XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 107 di Mercoledì 29 luglio 2015

INDICE

Pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, Giovanni Colangelo:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Capacchione Rosaria  ... 9 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 10 
Bossa Luisa (PD)  ... 11 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 12 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 12 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 12 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 12 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 13 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 13 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 13 
Manfredi Massimiliano (PD)  ... 13 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 13 
Manfredi Massimiliano (PD)  ... 13 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 14 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 15 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 16 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 16 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 16 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 16 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 16 
Taglialatela Marcello (FdI-AN)  ... 16 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 16 
Dadone Fabiana (M5S)  ... 17 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 17 
Dadone Fabiana (M5S)  ... 18 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 19 
Di Lello Marco (Misto-PSI-PLI)  ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Colangelo Giovanni , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 

Comunicazioni della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 19

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 14.15.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, Giovanni Colangelo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, Giovanni Colangelo. L'audizione odierna ha per oggetto un aggiornamento sulla situazione della criminalità organizzata nel distretto giudiziario di Napoli, con particolare riguardo alle risultanze dell'inchiesta Sistema Medea, che presenta profili di notevole interesse per la Commissione.
  Ricordo che l'audizione odierna si svolge in forma libera e, ove necessario, potrà proseguire in seduta segreta. Cedo quindi la parola al procuratore Colangelo, che ringrazio per la sua presenza.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Grazie, signor presidente, grazie ancora una volta per l'attenzione che la Commissione pone nei riguardi del nostro ufficio.
  Sono qui per darvi conto degli ultimi provvedimenti cautelari che sono stati eseguiti dal mio ufficio per la zona di Napoli. L'ultimo in ordine di tempo che credo possa essere di interesse è proprio l'indagine cosiddetta «Medea», che riguarda un gruppo di soggetti coinvolti in imputazioni che vanno dal 416-bis alle corruzioni, alle turbative d'asta e alle violazioni del segreto d'ufficio, oltre ad alcuni reati di finanziamento illecito dei partiti.
  Questa indagine, che si è sviluppata nell'arco di diversi mesi ed è stata gestita dal ROS, si è conclusa con un'ordinanza di custodia cautelare eseguita pochi giorni fa, sulla quale ha già cominciato a pronunziarsi il tribunale del riesame, che nella prima udienza ha annullato alcune delle ordinanze cautelari, in particolare quelle contro Sarro e Pio Del Gaudio, ex sindaco di Caserta, non conosciamo ancora nel dettaglio le motivazioni perché il tribunale si è riservato 45 giorni per il deposito delle motivazioni.
  L'attività investigativa è ancora in corso e non è certamente esaurita, nella giornata di ieri c’è stata una seconda udienza del tribunale del riesame e questa mattina abbiamo appreso che sono state confermate le ordinanze cautelari per Fontana Orlando, Barbato, Cervizzi, Lauritano e Pellegrino, mentre sono state annullate le ordinanze cautelari per Polverino e Fontana Antonio, non conosciamo anche in questo caso le motivazioni, ma sembrerebbe, da quanto mi riferiscono i colleghi ma è una mera illazione, che le stesse siano state annullate per problematiche legate alla configurabilità delle esigenze cautelari. Anche qui il tribunale si è Pag. 4riservato un termine per il deposito delle motivazioni che potremo esaminare in seguito.
  Come dicevo, l'attività investigativa è ancora in corso ed è in corso attualmente anche l'interrogatorio di uno degli indagati detenuto, Licenza Luciano.
  Sono tutte attività in corso di svolgimento, così come sono stati acquisiti nei giorni scorsi i documenti relativi ad alcune gare di appalto, al fine di verificare la regolarità e la trasparenza dello svolgimento delle stesse gare di appalto delle quali si discute in alcuni capi di imputazione.
  Metto a disposizione della Commissione un DVD in cui sono contenute sia la richiesta che l'ordinanza di custodia cautelare. Al di là delle divulgazioni di stampa, sono i documenti formali dai quali si potrà desumere la ricostruzione dei fatti secondo l'accusa e secondo la prima interpretazione del giudice per le indagini preliminari.
  Il fatto, così come articolato per grandi linee, vede il coinvolgimento di alcuni imprenditori come Fontana Giuseppe, Piccolo Bartolomeo, Licenza Luciano vicini a soggetti della criminalità organizzata e in particolare del gruppo Zagaria, e di alcuni amministratori o politici locali, che, secondo la versione accusatoria, in virtù di appoggi economici come compensi elettorali o per vicinanza o solidarietà con alcuni soggetti, avrebbero garantito o comunque fatto in modo che alcuni di costoro potessero aggiudicarsi delle gare di appalto.
  Alcune di queste gare di appalto sono state aggiudicate con il sistema della somma urgenza, altre invece secondo regolari procedure di appalto, laddove con regolari intendo dire ordinarie procedure, perché regolari nel merito è tutt'altro discorso, in relazione al quale, come ho detto, stiamo facendo delle indagini di approfondimento.
  Per certi aspetti alcuni elementi probatori hanno tratto spunto da dichiarazioni di collaboratori di giustizia, per altri versi è stata fondamentale una serie di intercettazioni telefoniche, che hanno confermato i rapporti tra vari soggetti, così come i rapporti di vicinanza e di contiguità tra alcuni imprenditori e il gruppo criminale di riferimento, il gruppo Zagaria.
  Il quadro è quello consueto che emerge anche da altre indagini, ossia una sorta di rapporto trilaterale che vede da un canto l'interesse della criminalità organizzata, in particolare del nord di Napoli, interessata a investimenti o attività di tipo economico anche con forme evidentemente illecite, dall'altro quello di imprenditori interessati ad accaparrarsi appalti in violazione delle regole sulla trasparenza della gestione delle gare di appalto, e infine inevitabilmente di coloro che potevano influire sulle determinazioni ultime delle stazioni appaltanti e quindi sull'aggiudicazione di questi appalti, quindi degli amministratori o dei politici che avevano la possibilità di intervenire su questo settore.
  Un dato emerge al di là dell'individuazione delle specifiche responsabilità penali per i cui dettagli ovviamente rinvio alle ordinanze (molti aspetti sono ormai di dominio pubblico, perché pubblicati su vari organi di stampa e dai mass media): tra tutti costoro vi erano rapporti di notoria frequentazione o amicizia che emergono in maniera evidente da una serie di dati, supportati non soltanto dalla oggettività di certe trascrizioni di intercettazioni svolte talvolta tra parenti (si pensi alle intercettazioni che hanno riguardato i due fratelli Fontana, che, intercettati mentre parlano tra loro, hanno dato luogo a conversazioni di particolare utilità, attendibilità e spontaneità), ma anche da taluni servizi di osservazione svolti dalla polizia giudiziaria.
  I Carabinieri hanno potuto infatti monitorare una serie di incontri tra vari soggetti, che sono stati puntualmente riportati nei capi di imputazione e nelle motivazioni delle ordinanze e delle richieste.
  Adesso non entro nel dettaglio, perché le posizioni sono tante e diversamente variegate rispetto alle rispettive prospettazioni. Qualche posizione appare più grave perché ha condotto addirittura alla contestazione, Pag. 5come per Barbato Tommaso, del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, e, come vi dicevo, è di questa mattina la notizia che è stata confermata l'ordinanza cautelare per il Barbato, qualche altra appare invece più sfumata oppure più occasionale e legata a specifici episodi.
  Certo il dato che appare abbastanza costante sono le frequentazioni e i rapporti di grande familiarità non soltanto con i soggetti attinti dall'ordinanza di custodia cautelare, ma anche con altri soggetti, pur sottoposti alle indagini e non attinti da ordinanza custodiale, che intrattengono con questi rapporti di grande familiarità, così come riportato nelle intercettazioni anche successive agli incontri.
  Mi riferisco per esempio agli incontri tra il Fontana e Cosentino Nicola, tra Fontana e l'onorevole Martusciello, i cui contenuti vengono riferiti nel dettaglio in conversazioni che ha con la moglie e quindi in intercettazioni ambientali che appaiono connotate da particolare attendibilità e affidabilità.
  Il quadro che emerge ha portato a queste contestazioni, noi stiamo prendendo atto delle pronunce e ancora di più prenderemo atto delle motivazioni delle ordinanze del tribunale del riesame, ma, come ho già detto prima, stiamo facendo ulteriori approfondimenti per prevenire tutto ciò.
  Il livello di infiltrazione e di collegamento della criminalità organizzata per il tramite degli imprenditori e le istituzioni appare ancora più allarmante, perché riferito anche a soggetti appartenenti alle forze di polizia. Mi riferisco a Cervizzi e al sottufficiale della Guardia di finanza che si sono in vario modo adoperati per informare i soggetti del contenuto di talune indagini in corso o addirittura, per quanto riguarda il Fontana, per evitargli il gravissimo danno derivante dalla misura interdittiva antimafia che gli era stata applicata.
  Questo è uno dei nodi principali di tutto il processo, perché, a prescindere dalla dimostrazione dell'efficacia, sotto il profilo del contrasto alle attività illecite di imprenditoria o di riciclaggio, delle misure amministrative interdittive, dimostra come tutto questo venga mal tollerato da questi soggetti, che cercano in tutti i modi di evitare il permanere delle misure interdittive.
  Il Fontana a questo proposito prende tutta una serie di iniziative, addirittura quella di spostare il suo centro di interesse dall'una all'altra zona, per evitare che sia una stazione dei Carabinieri piuttosto che un'altra a riferire sul suo livello di contiguità alla criminalità organizzata. Per altro verso si intuiscono delle manovre per cercare di pilotare i giudizi amministrativi, manovre che fortunatamente non hanno alcun esito, alle quali si aggiunge infine quella che porta all'imputazione del reato di cui all'articolo 12-quinquies, per cui egli acquisisce, tramite Lauritano Carmine, l'intestazione di una quota maggioritaria di una società, al fine di partecipare con l'altra alle gare di appalto.
  Credo che già questo sia elemento da valutare opportunamente, perché, se una società colpita da misura interdittiva antimafia si ritiene esposta al pericolo di investimenti da parte della criminalità organizzata e nel contempo attua delle manovre per poter rientrare nel giro degli affidamenti degli appalti, questo dimostra quanto concreto e reale sia il pericolo di contiguità tra mondo dell'imprenditoria e associazioni criminali.
  Intendo dire che qui non ci troviamo di fronte a una società fallita per un dissesto economico o per altri motivi, che si ricostruisce una verginità ricostituendosi sotto altra forma, problematica che può investire una realtà di tipo economico, ma siamo di fronte a una società colpita da interdittiva antimafia, che si ritiene non abbia i requisiti di trasparenza per partecipare a gare di appalto.
  Il fatto che operi in maniera occulta o fraudolenta per poter rientrare nel gioco dimostra quanto quella società o quei soggetti siano legati al mondo della criminalità organizzata e quanto sia elevato il rischio di questa commistione tra affari e criminalità organizzata.Pag. 6
  Ovviamente le gare di appalto non si vincono da sole, ma per potersi assicurare la vittoria abbisognano di una sponda disponibile e favorevole.
  Alla luce di tutto questo si possono leggere le dichiarazioni o gli sfoghi di Fontana e degli altri interlocutori, quando lamentano che nonostante tutto la gara d'appalto sia stata vinta da Tizio, Caio o Sempronio e non da loro, a cui pure era stata promessa e che se ne erano sobbarcati il sacrificio economico.
  Quando Fontana fa in anticipo i nomi dei vincitori di una gara d'appalto dimostra di essere a conoscenza dei meccanismi interni e stranamente anche di chi avrebbe vinto la gara di appalto. Questo aspetto che si desume da queste indagini (non entro deliberatamente nello specifico delle singole posizioni, che sono affidate alla valutazione delle Commissioni e di ciascuno di voi, ma l'ordinanza e tutti gli elementi sono qui illustrati) rispecchia una situazione analoga a quella che si è verificata per altre opere pubbliche, che si sono svolte nella stessa zona per la metanizzazione dell'Agro Aversano da parte della società CPL.
  Vi consegnerò l'ordinanza cautelare relativa alla società CPL perché ho portato soprattutto materiale di natura oggettiva, non intendo esprimere commenti, ma preferisco rassegnare alla Commissione i fatti, che sono contenuti nelle ordinanze del giudice o – meglio ancora – nelle intercettazioni o nelle dichiarazioni dei collaboratori, che sono rimesse alla vostra valutazione.
  Nella CPL abbiamo una situazione analoga, la commistione di soggetti che operano in collegamento con il gruppo Schiavone e la società che, nell'ipotesi della contestata corruzione per la metanizzazione di Ischia, era stata accusata di corruzione in relazione a ipotesi locali e specifiche dell'isola di Ischia, procedimento attualmente in corso per cui è già stato richiesto il giudizio immediato nei confronti degli amministratori locali. Questa è la stessa società che per operare nell'Agro Aversano stringe contatti con soggetti legati alla criminalità organizzata.
  Come si legge da quell'ordinanza (basta leggere i capi di imputazione), il meccanismo è sostanzialmente lo stesso: si ha una sorta di accredito da parte dell'organizzazione criminale locale, in virtù della quale la società vince l'appalto, con l'impegno di cedere il subappalto ad altre società indicate dai referenti del gruppo criminale di riferimento.
  Questo è il meccanismo che si è sviluppato ed è stato contestato, prescindo dal giudizio finale di cui dovremo avere riguardo, cioè dalle sentenze definitive, perché al momento siamo in una fase cautelare.
  Vi affido soprattutto le valutazioni dei fatti, valutazioni che possono essere di natura penale, che competono a me, e per quanto riguarda questa Commissione di tipo politico.
  Il dato che emerge è evidente: c’è un rapporto tra i rappresentanti della società nella persona dei loro amministratori e personaggi della criminalità locale, e il meccanismo è quello per assicurarsi gli appalti. Come ho detto, la criminalità organizzata del nord di Napoli opera prevalentemente in questo settore, mentre la criminalità del centro e dei quartieri storici di Napoli è più esposta nel settore dei traffici illeciti tout court (traffico di droga, estorsioni, armi, usura). Questi rapporti con l'amministrazione e con il mondo degli affari sono tipici della zona che va dalla cintura di Napoli nord ed est fino alla zona nord del casertano e a quei gruppi criminali di riferimento.
  Non intendo però limitare questo tipo di pericolosità, collegandola esclusivamente al gruppo dei casalesi, perché altri gruppi operano nel settore degli affari e fanno parte della cintura della città di Napoli. Sono gruppi criminali attinti a vario titolo da varie ordinanze di custodia cautelare, come ad esempio il gruppo dei Moccia, per il quale il processo è ancora in corso, i gruppi dei Contini, dei Polverino, dei Mallardo, dei Ferrara.
  Ognuno di loro opera in un settore di specifica pertinenza, chi nel settore dell'edilizia e chi nel settore dei rifiuti, alcuni hanno operato nelle opere pubbliche legate Pag. 7agli impianti idrici e fognari, altri nell'impianto di metanizzazione ma, come è noto a voi tutti, dove c’è da fare affari la criminalità organizzata non si tira indietro.
  Mi sono riservato un piccolo spazio per parlare delle problematiche legate al quartiere Ponticelli e alle indagini della zona centrale di Napoli e anche delle problematiche legate alle nuove leve della camorra, cioè alla criminalità giovanile, tema di estrema gravità.
  Uno degli aspetti più inquietanti riguarda il coinvolgimento di appartenenti alle forze di polizia. Un episodio su tutti merita attenzione, quello legato come imputazione specifica al Fontana Orlando e come dinamica al momento della cattura di Zagaria.
  Zagaria viene catturato il 7 dicembre 2011 (rammento che quindici giorni dopo moriva suo cognato, Zagaria Francesco, il cui ruolo, la cui vita e le cui attività meriterebbero un capitolo a sé stante, perché la posizione di questo signore è talmente singolare da far apparire assolutamente inspiegabile come quanto ha fatto si sia potuto verificare) ed entrano immediatamente nel covo di Zagaria il dirigente e altri soggetti della squadra mobile, prima un piccolo gruppo e poi via via tutti gli altri.
  Zagaria viene portato in carcere dopo qualche formalità e gli si trova indosso anche una somma di danaro abbastanza ingente, non si sa da dove sia arrivata e come sia potuto arrivare in carcere con una somma così ingente di denaro. Nella circostanza viene reperito all'interno del rifugio un computer che, sottoposto ad esame, si rivela vuoto.
  Nel marzo di quell'anno viene intercettata una conversazione, in maniera del tutto sganciata dalla cattura di Zagaria, all'interno di un'autovettura. I due fratelli Fontana parlano tra loro e uno racconta all'altro di avere appreso direttamente da un testimone consapevole dei fatti che la mattina in cui era stato catturato Zagaria una penna USB a forma di cuoricino legata a una catenina era stata consegnata a qualcuno, questo qualcuno l'aveva passata a qualcun altro e questo qualcun altro aveva parlato direttamente con il Fontana che racconta questi fatti.
  Fontana dice che questi fatti gli sono stati raccontati da Zippo, che dice di essere assolutamente certo dell'esistenza di questa pen drive, perché l'ha avuta tra le mani per consegnarla a quelli che in gergo vengono chiamati «casapennesi», che sarebbero quelli di Casapesenna, cioè i parenti o gli appartenenti al più stretto entourage di Zagaria Michele.
  Il Fontana riferisce nell'auto (ovviamente in maniera del tutto spontanea, perché parla con suo fratello) che il soggetto che gli ha detto queste cose era persino spaventato e preoccupato dell'avere avuto tra le mani questo strumento e la tentazione di leggerlo inserendolo in un computer, ma di aver avuto paura di metterlo nel computer nel timore che una lettura del supporto informatico rivelasse che era stato aperto.
  Quando gli viene chiesto da chi l'abbia ricevuto, risponde di averlo ricevuto da Orlando. Per diversi mesi gli investigatori ritengono che questo sia tale Diana Orlando, soggetto molto vicino a Zagaria, ma da una seconda intercettazione captata nel mese di settembre si capisce che l'Orlando in questione è Fontana Orlando e si capisce da una serie di ulteriori dettagli che Fontana Orlando avrebbe pagato ben 50 mila euro a un agente di polizia, il quale l'avrebbe ricevuta direttamente da Zagaria proprio in occasione del suo arresto e consegnata a Fontana Orlando.
  È inutile dire che, quando queste intercettazioni sono state apprese, sono stati fatti dei tentativi attraverso altre perquisizioni per reperire questa pen drive, ma non è stato possibile. È stata fatta tuttavia una perizia sul computer rinvenuto nel rifugio di Zagaria e in maniera allarmante la perizia ha accertato come poco tempo prima, alle 6.00 e qualcosa, fosse stata inserita una pen drive nel computer, anche se non era possibile sapere se avesse scaricato del materiale all'interno del computer oppure dal computer fosse stato scaricato materiale nella pen drive. Deve Pag. 8comunque presumersi questa seconda possibilità, posto che nel computer non è stato trovato niente.
  Questo significa che Zagaria si era premunito di togliere dal computer quanto potesse essere pericoloso oppure si era limitato a leggere qualcosa sul computer senza scaricarlo, perché altrimenti nella memoria remota del computer qualcosa si sarebbe trovato, sebbene fossero stati cancellati i file. È quindi possibile che sia stato utilizzato il computer soltanto per leggere la pen drive. Certo è che in quel frangente qualcosa è stato fatto con una pen drive, perché Zagaria all'interno del suo rifugio utilizzò una pen drive poco prima di essere arrestato.
  Da ciò, congiuntamente a una serie di altri fatti quali le intercettazioni telefoniche, talune ammissioni e il contesto in cui tutto ciò si è sviluppato, è lecito presumere che il fatto risponda effettivamente al vero, tanto che al Fontana Orlando è stato contestato il reato di corruzione proprio in relazione alla ricezione di questa pen drive e alla sua successiva consegna.

  PRESIDENTE. Grazie, procuratore, anche per la sintesi, perché ci ha offerto tutto il materiale e la lettura sintetica di quanto emerge dalle ordinanze, lasciandoci anche un tempo congruo per eventuali domande e approfondimenti.
  Dato il poco tempo a disposizione, alcune risposte potranno anche pervenire per iscritto.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Prima di procedere con le domande, deposito un altro supporto informatico contenente le ordinanze o richieste di custodia cautelare estratte dalla banca dati del sistema SIDDA/SIDNA con l'indice di questi provvedimenti redatti dall'analista ufficiale di PG che li ha estratti dalla nostra banca dati.

  PRESIDENTE. C'era anche del materiale sul reclutamento di giovani...

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, vi consegno anche questo materiale che è interessante. Si tratta di un'ordinanza di custodia cautelare risalente nel tempo ma emblematica, perché risale al 2012 e riguarda un'indagine svolta su Torre Annunziata e sul gruppo Gionta.
  Se ritenete, posso fare una breve relazione su questi fatti, così le domande poi possono essere complete. Se lei ritiene, presidente, posso finire il giro delle mie dichiarazioni spontanee sulla parte relativa alle ordinanze custodiali che produco.

  PRESIDENTE. Facciamo le domande, procuratore, perché magari qualcosa emerge.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Questa è l'ordinanza che vi consegno, però sono due passi che, se il presidente mi consentirà, potrei illustrare.

  PRESIDENTE. Lo faccia subito, procuratore.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Questa ordinanza che consegno è drammaticamente significativa di un certo approccio dei giovani alla criminalità organizzata e quindi dell'ingresso dei giovani nei gruppi camorristici.
  Il gruppo Gionta è molto attivo, si è reso protagonista di numerosi, gravissimi fatti criminosi e omicidiari nel territorio di Torre Annunziata. Il capostipite di questo gruppo si chiama Gionta Valentino, che definirò senior, ristretto in carcere al regime di 41-bis.
  Suo figlio, Gionta Aldo, fermato a Pozzallo nell'agosto 2014 mentre cercava di fuggire a Malta, è ristretto in carcere al regime di 41-bis, e suo nipote, Gionta Valentino junior, è ristretto in carcere perché tratto in arresto in una casa bunker di Torre Annunziata nel novembre 2014.
  Sono altresì in carcere Gionta Pasquale, altro figlio di Gionta Valentino, anche lui al 41-bis, Gionta Teresa, Donnarumma Gemma, moglie di Gionta, Valentino Pag. 9senior, Gionta Carmela, quindi l'intera famiglia è in carcere ma nonostante questo gli epigoni sono ancora attivi.
  Questo è solo uno dei modi con i quali si crea una dinastia criminale, così come vediamo per il gruppo Zagaria. In una missiva intercettata dall'interno del carcere Gionta Aldo invita Gionta Valentino junior a mantenere alto l'onore della famiglia e a mantenersi all'interno del gruppo criminale, scrivendo (lo dico sinteticamente): «caro figlio non puoi permetterti più di fare qualcosa senza il permesso...» e «giura su tuo figlio, se non lo sa pure il genero di Guglielmo, per adesso pensa a fare i soldi, anzi dì a Tatore che io devo avere 26 mila euro per gli avvocati, fai 13 mila tu e 13 mila lui», dando quindi istruzioni specifiche e istruendolo sul modo in cui in sua assenza dovrà continuare a gestire il clan.
  Nella stessa ordinanza, in un altro passo vi è una dichiarazione molto particolare, un colloquio tra Papa Michele, soggetto poi attinto da questa ordinanza, e il giovane Napoli Teodoro.
  Napoli Teodoro dice a Papa di non voler fare la fine del padre, che fa una vita di lavoro e di stenti e ha deciso di seguire la strada dell'onestà, però «basta che papà dice e la mamma sta zitta, però ricordo che prima papà la picchiava anche davanti a me, noi invece siamo fieri perché non lavoriamo, io prima dicevo non voglio andare al lavoro perché voglio andare a rubare, non me ne fregava, ma la vita che ci siamo scelti noi è diversa, noi ci siamo scelti un'altra vita: quella di vedere i soldi».
  Dice quindi che non vuole fare il lavoratore, non vuole fare il ladro da quattro soldi, ma ha scelto di fare carriera nell'organizzazione criminale, anzi si lamenta del fatto che taluni soggetti criminali abbiano avuto un excursus più brillante in virtù soltanto del nome piuttosto che delle imprese, mentre si dichiara pronto a fare carriera.
  Vi ho raccontato queste due storie, perché uno è figlio d'arte, l'altro per libera adesione. Purtroppo per Napoli la sua carriera si interrompe dopo qualche giorno. Chiederei di segretare questa parte.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Questo cristiano comunque è morto pochi giorni dopo e questo dimostra il diverso modo con cui si può finire in un gruppo criminale: o per un rapporto di tipo familiare e quindi per investitura o per rapporto di parentela o perché si sceglie quella strada, perché appare quella più facile per fare soldi e fare carriera.
  Nei quartieri di Napoli, dove questo avviene frequentemente e dove abbiamo assistito recentemente a un progressivo abbassamento del limite di età dei criminali, avvengono entrambe le cose, ma spesso ad attirare i giovani è la cosiddetta «piazza di spaccio» Non pensiamo a chissà quale luogo fantascientifico: può essere un angolo di strada, una stamberga, un basso, un posto qualunque dove si spacci la droga e dove si realizzino facili guadagni.
  Pochi giorni fa, a seguito di una delle ultime ordinanze, sfuggiva alla cattura un componente del gruppo Sibillo, è sfuggito alla cattura ma non ai suoi killer, perché pochi giorni dopo è stato ucciso.

  PRESIDENTE. Grazie, procuratore. Lascio la parola alla senatrice Capacchione, che vorrebbe avere subito la risposta.

  ROSARIA CAPACCHIONE. La ringrazio, procuratore, per essere qua, ometto di chiedere cose per quanto riguarda le somme urgenze, perché, siccome sono ampiamente citata nell'ordinanza essendomene occupata quando ero al giornale, vorrei evitare di fare inutile sfoggio.
  Mi interessano molto due cose che sono collegate, di una delle quali abbiamo già Pag. 10parlato e si intreccia in qualche modo anche alla vicenda CPL. Una riguarda le modalità specifiche della cattura di Zagaria a cui lei ha accennato e che tipo di approfondimenti sono stati fatti per vedere se effettivamente ci sia stato questo passaggio di denaro, questo passaggio della pen drive e cosa verosimilmente poteva contenere, se sia ipotizzabile un accordo, una trattativa, come l'ho definita in qualche occasione, «di tipo siciliano» su questa cattura. Vorrei ricordare che Zagaria è stato l'ultimo grande latitante oltre Matteo Messina Denaro, arrestato dopo diciassette anni di latitanza.
  L'altra, che emerge in questa ordinanza, ma lei ne aveva già accennato circa un anno fa, riguarda la falsa associazione antimafia che si stava formando a Casapesenna all'indomani della cattura di Zagaria, con il ruolo ricoperto purtroppo, a quanto emerso dalle indagini, dal senatore Diana su CPL. Vorrei sapere se ci siano elementi ulteriori rispetto a quanto emerge dalle ordinanze, che tipo di iniziative abbiate preso e quale impatto queste false associazioni abbiano avuto sul territorio, ma preferirei un approfondimento soprattutto sulla pen drive.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Per quanto riguarda la pen drive, siamo ragionevolmente certi della sua esistenza, anche perché su quella base abbiamo impostato un capo di imputazione che ha visto la condivisione del GIP, quindi riteniamo che ci sia una gravità indiziaria abbastanza solida.
  Se non ricordo male, nei prossimi giorni si dovrebbe discutere della posizione di Fontana Teodoro e ci sarà eventualmente un'ulteriore conferma da parte del tribunale del riesame, in quanto ci auguriamo che venga ulteriormente confermato l'assunto accusatorio.
  Come e in quali circostanze si sia verificato questo passaggio purtroppo non è dato sapere, perché la circostanza è venuta all'evidenza diverso tempo dopo la cattura di Zagaria, i tentativi di svilupparla sono stati fatti, ma non abbiamo individuato gli autori.
  Mi consentirà un minimo di riserbo nel dire che non riteniamo chiusa la faccenda e che è in corso una serie di indagini e di verifiche ulteriori, nel tentativo di individuare i ruoli e i passaggi che si sono verificati in quella circostanza.
  Dato il tempo trascorso, non abbiamo trovato la pen drive, riteniamo (ma è una deduzione, non una prova) che avesse una notevole importanza sia perché fu pagato un prezzo veramente ingente per il passaggio (50 mila euro), sia perché venne coinvolta una serie di persone pur di poterla portare fuori.
  Cosa ci fosse nella pen drive non è dato sapere, c’è chi ipotizza che si trattasse di indicazioni di tipo patrimoniale, chi ipotizza l'esistenza dell'organigramma dell'associazione di Zagaria, chi piuttosto la lista dei soggetti esterni al clan ma a lui vicini, quali per esempio gli imprenditori o tutti gli altri soggetti ai quali si potesse fare ricorso, però se non abbiamo la pen drive facciamo soltanto delle ipotesi e non sono abituato a farne.
  Al momento non riteniamo del tutto chiusa la partita, speriamo di avere qualche elemento in più, altrimenti il dato oggettivo rimane inquietante.
  Per quanto riguarda la precedente trattativa posso dire poco perché, come lei sa, non ero a Napoli in quel periodo. Uno dei Fontana sostiene che sarebbe stato contattato e portato nell'ufficio del dirigente della squadra mobile dell'epoca con la proposta di una corresponsione di una ingente somma di danaro, che mi sembra persino spropositata, di milioni di euro pur di pervenire alla cattura di Zagaria.
  Come emerge dall'ordinanza, in quella circostanza il soggetto disse che non gli sembrava il caso, non era il momento, prese tempo e si defilò, e non sappiamo se poi vi sia stata una seconda puntata, ma sul punto non abbiamo ancora messo la parola fine, le indagini sono in corso di momento in momento e, se riusciamo a trovare un aggancio, potremo chiarire qualcuno di questi aspetti.Pag. 11
  Per quanto riguarda la costituzione di soggetti che si sono accreditati come legati all'antimafia, tanto è emerso anche in relazione all'altra ordinanza, come lei diceva giustamente in maniera più che documentata. In un momento storico in cui si è alzata la soglia dell'attenzione delle istituzioni (mi riferisco soprattutto a quelle dello Stato, quindi alle prefetture) munirsi del distintivo di persona appartenente all'antimafia può essere un utile lasciapassare soprattutto per le imprese che avevano bisogno di accreditarsi.
  Sulla posizione processuale dell'onorevole Diana non mi pronuncio, trattandosi di vicende ancora all'esame. Mi riferisco soprattutto a quello che può diventare un sistema per sfuggire all'attenzione e anzi crearsi una corsia preferenziale, il che significa che occorre particolare cautela nell'attribuire la patente di soggetto legato al mondo della legalità e della lotta alla criminalità. Questa è la mia opinione personale sul punto.

  LUISA BOSSA. A proposito della zona centrale di Napoli e dell'età media dei giovani arruolati dalla criminalità che si abbassa sempre più e anche a proposito delle riflessioni circa il coinvolgimento e il reclutamento di questi giovani nelle organizzazioni criminali, in un'intervista che ho letto lei ha detto: «per Forcella c’è ancora un'occasione».
  Forse è vero, voglio riferirmi al caso di Emanuela, la giovane poco più che ventenne che lascia Nunzio, il suo compagno, sfuggito a un agguato per miracolo, che vuole fare il camorrista, oppure alla diciottenne Maria, che va in questura a denunciare per minacce il suo compagno Vincenzo.
  Le chiedo se ci siano indagini in corso sui nosocomi del centro storico, se siamo certi che alcuni non siano tenuti sotto scacco da questa paranza di bimbi.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Noi abbiamo fatto delle indagini e lo abbiamo accertato (sono documentate nelle ordinanze di custodia cautelare, alcune delle quali già depositate) sia per ospedali del centro storico, sia in genere sul mondo della sanità, e abbiamo una serie di indagini in corso.
  Se si parte dal concetto secondo cui la criminalità organizzata guarda in tutti i settori in cui può fare affari o esercitare il potere, è inevitabile che il mondo della sanità non sfugga a tutto questo.
  Credo che il problema della criminalità organizzata giovanile e anche della criminalità diffusa giovanile sia veramente il problema sul quale le istituzioni tutte, da quelle locali a quelle statali, abbiano la necessità di guardare con carattere di assoluta priorità. Mi spiego subito.
  Noi periodicamente eseguiamo una serie di ordinanze di custodia cautelare, la gente finisce in galera, come abbiamo sentito anche al 41-bis, vengono via via presi i nonni, i padri, gli zii e troviamo ragazzi sempre più giovani. L'ultimo a cui hanno sparato poco tempo fa nella zona sud di Napoli, a Ponticelli, aveva 16 anni (per fortuna non è morto) e ad altri giovani diciottenni o diciassettenni hanno sparato poco tempo fa.
  Ho detto in più circostanze e ribadisco anche in questa sede che la magistratura e la polizia possono intervenire sui fatti di reato già commessi. Noi interveniamo, eseguiamo dei provvedimenti cautelari, chiediamo le condanne, se possibile otteniamo il carcere, che dovrebbe essere occasione di redenzione e che in realtà spesso non lo è, ma nel momento in cui si interviene in un territorio e viene restituito alle persone che vorrebbero operarvi legittimamente, se quel territorio non viene occupato dalle istituzioni sane o dall'economia sana, per la legge dell’horror vacui inevitabilmente sarà rioccupato da questo tipo di persone, e, siccome i padri, i nonni e gli zii sono in galera, saranno i giovani a prenderne il posto.
  La prima esigenza è quindi quella di mettere dei presìdi non di eccellenza ma di normalità, sui territori colpiti da questi provvedimenti, la seconda creare delle occasioni di lavoro e di legalità che si possano espandere. Non sono mezzi che ho la presunzione di suggerire, però ci Pag. 12troviamo di fronte a un problema di questo tipo: come è avvenuto per la zona di Ponticelli, c'erano due gruppi criminali che si sparavano tra loro, e si sono viste in filmati, sui giornali, su Youtube queste scorrerie di gente che correva sparando all'impazzata.
  Per intervenire efficacemente non ci siamo concentrati sull'uno o sull'altro gruppo criminale, perché questo avrebbe determinato l'espansione a dismisura dell'altro, ma abbiamo lavorato contemporaneamente sui due gruppi criminali opposti, di modo che abbiamo eseguito, a pochi giorni di distanza l'una dall'altra, ordinanze che dovrebbero avere azzerato il clan, e ci siamo trovati per strada diciottenni e diciassettenni.
  Sotto una certa soglia di età può intervenire soltanto la magistratura per i minorenni, con i limiti previsti per questi giovani, ma la verità è che bisogna intervenire sulle cause, perché passato qualche anno ci ritroveremo nella stessa, identica situazione. Immagini che nei quartieri storici di Napoli ci sono gruppi criminali che durano da secoli ! Come dice un sociologo dell'università di Napoli, il professor Isaia Sales, ci sono abitazioni occupate dai discendenti della stessa famiglia da decenni e decenni, se non da secoli.
  Questo significa che si deve cambiare non l'assetto del territorio, perché significherebbe snaturarlo, né effettuare delle deportazioni, ma si deve cambiare la mentalità di quelle persone e offrire loro delle diverse possibilità. Questo non compete a me, io vorrei poter lasciare la città di Napoli trovandola un po’ meglio di come l'ho trovata, qualcosa stiamo facendo e ci stiamo provando, ma c’è una soglia rispetto alla quale l'autorità giudiziaria si deve necessariamente arrestare.

  PRESIDENTE. Noi siamo convinti che questo sia un aspetto da approfondire, abbiamo istituito un comitato sull'argomento, quindi la ringraziamo particolarmente per il materiale che ci ha portato, magari avremo successivamente anche un'altra fase di approfondimento.
  Darei la parola al capogruppo D'Uva.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, presidente, ringrazio il procuratore Colangelo. Molte cose sono già state dette da lei e sollecitate dai colleghi, quindi non farò alcune domande.
  Un'inchiesta ha confermato il condizionamento dei casalesi e dei Mallardo sul MOF di Fondi. A tal riguardo avete registrato la collaborazione dei commercianti, come si sono posti i commercianti a Fondi ?

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Mi prende alla sprovvista, abbiamo sicuramente delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia e la problematica legata all'autotrasporto è un problema annoso.
  Se nello specifico lei mi chiede chi abbia parlato del mercato di Fondi e del trasporto, è altro discorso, ma in genere non abbiamo molta collaborazione da parte delle vittime delle estorsioni e di fatti di questo genere.

  FRANCESCO D'UVA. Si parla comunque di vittime. Secondo il collaboratore Gaetano Vassalli, i casalesi avrebbero forte interessi nel basso Lazio nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti. Vorrei sapere se abbiate avuto riscontri di queste dichiarazioni, se questo fenomeno si fermi al basso Lazio o siano interessate altre zone del Lazio e del centro Italia.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sì, abbiamo un interesse dei casalesi puntato sul settore dei rifiuti fino a qualche anno fa, ma non abbiamo recenti evidenze investigative che attestino un interesse specifico sul punto, il che non significa che non abbiamo indagini legate al traffico dei rifiuti. Mi riferisco a quel fenomeno che ha portato alla situazione della Terra dei fuochi o alle discariche abbandonate.
  Abbiamo una serie di indagini che riguardano il reato di cui all'articolo 260 del Testo unico sullo smaltimento dei rifiuti, traffico organizzato di rifiuti. Per Pag. 13quanto riguarda il basso Lazio, questo fenomeno si è verificato anche in tempi recenti, poi abbiamo passato le indagini ai colleghi di altri uffici giudiziari che le hanno coltivate.
  Non abbiamo al momento indagini in territorio extraregionale, ma sono in fase di evoluzione e di espansione tutte le indagini che riguardano una serie di reati di traffico organizzato di rifiuti, l'articolo 260 del Testo unico sullo smaltimento dei rifiuti, quindi materiale ferroso o altri rifiuti speciali che vengono portati attraverso la Campania o fuori dalla Campania, ma con riferimento ai fenomeni che partono dal nostro territorio.

  FRANCESCO D'UVA. Ultima domanda: si è fatto un'idea sui furti e danneggiamenti al fondo rustico Amato Lamberti di Napoli ?

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Mi riservo di rispondere: danneggiamento ?

  FRANCESCO D'UVA. Danneggiamento e furti recentissimi, fino a due giorni fa, al fondo rustico Amato Lamberti di Napoli.

  PRESIDENTE. Si tratta del bene intitolato all'ex presidente della provincia.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Mi riservo di farvi avere al più presto una risposta, grazie.

  MASSIMILIANO MANFREDI. Grazie, presidente, grazie, procuratore Colangelo, per la disponibilità, la collaborazione e il lavoro che fate. Alcune riflessioni sulla missione Medea. Valutando l'ordinanza che noi deputati abbiamo già avuto la possibilità di visionare, dato che c'era la richiesta di arresto di un collega, quindi gli atti erano a disposizione di tutti i deputati, faccio una premessa perché conosco la vicenda dell'assetto idrico campano che credo incida anche su questa vicenda.
  La Campania è l'unica regione d'Italia che non ha ancora una legge regionale di riordino del ciclo integrato delle acque e questo rende il settore particolarmente deregolarizzato. La soluzione tampone di un'unità di missione che avrebbe dovuto regolare i flussi e gli affidamenti diretti è stata – secondo me giustamente – impugnata davanti alla Consulta e quindi dentro questo quadro si svolgono alcune di queste attività.
  Per quanto riguarda l'ambito ATO sarnese, l'ATO 3, mi colpisce una cosa nel tentativo di turbativa d'asta e di condizionamento di affidamento delle gare. L'ATO è composto al 51 per cento dai comuni, di cui il commissario era un collega che si è dimesso, su cui pendeva fino a qualche giorno fa la richiesta di arresto, al 49 per cento dalla società Gori, che è l'ente attuatore.
  La mia curiosità leggendo l'ordinanza era se sia possibile seguire la vicenda della turbativa d'asta a prescindere da quello che sarà lo svolgimento, sapendo che l'ente attuatore è una società e non risulta agli atti alcuna indagine su quelli che facevano affidamenti o gare sotto soglia, perché a farlo è una società e non direttamente l'ATO. Questa è una cosa che mi ha particolarmente colpito.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Mi perdoni, forse non ho compreso la domanda.

  MASSIMILIANO MANFREDI. L'ambito nocerino sarnese, di cui il collega Sarro era l'ex presidente, è composto al 51 per cento dai comuni di cui Sarro è commissario, poiché la regione Campania non ha fatto la legge, in attuazione delle leggi nazionali è diventato commissario, e dal 49 per cento da una società privata, la Gori, che fa gli affidamenti e le gare di appalto.
  Mi riferisco alla seconda parte dell'indagine, quella del 2010-2013. Leggendo l'ordinanza è curioso che non c’è alcun tipo di coinvolgimento neppure dell'ultimo dei funzionari che materialmente procede Pag. 14all'affidamento, è possibile ipotizzare una turbativa, senza coinvolgere (non è un'accusa, è una curiosità) in alcun modo l'ente attuatore ? Conoscendo il sistema idrico appare curioso.
  La seconda domanda riguarda l'unico caso specifico, perché riguarda la posizione di una persona che sta sui giornali ma non nell'ordinanza, l'ha citata nella sua relazione per quanto riguarda le intercettazioni, un ex assessore della giunta regionale precedente che è presente in 15-16 pagine dell'ordinanza.
  Dopo due o tre giorni dall'uscita dall'inchiesta su tutti i giornali della città si apprende di un concorso esterno, che però non è presente nell'ordinanza, poi sempre sui giornali da due tre giorni ci sarebbe stata anche una deposizione spontanea da parte dell'interessato, Martusciello.
  Sarei curioso di sapere perché è molto presente nelle carte dell'ordinanza ma non risulta. Dai giornali si apprende che c’è un concorso esterno, che è una cosa rilevante.
  La terza domanda riguarda la custodia cautelare. Premesso che bisogna aspettare le motivazioni della revoca della custodia cautelare avvenuta venerdì e di quella ottenuta nei quarantacinque giorni, si ha la cattiva abitudine mediatica di ritenere colpevole qualcuno che viene arrestato e lo si ritiene assolto quando lo si scarcera, effettivamente in un ambito di riassetto (come Parlamento ci siamo attivati sulla vicenda dell'abuso della custodia cautelare) non sono pochi i soggetti maggiormente interessati da questa ordinanza che tra venerdì e martedì sono stati scarcerati.
  Desidero dirlo perché avevo ricevuto una lettera di due cittadini di Caserta, poi diventata di pubblico dominio perché fa parte degli articoli comparsi su Il Mattino e La Repubblica, che riguarda l'applicazione dell'ordinanza di custodia cautelare all'ex sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio.
  Il fatto che sia avvenuto l'arresto di un ex sindaco con un elicottero sopra un terrazzo e che poi sia stato fatto uscire dal garage per non dare nell'occhio effettivamente appare molto particolare, a maggior ragione considerando come poi sia stato scarcerato venerdì, però mi sembra giusto sottolineare anche l'applicazione di questo tipo di ordinanza, considerando che non è neanche più in carica, perché mi ha colpito questa particolare modalità e volevo avere un suo giudizio su questo.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Per quanto riguarda l'ATO, l'ente attuatore e quindi l'eventuale coinvolgimento di soggetti che fanno parte di quel 49 per cento, cioè la parte privata, la forma d'imputazione che è stata individuata e il tipo di addebito rivolto ai tre soggetti coinvolti in questa imputazione non sono definiti nei dettagli e nel contenuto delle modalità specifiche che avrebbero determinato la turbativa d'asta, ma da una serie di comportamenti e di affermazioni in virtù delle quali si è ritenuto che fossero stati raggiunti gli adeguati indizi di colpevolezza in relazione al reato, per alterare le modalità di svolgimento della gara.
  Per quanto riguarda i dettagli della gara di appalto e l'eventuale coinvolgimento di altri soggetti, al momento non abbiamo avuto questo tipo di precisazione, tanto che stiamo facendo ulteriori approfondimenti anche alla stregua del provvedimento del tribunale del riesame.
  In sostanza, noi abbiamo una serie di dichiarazioni e di intercettazioni che ci davano un certo quadro, con un certo tipo di coinvolgimento e di disponibilità. A prescindere dal fatto se l'adeguatezza di questo quadro accusatorio fosse o meno condivisibile, evidentemente i pubblici ministeri da un canto e il giudice per le indagini preliminari dall'altro lo hanno ritenuto adeguato, il tribunale dalla libertà ha deciso diversamente, leggeremo le motivazioni e solo dopo le potrò dire come e perché si è ritenuto che non fossero sufficienti gli elementi o magari non fossero presenti le esigenze cautelari, perché neanche questo sono in grado di dirle.
  Lo stesso discorso vale ovviamente per Del Gaudio. Del resto, per quanto riguarda Del Gaudio e l'uso della misura di custodia cautelare, già l'ultima normativa approvata dal Parlamento parla di adeguatezza Pag. 15e di attualità della misura, e il giudice che ha pronunciato questa ordinanza ne ha evidentemente dovuto tener conto.
  Il fatto che il tribunale della libertà abbia scarcerato Del Gaudio come ha annullato l'ordinanza per Sarro evidentemente dimostra che c’è stata una differenza di vedute. Come ho detto all'inizio, tuttavia, a prescindere dalle singole posizioni, io rinvio alla lettura di quei passi e al contenuto di quelle dichiarazioni che riguardano i due soggetti in questione.
  Non scendo nel dettaglio degli elementi di addebito dell'uno o dell'altro, le potrei leggere una scheda che ho, che riguarda gli elementi di accusa a carico dell'uno o a carico dell'altro, però le farei torto e finiremmo per fare un processo, ma non è questa la sede per farlo.
  Per quanto riguarda Martusciello, qui è avvenuta l'ipotesi opposta, cioè è stata fatta una valutazione di particolare rigore, nel senso che, fermi restando i contatti intervenuti tra l'onorevole Martusciello e i soggetti, fermi restando i colloqui e quello che viene riferito, non è stato trovato lo specifico atto, anche perché non si è concretizzato l'atto che si sarebbe dovuto tradurre in uno specifico favore a vantaggio del soggetto che raccontava di questi contatti.
  Si è quindi ritenuto di non formulare una richiesta di misura cautelare da parte dei colleghi che hanno trattato così una misura di adeguatezza rispetto alle risultanze processuali.
  La notizia è uscita perché il contesto complessivo dell'indagine dava conto di un quadro amministrativo e politico e di coinvolgimento nel quale rientrava anche l'onorevole Martusciello, che peraltro è stato recentemente sentito e in quella sede, se ha avuto modo di esporre le sue ragioni a discarico, avrà avuto tutte le possibilità per farlo, se non l'ha avuto, si valuterà nel modo opportuno.

  MARCO DI LELLO. Se posso chiedere la segretazione per domanda e risposta...

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica).

  MARCELLO TAGLIALATELA. C’è una parte della domanda che aveva formulato il collega Manfredi alla quale lei non ha risposto, ma che è molto particolare. Siccome nella sua relazione ha parlato anche di posizioni sfumate, facendo riferimento anche a chi ha avuto una revoca dell'ordinanza di custodia cautelare da parte del tribunale del riesame, una delle persone che ha avuto la revoca (non so se la sua valutazione sulla posizione sia sfumata o meno) è l'ex sindaco Del Gaudio, per il quale è stato disposto l'arresto utilizzando un elicottero di notte.
  Mi domando se a lei risultino esigenze particolari che abbiano giustificato l'utilizzo dell'elicottero per andare ad arrestare una persona che poi è stata scarcerata e anche dalla lettura dell'ordinanza non mi pare che si configurassero particolari attività criminali nell'accusa a suo danno.
  A parte questa parte di domanda che era rimasta inevasa, mi riallaccio a un'altra valutazione del collega Manfredi, che le ha chiesto come mai la Gori, che è la parte privata della società che materialmente avrebbe avuto il tentativo di turbativa d'asta, non viene citata in nessuno dei suoi vertici come coinvolgimento.
  Le faccio la stessa domanda per quanto riguarda la regione Campania, perché la parte iniziale dell'inchiesta Medea almeno dal punto di vista temporale riguarda le somme urgenze, che è una cosa diversa dalla turbativa d'asta, e le somme urgenze certamente in parte sono state portate avanti dalla regione Campania.
  Tra l'altro, il Barbato, da quanto ho capito da una lettura superficiale degli atti, avrebbe commesso i reati per i quali è stato accusato e per i quali il riesame ha confermato l'esigenza di custodia cautelare in un periodo nel quale era consigliere regionale, quindi in un periodo che va dal 2005 al 2010.
  Le chiedo quindi se ci siano attività investigative in atto sulla vicenda che riguarda Pag. 16specificamente le somme urgenze in capo alle attività riconducibili alla regione Campania.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Devo dire che forse mi sono espresso male quando ho parlato di posizioni sfumate...

  MARCELLO TAGLIALATELA. L'ha usata lei.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Certo, per questo dicevo che mi sono espresso male, non che lei abbia inteso male.
  Non mi riferivo alle posizioni che sono state annullate dal tribunale del riesame, ma mi riferivo al parallelo tra le imputazioni di partecipazione all'associazione mafiosa o di concorso esterno all'associazione mafiosa e le posizioni che appaiono più isolate o che rispondono di reati oggettivamente, per le pene edittali previste, meno gravi di altri.
  Per questo ho parlato di posizioni più gravi e di posizioni meno gravi, cioè rispetto a un'imputazione di partecipazione ad un'associazione camorristica sotto il profilo puramente penalistico un'imputazione di finanziamento illecito del partito è ovviamente come pena edittale meno grave.
  Se quindi dovessimo giudicare ex post cosa è più grave e meno grave, sarebbe facile dirlo, magari nei gradi successivi qualche imputato viene poi condannato, qualcun altro viene assolto, ma allo stato la posizione del signor Del Gaudio non era sfumata, non era meno grave, rispondendo sia di finanziamento illecito che del reato di corruzione. Non vorrei averle detto una sciocchezza, ma al capo 13 di imputazione risponde di corruzione, quindi non mi sembrava una posizione del tutto sfumata.
  Per quanto riguarda le modalità dell'arresto, do indicazioni anche ai magistrati che compongono il mio ufficio di non entrare mai nel merito delle modalità di esecuzione dei provvedimenti cautelari, è fatto abbastanza pericoloso e non ci compete.
  Si da l'ordine di custodia cautelare o l'ordine del titolo detentivo alla polizia giudiziaria, poi come, quando e dove lo debbano eseguire è fatto che riguarda loro, se impiegare dieci o cento uomini, se impiegare un'auto o un elicottero è cosa della quale io sistematicamente mi disinteresso, e mi consentirà di dire che ritengo di far bene così, perché è la polizia giudiziaria che in relazione alle varie situazioni...

  MARCELLO TAGLIALATELA. Mi scusi, procuratore, io non ho affatto sostenuto che lei conoscesse i motivi per i quali veniva utilizzato l'elicottero, ma le ho chiesto di verificare se sia possibile conoscerli.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Certo, avevo inteso male, perfetto. Per quanto riguarda l'individuazione delle specifiche responsabilità penali sia nell'ambito dell'ATO, sia nell'ambito delle somme urgenze, come lei intende benissimo, per fortuna noi ci ancoriamo a dati il più oggettivi possibili, quindi se troviamo specifiche responsabilità personali, procediamo, se non individuiamo un soggetto o un atto compiuto da quel soggetto con dolo, non possiamo procedere.
  Indubbiamente in questo contesto il sistema sia delle somme urgenze che degli affidamenti degli appalti è venuto all'attenzione, quello che è venuto fuori fino ad oggi, concretizzabile in una misura cautelare, è venuto fuori, quello che sta venendo, magari verrà.

  MARCELLO TAGLIALATELA. Mi scusi, procuratore, quindi lei mi sta dicendo che il Barbato da solo poneva in essere gli atti politici e amministrativi, con i quali si configurava a favore di determinate ditte per l'affidamento delle somme urgenze, senza che ci fossero complici ?

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Pag. 17Napoli. Non ho detto assolutamente questo: ho detto che al momento a carico del Barbato si sono concretizzati quegli elementi di responsabilità per contestare il concorso esterno, così come è stato contestato, e che al momento nelle sue specifiche attività non si sono trovati i suoi concorrenti o non sono state individuate responsabilità che abbiano indotto la richiesta di misura cautelare.
  Se troveremo l'atto specifico di cui Barbato si è servito per concorrere dall'esterno con l'associazione, è un discorso, ma tenga conto che le modalità di consumazione del reato a lui contestato, quello del 110, sono un contenitore rispetto ad altre, specifiche modalità, quindi noi al momento non potevamo contestare ad altri soggetti ipotesi conseguenti a questo concorso.
  Al momento, rispetto ad altre posizioni, come lei stesso ha ricordato, siamo stati confortati dalla pronuncia del riesame.

  FABIANA DADONE. Faccio una premessa alla mia domanda, completamente differente da tutte quelle dei colleghi, perché in Commissione antimafia coordino un comitato sul traffico di esseri umani, per cui la mia domanda verte su questo.
  Sono domande che avevo chiesto alla segreteria della Commissione di farle pervenire anticipatamente via e-mail, per cui se non ha modo di rispondermi in questa sede, potrà farlo tramite un contributo scritto.
  Essendo sia Napoli che la Campania una sorta di crocevia tra il traffico di droga, di armi e di essere umani, quali sono le connessioni tra la camorra e la criminalità organizzata internazionale ? Quanto incide rispetto a quella che è la sua esperienza il traffico di esseri umani sull'attività della camorra ? La tratta viene gestita interamente da organizzazioni internazionali oltre allo sfruttamento all'interno del territorio nazionale oppure la fase, giunti nelle nostre terre, viene gestita dalle mafie nostre, dimostrando una sorta di collaborazione ?
  Vorrei sapere infine se in termini normativi ritenga che ci possano essere dei miglioramenti rispetto alla normativa attuale e all'esperienza che lei ha maturato in questo ambito e che può fornire a questa Commissione. Grazie.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Grazie a lei, che tocca un tasto estremamente delicato e che mi vede particolarmente sensibile perché credo che, al di là di tutti i reati che vengono commessi, dopo l'omicidio il traffico di esseri umani sia sicuramente il più odioso.
  Devo dire tuttavia che al momento, anche per la nota emergenza migratoria, la Campania non viene direttamente toccata da flussi migratori diretti, che sono rivolti prevalentemente nella zona della Sicilia, come è noto, o della Calabria in qualche circostanza.
  Le dico questo per avere vissuto professionalmente le problematiche del traffico migratorio internazionale in quanto, essendo pugliese, ho visto tutte le fasi del traffico illegale quando proveniva dai Balcani, anziché dall'Africa del nord.
  Indubbiamente in Campania, più che situazioni di traffico internazionale, cioè di collegamento di flussi migratori internazionali, dei quali non abbiamo recenti segnali, ci sono delle situazioni di sfruttamento degli esseri umani, che si verificano soprattutto nel settore agricolo o nel settore della prostituzione, sui quali abbiamo ovviamente delle indagini aperte.
  Non ci sono al momento grossi segnali di diretto interesse della camorra in questo tipo di attività illecite, ci sono un paio di indagini sulle quali stiamo lavorando in questa direzione, il fenomeno è soprattutto sentito nella zona del nord napoletano.
  Mi riferisco alla zona di Castel Volturno, dove vi è una fortissima presenza di immigrati dei paesi vicini, che purtroppo si sta estendendo perché con l'arrivo di flussi migratori dal Sudafrica e con la suddivisione delle persone sul territorio purtroppo dovremo essere ancora più cauti e vigili per evitare forme di sfruttamento nel futuro. Allo stato non abbiamo Pag. 18elementi per ritenere collegamenti della camorra con la criminalità internazionale proveniente dall'Africa, che è attualmente la zona di maggiore provenienza dei flussi migratori, per il traffico di esseri umani.
  Ho risposto se la sua domanda tra i collegamenti della camorra e le organizzazioni internazionali era mirata esclusivamente al traffico di esseri umani, mentre, se invece è legata ad altre forme di criminalità, collegamenti ce ne sono, quali per esempio il traffico di stupefacenti, in cui sicuramente abbiamo collegamenti importanti e seri sia con il Sud America che con la Spagna e con altri Paesi.

  FABIANA DADONE. La domanda era volta alla tratta delle persone e quindi anche allo sfruttamento in ambito soprattutto di prostituzione e lavorativo nei campi.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Bene, grazie.

  PRESIDENTE. Se posso farle una domanda di carattere generale, procuratore, lei ha fatto spesso riferimento al fatto che, come emerge dalle ordinanze, la vostra indagine in larga parte si è servita di intercettazioni anche tra soggetti privati (fratelli, cognati, mogli), quindi vorrei chiederle un parere sul provvedimento il cui esame è stato rinviato a settembre alla Camera dei deputati sulle intercettazioni e anche sulle indicazioni del termine delle indagini da parte dei procuratori.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Preferisco non esprimere pareri sulla legge, presidente, mi limito a prenderne atto e ad applicarla come è mio dovere.

  PRESIDENTE. Non ne dubitiamo e proprio per questo ci interessa il punto di vista...

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Con riferimento specifico al termine per la chiusura delle indagini preliminari, è un dato oggettivo e non un'opinione (cerco di essere il più obiettivo possibile) che è un problema che potrebbe porre una serie di difficoltà elevatissime, perché è noto a tutti, a voi come legislatori ma anche al Governo, che esiste un forte arretrato negli uffici giudiziari, che vi sono enormi difficoltà nella lavorazione dei procedimenti, anche per le gravissime difficoltà di carenza di organico amministrativo, alle quali siamo costretti a sopperire con mille sistemi.
  Tutto questo ha reso nel corso degli anni utopistica la definizione di un procedimento nei termini indicati dal codice, e – tengo a sottolinearlo – non soltanto per quanto riguarda la fase delle indagini preliminari, ma anche soprattutto per la fase del giudizio, perché ritengo che il problema più grave, al di là dei tanti problemi che affliggono la giurisdizione in senso lato, non soltanto quella penale, ma anche quella civile, sia quello dei tempi, che è il problema dei problemi, perché tutti avrebbero diritto ad avere in tempi ragionevoli una sentenza. La sentenza dipende anche dai giudici, i quali sono più che oberati di lavoro e di arretrato, con ruoli stracarichi.
  Non sta a me indicare i modi per intervenire, se avrò l'occasione lo farò in un'altra sede, ma qui sarebbe troppo lungo definirli, però ci sono i sistemi per intervenire sui tempi della giustizia penale, che civile. Ho fatto per molti anni il giudice civile, quindi ho maturato una certa esperienza sul campo.
  Il vero problema dei problemi è quello di arrivare a una sentenza in tempo utile, quindi concedere al pubblico ministero tre mesi per definire il procedimento con la formulazione di un'imputazione significa dargli un termine, la cui osservanza diventa in molti casi assolutamente impossibile. Non basta stabilire una regola perché venga osservata: bisogna fare in modo che le regole, una volta date, possano essere teoricamente osservate.

Pag. 19

  PRESIDENTE. Sulle intercettazioni ?

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Sono uno strumento assolutamente indispensabile per noi.

  MARCO DI LELLO. Non sono messe in discussione.

  PRESIDENTE. No, certo.

  GIOVANNI COLANGELO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli. Le intercettazioni che non sono giurisdizionali non sono cosa che ci riguardi.

  PRESIDENTE. Ne approfittavamo, avendo un esperto della materia. Ringraziamo il procuratore Colangelo.

Comunicazione della presidente.

  PRESIDENTE. Ho due comunicazioni molto brevi. L'ordine del giorno della seduta di domani, 30 luglio, prevede come punto principale l'esame della relazione sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie, di cui è relatore l'onorevole Fava, il quale ci ha fornito l'ultima stesura della relazione integrata dall'audizione dell'onorevole Giuffrida che si è tenuta ieri, per la quale abbiamo fissato il termine per eventuali emendamenti alle ore 20.00 di oggi.
  Vorrei aggiungere all'ordine del giorno di domani un punto sulla comunicazione della presidente, vi dico subito l'oggetto così nessuno si allarma: il regime di classifica di alcuni documenti per quanto abbiamo deciso la volta precedente. Se pervengono emendamenti trattabili nella mattinata di domani, si potrebbe procedere anche alla votazione.
  Nel ringraziare il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Napoli, Giovanni Colangelo, dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 16.05.Pag. 20