XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 130 di Giovedì 14 gennaio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Bindi Rosy , Presidente ... 2 

Audizione del sindaco di Catania, Enzo Bianco.
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 2 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
Torrisi Salvatore  ... 5 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 6 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 6 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 7 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 7 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 7 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Fava Claudio (SI-SEL)  ... 8 
Giarrusso Mario Michele  ... 10 
Lumia Giuseppe  ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 14 
Giarrusso Mario Michele  ... 16 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Giarrusso Mario Michele  ... 17 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 17 
Giarrusso Mario Michele  ... 17 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 17 
Giarrusso Mario Michele  ... 17 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 17 
Giarrusso Mario Michele  ... 17 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bianco Enzo , sindaco di Catania ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Mirabelli Franco  ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del sindaco di Catania, Enzo Bianco.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Catania, Enzo Bianco. L'audizione ha a oggetto le vicende riportate da alcuni organi di informazione relative a conversazioni del sindaco Enzo Bianco con il direttore-editore del quotidiano La Sicilia Mario Ciancio.
  L'audizione è stata richiesta, in particolare, dal sindaco Bianco con una lettera del 30 novembre 2015, nella quale esplicitamente chiede «di essere audito dalla Commissione appena le sarà possibile, in modo da rendere edotti i componenti del mio impegno costante per la legalità nella mia città e, in particolare, delle iniziative assunte in riferimento al Programma Urbanistico Attuativo di Catania Sud».
  Do, quindi, la parola al sindaco Bianco, il quale è accompagnato dal dottor Francesco Marano e dal dottor Danilo Moriero, e lo ringrazio. Gli ho già manifestato le richieste che mi sono pervenute da alcuni componenti della Commissione che intendono rivolgere delle domande al sindaco e hanno impegni successivi. Il sindaco è disponibile a fare una breve introduzione e a rinviare gli approfondimenti anche in relazione alle domande che intendete rivolgere.
  Grazie, signor sindaco. A lei la parola.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Grazie, signora presidente. Voglio ringraziare di cuore lei e la Commissione per avermi dato la possibilità e l'opportunità di informare questa Commissione parlamentare delle vicende relative a una delicata e importante questione amministrativa che riguarda la mia città. Si tratta di una questione su cui ci sono profili di interesse della Commissione che riguardano gli aspetti relativi al mondo dell'economia e dell'impresa in una città che ha una penetrazione mafiosa significativa e importante ormai da molti decenni.
  Sarò brevissimo, presidente, in modo – ripeto – da poter consentire, come mi è stato richiesto, lo svolgimento di alcune questioni prima di altri impegni parlamentari. Poi ovviamente risponderò a tutte le questioni che riterrete opportuno sollevare.
  Volevo brevemente richiamare che cos’è questa vicenda del cosiddetto PUA (Piano Urbanistico Attuativo) di Catania Sud, di questa zona della città, ossia la vicenda che ha formato oggetto di interesse sulla base di una comunicazione telefonica da me intrattenuta con il direttore-editore del quotidiano La Sicilia di Catania il giorno prima della presentazione alla mia città della mia candidatura a sindaco di Catania.Pag. 3
  Preciso per i colleghi che nei loro lavori parlamentari non lo ricordino che io sono stato più volte sindaco della città di Catania, una prima volta nel 1988-89 con l'elezione allora da parte del consiglio comunale e nel 1993 eletto direttamente. Furono le prime elezioni dirette. Fui confermato poi nel 1997 sino agli ultimi giorni di dicembre del 1999, quando lasciai l'incarico per assumere la responsabilità di Ministro dell'interno. Infine, fui rieletto sindaco nell'estate del 2013, ossia alle ultime elezioni amministrative della mia città.
  Durante la sindacatura del 1997-99, la seconda sindacatura con l'elezione diretta, presentai – e fu approvato – un Patto territoriale europeo per valorizzare la zona sud della città di Catania, una zona con ampie possibilità di sviluppo turistico, che versava in una condizione di accentuato degrado, legato notoriamente al fatto che alcuni di questi quartieri erano diventati quartieri con un grado di arretratezza economica crescente.
  Il Patto territoriale europeo, che allora era previsto come possibilità diretta da parte dei comuni di avere dei fondi comunitari, ebbe un buon esito. Furono realizzati alcuni importanti insediamenti nel campo culturale e nel campo prevalentemente turistico nella zona sud della città, significativamente nella zona vicina alla spiaggia della Playa, dove furono realizzati alberghi e altre attività che hanno consentito uno sviluppo nel campo turistico della mia città.
  A completamento del Patto territoriale, alla fine del 1998 ritengo opportuno proseguire questo impegno, interessando una zona ancora più a sud rispetto a quella del Patto territoriale, relativa alla zona che va dalla Playa e arriva all'oasi del Simeto, dove vi è una zona di rispetto urbanistico e di grande valore ambientale. Si tratta di una zona che aveva già formato oggetto di una mia intensa attività di tipo amministrativo, che ha consentito durante le varie sindacature di demolire alcune centinaia di costruzioni abusive che erano state realizzate proprio nell'oasi del Simeto, anche in zona di vincolo e di rispetto ambientale assoluto, e di fermare la crescita del fenomeno dell'abusivismo in quel pezzo della città.
  Delineo le linee-guida di questo Piano Urbanistico Attuativo, ma non riesco a proseguire l'impegno perché vengo chiamato alla responsabilità di Governo. L'idea di un Piano Urbanistico Attuativo viene continuata dall'amministrazione successiva, quella di Scapagnini, la quale nell'ottobre del 2000 comincia a lavorare per la redazione di questo Piano Urbanistico Attuativo, che viene approvato definitivamente nel 2002.
  Il PUA realizzato dall'amministrazione Scapagnini è significativamente diverso da quello che io avevo avviato, perché prevede un aumento di circa il 30 per cento delle realizzazioni di tipo edilizio rispetto a quelle che avevo immaginato. Nell'ipotesi di Piano a cui avevo lavorato si parlava di 130mila metri cubi, che diventano circa 170mila. Viene ridotto il parco costiero, viene previsto l'inserimento di un campo da golf e vengono previsti alberghi per 2mila posti letto, che poi, grazie a un decreto regionale, vengono eliminati.
  L'amministrazione successiva, quella guidata da Stancanelli, riprende il PUA, che nel frattempo non era stato approvato, anche per questioni attinenti ai vincoli aeronautici – siamo nella zona non lontana dall'aeroporto – e nel quale entra una società denominata Stella Polare. Essa prevede la realizzazione di nuove strutture alberghiere per altri 700 posti letto. Questa ipotesi di PUA viene sottoposta all'esame del consiglio comunale nelle ultime sedute della consiliatura guidata dal sindaco Stancanelli, che finisce nel 2013.
  In questo periodo io ho mantenuto un atteggiamento riguardo alla vicenda del PUA sempre coerente e costante, ossia favorevole a un progetto di valorizzazione urbanistica e di sviluppo turistico di questa città, ma contraria a quelle modifiche che avevano pesantemente aggravato la condizione dal punto di vista del rispetto ambientale.Pag. 4
  Nel voto del Consiglio comunale confermativo di questo PUA i consiglieri comunali aderenti al gruppo di cui avevo fatto parte – non ero più consigliere comunale in quel periodo – sono gli unici tre consiglieri comunali che non votano il PUA, ma si astengono. Il PUA viene approvato a larghissima maggioranza dal consiglio comunale. Dopodiché, l'amministrazione Stancanelli decade e si insedia la mia amministrazione.
  Io completo l'iter amministrativo. Da parte di varie associazioni ambientalistiche, tra le quali Legambiente e il Comitato No PUA, vengono fatte osservazioni, anche significative, che vengono accolte dalla mia amministrazione con parere positivo e introdotte e inviate all'amministrazione regionale, segnatamente al CRU, il comitato regionale per l'urbanistica, il quale deve dare il parere definitivo prima dell'attuazione degli atti.
  Alcune di queste osservazioni da noi formulate, che recepiscono quelle formulate dalle associazioni, vengono adottate dal CRU. Assistiamo, quindi, a una riduzione, anche in questo caso significativa, di alcune delle previsioni che avevano fortemente incrementato l'assetto di tipo urbanistico della zona.
  Inizia una vicenda amministrativa sulla quale non mi soffermo in questo momento. Se gli onorevoli parlamentari lo riterranno, naturalmente, sono pronto a intervenire. Al termine di tale vicenda la mia amministrazione riesce a ottenere – ripeto – significativi cambiamenti.
  Definiti questi cambiamenti, ho posto in essere due azioni che ritengo particolarmente significative e importanti. La prima è quella di chiedere alla prefettura di Catania di realizzare un protocollo di legalità che consenta di accertare con particolare attenzione tutto quello che riguarda i soggetti che realizzeranno le singole iniziative sulla provenienza e la legalità dei fondi che notoriamente sono interessati.
  Per ragioni evidenti non si può intervenire in questo campo senza avere la ragionevole certezza. Poiché, tra l'altro, nella città si era parlato insistentemente di fondi legati a società finanziarie svizzere, era ancora più necessario fare questo. Il prefetto di Catania concorda con questa valutazione e conferma la disponibilità a un protocollo di legalità che vada in questa direzione.
  Insieme con questo passaggio voglio informare la Commissione che i proprietari titolari di molte delle aree, delle imprese e dei progetti interessati al PUA, non soddisfatti dall'orientamento raggiunto dalla mia amministrazione sulla base anche delle decisioni del CRU, decidono di avviare il ricorso amministrativo per l'annullamento degli atti che erano stati posti in essere e che delimitavano alcuni degli interventi posti in essere in questa realtà.
  Nel periodo dell'apertura della campagna elettorale della mia amministrazione, esattamente il 18 aprile, ho una telefonata con il direttore-editore del quotidiano La Sicilia di Catania, al quale telefono per chiedere se l'apertura della mia campagna elettorale sarebbe stata seguita dal quotidiano della città.
  Come qualcuno di voi saprà, si tratta praticamente dell'unico quotidiano edito nella mia città. C’è, dunque, questa telefonata, che è stata pubblicata da alcuni organi di stampa ed è collegata a un procedimento penale che vedeva, e vede tuttora, coinvolto il dottor Mario Ciancio, all'epoca indagato e con richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa in relazione a vicende che riguardano la vita economica della mia città.
  Nel corso di questa telefonata il dottor Ciancio manifesta la sua particolare soddisfazione per l'esito del voto del giorno precedente riguardo alla vicenda del PUA. In merito voglio ribadire ancora una volta che i consiglieri del mio gruppo sono gli unici che non hanno votato a favore e che si sono astenuti, esprimendo una posizione assolutamente coerente con quella che noi avevamo assunto prima e anche dopo questa vicenda.
  Come probabilmente, anzi certamente, gli onorevoli commissari sapranno, onorevole presidente, il dottor Ciancio qualche Pag. 5giorno fa è stato prosciolto in fase di GUP (giudice dell'udienza preliminare) dall'accusa, con la formula «perché il fatto non è previsto dalla legge come reato». Queste sono le notizie di stampa. Siamo in attesa di conoscere quali saranno le motivazioni di questa decisione e gli esiti ulteriori della vicenda giudiziaria.
  Signor presidente, concludo e mi scuso se sono stato troppo lungo rispetto alla mia idea, ma volevo assolutamente rendere edotta la Commissione di questo e di ogni altro particolare utile, perché – mi consenta lo sfogo personale, presidente – ho impostato tutta la mia vita su una grande passione per la mia terra. Posso essere stato un buon sindaco o un pessimo sindaco, posso avere sbagliato mille cose, ma ho cercato di improntare tutta la mia vita alla difesa della legalità nella mia città.
  Ritengo che non ci sia ipotesi di sviluppo per la mia terra se non c’è una difesa costante della legalità. È un impegno non declamato, non dell'antimafia di professione, ma di quella praticata ogni giorno per difendere le prospettive di sviluppo di una terra meravigliosa che, purtroppo, non va avanti anche a causa di una pesante condizione di infiltrazione mafiosa.
  Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, signor sindaco. Adesso passiamo alle domande. Il primo iscritto è il senatore Torrisi, il quale magari formulerà la domanda e vorrà anche subito la risposta per le esigenze dei lavori al Senato.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  SALVATORE TORRISI. Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola, perché purtroppo alle 14.30, essendo capogruppo alla 1a Commissione al Senato e dovendosi votare il calendario, sono costretto ad allontanarmi.
  Ringrazio il sindaco Bianco per la sensibilità e l'esposizione completa sul punto su cui era necessario avere gli elementi di chiarimento. Riconosco, pur appartenendo a un'area politica che nelle competizioni elettorali si è trovata su un'altra posizione, che certamente il sindaco Bianco si è caratterizzato nella città di Catania per aver fatto dell'impegno nell'affermazione dei princìpi della legalità e di contrasto alla criminalità organizzata un punto forte del suo programma di governo.
  D'altra parte, questo dato è conosciuto nella città ed è riconosciuto anche dalle autorità giudiziarie. Riporto un dato che è stato riferito dalla stampa. Lo stesso procuratore capo di Catania Salvi ha riconosciuto in una conferenza stampa che col sindaco Bianco e con la sua amministrazione si era condiviso un forte impegno per la legalità della città.
  Debbo dire che quest'audizione nasce dall'intercettazione di una telefonata tra il sindaco e l'editore Ciancio ed è diventata di competenza di questa Commissione perché in quel momento l'editore del quotidiano La Sicilia era indagato per un reato che riguardava la mafia. Probabilmente oggi – lo dico perché questo appartiene al mio modo di pensare sulla competenza di questa Commissione, che deve essere rigorosa nell'indagare sui fatti che riguardano la presenza anche dell'infiltrazione criminale nei settori economici e produttivi di una comunità – alla luce di quella sentenza che è stata indicata, non ci sarebbero più le ragioni di competenza di questa Commissione. La questione potrebbe essere oggetto di dibattito consiliare o di altre sedi, ma, secondo me, non ci sarebbero più le ragioni per affrontare questo tema.
  Ringrazio, dunque, il sindaco Bianco. Questa è, in ogni caso, un'occasione utile per la conoscenza di questo problema, che ha avuto anche una sua eco nella città. Per un problema di trasparenza, approfittando di questa presenza, gli chiedo: i rapporti tra l'amministrazione comunale di Catania e il quotidiano La Sicilia, il quotidiano più importante della città, anche in termini di costi che l'amministrazione sostiene per la pubblicazione, per la promozione delle attività e Pag. 6per la pubblicazione degli avvisi, come si sono sviluppati nel corso di questi anni ? Mi rendo conto che un rapporto di interlocuzione con l'editore della città, per il ruolo che ha il sindaco, qualunque sindaco, di qualunque area, è quasi necessario. Il tema è capire se tutto questo avviene in un rapporto di grande trasparenza e di grande correttezza amministrativa.
  Grazie.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Senatore Torrisi, naturalmente lei capisce bene che si tratta di una città in cui c’è una condizione di assoluto monopolio per quanto riguarda la carta stampata e di larghissima prevalenza per quanto riguarda anche i mezzi televisivi. Il dottor Ciancio era anche editore della principale società televisiva siciliana, di Antenna Sicilia, di Telecolor e via discorrendo. Questo è, dunque, un aspetto molto delicato.
  Posso dirle che non ha avuto un atteggiamento di particolare attenzione o di particolare favore nei confronti della mia amministrazione. Anche durante le competizioni elettorali ho trovato un atteggiamento molto diffidente.
  Posso dirle anche, rispondendo alla sua domanda, che sotto l'amministrazione Scapagnini l'amministrazione comunale di Catania erogava per pubblicità istituzionale promozionale al quotidiano La Sicilia una somma che oscilla tra i 522.000 euro del 2002, 2003, 2004 e 2005 e il minimo di 210.000 euro del 2007.
  L'amministrazione Stancanelli ha dato al quotidiano La Sicilia per pubblicità nel 2009 la somma di 376.000 euro, nel 2010 di 184.000 euro, nel 2011 di 194.000 euro e nel 2012 di 164.000 euro.
  Nel 2013, che ha visto per metà l'amministrazione Stancanelli e per metà la mia amministrazione, siamo scesi a 139.000 euro. Nel 2014 e nel 2015 la mia amministrazione ha comprato spazi, obbligatori per alcune vicende, per la somma di 88.000 euro nel 2014 e di 83.000 euro nel 2015.
  Ci troviamo, quindi, in una condizione di acquisto di spazi pubblicitari infinitamente e incomparabilmente più ridotta rispetto a quella delle altre amministrazioni. In una grande città come Catania capisce bene che la somma di 80.000 euro serve naturalmente per il minimo indispensabile di comunicazione istituzionale.
  Grazie.

  RICCARDO NUTI. Come mio solito, cercherò di essere rapido nelle domande.
  Per quanto riguarda Stella Polare, lei sa dirci i nomi di questi capitali esteri ? Ogni tanto si sente parlare di capitali svizzeri e altre volte di capitali lussemburghesi. Sono stati paventati anche da Bissoli generici capitali esteri. Chiedo di sapere, se lei li sa, i nomi esatti che possono ricondurci alla fonte di questi capitali.
  Passo alla seconda domanda. Sono ormai da poco di dominio pubblico i nomi di quegli otto consiglieri comunali che fanno parte della relazione della commissione antimafia – siciliana, intendo – che ha inviato la relazione anche a noi. Questi nomi sono stati pubblicati da poco anche nei giornali. Ci sono otto consiglieri (in realtà, per essere precisi, uno è presidente di circoscrizione).
  Questi soggetti, da quello che risulta...

  PRESIDENTE. Onorevole Nuti, i consiglieri sono tre. A noi risultano un presidente di circoscrizione e due consiglieri. Nella relazione sono otto, ma sono quelli che riguardano Catania.

  RICCARDO NUTI. Sono otto, per tre dei quali la relazione della commissione ha potuto confermare tutti i rilievi che erano stati segnalati nella segnalazione anonima di un anno fa. Per gli altri fornisce alcuni elementi. Speriamo che la Commissione nazionale possa indagare. Questo è quanto.
  Di questi consiglieri alcuni sono di minoranza e alcuni di maggioranza. Addirittura fra quelli che non sono i tre che diceva la presidente Bindi c’è, per esempio, un certo Porto Alessandro, sempre Pag. 7della maggioranza di Patto per Catania, che al momento della candidatura era addirittura indagato per scambio politico-mafioso.
  Possiamo andare avanti e citare altri consiglieri che andavano a casa di pregiudicati per mafia che erano sottoposti agli arresti domiciliari e consiglieri di maggioranza, che la sostengono, come Erika Marco, che sono fratelli, soci o parenti – non entro nel dettaglio per non essere lungo, ma questi elementi sono ormai di dominio pubblico – di soggetti condannati al 416-bis e per altri problemi con la mafia e sicuramente con la legalità.
  A questo punto, le chiedo: lei non ritiene che, vista questa condizione grave e molto pesante, che non può essere definita «una piccola ombra», come ha fatto l'assessore D'Agata, sia opportuno in questo caso rassegnare le sue dimissioni, considerata questa situazione al consiglio comunale, soprattutto anche di membri che la sostengono ?
  Dalla telefonata che lei citava giustamente con l'editore Ciancio, che ai tempi della telefonata era indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, come lei ha ricordato...

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Non ho ricordato, per la verità, che fosse indagato. Non lo sapevo. Ho detto che il fatto che fosse indagato si è appreso dopo. Io non sapevo che fosse indagato al momento.

  RICCARDO NUTI. Intendevo dire il tipo di reato per il quale era indagato.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Non sapevo che fosse indagato.

  RICCARDO NUTI. Detto ciò, ripeto solamente alcune parole per farle la domanda puntuale. Ciancio dice: «È andato tutto secondo le previsioni» e lei dice: «È esattamente come ti avevo detto. Come vedi, sono...». Ciancio dice: «Ma ti voglio dire ...mantieni». Poi continua la conversazione e nella parte finale fa riferimento alla campagna elettorale.
  In questa parte, quando lei dice «Come ti avevo detto», le chiedo cosa e quando. Collego questo a un'altra dichiarazione, sempre di Ciancio, che dice «È in tale prospettiva che io mi interesso dell'affare parlandone con varie persone, dal senatore Bianco al dottor Vito Riggio. Anzi, per quel che riguarda Bianco, vorrei precisare che lo stesso si è orientato a indicare ai consiglieri comunali a lui vicini l'opportunità di astenersi, non dietro mia sollecitazione, ma in quanto crede nel progetto, avendo lui stesso presentato, quando all'epoca era alla prima sindacatura, il PUA».
  Non mi sembra che fosse molto contrario al PUA, anche perché poi durante la sua consiliatura le osservazioni del CRU hanno ricevuto in consiglio comunale delle proposte da parte dell'opposizione di centrodestra – per intenderci – e sono state, in realtà, approvate dalla maggioranza.
  L'ultima domanda, se non erro, è quella che riguarda invece il suo vicesindaco Consoli. Magari mi sbaglio e lei mi correggerà, ma leggo semplicemente le dichiarazioni durante l'interrogatorio che è stato fatto al dottor Ciancio. In pratica, cosa si evince ? Scalisi, la segretaria di Ciancio, rassicurava Ciancio dicendogli che sarebbero stati votati entrambi i provvedimenti che erano in votazione al consiglio comunale e che in merito a ciò Consoli, presidente del consiglio comunale con l'altra giunta, Stancanelli, e attuale vicesindaco suo, lo stesso giorno era sembrato chiaro e che dovevano solo sbrigarsi.
  Successivamente Ciancio riaffrontava l'argomento PUA, in merito al quale ipotizzava una decisione entro la settimana. In merito a quest'ultima domanda, lei era a conoscenza dell'interessamento di Consoli per conto di Ciancio delle votazioni in consiglio comunale del 17 aprile 2013 ? Se non ne era a conoscenza, che provvedimenti intende prendere eventualmente con il suo vicesindaco al riguardo ?
  In ultimo, vorrei sapere se ha intenzione di interrompere il PUA, alla luce di tutti gli elementi che sono noti agli atti Pag. 8giudiziari e alle cronache, e se sa se i terreni sono stati alla fine venduti o meno (mi riferisco a quelli di Ciancio) a Bissoli.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Come vogliamo procedere ? Solitamente facciamo fare tutte le domande e poi l'audito risponde. Procediamo così anche oggi.

  CLAUDIO FAVA. Ringraziamo anche il sindaco Bianco per aver incrociato opportunamente e tempestivamente una nostra esigenza di approfondire alcuni passaggi. Premetto che non è compito nostro e non è interesse mio in questa fase discutere sulla bontà o meno del progetto PUA. In altri luoghi e in altri momenti, se ci sarà l'occasione, ci confronteremo su questo.
  Intendo anche riconoscere al sindaco Bianco in questi anni di avere rappresentato nella lotta alla mafia un punto di certezza e di riferimento. Non è di questo che stiamo discutendo oggi. Credo, però, che questa discussione andasse fatta a prescindere dalla posizione giudiziaria di Mario Ciancio per quella telefonata, per due ragioni.
  Intanto parliamo di un progetto sul quale gli interessi della criminalità mafiosa sono altissimi e conclamati in atti istruttori in corso di dibattimento e coinvolgono cosa nostra ai massimi livelli, dalla cosca di Piddu Madonia fino alle cosche catanesi dominanti, che, attraverso un reticolo di imprenditori siciliani, e non solo, hanno messo gli occhi su questo, come su molti altri appalti pubblici. Parliamo di questo anche perché parliamo di un grande appalto sul quale l'interesse oggettivo e manifesto di cosa nostra c’è.
  Ne parliamo anche perché è vero che il dottor Ciancio è stato prosciolto dall'accusa di concorso in associazione mafiosa, ma il punto non è l'interlocuzione tra il sindaco e il maggior editore della città. Il punto che, almeno personalmente, mi preoccupa è l'interlocuzione tra il sindaco e un imprenditore che ha fortissimi interessi, rilevanti interessi, in un progetto di cui si occupa, si è occupata e si occuperà l'amministrazione comunale e del quale lei in qualche modo si fa latore delle conclusioni.
  È questo il punto che, secondo chi le parla, conserva qualche elemento di patologia. Un sindaco e un editore hanno la necessità di parlarsi, ma non è detto che il sindaco debba comunicare all'editore, che è anche proprietario delle aree investite da quel progetto, gli esiti di una decisione del consiglio comunale.
  Mi permetta di dubitare che lei non fosse a conoscenza del fatto che al momento della telefonata il dottor Mario Ciancio fosse indagato per concorso in associazione mafiosa. Parliamo di una telefonata del 18 aprile 2013 e di un'inchiesta aperta a rumor di stampa nel novembre 2010, quindi tre anni prima. Tre anni prima Mario Ciancio viene iscritto nel registro degli indagati. Il più grande editore siciliano, ex presidente della FIEG, proprietario dell'80 per cento degli strumenti di comunicazione della Sicilia, viene iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. C’è una richiesta di archiviazione che, pochi mesi prima di questa telefonata, il 25 settembre 2012, viene respinta dal GIP – lo ricordo io e lo ricorderà anche lei – con ampio racconto e commento anche da parte degli avvocati dell'imputato, anche sul giornale dell'imputato.
  Che il sindaco di Catania – allora non sindaco, ma certamente punto di riferimento per buona parte dell'opinione pubblica e politica di quella città – non sapesse che Mario Ciancio al momento della telefonata fosse indagato mi sembra (chiamiamola così) una sua dimenticanza. Credo che ne fosse pienamente consapevole.
  Le chiedo, immaginando che la risposta sia affermativa, se lei fosse consapevole dei forti interessi dell'editore Mario Ciancio, in quanto imprenditore, sull'area per la quale era stata votata quella variante. Lo stesso giorno della sua telefonata e lo stesso giorno del voto in Pag. 9consiglio comunale molti mezzi di informazione – non La Sicilia, ma altri – raccontano del fatto che sia stato approvato un progetto che prevede un'autentica colata di cemento fortemente voluta da Renzo Bissoli su un'area di interesse dell'imprenditore-editore Mario Ciancio Sanfilippo. Altri giornali aggiungono altri dettagli sulla qualità e la quantità degli interessi.
  Peraltro, che l'editore de La Sicilia fosse interessato a questo progetto risulta, con un'occhiata sommaria alla rassegna stampa de La Sicilia, da una profusione di articoli – centinaia – in cui, non direttamente ma attraverso collaboratori o giornalisti, questo progetto viene esaltato come la panacea di tutti i problemi siciliani.
  Le chiedo se intanto, al momento di questa telefonata, lei fosse – io ritengo di sì – pienamente consapevole che stava parlando non solo con l'editore Mario Ciancio, ma anche col titolare di un forte e oggettivo interesse imprenditoriale sull'esito di quell'approvazione che passava attraverso il consiglio comunale.
  Come terzo punto, lei ha detto: «Ad alcune variazioni mi sono puntualmente opposto per questi motivi e nell'aprile 2013 i consiglieri comunali a me vicini furono gli unici a non votare il PUA a causa di queste modifiche peggiorative». È vero che tre consiglieri comunali riferiti alla sua coalizione, che era in quel momento nella minoranza, si astennero. Mi salta agli occhi, però, leggendo il verbale di delibera del consiglio comunale, l'enorme quantità di assenti, tutti facenti parte della minoranza e tutti riferibili al suo partito o a partiti legati alla sua coalizione. Leggo in ordine sparso: Carmelo Sofia, Giovanni D'Avola, Lanfranco Zappalà, Francesco Montemagno, Francesca Raciti, Bartolo Curia, Puccio La Rosa, tutti consiglieri assenti.
  Siamo in presenza, alle 19 del pomeriggio, nemmeno in un orario particolarmente faticoso, di una votazione determinante per gli esiti urbanistici della città e per i destini politici, alla vigilia di una campagna elettorale in cui lei si impegnerà frontalmente contro chi quella deliberazione ha portato in consiglio comunale e lo fa assumendo una posizione contraria al merito di quella deliberazione. È normale che tre quarti dei consiglieri d'opposizione che facevano riferimento a lei quella sera non ci fossero ? È un'altra curiosità alle quale la pregherei di fornirmi una risposta.
  Passo all'ultimo punto. Ne parlava il collega Nuti. Anch'io ho letto questa nota che è stata offerta dalla commissione regionale antimafia. Le chiedo se condivide la preoccupazione, che per me è fortissima. Al di là dei numeri, qui si parla di due consiglieri comunali e di un presidente di circoscrizione. Tale presidente di circoscrizione è fratello di un capomafia legato ai Santapaola condannato per associazione mafiosa, che diventa presidente della VI circoscrizione nello stesso quartiere in cui insiste la cosca della sua famiglia, con una raccolta di voti clamorosa in quel quartiere.
  Non occorrono molte simmetrie per capire che stiamo parlando presumibilmente di una raccolta di voti mafiosi. Senza traslazioni facili nelle responsabilità tra fratelli, ricordo quando si scoprì che il cugino – non il fratello – del boss Alfio Ferlito era in una giunta comunale. Sono passati trentacinque anni e ricordo che tipo di dibattito si accese. Qui parliamo del fratello, il quale fa il presidente.
  Per molto, molto meno, il municipio di Ostia è stato sciolto. La vicenda di Ostia rappresenta un punto di riferimento, con tutte le differenze del caso tra Ostia e Librino. Lei, presidente, non conosce, però, il quartiere di cui stiamo parlando, un quartiere che rappresenta l'architrave di una cultura politica e territoriale mafiosa – ahimè – a scapito delle persone perbene che vi abitano.
  Un altro consigliere, in questo caso dell'opposizione, il consigliere comunale che risulta il secondo per numero di preferenze, è anche il fratello di un signore attualmente indagato per concorso Pag. 10in associazione mafiosa. Anche lui come punto di riferimento ha il clan dei «Carcagnusi», dei Mazzei.
  Io ho chiesto oggi alla prefettura, avendo letto e avendo appreso ciò, se non ritenga di dovere intervenire anche a tutela dell'amministrazione con gli strumenti di verifica che sono a disposizione alla prefettura per capire se ci sia davvero un margine di agibilità democratica o se la subalternità pretesa da questi consiglieri, che saranno stati eletti per andare a tutelare interessi non trasparenti, cosa di cui dobbiamo farci conto... Le chiedo, da sindaco e, quindi, da principale responsabile delle buone sorti di questa amministrazione, come valuta le cose che ci vengono comunicate.
  Come ultimo punto, tornando alla telefonata, lei dice che questa è una telefonata per la campagna elettorale nel corso della quale Ciancio manifesta la sua soddisfazione. Purtroppo, così non è, perché questa non è una telefonata in cui si parla di campagna elettorale, che arriva soltanto alla fine. È una telefonata in cui lei dice: «Mi pare che ieri...» La notizia che vuole comunicare come prima battuta è «Mi pare che ieri...», non «Mi pare che ieri sia iniziata la campagna elettorale», che sarebbe cominciata il giorno dopo, ma «Mi pare che ieri sia stato approvato...», tant’è vero che le risponde Ciancio: «È andato tutto secondo le previsioni» e lei ribatte: «Esattamente come ti avevo detto».
  Mettendo da parte tutti gli altri ragionamenti pretestuosi, a noi preoccupa questo scambio di battute, che parla di una previsione e di una promessa mantenuta nella risposta che lei dà a Ciancio su una vicenda sulla quale non c’è il sindaco o il candidato sindaco che parla col più grande editore della città, ma c’è un candidato alla sindacatura che parla con un signore che ha forti, rilevanti, oggettivi e conosciuti interessi sulla vicenda di cui lei lo informa dicendo «È andato tutto come previsto», sui quali ci sono anche ragioni di preoccupazione dell'autorità giudiziaria.
  Al di là dell'inchiesta complessiva che riguarda il PUA, lei stava parlando con un signore che era indagato formalmente con una richiesta di rinvio a giudizio pendente per concorso in associazione di stampo mafioso. Le chiedo se in questo lei riesce a darmi una lettura diversa da quella che fino adesso ci ha offerto.

  MARIO MICHELE GIARRUSSO. Intervengo solo per aggiungermi alle domande che sono state poste su questa vicenda. Sappiamo che le infiltrazioni mafiose che mirano a controllare le amministrazioni cercano di dirigerne le attività in molti modi. Ce ne sono alcuni che sono anche sottili, presidente, per esempio rendendo priva di difese l'amministrazione, aggredendo il patrimonio dell'amministrazione.
  In questa vicenda che riguarda il PUA e Stella Polare c’è un fatto che sembrerebbe minore, ma che ha una gravità, secondo il Movimento 5 Stelle, notevolissima. Uno dei terreni del PUA su cui insiste l'investimento Stella Polare – udite, udite – era dell'amministrazione. Era dell'amministrazione e, in particolare, di una società dell'amministrazione, l'AMT, che l'aveva in bilancio con una valutazione che fa venire da ridere: 5.000 euro. Si tratta di un terreno oggi valutato con perizia giurata per 2,5 milioni di euro.
  Questo terreno, presidente, è stato pignorato per un'azione esecutiva mai opposta dall'azienda, che stava andando a buon fine, con una vendita, senza difese da parte dell'amministrazione, di questo terreno a chissà chi a un prezzo stracciato. Questo finché non è intervenuta la liquidazione, ossia il liquidatore dell'AMT, il quale si è opposto tardivamente a questa vendita ed è riuscito a bloccarla. Per premio adesso lo si vuole mandare via.
  Noi vogliamo sapere, signor sindaco, se il direttore generale e un suo assessore che hanno chiesto a questo liquidatore di cessare le opposizioni l'hanno fatto a suo nome e se l'hanno fatto per continuare la linea difensiva precedentemente adottata. Vogliamo spiegazioni su questa vicenda e Pag. 11le vogliamo chiare. Chiederemo anche alla Commissione di sentire tutti gli interessati. Non è possibile che in una città come Catania si pensi di sfilare un bene pubblico così, per una manciata di pasta, per 5.000 euro. Il giudice poi si era effettivamente reso conto dell'enormità e aveva alzato un po’ il prezzo. Avevamo un bene da 2,5 milioni di euro, che fortunatamente è ancora nelle mani dell'amministrazione comunale grazie a un commissario liquidatore che adesso si vuole liquidare.
  Vogliamo una spiegazione su questo e anche su un'altra questione, che sembrerebbe minore, se non fosse che si inserisce nel quadro che è stato descritto. Vorremmo capire com’è possibile che la sua amministrazione e un suo assessore alla cultura, che in genere sono persone accorte – lo conosco – trattino con l'amministratore dell'Empire un bene non, presidente, sequestrato, ma confiscato in via definitiva, perché la procura considera quell'amministratore un prestanome di una cosca. Vorremmo capire com’è possibile che vadano tranquillamente a inaugurare attività di carattere culturale a nome della collettività accanto a questo soggetto che la procura ritiene il prestanome di una cosca.
  È uno scivolone. È un dettaglio, ma qui sono tanti i dettagli. Chiediamo spiegazioni in questa sede, signor sindaco. Le saremo grati se ce le potrà fornire.

  GIUSEPPE LUMIA. Anch'io ringrazio il sindaco Bianco. È chiaro che il sindaco si è dovuto confrontare nell'arco di tanti anni, da sindaco o da esponente di primo piano della politica locale, con una presenza della mafia a Catania ampiamente sottovalutata.
  Segnalo ai membri della Commissione per il profilo proprio degli affari che l'aggressione ai patrimoni è una storia molto recente. Se andiamo a vedere il percorso del contrasto alle organizzazioni mafiose, notiamo che il punto centrale che testimonia la presenza della mafia professionale e imprenditoriale collusiva sta proprio nelle ricchezze che vengono confiscate.
  Mi è capitato più volte in Commissione antimafia, nell'interlocuzione con l'autorità giudiziaria, di rilevare questo punto di debolezza nella strategia di contrasto. C’è, quindi, una mafia ampiamente sottovalutata proprio nella sua forza, ossia la capacità di accumulare denaro e di colludere.
  Condivido i giudizi che assegnano al sindaco Bianco una valutazione positiva, senza dubbio, di contrasto alle organizzazioni mafiose. Mettere in discussione questo punto sarebbe un'azione sbagliata, fuorviante e anche intellettualmente disonesta. Naturalmente sono importanti le sue risposte sulla vicenda PUA, perché questo è un punto nevralgico, intorno a cui si può comprendere se sia possibile fare delle grandi cose nel Mezzogiorno e in una città come Catania senza consegnarla nelle mani della mafia, o senza usare quell'espressione accomodante che allora fu usata da un Ministro dei lavori pubblici, che era quella del coabitare, del convivere, dell'adattarsi.
  Questo è un punto molto importante e ha due facce, sindaco. Una prima faccia è il controllo degli interessi locali, di chi, mafioso e imprenditore, collude sul piano locale. Penso che da questo punto di vista non mancherà di fornirci delle notizie su come intende contrastare questa presenza, che ha le caratteristiche e i nomi e i cognomi dei boss che già conosciamo, delle famiglie che già conosciamo e degli interessi che conosciamo.
  Inoltre, a me da fuori colpisce la presenza di Stella Polare. È una presenza che mi incuriosisce ancor di più e intorno a cui chiedo due cose al sindaco Bianco. Vorrei sapere se ha avuto notizie chiare e dettagliate della configurazione sociale, degli interessi, dei veri proprietari e dei soggetti che ruotano intorno a questa società e se, all'eventuale decisione, qualora questi interessi, soggetti, numeri e indirizzi legati alla Stella Polare non fossero chiari, prenderebbe in considerazione Pag. 12l'idea anche su questa presenza di revocarne, se possibile, la sua incidenza intorno a questo grande progetto.
  La seconda cosa che anch'io intendo sottolineare è che, quando si ha la presenza anche di un solo consigliere comunale, di qualunque appartenenza esso sia, che abbia un portato di rapporto mafioso come quello che sembra emergere dalle prime notizie, che poi avremo modo di verificare, è chiaro che bisogna non solo evitare la classica strumentalizzazione, ma soprattutto verificare – ed è quello che interessa – la tutela dell'agibilità democratica.
  Anche su questo tema è importante conoscere il pensiero del sindaco, anche se ce n’è una, anche se ce n’è mezza di queste presenze, per capire come intende tutelare l'agibilità democratica, visto che ha un'esperienza importante in questo campo.
  Lei è stato anche Ministro dell'interno. Ha promosso accessi e scioglimenti dei comuni. È importante capire come intende, alla luce anche della sua esperienza, tutelare l'agibilità democratica delle istituzioni locali, per quanto oggi separata tra i poteri del sindaco e i poteri del consiglio, in modo tale che queste presenze siano rimosse senza condizionare l'agibilità democratica del comune che lei rappresenta.
  Come ultima cosa, questa presenza dell'editore con queste caratteristiche imprenditoriali è, dal punto di vista della gestione democratica di un territorio, un problema serissimo. Lei un po’ l'ha accennato. Ha usato, naturalmente, delle parole accorte perché lei sta a Catania e le parole debbono essere misurate. È chiaro, però, che si tratta di un problema serissimo. Per me è un problema serissimo.
  Ha usato delle parole accorte, ma l'ha detto. Ha indicato che questo è un problema. L'ha detto chiaramente, usando parole accorte, ma l'ha detto chiaramente. Io posso usare magari parole un po’ più dirette ed esplicite.
  Si tratta di una presenza pesante. Fa parte del panorama nazionale avere editori e imprenditori, in tutti i campi e in tutte le culture politiche ed economiche del nostro Paese. Tuttavia, un concentrato di tale portata in una città imprenditoriale, ricca e dinamica come Catania costituisce un problema, come dicevo prima, serissimo. Volevo sapere anche da questo punto di vista come intende poi, nell'azione concreta, il sindaco di Catania fare in modo che questi interessi non travalichino e siano ricondotti, per quanto possibile, perché il nodo è strutturale e sta a monte, nell'alveo dell'agibilità democratica anche su questo punto.
  Questo tema è importante. Non sarà facile per lei trovare delle soluzioni che possano impedire che questa presenza, che più volte è stata interessata anche da indagini di tipo mafioso, diventi una presenza che può impedire un cammino di sviluppo forte di grandi opere senza che debba essere continuamente chiamata in causa perché ha una proprietà, una società, un investimento o qualcosa che intralcia sempre il cammino di un territorio e di una comunità.

  PRESIDENTE. Nel dare la parola al sindaco Bianco, vorrei fare alcune sottolineature per quanto riguarda il tema sollevato dall'inchiesta della commissione siciliana antimafia, che si è rivolta a noi, naturalmente, perché tale commissione non ha gli stessi poteri che abbiamo noi come Commissione parlamentare.
  Intendo qui rassicurare non solo la commissione, ma anche il presidente Musumeci, che noi ci attiveremo, naturalmente, e faremo la nostra parte. Sono sicura che anche già dalle risposte che il sindaco Bianco ci fornirà oggi potremo contare sulla sua collaborazione, per quanto riguarda almeno il comune di Catania. Si tratta, naturalmente, di approfondire il materiale che ci è stato offerto e anche di organizzare, a nostra volta, il nostro lavoro.
  Per quanto riguarda, invece, la vicenda per la quale quest'audizione si sta più esplicitamente svolgendo, anch'io sarei interessata a capire l'evoluzione che ha avuto la presenza di Stella Polare in questa vicenda, perché credo che questo sia un punto dirimente anche per chiarire Pag. 13i molti interrogativi che sono stati rivolti e che obiettivamente i fatti dei quali siamo venuti a conoscenza hanno sollevato.
  L'altro tema è se dai cambiamenti che sono stati apportati al PUA nella fase successiva da parte della sindacatura Bianco, che ha dichiarato esplicitamente di non condividere lo sviluppo che questo aveva avuto sotto altre amministrazioni, sia possibile anche rilevare un altro aspetto, cioè una sorta di ridimensionamento dei vantaggi e degli interessi dell'editore Ciancio, che tutti sappiamo fosse interessato per un volume abbastanza consistente di sua proprietà in quella zona.
  Dopodiché, le domande mi sembra siano state molte e credo che consentiranno al sindaco di offrirci tutti i chiarimenti che mettano in collegamento in maniera inequivocabile il suo impegno per la legalità in quella città e in quella terra che da tutti gli è riconosciuto anche con la concretizzazione nei fatti dei quali stiamo in maniera particolare interessandoci oggi.
  Do la parola al sindaco Bianco per la replica.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Presidente, la ringrazio. Mi consenta di ringraziare anche i componenti della Commissione che hanno formulato delle domande, sia quelle che posso avere apprezzato di più, sia quelle che posso aver apprezzato di meno, ma tutte in pari misura, perché questo è il compito della Commissione ed è lo stile a cui intendo ispirarmi.
  Presidente, parto brevemente dalla considerazione che lei ha svolto relativamente all'indagine su Catania della commissione regionale antimafia. Purtroppo, io mi trovo in una condizione diversa dalla vostra, nel senso che non conosco la relazione della commissione antimafia. Non mi è stata fatta avere. Non ce l'ho. Non so assolutamente nulla. Pertanto, trovo francamente che sviluppare un dibattito attorno a una questione di cui non si conosce nulla non appartenga all'essenza della democrazia, perché ne possono andare di mezzo istituzioni e persone che sono malfattori, delinquenti e mafiosi, ma anche persone perbene, che hanno il diritto di non essere accomunate in un calderone in cui tutti alla fine poi finiscono con l'essere grigi.
  Sono io, quindi, onorevole presidente, che chiedo – mi permetterei di dire prego – codesta Commissione e, se mi consente, anche la magistratura inquirente, che ha responsabilità primarie in quest'ambito, forse prima ancora della Commissione antimafia, di fare massima e piena luce su questa vicenda. Noi abbiamo il diritto di sapere – se mi consentite soprattutto io, che sono sindaco di questa città – chi sono i consiglieri comunali e di quartiere che abbiamo di fronte quando prendono una posizione e perché l'assumono. Se i fatti hanno rilevanza penale o hanno anche semplicemente rilevanza morale, ho il diritto di saperlo.
  Chiedo, quindi, che la magistratura catanese e la Commissione antimafia abbiano la possibilità di fare il massimo dell'approfondimento su questa vicenda. Trovo che le modalità con cui si è proceduto sino a questo momento da parte della commissione regionale antimafia lascino un tantino perplessi. Qualche volta si parla di otto persone, qualche volta di due, qualche volta di due e di un terzo. Non si gioca così con i numeri.
  Questa opinione non è solo la mia, ma è stata espressa autorevolmente da parte della magistratura catanese, la quale ha detto chiaramente che su queste vicende c’è bisogno di procedere con professionalità e rigore. Spero che l'abbiano fatto, sono sicuro che l'abbiano fatto e proprio per questa ragione chiedo che sia fatta piena luce su questa vicenda. Quando sapremo esattamente di che cosa si tratta, sarò in grado di dire come intendiamo procedere, sia – ripeto ancora una volta – che ci siano fatti di natura penale, quindi reati, sia che ci siano anche semplicemente comportamenti moralmente discutibili.
  In un'altra città normale e ordinaria questo si può fare. In una città come Catania o come Palermo non si può fare e non si può fare soprattutto, a maggior ragione, da parte di una persona come me, che ha speso tutta la sua vita in questo Pag. 14specifico ambito, come qualcuno di voi con grande cortesia ha voluto riconoscere.

  PRESIDENTE. Sindaco, volentieri gliele potremmo fornire anche noi, ma penso sia più corretto che lo faccia il presidente Musumeci.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Me ne rendo assolutamente conto.

  PRESIDENTE. Anzi, io penso che dopo quest'audizione... È pubblica ?

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Praticamente no. Io ho il diritto di essere informato.

  PRESIDENTE. Francamente, una cosa sono le notizie che escono sui giornali, una cosa è la lettura del testo integrale. Io credo sia giusto che il presidente della commissione regionale informi il sindaco del comune nel quale sono state fatte alcune inchieste.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Vengo invece alla questione che ha formato oggetto specifico dell'audizione di oggi, signora presidente, e parto dalla questione relativa a quali sono i fondi di investimento necessari, se sono lussemburghesi o se sono svizzeri.
  Io non ho la più pallida idea di chi siano. Voglio confermare che noi non abbiamo posto in essere alcun atto amministrativo e che questa è una preoccupazione che mi ha spinto a scrivere – voglio dire anche le date – il 13 ottobre 2014 e poi, successivamente, il 14 luglio 2015, al prefetto di Catania, usando espressioni molto simili a quelle che hanno usato alcuni degli onorevoli commissari, come l'onorevole Nuti, l'onorevole Fava, l'onorevole Lumia e lei stessa, presidente, in particolare per quanto riguarda la Stella Polare.
  Dico in modo esplicito che «con la presente si ha il dovere di significare che un processo così complesso come quello del PUA merita un presidio forte di legalità, al fine di evitare che un'opportunità di sviluppo possa trasformarsi in occasione per infiltrazioni da parte della criminalità organizzata e gruppi imprenditoriali spregiudicati, che attraverso il riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, il controllo dei cantieri, degli appalti e subappalti dei lavori e quant'altro la criminalità in occasioni similari è stata in grado di mettere in atto in questo Paese, possa occupare in maniera pervasiva e sistemica questo spazio di sviluppo».
  Questa è la ragione per la quale chiedo al prefetto di varare un protocollo di legalità. Il prefetto mi risponde pochi giorni dopo accogliendo in linea di principio questa richiesta e mi chiede di designare i rappresentanti che il comune indica. Nei giorni scorsi il prefetto mi ha comunicato i nomi anche dei componenti della prefettura. Sino a quando non ci sarà da parte della commissione insediata dal prefetto, di cui faranno parte – immagino – anche esponenti delle forze di polizia, una piena certezza innanzitutto sui titolari dei fondi di investimento o dei proprietari dell'area o di coloro i quali sono interessati, nessun atto amministrativo di attuazione del PUA prenderà corpo.
  Sino a questo momento non ho provveduto a fare nulla. Dopo il decreto della regione siciliana che autorizza il PUA con quelle profonde modifiche e riduzioni che io stesso ho sollecitato, e con me i miei componenti della giunta, tutti, anche quelli che nella precedente amministrazione avevano un segno politico diverso... Essi hanno acceduto alla mia richiesta e hanno acceduto anche a una sensibile modifica delle cubature e degli interventi ivi necessari. Sino a quando non avremo piena certezza su chi sono i titolari di questi fondi e su quali sono le procedure con cui si intende andare avanti, non daremo alcuna attuazione al PUA. Solo dopo una rassicurazione completa e totale potremo vedere di andare avanti.
  Il punto fondamentale è quello che è stato citato dall'onorevole Lumia. Il punto fondamentale è se una terra come la mia debba, nel presupposto che ci siano rischi di infiltrazioni mafiose, rinunciare a qualunque possibilità di sviluppo, nel campo Pag. 15turistico o nel campo alberghiero. Se voi ritenete che questa sia la strada verso cui andare, naturalmente io non sarei assolutamente d'accordo. Noi abbiamo bisogno di avere sviluppo nella nostra terra, di fare le opere, di fare quegli aeroporti e quelle infrastrutture di cui il sud è ancora drammaticamente carente – è anche per questo che è meno competitivo rispetto al resto del Paese – e di farli nel più assoluto rispetto della legalità di ogni presupposto che va in questa direzione.
  I comportamenti da parte dei componenti della mia giunta, anche di coloro i quali avevano avuto responsabilità istituzionali nel corso della precedente sindacatura, sono stati sempre e del tutto coerenti rispetto a questa impostazione. Hanno votato con me in giunta ogni passaggio relativo alla necessità di modificare e di ridurre le cubature esistenti e di allontanarsi dalla spiaggia per quanto riguarda qualunque opera, anche quelle sportive che erano state previste dal precedente Piano e che vanno in quella direzione.
  Per quanto riguarda Stella Polare in particolare, onorevole presidente, Stella Polare interviene per quanto riguarda il PUA, in base alle carte che sto leggendo in questo momento, nell'agosto 2012 sotto l'amministrazione Stancanelli. Presenta una proposta di modifica che l'amministrazione ritiene di interesse pubblico e che prevede la realizzazione di nuove strutture alberghiere per circa 700 posti, che ha aumentato la superficie destinata alle attività commerciali.
  Rispetto a queste impostazioni la mia amministrazione ha – ripeto – posto in essere azioni che hanno previsto una sensibile riduzione. Per esempio, gli alberghi previsti, scendendo da 9 a 8 metri, non saranno più a tre piani, ma a due piani. Analogamente, per quanto riguarda interventi realizzati nella zona di tutela e di rispetto della spiaggia c’è naturalmente un intervento di questo tipo.
  Abbiamo anche rigettato la trasformazione del Palaghiaccio di Catania nell'ennesimo centro commerciale della città, che, come qualcuno sa, è una città che ha il più alto tasso di presenze di centri commerciali, maggiore persino di quella di Milano. A qualcuno di questi, come sapete, è interessato anche l'editore-direttore de La Sicilia, rispetto al quale anche in merito alle vicende di Porte di Catania io ho avuto sempre una posizione contraria pubblica e privata in ogni passaggio.
  Lo stesso vale nella vicenda del PUA. La mia posizione è esattamente quella: i consiglieri a me vicini sono gli unici che non hanno votato il PUA, pur essendo la mia amministrazione quella che aveva immaginato questo progetto di sviluppo. Si tratta di tre consiglieri comunali.
  Alcuni dei consiglieri della minoranza di allora non erano presenti. Per quello che mi risulta, onorevole Fava, i consiglieri della minoranza che non erano presenti erano quattro e non il numero che lei ha fornito. Potrei dirle anche quali sono i nomi, ma questo è un particolare relativamente rilevante, atteso che la maggioranza aveva i numeri per approvare quel progetto e anche il numero legale, perché avevano ventitré voti sui quarantatré richiesti. Sono i voti che hanno varato il PUA.
  Il fatto che io, pur essendo favorevole all'idea del PUA, per gli svolgimenti ulteriori mi sia astenuto è una dimostrazione di coerenza. Dopo il mio insediamento, nonostante alcuni dei terreni – i proprietari di terreni, per la verità, sono molte decine – siano dell'editore Ciancio, questo non mi ha impedito di porre in essere comportamenti che sono stati ritenuti dalla stessa Stella Polare lesivi dei loro interessi, tant’è vero che hanno fatto ricorso amministrativo. Onorevole presidente, se fossero d'accordo e favoriti, certamente non avrebbero chiesto la sospensiva degli atti amministrativi da me posti in essere. Mi pare evidente, no ? Non faccio ricorso contro qualcosa che non ritengo che colpisca illegittimamente i miei comportamenti.
  Per quanto riguarda le questioni relative alla telefonata, presidente, telefono al direttore del quotidiano La Sicilia alla vigilia dell'apertura della mia campagna elettorale. L'oggetto della telefonata, come Pag. 16risulta chiaramente dalla telefonata stessa, è quello di chiedere se la mia campagna elettorale sarebbe stata seguita dal giornale e dalla televisione esattamente come quella di tutti gli altri candidati, compresi quelli dell'estrema sinistra, dell'estrema destra e del Movimento 5 Stelle, la cui campagna elettorale è stata regolarmente seguita dalle trasmissioni televisive e dal resto.
  L'affermazione contenuta nella telefonata circa la vicenda accaduta il giorno prima conferma esattamente quello che ho detto sino adesso. Non c’è alcuna differenza rispetto a quello che dal 1999 ho posto in essere, ossia un atteggiamento favorevole a un insediamento turistico nella zona sud della città, ma un intervento coerente con il rispetto delle norme e dei vincoli ambientali che ritengo indispensabile nella mia città.
  Sono state sollevate anche altre questioni che non entrano in questa vicenda, ma che riguardano alcune altre questioni. Una è quella che riguarda il terreno dell'AMT, posta dal senatore Giarrusso. Per quanto riguarda il terreno dell'AMT, il commissario liquidatore a cui lei fa riferimento è stato nominato dal sottoscritto, senatore Giarrusso, e le indicazioni che sono state fornite sono state quelle di attenersi al rispetto rigoroso degli interessi dell'amministrazione comunale.
  Il provvedimento per il quale è stato chiesto al commissario liquidatore di fornire utili elementi perché la vicenda sia chiarita riguarda una questione completamente diversa. Sembrerebbe – naturalmente accenno soltanto alla vicenda perché prima di parlare voglio vedere come sono gli atti – che siano stati attribuiti incarichi professionali per diverse centinaia di migliaia di euro a dei professionisti, il che in un comune come il mio, che si trova in una condizione praticamente di quasi dissesto, rappresenterebbe una condizione gravissima dal punto di vista finanziario.
  Non posso anticipare il giudizio perché aspetto di conoscere quali sono gli elementi che il suddetto commissario vorrà fornire al collegio dei revisori dei conti e al direttore generale del comune di Catania, perché non amo esprimere giudizi su vicende... La prego di credere che le vicende che formano oggetto di una valutazione attenta sono queste relative al rigore con cui vengono amministrate le finanze pubbliche.
  Infine, da parte dello stesso Giarrusso è stata avanzata...

  MARIO MICHELE GIARRUSSO. Solo per capire, quindi la linea è sempre quella «no incarichi difensivi» ?

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. No. Non ho detto «no incarichi esecutivi».

  PRESIDENTE. Incarichi «difensivi».

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Non ho parlato di questo. Ho parlato dell'ammontare. Se si tratta di dare a un legale una cifra di 800-900.000 euro o di un milione di euro, salto sulla sedia – si rende conto ? – prima ancora di conoscere l'esito della vicenda. Se una vicenda rispetto a un valore rilevante ha un esito positivo e mi si fa risparmiare, sono felice che questi soggetti siano retribuiti in modo adeguato, ma riconoscere e pagare anticipatamente non lo farei da privato e non lo faccio neanche da pubblico, a maggior ragione. Si tratta di dilapidare i soldi, se fosse così, naturalmente.
  Se non fosse così, ovviamente chiederemo scusa al commissario liquidatore, che potrà proseguire nella sua funzione con lo stesso impegno che ha dimostrato nell'occasione che lei ha voluto rappresentare.
  L'ultima questione è quella relativa alla vicenda che è stata ricordata riguardo al titolare di un'azienda, un locale notturno. Non si tratta di un'attività che è stata svolta all'interno del locale notturno. C’è stata un'azione di riqualificazione di una strada, alla quale ha partecipato e che è stata promossa dall'Accademia delle Belle Arti, la quale ha trasformato una strada del centro storico degradato della città in una via di artisti. A questa iniziativa hanno aderito tutti i titolari di attività Pag. 17all'interno di quella strada, tra cui anche una persona che successivamente a questa vicenda ha avuto il locale sequestrato perché da parte della procura si ritiene che sia un prestanome.
  È stata immediatamente cessata l'attività di collaborazione posta in essere, pur trattandosi di un progetto che richiedeva la riconversione di un pezzo della città. Ovviamente, intendiamo proseguire anche su questo con la massima attenzione e con il massimo rigore.
  Presidente, mi scuso se sono stato un po’ lungo su queste vicende, ma ci tenevo a fornire ogni elemento che potesse formare attenzione da parte vostra.

  PRESIDENTE. Che cosa voleva aggiungere, senatore ?

  MARIO MICHELE GIARRUSSO. Vorrei solo chiedere una precisazione. La questione del terreno dell'AMT è quella del perché l'amministrazione non si è difesa e l'ha fatto pignorare per un valore...

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Non era la mia amministrazione.

  MARIO MICHELE GIARRUSSO. Era appostato nel bilancio a un valore estremamente basso.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Lo chieda agli amministratori e ai sindaci precedenti.

  MARIO MICHELE GIARRUSSO. La seconda cosa riguarda la questione Empire. Non è stato sequestrato. C'era la confisca definitiva. Era stato sequestrato anni prima. Noi vogliamo sapere...

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Era regolarmente in attività.

  MARIO MICHELE GIARRUSSO. Ho capito, era in gestione, ma era stato sequestrato anni prima ed è arrivato, guarda caso, a confisca, dopo l'iter giudiziale. Al momento in cui l'amministrazione trattava, era sequestrato dalla procura.

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. No, non era sequestrato, assolutamente.

  PRESIDENTE. Poiché su quest'ultimo elemento personalmente confesso la mia ignoranza, perché questo non era oggetto dell'audizione e comunque la Commissione non ha elementi per potere in qualche modo esprimersi, li acquisiremo e magari il sindaco poi ci fornirà ulteriori chiarimenti, che credo non mancheranno.
  L'onorevole Nuti voleva aggiungere qualche cosa.

  RICCARDO NUTI. Sì, perché alle mie domande non c’è stata risposta.

  PRESIDENTE. A quali domande non c’è stata risposta ?

  RICCARDO NUTI. In particolare mi riferisco a quella sul vicesindaco Consoli.

  PRESIDENTE. Ha risposto su Consoli.

  RICCARDO NUTI. Basta che mi ripeta la risposta, perché probabilmente mi è sfuggita.

  PRESIDENTE. Stiamo attenti, però. Gli auditi non possono ripetere le domande perché...

  RICCARDO NUTI. Non ho capito qual è l'azione che vuole prendere nei confronti del vicesindaco, visto che, da quello che emerge...

  ENZO BIANCO, sindaco di Catania. Ho già risposto, presidente.

  PRESIDENTE. Ha già risposto su questa domanda e francamente – mi consenta, onorevole Nuti – la considero non pertinente. Non si possono prendere dei provvedimenti su un vicesindaco perché ha preso una posizione diversa quando poi di fatto quello che è avvenuto è coerente.

  RICCARDO NUTI. Io ho chiesto se ne fosse a conoscenza. Mi basta sapere se sì o no ed è già una risposta molto semplice.

Pag. 18

  PRESIDENTE. Ha risposto su questo punto.

  RICCARDO NUTI. La seconda domanda alla quale non ho ottenuto la risposta, a parte quella se sapesse se i terreni...

  PRESIDENTE. Ha risposto anche a questo. Onorevole Nuti, abbia pazienza, ha risposto anche a quella. Gli ho fatto anch'io la stessa domanda, scusi. Abbia pazienza.

  RICCARDO NUTI. La sua era diversa. Lasciamo stare, presidente.

  PRESIDENTE. Andiamo avanti. Eviterei di fare un'ulteriore brutta figura, se fossi in lei, però.

  RICCARDO NUTI. No, guardi, qui la brutta figura la possono fare solamente altri, purtroppo, per le vicende che emergono.
  La domanda era specifica e gliel'ho posta non solo io, ma anche il collega Fava. Io le ho chiesto e lei ha risposto: «I miei consiglieri hanno votato e si sono astenuti». Non le sto chiedendo questo. Le sto dicendo che lei nella telefonata dice: «Mi pare che ieri...», perché così esordisce nella telefonata. Ciancio risponde: «È andato tutto secondo le previsioni». «È esattamente come ti avevo detto» risponde lei.
  Io le ho fatto la domanda su quando e cosa è andato tutto secondo le previsioni. Lei dice che si sono astenuti, ma questo è un dato del consiglio comunale. È agli atti punto e basta. Mi domando perché – gliel'ha chiesto anche il collega Fava – lei chiami Ciancio e ci dica qui, dopo tre anni che è pubblico, che è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, cosa che lei non sa.

  PRESIDENTE. Onorevole Nuti, anche su questo punto il sindaco ha risposto.

  RICCARDO NUTI. Non ha risposto per nulla.

  PRESIDENTE. Lei può considerarsi non soddisfatto, ma ha risposto, perché ha esplicitamente detto che oggetto di quella telefonata era l'apertura della campagna elettorale. Personalmente mi sentirei di consigliare al sindaco, in un'altra telefonata, di incominciare da questo e non da quella che era stata la delibera del consiglio comunale, che è forse il motivo per il quale tutti noi, leggendo quelle intercettazioni, ci siamo fatti la domanda. Ci siamo domandati, cioè, se ci fosse un collegamento nesso-causa tra le due cose, soprattutto perché la prima parte della telefonata verteva sui risultati della votazione del consiglio.
  Dopodiché, il sindaco ha spiegato bene, dicendo che la telefonata verteva su questo. Personalmente, torno a ripetergli, sarebbe stato meglio se la prima domanda fosse stata sulla campagna elettorale. Come ultima cosa, ha detto che era andato tutto secondo quanto previsto, perché i suoi tre consiglieri si erano astenuti.
  Personalmente non potevano che fare così perché il PUA l'aveva iniziato il sindaco, ma non condividevano le varianti. Sappiamo tutti che, quando non si condivide una cosa e non si condividono le motivazioni, non si vota contro, ma ci si astiene. Da questo punto di vista, francamente, onorevole Nuti, forse il mio consiglio era giusto. Basta così.

  RICCARDO NUTI. Allora le domando...

  PRESIDENTE. No, non domanda più niente.

  RICCARDO NUTI. Mi scusi, presidente, siamo in una Commissione d'inchiesta. Ho fatto un'altra domanda sul CRU. Mi vuole dire che ha risposto anche su quella del CRU ? Il CRU aveva praticamente smontato il PUA durante l'amministrazione del sindaco qui presente...

  PRESIDENTE. Certo che ha risposto. Ha risposto che l'ha cambiata. Onorevole Nuti, abbia pazienza.

  RICCARDO NUTI. No, mi scusi, il CRU aveva cambiato il PUA.

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  PRESIDENTE. No, ma sulle richieste fatte dall'amministrazione.

  RICCARDO NUTI. Su disposizioni del CRU. Sono atti questi, presidente. Non stiamo a scherzare. Sono atti.

  PRESIDENTE. Mi dispiace, ma da questo punto di vista siamo...
  Scusi, ma ho già interrotto.

  FRANCO MIRABELLI. Mi scusi, ma intervengo per una ragione. Io credo che vada riconosciuto al sindaco non solo di aver risposto, ma anche di essere intervenuto e aver risposto anche a domande su questioni che non facevano assolutamente parte di quest'audizione e che non c'entrano con la lotta alla mafia.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Volevo comunicare alla Commissione che lunedì 25 gennaio saremo in missione a Perugia. Ringraziamo il sindaco e lo salutiamo.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.

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