura è stata revocata, quindi poteva essere reimmesso in servizio, ma la commissione, invocando l'intervento della commissione di disciplina comunale, ha fatto sì che nei confronti dello stesso permanesse il provvedimento di sospensione dal servizio.
  Immediatamente dopo, però, su richiesta del legale di parte il dipendente è rientrato in servizio e la commissione lo ha assegnato alla biblioteca comunale, che ha sede in un plesso distaccato da quello centrale.
  Tra gli altri dipendenti nei confronti dei quali sono venute meno le misure, ma soprattutto il vincolo dalla reimmissione in servizio, cito anche l'ingegnere Barbarello, organico all'ufficio tecnico comunale. Più volte dal legale venivano rivolte istanze alla commissione straordinaria perché venisse presa in esame la possibilità di reinserirlo nuovamente in servizio, però la commissione ha ritenuto sempre di avvalersi del potere discrezionale considerandolo assolutamente inopportuno, anche perché nei confronti del dipendente in questione, ancorché fossero venuti meno alcuni capi di imputazione, rimase in atto quello per turbativa d'asta.
  Sebbene fosse venuta meno l'aggravante mafiosa, questo fece sì che la commissione permanesse nel proprio intendimento di non reinserirlo in servizio.
  Questi sono gli unici due dipendenti nei confronti dei quali si poteva anche adottare un provvedimento di reintegrazione, ma la commissione ha ritenuto di rimanere ferma nella propria posizione assunta originariamente.

  ERNESTO MAGORNO. Grazie al dottor Caccamo, per l'ottimo lavoro svolto in questo periodo alla guida del comune di Scalea e anche per il lavoro fatto dalla commissione che ha guidato il comune prima dell'arrivo del dottor Caccamo.
  C'era un sistema Scalea, si capisce dalle cose che lei ha detto. Lei ha trattato le tre questioni fondamentali, i tributi, le concessioni e la vicenda del Campovolo, c'è stata un'indagine della tenenza dei Carabinieri di Scalea che ha fatto un lavoro straordinario.
  Nella vicenda dei tributi nelle amministrazioni guidate da Basile e da Russo, a suo parere il trascurare la questione dei tributi è legato anche a un disegno criminoso? Questa è la prima domanda che le pongo.
  La seconda domanda è quella delle concessioni. C'è stata un'indagine dei Carabinieri, ma nei lotti che venivano occupati in Pag. 11maniera abusiva dove non c'era una concessione o c'era una concessione carente di documentazione amministrativa ci sono stati dei controlli della Capitaneria di porto, che è deputata a controllare il territorio durante l'estate?
  Non si arriva ad arrestare un'intera amministrazione comunale e a parlare di un sistema Scalea – che c'era perché emerge dalle indagini e anche dalle condanne in primo grado – se non c'è stata una distrazione rispetto a quanto è accaduto in questa città.
  Lei l'ha amministrata, quindi io vorrei sapere se sia una mia convinzione, perché sono stato sindaco di una città poco lontana da Scalea che ha le stesse attività e la stessa struttura economica, ma è stata governata in maniera diversa, però mi pare che, se si arriva a dover arrestare tutti, c'è un sistema sul quale alcuni sono distratti.

  SALVATORE CACCAMO, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS). Per quanto riguarda la prima domanda, se il mancato interesse da parte delle amministrazioni comunali si potesse ricondurre a un sistema criminoso, cito il caso di un'attività commerciale molto nota a Scalea, il Parco dei principi, che è uno degli alberghi più noti a Scalea, oltre ad essere la più grande struttura dopo il Santa Caterina.
  Il Parco dei principi è gestito dalla famiglia Pizzimenti, molto nota in ambito regionale, non solo a Scalea, ma neppure la Guardia di finanza è riuscita ad adottare dei provvedimenti nei confronti del titolare, perché non si sapeva a quale dei tantissimi Pizzimenti si dovessero imputare le attività gestionali.
  Ho citato questo esempio perché è vero che l'incapacità dei dipendenti comunali nel dirigere i propri i settori di pertinenza ha spesso influito notevolmente in questa situazione, e ho rilevato che il responsabile del settore economico-finanziario non si era neppure curato che uno degli adempimenti essenziali dell'ente locale fosse quello di curare i registri relativi all'imposta sul valore aggiunto e non esistevano i registri IVA, ma non perché ci fosse un disegno criminoso, solamente perché non sapevano neppure che il comune fosse tenuto a dichiarare l'IVA per quanto riguarda ogni singolo anno d'imposta.
  Questo ha comportato per il comune di Scalea un deficit in bilancio di circa 2 milioni di euro per sanzioni e interessi applicati dall'Agenzia del demanio, ma per incapacità del responsabile, che non si era mai curato di questo aspetto. Nello stesso tempo devo aggiungere che le amministrazioni politiche hanno approvato dei bilanci che non prevedevano la voce, o meglio la prevedevano fittiziamente, quindi è un insieme di concause ad aver determinato quella situazione finanziaria.

  PRESIDENTE. L'irregolarità facilita sicuramente i disegni criminosi, un sistema di tale opacità e di tale disordine consente a chiunque di approfittarne.
  Come ultima domanda, siccome anche a me sembra che abbiate svolto un lavoro consistente, pensa di consegnare al nuovo sindaco che ora sentiremo una situazione che volendo gli consentirà di uscire dal sistema Scalea, così come voi l'avete trovato?

  SALVATORE CACCAMO, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS). Sì, se il sindaco seguirà la strada tracciata dalla commissione, ritengo che ci siano tutti i presupposti per poter gestire il comune di Scalea. Mi riferisco alle scelte oculate per quanto riguarda la parte finanziaria comunale.
  Come ho detto, sulle concessioni è stata fatta un'attività capillare che ancora prosegue da parte della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto. Sino a pochi mesi prima di lasciare il comune di Scalea erano stati adottati provvedimenti dalla Capitaneria di porto che adesso è abbastanza presente sul territorio comunale, ma sotto il profilo amministrativo ritengo che il responsabile del settore sia entrato nel meccanismo delle procedure amministrative da adottare, da seguire...

  PRESIDENTE. Ha già imparato...

Pag. 12

  SALVATORE CACCAMO, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS). Sì, sotto questo profilo abbiamo fatto scuola.

  PRESIDENTE. Se non c'è altro, ringraziamo il vice prefetto Caccamo per quanto ci ha detto e soprattutto per il lavoro svolto. Adesso dov'è?

  SALVATORE CACCAMO, già coordinatore della commissione straordinaria per la provvisoria gestione del comune di Scalea (CS). Dovrei andare a Bovalino.

  PRESIDENTE. Grazie. Buon lavoro.

  La seduta, sospesa alle 15.05, riprende alle 15.15.

Audizione del sindaco di Scalea (CS), Gennaro Licursi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Scalea, Gennaro Licursi. L'audizione odierna prosegue gli approfondimenti oggetto della relazione approvata nella seduta del 31 maggio scorso sulla situazione dei comuni sciolti per mafia e tornati al voto nella tornata elettorale dello scorso mese di giugno. In particolare, l'audizione ha ad oggetto le criticità esistenti e gli impegni futuri che attendono gli amministratori locali eletti dopo lo scioglimento e il periodo di commissariamento del comune.
  Ricordo quindi che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Ringrazio il sindaco per la sua presenza, gli facciamo i complimenti e gli auguri per la sua elezione e per il lavoro che dovrà svolgere.
  Alla luce delle criticità del suo comune che hanno portato allo scioglimento, ma anche del lavoro svolto dalla commissione straordinaria che ha individuato punti particolarmente critici, ma ha anche avviato delle soluzioni, come intende il sindaco svolgere il proprio lavoro perché il comune si liberi definitivamente di questa fase critica e possa svolgere appieno la propria funzione di servizio ai cittadini?

  GENNARO LICURSI, sindaco di Scalea (CS). Intanto la ringrazio, presidente, per gli auguri che mi ha fatto, ce n'è davvero bisogno. Scalea, come lei ha ricordato, è un paese che ha subìto purtroppo un commissariamento per mafia poiché sono stati arrestati quasi tutti gli amministratori che gestivano la cosa pubblica del mio paese.
  Ho detto quasi tutti perché tra quei «quasi» c'ero anch'io, perché sono consigliere comunale nel mio paese dal 1985 e lo sono stato fino alla data dello scioglimento per mafia. Devo dire subito che sono rimasto veramente esterrefatto per quello che è venuto fuori grazie all'intervento dei Carabinieri e delle forze dell'ordine in generale, che hanno messo in luce un sistema. Inizialmente ognuno pensava che ci fosse qualcosa, però non di quella dimensione, e di questo dobbiamo essere grati alle forze dell'ordine, che hanno fatto un lavoro egregio.
  Non l'ho mai fatto durante le varie legislature di cui ho fatto parte, però ovviamente l'ho fatto in questa, ho preso le distanze e al primo consiglio comunale ho dichiarato che con loro non volevo avere niente a che fare, perché quando all'interno di una compagine ci sono nomi notoriamente appartenenti a famiglie con un marchio così infamante come quello del 416-bis, questa situazione deve essere messa in rilievo nel momento in cui vengono presentate le liste.
  Ritornando però ai giorni nostri, io ho fatto una lista che ha avuto qualche problema, perché all'interno c'era un carabiniere ancora in servizio, quindi chiesi al capitano dei Carabinieri cosa sarebbe successo se fosse stato eletto e molto candidamente mi rispose: «guardi, succederà la stessa cosa che può succedere a lei se sarà eletto sindaco», perché io faccio parte del sistema sanitario nazionale, sono un funzionario dell'azienda, mi interesso di guardie mediche e 118, quindi diceva che mi sarei dovuto mettere in aspettativa o prendere dei permessi, mentre il carabiniere sarebbe stato trasferito. Pag. 13
  Ho avuto anche un problema con un mio candidato, un calciatore famoso a Scalea, Carmelo Bagnato. Vi dico subito che non avevo pensato lontanamente che potesse avere un minimo problema, perché tra l'altro era stato già candidato precedentemente in un'altra lista e non era accaduto niente. Ho conosciuto Carmelo Bagnato perché purtroppo ha una malattia molto brutta, il morbo di Parkinson quindi, anche se è ad uno stadio iniziale che con i farmaci riesce a contenere molto bene, non sta bene. Ha aperto anche una scuola di calcio a Scalea, l'ho candidato e non ho chiesto informazioni, a dire la verità.
  Si è però trovato con un discorso che era successo diversi anni fa, ho qui anche la sentenza che lo condanna per bancarotta fraudolenta per un frigorifero, un registratore, una TV e un computer, oltre al fatto che il suocero – Carmelo aveva abbandonato la figlia per un'altra donna – l'ha accusato del fatto che sul suo conto corrente girassero dei soldi e il vero amministratore fosse lui, è stato condannato in contumacia, lui sostiene che non ne sapeva niente, forse l'avrà dimenticato per effetto della malattia però aveva questo problema.
  Avevo quindi candidato Carmelo, che poi durante la campagna elettorale è stato così garbato da farsi da parte, non è stato eletto e quindi alla fine non ci sono stati problemi.
  La gestione di oggi: insieme al segretario Coscarella, che era stato scelto dalla commissione straordinaria, abbiamo tracciato un percorso, mi ha illustrato come erano andate le cose e abbiamo richiesto agli enti, il dottor Caridi della questura di Reggio Calabria e l'ingegner Amato della prefettura di Salerno, per avere come amministrazione il loro supporto per fronteggiare delle problematiche molto importanti.
  Per quanto riguarda il dottor Caridi non ci sono problemi, perché ha già ricevuto l'assenso da parte della questura e il prefetto mi ha garantito che non ci sono problemi per autorizzarlo, è già venuto a Scalea e mi ha consegnato quello che aveva scritto anche il nostro segretario comunale, ossia la situazione di Scalea, che è triste perché abbiamo al 2015 un debito di circa 15 milioni di euro, che erano molti di più ma a questo si è arrivati grazie all'egregio lavoro di contenimento della commissione e la capacità di individuare gli evasori o coloro che non erano proprio a ruolo dei tributi.
  Il dottor Coscarella mi ha rappresentato un piano di intervento che vorrebbe realizzare e io gli ho assicurato che da parte mia ci sarà tutto l'impegno possibile, quindi ci siamo mossi in questa direzione e ho fatto un provvedimento richiedendo questi due tecnici che mi dovranno aiutare.
  Penso che comunque ci dovremo avvalere della collaborazione anche di altri, se riusciamo a ottenerli, ne ho parlato con il prefetto che ha capito la difficoltà del comune di Scalea e mi ha garantito il suo appoggio.
  Per quanto riguarda lo staff del sindaco, siccome c'era la disponibilità di un maresciallo dei Carabinieri in pensione che ha vissuto a lungo nel mio paese e ne conosce gli uomini e le cose, ho pensato di fare un provvedimento e nominarlo nel mio staff per aiutarmi in questo percorso, mi ha dato già la disponibilità a titolo gratuito, visto che qualche forza politica voleva sapere quale fosse l'impegno di spesa preciso che mi ha garantito un impegno in questa direzione.
  È ovvio però che ho già rappresentato le difficoltà anche ai Carabinieri, perché la situazione che ho trovato all'interno del comune è un po’ triste parlando del personale, perché su nove vigili urbani ce ne sono sei che usufruiscono della legge n. 104 per i familiari e questo sicuramente non agevola il percorso, negli uffici per effetto anche di «Plinius» alcuni funzionari e dirigenti sono stati licenziati o allontanati dal servizio e utilizzati in un modo non utile al comune perché, se uno manda un ex comandante della polizia municipale nella biblioteca comunale, penso che...

  PRESIDENTE. Lei sa che il capo della polizia locale è stato interessato da un procedimento giudiziario?

  GENNARO LICURSI, sindaco di Scalea (CS). Sì, appunto, quindi l'abbiamo isolato, Pag. 14sta lì e non deve avere contatti con nessuno, però questo è un danno per l'ente – lei mi capisce, presidente – perché il nostro è un paese con poco più di 10 mila abitanti, ma in questo momento ne ha più di 100 mila e pensiamo di arrivare a 200 mila ad agosto, quindi non è facile gestire questo grande numero di persone con una struttura di questo genere.
  Sono però quotidianamente in contatto soprattutto con i Carabinieri, poco fa parlavo con il comandante della stazione perché abbiamo problemi anche di malcostume e di malaffare, perché non è possibile che arrivi un autospurgo da un altro paese e vada a inquinare un canale che porta tutto a mare, oppure che non funzioni la centrale dell'ENEL e finiscano nel fiume cose che non ci dovrebbero andare! Si tratta di un complesso di cose che dobbiamo cercare di arginare.
  Ho già parlato con il tenente della Guardia di finanza, con la Capitaneria di porto, con i Carabinieri e la Polizia stradale. Questo è quanto sto cercando di fare in questo momento, anche perché sono un po’ preoccupato per la gente che arriva a Scalea, perché ne arriverà tanta e quindi abbiamo questo problema.
  Per fare un esempio, il dottor Caridi mi ha chiesto come Scalea potrebbe non essere in difficoltà se paghiamo 4 mila metri cubi di acqua alla Sorical quando ne fatturiamo un milione e qualcosa. Dobbiamo cercare di invertire questa tendenza e trovare gli evasori, verificare chi non paga per poter garantire servizi, perché sapete meglio di me che lo Stato non ci soccorre poi tanto.

  PRESIDENTE. Ci sono domande?

  ERNESTO MAGORNO. Anche alla luce delle cose dette dal dottor Caccamo il sindaco si troverà a guidare il comune in una situazione difficile sotto l'aspetto tributario, ma complessivamente anche per la vicenda che riguarda i dipendenti del comune, su questo dovremmo fare una riflessione più generale sui comuni sciolti, ma il dottor Caccamo dava una lettura delle questioni in campo per il comune di Scalea.
  Alla questione dei tributi il sindaco ha fatto cenno per il deficit da cui è colpito il comune, le concessioni demaniali a Scalea sono una vera industria come in molti territori del Tirreno cosentino, ma c'è la volontà di fare una rivisitazione del Piano spiagge anche per regolarizzare una eredità difficile che questa amministrazione ha avuto? Le decisioni poi sono politiche e i commissari hanno dovuto gestire l'esistente.
  Sui tributi questa amministrazione, al di là dei supporti che il sindaco fa bene a cercare nelle forze dell'ordine e negli apparati dello Stato, ha intenzione di mettere in campo un bando serio per procedere non solo al recupero, ma anche al riordino del sistema tributario della città di Scalea?

  GENNARO LICURSI, sindaco di Scalea (CS).Vi dico subito che non sono d'accordo con l'affidamento dei tributi a una qualsiasi società, ritengo che Scalea si debba dotare di un apparato burocratico e amministrativo e penso che distribuendo bene il personale di cui disponiamo possiamo arrivarci, perché il dottor Caridi ha le idee molto chiare: a Scalea non paga il 50 per cento delle persone, queste persone devono essere individuate – e in parte sono state già individuate dalla Guardia di finanza – perché nel mio territorio ci sono strutture imponenti che addirittura non sono censite.
  Penso che si sia trattato non soltanto di una mancanza di volontà, ma anche di una mancanza nel voler accertare chi debba pagare. Il problema è questo.
  A Scalea ci troviamo di fronte a una situazione paradossale, in cui per anni abbiamo avuto società che hanno gestito i tributi che non ci hanno lasciato un'anagrafica, non ci hanno lasciato un elenco dei cittadini di Scalea messi a ruolo, fatto a mio avviso gravissimo.

  PRESIDENTE. Adesso però la commissione straordinaria l'ha ricostruito....

  GENNARO LICURSI, sindaco di Scalea (CS). Certo, il dottor Caridi quando ha fatto quegli interventi a pioggia che sembravano Pag. 15impopolari perché ha mandato 100 mila avvisi, in realtà avrebbe dovuto mandarne 200 mila, e infatti ne abbiamo pronti altri 10 mila da mandare subito, perché nel momento in cui mandiamo l'avviso a chi ha già pagato questo viene al comune a dichiararlo.
  Ho fatto la mia prima riunione con gli amministratori di condominio, ai quali ho detto che hanno in mano il paese, perché da loro arrivano 100 mila persone, i turisti di Scalea, ai quali devono dire di andare tranquillamente al mare, perché gli amministratori di condominio devono raccogliere tutte le istanze di questi signori e venire al comune, dove troveranno un funzionario e un responsabile in grado di dare una risposta.
  Non è giusto che al mattino, invece di andare al mare, questi vengano in comune a prendere il bigliettino per mettersi in fila: basta che l'amministratore del condominio venga in comune e cerchi di risolvere i problemi di questi turisti, la maggior parte dei quali sono proprietari di seconde case a Scalea. Bisogna prima cercare di risolvere i problemi fra noi, nell'amministrazione, una volta avviata una macchina in modo serio si può poi anche discutere ma, se si spera che una società o una ditta qualsiasi possa individuare l'evasore pur non conoscendo il territorio e queste dinamiche, faremo di nuovo un buco nell'acqua.

  PRESIDENTE. Lei è consapevole che le famiglie di mafia che hanno condizionato gli anni precedenti dell'amministrazione non si arrendono così facilmente? Dico questo per capire come lei intenda resistere, di che strumenti intenda dotarsi per essere in grado di respingere i loro tentativi di condizionamento.

  GENNARO LICURSI, sindaco di Scalea (CS). Ho voluto riservare questo mio intervento dopo aver fatto una panoramica. Sono un po’ preoccupato per Scalea per una ragione molto semplice: a Scalea questo fenomeno ha interessato almeno cento famiglie, quindi ci ha interessato un po’ tutti perché alla fine io ho mio nipote, un altro ha un cugino, un altro un altro parente.
  Io dovevo presentare la lista al comune di Scalea e avevo i candidati e le candidature erano già firmate anche con il certificato elettorale, anche perché volevo candidare metà uomini e metà donne, tanto che ho dovuto togliere due persone dalla mia lista per fare spazio a un'altra lista.
  Qui si intrecciano i problemi a cui faceva riferimento la presidente Bindi: purtroppo in un paese ci si conosce tutti e quindi si finisce per fare un discorso tra il politico e l'amicizia, anche se io sono stato per due volte il più votato del centrosinistra alle competizioni provinciali e ho avuto esperienze da tantissimi anni in politica.
  C'è un ragazzo che ha una radio a Scalea, Radio One, scrive sui giornali, voleva fare una lista di persone nuove e ha cominciato a lavorare in questa direzione da circa due anni, appena sciolto il comune. Si chiama Eugenio Orrica come mio genero, sono cugini diretti, quando ci incontravamo mi diceva di aver fatto l'accordo con questo o quest'altro, a me non risultava, però lui era pieno d'entusiasmo, quindi gli auguravo di riuscire a fare la lista.
  Qualche giorno prima mi ha detto che forse non sarebbe riuscito a farla, perché uno se n'era andato, un altro gli aveva girato le spalle, gli ho spiegato che la mia lista era chiusa, anzi ne avevo di più e non potevo mettere in lista tutti, però alla fine avrei candidato otto donne e otto uomini e chiuso la partita in questo modo.
  Il giovedì prima del sabato in cui si presentavano le liste è venuto a chiedermi se potevo lasciargli due posti, ma gli ho ribattuto che non avevo soldi per andare dal notaio a mettere le firme per la lista, ma dovevo andare al comune a presentarle, quindi venerdì pomeriggio alle ore 17 avevo appuntamento al comune per raccogliere le firme.
  A un certo punto mi chiama e mi dice che vuole fare un accordo con me, perché era sicuro che sarebbe stato abbandonato da questo o quell'altro, ma io gli ho risposto che doveva indicarmi i nomi e l'indomani venire a firmare per l'accettazione, Pag. 16però quattordici nomi erano miei e gli altri due erano suoi.
  Preparo quindi la lista con i quattordici nomi, mi reco nella loro sede dove c'era tantissima gente, ragazzi entusiasti che mi dicevano di essere con me perché in tanti anni ero l'unico non toccato da «Plinius». A dire la verità ci sono due passaggi in «Plinius» che mi riguardano, quando l'avvocato Campilongo, consigliere di minoranza, mi chiede di farlo parlare con il dottor Gratteri, perché la prima volta feci venire a Scalea il procuratore Gratteri per presentare il primo libro, Fratelli di sangue poiché conosco molto bene il fratello Santo, che è professore universitario, e in seguito è venuto altre volte, ci siamo incontrati anche a Diamante, mi ha dato il suo numero di cellulare e ne sono onoratissimo.
  Nella loro sede quindi mi danno due nomi, Orrico e Lombardo. La famiglia Lombardo è una famiglia di lavoratori, sono tutte persone straordinarie che lavorano dal mattino alla sera, però hanno una sorella che non è sposata e ha avuto un figlio che non è riuscita a tenere a bada ed è stato implicato in «Plinius 2», però non c'era ancora una condanna o una sentenza.
  Ho chiesto subito, siccome dovevo fare un accordo con questi due nominativi, se ci fosse qualcosa da sapere su di loro e mi è stato risposto di no, ma quando Lombardo è entrato nella mia lista ho visto che avevano già tracciato il percorso del processo ed era il 23 giugno, quindi l'ho chiamato e gli ho detto che aveva il problema del nipote che doveva affrontare il processo, quindi avrei formato la giunta e sarebbe rimasto fuori da qualsiasi incarico, e così ho fatto.
  Ho fatto la giunta con il dottor D'Amico, aiuto primario all'ospedale, Orrico, due donne e Zuccarello che fa perizie per il tribunale e per la procura, una persona di tutto rispetto, tanto che la giunta ha avuto il plauso di tutti.
  Adesso sto cercando di completare questo mio iter, dando la presidenza del consiglio all'avvocato Tenuta, che ha già dichiarato di voler aderire al progetto della maggioranza, e le commissioni al Movimento 5 Stelle perché questo ragazzo, Bruno, si sta adoperando insieme a noi e sta quasi tutto il giorno al comune, insieme con il commissario della DIGOS Di Lorenzo, quindi sto cercando di fare una cosa quanto più garbata possibile, per dimostrare alla gente che qualcosa è cambiato.
  Lombardo si sta adoperando nel paese in modo egregio, lavora veramente tantissimo e in un modo gratuito per il comune. L'unico neo, che ho anche segnalato al capitano dei Carabinieri, è che ogni tanto viene a chiedermi se, qualora il nipote venisse assolto, potrà essere scelto come assessore e io gli rispondo che magari, se il nipote sarà assolto e ne uscirà bene, tra l'altro è figlio di un fratello di un medico che conosco molto bene, ma sua madre è stata una ragazza madre.

  PRESIDENTE. Sindaco, buon lavoro. Come abbiamo detto a tutti gli altri sindaci che abbiamo audito, la Commissione è a disposizione per qualunque cosa lei riterrà necessaria, se naturalmente il suo percorso di amministrazione sarà in netta discontinuità con chi l'ha preceduta, ma in continuità con il lavoro fatto dalla commissione straordinaria, che ci è sembrato abbastanza efficace soprattutto in alcuni settori. Auguri e buon lavoro.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.45.