XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 138 di Giovedì 18 febbraio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Tomaselli Salvatore  ... 12 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Emiliano Michele , presidente della regione Puglia ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.45.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. L'audizione odierna del presidente Emiliano è propedeutica alla missione che a breve la Commissione effettuerà a Lecce per un approfondimento sulla situazione della criminalità organizzata in Puglia, in particolare nel distretto giudiziario comprendente anche Brindisi e Taranto, e si colloca, peraltro, dopo due missioni che questa Commissione ha tenuto in Puglia, una a Bari e una a Foggia. L'audizione è stata richiesta dello stesso presidente Emiliano con lettera del 3 febbraio scorso. Ho, pertanto, proposto all'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di calendarizzarla tempestivamente, riservandola naturalmente alla sede della Commissione plenaria, come già avvenuto in precedenza in casi analoghi con altri presidenti di Regione e come avverrà anche a breve con il presidente della regione Lazio. Abbiamo convocato quest'ultimo proprio perché stiamo concludendo una relazione su mafia capitale e sui casi di alcuni comuni che hanno avuto la commissione di accesso e su un'attenzione particolare che è stata mostrata nei confronti di Ostia. Essa richiede, prima della conclusione dei nostri lavori, di sentire anche il presidente della Regione.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Do la parola al presidente Emiliano, che ringrazio per la sua presenza.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Buongiorno a tutti. Ringrazio per l'accoglimento della mia richiesta, che è motivata soprattutto dalla ragione di mettere nelle condizioni, ove ovviamente la Commissione lo ritenga, di procedere all'esame del presidente della regione in via preventiva rispetto alla visita a Lecce e soprattutto con maggiore comodità e con un po’ più di tempo – immagino – di quello consentito dalle audizioni in missione. Dal mio punto di vista, peraltro, le questioni da affrontare sono diverse e piuttosto complesse. Ho sentito, quindi, la necessità di avere una possibilità di audizione più ampia e approfondita. Vi ringrazio in modo particolare per questa ragione. Se il presidente lo ritiene, potrei fare un'introduzione generale. Partendo dal nord della Puglia, ossia dalla provincia di Foggia, devo rappresentare una particolare situazione anche piuttosto evidente dal punto di vista degli atti ufficiali delle forze di polizia e della DIA e, più in generale, anche dalle evidenze di cronaca. Tale Pag. 4situazione è legata a una particolare difficoltà degli organi investigativi a penetrare un livello di omertà e anche di efficienza delle strutture della criminalità organizzata che, nella sostanza, negli ultimi anni ci ha impedito di ottenere in provincia di Foggia gli stessi risultati che sono stati ottenuti in altre province della Puglia. La Puglia – lo dico senza essere particolarmente ottimista – è uno di quei luoghi nei quali negli ultimi 20-25 anni abbiamo registrato una serie di successi concreti, obiettivi e corrispondenti anche a una forte riduzione del ruolo delle organizzazioni mafiose nel territorio. Questo stesso positivo risultato non è stato ottenuto nella provincia di Foggia, che continua, per esempio, a essere teatro di numerosi fatti di sangue. Anche la città stessa di Foggia è sovente oggetto di fatti di questo genere, che potranno essere approfonditi con gli organi di polizia e con la procura, sia quella distrettuale, sia quella ordinaria. Abbiamo rilevato, da ultimo, una particolare pressione di quel fenomeno, del quale credo la Commissione si sia più volte interessata, che chiamiamo caporalato, con una parola che, però, temo sia, per taluni versi, imprecisa e per altri riduttiva. La provincia di Foggia, infatti, è oggetto di una permanente strutturazione, probabilmente anche organizzata, di gestione del lavoro in agricoltura, che con grande difficoltà riusciamo a riportare in termini di legalità. Da quasi dieci anni esiste un luogo, nel territorio del comune di San Severo, molto famoso in tutto il mondo, in particolare in Europa, perché oggetto spesso di servizi televisivi anche da parte di Paesi europei, i quali in questo modo, peraltro, finiscono per colpire duramente l'immagine della nostra agricoltura. Questo luogo è denominato «ghetto di Rignano», anche se è in territorio di San Severo. Incredibilmente, si tratta di un luogo di proprietà della regione Puglia, che sorge in un'area nella quale da moltissimi anni esiste un campo che arriva a ospitare migliaia di persone nei periodi di punta e che è stato, peraltro, incendiato pochi giorni fa. Questo è avvenuto mentre la regione stava, per la prima volta dopo molti anni, provvedendo a organizzare lo sgombero umanitario del sito, ospitando tutti i lavoratori extracomunitari lì presenti, che sono quasi tutti di origine africana, in strutture regionali. Lo scopo era porre termine a una vicenda nella quale si sospetta – e si sospettava – la presenza nel campo di prostituzione, spaccio di droga e, più in generale, di un racket legato alla gestione della manodopera gravissimo. Si sostiene – ovviamente riferisco dati di natura sociologica e non certo giudiziale – che questo campo fosse guidato da una serie di leadership chiamati «capi neri», che in qualche maniera hanno gestito per moltissimo tempo diverse attività, verosimilmente di natura criminosa. La mia amministrazione ha subito preso di petto questa situazione e ha cercato, e sta cercando tuttora, di lavorare su tutti i luoghi come Rignano, perché purtroppo non c’è solo Rignano, ce ne sono altri. In quest'ambito abbiamo bisogno non solo dell'iniziativa legislativa, che credo sia in corso da parte del Ministro dell'agricoltura, del Governo, ma, più in generale, di una fortissima collaborazione delle prefetture, delle forze dell'ordine, delle procure e di tutti i soggetti che possono contribuire all'organizzazione di questo settore. Sono compresi i finanziamenti dei quali stiamo usufruendo per la costruzione di campi auto-costruiti che consentano a queste persone di potere gestire la loro presenza sul nostro territorio a fini di lavoro in maniera legale, ovviamente dal punto di vista anche dell'igiene della loro residenza, e di essere sottoposte, se possibile, anche alle cure da parte del servizio sanitario regionale e nazionale, in modo tale da evitare – come, purtroppo, qualche volta è accaduto – che ci siano epidemie di vario genere. Questa vicenda obiettivamente è stata a lungo tollerata e la circostanza che questa tolleranza sia stata interrotta da parte della regione Puglia dal mio punto di vista è sintomo anche di una difficoltà generale dell'apparato complessivo dello Stato nel ripristinare la legalità Pag. 5in questi luoghi. Devo dire che il fenomeno del caporalato diffuso nella regione spesso e volentieri è stato affrontato con un fraintendimento – diciamo così – umanitario, che, anziché migliorare la situazione di queste persone, l'ha portata al degrado assoluto. Ho rilevato sotto questo aspetto una particolare solitudine da parte di tutti i soggetti che si sono occupati di assistere queste persone e che tuttora si occupano di caporalato, nonché uno iato molto forte tra le dichiarazioni di principio e l'effettiva capacità dello Stato di intervenire in questi luoghi per ripristinare la legalità e i diritti delle persone e soprattutto per ottenere la collaborazione da parte delle imprese agricole – anche questa è una cosa che stiamo facendo – al fine di gestire il rapporto di lavoro di queste persone in modo adeguato. Scendendo verso sud, arriviamo alla provincia di Bari, non perché la provincia Barletta-Andria-Trani (BAT) sia completamente esente da questi fenomeni, ma perché in questa fase un'emergenza particolare esiste nella città di Bari. Il sindaco qualche giorno fa ha addirittura richiesto interventi speciali al Ministro dell'interno con riferimento ad alcuni fatti di sangue che si sono verificati in quartieri che avevamo pensato di aver bonificato in passato dalla criminalità organizzata e dal degrado sociale. C’è stato in questi anni un investimento enorme del comune di Bari nelle periferie della città, ma alcuni fatti, in particolare le inevitabili e legittime scarcerazioni anche di pericolosi capimafia, tra i quali il fondatore della criminalità organizzata barese, Savino Parisi, hanno certamente determinato una serie di sommovimenti. In sede giudiziale essi potranno essere meglio definiti dal procuratore distrettuale, il dottor Volpe, che si sta distinguendo per avere, dopo un periodo difficile di gestione di quell'ufficio, ripreso le fila e riordinato l'attività della procura della Repubblica, riportandola a un livello di efficienza coerente con l'efficienza delle forze dell'ordine. Questa è una questione che va precisata. Dal punto di vista investigativo ho sempre avuto l'impressione – e conservo questa consapevolezza – di una particolare efficacia degli uffici investigativi del distretto di corte d'appello di Bari, che comprende Bari e Foggia, ma la stessa cosa varrà quando cominceremo a parlare del distretto della corte d'appello di Lecce. Questa capacità investigativa, ovviamente, ha bisogno però di una permanente tensione e soprattutto di un'organizzazione degli uffici giudiziari, che in Puglia rimangono ancora largamente sottodimensionati rispetto alle altre regioni che hanno fenomeni simili. Si tratta di un sottodimensionamento – lo dico all'ingrosso – che arriva alla metà dei numeri. I sostituti procuratori delle due procure distrettuali antimafia e, più in generale, le due procure, a occhio e croce, fatto il rapporto con gli abitanti e anche con il carico di lavoro, sono la metà di quelli di Napoli e Palermo, forse anche un terzo in qualche caso. Questo viene considerato un dato di fatto. Devo dire che la Puglia sotto questo aspetto anche in altri ambiti ha un sottodimensionamento di organico delle strutture dello Stato. Questo vale per le forze di polizia, per la regione Puglia e per il comune di Bari. Il comune di Bari ha solo 1.700 dipendenti, compresa la polizia municipale, un numero bassissimo. Credo sia, però, il comune più efficiente nel rapporto tra personale e numero di abitanti. Questo vale per la regione Puglia persino nell'ambito della sanità, ma questa permanente scarsità, che pure è stata evidentemente uno stimolo a efficientare tutte le nostre energie, in materia giudiziaria obiettivamente crea alle volte dei rallentamenti particolarmente gravi. Nella città di Bari negli anni passati essi avevano provocato anche un ritardo notevole nell'esecuzione di provvedimenti cautelari e anche nella gestione delle procedure sia di confisca dei beni, sia legate ai processi ordinari. Scendendo ancora più a sud, arriviamo alla provincia di Brindisi. La situazione di Brindisi è sempre stata particolarmente difficile. È il luogo dove la sacra corona unita nasce. Nasce sostanzialmente a Mesagne. Il fondatore, il Pag. 6capo storico della sacra corona unita, è un piastrellista mesagnese di nome Giuseppe Rogoli. È lì che viene istruito il primo processo nel quale storicamente viene contestato il 416-bis per la sacra corona unita. In primo grado la componente mafiosa non viene riconosciuta, ma la corte d'appello di Lecce nel 1990, per la prima volta, determina la natura mafiosa della sacra corona unita. Naturalmente, Brindisi ha una caratteristica particolarmente odiosa, ossia il ritorno periodico sulla scena di personaggi processati più volte, che in molti casi determinano anche fatti di particolare gravità. Ci sono stati anche in passato fenomeni molto gravi di inquinamento istituzionale. È noto un processo istruito dall'attuale procuratore di Foggia che riguardava alcuni fatti commessi da componenti della squadra mobile di Brindisi. Dopo aver sconfitto le organizzazioni criminali della città, questi soggetti hanno avuto una potente deviazione, che ha portato poi a processi gravissimi, anche per l'omicidio di alcuni contrabbandieri che avevano subìto colpi di arma da fuoco da un elicottero sul quale viaggiavano componenti delle forze dell'ordine. Si tratta, quindi, di una città nella quale al contrasto potente, anche di comunità, nei confronti della sacra corona unita, si sono poi alternati anche fenomeni, forse più gravi, di inquinamento e di infiltrazione delle istituzioni, non solo politiche, ma anche di natura diversa. Si è avuto anche il caso di un sindaco, che si chiamava Antonino, il quale, con una serie di acrobazie politiche di varia natura, si trovò in una situazione nella quale indagini della procura della Repubblica di Brindisi individuarono alcuni reati che credo siano anche stati stigmatizzati con sentenze passate in giudicato. Questo clima complessivo di forte inquinamento delle istituzioni è stato, purtroppo, interrotto solo dalla sindacatura del sindaco Mennitti, un galantuomo di vecchio stampo, anche se «mio avversario politico». Sinceramente, questa è una frase che forse non è neanche opportuna, perché fu il sindaco con il quale poi tutta la mia parte politica ha condotto una battaglia molto rilevante contro la costruzione del rigassificatore nella città di Brindisi. Dopodiché, qualche anno fa, come peraltro la cronaca vi illustra, siamo ritornati in una situazione di grave opacità, che si è conclusa con l'arresto del sindaco di Brindisi, che in questo momento è agli arresti domiciliari per fatti connessi alla gestione dei rifiuti. In relazione a questi evidentemente avete mezzi certamente migliori della mia audizione per comprendere nel dettaglio quello che è avvenuto.

  PRESIDENTE. Ci interessa anche il suo punto di vista.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Nella vicenda il presidente della regione Puglia ha avuto, a causa dalla richiesta della magistratura, un ruolo specifico, perché, sulla base di alcune segnalazioni degli uffici giudiziari che rilevavano una serie di irregolarità nella gestione del ciclo dei rifiuti, per la prima volta nella prassi amministrativa della regione, abbiamo deciso di commissariare l'organo di governo d'ambito (OGA) dei rifiuti di Brindisi. Pertanto, sono attualmente il commissario del ciclo dei rifiuti dell'OGA, nel quale rientra Brindisi e del quale era capofila proprio il sindaco, che attualmente si trova agli arresti domiciliari. Abbiamo verificato in quel contesto una serie di irregolarità, che fanno parte dei capi di imputazione, dovute sostanzialmente all'incapacità dell'OGA di far fronte al proprio compito. Addirittura siamo dovuti arrivare, con una mia ordinanza, a imporre al sindaco di Brindisi di rescindere il contratto con l'azienda Nubile, della quale era amministratore delegato uno degli arrestati in concorso con il sindaco, tale Luca Screti, il quale, salvo errori e omissioni, dovrebbe essere parente stretto del tesoriere della sacra corona unita, Antonio Screti, che io ebbi l'avventura di processare nel maxi-processo alla sacra corona unita di Brindisi quando ero sostituto procuratore presso quell'ufficio. Naturalmente, la circostanza Pag. 7è particolarmente preoccupante, per via di questa continuità e di questa contiguità con alcuni soggetti. Allo stato – sia ben chiaro – non mi risulta che ci siano procedimenti che riguardino questo Luca Screti come soggetto collegato alla criminalità organizzata, ma è inutile dire che la fama di cui era circondata la famiglia, in particolare il suo parente, era tale da non avere bisogno di ulteriori particolari stigmatizzazioni. Avere ritrovato, quindi, dopo tanti anni, dopo vent'anni – credo che la mia requisitoria nei confronti del suo parente fosse del 1993 o del 1994, onestamente, non mi ricordo bene – questo soggetto amministratore delegato della società alla quale il sindaco aveva consegnato il ciclo dei rifiuti e un impianto di biostabilizzazione che, come avevamo accertato noi della regione Puglia e poi anche la magistratura sulla base del nostro documento, non aveva mai funzionato – ragion per cui la discarica nella quale i rifiuti venivano buttati era completamente piena di percolato e, quindi, in violazione di ogni norma – mi ha inquietato in modo particolare. Si aggiunga che – di questo, ovviamente, non c’è alcun elemento giudiziario e la persona di cui adesso parlerò è un soggetto sul quale non c’è alcun sospetto di reato e che ha una fedina penale immacolata – a un certo punto della vicenda amministrativa, assume il ruolo di assessore all'urbanistica tale Pasquale Luperti. Diventa assessore all'urbanistica dopo essere stato eletto nelle liste del Partito Democratico, il mio partito, come primo degli eletti. Pasquale Luperti è il figlio di Antonio Luperti, anche lui capomafia della sacra corona unita e – il caso vuole – anch'egli oggetto di mie indagini all'epoca dei fatti. Fu ammazzato il 12 luglio del 2000 da un pentito, Vito Di Emidio, detto «Bullone», nell'ambito di una faida che si era verificata tra la sacra corona unita tradizionale e la sacra corona unita che aveva in qualche maniera infiltrato il mondo del contrabbando brindisino. Di questo, ovviamente, la DIA potrà riferire nel dettaglio e certamente meglio di quanto possa fare io sulla base dei miei ricordi. Quel che è certo, però, è che il fatto che il figlio e nipote anche di un altro Pasquale Luperti, che era stato ammazzato due anni prima, fratello di Antonio, fosse stato candidato nelle liste del Partito Democratico – va bene, questo può succedere – ma soprattutto che avesse assunto addirittura il ruolo di assessore all'urbanistica, sinceramente, era una circostanza che mi aveva fortemente preoccupato. Peraltro, la cosa sconcertante è che tutti sapevano di questa storia. Tutto il mondo dell'informazione sapeva perfettamente di questa parentela. Mi sono chiesto negli anni, avendo parlato di questa storia tante volte a tanti giornalisti – ne ho parlato con le forze dell'ordine, con i prefetti e con i procuratori – come mai di questa storia, tutto sommato anche succulenta dal punto di vista mediatico, nessuno avesse mai inteso parlare. Peraltro, Luperti veniva nominato assessore la sera, ossia il venerdì sera, precedente l'attentato alla scuola Morvillo Falcone nel quale perdeva la vita Melissa. Si trattava di un fatto di una presenza mediatica senza precedenti. Pur tutti conoscendo questa vicenda, evidentemente, applicando il principio che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, era assolutamente legittimo ignorarla. Certo, viene in mente che cosa sarebbe potuto accadere se una situazione del genere si fosse verificata in qualche altro comune. È inutile dire che in Puglia eventi del genere, ringraziando Iddio, non sono frequenti. Rimane il fatto che l'assessore all'urbanistica non aveva, e non ha, competenze specifiche. È un analista di laboratorio che lavora in una fabbrica chimica. Non è neanche un talento urbanistico in senso proprio. Ciononostante, questo è il soggetto che ha gestito per conto del sindaco e della giunta Consales l'elaborazione del nuovo piano urbanistico generale di Brindisi, il che già basterebbe. Non è finita, però. Questo assessore riesce a litigare pesantemente con il tecnico incaricato della redazione del piano regolatore, che si chiama Goggi, se non sbaglio, perché manda una lettera proprio con la sua firma, nella quale chiede al tecnico di aumentare il numero di metri cubi sulla costa. Questo tecnico Pag. 8risponde che non intendeva procedere in questo senso. Ovviamente, questo poi spinge l'amministrazione a revocare l'incarico a Goggi e a incaricare, sotto soglia per il completamento del piano regolatore, a 39 mila euro di compenso un altro tecnico, peraltro di particolare fama, perché credo che si tratti del professor Karrer. In questo contesto, sia pur temporaneamente, a causa del prorogarsi della procedura congressuale, io ricopro anche il ruolo di segretario regionale del Partito Democratico. A causa di questo evento e anche delle difficoltà che avevamo trovato nel ciclo dei rifiuti, il Partito Democratico aveva richiesto al sindaco Consales le dimissioni di entrambi gli assessori, sia quello all'urbanistica, sia quello all'ambiente, che si chiama Monetti, che si occupava del ciclo dei rifiuti. Questa vicenda si complica moltissimo e il conflitto diventa molto forte dal punto di vista politico, al punto che il segretario cittadino del Partito Democratico, che era anche consigliere comunale, non vota l'ultimo bilancio della giunta e si dimette. Io e il segretario provinciale Bruno siamo costretti a commissariare il partito di Brindisi e chiediamo le dimissioni dei due assessori, ma non le otteniamo. Il sindaco resiste strenuamente fino all'ultimo, fino al punto da costringere il Partito Democratico a ritirare la fiducia all'amministrazione, ben prima dell'arresto e soprattutto scatenando una polemica politica durissima tra il presidente della regione, anche segretario del partito, e il sindaco su due questioni molto rilevanti. La prima è quella legata a una convenzione con Ryanair, che strumentalmente il sindaco decide di trasformare in una sorta di desiderio del presidente della regione di far chiudere l'aeroporto di Brindisi, negando le connessioni con Ryanair, fatto questo, onestamente, del tutto diverso. Io avevo semplicemente chiesto in giunta la verifica di alcune modalità di stipula delle convenzioni con Ryanair operate dalla precedente amministrazione. Era una cosa assolutamente regolare. Avevo deciso di non ratificare queste precedenti convenzioni, decidendo di portarle in consiglio regionale per l'esame da parte del consiglio come debito fuori bilancio. La seconda questione è ben più grave. Poiché l'amministrazione regionale e io avevamo fatto una proposta, nella vicenda del gasdotto TAP, di far approdare il gasdotto TAP a Brindisi, come del resto era previsto in origine, anziché molto più a sud, ossia a Melendugno, dove dovrebbe approdare su una delle più belle spiagge dell'Adriatico, il sindaco, impugnando sempre la brindisinità, sosteneva che il presidente della regione, barese, avesse deciso di dare questa indicazione sull'approdo del TAP al fine di danneggiare la città di Brindisi. Ovviamente, colgo l'occasione per dire che questo gasdotto, in realtà, avrebbe dovuto comunque attraversare il territorio anche nella versione «approdo Melendugno», anziché «approdo Brindisi». Dovrebbe, in realtà, produrre – questo è un mio personale parere – un inutile percorso di 55 chilometri in mezzo a ulivi malati di Xylella che comunque avrebbe «danneggiato» la provincia di Brindisi. Non si riusciva a capire per quale ragione questo argomento del TAP venisse utilizzato con tanta violenza nei confronti del presidente della regione Puglia. Inutile parlare dell'inutilità di quest'opera, perché è assolutamente più comodo farla arrivare a Brindisi. A Brindisi, peraltro, proprio in funzione della costruzione del rigassificatore, che poi non c’è stata più – mi riferisco a quello della British Gas – è già stata costruita una tubazione che porta dalla costa alla dorsale Snam. Si risparmierebbero, quindi, centinaia di milioni di euro, dal mio punto di vista. In questo senso abbiamo fatto proposta al Governo di evitare di arrivare...
  Fino ad oggi – anzi è di ieri la notizia – il TAR del Lazio ha ritenuto non applicabile la legge Seveso sull'approdo a Melendugno. Sì, è vero che c’è una decompressione del gas teoricamente pericolosa, ma, trattandosi di un atto di alta amministrazione da parte del Governo, il TAR del Lazio ha ritenuto non sindacabile questa scelta, che pure noi avevamo contestato. Torniamo alla vicenda del sindaco. Su questa storia il sindaco si è fortemente Pag. 9impegnato proprio nella fase di massimo conflitto con la regione Puglia. Questo, in tutta sincerità, ve lo debbo segnalare, perché il fatto che in un'area ad alta densità mafiosa si debba realizzare un'opera che, a giudizio degli uffici tecnici e – credo – di tutte le persone di buonsenso, è completamente inutile e che potrebbe tranquillamente essere realizzata senza costruire questi 55 chilometri... In tutta sincerità, se poi qualcuno mi contraddice e mi dimostra che è indispensabile arrivare sino a Melendugno, non dirò una parola, ma, nel clima di cui stiamo parlando, sarei molto, molto attento, al posto di chi deve prendere decisioni in materia, nel forzare la mano. Forzare la mano si può fare tranquillamente in buona fede, per esempio con l'intento di fare in fretta e di non perdere altro tempo, tutte questioni assolutamente ragionevoli, che la regione Puglia comprende, perché rifare un progetto può portar via del tempo. Nella condizione specifica nella quale ci troviamo e nel clima e nel tipo di infiltrazioni che viviamo e che abbiamo vissuto anche dentro l'amministrazione comunale di Brindisi, però, dal punto di vista politico posso suggerire particolare cautela. Poiché crediamo nella necessità di realizzare quest'opera, che è strategica e necessaria perché ci porterebbe 20 miliardi di metri cubi di gas dall'Azerbaijan che sono una riserva strategica alternativa alle attuali forniture di gas, mi permetto di dire che la regione Puglia sarebbe disponibile a dare il proprio consenso per evitare perdite di tempo – un consenso politico, ovviamente – anche a un decreto legge speciale che consenta la rimodulazione del progetto per farlo approdare su Brindisi. Questo in modo tale da non perdere tempo rispetto ai tempi previsti e, quindi, da eliminare anche la scusa – questa è una mia personale ricostruzione – dei tempi di realizzazione dell'opera. Noi crediamo nella necessità dell'opera in maniera coincidente con l'opinione del Governo, ma attraversare dieci comuni nel pieno dell'emergenza Xylella, in una situazione ambientale di questo genere, è una di quelle situazioni che la regione Puglia ritiene di non poter reggere dal punto di vista politico. La mia è un'opinione, ovviamente, del tutto opinabile, ma anche fondata su una lunga, lunghissima esperienza di quel territorio e della mia regione. Per mia sfortuna, o fortuna – decidete voi – io lì ci sto da sempre. Conosco vita, morte e miracoli di tutti. Soprattutto non vorrei che, come è accaduto per Brindisi, dove la situazione è precipitata dal punto di vista giudiziario, qualcuno poi venisse a dire che le opere non si realizzano perché le regioni sono bastian contrari, perché non è così. Sono dell'idea che, in una situazione complicata come quella di cui stiamo parlando, che comprende, per esempio, la questione della decarbonizzazione della Puglia... Sarò rapidissimo. La Puglia ha i due stabilimenti più grandi d'Europa nei due settori dell'acciaio e dell'energia che vanno a carbone. Ovviamente abbiamo obblighi di decarbonizzazione sin dal protocollo di Kyoto, cui non abbiamo mai adempiuto. Adesso abbiamo firmato anche quelli di Parigi e siamo certi che il Governo ci consentirà di decarbonizzare la Puglia. Abbiamo presentato due giorni fa all'ASL di Lecce dati epidemiologici sull'incidenza di tumori ai polmoni e alla vescica che sono catastrofici per il Salento, verosimilmente in funzione della presenza di questi due impianti. Voglio anche ricordare, per esempio, che sulla questione della gestione delle ceneri della centrale ENEL di Brindisi da vent'anni a questa parte ci sono state numerose indagini, anche da parte della procura di Brindisi. Le ceneri sono una materia prima-seconda e possono essere riutilizzate, o meglio, potevano essere riutilizzate. Sul trasporto delle ceneri c’è già stato un processo che dimostrò che alcune sovrafatturazioni da parte dei trasportatori di queste ceneri erano servite 20-25 anni fa a costituire la cosiddetta «maxitangente Enimont». Anche queste sono indagini fatte dalla procura della Repubblica di Brindisi e che ho avuto il compito di seguire personalmente. È chiaro che ancora oggi il trasporto di quelle ceneri è oggetto di una complessa vicenda, legata anche alle discariche in cui Pag. 10vengono conferite queste ceneri, che potrebbero avere una particolare importanza. Il suggerimento, dunque, di utilizzare il gas – la proposta di decarbonizzazione è connessa a quella dell'accelerazione dei lavori sul TAP, che ho proposto localizzando l'approdo a Brindisi – è connesso, ove riuscissimo a negoziare come compensazione ambientale un prezzo del gas compatibile con quello del carbone. Mi rendo conto che chiedere a delle imprese di decarbonizzare non è un'operazione che si può fare con il loro fatturato. Bisogna farlo anche con il sostegno pubblico, ferma restando l'obbligatorietà per l'Italia di procedere alla decarbonizzazione. Noi avevamo proposto che si potesse realizzare questa operazione chiedendo un prezzo calmierato sul gas che consentisse di portare a termine la decarbonizzazione. Diversamente – poi chiudo su Taranto, perché la proposta di decarbonizzazione riguarda anche l'ILVA – sarà difficile trovare un equilibrio di ordine pubblico su Taranto. Non abbiamo elementi legati alla criminalità organizzata. Onestamente, quindi, non so se ci sia una diretta competenza di questa Commissione sulle vicende tarantine. Tuttavia, per tuziorismo e per completare il discorso, in modo tale che sia tutto nello stesso verbale, è inutile dire che, se non gestiamo con particolare attenzione tutta la vicenda Taranto e il passaggio dell'azienda ai nuovi gestori acquirenti, e non la gestiamo in maniera tale da superare la divisione che esiste dentro la città tra coloro che temono le conseguenze sull'economia e sul lavoro della chiusura della fabbrica e coloro che, invece, temono che la prosecuzione del funzionamento della fabbrica determini danni alla salute ingiusti e insopportabili, è evidente che questa proposta, fortemente contrastata dal sindaco di Brindisi, è la questione interessante. Questa persona, che gestiva con molta disinvoltura le sue relazioni con due rampolli – figli o parenti – di soggetti della sacra corona unita, era il principale avversario della proposta della regione sulla decarbonizzazione. Ricordo un servizio televisivo in cui affermava che il presidente della regione diceva solo fesserie o sciocchezze con riferimento alla decarbonizzazione della centrale ENEL. Sosteneva che fossero cose che dicevo solo per ragioni di natura politica. Credo di avere, da questo punto di vista, esaurito la mia esposizione. Sulla provincia di Lecce, onestamente, non ho aggiornamenti specifici che riguardino la criminalità organizzata. Potrei parlarvi della vicenda Xylella, ma credo che questa – ringraziando Dio per voi – non riguardi la Commissione antimafia.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Prima di passare la parola all'onorevole D'Uva, vorrei rivolgerle alcune domande. Sulla Xylella, visto che l'ultimo argomento che ha trattato, il «rapporto sulle agromafie» che è stato presentato ieri alla Coldiretti, presieduta dal procuratore Caselli, in realtà tutta questa certezza che non vi sia di mezzo la criminalità organizzata non c’è, e risulta aperto un fascicolo in procura a Lecce da parte della procura distrettuale. Mi auguro, quindi, che nella nostra missione si possa acquisire anche qualche elemento da questo punto di vista, che sicuramente aprirebbe scenari abbastanza inquietanti. La vicenda già lo è. Se poi dovessimo accertare o comunque trovare indizi che questa vicenda sia riconducibile in qualche modo anche alla criminalità organizzata, sarebbe, ovviamente, ancora più preoccupante. Devo dire che, dalla lettura del rapporto, tranquilli non siamo. Per adesso, vedremo e approfondiremo. Volevo capire se ho capito, presidente, perché dalla sua esposizione mi sembra che si intreccino questioni di carattere economico-ambientale che riguardano il passato, per quanto riguarda i rifiuti, e che riguardano soprattutto il futuro, per quanto concerne, in maniera particolare, la decarbonizzazione e, quindi, il TAP. Sembra che queste vicende si possano incrociare con la presenza di organizzazioni di criminalità mafiosa in quel territorio. È evidente che una scelta o l'altra è tutt'altro che indifferente sul piano politico. Nel caso in cui si faccia una scelta che, a quanto capisco, comporterebbe espropriazione di territori e probabilmente Pag. 11anche costruzioni, la domanda è: c’è un allarme generale comprensibile, al quale non si può non prestare attenzione, o c’è qualche elemento in più ? Per esempio, questi terreni a chi appartengono ? L'esproprio per il passaggio del gasdotto dove andrebbe a insistere ? Pongo un'altra domanda. Dalla vicenda brindisina, ma anche, secondo alcune notizie che abbiamo e che vorremmo approfondire, dalla provincia di Lecce – per l'accesso ad alcuni comuni e per alcuni dati elettorali che riguardano anche il comune di Lecce – sembrerebbe che quella regione, soprattutto nella parte sud, ma chiaramente anche a Foggia per altri motivi, sia ancora molto interessata a quello che potremmo definire un fenomeno nel quale non si prescinde da legami con la politica. In alcuni territori ci accorgiamo che le mafie riescono a fare affari anche senza avere un'interlocuzione politica diretta. Ci riescono lo stesso. Sembra che qui la politica sia ancora un interlocutore molto importante, anche per parentele, ma non solo, evidentemente. Con riferimento al fatto che poi il sindaco di Brindisi fosse in maniera così esplicita un avversario del presidente della regione – non in maniera astratta, ma in relazione ad alcuni precisi progetti – la domanda è: come ho già detto, ci sono elementi ulteriori perché una determinata scelta possa andare a favorire le organizzazioni mafiose e ci sono anche, secondo lei, delle cordate politiche dietro alcune scelte che potrebbero in qualche modo favorire anche le organizzazioni mafiose ? Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, forse non potrò fermarmi a sentire le risposte. Le chiedo scusa in anticipo per questo. Leggerò il resoconto successivamente. Intanto devo chiedere subito se ci può mandare la documentazione, in particolare una relazione sul ghetto di Rignano, perché per il Comitato sulla tratta potrebbe essere utile ai fini della relazione finale che faremo. Noi abbiamo presentato – l'ho presentata io con alcuni colleghi in Commissione affari costituzionali alla Camera – una risoluzione per chiedere di creare una sede DIA a Foggia, proprio in virtù di quello di cui parlavamo prima. Le chiedo che cosa ne pensa lei e, se per caso si trova d'accordo, se ritiene di volersi interessare alla questione lei stesso e cercare, come regione Puglia, di mettersi in prima persona per fare questa richiesta. Quando siamo andati a Foggia, io non conoscevo la zona. Nessuno conosce quella zona, di fatto. Anche nello scrivere la risoluzione ci sono stati problemi quando facevo riferimento a «società foggiana» o «società del Gargano». Quasi non si trovano i riferimenti sulle fonti tanto è poco conosciuta. Faccio questa proposta, quindi, sia per una questione operativa, sia per far vedere ai cittadini che le istituzioni ci sono, perché, quando i cittadini vedono che c’è la presenza della DIA, magari si comportano in un modo diverso. Ho una domanda sui rifiuti, ma devo dire che ha parlato abbastanza di questo tema, ragion per cui non le chiedo altro. Vorrei fare due domande, invece, come segretario regionale del PD. Possono essere domande un po’ antipatiche, presidente. Le chiedo scusa in anticipo, ma credo che siano necessarie. Riteniamo che lei, presidente, essendo anche un ex procuratore, sia sicuramente importante e rappresenti anche un'immagine di legalità per tutti i cittadini pugliesi, e non solo. Ha fatto bene a chiedere le dimissioni dei consiglieri del PD di Brindisi per andare a elezioni dopo l'arresto del sindaco ex PD. Ci chiediamo e le chiediamo perché, per esempio, per il consigliere regionale PD Abaterusso, che è stato condannato a un anno e sei mesi per truffa all'INPS, non abbia ritenuto di fare qualcosa. Certo, non può chiedere le dimissioni dei consiglieri e andare a elezioni, sia chiaro, ma ci chiediamo perché non abbia fatto nulla, perché non abbia stigmatizzato sufficientemente questa situazione. Anche del sindaco di Bisceglie Francesco Spina si parla in questi giorni. Si tratta di un noto trasformista, presidente della provincia eletto con il centrodestra e responsabile delle liste civiche di Emiliano, che risulta indagato per tentata estorsione Pag. 12e anche, se non sbaglio, per abuso d'ufficio in concorso. Questa persona ha iscritto 400 persone di Bisceglie nel Partito Democratico. Non è magari competenza di questa Commissione, ragion per cui mi scuso se forse sto andando oltre, ma mi chiedo, per quella immagine di legalità che si deve e si vuole dare – so che si vuole dare e che tutti i partiti la vogliono dare – se si voglia fare qualcosa. Sembrerebbe, dalle posizioni che ho letto sui giornali, che siano più importanti dei voti piuttosto che un'immagine di legalità che si vuole trasmettere. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Prima di passare la parola al senatore Tomaselli, avrei un'altra domanda. Questo consigliere eletto nel PD, Pasquale Luperti – faccio questa domanda per capire non tanto il passato, quanto il futuro, perché questa Commissione si sofferma spesso su come le forze politiche possano fare interventi preventivi rispetto alla magistratura – non c'erano gli elementi per impedire che si candidasse ? Va bene averlo espulso, ma forse avrebbe potuto anche non essere candidato. Tutti noi abbiamo codici che fanno riferimento ad atti giudiziari. Questo soggetto è incensurato. Tuttavia, se si conosce che ha determinate relazioni, si potrebbe anche dire che questa persona nel PD non si candida.

  SALVATORE TOMASELLI. Sulle vicende di Brindisi non aggiungo nulla alle ricostruzioni fatte dal presidente Emiliano, anche per rispetto del lavoro che credo stia continuando in queste ore e in questi giorni da parte della magistratura, e a cui evidentemente ci rimettiamo, né aggiungo valutazioni politiche che non mi attengono. Pongo, invece, due questioni molto precise, presidente Emiliano. Viene fuori da questa vicenda di Brindisi, ma anche da altre vicende che hanno riguardato altri comuni della Puglia, il tema dei rifiuti e, quindi, della gestione dell'intero ciclo dei rifiuti, che va dalla raccolta in capo ai comuni e, quindi, ai loro ambiti, per finire con la gestione della filiera impiantistica. È un tema complicato, perché molti fatti di intreccio tra elementi corruttivi e pubblica amministrazione si svolgono attorno al tema dei rifiuti, così come elementi che attengono alle competenze del lavoro di questa Commissione, ossia elementi di interessamento della criminalità organizzata. Uno dei comuni sciolti per inquinamento negli scorsi mesi in provincia di Brindisi è Cellino San Marco. L'indagine nasce anche dalla gestione del servizio dei rifiuti. Qualche mese fa, credo a dicembre, c’è stata un'operazione importante in un comune della provincia di Brindisi, Parabita, in cui è stato arrestato, tra gli altri, il vicesindaco, che aveva competenza nel settore dei rifiuti ed è coinvolto in questo tipo di attività. Presidente, lei ha annunciato negli scorsi mesi – a noi, ovviamente, interessa relativamente l'aspetto amministrativo – una rivisitazione, chiamiamola così, dell'intero settore dal punto di vista anche dell'organizzazione delle competenze, annunciando una sorta di regionalizzazione anche della gestione della filiera dei servizi. Questo a me pare un elemento interessante, perché dal punto di vista del lavoro anche preventivo, se posso esprimermi brutalmente, accentrare il controllo può dare efficienza e anche maggiore tranquillità anche dal punto di vista della trasparenza rispetto a una miriade di competenze che in questi anni sono state diffuse sul territorio. Vorrei chiederle, alla luce di queste valutazioni, molto sinteticamente, se quest'idea intende portarla avanti e costruirla. Mi pare una risposta anche della politica e dell'amministrazione utile a ulteriormente rafforzare i presidi di legalità su uno degli aspetti del rapporto tra pubblica amministrazione e servizi, anche economici, particolarmente delicato. Passando alla seconda questione, anche qui, molto concretamente, tra le varie vicende che ci vengono segnalate – vi faceva cenno la presidente Bindi – c’è questa particolare attenzione, su cui credo vi siano anche attività di indagine in corso, su cui però, ovviamente, non interveniamo, che riguarda la gestione del patrimonio immobiliare del comune di Lecce. Si tratta di un tema aperto da anni, su cui ci sono venute varie sollecitazioni anche in termini Pag. 13di interesse. Non so se ha avuto modo di leggerla, perché immagino che le giungano alcune migliaia di lettere, ma le è giunta una nota che a me è stata inviata per conoscenza qualche settimana fa dall'ARCA di Lecce, la società che gestisce il patrimonio immobiliare pubblico e che è un organo della regione. Si segnala che, a fronte anche di una serie di denunce fatte nel corso degli anni, a quella data nessun provvedimento era stato adottato in termini di sgombero di occupazioni abusive, di revoca di assegnazioni e via elencando. È un tema in cui c’è bisogno davvero di interventi, anche di grande trasparenza. Presidente, ripeto, non so se conosce questa lettera. Le segnalo, però, questo tema e le chiedo su questo aspetto, in cui sono evidenti anche da notizie di stampa rapporti tra politica e forme di criminalità organizzata in quella città, se di questo elemento è a conoscenza e come intende intervenire.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. L'ultima domanda della presidente è quella, secondo me, più importante: com’è potuto accadere che un personaggio come questo sia stato candidato nel Partito Democratico ? Racconto i fatti. Nella sostanza, il segretario del Partito Democratico, che si chiama Antonio Elefante ed è colui che ha contrastato più fortemente questa persona, alla mia domanda... All'epoca non avevo alcun ruolo di direzione politica del Partito Democratico. Ero il presidente dell'Assemblea, com’è noto.

  PRESIDENTE. Posso testimoniare che non hanno poteri...

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. A quell'epoca il segretario regionale era un'altra persona. È inutile dire, però, che andai a Brindisi, come sindaco di Bari, per i fatti che avevano riguardato l'attentato alla scuola Morvillo-Falcone ed ebbi occasione di fare le mie rimostranze al segretario del Partito Democratico, il quale, ovviamente, non poteva dirmi di non sapere chi fosse questa persona. Posso raccontare un aneddoto assai interessante. Camminavamo lungo il corso di Brindisi e, a un certo punto, mentre gli chiedevo spiegazioni, la risposta che mi fu data fu questa: non era mai stato iscritto al Partito Democratico, era pronto per essere candidato nella lista de «La Puglia per Vendola» e poi, all'ultimo minuto, si era creata l'opportunità di trasferirlo nella lista del Partito Democratico, e così era avvenuto.

  PRESIDENTE. Portava voti, insomma.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. È stato il primo degli eletti nella lista del PD. Mentre stavamo chiacchierando, ovviamente, ero particolarmente irritato, anche se – ripeto – non avevo il potere di cambiare nulla a quel punto, perché la questione l'avevo appresa dopo la competizione elettorale. Chi conosce Brindisi, sa che, a un certo punto, sulla sinistra si svolta per andare verso il cinema Impero. Svoltammo. Era il primo pomeriggio. A un certo punto, il segretario del partito salutò due persone che erano poggiate sul cofano di una macchina. Poco dopo aver salutato queste persone, andammo – devo confessarlo – a mangiare un gelato, poiché non avevamo mangiato. Lì mi aspettava un altro consigliere comunale appena eletto, Roberto Fusco, di una lista di opposizione, che però era mio amico. Elefante si allontana, perché avevamo esaurito la nostra discussione, e io dico a Roberto Fusco che ero andato lì proprio per capire come fosse potuta accadere questa storia. Roberto mi dice: «Tu lo sai chi era uno dei due che stavano appoggiati sul cofano della macchina ?» Era proprio Luperti, il quale sapeva benissimo che ero borbottante rispetto a questa questione e non si era presentato.

  PRESIDENTE. Ha marcato la presenza.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Non lo so. No, non credo, perché non poteva prevedere che girassimo. L'intendimento del gelato l'avevo solo io, non l'aveva il segretario. Credo che Pag. 14loro stessero lì ad aspettare la fine della discussione. La loro sfortuna fu che noi girammo proprio dove stavano loro. Quindi, rimasi a bocca aperta. Il segretario non mi disse che era quello il soggetto, fisicamente non lo conoscevo. Lui non si presentò, pur essendo stato appena eletto e appena nominato assessore, pur sapendo che il motivo per il quale ero andato a Brindisi era per avere informazioni su quanto accaduto. Ripeto, la cosa più sconcertante è che di questo fatto informai il segretario regionale dell'epoca, che era Blasi, e il segretario cittadino si giustificava, ma erano informati tutti. Mi sembra inutile insistere, per non far arrabbiare nessuno, ma di questa storia erano informati tutti i principali giornali italiani. Evidentemente Brindisi è uno di quei posti dove... Non lo so. È un posto al quale sono legatissimo, perché ci ho lavorato tanti anni. Devo dire che ho anche rischiato, come risulterà agli atti di questa Commissione, di rimanerci a Brindisi, per sempre.

  PRESIDENTE. In un luogo specifico.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Sì, un luogo specifico. A mano a mano ho sempre controllato questa vicenda. Ho seguito inorridito tutta la vicenda del piano regolatore, al punto che poi il vicesindaco di Brindisi, a nome Pino Marchionna, si dimise proprio perché, a un certo punto, i contrasti su questa storia urbanistica erano troppo gravi. È cominciato un meccanismo più deciso di contrasto solo quando nel 2014 sono ridiventato segretario regionale del partito. Il caso volle che Consales, appena eletto, fosse rinviato a giudizio per due questioni che non attenevano alla gestione. O meglio, una delle due sì, forse, perché il sindaco Consales era prima il responsabile di una società che conduceva l'ufficio stampa del comune di Brindisi. Una volta diventato sindaco, pensò bene di uscire dalla società formalmente e poi, da sindaco, di prorogare senza gara alla società il contratto per la gestione dell'ufficio stampa. Ovviamente, è stato rinviato a giudizio quasi istantaneamente per questa vicenda dalla procura di Brindisi. L'altra vicenda è ancora più singolare, anche perché è la vicenda dalla quale partono le indagini che lo portano attualmente a essere indagato e in stato di custodia cautelare. Nella sostanza, viene rilevata la circostanza che il sindaco, a un certo punto, aveva fatto una serie di versamenti in contanti per pagare delle sanzioni – credo di Equitalia – attraverso un passaggio particolare che tendeva a dissimulare il pagamento in contanti attraverso un prestanome che aveva costruito un assegno circolare per poter fare questo pagamento. La determinazione a intervenire politicamente su Luperti parte quando ridivento segretario del partito e pongo la questione dell'allontanamento del responsabile, di Goggi. Chiediamo, quindi, le dimissioni di Luperti come assessore. Peraltro, nei comuni c’è una legge, secondo me opportuna: per fare l'assessore ci si deve dimettere da consigliere. In questo modo avremmo del tutto eliminato almeno la presenza fisica di questa persona. Purtroppo, però, nonostante le pressioni del segretario Antonio Elefante, che, a questo punto, rimedita forse sul suo errore e ci torna su, la vicenda si è conclusa solo con la caduta dell'amministrazione. Adesso Pasquale Luperti è un soggetto...

  PRESIDENTE. Dal PD erano stati allontanati ?

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Il partito è commissariato. Purtroppo, abbiamo uno statuto che non ci consente di allontanare una persona se non ci sono determinate condizioni. È un partito molto difficile da guidare da questo punto di vista, proprio perché è un partito democratico, in cui non è il segretario del partito che stabilisce in automatico chi può stare e chi non può stare. È un processo un poco più complicato e anche «garantista», che ha i suoi aspetti negativi. Passo alla domanda forse più difficile che si possa immaginare, la prima che la presidente mi aveva fatto: come fa la politica a muoversi in quest'ambito in modo tale da avere un suo ruolo nella Pag. 15manutenzione o nel ripristino della legalità ? Questa è la domanda chiave che – non lo nascondo – mi sto facendo in modo particolare da quando sono presidente della regione. Da sindaco, tutto sommato, anche per una serie di ragioni, non mi sono mai trovato in situazioni così difficili e complicate come quelle di cui sto parlando. Ho agito cercando in tutti i modi di trovare uno spazio alla politica per tentare di ripristinare la legalità anche in maniera molto forte. Parliamoci chiaro – mi sono testimoni i deputati pugliesi – la polemica è stata molto, molto forte. Mi spiace che sia andato via l'onorevole D'Uva, ma – lo dico, ovviamente, in maniera simpatica e ironica – uno dei soggetti che ha dato solidarietà al sindaco di Brindisi durante lo scambio durissimo che c’è stato, e che è durato diversi mesi, è stato proprio uno dei consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle. Credo per pura opposizione nei miei confronti, senza andare oltre le pure dichiarazioni, partecipò a una riunione convocata dal sindaco Consales in opposizione alla regione Puglia e fece dichiarazioni dicendo che io mi comportavo in maniera un po’ troppo autoritaria e che stavo sacrificando gli interessi di Brindisi. Parlo del consigliere Bozzetti. Ho poi avuto modo di chiarire con lui la vicenda e voglio essere categorico: questo non significa affatto che Bozzetti fosse consapevole di ciò che stava combinando Consales, o che probabilmente ha combinato Consales. Questo deve essere chiaro. Io sono il presidente della regione e il segretario del Partito Democratico. Capisco che sia stato più facile per il consigliere Bozzetti parteggiare per Consales che per me in quella fase. Adesso, però, penso che tutti siamo dedicati a tentare di ripristinare la legalità. Devo solo segnalare una cosa, e lo faccio con molta sobrietà. Ha alimentato gli interrogativi che il presidente mi ha nuovamente sollecitato con la sua domanda un editoriale televisivo fatto dal direttore di Telenorba. Se la presidente ritiene, potrebbe essere acquisito agli atti della Commissione. Non ricordo esattamente la data, ma in questo editoriale il direttore, nella sostanza, intervenendo proprio su questa materia, esprime una sua opinione, che io ho ascoltato con un po’ di preoccupazione e anche con qualche dolore. Sostiene, infatti, che il presidente della regione si deve dimenticare che è stato anche un procuratore e non deve comportarsi come se avesse il compito proattivo di ripristinare la legalità ... anche perché questo modello, che Emiliano sembra avere inaugurato con la vicenda Brindisi, è un modello che rischia di inquinare il giudizio terzo della magistratura. Mi spiego ? Non faccio altri commenti, perché il servizio si può comprendere da solo e il mio commento non serve. Tuttavia, ve lo segnalo perché fare il presidente di una regione in una zona dove ci sono infiltrazioni mafiose e farlo dentro una non compiuta consapevolezza persino dei soggetti più vicini al territorio, ma qualche volta anche del Governo – il Governo alle volte forse si dimentica che la Puglia è un posto delicato da questo punto di vista – è particolarmente difficile. Si rischia, come è noto. L'onorevole Fava è andato via, ma ricordo che, se in terra di mafia qualcuno fa una cosa che viene giudicata ultronea rispetto a ciò che ci si aspetta da lui, prende dei rischi che non sono propriamente augurabili. Ciononostante, sto tentando, ed è una delle ragioni per le quali ho chiesto l'audizione. Parliamoci chiaro: ho voluto mettere a verbale della Commissione antimafia una situazione di particolare complessità, della quale non ho i dettagli investigativi, perché non li ho più. Affido alla Commissione antimafia il compito di accertare quelle inevitabili intuizioni che io posso presentare solo dal punto di vista politico-amministrativo. Mi pare che la domanda contenesse anche questo elemento.

  PRESIDENTE. Alla domanda sul TAP praticamente...

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. È una intuizione investigativa.

Pag. 16

  PRESIDENTE. ... la risposta la devo dare io, anzi, la dobbiamo dare noi, non io. La dobbiamo dare noi come Commissione.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Certo. È un'intuizione direi preventiva più che investigativa. Siamo consapevoli che, se andiamo a fare opere pubbliche in aree delicate senza una specifica giustificazione, esiste la possibilità che qualcuno negli anni precedenti – precedenti questo Governo, parliamoci chiaro – abbia costruito qualche meccanismo che poi noi rischiamo di completare in modo inconsapevole ? È possibile che un presidente di regione presenti questa intuizione in Commissione antimafia o al Governo e chieda che sia verificata ? Penso di sì ed è il massimo che posso fare nella mia attuale veste.

  PRESIDENTE. Sindaco, anzi presidente...

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. A me fa sempre piacere essere chiamato sindaco.

  PRESIDENTE. Lo so. Non sempre i lapsus sono sgradevoli. Quello che vogliamo capire, a parte il sindaco Consales che è a favore di un progetto che prevede la metanizzazione via terra anziché via mare, in sede regionale c’è un'interlocuzione su questo punto ? Lei ha posto il problema, oltre che in questa sede, anche con forza agli altri interlocutori, ossia il consiglio regionale, gli altri sindaci, i parlamentari ?

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Voglio precisare questo. La domanda è più chiara. L'ho posto certamente al Governo, ma non l'ho posto al Governo con la mia proposta di decarbonizzazione che ho presentato al Presidente del Consiglio e che contiene anche l'indicazione della localizzazione dell'approdo TAP a Brindisi. Non è il frutto di una mia personale elaborazione. Noi abbiamo costruito il programma di governo in Puglia in una serie di forum costruiti dal basso addirittura da una società terza, che ha garantito la terzietà del processo. Poi questo embrione di visione strategica e programmatica della regione è stato trasformato nelle linee di governo che ho presentato in consiglio regionale e che sono state approvate. Pertanto, la linea politica di contrarietà all'approdo TAP a Melendugno non è una mia personale elucubrazione, come spesso qualcuno tende a far pensare. È il programma di governo della regione Puglia, un programma di governo, peraltro, che ritengo condiviso su questo punto persino dall'opposizione, che in qualche caso è proprio contraria alla costruzione del gasdotto – mi riferisco al MoVimento 5 Stelle – tuttavia, secondo il noto principio «meglio feriti che morti».

  PRESIDENTE. La riduzione del danno l'hanno capita anche loro, fare la metanizzazione aiuta tutti.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. È chiaro che sull'Ilva e sul TAP abbiamo la ragionevole attenzione anche da parte dell'opposizione a costruire un'ipotesi che... Voglio essere chiaro: avere l'utilizzo del gas al posto del carbone significa abbattere del 100 per cento le emissioni di PM10 e di IPA, ossia le emissioni dannose, e del 60 per cento le emissioni di CO2. Certo, non è aria di montagna – intendiamoci – quella che viene dall'utilizzo del gas, ma il danno è infinitamente inferiore. Mi trovo in una vicenda così complessa come principale soggetto che per conto del PD, poi dentro il PD è chiaro che non tutti sono d'accordo su questa linea, e non mi costringete a indicare chi sono i soggetti che liberamente si oppongono a questa nuova strategia. Sono liberi anche di pensarla diversamente, non ci vedo nulla di particolarmente drammatico. È chiaro che il timore che, per esempio, l'opera venga ritardata o non venga realizzata può spingere qualcuno a ritenere che la nostra posizione sia o strumentale, o addirittura dannosa per la realizzazione dell'opera. Ho considerato sempre legittime le opposizioni a questa impostazione mia e della regione Puglia. Pag. 17La mia preoccupazione deriva, invece, dal fatto che a esporsi proprio nel periodo di massima acuzie del conflitto politico su questa vicenda (decarbonizzazione e TAP) sia stato proprio il sindaco, un sindaco che aveva una particolare confidenza con soggetti – non posso andare oltre, perché non ho gli elementi per dirlo – che suscitavano in me una particolare preoccupazione di infiltrazioni. Parlo di infiltrazioni senza aggettivi, perché non sono in grado di dire di che tipo di infiltrazioni si trattasse. Non voglio calunniare nessuno.

  PRESIDENTE. Quantomeno è la segnalazione di una proprietà transitiva.

  MICHELE EMILIANO, presidente della regione Puglia. Perfetto, ma devo stare nel mio, anche perché conosco le norme del codice penale e vorrei non travalicarle senza elementi. Un tempo questa situazione l'avremmo potuta accertare. Adesso devo aspettare e forse capisco meglio l'ansia dei soggetti che qualche anno fa aspettavano che io finissi il mio lavoro di magistrato per poter ricostruire i fatti. Credo che la stessa Commissione antimafia tante volte abbia bisogno di aspettare la conclusione di un lavoro investigativo per esprimere un giudizio. Veniamo alle domande. La relazione sul ghetto di Rignano verrà preparata e trasmessa alla Commissione. Per la sede DIA a Foggia sono assolutamente favorevole. Devo dire che sarebbe un segnale colto, secondo me, in modo positivo. Non voglio neanche cavalcare questa cosa, ma in consiglio regionale abbiamo già discusso di questa questione su sollecitazione del MoVimento 5 Stelle e ho già condiviso in consiglio regionale questa opzione. Passo alle due domande fuori traccia, alle quali chiedo di poter rispondere, così vi sollevo dal dubbio. Non ho chiesto ad Abaterusso alcunché perché le questioni che riguardano Abaterusso si sono sviluppate dentro la sua vita privata. Non hanno nulla a che vedere con la sua funzione di consigliere regionale. Sono eventi che lo riguardano, peraltro neanche passati in giudicato, nella sua veste di imprenditore. In tutta sincerità, quindi, non credo che debba chiedere giustificazione, salvo che i fatti non siano di tale gravità da renderlo necessario. Nel caso di specie, avendo guardato le carte, so che si tratta di una controversia sull'utilizzo della cassa integrazione di uno stabilimento. Gli si contesta di avere fatto proseguire il lavoro nonostante l'ammissione alla cassa integrazione. Su questo punto devo dire che le difese di Abaterusso – non voglio entrare nel merito del processo – non sono proprio del tutto campate per aria. In ogni caso, il fatto, secondo me, non ha alcun rilievo politico specifico. Meno che mai ne ha la vicenda del povero sindaco di Bisceglie, il quale è accusato di tentata estorsione perché il parroco del paese, che gestisce una casa di riposo, licenzia ventitré o ventiquattro persone. Il sindaco va da lui per dirgli che sta facendo una sciocchezza e il parroco lo denuncia. Peraltro, questi fatti sono pubblici solo perché vengono rivelati dall’Huffington Post. L’Huffington Post segue il sindaco di Bisceglie come se fosse Obama, il che ci fa un grande piacere, perché l'attenzione di una testata così prestigiosa sulla Puglia è sempre benvenuta. È chiaro che ho attribuito un rilievo relativo a questo, anche perché mille volte, da sindaco, di fronte a vertenze occupazionali ho rischiato forse di aver detto una parola di più nei confronti di chi stava licenziando qualcuno. In teoria, anziché pensare che stessi esercitando il diritto o stessi adempiendo al mio dovere, con una scriminante rilevante dal punto di vista penale, qualcuno può aver pensato che stessi sottoponendo il datore di lavoro a una pressione impropria perché il licenziamento non si verificasse. Voglio anche dire che le tessere non sono 400, ma sono molte meno, e che effettivamente questo sindaco è un sindaco dalla storia molto particolare. Nella sostanza, era sindaco UDC di una giunta di centrodestra. La giunta di centrodestra nella componente che in Puglia chiamiamo «fittiana» lo sfiducia e lo fa cadere. Lui si ripresenta da solo contro il centrosinistra e contro il centrodestra, vince le elezioni, anzi le stravince, perché prende il 70 per cento Pag. 18dei voti. Governa da tanti anni la sua città. Dopodiché, ci conosciamo meglio. Lui mi chiede, come esponente civico, di entrare a far parte delle liste che mi hanno sostenuto nella campagna elettorale come liste civiche, ne assume il coordinamento e adesso, in perfetta logica e continuità, chiede di aderire al Partito Democratico. Certo, nel frattempo è riuscito a convincere il centrodestra a eleggerlo presidente della provincia, perché è un uomo evidentemente prestigioso e bravo. Non so perché il centrodestra abbia pensato di eleggerlo presidente della provincia. Peraltro, sono dei martiri i presidenti della provincia nella versione della legge Delrio. L'avranno fatto per fargli un dispetto, credo, perché non ha una lira ed è disperato come tutti i presidenti di provincia. In tutta sincerità, ho pensato di rispondere alle domande dell'onorevole D'Uva perché un po’ mi conveniva rispondere e lasciare a verbale queste cose, in quanto, in tutta sincerità, il sindaco di Bisceglie, almeno fino a prova contraria, sta solo cercando di continuare a fare politica dentro un contenitore, il Partito Democratico, che io ho fondato tanti anni fa e nel quale lui, di vecchia origine democristiana, credo proprio che non stoni in modo particolare. Devo dire che questo potrebbe riguardare molti altri. Non voglio fare pubblicità né proselitismo, ma sono tante le persone che stanno guardando al Partito Democratico con particolare attenzione... Passo alle domande del senatore Tomaselli sui rifiuti. Confermo la mia intenzione, con l'aiuto dei sindaci, di centralizzare un po’ di più, ma non totalmente. Sto pensando alla collaborazione dei sindaci dei capoluoghi. Sto pensando di creare con loro una specie di gabinetto strategico del ciclo dei rifiuti, perché devo dire che la regione mi è stata consegnata – questo è bene lasciarlo a verbale – con il ciclo dei rifiuti non chiuso. È inutile dire che è un dramma nel quale devo trovare la maniera di progettare il futuro mantenendo l'attualità fuori dall'emergenza. Tutto ciò che ha detto il senatore Tomaselli da questo punto di vista è da me condiviso. Andremo in questa direzione, fermo restando che tra breve adotteremo probabilmente un provvedimento «di commissariamento» con cui chiederò al sindaco di Bari, al sindaco di Lecce e ad altri sindaci dei capoluoghi di assumere il ruolo di commissari per poter poi progettare la nuova legge sul ciclo dei rifiuti in Puglia, ovviando alla struttura attuale. La struttura attuale era una sorta di gigantesca assemblea di sindaci, che non riesce neanche a trovare il numero legale nella gestione degli OGA e, quindi, è ingestibile. È stato, purtroppo, un errore che abbiamo commesso e dal quale dobbiamo venire fuori. Per quanto riguarda la lettera dell'ARCA, non sono informato. Se il senatore Tomaselli me la indica, farò al più presto i miei accertamenti e, se la Commissione lo ritiene, riferirò per iscritto sugli accertamenti stessi. Mi pare di aver risposto a tutto.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Credo che quest'audizione sia stata utile per prepararci alla prossima missione in Puglia, ma, anche in relazione alla richiesta avanzata dal capogruppo del MoVimento 5 Stelle, sicuramente anche per completare la nostra conoscenza sulla realtà di Foggia e, quindi, su altre missioni che abbiamo già compiuto in Puglia. Credo che alla fine di questo percorso potremo mettere in programma una relazione sulla Puglia, perché agli atti di questa Commissione non risulta un lavoro sistematico sulla Puglia, se non sbaglio. Su altre regioni c’è stato e sulla Puglia no, anche perché forse è stata sottovalutata la gravità della situazione che anche lei oggi ha voluto sottolineare. Può darsi anche che avremo bisogno di ulteriori approfondimenti, ma sappiamo di poter contare sulla sua disponibilità e anche su quella di altri soggetti che magari ci potrà indicare.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni della presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, alla luce dell'attività dei Comitati e delle richieste di collaborazione pervenute da alcuni coordinatori, Pag. 19l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi – a integrazione delle collaborazioni già avviate e confermate – ha convenuto, ai sensi dell'articolo 7 della legge istitutiva, di designare consulenti a tempo parziale della Commissione gli esperti: Stefano D'Alfonso, Isabella Giannola, Maurizio Grigo, Antonio La Spina, Alberto Marchese, Pierluigi Piselli, Tommaso Rafaraci, Andrea Scuderi e Filippo Torrigiani. Tutti gli incarichi sono a titolo gratuito. La durata è collegata ai lavori dei Comitati e in ogni caso gli incarichi termineranno al 31 dicembre dell'anno in corso, conformemente a quanto previsto dalla disciplina interna in tema di collaborazioni.

  La seduta termina alle 16.10.