XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta n. 30 di Mercoledì 25 maggio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 

Esame della proposta di relazione in materia di sicurezza sul lavoro e tutela previdenziale nelle Forze Armate (Rel. Scanu):
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 

(La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15.15) ... 8 

Seguito dell'audizione del Presidente dell'INAIL Massimo De Felice e del Direttore generale Giuseppe Lucibello:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 ,
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 9 ,
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 9 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 9 ,
Cirielli Edmondo (FdI-AN)  ... 9 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 10 ,
De Felice Massimo , Presidente dell'INAIL ... 10 ,
Lucibello Giuseppe , Direttore generale dell'INAIL ... 10 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 11 

(La seduta, sospesa alle 15.45, è ripresa alle 16.15) ... 11 

Scanu Gian Piero , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Esame della proposta di relazione in materia di sicurezza sul lavoro e tutela previdenziale nelle Forze Armate (Rel. Scanu).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'esame della proposta di relazione della Commissione in materia di sicurezza sul lavoro e tutela previdenziale nelle Forze Armate, di cui all'articolo 4, comma 2 della delibera istitutiva di questa Commissione.
  Sottolineo preliminarmente che, nonostante l'articolo citato disponga che la Commissione presenti una relazione intermedia allo scadere del primo anno di attività, l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi sin dalle prime riunioni ha convenuto sulla necessità di procedere alla redazione di una ulteriore relazione in tempi strettissimi, anticipando sensibilmente la scadenza indicata dalla delibera istitutiva, allo scopo non soltanto di fornire un ampio quadro conoscitivo sul tema della prevenzione del rischio lavorativo e della tutela previdenziale nelle Forze Armate, ma soprattutto con l'obiettivo dichiarato di presentare all'Assemblea della Camera una proposta organica e articolata di interventi normativi da apportare al quadro legislativo vigente nella materia.
  È infatti appena il caso di ricordare che, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera g) della delibera istitutiva del 30 giugno 2015, questa Commissione ha il compito di indagare sull'adeguatezza degli istituti di indennizzo di natura previdenziale e di sostegno al reddito previsti dall'ordinamento in favore dei soggetti colpiti dalle patologie correlate alle situazioni di possibile rischio, indicate dalle lettere a), d), e) ed f) della medesima delibera, cioè a dire del personale delle Forze Armate esposto a particolari fattori chimici tossici e radiologici, fra i quali l'uranio impoverito, nonché al possibile effetto patogeno di alcune modalità di somministrazione dei vaccini e della presenza di radon e amianto negli ambienti in cui il personale militare è chiamato a prestare servizio.
  In particolare, la delibera istitutiva all'articolo 4, comma 2, dispone espressamente che «la Commissione riferisce alla Camera dei deputati i risultati della propria attività e formula osservazioni e proposte sugli effetti, sui limiti e sull'eventuale necessità di adeguamento della normativa nazionale e dei trattati internazionali vigenti in materia, anche con riferimento all'individuazione di misure di prevenzione e di assistenza adottabili, nonché sull'adeguatezza dei vigenti istituti di indennizzo di natura previdenziale di sostegno al reddito».
  In attuazione di tale specifici compiti, la Commissione si è pertanto prefissa l'obiettivo di proporre con il presente schema di relazione alcune significative modifiche alla normativa vigente, che si ritengono necessarie ed urgenti principalmente a due scopi. In primo luogo si tratta di superare il contenzioso amministrativo e giurisdizionale Pag. 4 attualmente in corso, relativo ai casi di morte e di gravi malattie ai danni delle Forze Armate oggetto della nostra inchiesta, contribuendo così – sia pure in minima parte – ad alleviare il dramma umano e familiare di molte di queste vittime.
  In secondo luogo occorre adempiere ai compiti istituzionali della Commissione, come definiti dal citato articolo 4, comma 2 della delibera istitutiva, segnalando le misure da adottare per razionalizzare il vasto ed eterogeneo ambito della normativa, peraltro non sempre efficace, che concerne la sicurezza sul lavoro e la tutela previdenziale dei componenti delle nostre Forze Armate.
  Prima di passare ad illustrare i contenuti specifici della relazione, per la cui redazione mi sono avvalso della collaborazione tecnica dei consulenti della Commissione, che ringrazio sentitamente, desidero proporvi un percorso di esame e di approvazione della medesima relazione, che possa rispondere alle esigenze di tempestività e massima efficacia che ci siamo riproposti sin dall'inizio dell'attività della nostra inchiesta e che ritengo oggettivamente condivisibili in considerazione dell'urgenza innanzitutto di carattere strettamente umano, che è alla base dei compiti affidatici dalla delibera istitutiva, e con cui abbiamo avuto modo di confrontarci ripetutamente nel corso delle audizioni delle vittime svolte in Commissione.
  Do ora lettura della proposta di relazione, stabilendo fin da ora che la formalizzazione in termini di deposito della medesima è fissata per il prosieguo della riunione di domani, a conclusione dell'audizione con il ministro.
  Siccome non mi piace nascondere niente, anche quando forse una sorta di bon ton suggerirebbe di dire le cose a mezza bocca, mi è stato suggerito di utilizzare questa procedura per un atto di riguardo nei confronti del ministro, persona alla quale mai e poi mai mi sognerei di mancare di riguardo, e men che meno ritengo possiate farlo voi. Il deposito ora della relazione significherebbe porre il ministro in una condizione diversa da quella che abbiamo riservato agli altri auditi, che hanno potuto fornirci il proprio contributo in un percorso di costruzione del parere della Commissione che poi si sostanzia in una relazione.
  Per coloro che hanno seriamente e lealmente collaborato (perché c'è chi ha collaborato e chi ha ritenuto di dover assumere atteggiamenti di rottura nei mass media, già apostrofandoci per una relazione peraltro ancora non fatta e tantomeno presentata) credo sia il caso di ricordare come costoro abbiano sempre svolto un'azione di totale e assoluto riguardo, declinato all'insegna della migliore lealtà fra le istituzioni, e quindi, per fare in modo che a nessuno possa neanche nelle forme più sofisticate essere arrecata alcuna discriminazione, il deposito e quindi la formalizzazione nei termini che proceduralmente sono richiesti avverrà domani, dopo che avremo salutato il ministro che conseguentemente al nostro invito verrà per essere audita.
  A quel punto, quando avremo presso coscienza e conoscenza del contributo che ci verrà dato, formalmente depositerò la relazione. Da quel momento partiranno i termini per la presentazione di eventuali emendamenti o di relazioni di minoranza, che allo stato attuale non ci sono state presentate. Il termine scadrà per le 12, se ci sarà Aula domani, la plenaria rimane convocata per le ore 14, qualora non ci fosse Aula, per evitare ai commissari di dover impiegare per intero non solo la mattinata ma anche il pomeriggio, con il vostro consenso vorrei disporre di anticipare lo svolgimento della plenaria per le ore 12. Ci sono obiezioni in proposito? Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito. Vi do lettura di alcuni spunti presenti nella relazione.
  La presente relazione intermedia si propone di tracciare un primo bilancio dei lavori svolti nel corso dei primi mesi dell'inchiesta relativamente ad una parte estremamente rilevante delle materie oggetto della medesima, come elencate all'articolo 1 della delibera istitutiva 30 giugno 2015, ovvero alla parte concernente la sicurezza del lavoro e la tutela previdenziale del Pag. 5personale dell'amministrazione della Difesa.
  Nell'affrontare questo argomento, che ovviamente non esaurisce l'oggetto dell'inchiesta, la Commissione si è avvalsa dei princìpi e dei criteri metodologici stabiliti dal testo della citata delibera non solo per quanto riguarda la continuità rispetto al lavoro e alle conclusioni delle inchieste svolte nelle precedenti legislature, ma anche per quanto attiene alle indicazioni di cui al comma 2 dell'articolo 4, con particolare riferimento all'individuazione di misure di prevenzione e di assistenza da adottare, nonché sull'adeguatezza dei vigenti istituti di indennizzo di natura previdenziale e di sostegno al reddito.
  A questo riguardo la Commissione ha inteso coniugare lo svolgimento dell'attività inquirente con una più accentuata capacità, rispetto al recente passato, di tradurre valutazioni e analisi in proposte operative, anche nella forma di uno schema di articolato normativo, con l'auspicio che la Camera, con le modalità previste dal suo Regolamento, possa avvalersi del lavoro di inchiesta e di elaborazione svolto finora.
  Resta fermo che, in coerenza con le proposte contenute nella presente relazione intermedia, questa Commissione proceda ad approfondite indagini sulla concreta, effettiva attuazione di tali proposte.
  È anche sulla base della continuità con le inchieste svolte nelle passate legislature e della delibera 30 giugno 2015, con cui la Camera dei Deputati ha disposto l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle materie già indagate nelle precedenti legislature, che questa Commissione ha inteso esplicitare un principio di continuità, indicando questo raccordo nella disposizione di cui all'articolo 1, comma 2, in forza della quale la Commissione fonda la propria attività sulle conclusioni e promuove l'attuazione delle proposte contenute nelle relazioni finali, presentate al termine dei lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta, istituita con la deliberazione del Senato della Repubblica 11 ottobre 2006, e della Commissione parlamentare d'inchiesta istituita con la deliberazione del Senato della Repubblica il 16 marzo 2010.
  Si tratta di una opzione non vincolante per quanto attiene alle conclusioni che verranno raggiunte al termine dell'indagine in corso, ma significativa per quanto riguarda il metodo di lavoro e l'indirizzo che la Commissione è chiamata a perseguire. Esso si può sintetizzare nell'intento di capitalizzare conclusioni ormai acquisite e consolidate, che trovano peraltro significativi riscontri anche nelle audizioni finora svolte, sulle quali basarsi per delineare soluzioni che diano uno sbocco operativo e concreto alle analisi e alle valutazioni formulate nelle precedenti relazioni, anche mediante l'introduzione di impegnative modifiche dell'ordinamento.
  In sintesi, quindi, la Commissione stabilisce un rapporto di continuità con le inchieste passate, senza per questo rinunciare ad apportare un proprio contributo originale, soprattutto nella messa a punto di proposte in linea con i risultati raggiunti fino ad oggi.
  Proprio sulla base di queste brevi considerazioni preliminari, la Commissione intende ribadire anche nella presente relazione l'auspicio più volte espresso di essere l'ultimo organo inquirente incaricato da un ramo del Parlamento di indagare sulle problematiche legate all'esposizione all'uranio impoverito e ad altri agenti patogeni, ed è confortata in tale auspicio anche dalla certezza di operare sulle solide fondamenta offerte dalle risultanze delle precedenti inchieste.
  Le analisi condotte nelle precedenti legislature e le risultanze dell'inchiesta in corso inducono a ritenere che l'applicazione delle predette normative nell'ambito del sistema militare presenti notevoli criticità, in particolare per quanto concerne la valutazione dei rischi, la responsabilità del datore di lavoro, l'approntamento di strutture e servizi di prevenzione adeguati.
  Rispetto a questa situazione, la Commissione ritiene che debba essere innanzitutto riconsiderata l'applicazione dell'articolo 3, comma 2 del decreto legislativo n. 81 del 2008 in materia di sicurezza sul lavoro, in base al quale per alcune categorie Pag. 6 di lavoratori, tra i quali le Forze Armate, l'applicazione della normativa prevenzionistica venga effettuata tenendo conto delle effettive, particolari esigenze connesse al servizio espletato e alle peculiarità organizzative, ivi comprese quelle per la tutela della salute e sicurezza del personale nel corso di operazioni e attività condotte dalle Forze Armate, compresa l'Arma dei Carabinieri, nonché dalle altre Forze di polizia e dal Corpo dei vigili del fuoco, dal Dipartimento della Protezione civile fuori dal territorio nazionale, individuate con appositi decreti ministeriali.
  È opinione della Commissione, sulla scorta di importanti pronunce giurisprudenziali di cui si terrà conto in sede di illustrazione dello schema di elaborato normativo proposto, che in ambito applicativo il riferimento alle particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarità organizzative non possa essere invocato in alcun modo per giustificare una riduzione dei livelli di tutela previsti dall'ordinamento per la generalità dei lavoratori, né per ridimensionare la responsabilità del datore di lavoro in materia prevenzionistica o per creare un qualsiasi tipo di zona franca, dalla quale si possa desumere l'attenuarsi della portata prescrittiva della disciplina generale.
  Si tratta invece di delineare un quadro normativo in materia di prevenzione e sicurezza del lavoratore militare che sia conseguente rispetto alla disciplina previdenziale, che già oggi riconosce provvidenze specifiche a fronte di rischi legati a fattori patogeni riconducibili a particolari condizioni ambientali e operative.
  Per le Forze Armate tale compito di adeguamento della disciplina del decreto legislativo n. 81 è stato affidato al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010 n. 90, recante il Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare. In estrema sintesi, si può affermare che in tale testo normativo viene posta una forte enfasi sulla specialità dell'ordinamento militare che, per quanto attiene alla tutela e sicurezza del lavoro, si esplicita in un'organizzazione della stessa ispirata a un criterio di assoluta autosufficienza, in particolare per quanto riguarda l'assetto dei servizi di prevenzione e protezione e l'esercizio delle funzioni ispettive di vigilanza.
  Già nelle precedenti inchieste erano emerse le criticità di questo modello organizzativo, confermate anche nelle audizioni svolte nell'ambito dell'inchiesta in corso. In particolare, è stata segnalata l'esigenza di assicurare l'effettività e l'efficacia dell'azione di vigilanza, garantendo ai servizi preposti allo svolgimento di tale attività la necessaria autonomia e terzietà, eventualmente trasfondendo le relative funzioni al di fuori dell'ambito militare e affidandole ai soggetti già competenti per questa materia nell'ambito del sistema pubblico.
  Né sono apparse in proposito congrue le rassicurazioni a suo tempo fornite alla Commissione Costa dal Segretario generale della Difesa pro tempore circa la severità delle ispezioni svolte dal personale della Difesa. Nessun organo parlamentare inquirente né attualmente, né in passato ha mai inteso mettere in dubbio la competenza professionale o la correttezza del predetto personale, che è fuori discussione. Quello che suscita perplessità è infatti il dato obiettivo dell'esistenza di un rapporto di subordinazione gerarchica del controllore rispetto al controllato, che di per sé fa venire meno i princìpi di autonomia e terzietà sui quali dovrebbe fondarsi ogni attività ispettiva.
  Occorre dunque ridimensionare l'ambito della specialità nella disciplina della sicurezza del lavoro nelle Forze Armate. Quest'ultima deve costituire l'eccezione alla regola, per la quale in questa materia il personale militare di norma è soggetto alla disciplina dettata per gli altri lavoratori.
  A tal fine, la Commissione avanza due proposte anche in forma di articolato normativo, di cui si darà conto nel dettaglio nel seguito della presente relazione. Esse si propongono di effettuare una revisione della normativa vigente in materia di sicurezza e prevenzione del lavoro, con riferimento in particolare ai compiti e all'autonomia del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, ai criteri di individuazione del datore di lavoro, alla valutazione dei rischi e alla formazione dei lavoratori, alla sorveglianza Pag. 7 sanitaria e alla profilassi vaccinale, ai compiti del medico competente, alla tutela ambientale, all'esercizio delle funzioni ispettive con riferimento alle Forze Armate, compresa l'Arma dei Carabinieri.
  La seconda si propone di superare la separatezza anacronistica che caratterizza oggi la disciplina assicurativa per i rischi e le malattie professionali, portando il personale militare nell'ambito della gestione INAIL con le modalità previste per le altre amministrazioni statali.
  Su questo aspetto vorrei in maniera chiara manifestare un criterio di cui naturalmente mi assumo la piena responsabilità. I colleghi che hanno lavorato insieme a me alla conduzione verso il board degli straordinari esperti di cui questa Commissione può godere hanno avuto modo di verificare ciò che intendo affermare: in base alle condizioni che si verrebbero a creare una volta approvata la proposta di legge contenuta come parte integrante e sostanziale in questa nostra relazione, le condizioni dei lavoratori militari non solo non sarebbero meno vantaggiose, ma godrebbero di un welfare decisamente migliore sia in termini strettamente economici che in relazione al complessivo stato giuridico.
  Si tratta quindi di un passo di civiltà, che va nella direzione della specificità. Il concetto di specificità, che ho ormai imparato da dieci anni a questa parte, è stato spesso utilizzato più o meno scientemente per una condizione minoritaria dei lavoratori delle Forze Armate e dei Carabinieri dispetto agli altri lavoratori. Altro che condizione di miglior favore! I lavoratori delle Forze Armate otterrebbero una condizione di miglior favore se, come ci auguriamo, venisse approvata questa relazione e la proposta di legge di cui questa proposta è parte integrante.
  Ritengo di essere stato esplicito, anche a beneficio di coloro che in perfetta, assoluta e totale buonafede possano aver manifestato qualche dubbio in relazione a questo. D'altro canto, non avremmo avuto la piena accettazione da parte delle rappresentanze militari. Questa accettazione non è arrivata in maniera pedissequa, ma è arrivata dopo un'indagine puntuale, accurata, minuziosa, sviluppata all'insegna delle comparazioni, le medesime comparazioni che i nostri esperti hanno avuto modo di fare con gli esperti che i collaboratori del Segretario generale della difesa hanno potuto offrire alla valutazione di chi ha pensato e scritto questi provvedimenti, quindi non andiamo a lume di naso, in termini di abborracciamento approssimativo, ma abbiamo esaminato tabella per tabella, virgola per virgola.
  Questo non significa che la proposta di legge non possa essere migliorata dal Parlamento, anzi ci auguriamo che il Parlamento possa fare meglio di noi e saremmo i primi ad esultarne. Questo significa anche che a nessuno (certamente, cari colleghi, non mi riferisco a voi) possano essere riconosciuti il diritto e la facoltà di seminare disinformazione creando allarmismi, che noi dobbiamo essere pronti ad azzerare in qualunque momento.
  Se qualcuno può sentirsi toccato in qualche presunto o reale privilegio da questa legge, che è un passo di civiltà, di sicuro non è un problema che può riguardare questa Commissione.
  Questa Commissione ritiene che occorra andare alle radici dei limiti sopra indicati, che contraddistinguono i procedimenti di attribuzione delle provvidenze previste dall'ordinamento, e che a tal fine non sia sufficiente l'introduzione di correttivi specifici, ma occorra un mutamento di prospettiva, consistente nel riportare la tutela previdenziale del personale militare nell'ambito dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, garantita alla generalità dei lavoratori, prevedendosi pertanto che al personale delle Forze Armate, ivi compresa l'Arma dei Carabinieri, si applichino le disposizioni contenute nel decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965 n. 1124. L'assicurazione verrà attuata dall'INAIL con il sistema della gestione per conto dello Stato.
  La Commissione ha ritenuto necessario, anche sulla scorta di quanto previsto dall'articolo 4, comma 2 della delibera istitutiva, tradurre i princìpi qui sommariamente riportati nella forma di uno schema Pag. 8di articolato, accompagnato da una illustrazione preliminare che, oltre a dare conto di alcuni dei risultati dell'inchiesta finora conseguiti, si riconduce in larga misura a numerose pronunce giurisprudenziali, che mettono in luce le principali criticità nella disciplina delle materie oggetto della presente relazione e nelle relative prassi applicative.
  L'ipotesi normativa che si offre al vaglio della Camera dei Deputati si presenta quindi in primo luogo come uno sforzo di raccogliere e sintetizzare analisi, valutazioni e proposte maturate nel corso delle diverse fasi dell'inchiesta, nella presente legislatura e nelle passate, con il fine di prospettare soluzioni che consentano di razionalizzare il lavoro delle Forze Armate, di approntare tutele previdenziali più efficaci e tempestive per i lavoratori che portano le stellette, rimuovendo le cause di un contenzioso paralizzante e dispendioso, e soprattutto di assicurare al personale militare non solo una migliore tutela contro infortuni e malattie professionali, ma anche condizioni di maggiore serenità nell'esercizio degli importantissimi compiti loro affidati a tutela della pace e della sicurezza.
  Dispongo la consegna della bozza di questa relazione, parleremo del deposito alla fine del ciclo delle audizioni, come concordato.
  Come avrete agio di verificare e come vi è già stato anticipato, nella bozza è contenuto l'articolato accompagnato da una specifica relazione, così come conviene alle migliori proposte di legge. Per non venir meno all'impegno assunto con voi per le vie brevi e per consentirci di audire il presidente e il direttore generale dell'INAIL, tolgo la riunione e la riapriamo fra qualche minuto. Grazie per la collaborazione, vi prego di non allontanarvi.

  La seduta, sospesa alle 15, è ripresa alle 15.15.

Seguito dell'audizione del Presidente dell'INAIL Massimo De Felice e del Direttore generale Giuseppe Lucibello.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione dei rappresentanti dell'INAIL nelle persone del Presidente, professor Massimo De Felice, del Direttore generale, dottor Giuseppe Lucibello, del Direttore centrale per la prevenzione, ingegner Ester Rotoli, e del Direttore centrale rapporto assicurativo, dottor Agatino Cariola, ai quali do il benvenuto a nome di tutta la Commissione.
  Ricordo che questa seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Nel corso della precedente seduta svoltasi il 10 marzo scorso sono emersi alcuni elementi di riflessione che la Commissione ha ritenuto di approfondire nelle settimane successive. Sono elementi di riflessione che hanno informato il lavoro di questa Commissione, e, se neppure un'ora fa abbiamo potuto esaminare una bozza di relazione intermedia, è anche per il contributo e la disponibilità che il vostro istituto ha voluto offrirci.
  Ci siamo avvalsi di esperti di straordinario valore, alcuni dei quali oggi presenti, ma vorrei cogliere l'occasione per rivolgere un sentito e affettuoso ringraziamento per l'eccellente lavoro che hanno svolto all'ingegner Ester Rotoli e all'avvocato Luigi La Peccerella. Non sono aduso a forme di piaggeria, ma credo di poter dire che il loro apporto nella costruzione del prodotto finale è stato assolutamente determinante.
  Il lavoro ha riguardato l'esame sull'adeguatezza della tutela della salute e della sicurezza e sulla tutela previdenziale, e il risultato è stato esplicito, evidente, direi inoppugnabile, perché è emersa inequivocabilmente l'inadeguatezza su entrambi i versanti.
  Per questa ragione abbiamo ritenuto e riteniamo urgente un intervento sulla salute e sulla sicurezza anche per il tramite di una significativa, importante e decisa modifica dell'attuale regolamentazione, che risulta essere ostativa all'effettività delle prescrizioni contenute nel decreto n. 81.
  Per quanto riguarda la tutela previdenziale, se ne è riscontrata l'inadeguatezza non tanto sotto il profilo della misura delle prestazioni indennitarie, quanto e soprattutto per i deficit procedurali e strutturali, in particolare la mancata applicazione di Pag. 9princìpi di diritto in materia di nesso di causalità, pur trattandosi di princìpi affermati da una giurisprudenza di legittimità da molti anni consolidatasi.
  La Commissione ha condotto un approfondito esame del sistema di tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e del suo funzionamento, così come esaustivamente descritta dal documento che voi ci avete consegnato in relazione all'ambito di tutela previsto nel Testo unico 1124 del 1965.
  Fondamentalmente, signor presidente, signor direttore generale e graditi ospiti tutti, vorremmo impiegare questo incontro nella maniera più produttiva possibile, intanto facendovi partecipi, per il tramite di una consegna della bozza, del nostro lavoro affinché lo possiate esaminare e valutare, affinché, essendone interessati non soltanto come cittadini italiani, ma anche come vertici dell'istituto, possiate verificare (per quanto ritengo non ne abbiate dubbio alcuno, avendo opportunamente riposto piena fiducia nell'ingegnere Rotoli e nell'avvocato La Peccerella) se la proposta di articolato che avanziamo vada effettivamente nel senso da voi indicato, compatibile con la mission dell'istituto.
  Non vi chiediamo di leggere la bozza di relazione seduta stante, però sono convinto che vi troverete applicati nel dettaglio i princìpi e le forme di coinvolgimento dell'istituto, così come li abbiamo tratteggiati allorché abbiamo avanzato la candidatura delle Forze Armate alla gestione per conto dello Stato.
  Vi chiederei quindi di intervenire su questo aspetto senza liturgie particolari da rispettare e con l'immediatezza tipica delle persone che, oltre a saper parlare, sanno anche lavorare.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. L'immediatezza dice soltanto di ringraziare per le parole che lei, presidente, ha detto, per l'apprezzamento verso l'INAIL e verso i colleghi che sono stati direttamente impegnati in questo lavoro. Da parte mia non posso che confermare tutta la disponibilità dell'INAIL a mettere a disposizione il suo patrimonio tecnico per sostenere qualsiasi tipo di collaborazione in questo senso.
  I ruoli tecnici dell'INAIL, come lei ha sottolineato e come naturalmente confermo, sono pienamente disponibili e assolutamente impegnati sui fronti della prevenzione, quindi possiamo confermare assolutamente questa nostra disponibilità al lavoro.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Io non posso che confermare che rappresentiamo un istituto che sa tener distinte le due fasi, la decisione politica e poi l'attuazione e il sostegno tecnico. Laddove ci sia una qualsivoglia decisione politica, l'istituto supporterà con le proprie competenze tecnico-specialistiche l'intero processo dal punto di vista assicurativo, ovviamente prevenzionale, medico-curativo, di accertamento.
  Ovviamente il Parlamento è sovrano in materia, abbiamo fornito tutti gli elementi conoscitivi affinché la decisione sia la più consapevole e ricca di informazioni possibile, pertanto attendiamo l'esito di questo approfondimento e gli sviluppi successivi per poter collaborare in maniera molto aperta a fornire tutti i contributi e gli atti propedeutici alla scelta che il Parlamento dovesse responsabilmente assumere.

  PRESIDENTE. Un esempio di sintesi che dovrei per primo cercare di mutuare. Grazie ad entrambi. Mi pare che la cosa che più ci sta a cuore sia la piena intesa fra la Commissione e l'istituto, e, a valle di un processo di elaborazione, di analisi e di costruzione all'insegna della migliore tecnica sulla predisposizione delle norme, cambiare una situazione che ci interpella anche nella nostra dignità di cittadini di questo Paese.
  Io ho già ringraziato, non so se i colleghi abbiano piacere di prendere la parola. Prego, collega Cirielli.

  EDMONDO CIRIELLI. Sì, io ho alcuni dubbi perché (è una cosa ultronea ma la ripeto) il nostro obiettivo è garantire una maggiore assistenza ai militari, perché c'è per certi versi il dubbio e per altri anche la Pag. 10certezza che soprattutto nella vicenda più specifica di queste patologie particolari non c'è stata una tutela né preventiva, né successiva, non c'è stata un'assistenza adeguata da parte dello Stato che si è articolata finora con questa metodologia, quindi è evidente che vogliamo realizzare un miglioramento.
  Mi sembra che per effetto della legge Fornero ci siano state alcune variazioni per i dipendenti pubblici sulle cause di servizio e quindi una competenza più forte dell'INAIL nella verifica. In questi cinque anni in cui c'è stata questa particolare competenza dell'INAIL nell'accertamento quali percentuali di riconoscimenti favorevoli e quanti riconoscimenti di malattie professionali ci sono stati?
  Dal punto di vista organizzativo sarà un impegno abbastanza consistente. L'INAIL è in grado di assorbire la tutela di una platea così cospicua di persone, che il servizio che svolgono espone a rischi di malattie professionali e anche di malattie genetiche? È infatti evidente che l'impegno costante, essere sottoposti a intemperie con turni di lavoro massacranti, non prevedibili, improvvisi e straordinari, sottopone a uno stress psico-fisico che fa insorgere più facilmente persino disturbi cardiaci. Normali patologie come i disturbi cardiaci, che per altri dipendenti pubblici non sono considerate malattie professionali, spesso nell'ambito delle Forze Armate vengono riconosciute come causa di pensione privilegiata.
  Mi chiedo se a vostro parere non sia necessario inserire nella proposta normativa qualche valutazione dei nessi causali, delle probabilità di rischio più specifiche per i militari proprio in considerazione del lavoro che svolgono, e non rimettere a una ulteriore, successiva specificazione di tipo tecnico o regolamentare questo tipo di trattamento che riconosce la specificità di un'attività lavorativa sicuramente straordinaria.

  PRESIDENTE. Grazie, collega. Se non ci sono altri colleghi che desiderino rivolgere quesiti, chiederemmo subito la gentilezza di una risposta.

  MASSIMO DE FELICE, Presidente dell'INAIL. Per quanto riguarda la numerosità delle malattie professionali, possiamo confermare che c'è una tendenza all'aumento. Avremo i numeri definitivi sull'anno concluso entro il mese di giugno, però l'aumento è definito.
  Vorrei mettere in evidenza che, quando parliamo di rilevazione di dati di malattie professionali, non stiamo parlando di individui ammalati, ma di numero di patologie, e la differenza fra il numero di patologie rilevate e il numero di individui ammalati non è poco significativa. Anche su questo abbiamo messo a punto uno schema di analisi statistica e anche questa differenza nell'appendice statistica alla relazione che faremo a fine giugno sarà messa in evidenza.
  Gli altri quesiti richiedono degli approfondimenti tecnici soprattutto per quanto riguarda il problema della causalità, quindi del nesso causale perché, come sappiamo, c'è sempre la questione di distinguere fra tipi di convenzione, o un accertamento di tipo statistico, secondo le prassi utilizzate nell'ambito dei processi, oppure passare al meccanismo delle tabelle, già utilizzato in altri ambiti.
  La via mista naturalmente si pone a un livello di complessità intermedia, in quanto quello che i giuristi chiamano «il soggettivismo della decisione» è mediato fra disponibilità delle tabelle o applicazione della legge logica e legge statistica a proposito dell'identificazione delle cause, che spesso però impongono analisi di concause, quindi entrano in un ambito di soggettività non facilmente dirimibile.

  GIUSEPPE LUCIBELLO, Direttore generale dell'INAIL. Dal punto di vista tecnico mi sfugge il nesso tra la riforma Fornero e gli accertamenti sulle malattie professionali, non credo che ci sia nello specifico una correlazione, se non quello che ha detto il presidente, ossia un incremento delle denunce e quindi dei riconoscimenti in relazione e di maggiore consapevolezza del fenomeno, che ha portato a un incremento del numero sia delle denunce che dei riconoscimenti. Pag. 11
  Il sistema di valutazione INAIL si compone di oltre 200 voci, i princìpi applicati sono quelli riconosciuti dalla Cassazione, quindi la probabilità qualificata e la polivalenza causale, la multifattorialità, quindi dal punto di vista degli accertamenti anche patologie come quelle all'esame della Commissione otterrebbero una valutazione congrua e appropriata.

  PRESIDENTE. Allora, facciamo una cosa: partendo dall'assunto che il sabato è per l'uomo, non l'uomo per il sabato, visto che le procedure non ci permettono di audire gli esperti, sospendo per dieci minuti la seduta e facciamo una seduta tecnica nel corso della quale chiederò a due esperti di darci le risposte. Avvocato La Peccerella, per favore si accomodi e ci spieghi quello che ci ha spiegato da tre mesi a questa parte.

  La seduta, sospesa alle 15.45, è ripresa alle 16.15.

  PRESIDENTE. Grazie, torniamo in seduta normale, dando atto che in seduta tecnica si è sviluppato un interessantissimo dibattito grazie anche al contributo degli esperti. Vorrei ricordare ai colleghi che domani alle 8.30 saremo impegnati con l'audizione del Ministro della difesa e che subito dopo proseguiremo con il deposito formale della bozza di relazione.
  Ci sarà tempo per presentare eventuali emendamenti o relazioni di minoranza fino alle ore 12, estote parati perché, se domani non si vota, alle 12 proseguiremo l'esame con la votazione del provvedimento.
  Ringrazio i graditissimi ospiti e speriamo di poterci vedere fra poche settimane per festeggiare. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.30.

Pag. 12