XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 98 di Giovedì 25 giugno 2015

INDICE

Audizione degli amministratori giudiziari di Italgas SpA, Andrea Aiello, Sergio Caramazza, Marco Frey, Luigi Saporito:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Aiello Andrea , amministratore giudiziario di Italgas SpA ... 3 
Saporito Luigi , Amministratore giudiziario di Italgas SpA ... 4 
Frey Marco , amministratore giudiziario di Italgas SpA ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Mattiello Davide (PD)  ... 6 
Lumia Giuseppe  ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 8

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 15.05.
  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Audizione degli amministratori giudiziari di Italgas SpA, Andrea Aiello, Sergio Caramazza, Marco Frey, Luigi Saporito.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione degli amministratori giudiziari di Italgas SpA, Andrea Aiello, Sergio Caramazza, Marco Frey, Luigi Saporito. L'audizione odierna costituisce il seguito di quella svolta il 22 ottobre 2014 e ha per oggetto il procedimento di prevenzione nei confronti della società Italgas SpA in vista dell'ormai prossima conclusione del periodo di amministrazione giudiziaria della società disposto dal tribunale di Palermo. Ricordo, come di consueto, che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta. Nel ringraziare gli auditi per la loro presenza, do ora la parola per primo, come nella scorsa audizione, all'avvocato Andrea Aiello.

  ANDREA AIELLO, amministratore giudiziario di Italgas SpA. Grazie, presidente. Farò una brevissima sintesi per fare il punto della situazione sullo stato dell'arte. Sono già trascorsi undici mesi dall'inizio della misura e il procedimento è ancora pendente. Il tribunale si è riservato di farlo il 12 maggio, ma non ha ancora adottato un provvedimento in esito a questo periodo di amministrazione giudiziaria. Noi abbiamo portato avanti un'attività corrente, al di là dell'attività che era necessaria a comprendere eventuali motivi dell'infiltrazione che hanno giustificato la misura, e quindi abbiamo portato avanti anche un'attività di indagine sulle reti, che rappresenta una parte estremamente complessa. La società, com’è noto, gestisce oltre 155 mila chilometri di reti di distribuzione di gas. Nei limiti del tempo che ci è consentito, faremo un'illustrazione. Considerando anche le notevoli difficoltà e la tipologia di indagine condotta, di cui magari potremo dire qualche cosa in seguito, ovviamente il tempo è stato estremamente contenuto. Sono state indagate diverse reti, come si era detto anche nell'occasione della precedente audizione, con particolare attenzione alla lavorazione eseguita dall'impresa riconducibile ai soggetti agevolati, ossia i signori Cavallotti, sottoposti a procedimento di prevenzione. Contestualmente, nel ripercorrere tutti i processi aziendali, sono state appurate diverse disfunzioni, che non soltanto hanno reso possibile la presenza dell'impresa dei Cavallotti con un determinato modo di procedere nelle lavorazioni, ma, che sono le stesse che hanno reso possibili anomalie nella realizzazione delle lavorazioni anche da parte di altre imprese, sempre sulla base dei risultati emersi dall'attività di indagine. Pertanto, il problema delle criticità e della non conformità di alcuni punti delle reti – parlo di alcuni punti delle reti nei limiti di quanto è stato possibile ispezionare – non è soltanto con riferimento alle lavorazioni svolte dai signori Cavallotti. In realtà, le stesse criticità sono risultate anche con riferimento a lavorazioni eseguite da numerosi altri fornitori dell'impresa. A fronte di queste disfunzioni l'amministrazione giudiziaria ha messo in piedi un piano di intervento per cercare – diciamo impropriamente – di ristrutturare l'azienda, al fine di garantire, in prima battuta, una gestione Pag. 4sana degli appalti in qualità di parte committente, tale, in pratica, da impedire per l'avvenire – questo, ovviamente, in un discorso generico; ci sono sempre le eccezioni – la possibilità che le reti non vengano realizzate a regola d'arte, con una serie di problematiche da risolvere. È stato aggiornato, inoltre, un prezzario che si era già detto essere particolarmente datato. I valori del prezzario in essere al momento dell'amministrazione giudiziaria risalivano, infatti, al 2010 formalmente, ma in realtà erano del 2003, molti dei quali trascinati dal precedente prezzario del 1999. Erano, quindi, prezzi assolutamente inadeguati a fronte della lavorazione e dei costi che i fornitori hanno dovuto sostenere o che avrebbero dovuto sostenere, per realizzare determinate lavorazioni. Piano di ristrutturazione che è stato sottoposto all'autorità giudiziaria. Soltanto ai primi di maggio di quest'anno la SNAM ha dato un segno di piena collaborazione nel senso di condividere il piano di intervento dell'amministrazione giudiziaria e ha fornito un elaborato, che è già agli atti della Commissione, con la descrizione analitica delle modalità di attuazione del piano di intervento proposto dall'amministrazione giudiziaria, che l'amministrazione giudiziaria ha recepito e condiviso. Noi abbiamo espresso, sostan-zialmente, un parere favorevole. Pertanto, nel corso di quest'ultimo periodo si è lavorato insieme alla SNAM per organizzare le varie fasi, quantomeno per il periodo in cui l'amministrazione giudiziaria è ancora presente, e fare i primi passi per dare attuazione al piano di intervento dell'amministrazione giudiziaria.
  Contestualmente – poi passerò la parola ai colleghi per altri argomenti – tra i problemi che erano emersi già all'inizio dell'amministrazione giudiziaria ce n'era uno connesso alla gestione delle gare d'appalto. Tali gare erano gestite su un sistema informatico, secondo una procedura particolare, che è risultato subito essere permeabile, nella misura in cui l'accesso a livello sistemistico alle offerte economiche trasmesse dai partecipanti alle gare d'appalto non era certamente inaccessibile. Questo è stato uno dei punti principali, perché ha costretto l'amministrazione giudiziaria a sospendere gli iter connessi all'approvvigionamento sulla base delle gare di appalto svolte secondo questo metodo, non conoscendo ovviamente le vicende sottostanti alla trasmissione delle offerte economiche. Pertanto, abbiamo dovuto procedere nel corso di questi mesi in via d'urgenza, fino a quando, in questo caso con la collaborazione della SNAM, si è ottenuto che questo sistema di gestione delle gare elettroniche garantisse l'inaccessibilità al dato di maggiore interesse per l'espletamento delle gare, ossia l'offerta economica. Si è creato, quindi, un sistema di crittografia che impedisse effettivamente, prima della data di scadenza del termine di presentazione delle stesse offerte, o di apertura delle cosiddette buste in questo caso, l'accesso al dato a chicchessia. Abbiamo fatto un'attività ricognitiva delle gare svolte non posso dire neanche nell'ultimo decennio, perché nella prima relazione, acquisita dalla Commissione, il proposito dell'amministrazione giudiziaria era quello di tracciare un percorso ricognitivo sugli esiti delle gare d'appalto assegnate nel corso dell'ultimo decennio. In realtà, però, l'amministrazione giudiziaria non è riuscita a ottenere tutta la documentazione di gara dell'ultimo decennio. Abbiamo avuto modo di guardare gli esiti delle gare in maniera compiuta a partire dal 2006 per arrivare fino al 2014. Sono in fase di estrapolazione i dati percentuali sulle ipotesi in cui l'impresa aggiudicataria dell'appalto sia stata quella che ha presentato l'offerta economica per ultima o per penultima, percentuali che risulteranno in un certo qual modo significative soprattutto in due anni di riferimento, il 2009 e il 2011. Io passerei la parola per altri argomenti ai colleghi.

  LUIGI SAPORITO, Amministratore giudiziario di Italgas SpA. Faccio un'introduzione rapida sul bilancio e sugli accantonamenti che sono stati fatti a bilancio, relativamente proprio al discorso delle irregolarità riscontrate sulle reti, quanto meno al 31 dicembre. Come avevo già accennato l'altra volta, anche in conformità a un provvedimento Pag. 5del giudice delegato che aveva demandato delle indicazioni di massima per consentire il successivo consolidamento del bilancio in SNAM e poi anche quello successivo in Cassa depositi e prestiti, che era stato richiesto per la prima volta quest'anno, con decorrenza dal 31.12.2014, noi abbiamo proseguito in tutti quei rapporti di collaborazione con SNAM e anche con la gestione e l'utilizzo dei servizi accentrati. Questo ci ha consentito di redigere un bilancio d'esercizio al 31.12.2014 che ha avuto l'approvazione del collegio sindacale e della società di revisione e che è stato poi approvato anche dal socio controllante. Questo bilancio, che è sostanzialmente in linea con i risultati degli anni passati e porta un utile netto di 328 milioni. Nella fattispecie tali utili non sono stati distribuiti, ma sono stati mantenuti all'interno di Italgas in costanza di misura. Tra gli altri dati questo bilancio tiene conto anche delle irregolarità che sono state accertate a seguito di perizie tecniche sulle reti costruite dai soggetti cosiddetti agevolati, che hanno dato poi origine all'avvio della misura e, quindi, in particolare, sulle reti che erano state costruite da Comest e da quest'ultima vendute a Italgas e sulle reti che erano state, invece, costruite per conto di Italgas da Euro Impianti Plus sino alla data del dicembre 2011, se non ricordo male. Si tratta della data in cui poi la stessa Euro Impianti Plus è andata in amministrazione giudiziaria. Sono state, quindi, effettuate delle verifiche tecniche sulla consistenza di queste reti, poste principalmente in Sicilia, a Novara, a Chiavari e a Sanremo, e l'esito delle irregolarità ha portato a determinare un accantonamento, che poi è stato approvato sostanzialmente da tutti, compresa la società di revisione, di 20 milioni di euro, che è stato appostato a bilancio approvato. Questo dato di stima ha trovato successivamente conferma in una perizia tecnica, sempre eseguita dal tecnico della procedura, ingegner Lo Giudice, che ha individuato con maggiore precisione i costi necessari per il ripristino di queste reti, suddividendo nel proprio elaborato tecnico, che è agli atti della procedura – se non sbaglio, è già stato depositato – i costi di monitoraggio e manutenzione e i costi di rifacimento, oltre che i costi imputabili a Comest, quindi, l'acquisto, e i costi imputabili alle reti costruite da Euro Impianti Plus. Il totale di questi valori porta a 18,5 milioni di euro e, quindi, è sostanzialmente in linea con l'accantonamento. Peraltro, questo importo di 20 milioni, che abbiamo visto essere in linea con una perizia maggiormente dettagliata di importi, è stato poi inserito e oggetto anche del budget del piano strategico che è stato definito nel marzo di quest'anno, piano strategico che va sino al 2018. All'interno di questo piano strategico c’è l'impatto che riguarda l'impegno finanziario per questi 20 milioni per queste reti di cui all'epoca eravamo a conoscenza. Non ha, ovviamente, l'impatto finanziario del piano di risanamento che era stato appena confezionato e depositato nel febbraio del 2015, che ha poi trovato sostanziale adesione da parte di SNAM anche con il piano di attuazione, condiviso anche dagli amministratori giudiziari, che porta la data dell'8 maggio. Il budget SNAM sa già che all'interno ci sono i 20 milioni e il piano di attuazione prevede che SNAM si impegni anche successivamente a regolarizzare analoghe posizioni, ponendo quindi i relativi investimenti che via via verranno individuati e che in parte sono stati anche individuati ulteriormente. Lascerò la parola ai colleghi su questo tema. Completo dicendo che anche di tutte le altre partecipate abbiamo approvato i relativi bilanci. In quel caso i dividendi non sono stati distribuiti. In conformità al piano strategico di Italgas a cui noi ci siamo uniformati, abbiamo ultimato anche le ultime operazioni straordinarie, quali l'acquisizione di Acam gas, per il residuo 51 per cento rispetto ai 44 milioni circa che erano stati già individuati da parte di SNAM. Questo è un quadro generico sui numeri. Anche tutti gli altri adempimenti sono stati regolarmente posti in essere dall'amministrazione giudiziaria.

  MARCO FREY, amministratore giudiziario di Italgas SpA. Come nella scorsa seduta, mi limito a riferire sulla parte più organizzativa e gestionale della società. Come la scorsa volta avevamo messo in evidenza, Pag. 6c'era un problema di scollamento relativo tra una rappresentazione formale dell'organizzazione anche attraverso il sistema procedurale e la corretta implementazione a livello operativo. La nostra preoccupazione durante tutto il periodo dell'amministrazione giudiziaria è stata, da un lato, di cercare, durante la nostra gestione, di colmare questo gap e, dall'altro, di mettere in condizioni l'organizzazione di diventare più resiliente rispetto a tutta una serie di elementi di fragilità potenziale. Che poi questi conducano o no ad aspetti strettamente inerenti alla misura o siano elementi che hanno a che fare con altre forme di non prestazioni conformi pienamente, da un lato, alle norme e, dall'altro, alle aspettative di buona gestione è un altro conto. In quest'ottica, sostanzialmente, abbiamo lavorato sul sistema procedurale già nel corso di tutti i mesi dell'amministrazione giudiziaria, ma nel nostro piano di azione, che è stato poi la base con cui ci siamo confrontati con SNAM per il piano di intervento che citava in precedenza l'avvocato Aiello, di fatto si sono concentrate le azioni principali che hanno questa natura di tipo preventivo in chiave gestionale. Ve le accenno soltanto, perché la documentazione è tutta agli atti. Uno degli elementi chiave è stato quello di ricreare una capacità di controllo in periferia all'interno dell'organizzazione. La struttura di Italgas è tale per cui, attraverso i distretti e i centri operativi, ha una sua capillarità. Bisognava riportare responsabilizzazione ed empowerment in quegli ambiti per consentire che ci fosse un controllo in corso d'opera delle diverse attività. Questo ha comportato, da un lato, un potenziamento delle strutture organizzative strettamente competenti di queste attività di supporto alla progettazione, all'esecuzione e al controllo e, dall'altro, un percorso formativo piuttosto significativo, che si sta avviando proprio adesso e che andrà progressivamente a coprire tutta la popolazione tecnica di Italgas relativamente a questi aspetti, proprio a partire dalla finalità di mantenere un maggior presidio nelle modalità di esecuzione e di controllo delle diverse attività. Questo aspetto è legato anche a un processo che è stato definito di change management, in cui alcune figure – stiamo parlando di più di 120 persone all'interno dell'organizzazione che sono i capi intermedi di tutte le strutture operative – verranno investite di una maggiore responsabilizzazione da questo punto di vista. L'idea è che questo percorso definisca alcune soluzioni organizzative incrementali rispetto a quelle che esistevano precedentemente, che abbiano la prima finalità di ridotare di piena autonomia la struttura della società operativa anche rispetto al quadro del gruppo nel suo complesso. Il secondo elemento è quello di fare un'azione specifica di formazione e di sensibilizzazione anche sui contenuti che hanno a che fare con le diverse regole e procedure di corretta esecuzione. Il terzo livello, come dicevamo, è quello di responsabilizzare in modo significativo i capi intermedi all'interno della struttura. Questo è il quadro principale delle azioni che noi abbiamo voluto mettere in campo. C’è stato poi un intervento specifico che ha riguardato il modello 231 e l'organismo di vigilanza, ma questo è stato, come sapete bene, un provvedimento che è stato gestito direttamente dal giudice delegato e che costituisce il punto di passaggio con la potenziale prosecuzione della misura.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  DAVIDE MATTIELLO. Grazie, presidente. Io credo di avere due domande e ritengo di farle in particolare all'avvocato Aiello. Premettendo che mi sembra che voi abbiate fatto un lavoro enorme in tutti questi mesi e che questo lavoro complesso e prezioso vi abbia portato a scoperchiare un vaso di Pandora che va in qualche modo al di là delle premesse specifiche, che sono quelle che hanno portato a incontrarci in questa sede della Commissione parlamentare antimafia, pongo due questioni. Con riferimenti alla prima, probabilmente mi è sfuggito, avvocato Aiello – lei ha iniziato la sua relazione da questo – un aspetto. A questo punto della vicenda voi avete finito il vostro lavoro, avete consegnato le vostre Pag. 7deduzioni e l'azienda ha risposto in maniera, mi sembra di aver capito, adeguata alle vostre sollecitazioni. Se ho sintetizzato bene, che cosa succede ora e in che tempi ? Chi decide che cosa e in che tempi ? Che cosa ci dobbiamo aspettare soprattutto rispetto al tribunale di Palermo ? La seconda questione spero di riuscire a esprimerla in maniera sintetica e chiara. Questa vicenda storicamente parte dal ruolo delle aziende dei Cavallotti. Partendo da lì, scoperchia il vaso di Pandora di quelle – chiamiamole così, quantomeno – inefficienze od opacità che voi ci avete descritto più e più volte. La mia domanda è questa: alla luce della vostra esperienza, questo sistema inadeguato che voi avete esplorato era un sistema inadeguato e dolosamente volto ad aprire qualche porta ad aziende infiltrate dalla mafia o era un sistema complesso e inadeguato di per sé, dentro cui poteva arrivare chiunque, tra cui persone vicine alla mafia o anche no ? Dal punto di vista della Commissione antimafia io credo che questa valutazione sia dirimente. Che quest'azienda così grande e importante nel sistema italiano funzionasse e funzioni così così ci interessa come cittadini e come istituzioni e avrà evidentemente delle conseguenze. Qui dentro, però, nello specifico, ci interessa capire se dal vostro lavoro emerge un'intenzionalità specifica nel creare e mantenere un sistema tendenzialmente opaco perché c’è un'intenzione precisa nel settore della metanizzazione – lo cito a titolo di esempio – di coprirsi le spalle in alcuni territori, garantendo l'accesso al business a determinati soggetti ? Oppure questa è una valutazione che non si può fare e voi avete scoperchiato un vaso di Pandora e dobbiamo sperare che lo Stato recepisca, anche al di là di Italgas e SNAM, tutto ciò che voi avete compreso a beneficio del sistema nel suo complesso ?

  GIUSEPPE LUMIA. Anch'io sono convinto che questa sia un'occasione preziosa innanzitutto per voi, per l'azienda e anche per la Commissione antimafia per tarare bene come si può intervenire in una condizione di azienda complessa e fare in modo che un parametro collegato e complesso sia rispettato. Mi riferisco a legalità e sviluppo. Queste due dimensioni devono procedere insieme e debbono insieme trovare la possibilità nella gestione dei beni sottoposti a sequestro di sviluppare tutte le loro potenzialità. Si parte dai Cavallotti. Voi avete riferito di aver fatto un controllo su tutte le aziende a partire non da dieci anni, ma quasi, in un periodo comunque piuttosto lungo. Vorremmo sapere che cosa è emerso, quante segnalazioni avete fatto e quali sono ulteriori aziende che, secondo voi, debbono essere sottoposte alla valutazione dell'autorità giudiziaria e che potrebbero essere poi valutate in termini sia di illegalità, sia di condizionamento mafioso. La seconda cosa molto importante – penso che anche questo debba diventare un contributo che va lasciato alla futura gestione dell'azienda – riguarda coloro che nel territorio gestivano – non mi ricordo il termine esatto – i nodi, ossia quelli che poi sul territorio, in base alla rete dell'azienda su base di zona, gestivano i rapporti diretti, quelli quotidiani con le aziende e che poi di fatto avevano quasi il potere di vita o di morte sulle imprese subappaltatrici. È importante capire quanti ne avete rimossi, ossia se le strutture aziendali sul territorio, per esempio in provincia di Enna, come in altri territori, restano lì e poi alla fine possono ritornare a mantenere rapporti antichi e a riprendere vecchi vizi. Quanti di questi soggetti avete rimossi, che fine hanno fatto e quanti sono stati segnalati all'autorità giudiziaria ? In relazione a questo aspetto organizzativo interno all'azienda, come è stato trattato e che risultati sta offrendo ? La terza questione è quella che sale di livello. Adesso ho parlato dell'azienda strutturata sul territorio, tentacolare e in grado di poter avere condizionamenti mafiosi. Ora vorrei sapere, invece, della struttura dall'alto. L'azienda aveva dei suoi dirigenti. Vogliamo sapere se nel lavoro che avete fatto sono state individuate, in relazione a questi dirigenti, delle irregolarità da sottoporre alla valutazione dell'autorità giudiziaria. Poiché, come avete chiesto, ci fornirete le risposte in seduta segreta, vogliamo sapere se anche in proposito ci renderete conto di quello che sta avvenendo nei vertici dell'azienda. È chiaro Pag. 8che anche i vertici dell'azienda potenzialmente hanno avuto delle responsabilità che vanno valutate.

  PRESIDENTE. Io vorrei aggiungere alcune considerazioni in linea con le domande che sono già state fatte, partendo da una che mi sembra di aver colto anche dalle vostre parole, ma che si evidenzia anche dalla lettura dei documenti che ci avete fornito. SNAM ha dato piena collaborazione ? È una domanda. Da quello che noi avevamo capito, si tratta di una sorta di affermazione. C’è stata, cioè, l'accettazione di tutti i rilievi che sono stati mossi. Anche a me nasce la domanda. Poiché non abbiamo a che fare con una dirigenza scelta tra gente che passava per strada, ma siamo di fronte a quella che, teoricamente, dovrebbe essere la migliore classe dirigente di un Paese, alla quale vengono affidati i gioielli di famiglia, c'era malafede, incomprensione della complessità dei fenomeni o inadeguatezza a capire il sistema complesso ? Chiaramente, voi siete tutti molto bravi, ma in qualche mese avete scoperchiato una realtà che chi sta lì tutti i giorni avrebbe dovuto vedere, tanto più che, in base a come l'avete fotografata, c’è stata poi, da quello che sembra, una collaborazione nell'adeguarsi. Questo aspetto è per noi piuttosto importante, perché questa non è l'unica grande struttura del Paese che gestisce settori dell'economia strategici e che è in mano pubblica. Ce ne sono anche altre. Partendo dalla vicenda Cavallotti, che è indubbiamente una vicenda grave, osservo che quello che è emerso, oltre alla vicenda più strettamente legata alle infiltrazioni mafiose, non è meno grave. Penso, fra tutte, alla vicenda romana, per esempio, in cui sembra che ci sia stato un collegamento, ma le patologie erano ben altre. Io sono dell'idea che di queste patologie le mafie sappiano approfittare, ma tutti sanno approfittare di patologie di questo genere. La questione è stata presa da una parte, ma la gravità della situazione che è emersa è ancora più grave. Questa è una domanda di carattere generale. Alla luce di questo sembra non sbagliata l'idea di nominare una sorta di comitato di vigilanza che verifichi che le indicazioni che voi avete fornito vengano in effetti eseguite. Questo mi sembra l'obiettivo del giudice, quello di avere individuato questi aspetti. Passando a questioni un po’ più concrete, di quante persone vi siete dovuti avvalere per fare questo lavoro ? C’è un'altra cosa che vorrei capire. In questa fase che rapporti ci sono stati tra voi e le aziende in amministrazione giudiziaria, ossia il complesso Cavallotti, sostanzialmente, quello che precedentemente era stato messo in amministrazione giudiziaria ? Che tipo di relazioni ci sono state tra l'amministrazione giudiziaria di Italgas e l'amministrazione giudiziaria di Euro Impianti Plus e quel gruppo ?
  Propongo di passare in seduta segreta.
  (Così rimane stabilito. I lavori della Commissione procedono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri auditi per il contributo fornito e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.30.