XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 105 di Martedì 14 luglio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Comunicazione della presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Patrone Cesare , capo del Corpo forestale dello Stato ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Mirabelli Franco  ... 6 
Manfredi Massimiliano (PD)  ... 6 
Gaetti Luigi  ... 6 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 7 
Vecchio Andrea (SCpI)  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Patrone Cesare , Capo del Corpo forestale dello Stato ... 7 
Manfredi Massimiliano (PD)  ... 9 
Patrone Cesare , capo del Corpo forestale dello Stato ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
De Franceschi Amedeo , primo dirigente del Corpo forestale dello Stato ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
De Franceschi Amedeo , primo dirigente del Corpo forestale dello Stato ... 10 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 10 
De Franceschi Amedeo , primo dirigente del Corpo forestale dello Stato ... 10 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 11 
De Franceschi Amedeo , primo dirigente del Corpo forestale dello Stato ... 11 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 11 
De Franceschi Amedeo , primo dirigente del Corpo forestale dello Stato ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Baiocchi Gianluca , ispettore del Corpo forestale dello Stato ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Baiocchi Gianluca , ispettore del Corpo forestale dello Stato ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
De Franceschi Amedeo , primo dirigente del Corpo forestale dello Stato ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 20.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Comunicazione della presidente.

  PRESIDENTE. Comunico di aver inviato in data odierna una lettera alla Presidente della Camera dei deputati e, per conoscenza, al Presidente del Senato relativa all'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il deputato Carlo Sarro, componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere. In tale lettera ho inteso esprimere, anche a nome della Commissione, il grave imbarazzo in ordine alla presenza in Commissione antimafia di un suo componente risultato destinatario di una misura cautelare nell'ambito di una vasta indagine giudiziaria sulla criminalità organizzata. Fermo restando quanto previsto dalla legge 19 luglio 2013, n. 87, in ordine ai poteri dei Presidenti delle Camere e della Commissione stessa in merito alla composizione della Commissione, oggetto anche di una mia comunicazione nella seduta del 7 luglio 2015, ritengo ormai necessaria una riflessione a livello regolamentare sullo status di membro di Commissione d'inchiesta. In ogni caso appare auspicabile che l'onorevole Sarro, che ha già annunciato di voler dare le dimissioni dalle sue cariche politiche, voglia valutare l'opportunità di dare le dimissioni anche dalla carica di componente della Commissione antimafia.

Audizione del capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone. L'audizione odierna rientra nel generale programma di audizione dei vertici delle forze di polizia volto a verificare l'adeguatezza delle strutture preposte alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni criminali nonché al controllo del territorio come previsto dalla legge istitutiva. L'audizione ha in particolare ad oggetto il ruolo del Corpo forestale nel supporto alla lotta alla criminalità organizzata anche alla luce delle prospettive di riorganizzazione del corpo stesso e del suo eventuale assorbimento in altra forza di polizia. L'audizione è in forma libera e ove necessario si potrà proseguire in seduta segreta. Ringraziandolo per la sua presenza, do ora la parola al capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, il quale è accompagnato dal primo dirigente Amedeo De Franceschi e dall'ispettore Gianluca Baiocchi.

  CESARE PATRONE, capo del Corpo forestale dello Stato. Grazie, signor presidente. Rivolgo un saluto a questo alto Pag. 4consesso. Qualche riflessione mi preme fare, signor presidente, sulla questione agricola-ambientale che, mi permetto di dire, non è un semplice settore. A mio modo di vedere, ma mi permetto di citare anche l'enciclica, sottintende a un modello di sviluppo economico-sociale per il quale noi in Italia siamo famosi nel mondo. Quindi, un'azione da parte del Corpo forestale dello Stato in questa direzione, visto che la questione ambientale-agricola è un vasto serbatoio per guadagni illeciti e per certi versi anche piuttosto facili, penso che sia fondamentale. Siccome lei, presidente, ha citato anche il discorso della riforma, una parola vorrei spenderla. È fondamentale, per questo modello di sviluppo, un Corpo forestale ancora più grande. Qualora una volontà politica, che è sovraordinata alla volontà del Parlamento e alla volontà del Governo, andasse in un'altra direzione, ritengo che un atteggiamento leale da parte delle istituzioni debba andare nella direzione di unificare il Corpo alle strutture che si occupano delle stesse questioni, quindi non alla Polizia di Stato, ma all'Arma dei Carabinieri. Ciò per due motivi fondamentali: in primo luogo, l'Arma si occupa di ambiente, agricoltura e alimentazione – NOE, NAC, NAS – quindi verrebbero eliminate eventuali sovrapposizioni; in secondo luogo, per una questione fondamentale che riguarda la territorialità, laddove la presenza del personale del Corpo forestale e dell'Arma dei Carabinieri nel territorio rappresenta il modello di tutela anche nelle zone più marginali. Dunque, non può che pensarsi, eventualmente, a un accorpamento in questa direzione, perché sia l'Arma dei Carabinieri che il Corpo forestale sono entrambi presenti nel territorio. Questa è la mia opinione, signor presidente, per quanto riguarda la riforma. Mi permetto di leggere velocemente alcune pagine; qualora i parlamentari ritenessero di richiedere degli approfondimenti su questioni delicate – non so se è prevista una secretazione per alcuni aspetti che riguardano la xylella e gli OGM – i miei collaboratori potranno evidenziare le relative questioni. Il rapido movimento delle persone e delle merci, caratteristica peculiare del processo di trasformazione della società contemporanea meglio conosciuto come globalizzazione, ha negli ultimi venti anni prodotto diverse mutazioni nel comparto agroalimentare, di cui solo ora si riescono a scorgere gli effetti sul tessuto sociale ed economico. Uno di questi effetti è stato sicuramente la penetrazione della criminalità organizzata nel settore agroalimentare, che avvertendo in anticipo i punti deboli di questa trasformazione, ovvero ad esempio l'assenza di regole certe sui diritti di proprietà intellettuali legate al cosiddetto «made in», ha investito gli enormi capitali derivanti da altri traffici criminali e si è infiltrata in alcune filiere come l'ortofrutta e il settore oleario. Il paradosso è che uno dei punti deboli della filiera agroalimentare è rappresentato in un certo senso proprio dallo stesso principio dominante su cui si basa il commercio globale, ovvero quello della libera circolazione delle merci, che non deve essere in alcun modo ostacolata da politiche protezionistiche degli Stati, in particolar modo nell'Unione europea. L'altro è rappresentato dalla scarsa efficacia dei controlli preventivi delle materie prime agricole in ingresso nel nostro Paese, in quanto i sistemi di indagine analitica ufficiale, ovvero i testi pubblicati sulle gazzette ufficiali dell'Unione europea non riescono a discriminare le differenze in tema di origine e provenienza. Nella relazione che trovate in cartella vi sono dei focus strettamente connessi tra di loro, riguardanti l'olivicoltura e il settore di trasformazione, il caso xylella e la questione degli OGM, su cui il Corpo forestale dello Stato sta portando avanti indagini su delega della magistratura. Infine, troverete alcune informazioni su indagini in campo internazionale. Il traffico internazionale di olio extravergine di oliva. Uno degli esempi eclatanti di questa trasformazione del territorio rurale che abbiamo sotto gli occhi è rappresentato dall'abbandono degli oliveti. È imperante la cultura dell'abbandono. L'ambiente si protegge con la presenza e la tutela, e non con l'abbandono. Si tratta di un fenomeno ormai evidente in Pag. 5molte zone del nostro Paese, in particolar modo nel sud, anche per i costi del corretto smaltimento dei sottoprodotti di origine agricola necessari per non inquinare l'ambiente, che sono diventati un peso insostenibile per le aziende se messi in relazione al costo zero del prodotto di importazione, che non ha certamente sottoprodotti. In altre parole, conviene importare e rivendere come olio italiano di provenienza spagnola, greca o nordafricana, operazione illecita ormai dal 2009 ma che allo stato attuale è difficile da contrastare. Il sistema illegale prevede il coinvolgimento di imprese cosiddette «cartiere», che emettono falsa documentazione sull'origine nazionale dell'olio extravergine di oliva, il quale spesso risulta di origine comunitaria o extracomunitaria. In questo modo il prodotto giunge alla fase di imbottigliamento designato come «italiano», pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato. Dall'inizio dell'anno il Corpo ha avviato un'attività investigativa di concerto con alcune procure della Repubblica al fine di tutelare i preziosi prodotti, olive DOP e olio made in Italy, avvalendosi di metodi analitici di estrazione del DNA da matrici oleose, grazie anche a marcatori molecolari caratteristici delle principali cultivar da olio, in modo che si possa risalire alle varietà di olive che hanno prodotto l'olio. La metodica, qualora fosse accreditata, potrebbe essere uno strumento di formidabile efficacia per scovare le truffe che riguardano la territorialità delle produzioni DOP e olio etichettato come italiano, non a caso attenzionate dalla criminalità organizzata, stanti le pene poco deterrenti connesse ai reati di frode in commercio dell'attuale codice penale. Lo sviluppo sostenibile in agricoltura, ovvero un sistema costituito da un ambiente sano, da cui derivi un'agricoltura sana e soprattutto remunerativa al fine di mantenere le genti sul loro territorio, è una sfida che ha bisogno della legalità e del suo rispetto. Il Corpo ha accettato questa sfida e il ripristino della legalità nel settore ambientale e agroalimentare si giova ormai della presenza del personale forestale nelle sezioni di polizia giudiziaria, compiuta con la legge n. 4 del 3 febbraio 2011, una legge «agricola». Noi siamo entrati nelle sezioni di polizia giudiziaria con una legge «agricola», quella sulle etichettature alimentari. Tralascio la parte – rimandando a un momento successivo qualora questo alto consesso vorrà fare domande – sulla xylella e sugli OGM eccetera, e arrivo alla fine del mio intervento, facendo qualche riferimento ai traffici illeciti internazionali, la rete Opson. Un'efficace attività di contrasto al traffico illecito del cibo e di lotta alla contraffazione non può non servirsi dello strumento della cooperazione internazionale di polizia, alla quale il Corpo lavora ormai da anni con le agenzie internazionali di Interpol ed Europol. Ad oggi i Paesi che hanno aderito alle attività operative di contrasto ai crimini in danno ai diritti di proprietà intellettuale in campo agroalimentare sono cinquantuno e di recente è stata approvata a livello europeo la norma «ex officio» per la quale ogni Stato dell'Unione europea deve perseguire per legge i reati di contraffazione di qualunque alimento a denominazione di origine, di qualunque Stato e in qualunque Stato europeo si verifichino i reati. Il Corpo forestale dello Stato, promuovendo la rete Opson attraverso i due meeting Interpol svoltisi nel 2010 e nel 2013, in collaborazione con la Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell'interno, ha lavorato in questi anni per aumentare la consapevolezza dell'importanza del contrasto del crimine agroalimentare, partendo dal punto fermo che questo nuovo crimine del terzo millennio deve essere affrontato con differente approccio metodologico, assimilandolo più a un furto di diritto di proprietà intellettuale, come i furti che si riscontrano nei falsi prodotti a denominazione di origine protetta e nei falsi made in Italy, che vanno a ledere un patrimonio di valori, di interessi collettivi, e non solo un problema di sicurezza alimentare. Sul piano operativo il Corpo sta portando avanti indagini in collaborazione con la procura della Repubblica di Siena in merito a un vasto traffico di falsi vini italiani. Pag. 6Infine, faccio un'ultima riflessione sul tema dell'origine dei prodotti alimentari e quindi sul falso made in Italy in etichetta. È un problema molto sentito in Italia e sicuramente poco sentito da altri Paesi europei.
  In Italia sono note le risalenti dispute sull'interpretazione dell'articolo 517 del codice penale, che considera unitariamente come oggetto di protezione origine, provenienza e qualità dell'opera o del prodotto, senza specificare i contenuti da attribuire all'uno o all'altro termine, e sull'articolo 516 del codice penale che, nel punire la vendita e la messa in commercio di sostanze alimentari non genuine, non precisa cosa deve intendersi per genuinità di un alimento e se questa comprenda l'origine dell'alimento stesso. Per cercare di risolvere definitivamente queste dispute e per rispondere a una richiesta avanzata da più parti di miglioramento degli strumenti penali per il contrasto all'infiltrazione di organizzazioni criminali nel settore, è stata istituita la commissione di studio per l'elaborazione di proposte di intervento sulla riforma del reato in materia agroalimentare presso il Ministero della giustizia. A questa commissione, presieduta dal consigliere Giancarlo Caselli, partecipa a pieno titolo il Corpo forestale, con il contributo peculiare di una forza di polizia di prossimità delle zone rurali montane, e sempre più purtroppo marginali, fatto di esperienze operative e di proposte e suggerimenti che appaiono, a nostro avviso, migliorative del sistema penale al fine di tutelare la sicurezza ambientale e agroalimentare del nostro Paese.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Patrone. Noi siamo sicuramente interessati ai casi ai quali lei ha fatto riferimento. Come ho detto all'inizio, quando riterrete potremo passare in seduta segreta.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCO MIRABELLI. Vorrei sottoporre al comandante una questione che ci è stata evidenziata quando siamo andati in visita a Messina, relativa alle truffe orchestrate dalla criminalità organizzata sull'utilizzo dei fondi europei, facendo ricorso alla metodologia di intestarsi particelle senza che neanche la proprietà lo sapesse. Chiedo se sia possibile avere su questo un approfondimento: se ci sono o ci sono state indagini e quale livello di criminalità organizzata è coinvolto.

  MASSIMILIANO MANFREDI. Anch'io ringrazio il comandante e rivolgo un ringraziamento al Corpo forestale per il lavoro che sta svolgendo in Campania nella vicenda della terra dei fuochi. Vorrei porre una domanda sul tema del settore agroalimentare. Negli ultimi due anni si è scoperto che, alla luce dei problemi che ha avuto l'agroalimentare campano di ritorno dalla vicenda della terra dei fuochi, le quote di mercato sono state prese da prodotti importati spesso illegalmente, soprattutto da Argentina e Brasile, senza alcun tipo di controllo. C’è stato anche un peggioramento per quanto riguarda la qualità e la tutela della salute dei cittadini, anche se la psicosi collettiva ha portato comunque all'acquisto di questi prodotti. Vorrei chiedere se loro pensano che sia stato soltanto un fenomeno di psicosi collettiva oppure che dietro c'erano dei collegamenti, come alcune linee di pensiero sostengono, considerando che questo ha favorito a livello nazionale alcuni importatori soprattutto del centro-nord, che hanno cercato di occupare per un paio d'anni quote di mercato che prima erano risibili e sono arrivate al 10-20 per cento.

  LUIGI GAETTI. Guardando la rassegna stampa, leggo su un documento del 2012 che il Corpo forestale «metterà inoltre a disposizione il proprio supporto informatico denominato “sistema informatico della montagna – SIM” per la catalogazione dei sopralluoghi nelle aree rurali e montane sottoposte a sequestro e confisca». Ho letto inoltre che avete fatto una convenzione con l'Agenzia dei beni confiscati. Sebbene su questo argomento dei beni confiscati abbiamo lavorato parecchio, non sapevo che anche voi aveste una Pag. 7banca dati. Io ritengo che le banche dati siano il cuore pulsante di un sistema e, come membro della Commissione agricoltura, so che in quell'ambito le banche dati hanno sempre creato grossissimi problemi nella gestione. Chiederei di sottolineare questo aspetto. Inoltre, nel settembre o ottobre dell'anno scorso, in un incontro informale avvenuto al Senato con il gruppo del Movimento 5 Stelle avente ad oggetto soprattutto la vicenda della terra dei fuochi, si era detto che stavate facendo un'indagine sugli OGM e sui campi del Friuli. Tuttavia, poiché l'indagine era in corso, non si è parlato dei risultati. Oggi in Commissione agricoltura vedo la relazione del professor Defez che fa riferimento a dati dei vostri sopralluoghi, con le fotocopie dei verbali del 2013. L'esito di quel lavoro, che immagino a questo punto sia pubblico, mi è stato consegnato oggi pomeriggio, quindi non ho avuto modo di leggerlo. Vorrei sapere se quei dati sono pubblici e se si possono reperire nella loro versione più estesa e non limitata alle fotocopie che mi sono state consegnate.

  FRANCESCO D'UVA. Alcuni miei colleghi tempo fa hanno presentato un'interrogazione – parlo dei colleghi Lombardi, Luigi Di Maio e Massimiliano Bernini – al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, perché risultava da un articolo de Il Fatto Quotidiano che riportava un'informativa del poliziotto Roberto Mancini depositata nel 2013 una certa familiarità tra il dottor Patrone e Cipriano Chianese, artefice della terra dei fuochi. Credo che passerà molto prima che il Ministro risponda. Sappiamo che dalla DDA di Napoli Cipriano Chianese è considerato l'artefice della terra dei fuochi. Le chiediamo se può in questa sede, bruciando qualche tappa rispetto a un'eventuale risposta del Ministro, dare chiarimenti a questa Commissione su questa presunta familiarità di cui si parla nell'informativa Mancini.

  ANDREA VECCHIO. Ho sentito del tentativo di accorpamento di alcuni corpi di polizia – in questo Paese ce ne sono molti – e ho ascoltato, da parte di ogni corpo di polizia, dei disappunti, perché ognuno di loro teme di perdere peculiarità, visibilità, potere. Io sono dell'idea che più accorpamenti si fanno, meglio è. Mi fa piacere avere sentito da parte del dottor Patrone che loro hanno un'opinione precisa su questa proposta: va bene l'accorpamento, ma fatto cum grano salis, con una logica diversa, quella di essere accorpati ai Carabinieri anziché alla Polizia. Mi convince la motivazione utilizzata dal dottor Patrone, cioè il fatto che i Carabinieri hanno delle specializzazioni nel settore che sono simili a quelle della Forestale e hanno una distribuzione capillare sul territorio. Questo fatto mi convince e credo che debba essere uno degli elementi che deve essere comunicato all'opinione pubblica, in maniera che la stessa possa essere più disposta ad accettare una posizione di questo genere, piuttosto che mettersi di traverso perché teme che ci siano posizioni di difesa tout court della peculiarità di ogni corpo. Ho inteso fare un'annotazione su questa circostanza e credo che sarebbe importante se voi riuscite – non so con quali sistemi – a far trapelare fuori questo vostro punto di vista, che è completamente diverso da quello del protezionismo del corpo tout court.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Patrone per la replica.

  CESARE PATRONE, Capo del Corpo forestale dello Stato. Se lei permette, signor presidente, chiederei che ad alcune domande rispondano meglio di me il dottor De Franceschi e l'ispettore Baiocchi. Rispondo subito all'onorevole del Movimento 5 Stelle. Non ricordo assolutamente chi sia Chianese. Si parla del 1995, come lessi su Il Fatto Quotidiano, questione sulla quale ho dato relazione esaustiva al signor Ministro. So solo che qualche mese prima, insieme al dottor Costa, che lavora sulla terra dei fuochi, uscì fuori il nome di Chianese da parte dello stesso dottor Costa per delle indagini che il Corpo forestale fece nei confronti di questo signore. Non ricordo mai di avere incontrato venti o Pag. 8trent'anni fa il dottor Chianese, né chi le parla aveva nessun tipo di incarico particolare per quello che riguarda l'azione sul territorio di questo signore, al quale il sale sulla coda è stato messo dal Corpo forestale dello Stato. Vorrei rispondere – se posso farlo non seguendo l'ordine cronologico delle domande – all'ultima valutazione dell'onorevole Vecchio a proposito della nostra chiarezza sull'accorpamento, cioè se si deve fare da cinque a quattro, andiamo con i Carabinieri. Mi permetto di dire che l'operazione di «campagna acquisti» nell'ambito dello stesso Corpo forestale, dove a volte il discorso della militarizzazione viene visto come qualcosa di brutto e di cattivo, avverrà immediatamente dopo che verrà approvata la norma. Quindi, chi le parla lavorerà su tutte le scuole del Corpo forestale – stiamo facendo dei corsi – e sui comandi regionali per spiegare bene che lavoreremo per la più grande polizia ambientale del mondo. Non abbiamo alcuna intenzione di perdere riserve, perché una visione olistica della tutela ambientale non prevede solo l'opera repressiva ma anche l'opera di monitoraggio e di gestione, che il Corpo forestale sta svolgendo in Italia. Tant’è che quando lavoriamo per la xylella e nella terra dei fuochi l'operazione di polizia è solo un pezzo di un discorso molto più ampio. L'onorevole Manfredi parlava del discorso della terra dei fuochi, delle quote di mercato, della psicosi collettiva. Noi abbiamo fatto un discorso di un altro tipo: il Ministro dell'agricoltura, il Ministro della salute e il Ministro dell'ambiente hanno nominato coordinatore per la terra dei fuochi il capo del Corpo forestale perché per la terra dei fuochi, dopo decenni di abbandono da parte dello Stato, si tratta fondamentalmente di sapere se dei terreni sono buoni o meno buoni. Che cosa ha fatto il Corpo forestale ? Chi vi parla si è collegato alle quattro procure di riferimento per vedere quali fossero i terreni, poiché i terreni ci sono stati segnalati dai ministri e quindi attraverso un'azione magistratura-AGEA abbiamo saputo quali fossero i terreni da indagare, anche se come coordinatore di questo gruppo di lavoro ho proposto ai ministri di guardare anche la situazione recente della discarica di Calvi Risorta. Ebbene, abbiamo chiamato intorno a un tavolo, previsti dai ministri, l'ISPRA, l'Istituto superiore di sanità, l'università Federico II, l'AGEA, l'ARPAC, l'Istituto zooprofilattico di Teramo e intorno a questo tavolo abbiamo elaborato una procedura, anche attraverso l'uso dei geomagnetometri. I nostri forestali sono andati insieme al personale ARPAC e attraverso delle metodologie previste dalla tecnica e dalla scienza abbiamo rilevato i campioni, che sono stati portati in laboratorio. Peraltro, un discorso riguarda i terreni e altro discorso riguarda le piante sui terreni. I campioni sono stati esaminati e per la prima volta qualche mese fa, se non erro nella gazzetta ufficiale del 13 marzo, è stato pubblicato un elenco per zone R4 ed R5 e tra qualche settimana verrà pubblicato per le zone di rischio R3, quindi minore. Per la prima volta lo Stato dice, di certe zone, che cosa è buono e che cosa non lo è. Per quanto riguarda la speculazione, di tipo giornalistico o di tipo politico, per la quale a volte si danno dei numeri a vanvera, il discorso non ci riguarda. C’è un lavoro dello Stato, un lavoro serio e scientifico per il quale in certe zone si può coltivare tranquillamente, in altre zone non si può coltivare, e infine ci sono zone per le quali è auspicabile una coltivazione no food. È un metodo scientifico, serio, che noi continueremo a portare avanti. Per quanto riguarda la questione delle truffe per l'utilizzo dei fondi europei, sollevata dal senatore Mirabelli, vorrei che rispondesse il dottor De Franceschi, così come alla domanda relativa al SIM, mentre risponderà alle altre questioni l'ispettore Baiocchi, che sta conducendo le indagini delicatissime sugli OGM. Al riguardo, non si tratta di stabilire se fanno bene o fanno male, ma se vanno bene per l'Italia o no. Io ritengo che per l'Italia non sia conveniente: essendo noi il Paese dei DOP e degli IGP ed essendo i primi in Europa, la corazzata in Europa, abbiamo una convenienza Pag. 9ad avere un prodotto che abbia una sua identità rispetto a un prodotto indifferenziato.

  MASSIMILIANO MANFREDI. Comandante, le chiedo scusa, ma forse non sono stato chiaro. Non solo ho apprezzato il lavoro, ma conosco bene tutti i passaggi che lei ha indicato perché fanno parte della road map presente nel decreto sulla terra dei fuochi, per la cui elaborazione abbiamo lavorato nel Comitato ristretto di cui ho fatto parte. Sulla vicenda di Calvi Risorta, dove sono stato con il capitano a fare un sopralluogo, chiarisco che Calvi Risorta non è una discarica che doveva essere censita nella mappatura perché il decreto si occupa dei terreni potenzialmente agricoli, di valutarne l'inquinamento, e non di altri. In quel caso, ci troviamo di fronte a un solo privato, a un'area ex industriale dove si è scoperto che si erano fatti una discarica, peraltro, anche fatta bene. Approfittando della collaborazione, dell'interattività e del dialogo, vorrei chiarire a che cosa mi riferivo quando ho fatto cenno alla psicosi: dato che questo ha portato un cambio di quote di mercato, con una riduzione di alcune nostre e l'introduzione di altre, chiedevo a voi che avete un osservatorio non solo locale, ma nazionale, se secondo voi questo è stato soltanto il frutto di una logica compressione del mercato per tutto quello che era successo o se avete notato anche un movimento. Ci sono alcuni produttori che hanno fatto...cito un caso che è un paradosso: il pataticolo che è presente nel nolano, mariglianese e vesuviano, ha venduto sottoprezzo i propri prodotti a dei grossisti del nord-est, i quali li hanno rivenduti fuori Europa a un prezzo quattro volte superiore; arriviamo al ridicolo che il 20 per cento della produzione delle patatine in busta per tutti i ragazzi europei viene dal territorio nostro, però i nostri stanno alla fame. Volevo capire se avete monitorato soltanto operazioni di furbizia oppure se c'era anche una regia da parte di qualcuno. Ho inteso intervenire nuovamente per essere più chiaro, poiché conosco bene qual è il lavoro. Anche con questa Commissione, con la presidente, il decreto abbiamo contribuito a migliorarlo anche attraverso alcune audizioni che abbiamo svolto in loco, con i vertici locali.

  CESARE PATRONE, capo del Corpo forestale dello Stato. Avevo capito la domanda ma avevo glissato perché non ho elementi chiari per dire se c’è una regia o meno... L'ho fatto per evitare valutazioni che forse esulano da una forza di polizia e sono più politiche o addirittura sociologiche.

  PRESIDENTE. Propongo di procedere in seduta segreta.
  (Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Vorrei fare una domanda conclusiva. Se dovessimo fare una ricostruzione storica della presenza delle mafie nel settore agroalimentare e forestale, l'interesse quando è diventato più forte e più penetrante in questo settore ?

  AMEDEO DE FRANCESCHI, primo dirigente del Corpo forestale dello Stato. Si tratta dell'osservazione di fenomeni che, in effetti, nell’incipit del comandante Patrone, erano già inseriti. È successo tutto negli ultimi quindici anni, presidente, a causa dell'effetto globalizzazione: la libera circolazione delle merci, il fatto che non è un problema se il cibo non fa male – anche questo bisogna dirlo – cioè la questione cibo che diventa sicurezza alimentare nel 2001, dopo la crisi della BSE. Ci si pone il problema se il cibo fa male nel 2001, quindi neanche quindici anni fa, ma ci si pone il problema dal punto di vista della food safety, della sicurezza. Si costruiscono una serie di regole soltanto finalizzate a quello, in un momento in cui invece l'importazione di prodotti agroalimentari a basso costo fa scattare chiaramente una differenza, un vero e proprio dumping produttivo. È più facile, più comodo e più agevole importare e rivendere in maniera Pag. 10illegale, etichettare piuttosto che sofisticare. Parliamo di 10-15 anni fa. La questione qual è ? L'Italia ci ha provato e ci sta provando dal punto di vista di misure legislative, ma ci scontriamo con un codice doganale europeo che prevede che, perché il prodotto diventi italiano, basta che gli facciamo un abbellimento. La questione dell'agropirateria, alla fine, è una questione di cultura del cibo. È vero che Bruxelles, ora, proprio sulla spinta della network Opson, cioè dell'Interpol, si sta convincendo che bisogna parlare di cibo non solo dal punto di vista della sicurezza alimentare, però le agromafie entrano facilmente lì, perché non c’è un reato. Abbiamo dovuto aspettare una legge – la legge cosiddetta «salva olio» – la legge n. 9 del 2013, per avere l'estensione ai reati di frode in commercio delle intercettazioni telefoniche. Il problema, presidente, è che l'analisi forense, che in altri crimini efferati riesce a risolvere molte indagini, nel settore agroalimentare non c’è. Noi abbiamo un sistema di controlli, di regole, che merceologicamente inquadra il prodotto, ma non dà sicuramente quel valore aggiunto che l'agropirateria e le agromafie ricavano. Si tratta di un business incredibile. Cito un esempio: lo stesso olio italiano che troviamo al supermercato a 3 euro, lo troviamo in Europa a 15 euro, venduto come italiano. Ecco, queste sono le differenze. Purtroppo, è su quei mercati internazionali che dobbiamo andare a colpire. I traffici sono tutti lì.

  PRESIDENTE. Le mafie italiane in questo settore entrano con la globalizzazione e quindi con l'accordo con le altre mafie. Precedentemente non c'era un interesse così forte.

  AMEDEO DE FRANCESCHI, primo dirigente del Corpo forestale dello Stato. No, perché era tutto il discorso sull'ambiente: le ecomafie. Il sistema criminale funziona sempre con i documenti, la carta. Ecco, devo dire un'altra cosa importante che in Commissione d'inchiesta sulla contraffazione abbiamo ribadito: è necessario che i documenti di trasporto delle merci alimentari, insomma del cibo, siano certificati da un organismo pubblico. È troppo facile il gioco di presentare il documento vero se si viene fermati, altrimenti si entra in azienda e si scarica del falso vino, del falso olio o altri prodotti. Noi chiediamo – e l'abbiamo chiesto nella pertinente Commissione – che il documento di trasporto delle merci sia analogo a quello che viene prodotto per il vino, laddove i documenti vengono vistati dall'organismo pubblico. Avremmo un sistema un po’ più efficace per andare nelle procure e spiegare anche ai magistrati il problema. Debbo dire che stanno crescendo e che la magistratura, da questo punto di vista, ci sta dando una grossa mano, è una sensibilità che sta crescendo piano piano, mentre la contraffazione alimentare è ormai preda di criminalità organizzata.

  FRANCESCO D'UVA. Scusi, non ho capito bene la questione sulle analisi, perché tutto sommato a me non risultano troppo complicate le analisi degli oli e dei vini, dal punto di vista chimico. Non ho capito qual è il limite.

  AMEDEO DE FRANCESCHI, primo dirigente del Corpo forestale dello Stato. Le norme attuali servono a classificare dal punto di vista merceologico-legale i prodotti agroalimentari, come sappiamo. Il problema è che negli ultimi anni la domanda del mercato è sul valore aggiunto che dicevamo prima, ossia sulle DOP, ad esempio, sui prodotti che hanno un fatturato in Italia sui 10 miliardi di euro, ma un fatturato illegale non dico due o tre volte maggiore, ma siamo lì. La questione è che non c’è, al momento, tranne per il vino, per il settore enologico... ma tutti o almeno quelli con i capelli bianchi come me ricordano perché nel vino abbiamo una normativa e delle regole più stringenti e che funzionano. Adesso siamo sicuri che uno statunitense, un coreano, un italiano stesso acquista una bottiglia da 25 euro e sa che quello è il suo valore. Questo non avviene per gli altri settori. Per l'olio, ad esempio, noi portammo avanti credo nel 2012 un'attività con l'Agenzia delle dogane Pag. 11e con l'Istituto agrario di San Michele all'Adige e fu fatta una convenzione. Ci ponemmo la seguente domanda: è possibile che non riusciamo a catalogare scientificamente l'olio tunisino ? Si può fare, non è così semplice...

  FRANCESCO D'UVA. Ci sono i laboratori...

  AMEDEO DE FRANCESCHI, primo dirigente del Corpo forestale dello Stato. Ci sono i laboratori, ma il problema è che non sono metodiche ufficiali. Quando la metodica non è ufficiale, basta che la controparte abbia un legale – che giustamente fa il suo mestiere – che può smontare un lavoro di indagine e di costruzione. Allora, quello di cui abbiamo bisogno per contrastare la contraffazione agroalimentare è sicuramente un'analisi forense, altrimenti abbiamo le armi spuntate e dobbiamo ricorrere alle intercettazioni. Ma le intercettazioni a un certo punto funzionano quando siamo agli inizi, quando si scopre appena la punta dell’iceberg del crimine, perché dopo queste persone cominciano a non parlare più. Allora gli strumenti sono due: dobbiamo comunque stringere sulla tracciabilità documentale, dobbiamo elevare la pena o comunque le sanzioni per chi non ci dà le giustificazioni sulla filiera, da chi ha comprato quel prodotto, a chi lo ha venduto; in secondo luogo, dobbiamo fornire la polizia scientifica, in questo caso agroalimentare, e credo che abbiamo tutte le competenze e le specializzazioni necessarie per farlo. Ci sono fior di università con cui collaboriamo, collaboriamo con il CNR, siamo all'avanguardia su questo. L'ispettore Baiocchi parlava di cartine tornasole che praticamente ci dicono in maniera immediata se il campo è OGM. È chiaro che poi quell'analisi va ufficializzata da un laboratorio certificato. Vogliamo parlare del lattiero-caseario ? Adesso c’è anche la questione del latte in polvere, ma c’è sempre stato. Il problema è che possiamo tutelare il nostro made in Italy se abbiamo lo strumento forense ufficiale d'analisi. Al momento, ad esempio, sul parmigiano reggiano, se lo troviamo all'estero o anche in Italia non possiamo fare un'analisi sull'origine territoriale di quel latte.

  FRANCESCO D'UVA. Deve essere a livello europeo o nazionale la legislazione ?

  AMEDEO DE FRANCESCHI, primo dirigente del Corpo forestale dello Stato. Per l'analisi ufficiale è chiaro che il livello è europeo. È vero che come Italia, per usare l'espressione del comandante Patrone, siamo una corazzata, però...adesso cito un ultimo esempio. Ieri siamo stati in Expo, a un convegno dove c'era il direttore del Consiglio oleicolo internazionale, Barjol. Si parlava di nuove metodiche per quanto riguarda l'olio extravergine d'oliva. La questione è che, ad esempio, gli spagnoli che producono milioni di tonnellate d'olio, quell'analisi che noi abbiamo tirato fuori cinque anni fa, quella degli «alchil esteri», non la vogliono, perché il loro sistema di produzione comporta un tenore elevato di quelle sostanze. Quindi, mentre per loro è discriminante, per noi invece sarebbe vitale, e infatti lo è. Tutte le nostre attività, da quando è uscita fuori quell'analisi, servono a tirar fuori almeno il modello di produzione diverso. Stiamo facendo analisi del DNA, mai come quest'anno. Ricordate la Norman Atlantic che ha preso fuoco a Bari ? Era piena di olio greco e noi stiamo facendo analisi del DNA. Quest'anno troviamo oli italiani con una cultivar greca Koroneiki. Cosa ci facciamo con questo dato che dal punto di vista dell'ufficialità non è accreditato e non è certificato ? Possiamo metterlo insieme a un percorso investigativo. Ci stiamo provando, con l'aiuto della magistratura. Non a caso, una delle cose che abbiamo detto in Commissione giustizia, quella sulla riforma dei reati agroalimentari, è un uso sempre più positivo di queste metodiche non ufficiali. Inoltre, abbiamo parlato dell'incidente probatorio, che potrebbe sicuramente aiutarci, nella fase preliminare, a discriminare l'illegalità dal lecito.

  PRESIDENTE. A parte le inchieste alle quali avete fatto riferimento, c’è ormai Pag. 12una giurisprudenza consolidata su questo aspetto o siamo agli inizi ? Da quello che ci dite, le mafie si sono inserite nella contraffazione, sostanzialmente, però fino adesso grandi risultati sul piano giudiziario non ci sono.

  GIANLUCA BAIOCCHI, ispettore del Corpo forestale dello Stato. Qualche risultato ce l'abbiamo perché, comunque sia, abbiamo avuto delle condanne. Abbiamo scoperto una sostanza, il clorfenvinfos, che distrugge il sistema neurologico del bambino, sul propoli. Siccome è una sostanza che non può essere accreditata come analisi...

  PRESIDENTE. La domanda è questa: che ci siano le mafie dietro...

  GIANLUCA BAIOCCHI, ispettore del Corpo forestale dello Stato. Per produrre a basso costo e vendere con un prodotto etichettato «bio» c’è un'organizzazione dietro, perché il singolo da solo non ce la fa. Per trattare le api o trattare questa sostanza, che è medicamentosa, è un integratore alimentare, è necessario un chimico, ma l'apicoltore non ce l'ha.

  PRESIDENTE. Che sia associazione a delinquere non c’è dubbio; che sia di stampo mafioso, però... Per esempio, per l'utilizzo dei fondi europei, appare evidente che siano le mafie autoctone, e questa non credo che sia degli ultimi quindici anni...

  AMEDEO DE FRANCESCHI, primo dirigente del Corpo forestale dello Stato. (fuori microfono) È una lunga storia.

  PRESIDENTE. Ricordo che il documento che ci è stato fornito e che vi è stato distribuito ha carattere riservato. Come sapete, noi custodiamo i documenti così come ci vengono consegnati. Ringrazio gli auditi e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 21.45.