XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 48 di Giovedì 25 giugno 2015

INDICE

Seguito dell'audizione del presidente della giunta della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e del dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana, Domenico Armenio (svolgimento e conclusione):
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 2 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 5 
Scalia Francesco  ... 5 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 5 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 5 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 5 
Compagnone Giuseppe  ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Compagnone Giuseppe  ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Compagnone Giuseppe  ... 6 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 6 
Compagnone Giuseppe  ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Puppato Laura  ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Puppato Laura  ... 7 
Nugnes Paola  ... 7 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 7 
Nugnes Paola  ... 7 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 7 
Nugnes Paola  ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 8 
Nugnes Paola  ... 10 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 11 
Puppato Laura  ... 11 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 11 
Armenio Domenico , Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana ... 12 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 12 
Armenio Domenico , Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Armenio Domenico , Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Armenio Domenico , Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana ... 13 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 
Armenio Domenico , Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana ... 13 
Compagnone Giuseppe  ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Compagnone Giuseppe  ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Armenio Domenico , Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Orrù Pamela Giacoma Giovanna  ... 14 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 14 
Orrù Pamela Giacoma Giovanna  ... 14 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 14 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Orrù Pamela Giacoma Giovanna  ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 15 
Orrù Pamela Giacoma Giovanna  ... 15 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 15 
Compagnone Giuseppe  ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 15 
Compagnone Giuseppe  ... 16 
Crocetta Rosario , Presidente della giunta della Regione siciliana ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 14.05.

Seguito dell'audizione del presidente della giunta della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e del dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana, Domenico Armenio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del presidente della giunta della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e del dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana, Domenico Armenio, che ringrazio per la loro presenza.
  Come è noto, la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che sta svolgendo sulla Regione siciliana, anche con riferimento alla situazione delle bonifiche.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione verrà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo quindi la parola al presidente della giunta della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ed eventualmente al dirigente generale della regione, Domenico Armenio, qualora volesse intervenire per rispondere ad alcune domande.
  Infine, vi faremo pervenire successivamente una serie di domande di carattere tecnico – avrete così tutto il tempo per raccogliere i dati – mentre oggi ci concentreremo sugli ultimi sviluppi della situazione. Come ho detto la volta scorsa, ci interesserebbe capire ed analizzare lo stato dell'arte, anche per individuare le azioni da intraprendere per risolvere alcune questioni. Do quindi la parola al presidente della giunta della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Grazie, presidente. Io vorrei fare il punto della situazione, anche in considerazione del fatto che ieri ci siamo incontrati con il Ministro dell'ambiente Galletti, a cui abbiamo sottoposto un documento, che lascerò agli atti, in vista di un piano molto preciso nel tentativo di mettere in bonis, nell'arco di dodici mesi, la Regione siciliana rispetto a ritardi pluriennali che questo Governo ha ereditato.
  In particolare, voglio citare un dato da cui partire: grazie agli interventi che abbiamo fatto negli ultimi due anni, noi, che eravamo a zero biostabilizzazione, adesso siamo al 40 per cento ed entro il mese di settembre dovremmo arrivare al 70 per cento, completando gli impianti che abbiamo avviato durante il periodo dell'emergenza, che è stata utilizzata in modo virtuoso. Questo, ovviamente, cambia la prospettiva con la quale si guarda alla situazione siciliana e, soprattutto, alle evoluzioni avvenute nel tempo, che in questo momento non ci mettono al riparo dal rischio di infrazione per il semplice motivo che nessuno ha la bacchetta magica.
  Attualmente c’è una criticità legata a due vicende che ci costringono ad accelerare i processi nel campo di una gestione virtuosa dei rifiuti: il blocco della discarica Pag. 3di Mazzarrà Sant'Andrea, della Tirrenoambiente, per un totale di 750 tonnellate al giorno; il blocco, prossimo venturo, della discarica Oikos, per circa 1.000 tonnellate.
  Nel corso dell'anno, in relazione ad impianti che si andavano adeguando, abbiamo avuto anche momenti di interruzione significativi, come per la Sicilia Ambiente, che gestisce 1.300 tonnellate; tali momenti hanno influito notevolmente sulla situazione di congestione di altre discariche. Per esempio, attualmente, Oikos è in esercizio però rischia di chiudere il 30 giugno; una situazione gravissima, poi, si potrebbe creare a Bellolampo (capacità 1.300 tonnellate), in quanto l'impianto di biostabilizzazione è già pronto ma sarà attivo dal 30 settembre. Ciò sarebbe veramente disastroso perché la possibilità di eventuali ordinanze scade il 30 giugno e quindi ci troveremmo di fronte a una situazione ingestibile dal punto di vista della gestione dei rifiuti, laddove abbiamo invece avviato una serie di investimenti per appalti in corso che, nell'arco di un anno, potranno permetterci di mettere in regola tutta la situazione siciliana.
  Abbiamo presentato un cronoprogramma preciso, in cui l'azione più virtuosa è il raggiungimento degli obiettivi di differenziata, proprio perché abbiamo, a macchia di leopardo, una serie di comuni che fanno la differenziata e hanno raggiunto gli obiettivi in pochissimo tempo – quindi, si può fare – mentre altri mantengono un livello inaccettabile, a partire dalle aree metropolitane di Catania, Messina e Palermo, ciò incidendo fortemente sulla gestione dei rifiuti. Abbiamo casi come quello della città di Gela, che in soli sei mesi è passata dal 19 al 45 per cento di differenziata; vi sono piccole comunità, in varie province siciliane, che raggiungono l'80-90 per cento, quindi, il tema è imporre un modello organizzativo, il sistema del porta a porta e via dicendo, con tutta una serie di questioni da affrontare. Da un lato, infatti, se ci sono inefficienze e incapacità, viene il dubbio che l'intento sia di favorire le discariche e le ditte di raccolta dei rifiuti solidi urbani, mantenendo costi sui mezzi impiegati. Qualsiasi indicazione che non preveda sanzioni, però, diventa un grido inutile, perché il tema è come imporre il raggiungimento di alcuni obiettivi di differenziata. Avevo tentato di stabilire una multa per coloro che non rispettassero determinati obiettivi di differenziata ma, naturalmente, il Parlamento siciliano ha bocciato tale proposta. Ho posto la questione anche al Ministro poiché dobbiamo avere questi strumenti, in quanto se riuscissimo a raggiungere in poco tempo il 30 per cento di differenziata, non avremmo bisogno di altre discariche, lasciando in piedi, per adesso, Bellolampo, cercando, nel contempo, di fare un ragionamento su Oikos, posto che altrimenti il sistema potrebbe sballare comunque. Alcune discariche, infatti, sono state chiuse per obsolescenza o per morte naturale, ma varie accelerazioni hanno determinato questa situazione. Noi siamo in stretto contatto con la prefettura di Catania, che peraltro sostiene che la Oikos sia totalmente in regola (la gestione è stata affidata dall'Enac al prefetto di Catania e risulterebbe perfettamente in regola, perfettamente compatibile, perfettamente sicura). In questo momento avremmo bisogno di almeno un anno di overlapping, man mano che intensifichiamo la discarica e attiviamo gli altri impianti, ma abbiamo grandi difficoltà. Ieri ho avuto un confronto con il Ministero per arrivare a un provvedimento concertato, fra la presidenza della Regione e il Ministero, relativamente alle vicende legate alle proroghe di questo impianto: non posso pensare di chiudere Bellolampo se, fra tre mesi, sarà in regola e, soprattutto, proprio nella fase estiva, quando si crea un pericolo per la salute, non avendo altri posti dove collocare i rifiuti. Anche in questo caso tutta la vicenda viene lasciata alla Regione tout court e l'unica apertura da parte del Ministero è stata quella di estendere la possibilità di confisca, attualmente prevista per la regione Lazio, anche a favore della Regione siciliana, inserendo un emendamento nel DDL della funzione pubblica sugli enti locali.Pag. 4
  In ogni caso, prima che si trasformi in legge, deve passare del tempo e quindi il 30 giugno mi troverò senza possibilità di confische, in scadenza di proroghe, senza i principali impianti siciliani – quelli di Catania, di Palermo e di Agrigento – e con 3.800 tonnellate di rifiuti che bisognerebbe smaltire, ma senza gli strumenti per far ciò, quindi sarò costretto a fare delle ordinanze. Il tema è che la paura delle sanzioni europee non può determinare il fatto che poi non vi sia nessuno nel nostro Paese ad assumersi la responsabilità: io non ho trovato un'oasi paradisiaca di gestione, quindi, rispetto a queste tematiche, bisognerebbe ottenere immediatamente la possibilità di trattare con Bruxelles e con Roma presentando il piano di realizzazione. Credo, infatti, che non sia stato di poco conto l'avere raggiunto, da zero, il 40 per cento di biostabilizzazione in due anni, il che dimostra che noi abbiamo un comportamento virtuoso, anche perché nel giro di qualche mese raggiungeremo il 70. Non si chiede la deroga per continuare a fare come si è fatto fino ad oggi, si chiede, in questo caso, di avere potere di ordinanza – il 191, per intenderci – sulla base di un piano preciso. È chiaro che, alla fine, sarò costretto a fare un'ordinanza per ragioni igienico-sanitarie, però, sinceramente, non è simpatico scaricare il problema. In questo momento sono io il presidente della Regione, ma cosa facciamo, sorteggiamo il responsabile ? Se ci fossero altri, cambierebbe il quadro di situazioni antiche ? Quando si mette in moto una progettualità, prima si fa il progetto, poi la gara, sperando di non avere ricorsi e augurandosi che l'UREGA, che invece di accelerare le gare e aumentare la trasparenza l'ha diminuita, creando incredibili situazioni di blocco, sia rapida. Attualmente, nel campo dei rifiuti, abbiamo circa 150 gare ma, con i tempi dell'UREGA, non so quanti anni impiegheremo ! Vorrei trattare questo aspetto all'interno di un quadro, da verificare con le UREGA regionali, di potenziamento degli uffici; però abbiamo, da un lato, un piano con esecuzioni che stanno andando avanti, dall'altro, una serie di adempimenti burocratici che non ci aiuta: in ciò scontiamo un ritardo precedente (non voglio scaricare la responsabilità su nessuno, però questo era il sistema siciliano, che noi vogliamo cambiare).
  Alla fine rimane in piedi tutta la vicenda perché, anche quando avremo fatto la differenziata, il Ministero porrà il problema dell'utilizzo dei rifiuti differenziati, le cosiddette «valorizzazioni». Su questo vorrei che la Commissione mi desse una mano, per capire come ci dovremmo muovere, poiché vi sono posizioni molto politiche che vanno verso la direzione della valorizzazione: la Sicilia ha bloccato i mega termoinceneritori programmati dal Governo Cuffaro, però il tema che ci pone il Ministero non ci riporta a quella situazione perché quelli erano di vecchia generazione, nocivi; si pone, invece, il problema di cosa fare dei rifiuti differenziati, cioè se conservarli, spedirli o venderli.
  Anche l'ipotesi di venderli, che avevo avanzato la volta scorsa, sembra messa fortemente in discussione dal Ministero, il quale ritiene non vi sia un mercato sufficiente. Del resto, venderli significa forse che non posso fare in Sicilia ciò che si può fare altrove ? È infatti necessario dare una visione unitaria, omogenea e diffusa al sistema dei rifiuti, però, su questo, sono disponibile: non ho un particolare desiderio di bruciare i rifiuti, quindi, se mi si offrono delle soluzione alternative, volentieri accetterò che mi vengano anche dalla Commissione rifiuti.
  Ritengo anche opportuno stabilire un sistema di premialità – probabilmente una legge nazionale aiuterebbe – per i comuni virtuosi e di sanzioni per i non virtuosi, perché il prezzo in discarica lo pagano tutti e chi è virtuoso deve pagare le stesse cifre che paga chi non lo è, quindi è necessario intervenire su questo, laddove il legislatore locale, anche per motivi di consenso, non riesce a svolgere quella funzione autorevole che invece potrebbe essere affrontata meglio dal Parlamento nazionale.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Lascio la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Lascio agli atti questo documento, che contiene un anno di attività, alcune in corso e altre che stanno per essere avviate, secondo cui sarà possibile imprimere una svolta radicale al sistema di gestione dei rifiuti.

  FRANCESCO SCALIA. Più che una domanda, ho una considerazione sulle ultime cose che diceva il presidente Crocetta, che ringrazio per la sua relazione. Per quanto concerne la termovalorizzazione, laddove si fa, nei Paesi del Nord, più raccolta differenziata, con zero discariche o quasi zero, c’è una percentuale – è un dato – di termovalorizzazione che è del 40 per cento, in quanto non tutto è riciclabile e recuperabile. L'importante è che non si bruci il recuperabile, ma la termovalorizzazione è anch'essa una forma di recupero energetico previsto dal codice dell'ambiente, quindi inviterei la Regione siciliana a considerarla come un elemento del ciclo di gestione dei rifiuti.

  STEFANO VIGNAROLI. Non mi interessa entrare in questa questione, che come sapete sta molto a cuore al Movimento 5 Stelle e ne discuteremo in altra sede (posso anche invitarla a contattare chi si occupa di recupero, anche per avere una visione diversa da quella ricorrente).

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Perfetto ! Noi siamo qui per questo...

  STEFANO VIGNAROLI. Premesso che, come diceva prima il presidente, le formuleremo per iscritto alcune domande tecniche, prima lei ha parlato delle discariche Mazzarrà Sant'Andrea, Oikos e Bellolampo ma, ovviamente, lei si riferiva alla scadenza delle ordinanze contingibili e urgenti, non a un problema fisico di volumetria o di esaurimento delle autorizzazioni ? Vorrei sapere, quindi, se ci sia una differenziazione concettuale rispetto a queste discariche su questo tema. Sottolineo che a Bellolampo, a settembre, entrerà in funzione, previo regime transitorio, il biostabilizzatore – che però è sottodimensionato, essendo di 750 tonnellate – laddove, comunque, si rende biostabilizzabile solo la parte del comune di Palermo, mentre attualmente la discarica recepisce rifiuti anche da fuori. Lei ha dichiarato che, per quanto riguarda la raccolta differenziata, avete avuto grandi difficoltà, posto che quest'ultima sarebbe a macchia di leopardo; tuttavia dalle nostre audizioni è emerso che si tratta di forti difficoltà di ramificazione e di controllo del territorio rispetto ad alcune aziende, ad alcune assunzioni, di rivolte strumentali e funzionali; pertanto, visto che si deve rendere uniforme il metodo di raccolta porta a porta, mi chiedevo come si possano superare queste difficoltà, se cioè abbia in mente un piano per risolvere questi problemi, che vanno ben oltre la gestione tecnica del rifiuto.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Signor presidente, spero di poter avere questa volta un dialogo sereno, che possa aiutare la Regione. Ci rendiamo conto della gravità della situazione e mi fa piacere che lei stesso abbia preso coscienza della situazione drammatica in cui versa la Sicilia.
  Lei dice che bisogna imporre un modello organizzativo – è giustissimo – ma il modello organizzativo lei ce lo ha già: la Regione siciliana ce lo ha già ! Dico «lei» non per caricarla di responsabilità, perché capisco che lei ha assunto questo ruolo da due anni e non si possono fare miracoli, però ognuno ha un ruolo e lo deve svolgere. Il modello organizzativo c'era ed è un modello organizzativo che mette al centro la raccolta differenziata, in un sistema di impianti che, come evidenziato dal collega Scalia, servono a utilizzarla, posto che se differenzio, produco organico, che ha bisogno di impianti di compostaggio, produco plastici, che hanno bisogno di impianti del secco, produco una quota Pag. 6parte di non differenziato, laddove lei auspica di arrivare al 30 per cento, mentre io auspico – ci si può arrivare – un 40 o un 50 per cento.
  A quel punto l'emergenza cesserebbe, perché quel 15 per cento – le posso garantire che si può andare oltre ed arrivare anche al 10 o al 5 per cento di indifferenziato – può essere gestito in modo semplice, facile, con le discariche moderne. Poi si potrà pensare di fare l'impianto di termovalorizzazione super moderno (probabilmente sarà sufficiente realizzarne uno per tutta la regione, per smaltire quel 5, 10 o 15 per cento), ma è un problema relativo, mentre il problema sono gli impianti. Quello che la volta scorsa speravo di farle comprendere – forse non riuscendo ad essere chiaro – è che il dovere della Regione, come lei ha detto, è quello di imporre il modello organizzativo che già avete e questo lo si impone facendo pressioni, perché le amministrazioni non sono state tutte virtuose; conosciamo i sistemi in Sicilia, ci sono stati una serie di meccanismi e la Regione, forse, non è stata autoritaria al punto giusto; molti comuni hanno approfittato di ciò, molti sindaci hanno fatto assunzioni inutili, le SRR non sono partite, perché ai comuni non conveniva. Qui subentra, quindi, il nostro lavoro, perché, come è dimostrato, dietro questa parcellizzazione si nascondono interessi e meccanismi elusivi, cattiva gestione, nonché mancanza di regole. Bagheria è un esempio classico della serie di meccanismi che supportano la rete di malaffare che si nasconde dietro tutto questo.

  PRESIDENTE. Mi scusi, va bene che ci sia un po’ di discussione posto che il tema è appassionante, però...

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Non limitiamoci alla semplice domandina !

  PRESIDENTE. Però se apriamo un dibattito su un sistema che deve avere...

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Va bene, presidente. Si deve partire dagli impianti: perché questa rete di impiantistica, che sulla carta c’è, non si realizza ? Se dietro questa mancata realizzazione dell'impiantistica c’è il malaffare, ovvero persone o enti di controllo che dal punto di vista burocratico e amministrativo non fanno il proprio dovere, è lì – mi permetta, presidente – che bisogna incidere e noi vorremmo eventualmente essere utili anche facendo una denuncia in tal senso. Di chi è la responsabilità se questi impianti non si realizzano e si perpetua un sistema incentrato sulle discariche ?
  Avevo già posto la seconda domanda la volta scorsa, ma non ho avuto risposta (non mi risulta neppure dal resoconto): su Bellolampo c’è il problema del percolato, che viene caricato su camion e trasportato in altre regioni, con costi intorno ai 30 milioni di euro in due anni. Sono a conoscenza dell'esistenza di un contratto di affidamento che la Regione avrebbe dovuto chiudere per un progetto che avrebbe ridotto i costi: perché non è stato fatto ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. È di competenza della RAP.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Ma la RAP deve risponderne alla Regione siciliana...

  PRESIDENTE. Mi scusi, suggerirei di raccogliere le domande e poi risponderete.

   GIUSEPPE COMPAGNONE. Non conosco le motivazioni per cui non si va avanti, però so che questo progetto di finanza prevedeva che con fondi privati si costruisse un impianto a Bellolampo per trattare il percolato, ma poi non si è realizzato, sebbene si potesse fare in pochi mesi.

  LAURA PUPPATO. Io vorrei capire una cosa prima di porle alcune domande sulle questioni che lei oggi ha rappresentato, cioè se alle domande che sono state poste l'altra volta risponderà in un successivo momento per iscritto.

Pag. 7

  PRESIDENTE, Come ho detto prima, visto che la scorsa volta avevamo sollecitato domande più squisitamente tecniche da inviare per iscritto, abbiamo deciso di completare il quadro sulle questioni che il presidente oggi ci ha illustrato, per poi inviare le domande specifiche alla struttura tecnica, chiedendo una risposta puntuale ai quesiti posti.

  LAURA PUPPATO. Benissimo, così evitiamo di ripeterci. Relativamente a quanto affermato oggi lei parlava di 150 gare in corso e di difficoltà di carattere burocratico ad espletarle collegate a un organismo come l'UREGA. Vi saremmo grati, quindi, se voleste farci comprendere meglio quali sono i meccanismi e le difficoltà, anche perché lei ha parlato di implementazione del personale amministrativo, ma immagino che non manchino amministrativi nelle varie realtà provinciali, regionali e comunali della Sicilia. Come stiamo facendo relativamente al personale delle province in tutta Italia, potrebbe essere utilmente speso personale già esistente, senza accrescerne la quantità. Lei ha accennato alla sua difficoltà di imporre forme contravvenzionali ai comuni che non ottemperino al raggiungimento della percentuale di raccolta differenziata indicata dalla stessa Europa, perché siamo in contravvenzione e dobbiamo dimostrare la nostra volontà di superare il gap che ci ha messo in questa condizione. Dal momento che il Parlamento siciliano non ha inteso sottoscrivere questo impegno, bocciando la sua proposta, chiederei di capire cosa abbiano potuto obbiettare i parlamentari siciliani per non approvare una proposta di questo genere. Lei accennava come ad un successo – posso capire che lo rappresenti in questo modo – quando ha parlato del raggiungimento del 40 per cento di biostabilizzazione, il che vuol dire che avete già prodotto un certo numero di impianti – non so se a cumuli o a reattore – funzionali a lavorare il materiale umido e quindi a biostabilizzarlo. Questo dimostra che, con un ragionamento strutturale e organizzativo, ciò si può fare. Quale può essere la ragione per cui un Parlamento di una regione come la Sicilia, sotto scacco rispetto alle contravvenzioni europee, impedisce di anteporre l'interesse generale, della regione oltre che dell'ambiente, al fatto strumentale del singolo comune ?
  Credo che possa addirittura risultare responsabile dal punto di vista economico e civile chi ha imposto una norma di questo genere: se non cominciamo mai, a chi dovremo fare assumere responsabilità di questo genere ?
  Vorrei capire, quindi, le ragioni del blocco di quelle 150 gare giacenti e con quali motivazioni possano eventualmente incorrere in responsabilità i parlamentari siciliani. Grazie.

  PAOLA NUGNES. Grazie. Lei è presidente della Regione Sicilia dal 2010 o 2011 ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Io sono presidente della Regione siciliana – che è un po’ differente – dal novembre del 2012.

  PAOLA NUGNES. Io le vorrei fare alcune domande. Riguardo al nuovo piano rifiuti, visto che quello attuale, che non ha mai ricevuto le dovute autorizzazioni, è di fatto scaduto...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Non è così: ha già ricevuto le autorizzazioni finali.

  PAOLA NUGNES. È comunque scaduto ed era stato avviato senza le autorizzazioni. Non volevo, tuttavia, ripercorrere l'iter, volevo sapere se quel piano sia stato sostituito da un nuovo piano rifiuti e se può dirci in quale seduta del Parlamento abbia presentato la proposta sulle premialità e sulle sanzioni che prima ha citato. Mi piacerebbe poi potere risalire a chi ha votato contro: ciò mi interesserebbe molto. Lei diceva che in due anni si è arrivati al 40 per cento di biostabilizzazione, cioè il 40 per cento di RSU viene attualmente già biostabilizzato. Grazie a quali impianti è avvenuto ciò e dove sono stati realizzati ? Lei parla di Bellolampo come di un impianto Pag. 8a rischio per i ritardi della messa in atto; come già ricordava il direttore tecnico, questo impianto è finito ma deve essere collaudato e quindi potrà essere messo in funzione non prima del 30 settembre. Quando, come Commissione, andammo sul posto, ci fu assicurato che sarebbe entrato in funzione il 30 aprile: quali sono stati i motivi di questo ritardo ?
  Ogni volta che lei ha parlato delle discariche, ci ha accennato al «rischio» di chiudere, quando sappiamo, invece, che ci sono precise disposizioni in tal senso, quindi perché lei valuta ciò ancora come un rischio ?

  PRESIDENTE. Vorrei porle anch'io una domanda che riguarda le bonifiche, un tema più di carattere generale. Rispetto alle varie situazioni che avete in Sicilia, all'interno degli eventuali accordi di programma o dei rinnovi di accordi di programma intendete porvi come player, responsabili dell'eventuale accordo di programma, oppure assumere un ruolo più defilato ? Credo che questa sia una scelta strategica.

  PAOLA NUGNES. Mi scusi, la circolare emanata nel 2009 dall'assessore all'ambiente, per cui il tritovagliato veniva considerato rifiuto speciale, quindi con un costo molto più basso di conferimento a discarica (per cui, sicuramente, c’è stato anche un danno erariale e un aumento del conferimento in discarica), è ancora vigente ? La volta scorsa non ero presente, quindi mi scuso se eventualmente queste domande sono già state poste.

  PRESIDENTE. Decida lei, presidente, se desidera far rispondere il suo collaboratore a qualche domanda.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Grazie. Andiamo agli accordi di programma. Già con l'accordo ENI, relativo all'area di Gela, abbiamo imposto che una parte consistente degli investimenti dovesse riguardare le bonifiche, che in parte già sono in corso per quanto riguarda Gela, con il Trattamento acque di falda (TAF), che attualmente bonifica 150 litri al secondo dal sottosuolo; tuttavia, la vicenda ambientale è molto più grande, soprattutto per la presenza di minerali nel sottosuolo, con un rischio di inquinamento che si potrebbe estendere anche alle zone agricole. Abbiamo, però, un cronoprogramma preciso e investimenti già previsti nell'accordo; abbiamo già proceduto, come Regione, a dare l'autorizzazione per alcuni impianti non più in uso (mi riferisco, ad esempio, all'ex impianto di fertilizzanti Isaf di Gela, che però attende l'autorizzazione nazionale del Ministero, cioè la famosa VAS, per cui questi lavori potranno proseguire).
  Ovviamente, il tema delle bonifiche non riguarda solo Gela, dove la situazione è avanzata, posto che ci siamo assunti grandi responsabilità, anche in termini di impopolarità, rispetto a processi che vanno assolutamente fatti per salvaguardare la popolazione. Ritengo che il tema della riconversione non sia soltanto il tema delle bonifiche, ma sia legato alla riconversione industriale di alcuni siti, in quanto negli ultimi cinquant'anni la realtà industriale siciliana è stata legata al ciclo del petrolio. Ritengo, però, che si debba passare alla quarta rivoluzione industriale, che prevede il ciclo integrato ecocompatibile, ma anche di bioraffinazione, di bioenergia (soluzioni sulle quali molti nutrono perplessità, ma alla fine queste macchine con qualcosa devono pure andare avanti). Il tema delle bonifiche, quindi, dovrà essere oggetto di una trattativa più generalizzata con il Governo, secondo il principio per cui chi inquina paga. Per me è inaccettabile, infatti, che i petrolieri abbiano inquinato Gela, Milazzo e Priolo e debba ora pagare la Regione con risorse pubbliche. Il principio «chi inquina paga», è un principio europeo, quindi dobbiamo assolutamente costringerli a far ciò; anche su questo intendo aprire una vertenza a livello nazionale, coinvolgendo i Ministeri del lavoro, delle attività produttive e dell'ambiente, perché considero fondamentale dare una risposta a territori in cui si rileva Pag. 9una forte incidenza di alcune tipologie di malattie tipiche dell'industrializzazione. C’è anche tutta la vicenda dell'amianto, che vi segnalo in quanto una sentenza assurda della Cassazione stabilisce che chi non ha fatto la domanda in tempo, rispetto a quando è stato accertato l'amianto, si vedrà prescritto il diritto a ottenere la pensione, come se quella fosse una pensione normale, un mero fatto burocratico e non fosse, invece, riconosciuta per ragioni di lavoro usurante. Abbiamo, quindi, tanti lavoratori dei petrolchimici siciliani, ma anche della zona di Biancavilla, i quali, sebbene affetti da gravissime malattie, sono costretti a continuare a lavorare perché non riescono a usufruire della pensione. L'altro giorno ho avuto un incontro con questi lavoratori e, sebbene in Sicilia ci siano state oltre 600 sentenze della magistratura che certificano come quei lavoratori, dopo il 1992, hanno continuato a subire i danni dell'amianto (così come riscontrati in Sicilia fino al 2003 dalle ARPA, dalle ASP, dai CTU nominati dai magistrati), però per la Cassazione e per l'INPS questo diritto è caduto in prescrizione, con situazioni allucinanti. Credo che ci sia un vuoto normativo su questo e il lavoro della Commissione in ciò potrebbe essere utile, anche perché una soluzione diversa non avrebbe neppure effetti sconvolgenti sulle finanze dello Stato o dell'INPS: parliamo di alcune decine di migliaia di lavoratori in Italia, che potrebbero, forse, salvarsi la vita se diamo loro il diritto di potersi curare a casa, avendo una vita più serena. Si tratta di situazioni terribili, di lavoratori che non capiscono perché lo Stato rifiuti di rispettare le sentenze dei magistrati. Credo che su questo dovremmo fare un ragionamento complessivo e, sinceramente, sarebbe importante che ci deste una mano, non solo sull'amianto ma anche sulle altre questioni delle bonifiche, che considero prioritarie. Spesso la gente vede l'inquinamento in atmosfera ma non vede quello più insidioso, che si realizza nel sottosuolo, che può contaminare il ciclo alimentare e provocare effetti spaventosi perché si tratta di prodotti che mangiamo. Il Parlamento non ha votato questa norma in occasione della legge finanziaria, nella seduta dell'ultima settimana di aprile e non so quali Gruppi abbiano votato contro, anche perché essi si avvalgono del voto segreto, che è un'altra porcata laddove viene utilizzato per ragioni di killeraggio politico e non per un uso corretto (ne comprendo, infatti, l'uso in caso di questioni etiche, morali o di coscienza, dove è giusto che non si abbiano ritorsioni politiche, ma chiedere un voto segreto su questo equivale solo ad un'azione di killeraggio). Le ragioni sono classiche, sia delle opposizioni, sia anche all'interno della maggioranza e consistono nel dire che non si fanno le cose perché c’è un Governo inadempiente, per via dell'opposizione, ignorando gli interessi collettivi. Questo avviene di norma: si potrebbe fare mille e magari riusciamo a fare cento. Non ci sono strumenti per sanzionare la libertà del parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni, ma ci sono invece le leggi per sanzionare gli amministratori inadempienti. Sulla differenziata, adesso, stiamo imponendo che tutte le gare nuove prevedano il raggiungimento degli obiettivi di differenziata negli appalti delle varie stazioni appaltanti. Il tema dell'UREGA è che la Regione siciliana ha centralizzato il sistema di appalti e, oltre la soglia di 1,2 milioni di euro, le ha centralizzate a livello dell'UREGA provinciale; nonostante la retorica della lotta per la trasparenza, che si realizza attraverso sistemi centralizzati di controllo e che vale per tutto, per l'UREGA, come per gli ATO, a volte questi sistemi diventano modi più semplici per la penetrazione del malaffare. Non ci sono scorciatoie per la trasparenza, che è anche il frutto culturale della storia di un Paese, della sua classe politica e burocratica, per cui, magari, una gara dura sei mesi perché, nel frattempo, cambiano le offerte, ovvero si apre all'ultimo momento quella dell'amico, che già sa quali sono state quelle precedenti, con una serie di meccanismi che consentono...
  So che ci sono assolutori di questo sistema, ma quando ero sindaco di Gela ho spesso dovuto fare le gare davanti ai Pag. 10carabinieri perché cambiavano le offerte in corso e abbiamo raggiunto obiettivi per cui la gara si esauriva in un giorno e mezzo o due giorni al massimo, quando invece, in altri casi, durano sei mesi. Sinceramente vorrei mettere mano a questo sistema dell'UREGA e ho proposto anche un emendamento nella finanziaria per accelerare i tempi di obbligatorietà delle gare, anche questa stralciata: il perché non lo so. Probabilmente, il presidente di questa Regione parla linguaggi diversi rispetto a certe aree parlamentari. Io non ho avuto la maggioranza; all'inizio i grillini avevano dato una mano ma poi sono diventati anche loro un partito come tutti gli altri, costretti a fare ragionamenti di maggioranza e di opposizione; non fanno, cioè, il ragionamento per cui si raggiungono i contenuti, per cui c’è un presidente della Regione che vuole portare la trasparenza sugli appalti: non gliene frega niente...

  PAOLA NUGNES. Qui non dobbiamo fare considerazioni...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Era giusto per fare una considerazione politica.

  PAOLA NUGNES. Dobbiamo fare solo riferimenti tecnici e non politici, altrimenti...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Voi, naturalmente, siete sine macula.

  PRESIDENTE. Cerchiamo di stare sul tema. Dopo, eventualmente, vi fermate a discuterne...

   ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Vi chiedo scusa, non ho alcuna intenzione di polemizzare, ma mi sarei aspettato una mano in più. Passiamo alla questione Bellolampo. Bellolampo non è di gestione della Regione siciliana; è gestita dal Comune di Palermo ed era una discarica totalmente chiusa, peraltro, una delle più inquinanti e inquinate d'Europa; non era nostra competenza come Regione siciliana, poiché c’è un gestore che doveva realizzare l'opera ma non ha fatto ciò; noi ci siamo sostituiti nel fare questi interventi e l'abbiamo fatto con le nostre risorse, quindi, non deve essere pagata dai lavoratori.
  Mettiamo la vicenda del percolato dentro la nuova impiantistica che devono avere queste discariche ed è anche abbastanza evidente che su Bellolampo sono stati raggiunti degli obiettivi in ogni caso importanti; la discarica di Bellolampo era stata stimata per l'uso della città di Palermo, ma è ovvio che la crisi del sistema delle discariche di oggi fa sì che le famose 800 tonnellate di biostabilizzazione, nel momento in cui conferiscono gli altri comuni, diventano insufficienti, quindi, il problema va affrontato. Se però raggiungiamo l'obiettivo del 30 per cento di differenziata, le cose non stanno così, perché passando da 800 a 1.200 mi pare che il risultato faccia esattamente quel 30 per cento che manca a Palermo e noi, che vogliamo assolutamente raggiungere questo obiettivo, faremo ciò con tutti i mezzi. Tenterò ancora di individuare sistemi di sanzioni e di incentivi, ma non escludo, nel momento in cui fossi costretto a fare un'ordinanza per ragioni sanitarie, di non imporre questo sistema con una progressione, decidendo, per esempio, di non prelevare più rifiuti nei comuni che non rispettino alcune percentuali di differenziata: qualcosa bisognerà fare ed è assurdo ricevere un rifiuto rispetto a obiettivi molto semplici. Sarebbe, probabilmente, necessaria una legislazione nazionale, perché il legislatore locale risente molto dell'influenza degli enti locali, ad esempio quando si parla di sanzioni, quindi una normativa nazionale che penalizzi coloro che non fanno la differenziata ci dovrebbe essere.

  PAOLA NUGNES. Mi perdoni, il commissariamento dei comuni che non raggiungono la raccolta differenziata è una legge ancora in vigore a livello nazionale o è venuta meno ? Non conosco la legislazione speciale della Regione.

Pag. 11

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. L'ordinamento degli enti locali in Sicilia è di competenza esclusiva della Regione siciliana, quindi, non si può intervenire sugli enti locali: ci vuole il recepimento della normativa nazionale in materia di enti locali. Le norme ambientali funzionano direttamente e la materia dello scioglimento avrebbe influenza sulla legislazione degli enti locali: non vogliono mettere le sanzioni pecuniarie, figurarsi lo scioglimento !

  PRESIDENTE. Per vostra conoscenza, nel collegato ambientale c’è un sistema premiale, non punitivo. Voi senatori lo avete in discussione adesso.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Se c’è, non funziona: se questi fanno il 10 per cento di differenziata, significa che non funziona.

  LAURA PUPPATO. Probabilmente, ciò dipende dalle legislazioni locali, perché nella nostra realtà si prevedeva un incremento dei costi addebitabili alle famiglie in relazione ai costi di smaltimento e c'era un sovrapprezzo dello 0,30-0,40.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. No, io prevedevo una sanzione nei confronti dei comuni non virtuosi, da adottarsi sulla base della trattenuta che si farebbe nei trasferimenti dalla Regione ai comuni, però, per questo, occorre una legge. Adesso riproporrò ciò in un provvedimento, che abbiamo già approvato e che si chiama «Sblocca Sicilia», così come abbiamo il tema più complessivo della semplificazione delle SRR, il cui numero, definito dal precedente Governo, a mio parere è eccessivo. Vorrei fare coincidere il numero delle SRR con il numero delle città metropolitane e dei liberi consorzi dei comuni che sostituiranno le vecchie province, quindi, sostanzialmente, 9. Non si può pensare che prima esistevano 27-38 ATO e adesso ci sono 18 SRR: non ha senso. Si tratta di un sistema basato sul fatto che non si vogliono toccare i privilegi. Noi immaginiamo che le SRR debbano funzionare con il principio della responsabilità dei comuni, cioè secondo il principio dell'autonomia ma anche della responsabilità, altrimenti fanno debiti che non pagano mai; immaginiamo che debbano funzionare come nel modello toscano, dove sono 3 e non 30, laddove esiste un sistema di gestione dei rifiuti articolato sulla base di progetti territoriali integrati che abbiano senso in una determinata realtà. Non posso valutare la problematicità della raccolta dei rifiuti nella città di Palermo con gli stessi parametri di Petralia Sottana o delle Madonie, dove il tema della raccolta acquista ben altri significati organizzativi, dove il porta a porta diventa molto semplice, dove gli strumenti richiesti sono molto piccoli, laddove, invece, attualmente, si sono imposti sistemi sia tariffari che organizzativi che non corrispondevano alle esigenze delle realtà, soprattutto dei piccoli comuni, i quali si sono visti tremendamente aumentare i costi perché trascinati sul modello delle grandi città, senza però avere né strumenti finanziari, né necessità comparabili. Quando entriamo nel ragionamento sugli ARO, che trova perplessi alcuni, dobbiamo capire che, da un lato, si vuole restringere la linea organizzativa, il coordinamento organizzativo e la gestione dell'impiantistica, dall'altro, il sistema RSU ha necessariamente bisogno di articolazioni territoriali che si basano sulle effettive esigenze e non su costi e modelli organizzativi traslati dalle grandi città ai piccoli centri, i quali sono stati fortemente penalizzati. Su questo stiamo lavorando e, in coda alla legge sui liberi consorzi dei comuni, stiamo prevedendo un articolo di legge che allinea le due cose. Per quanto riguarda le discariche esistenti, certamente immagino che ci siano, anche perché non si passa in un giorno da un sistema a un altro: in altri posti d'Europa o d'Italia non abbiamo chiuso improvvisamente le discariche. Quando abbiamo provato a far ciò a Napoli, quello che è successo lo hanno visto non solo gli italiani ma tutti i cittadini Pag. 12del mondo, laddove un'impostazione demagogica ha imposto di chiudere tutte le discariche pubbliche, mentre quelle private piacevano a tanti. L'unico risultato di ciò è stato il trasferimento dei rifiuti all'estero e, quando questo non è stato possibile, si è avuta l'emergenza sanitaria, una situazione che io non consentirò in Sicilia, anche a costo di rischi personali, perché una comunità va protetta e non può pagare il prezzo delle scellerate scelte che ha fatto la politica nel passato. Vorrei un aiuto dal Governo, che non mi può caricare di tutta questa vicenda da solo. Farò i provvedimenti, però, dal momento che il 30 luglio una serie di questi scadono e vanno fatti, io mi sarei aspettato un decreto che mi consentisse di agire al riparo: se ciò non avviene, pazienza, so di rischiare ma lo farò.

  DOMENICO ARMENIO, Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana. In ordine all'impianto di TMB di Bellolampo, volevo precisare che, in effetti, l'impianto è stato completato nei primi di maggio e sono in corso il collaudo e gli allacci elettrici, nei termini previsti.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Il cronoprogramma, quindi, è stato rispettato.

  DOMENICO ARMENIO, Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana. Sì, ci sono i collaudi in corso; naturalmente, è un impianto molto delicato, che va testato, perché per la messa a regime c’è un periodo dai 3 ai 6 mesi, come dimostra l'esperienza della regione Sardegna o di altre regioni che hanno attivato questi impianti. Per quando riguarda RAP e percolato, come lei ben sa, la vecchia AMIA aveva fatto un appalto-concorso a tariffa e c'era stato un aggiudicatario, mentre l'AMIA attuale, municipalizzata del Comune di Palermo, ha revocato il bando in quanto l'ha ritenuto antieconomico. Noi, come dipartimento, abbiamo sollecitato più volte, da più di tre mesi, la RAP del Comune di Palermo a indicare quale impianto alternativo debba mettere in atto al fine di evitare il trasporto del percolato fuori regione, anche se adesso, in regione, in provincia di Agrigento, si sta realizzando un grosso impianto che potrà trattare il percolato e che sarà pronto fra 6-8 mesi. Per quanto riguarda l'UREGA, i bandi prevedono tutti gli standard della differenziata nel triennio, quindi al 45 e, addirittura, fino al 65 per cento; una volta espletati i bandi, lavoro che è partito da due anni con la legge regionale, con gli ARO a cui abbiamo approvato il piano di intervento, andranno ora appaltati e messi in esecuzione. Siamo in questa fase, in cui tutti gli appalti sono stati approvati dal punto di vista tecnico e amministrativo e bisogna effettuare andare in esecuzione. Per quanto riguarda la tritovagliatura, la nota a cui si riferiva la senatrice è stata fatta da un assessore nel 2009, ma per noi non ha alcuna vigenza, quindi abbiamo già scritto a tutte le province. La legge regionale prevede l'accertamento da parte delle province regionali della messa in atto di tutte le azioni necessarie per recuperare le somme non versate. Abbiamo già avuto riscontro di ciò da alcune province, come quella di Ragusa, che ci ha detto di avere già applicato la tassa per intero, quindi, 12 euro a tonnellata e non i 6 previsti da quella nota. Aspetteremo le risposte delle altre province, le solleciteremo e poi, nel caso in cui ci fossero delle discrepanze tra la somma prevista di 12 euro e i 6 euro di cui parlava la circolare, metteremo in atto il recupero delle somme a carico dei comuni che non lo hanno fatto. Per quanto riguarda il tributo speciale, anche gli importi tabellati non sono veritieri, perché non comprendono il contenzioso in atto. La Provincia di Ragusa ha già accertato mancati versamenti per una cifra pari a quella attualmente incassata, quindi è una procedura in itinere, che si concluderà con l'accertamento delle somme dovute e la messa a carico dei comuni che non hanno versato, anche tramite il mancato trasferimento agli enti o altro mezzo previsto dalle norme vigenti. Il piano rifiuti è vigente, non è scaduto; è un piano del 2012, fatto dal commissario dello Pag. 13Stato, che ha avuto una piccola anomalia dovuta al fatto che la VAS è stata postuma (perché il momento in cui è stato realizzato era assolutamente emergenziale, con Palermo che non aveva discariche, quindi si è fatto molto in fretta).
Adesso abbiamo avuto il decreto di ambedue i Ministri, sia dell'ambiente, sia dei beni culturali; il piano è vigente e adesso andrà in Giunta per l'apprezzamento (ma ci sono alcune prescrizioni per quanto riguarda l'aggiornamento, su cui stiamo lavorando); speriamo entro l'anno di definire.

  PRESIDENTE. Questo è un passaggio importante: adesso il piano ritorna in Giunta ?

  DOMENICO ARMENIO, Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana. Per la presa d'atto da parte della Giunta e poi andiamo a fare l'aggiornamento...

  PRESIDENTE. Comunque, poi, il piano stralcio verrà integrato alla pianificazione ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Il piano stralcio è già operativo.

  PRESIDENTE. Le chiedevo ciò per capire l'architettura. Adesso voi avete fatto il piano stralcio, che è già operativo, poi ritornate in Giunta con il piano e dopo tornate in Assemblea regionale, è così ?

  DOMENICO ARMENIO, Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana. No, si farà l'aggiornamento e il piano andrà a VAS regionale per l'esclusione di incidenza. Rispetto alle prescrizioni, il Ministero lo ha approvato: il piano è approvato e vigente, non è assolutamente scaduto.

  STEFANO VIGNAROLI. Scusi, quando scade allora, se non è scaduto ?

  DOMENICO ARMENIO, Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana. Il piano vigeva fino a dicembre 2015, ma altre regioni hanno il piano del 2010, quindi noi abbiamo forse il piano più fresco di tutta Italia.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Scusate, c’è un po’ di confusione. Il piano fu approvato nel 2012: è lì !

  PRESIDENTE. Attenzione, però, perché un piano formalmente approvato è il piano a cui l'Unione europea fa riferimento per decidere se applicare sanzioni.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Poi magari quello che è scritto nel piano non è realizzato...

  PRESIDENTE. Poi, che si faccia o meno è un altro tema, però, formalmente, a livello comunitario, così come ha fatto la Regione Lazio, così come ha fatto la Regione Campania dopo la serie di problemi che anche queste regioni hanno avuto, a fronte del tema sollevato dal Ministero, riguardante le sanzioni comunitarie, non è indifferente, formalmente, avere o non avere un piano approvato. Il piano era approvato per modo di dire, ma non era riconosciuto perché non aveva concluso il necessario iter istituzionale.

  DOMENICO ARMENIO, Dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti Regione siciliana. Il piano è stato fatto e approvato dallo Stato perché era del Commissario: è vigente. Alcuni impianti del piano sono stati realizzati e l'approvazione del piano ci permetterà di superare le condizionalità ex ante e quindi di accedere alla programmazione 2014-2020: è quindi importantissimo. Credo che la pilot che era stata attivata per questa infrazione verrà sostanzialmente superata, fermo restando che faremo questo aggiornamento, prescritto dal Ministero, con riferimento anche tecnico, posto che alcuni dati non erano stati correttamente imputati; si tratta, quindi, di andare a riprendere tutte le varie prescrizioni e la VAS, nonché di Pag. 14correggere nei numeri e nelle previsioni il piano, che è dimensionato per il 50 per cento di differenziata. Gli impianti che abbiamo, rispetto alle 6.000 tonnellate prodotte, sono riferiti a un 50 per cento di differenziata; realizzando tutti quei TMB, impianti di compostaggio e impianti di CSS andremo a raggiungere le previsioni di piano, sempre nell'ottica del raggiungimento della differenziata, che è l'obiettivo primario di qualsiasi pianificazione e di qualsiasi azione.
  Gli impianti di TMB previsti, che non abbiamo attivato, sono gli impianti bivalenti, nel senso che già adesso prevediamo una linea di compost e una linea per il trattamento dell'indifferenziato dopo la separazione; tuttavia, essendo delle celle aerobiche, possono essere utilizzate per la trattazione del compost, quindi man mano che aumenterà il compost diminuiremo il trattamento meccanico biologico. In quel senso l'impianto di Palermo, che prevede 150 tonnellate per la biostabilizzazione e 250 tonnellate (in termini di volumi ma è operativo per 100 tonnellate) di compost, potrà essere, man mano che Palermo raggiungerà la percentuale di differenziata prevista, per la quale abbiamo dato un notevole apporto economico, con 20 milioni di euro (abbiamo individuato due step di differenziata con i fondi europei tramite la legge di emergenza), ancora utilizzato man mano che aumenta il compost e si riduce la FOS.

  PRESIDENTE. Due brevissime domande della senatrice Orrù e dell'onorevole Vignaroli.

  PAMELA GIACOMA GIOVANNA ORRÙ. La ringrazio, presidente Crocetta, per i chiarimenti. Volevo fare una domanda sul piano ma lei ha già risposto. Vorrei quindi rifare il punto della situazione più che porre una domanda diretta. Ritengo importante e significativo l'incontro di ieri con il Ministro Galletti, ma non capisco cosa c'entri un moto di coscienza con i rifiuti (certo il voto segreto viene richiesto a prescindere). Come lei ha evidenziato, il conferimento da parte dei comuni ha un costo che ricade sui cittadini e quando si attiva un meccanismo virtuoso, come quello che si poteva proporre, i cittadini non hanno un aggravio, anzi, tutt'altro. Lei diceva, peraltro, che la competenza degli enti locali è esclusiva della Regione, però ciò è un po’ contraddittorio rispetto al fatto che non riuscite ad approvare una norma inserita all'interno di un disegno di legge e che vorreste il potere sostitutivo dello Stato...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Bisognerebbe metterla come norma ambientale e non ordinatoria.

  PAMELA GIACOMA GIOVANNA ORRÙ. Però, lo trovo un po’ contraddittorio: c’è una Regione che ha una competenza. Purtroppo, mi dispiace sottolinearlo, io nasco dipendente provinciale, quindi, ieri, con il cuore scioperavo insieme ai miei colleghi (siamo andati anche oltre la deroga Del Rio): tutto dipende solo da noi e dalle specificità che il nostro bellissimo Statuto ci garantisce.
  Al di là di tutte queste considerazioni, sono state fatte delle proposte assolutamente meritorie; lei ha detto che ci vuole un anno per uscire da questa emergenza, che – mi consenta – ormai è diventata ordinaria; è un'emergenza chiaramente ereditata, perché questa situazione dei rifiuti non si è creata in due anni; però, in questi due anni, c’è stata, a mio avviso, quasi una non gestione, perché forse si è preso atto di quello che realmente c'era. A questo punto le chiedo: in questo anno, fermo restando che il piano è approvato, fermo restando che lei, come presidente della Regione siciliana, ha fatto una proposta al Ministro Galletti, cosa si intende fare per uscire da questa emergenza ?

  STEFANO VIGNAROLI. Un chiarimento sull'articolo 191. Voi avete chiesto allo Stato il potere sostituivo, di darvi una mano con un decreto ad hoc; ciò vi è stato negato e mi domando se abbiate chiesto il Pag. 15commissariamento; a fine luglio scadono i 18 mesi del 191, quindi, visto che non avete avuto la copertura dello Stato, cosa succederà a fine luglio: lei dovrà rifare un'altra ordinanza, potrà farla ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. La prima questione era legata alla vicenda...

  PRESIDENTE. La senatrice Orrù voleva capire, in quest'anno...

  PAMELA GIACOMA GIOVANNA ORRÙ. Il piano c’è, quindi, cosa si intende fare...

  PRESIDENTE. I contenuti dello stralcio !

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Non ci troviamo di fronte alla situazione precedente: noi abbiamo un work in progress, nel senso che abbiamo avviato delle cose; alcune di queste si concluderanno a settembre, altre si concluderanno a gennaio e via dicendo. L'obiettivo si basa sul raggiungimento della differenziata al 35 per cento, per ridurre di un terzo l'impatto dei rifiuti, nonché sulla modernizzazione di un'impiantistica che completi il ciclo integrato dei rifiuti, compreso l'avvio di cose che avranno magari bisogno di più tempo, ma che ci faranno uscire dall'emergenza. Se, infatti, raggiungiamo questi obiettivi, cioè, a settembre raggiungiamo il 70 per cento del biocompostaggio ed entro l'anno il cento per cento, aumentando la differenziata sicuramente avremo meno rifiuto da trattare, quindi il ragionamento è molto dettagliato (vi lascio copia della documentazione, quindi potete prenderne visione). In questo momento, però, se spariscono le discariche esistenti, noi non riusciamo a conferire i rifiuti da nessuna parte, quindi, sto pensando a un'ordinanza di natura sanitaria, che non posso fare oggi ma che sicuramente posso fare il 1 luglio. In alternativa, cosa faccio, lascio per tutta l'estate i rifiuti nelle strade dei siciliani, sottoponendo a rischio la salute dei cittadini solo perché qui non c’è nessuno che si vuole assumere la responsabilità ? Governare implica un'assunzione di responsabilità: pazienza, può darsi che pagherò anche per questo, però io sono pronto.

  PAMELA GIACOMA GIOVANNA ORRÙ. Scusi, solo una precisazione: nel piano che ha lasciato agli atti, c’è la proposta ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Sì, incluso cosa intendiamo fare esattamente quest'anno: c’è scritto tutto dettagliatamente, con la serie di azioni previste. Se avessimo fatto un 191 concertato fra Ministero e Regione, probabilmente, non avremmo questa difficoltà a rispettare il piano e non avremmo questa emergenza, ma pazienza !

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Vorrei iniziare un ragionamento che se vuole possiamo chiudere in seguito, perché lei potrà convincere me ma io spero, invece, di convincere lei, in quanto questa impostazione delle SRR ridotte non mi vede molto convinto e le spiego perché.

  PRESIDENTE, Scusi, senatore, lasciamo agli atti che non è d'accordo con l'impostazione espressa dal presidente Crocetta, però formuli la domanda e poi, magari, vi potete fermare qualche minuti a parlarne dopo l'audizione.

   GIUSEPPE COMPAGNONE. Questi impianti che spero si organizzeranno si realizzeranno quest'anno...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Ce lo chiede il Ministero: ci chiede di ridurre il numero di organi di gestione del servizio del ciclo dei rifiuti.

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  GIUSEPPE COMPAGNONE. Questi impianti sono in gran parte pubblici, quindi da chi verranno gestiti ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della giunta della Regione siciliana. Dalle SRR.

  PRESIDENTE. Grazie. Invieremo una mail a tutti i commissari ed entro una settimana raccoglieremo delle domande più specifiche, che poi le faremo avere presso la sua direzione, con la preghiera, ovviamente, di darci risposta. Nel ringraziare i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.25.