XVII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Martedì 14 giugno 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 

Audizione in videoconferenza di rappresentanti italiani del Parlamento europeo, nell'ambito dell'esame congiunto della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa a una Strategia dell'UE in materia di gas naturale liquefatto e stoccaggio del gas dell'energia (COM(2016) 49 final) e della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 26 final) ( (COM(2016) 52 final e allegati) (ai sensi dell'articolo 127-ter, comma 1, del Regolamento) :
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 ,
Toia Patrizia , membro del gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici del Parlamento europeo ... 3 ,
Tamburrano Dario , membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo ... 3 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 ,
Benamati Gianluca (PD)  ... 4 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 5 ,
Toia Patrizia , membro del gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici del Parlamento europeo ... 5 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 6 ,
Tamburrano Dario , membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo ... 6 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 9 ,
Crippa Davide (M5S)  ... 9 ,
Tamburrano Dario , membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo ... 10 ,
Benamati Gianluca (PD)  ... 10 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11 ,
Tamburrano Dario , membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo ... 11 ,
Benamati Gianluca (PD)  ... 11 ,
Tamburrano Dario , membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo ... 11 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11 ,
Tamburrano Dario , membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo ... 11 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11 ,
Tamburrano Dario , membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo ... 11 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GUGLIELMO EPIFANI

  La seduta comincia 14.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione in videoconferenza di rappresentanti italiani del Parlamento europeo, nell'ambito dell'esame congiunto della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa a una Strategia dell'UE in materia di gas naturale liquefatto e stoccaggio del gas dell'energia (COM(2016) 49 final) e della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 26 final) ( (COM(2016) 52 final e allegati).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza di rappresentanti italiani del Parlamento europeo, nell'ambito dell'esame congiunto della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni relativa a una Strategia dell'UE in materia di gas naturale liquefatto e stoccaggio del gas dell'energia (COM(2016) 49 final) e della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 26 final) ( (COM(2016) 52 final e allegati).
  Mi scuso con i rappresentanti del Parlamento europeo poiché avevamo previsto questo collegamento per le 14; il ritardo è dovuto al protrarsi dei lavori dell'Assemblea. Li saluto e mi scuso del ritardo. Cercheremo di svolgere la nostra discussione nel modo più rapido possibile, sapendo degli impegni dei nostri colleghi a Bruxelles.
  Pregherei quindi di attivare il collegamento audio-video con la sede del Parlamento europeo.

  PATRIZIA TOIA, membro del gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici del Parlamento europeo. Premesso che purtroppo alle 15 abbiamo, in Commissione Industria, l'incontro con la Commissaria Bieńkowska, a noi interesserebbe sentire...

  DARIO TAMBURRANO, membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo. È fondamentale sentire qual è la posizione italiana, dei parlamentari e della Commissione in Italia, in modo tale da procedere in maniera coordinata, quindi avremmo piacere di ascoltarvi.

  PRESIDENTE. Do subito la parola al relatore, l'onorevole Benamati.

Pag. 4

  GIANLUCA BENAMATI. A questo punto, a beneficio dei colleghi chiederei, magari poi nel prosieguo, se sono entrambi d'accordo, di avere anche un raccordo successivo perché è in corso una fase emendativa prevista dal Regolamento che è importante seguire.
  Io proverei, senza volere a questo punto essere esaustivo, a indicarvi alcune delle questioni che, nel ciclo di audizioni che abbiamo svolto, sono già emerse, in modo da condividerle anche da un punto di vista complessivo, come forze politiche, ma anche, per quanto riguarda voi, come delegazione italiana al Parlamento europeo. Ora, se siete d'accordo, enuncerei alcuni dei punti che sono emersi con chiarezza e su cui anche – posso dirlo – il Governo indica una sua attenzione.
  Dal punto di vista generale, c'è un consenso a questo Regolamento per quanto riguarda la protezione dell'Europa relativamente alle crisi del gas. Ci sono naturalmente degli elementi positivi, come il rafforzamento del criterio del principio di solidarietà e la declinazione di questo principio del tentativo di raggiungere e ovviamente di mantenere in efficienza il sistema di emergenza. Tali elementi si scontrano, a nostro avviso e anche di coloro che abbiamo sentito, con alcuni altri profili. Passo direttamente ad illustrare le questioni più critiche perché è inutile che stiamo a girarci intorno.
  Il tema della regionalizzazione è un tema che suscita perplessità, nel senso che ovviamente l'indipendenza o comunque la sicurezza energetica nell'ambito del settore del gas, considerando che l'Europa produce meno di un terzo e importa, quindi, tutto il resto, deriva da una molteplicità di fornitori e da una buona struttura interna di connessioni, che colleghino i diversi Paesi e siano fra di loro reversibili, quindi Paesi con mercati liquidi, con disponibilità di gas, e pluralità di fornitori.
  Il primo punto che ci è apparso problematico è la previsione di questa regionalizzazione rigida, in cui sostanzialmente ai piani di rischi nazionali e alla competenza nazionale viene sostituita una competenza regionale nemmeno comunitaria, ma che prevede piani di rischi regionali, e una solidarietà fra i Paesi della stessa regione.
  Dico questo perché questa rigidità è uno dei problemi che noi ravvisiamo. Oggettivamente potrebbe essere accettabile un'indicazione di questo tipo, se fosse meno stringente, quindi se ci fosse un raccordo maggiore fra il livello nazionale, che con i suoi piani di rischio deve essere quello che guida, e questo livello regionale, che può essere un primo livello di intervento.
  La questione di come concordare e raccordare i piani nazionali di rischio fra di loro e con quello complessivo europeo, alla luce di questi comparti regionali, appare nel concreto un po’ complessa. In questo senso, bisognerebbe fare presente che la visione rigida di queste regioni appare in contraddizione con la disposizione attuale dei sistemi infrastrutturali, con i corridoi con in cui il gas si sta muovendo e si muoverà, perché c'è un piano europeo di infrastrutture che voi conoscete bene, da realizzarsi nel prossimo futuro. Questi due approcci non appaiono francamente sovrapponibili. Occorre probabilmente che i confini delle regioni siano rimodulati, seguendo anche le direttrici dei corridoi, nell'ambito dei quali il gas si può muovere naturalmente.
  L'Italia potrebbe essere, da questo punto di vista, parte di più di una regione e per quanto riguarda noi c'è il grande tema della continuità territoriale, nel senso che la solidarietà è vista fra Paesi confinanti dal punto di vista geografico, ma si dovrebbero considerare Paesi confinanti anche quelli che sono fra loro collegati, come uno Stato non appartenente all'Unione, ma in cui c'è una connessione, come la Svizzera. Lo dico chiaramente per quanto concerne le modifiche riportate.
  Ci sono inoltre dei problemi che riguardano gli stoccaggi strategici. Oggi, noi cominceremo a discutere anche di quello che riguarda il tema degli stoccaggi e del GNL. Noi siamo, come Parlamento, per una valorizzazione dell'utilizzo del GNL, però, da questo punto di vista, occorrono infrastrutture e occorre che i piani contengano anche la possibilità di utilizzare al meglio questa risorsa e, perché no, considerare Pag. 5anche la possibilità di stoccaggi strategici a livello europeo.
  Quello che naturalmente manca comunque in caso di crisi, come dicevo prima, è il fatto di avere quello che sarebbe il fornitore di ultima istanza, per cui probabilmente bisogna fare anche dei ragionamenti non solo sulle rotte, ma anche sui fornitori.
  Poi, c'è un problema naturalmente connesso a quello che sarebbe il comportamento, attorno alla questione delle regioni, dell'autorità europea, che a livello regionale verrebbe a operare, in condizioni di crisi, in maniera molto forte e acquisirebbe le competenze dello Stato nazionale, decidendo quelli che sono i clienti protetti da servire o comunque che debbono essere in ogni caso alimentati in caso di crisi. Qui, si apre naturalmente una discussione molto delicata che si può superare se, come dicevo prima, si modifica il Regolamento, nel senso di rafforzare il ruolo dei piani nazionali e prevedendo un raccordo maggiore e una maggiore flessibilità sulla questione della regionalizzazione.
  Pensiamo al tema dell'alimentazione degli impianti termoelettrici che devono essere considerati all'interno dei clienti protetti, in quanto la generazione elettrica in Italia, per esempio, è basata sulle fonti rinnovabili e sulla produzione a gas, quindi c'è molto timore rispetto alle indicazioni che, in un eventuale regolamento disciplinato con le modalità descritte ci possano essere in queste situazioni.
  D'altronde, si prevede, altresì, che la Commissione chieda una serie di informazioni e di misure alle aziende nonché dati, che in parte sono già in suo possesso e in parte hanno delle caratteristiche di una qualche delicatezza per quanto riguarda un eventuale impatto sull'andamento del mercato, perché le caratteristiche dei contratti sono evidentemente questioni particolari, quindi anche da questo punto di vista la regionalizzazione ha e mostra qualche difetto.
  Queste sono, per il momento, le questioni di maggiore impatto che noi abbiamo ritenuto di sollevare. Le sottolineo di nuovo: la cooperazione regionale; come funzionano le misure di solidarietà in caso di emergenza; il tema dei ruoli e delle responsabilità che vengono esercitate in caso di emergenza; la trasparenza e lo scambio delle informazioni.
  Questi sono i temi su cui noi stiamo lavorando e concludo il mio intervento anche al fine di consentire ad altri colleghi di intervenire. Io ho dato una visione come relatore.
  Dobbiamo elaborare un documento finale e lo faremo presto. Manca ancora da svolgere qualche audizione, fra cui quella del Governo. Sappiamo che presso il Parlamento europeo è in corso un confronto con il relatore per la proposta di modifica del Regolamento. Saremmo, se siete d'accordo, anche disponibili a segnalarvi per iscritto qualche rilievo particolarmente significativo ovvero eventuali proposte emendative specifiche, comunque vorremmo che il confronto su questi temi continuasse in modo assolutamente biunivoco.

  PRESIDENTE. Grazie. Vi darei la parola, se lo ritenete opportuno.

  PATRIZIA TOIA, membro del gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici del Parlamento europeo. Vorrei intervenire e ho chiesto se potevo farlo per prima perché poi purtroppo ho altri impegni.
  Voglio innanzitutto ringraziare la Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, il presidente Epifani e il relatore Gianluca Benamati per questa attenzione a un rapporto appunto con la nostra Commissione e con noi su questi temi. Lo apprezziamo sempre molto perché non è che troviamo sempre questa volontà di lavorare insieme tra Parlamenti nazionali e Parlamento europeo nella fase ascendente. Parlo al plurale perché penso che sia un sentimento molto diffuso e personalmente io lo sento molto. Apprezzo moltissimo questo atteggiamento perché è indispensabile per la qualità della nostra legislazione europea.
  Ho apprezzato particolarmente le considerazioni svolte dal collega Benamati perché dimostra un esame molto accurato, che si fa carico anche delle ragioni europee, Pag. 6insomma, e non solo di guardare questo provvedimento alla luce della nostra realtà, ma anche di capire perché l'Europa sta andando in questa direzione.
  Posso dire, per quanto riguarda il mio gruppo, anche se penso che sia un po’ lo stesso per tutti, che abbiamo concluso oggi un paio di provvedimenti importanti, di cui uno tra l'altro è del relatore Tamburrano, quindi siamo stati concentrati sui lavori che oggi si sono conclusi con l'approvazione in Commissione di alcuni atti importantissimi, appunto nel settore energetico.
  Su questo provvedimento abbiamo fatto già un lavoro di approfondimento e abbiamo fatto che degli incontri, ciascuno per i suoi gruppi. Abbiamo, però, per quanto riguarda noi dell'S&D e del PD, ancora da definire alcuni aspetti e abbiamo degli incontri oggi pomeriggio, con Zanonato e con gli altri colleghi che stanno nella stessa Commissione, per preparare degli emendamenti comuni.
  Posso dire, però, che per quanto riguarda la nostre delegazioni, sposiamo una convinzione e un approccio regionale, perché evidentemente queste strategie di solidarietà già previste dal Regolamento, se non trovano delle modalità concrete, non trovano poi la strada per essere applicate, per cui pensiamo che l'approccio regionale sia un buon approccio. Tuttavia, come è stato evidenziato da Benamati, non riteniamo positiva una specie, non voglio dire di segregazione, ma di relegamento di un Paese dentro un unico blocco regionale, peraltro con i limiti che si dicevano, cioè che non ha una continuità territoriale, per esempio, nel caso nostro con la Francia e con la Germania.
  Coglieremo senz'altro, per quanto riguarda il nostro Gruppo o perlomeno per quanto riguarda me, queste osservazioni, sapendo che sono già in corso, come voi sapete bene, intese anche tra i vari Paesi, cioè tra la Francia, la Germania, l'Austria, l'Italia, il Belgio e l'Austria, per predisporre appunto una proposta comune anche a livello di Consiglio, quindi credo che saranno introdotte modifiche relative a questo particolare profilo.
  Il secondo punto, che lascio aperto, è un po’ più specifico. Posto che è importante una strategia nazionale, ma è importante anche un approccio regionale, dobbiamo capire se è più corretta la posizione che ci viene qui proposta dalla Commissione di fare un lavoro che parta dai piani sia di prevenzione che di emergenza a livello regionale, che poi vanno letti anche in chiave nazionale, ma che sono sostanzialmente in primo piano a livello regionale e quello europeo, o se, invece, come mi sembra proponga l'Italia nei documenti del Governo e in quelli dell'Autorità nazionale, non sia più corretto mantenere in due livelli, cioè un approccio nazionale con dei piani nazionali e poi un coordinamento di questi piani dentro un ambito regionale.
  Su questo punto noi stiamo ancora riflettendo per capire se appunto debba essere ribaltata questa posizione della Commissione per tenere giù i livelli quasi sullo stesso piano e integrati o se, invece, si tratta operare più su un approccio essenzialmente regionale.
  Quello che posso dire che presenteremo questi emendamenti entro domani nella Commissione Industria, ricerca e energia, ma certamente non è la fase degli emendamenti quella definitiva, perché poi c'è tutto il lavoro di compromessi tra le forze per arrivare al risultato, quindi senz'altro coltiveremo una stretta collaborazione anche indiretta, se non saranno possibili altri incontri formali come questo, per maturare insieme la posizione più efficace a livello europeo per realizzare questi obiettivi che sono estremamente importanti e, nello stesso tempo, per esaltare anche tutte le specificità nazionali e regionali, quindi, per quanto riguarda il mio Gruppo, prima di concludere la consultazione di domani per gli emendamenti e poi nel lavoro successivo, ci sarà il più stretto collegamento con tutta la Commissione, con il relatore e con chi vorrà interloquire con noi. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio Patrizia Toia. L'onorevole Tamburrano vuole dire qualcosa?

  DARIO TAMBURRANO, membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia Pag. 7 diretta del Parlamento europeo. Io sono l'unico shadow italiano all'interno di questo report. Come ha detto la collega Toia, appunto oggi abbiamo finito una serie di provvedimenti che abbiamo dato in Commissione e di cui io ero relatore, quindi ho letto la proposta di Buzek e la Comunicazione da parte della Commissione. Inoltre, stiamo preparando una serie di emendamenti.
  Noi siamo per lo più d'accordo con quanto avete sottolineato sulla criticità di alcune questioni. Siamo perfettamente d'accordo sul discorso della costruzione delle regioni. Ci vorrebbe comunque sicuramente una maggiore flessibilità e una maggiore attenzione a quelli che sono non solo i confini fisici, ma anche i Paesi di transito, come la Svizzera nel caso dell'Italia, nonché una maggiore attenzione a quelle che sono le interconnessioni già esistenti, altrimenti non si capisce come queste regioni possano operare, se non costruendo altre infrastrutture che porterebbero a spendere soldi inutilmente, oltre altre conseguenze.
  Per quanto riguarda il meccanismo dall'emergenza dei clienti protetti, ho avuto modo di parlare con il relatore Buzek personalmente. Concordiamo sulla necessità di avere dei clienti protetti a livello minimo, quindi un minimo comune denominatore di clienti protetti in tutta Europa perché questo, nel momento di crisi, può evitare che un Paese non abbia gas a sufficienza da prestare al Paese affianco in crisi perché la sola categoria di clienti protetti non gli permette di cedere una parte delle sue forniture e dei suoi stoccaggi.
  In questo siamo d'accordo con la definizione di Buzek per avere una denominazione comune. Noi cerchiamo sempre di avere definizioni comuni a livello europeo, cosa che rende tutto molto più facile. Contemporaneamente è chiaro che siamo a favore di non cedere troppo potere alla Commissione o autorità a quei componenti che hanno provenienza dubbia. Non vorremmo che le stesse compagnie gasiere abbiano comunque ruoli nell'autorità di gestione delle emergenze, quindi vogliamo una tutela sicuramente a livello nazionale e siamo comunque a favore oltre che alle regioni, anche alla possibilità che vi siano dei voluntary agreement tra Stati anche non facenti parti di regioni rigidamente strutturate.
  Siamo estremamente a favore del reverse flow perché è uno dei primi meccanismi. Mi meraviglia che il reverse flow non sia stato già pensato prima e ci si ragioni solamente adesso, visto che è come l'uovo di Colombo ed è chiaro che aumenta la sicurezza e la liquidità del mercato del gas.
  Per quanto riguarda gli stoccaggi strategici, le informazioni in nostro possesso insomma ci dicono che l'Italia, in caso di crisi, è uno dei Paesi più solidi, in quanto ha stoccaggi strategici, le cavità naturali degli ex giacimenti. Come Italia quindi stiamo abbastanza bene. Come Movimento 5 Stelle, non siamo favorevoli a creare nuovi stoccaggi, in quanto ne abbiamo già. Riteniamo opportuno, però, che anche gli altri Paesi europei li abbiano, perché è chiaro che uno stoccaggio permette di non far lievitare i prezzi del gas in caso di crisi, come già è accaduto.
  Avrei, però, il piacere di concludere con un discorso più ampio, perché qui si parla di sicurezza di approvvigionamento del gas. Sulla politica energetica è opportuno avere un approccio olistico su tutte le fonti energetiche. La sicurezza del gas e tutta una serie di provvedimenti, come, per esempio, la costruzione di nuove infrastrutture, potevano avere un significato qualche anno fa. Purtroppo, spesso la politica e tutti i meccanismi decisionali, anche qui al Parlamento europeo, vanno molto più lenti dell'innovazione tecnologica e della diffusione di determinate soluzioni, nonché del calo dei prezzi in determinate soluzioni.
  Come Movimento 5 Stelle, siamo molto più a favore della sicurezza elettrica, perché, per quanto possiamo migliorare le interconnessioni e avere degli stoccaggi, essendo l'Europa geologicamente non più produttrice di gas, o perlomeno non di tanto quanto ne abbiamo bisogno, anche differenziando le forniture, dipenderemo sempre da qualche entità politica esterna che può condizionare le nostre economie, la Pag. 8nostra prosperità e la nostra sicurezza, non solo la sicurezza energetica.
  Siamo, quindi, assolutamente contrari, in linea di massima, alla costruzione di nuovi gasdotti, perché ciò potrebbe portare a fenomeni di lock-in e rallentare la vera transizione, la vera libertà e la vera sicurezza, che è la transizione alle energie rinnovabili e a un sistema di reti elettriche interconnesse a livello europeo e di reti elettriche intelligenti a livello di singoli Stati sovrani.
  Del resto, questo lock-in è già avvenuto. Sappiamo perfettamente che dal Governo Berlusconi in poi, in seguito alla grande esplosione dell'energia rinnovabile, in primis del fotovoltaico, che fa concorrenza alla generazione elettrica da gas nelle ore di punta, si sono alternati alcuni provvedimenti legislativi completamente senza senso, se non visti in quest'ottica. Essi tendevano a smorzare questa rivoluzione, ma hanno danneggiato uno dei comparti che in Italia, anche in periodo di crisi, erano sicuramente più promettenti.
  Più che, come ho sentito dire da qualcuno – in passato, ma anche recentemente – di un'Italia hub del gas, siamo a favore che l'Italia eventualmente abbia un hub elettrico, il che permetterebbe di avere un reverse flow naturale dell'energia anche con i Paesi in via di sviluppo nel Nordafrica. Questo permetterebbe anche una stabilizzazione geopolitica, nella quale, come Italia, come Paese mediterraneo, potremmo giocare un ruolo importante.
  Sicuramente occorre notare che tutte le previsioni della Commissione relative alle necessità di forniture del gas al 2050 finora si sono rivelate eccessivamente ottimiste. Si è sempre previsto che avremmo avuto più bisogno di gas di quanto non sia accaduto in realtà. Questo non lo diciamo noi, ma lo dice la Corte dei conti europea, in un report che analizza tutte le previsioni dal 2002 in poi. Anche in questo senso siamo piuttosto scettici sul fatto che l'Europa avrà bisogno di così tanto gas in futuro, visto che, peraltro, invece, i consumi sono in diminuzione.
  Pensiamo, quindi, a una sicurezza energetica a tutto campo, non solo del gas, e a un grosso impegno nelle energie rinnovabili. Consideriamo che, con lo sviluppo delle reti elettriche, anche in caso di crisi del gas, una rete elettrica robusta ed eventualmente, per il momento, anche sovradimensionata ci fa fare un passo avanti verso la transizione rinnovabile. Inoltre, poiché sappiamo che determinati clienti possono «shiftare» dalla fornitura del gas alla fornitura elettrica per mantenere le stesse necessità, un maggiore sviluppo delle reti elettriche potrebbe aiutare l'Italia e i Paesi europei anche in caso di crisi di forniture.
  Chiudo sottolineando un paradosso. La Russia fornisce circa il 30 per cento di gas all'Europa. Ritengo abbastanza poco lungimirante poter pensare di fare a meno della Russia nel breve periodo. Ciò cozza con quello che è stato tutto l'atteggiamento europeo, ma anche italiano, con le sanzioni contro la Russia.
  Ho sentito dire che la Russia sia un partner inaffidabile nella fornitura di gas. Ricordiamoci che tutte le crisi del gas sono state relative a un problema di transito attraverso l'Ucraina. Eventualmente, non è stata la Russia che ha deciso di tagliare il gas in maniera unilaterale, per motivi politici. L'ha fatto semplicemente perché l'Ucraina prendeva il gas in transito in Russia senza pagare le bollette. Sfido chiunque a rifornire un Paese terzo gratis, senza che il legittimo proprietario delle forniture abbia a reagire. Avrebbe avuto un senso a livello italiano incrementare le forniture del gas solo se effettivamente il gas potesse essere tuttora considerato un carburante di transizione per quanto riguarda l'autotrazione a livello sia privato, sia pubblico, sia terrestre, sia marittimo.
  Sappiamo che la FIAT non ha investito molto nella mobilità elettrica. Questa è stata una strategia che può essere considerata vincente o meno, ma è un dato di fatto che sia rimasta una strategia di un'unica casa automobilistica in tutto il mondo e che tutto il mondo stia andando da un'altra parte. Non ritengo che ciò possa condizionare anche le nostre scelte relativamente alle forniture.
  Se avete domande e proposte di modifica, vi invito a condividerle: oggi pomeriggio Pag. 9 e domani mattina elaboreremo gli emendamenti al report di Buzek. Siamo pronti, se ci mandate le vostre osservazioni per iscritto, a tenerne conto, perché siamo qui per lavorare nell'interesse sicuramente dell'Europa che vorremmo, non di questa Europa, ma dell'Europa dei cittadini.
  L'Unione dell'energia – è scritto in documenti ufficiali della Commissione – deve avere i cittadini al centro. Noi siamo perfettamente d'accordo e tutta la nostra azione nelle Commissioni e nella Commissione energia, di cui io faccio parte, è volta sicuramente a tutelare i reali interessi dei cittadini, che riteniamo sia una transizione verso le rinnovabili, e non gli interessi dei portatori di interesse, che finora hanno ingessato l'Europa e il nostro Paese.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tamburrano.
  L'onorevole Crippa ha chiesto la parola.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie e buongiorno a tutti. Vorrei porvi alcune questioni che riguardano un ragionamento complessivo. La discrasia che sembra emergere all'interno di questo documento è quella per cui non viene considerata un'essenzialità la produzione di energia elettrica da termocombustione – quella da gas, per intenderci – quando in uno scenario europeo il vettore gas rappresenta una potenziale transizione per andare al 100 per cento alle rinnovabili.
  Immaginando quindi, che, come veniva detto anche poco fa, alcuni tipi di consumi debbano essere spostati sul vettore elettrico, mentre oggi, nel meccanismo in transizione, quella parte elettrica viene prodotta in quota parte ancora da gas; se si toglie il carattere di essenzialità, si rischia in qualche modo di togliere anche un servizio essenziale alle famiglie. Mi spiego meglio. Il riscaldamento mediante pompa di calore esemplifica questo concetto. Se oggi riscaldo a gas e domani vado a utilizzare una pompa di calore elettrica per il riscaldamento, con questo concetto europeo credo che andiamo a perdere il concetto di essenzialità del servizio di riscaldamento alle persone.
  Con riguardo alla parte delle infrastrutture, sono perfettamente d'accordo sull'inutilità di realizzare nuove infrastrutture, anche con interconnessione Spagna-Francia come gasdotto di approvvigionamento. Peraltro, faccio questa osservazione: non vedo – non ho la percezione di vedere qui dall'Italia – una visione europea della gestione del gas.
  Mi spiego meglio. Se la Francia decide di costruire alcuni rigassificatori, la Spagna altri ancora e così anche l'Italia, nessuno può fare una pianificazione concreta di quanti e quali rigassificatori servano all'Unione europea. Quindi, avremo una guerra e una concorrenza sempre e solo sul mercato e sul prezzo. Non vorrei che realizzare nuove infrastrutture impattanti, come gasdotti terrestri, possa rappresentare in realtà uno stop a quel passaggio di cui si diceva prima verso altri vettori.
  Un altro aspetto problematico che intendo evidenziare riguarda la questione degli stoccaggi. È stato detto anche prima che siamo più che soddisfatti della capacità che abbiamo di gestione degli stoccaggi italiani. Anche la questione che l'Italia possa diventare concretamente l’hub europeo del gas a me è sembrata una bufala fin dall'inizio e continua a sembrarmi tale tuttora.
  Come vi dicevo, non essendoci una pianificazione europea in questo senso, ci sarà sempre una logica di mercato che porterà altri Paesi a fare, giustamente, i loro interessi commerciali di approvvigionamento e, quindi, a scegliersi le rotte di approvvigionamento che meglio consentono reali profitti. Il rischio è che ci potremmo trovare in Italia con stoccaggi per una serie di infrastrutture non utili, dal TAP ad altre progettate, per le quali ci troviamo a dover correre dei rischi nella gestione territoriale del nostro Paese e della popolazione dal punto di vista dell'accettabilità di queste opere.
  Dall'altro lato, c'è il rischio che queste opere vengano pagate anche dai contribuenti in quota parte e che poi non abbiano un'utilità di carattere complessivo, perché non hanno quella transizione garantita di flusso di gas. Pag. 10
  Il dubbio è il seguente: se non c'è una pianificazione europea di come verrà gestito l'approvvigionamento del gas, come possiamo programmare alcune opere e considerarle strategiche piuttosto che altre? Qui si vive con questa incertezza. L'Italia è l’hub europeo del gas. Bene, ma in realtà nulla vieta a qualsiasi altro Paese europeo di fare, giustamente, il suo interesse e, quindi, di mettere nero su bianco che questa dell’hub europeo diventi, in realtà, uno specchietto per le allodole, che non ha dietro delle basi solide di sostenibilità anche solo di natura economica, visto che non ne ha di natura ambientale ed energetica.

  DARIO TAMBURRANO, membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo. Devo fare giusto una precisazione rispetto a quando ho parlato di shifting dai consumi di gas verso i consumi elettrici. È chiaro che le cose non si fanno dalla sera alla mattina. Quando parlo di shifting dal gas all'energia elettrica, è chiaro che mi riferisco a energia elettrica generata da fonti rinnovabili, non da centrali a gas. Questo è chiaro.
  Tuttavia, se ragioniamo in termini di transizione, rispetto al periodo in cui si diceva che il gas è la fonte di transizione nel frattempo le cose stanno andando davanti. Sono passati diversi anni. Questa transizione riteniamo debba essere il più breve possibile, perché le tecnologie ci sono.
  Alcune questioni geopolitiche si sono già affacciate. Non mi piacerebbe pensare di aumentare i fornitori andando a incrementare la ricchezza di alcuni Paesi sospettati, in realtà, di incentivare il terrorismo islamico. Non vorrei andare a finanziare con i nostri soldi la stessa mano che poi destabilizza i nostri Paesi.
  Faccio un cenno alla bufala dello shale gas americano. Qui in Commissione si è parlato per circa un anno e mezzo – noi siamo stati contrari fin dall'inizio – dello shale gas americano e del TTIP come soluzione ai problemi di approvvigionamento del gas europeo. Lo shale gas si è rivelato per quello che è e, anche se i prezzi dovessero risalire, presenta comunque tutta una serie di problematiche che gli operatori del settore conoscono bene. Da chi dovremmo prendere questo gas in più, nel caso di diversificazione dei fornitori? Dovremmo valutarlo molto, molto attentamente.
  Qui mi fermo, sottolineando solamente che è vero che il gas è una fonte più pulita, ma ci sono numerosi studi da cui si evince che il gas ha notevoli perdite sia in fase estrattiva, sia in fase di trasporto, nonché durante il rifornimento delle stesse automobili. Ricordiamo, per esempio, che il metano, uno dei gas utilizzati come vettore energetico, ha un effetto serra dalle 20 alle 32 volte superiore a quello della stessa anidride carbonica. Quindi, da un punto di vista dell'impatto ambientale è più pulito, ma non lo è così tanto e non è così tranquillo da utilizzare come si riteneva in passato.

  GIANLUCA BENAMATI. Mi rivolgo al collega Tamburrano, che ho avuto il piacere di conoscere oggi, e a Patrizia Toia. Ho ascoltato con molta attenzione anche la sua analisi generale, sulla quale mi farebbe piacere confrontarmi anche in prospettiva.
  Al di là delle osservazioni, in parte anche condivisibili, sulla strategia generale e di altre su cui potrei anche avere invece delle osservazioni da avanzare, stando al documento che dobbiamo commentare, riscontro – questo mi fa anche piacere – una certa sintonia con i colleghi europei sulla questione del regolamento, soprattutto laddove ha introdotto il tema del reverse flow (nelle mie parole il tema era implicito, ma è bene averlo richiamato) e della regionalizzazione.
  Si è parlato anche di una regionalizzazione non rigida, ma flessibile, e di accordi anche volontari o comunque della sovrapposizione di queste aree di intervento per la sicurezza con le infrastrutturazioni esistenti e con quelle che stiamo già realizzando, senza inventarci delle cose nuove.
  In merito anche il tema dei voluntary agreement e degli stoccaggi strategici credo sia un tema per noi condivisibile. L'abbiamo già visto e credo che sarà trattato anche nel parere che sarà espresso da parte del Parlamento italiano. Quindi, proporrei, presidente, di riaggiornarci nel prosieguo Pag. 11 dell'iter di questo provvedimento, perché mi pare molto utile questo scambio proprio nel merito delle questioni.

  PRESIDENTE. Possiamo quindi considerare conclusa l'audizione odierna. Ringrazio e saluto l'onorevole Tamburrano.

  DARIO TAMBURRANO, membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo. Vi ringrazio. Siamo disponibili a fare incontri di questo tipo più frequentemente e a lavorare per tutti. È un confronto sempre e comunque utile.
  Attendiamo una vostra email per poter leggere per iscritto le vostre osservazioni e valutarle attentamente. Eventualmente, tra oggi pomeriggio e domani entro le 12, scriveremo gli emendamenti e poi vedremo. Se alcune posizioni saranno coincidenti, potranno essere incluse. Sicuramente lo faremo.

  GIANLUCA BENAMATI. Sicuramente, per quanto riguarda una prima bozza del nostro documento, penso che, a questo punto, ve la faremo avere in anticipo, come la faremo avere magari ai nostri commissari, anche per una valutazione preliminare.
  Per quanto riguarda l'indicazione sui lavori previsti per la giornata di domani, vedremo cosa riusciremo concretamente a consolidare. Ho capito – chiedo se ho capito bene – che domani c'è la prima presentazione e che poi si apre una fase di discussione sugli emendamenti presentati, che porta anche a degli accordi e dei compromessi. Quello che vi diamo potrebbe essere utile anche in quella fase.
  Ho capito male o è così?

  DARIO TAMBURRANO, membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo. Sì, è esattamente così. Domani si svolgerà la fase di presentazione degli emendamenti. Poi si svolgeranno, come sempre, una serie di concertazioni. Si chiamano «emendamenti di compromesso», termine che in Italia potrebbe anche sembrare sconveniente. Si cerca di riconvergere su una posizione comune.
  Occorre sottolineare che fanno fede gli emendamenti presentati durante questa prima fase. Poi cominciare a cambiare parole o posizioni può diventare più difficile, perché c'è bisogno dell'accordo di tutti i Gruppi politici.

  PRESIDENTE. Comunque, quello che possiamo fare subito lo facciamo. Poi magari voi ci fate avere...

  DARIO TAMBURRANO, membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo. Bastano dei bullet point.

  PRESIDENTE. È chiarissimo. Poi magari ci fate avere tutti i testi degli emendamenti presentati domani e lavoreremo assieme su questi cosiddetti «emendamenti di compromesso».
  Grazie, onorevole Tamburrano. Buon lavoro.

  DARIO TAMBURRANO, membro del gruppo Europa della libertà e della democrazia diretta del Parlamento europeo. Prego. Buon lavoro anche a voi.

  PRESIDENTE. Ringrazio quindi tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione in titolo

  La seduta termina alle 15.20.

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