XVII Legislatura

Commissioni Riunite (VIII e X)

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Giovedì 14 maggio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Realacci Ermete , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, nell'ambito del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici (COM(2015)80 final), del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Il protocollo di Parigi – Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020 (COM(2015)81 final) e del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica – Una rete elettrica europea pronta per il 2020 (COM(2015)82 final) (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Realacci Ermete , Presidente ... 3 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 4 
Realacci Ermete , Presidente ... 7 
Biancardi Alberto , Componente del collegio dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 7 
Realacci Ermete , Presidente ... 9 
Benamati Gianluca (PD)  ... 9 
Bianchi Stella (PD)  ... 10 
Crippa Davide (M5S)  ... 11 
Realacci Ermete , Presidente ... 13 
Vico Ludovico (PD)  ... 13 
Sanna Giovanna (PD)  ... 14 
Tidei Marietta (PD)  ... 14 
Realacci Ermete , Presidente ... 14 
Crippa Davide (M5S)  ... 14 
Realacci Ermete , Presidente ... 15 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 16 
Realacci Ermete , Presidente ... 16 
Benamati Gianluca (PD)  ... 16 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 16 17 
Vico Ludovico (PD)  ... 17 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 17 
Bianchi Stella (PD)  ... 17 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 17 
Vico Ludovico (PD)  ... 17 
Realacci Ermete , Presidente ... 17 
Vico Ludovico (PD)  ... 17 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 17 
Realacci Ermete , Presidente ... 18 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 18 
Bianchi Stella (PD)  ... 18 
Realacci Ermete , Presidente ... 18 
Benamati Gianluca (PD)  ... 18 
Bianchi Stella (PD)  ... 19 
Realacci Ermete , Presidente ... 19 
Bortoni Guido Pier Paolo , Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 19 
Benamati Gianluca (PD)  ... 19 
Realacci Ermete , Presidente ... 19 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico ... 20

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA VIII COMMISSIONE ERMETE REALACCI

  La seduta comincia alle 14.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, nell'ambito del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici (COM(2015)80 final), del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Il protocollo di Parigi – Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020 (COM(2015)81 final) e del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica – Una rete elettrica europea pronta per il 2020 (COM(2015)82 final).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, nell'ambito del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici (COM(2015)80 final), del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Il protocollo di Parigi – Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020 (COM(2015)81 final) e del Pacchetto «Unione dell'energia» – Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Raggiungere l'obiettivo del 10% di interconnessione elettrica – Una rete elettrica europea pronta per il 2020 (COM(2015)82 final).
  Salutiamo il Presidente Bortoni e gli altri esponenti dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Si tratta di un'audizione importante e, quindi, non indugiamo oltre. Per vostra informazione, vi dico che la presenza dei deputati è ben più folta di quanto non fosse prevedibile, visto che non ci sono voti oggi in Aula. Evidentemente c’è molto interesse da parte dei colleghi.
  Vi darei subito la parola. Se siete d'accordo direi che possiamo dedicare venti minuti per la vostra relazione introduttiva, in maniera tale da poter poi consentire ai colleghi di poter interloquire con voi e porre eventuali domande e Pag. 4richieste di chiarimento. Sapete bene qual è il tema all'ordine del giorno, che ha un certo interesse.
  Do la parola al presidente Bortoni.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Grazie, presidenti. Se siete d'accordo, io procederei all'illustrazione della prima parte della memoria, che lasciamo comunque agli atti delle Commissioni. L'altra metà l'illustrerà il mio collega Alberto Biancardi.
  Signori presidenti, gentili deputate e deputati, ringraziamo le Commissioni riunite, anche a nome dei nostri colleghi, per averci voluto invitare in audizione su questo ben noto pacchetto Unione dell'energia, che si compone delle tre comunicazioni della Commissione.
  Il pacchetto Unione energetica, presentato dalla Commissione lo scorso 25 febbraio, illustra una serie di azioni mirate in vari settori, volte a realizzare un'Unione dell'energia solida, o resiliente, imperniata su un mercato europeo dell'energia basato sulla concorrenza.
  Con la presente memoria ci soffermiamo solo sulle disposizioni che attengono alle materie ricomprese nelle competenze di quest'Autorità. Volendo portare un contributo ai lavori delle Commissioni, già da subito ci dichiariamo disponibili a fornire ulteriori dati e integrazioni o a rispondere alle domande che ci vorrete rivolgere.
  Sulla memoria che avete a disposizione, a pagina 3, è riportato il fatto che in diverse occasioni quest'Autorità ha evidenziato la necessità e l'opportunità della dimensione europea delle scelte energetiche e ha sempre promosso e addirittura anticipato orientamenti volti all'integrazione dei mercati e all'armonizzazione delle legislazioni e delle regolazioni.
  La strategia dell'Unione europea presentata nel pacchetto in esame articola in cinque dimensioni le misure previste, volte, come detto, a migliorare la sicurezza, la sostenibilità e la competitività dell'approvvigionamento energetico. È quanto mai importante – lo sottolineiamo – che si discuta in modo organico di tali aspetti e che i diversi interventi di riforma siano tra loro bilanciati, ma all'interno di una cornice europea discussa e condivisa.
  Le cinque dimensioni non sono un'innovazione e non sono affatto in rottura con il passato e con l'azione sin qui svolta. Anzi, partono dalle direttive del Terzo Pacchetto energia, che risulta essere il punto di partenza della Commissione europea.
  Per la prima volta – questa è la novità dell’Energy Union – vengono affrontati a livello europeo temi sinora demandati alle politiche energetiche dei singoli Stati membri. Il nuovo orientamento richiede, affinché siano tutelati, però, esigenze e interessi dei singoli Stati, che devono comunque essere raccordati con la politica europea, azioni congiunte da parte di tutte le Istituzioni e i soggetti coinvolti a livello nazionale. Noi siamo uno di questi. Come Autorità per l'energia, ci sentiamo pienamente coinvolti in questo sforzo di coesione comune.
  In questa memoria ci soffermiamo specificatamente su sicurezza degli approvvigionamenti e mercati della capacità e integrazione dei mercati e sviluppo delle infrastrutture, che vi illustrerò brevemente io, mentre fonti rinnovabili e innovazione e consumatori, consumatori vulnerabili e teleriscaldamento saranno temi illustrati dal mio collega, dottor Biancardi.
  A pagina 4 si tratta di sicurezza degli approvvigionamenti e mercati della capacità. La proposta Energy Union annuncia per il 2016 una nuova proposta legislativa in termini di sicurezza delle infrastrutture. Questa proposta dovrebbe essere articolata su due pilastri: il disegno dei mercati dell'energia secondo l'Europa, in particolare di quelli della capacità elettrica, e la metodologia per valutare l'adeguatezza prospettica dei sistemi elettrici.
  Per quanto riguarda il primo punto, ossia il disegno dei mercati e, in particolare, il mercato della capacità, la preoccupazione della Commissione che emerge dal pacchetto Energy Union è che vi sia una frammentazione dei diversi mercati in termini di disegno e che ciò risulti, alla Pag. 5fine, in una non compatibilità e, quindi, in un ostacolo al pieno raggiungimento del mercato unico dell'energia elettrica.
  Noi riteniamo, come Autorità, che il mercato italiano concepito già da alcuni anni collochi l'Italia all'avanguardia in Europa nell'attuazione di strumenti non distorsivi della concorrenza. Il nostro mercato della capacità non è un mercato sostitutivo dei mercati energy only che siamo ormai abituati a vedere da dieci anni a questa parte, dai primi anni della liberalizzazione energetica nel nostro Paese, bensì un mercato che si affiancherà ai mercati dell'energia.
  Vi è un'esigenza di avere questo tipo di nuovi mercati, soprattutto per le fonti rinnovabili del futuro, perché – potremo entrare poi nei dettagli – il modo di formazione del prezzo dei mercati dell'energia in questi anni in un Paese come l'Italia, che nel 2014 ha registrato il 40 per cento della produzione rinnovabile nel mercato all'ingrosso, sta già facendo vedere forti criticità. Occorre, quindi, questo binomio tra mercati dell'energia, come noi li conosciamo, affiancati a mercati della capacità, come abbiamo proposto, in modo tale che sia di remunerazione e proprio a sostegno delle nuove fonti rinnovabili senza incentivi del futuro.
  Il nostro mercato della capacità è un mercato inclusivo e aperto. È inclusivo perché fa partecipare i produttori degli altri Paesi dell'Unione interconnessi con l'Italia, le fonti rinnovabili e addirittura la domanda. È aperto proprio perché, per questi motivi, non c’è alcun soggetto che può essere escluso.
  L'Italia ha un particolare bisogno di questo per il motivo che spiegavo della remunerazione binomiale dell'energia e della capacità. Ne ha estremo bisogno, però, anche a tutela dei consumatori, perché i nostri mercati dell'energia sono oggi caratterizzati da difficoltà di programmazione e volatilità di prezzo, che sono a detrimento della tutela del consumatore.
  Per quanto riguarda la metodologia – alle pagine 4 e 5 – di valutazione dell'adeguatezza del nostro sistema, ci limitiamo a sottolineare che l'approccio europeo prevede di trasferire parte delle decisioni in tema di adeguatezza alla dimensione sovranazionale e, in particolare, europea. Questo approccio rischia, però, di non tener conto delle oggettive differenze e peculiarità delle adeguatezze dei singoli sistemi nazionali.
  Pertanto, ci permettiamo di proporre una riflessione di tipo politico per assicurare che, qualora la Commissione mantenga la proposta di devolvere la valutazione di adeguatezza a livello europeo, ciò sia accompagnato da un'attenta valutazione delle istanze nazionali. Non si vorrebbe mai che una valutazione portata a livello europeo risentisse troppo di alcune caratteristiche di alcuni Stati dell'Unione europea che non hanno esigenze in questo momento o che hanno esigenze opposte rispetto a quelle del nostro Paese.
  Per quanto riguarda il gas naturale, molto velocemente, il pacchetto critica gli obblighi relativi allo stoccaggio strategico in Italia. Noi rileviamo che questo modo, che da anni è presente in Italia, di dare accesso allo stoccaggio strategico agli operatori di mercato è un modo che dà flessibilità e competitività al mercato e ci auguriamo che possa essere visto in maniera diversa dalla Commissione europea. Speriamo che la Commissione arrivi ad avere tutti gli elementi chiarificatori e a concepire l'utilizzo anche dello stoccaggio strategico come un elemento essenziale per il buon funzionamento del mercato del gas nazionale.
  Da ultimo, in questo primo capitolo, si parla di una proposta di acquisti collettivi, di disclosure, ossia di trasparenza, e di accordi intergovernativi di acquisto del gas dai Paesi extraeuropei, in modo tale che l'Unione possa avere una single voice nei negoziati con i Paesi terzi.
  Noi riteniamo che questo approccio possa essere interessante, ma che non sia risolutivo, in quanto le dinamiche di acquisto del gas extraeuropee non risentono solo delle forze contrattuali tra domanda e offerta e, quindi, non riteniamo che una coalizione delle domande nazionali possa risolvere l'equilibrio di mercato tra domanda Pag. 6e offerta a maggior favore della domanda europea. Riteniamo, invece, che queste logiche rispondano anche a obiettivi di tipo geopolitico che possono condizionarle. L'approccio riportato nell’Energy Union ci sembra, quindi, interessante, ma non certamente risolutivo.
  L'ultimo capitolo della mia illustrazione riguarda il tema integrazione dei mercati e sviluppo delle infrastrutture. Ovviamente, il completamento del mercato interno europeo poggia su due gambe, una di tipo hardware, ossia la realizzazione e l'ottimizzazione della gestione delle reti e delle interconnessioni, sia elettricità, sia gas in Europa, e una di tipo software, che va a migliorare tutti i codici di rete e, quindi, le regole che presiedono al funzionamento dei mercati e alle transazioni, le regole di gestione e le regole di governance delle diverse entità.
  Da questo punto di vista il Pacchetto europeo Energy Union concentra ancora l'attenzione sul famoso, e ormai diventato prassi, approccio dei Project of Common Interest, ossia progetti di interconnessione tra Stati, che devono portare benefici in termini sia di vantaggi tra gli Stati, sia di costi che vengono condivisi fra gli Stati. Il pacchetto Energy Union cerca di dare un ulteriore slancio a quel processo di condivisione di costi e di benefici che sta alla base dei progetti di comune interesse tra gli Stati.
  Il pacchetto si concentra sulla capacità di interconnessione elettrica. Noi ci permettiamo qui di sottolineare una criticità dovuta al fatto che il pacchetto europeo porta degli obiettivi (10 per cento e 15 per cento) rispetto alla capacità di generazione installata del Paese. Questo è un problema dal punto di vista tecnico. Il solo riferirsi alla capacità di generazione installata e, quindi, lo sviluppare le interconnessioni fino a un livello del 10 o del 15 per cento di questa capacità potrebbe non essere riflessivo della reale esigenza che si ha per interconnettere i due mercati.
  Pensate solo al nostro Paese, in cui c’è una capacità installata elevata, dovuta al fatto che ci sono alcune fonti che, per loro natura, producono poco rispetto ad altre. Tipicamente il fotovoltaico produce 1.100 ore all'anno, ma ha una capacità installata superiore ai 20 mila megawatt. Se utilizzato in quel parametro di cui sopra, questo porterebbe la nostra interconnessione elettrica a raggiungere delle cifre veramente molto importanti.
  Peraltro, noi critichiamo anche questa cifra del 10 e del 15 per cento assoluta e fissa per tutti gli Stati. Riteniamo, invece, che essa possa essere più ragionevolmente modulata in ragione di un'analisi costi-benefici che il livello di interconnessione tra gli n Paesi può portare in termini di integrazione dei mercati. Vorremmo, quindi, che questo parametro non fosse fisso, ma modulato in ragione di un'analisi costi-benefici, per avere un'integrazione tra i mercati a livello proprio specifico tra i Paesi.
  Per quanto riguarda i Piani di sviluppo delle infrastrutture – sono a pagina 8 – noi riteniamo che un framework più ragionevole per definire i Piani decennali di sviluppo scorrevoli delle infrastrutture sia quello biennale, in modo tale da dare una stabilità maggiore e una certezza agli investimenti per l'integrazione dei mercati.
  Ancora, a pagina 9, sul Regolamento infrastrutture vi è la previsione di una procedura attivabile su richiesta dei promotori dei progetti per l'allocazione su base transfrontaliera dei costi dei progetti di comune interesse. Anche in questi casi si prevede un grande ruolo per il regolatore. Infatti, si prevede che le Autorità di regolazione possano accordarsi sulla ripartizione dei costi infrastrutturali in base ai benefici che, come dicevo prima, verranno posti in essere dall'esercizio della nuova infrastruttura.
  Questo Regolamento finalmente apre degli ottimi scenari, o dei buoni scenari, per l'Italia, un Paese che da sempre ha grandi interconnessioni con gli altri Paesi. Il consumatore italiano, se il discorso dei progetti di comune interesse funzionerà, vedrà lo svilupparsi dell'interconnessione a costi minori, perché non li pagherà tutti, ma li condividerà con i Paesi che beneficiano di questa interconnessione, nell'ambito della crescita.Pag. 7
  Noi abbiamo, infine, un particolare interesse, come Paese, a far sì che questo Regolamento infrastrutturale – sono a pagina 10 – non si dimentichi delle aree di interesse comunitario certamente, ma in special modo italiano. Mi riferisco alle aree dei Balcani, riunite nell'Energy Community Regulatory Board, e all'area del Nord Africa e a quella che arriva al Medioriente, riunite, per quanto riguarda la regolazione, nell'associazione MEDREG, ossia Mediterranean Energy Regulators.
  In ogni caso, occorre porsi il problema non solo dell'interconnessione all'interno della piattaforma europea, ma anche di interconnettere l'Europa stessa verso quelle aree extraeuropee che sono vicine energeticamente a noi e che continuano a essere più vicine a noi anche dal punto di vista della regolazione e dell'adesione alle politiche di liberalizzazione.
  Io mi fermerei qui, rimandando, per quanto riguarda questi due capitoli, alla memoria.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Chiedo al dottor Biancardi, se possibile, di essere più sintetico, in maniera tale da permettere poi un confronto con i deputati.

  ALBERTO BIANCARDI, Componente del collegio dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Rapidamente, con riferimento alle fonti rinnovabili, all'innovazione e alle nuove tecnologie, la fase che si è aperta con la discussione a livello comunitario, e che poi inevitabilmente avrà un effetto sulle norme italiane, è quella del tentativo di un'omogeneizzazione via via più ampia di queste nuove tecnologie con le regole di mercato e, quindi, con il funzionamento di tutte le altre tecnologie.
  Nella memoria ci sono più dettagli, ma direi che il punto principale è che bisognerà fare molta attenzione, perché in questi elementi ci sono anche delle interessanti punte di eccellenza delle tecnologie italiane sulla parte di efficienza energetica e degli accumuli. Pertanto, ci saranno anche delle misure di politica industriale che dovranno essere sviluppate, ovviamente nei limiti e nel rispetto dei vincoli della disciplina sugli aiuti di Stato.
  Come regolatore, l'attività che stiamo facendo, e che dovremmo chiudere il più possibile in fretta, è la riforma del mercato dei servizi di dispacciamento, del mercato che oggi è attivato, per mantenere bilanciato il sistema e, quindi, per fare in modo che tutti gli sbilanciamenti possibili abbiano una risorsa disponibile per farvi fronte.
  Dovremo fare in modo che le nuove tecnologie, da una parte, abbiano la possibilità di concorrere alla fornitura di questi servizi, cosa che oggi non è possibile, e, dall'altra che i costi siano distribuiti in modo equo fra tutti coloro che generano potenzialmente questi squilibri.
  Anche dal punto di vista dell'entità geografica del mercato stiamo lavorando e anche su questo aspetto probabilmente ci sarà bisogno di qualche norma primaria che potrebbe agevolare la nostra azione. Il tema è quello di RIU, SEU e sistemi semplici di produzione e consumo. Noi l'abbiamo già detto più volte e qui lo ribadiamo velocemente: oggi il prezzo dell'energia elettrica pagato per la parte energia è inferiore al 50 per cento del totale, ragion per cui l'autoconsumo ha di fatto un incentivo implicito del 50 per cento.
  È chiaro che si dovrà trovare un modo bilanciato per far sì che la parte privata, ossia l'autoconsumo e le reti private, prendendo troppo spazio, non scarichi di fatto, come se si trattasse di fiscalità in questi casi, su tutti gli altri consumatori, ossia su quelli che non possono o che non vogliono autoprodursi, il pagamento del 50 per cento degli oneri di sistema, di rete e di fiscalità.
  Diversamente, è chiaro che ci sarebbe una dicotomia sempre più ampia, con un'incentivazione inefficiente di tecnologie che altrimenti non sarebbero efficienti. Lo sono solo per questo incentivo implicito.
  Un altro punto su cui stiamo lavorando attivamente a livello di Unione europea – abbiamo anche la co-chairship del gruppo di lavoro in sede CEER – è il nuovo ruolo dei distributori. Un'altra questione che Pag. 8dovremmo vedere tutti con attenzione è che il distributore attuale, un distributore che rispetto a questi problemi è tendenzialmente passivo, dovrà assumere un ruolo sempre più attivo. Noi abbiamo in corso consultazioni anche a livello italiano per capire fino a che punto il distributore dovrà essere parte attiva nella gestione dei flussi, proprio nel dispacciamento, che oggi avviene solo sulla rete di trasmissione, ma che via via dovrà avvenire anche sulle reti di distribuzione.
  Un breve cenno nella memoria, a pagina 15, è dedicato al settore del gas, che, per quanto investito in modo relativamente minore da queste nuove tecnologie, sta andando verso una direzione in qualche modo analoga.
  Successivamente diamo conto di tutti i progetti, soprattutto dei progetti pilota, su cui stiamo lavorando. Cito solo, come titolo, gli accumuli. Anche in questo caso abbiamo delle interessanti tecnologie. Stiamo valutando, e riferiremo a voi, come inserirli e con che funzione. A seconda del diverso sistema di accumulo il sistema di accumulo stesso può essere accoppiato a diverse parti del sistema.
  Chiaramente, uno dei punti cui stiamo molto attenti è il ruolo del distributore nella gestione di accumulo. Dovremo tracciare una linea di confine molto chiara con riferimento a ciò che il distributore può fare, perché l'accumulo può essere considerato una proxy di una rete, e quanto, invece, non è giusto che faccia, perché questo diventa uno sostituto di un impianto di produzione o di consumo. Ci sarebbe, quindi, un'estensione indebita del ruolo del distributore stesso in parti di mercato in cui non ha ragione di operare.
  Passerei al punto 4, sulla parte consumatori. Anche in questo caso l’Energy Union dice cose interessanti. Noi stiamo lavorando e dovremmo lavorare con tutte le Istituzioni sostanzialmente a due livelli. Una parte riguarda l'informazione. Noi abbiamo riformato recentemente anche il contenuto dalla bolletta, la cosiddetta bolletta che chiamiamo 2.0, per semplificarne il contenuto e far sì che i consumatori si rendano conto più facilmente di come stanno consumando, di quanto stanno consumando e di quanto stanno pagando.
  Stiamo lavorando anche – questo sarà oggetto poi delle regole nuove che vareremo per l'anno prossimo, per il nuovo periodo di regolazione elettrico – sui nuovi misuratori. Ci sono delle interessanti evoluzioni tecnologiche che fanno sì che il misuratore possa essere considerato un pezzo del servizio di un migliore consumo. Ci sono misuratori che consentono anche di dialogare con dispositivi e di fornire informazioni in tempo reale sull'andamento dei consumi. Anche la possibilità di avere informazioni e di disporne in tempo reale a costo basso sarà uno dei tasselli essenziali per fare in modo che il consumatore diventi sempre più consapevole.
  L'altro punto su cui c’è un cenno chiaro, ed è giusto che sia così, nei documenti sui quali ci chiedete il nostro parere, è la parte della riforma del mercato retail. Noi sappiamo bene che nella legge annuale per il mercato della concorrenza è stata prospettata un'uscita graduale, un venire meno da qui a qualche anno, al 2018, della maggior tutela.
  Sappiamo che ci sono punti delicati e ne abbiamo dato conto nel rapporto che annualmente facciamo sull'andamento del mercato retail. Il settore oggi è disomogeneo, sia se lo vediamo in termini di energia elettrica rispetto a gas, sia se lo vediamo in termini di grandi e piccoli utenti. Questo induce a un approccio di gradualità.
  Ciò che noi intendiamo fare è avere una parte attiva in questo processo, esplicitando in consultazioni e documenti pubblici possibili punti di arrivo a questa fase, se poi ci sarà, perché evidentemente è una decisione che non spetta a noi, per far sì che anche con l'accordo di tutti i portatori di interesse si possano scegliere le forme migliori per arrivare a questo punto e per gestire poi quello che sarà il futuro ruolo di una forma di tutela.
  Tra l'altro, in questo caso – l'abbiamo già detto più volte e lo ribadiamo anche qui – sarà importante che le norme primarie esplicitino la parte dei clienti vulnerabili del mercato che hanno diritto comunque ad avere una salvaguardia. Noi Pag. 9abbiamo fatto proposte e ne continueremo a fare, perché, se c’è una liberalizzazione, essa venga accompagnata da un chiarimento dell'ambito di tutela per i clienti, per i consumatori vulnerabili.
  L'ultimo punto è sul teleriscaldamento e sul raffrescamento. Questo è il compito ultimo che, in termini temporali, ci è stato assegnato, dal 2014. Noi abbiamo già emanato alcuni documenti e li abbiamo resi pubblici. Stiamo dialogando col Ministero dello sviluppo economico.
  Nella relazione riportiamo le aree su cui, per una questione cronologica, non necessariamente perché siano le più importanti, usciremo da qui al futuro prossimo venturo. Anche in questo caso esse riguardano la misura e i contatori.
  Noi dovremo rapidamente lavorare per far sì che ci siano contatori individuali o che comunque si sia nelle condizioni di avere un'informazione da parte del consumatore sull'utilizzo, il costo e la fattura che gli viene addebitata per l'uso del servizio di teleriscaldamento e teleraffrescamento.
  Dovremo anche lavorare per far sì che ci siano dei criteri di ripartizione più precisi. Oggi questa è una materia su cui noi stiamo raccogliendo informazioni, ma la situazione è estremamente diversificata. Dovremo fare in modo che, poiché il prodotto che viene usato per questo servizio è prodotto congiuntamente ad altri servizi, ci sia una ripartizione giusta ed efficiente dei costi fra i diversi servizi offerti.
  L'ultimo punto riguarda un'altra questione su cui, come ho detto, usciremo da qui a breve. Riguarda la definizione per la regolazione della connessione delle reti e per la qualità tecnica del servizio. Questo è un altro di quei punti che ad oggi sono stati lasciati al dialogo reciproco fra chi fornisce il servizio e l'ente locale. Noi dovremo via via fare in modo che dal centro del sistema vengano messe a punto delle regole per rendere la formulazione dei contratti e la gestione di questo sistema il più omogenee ed eque in tutto il territorio nazionale.

  PRESIDENTE. Grazie, consigliere Biancardi.
  Se il Presidente Epifani è d'accordo, essendoci vari colleghi iscritti a parlare, io li sentirei tutti, in maniera che poi ci possano essere una replica da parte dei nostri ospiti, nella misura in cui questo è possibile in questa sede, o eventuali approfondimenti in una fase successiva.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIANLUCA BENAMATI. Grazie, presidente. Ringrazio innanzitutto l'Autorità per questa relazione. La ringrazio non formalmente, perché credo che sia importante per i relatori, in questa fase, nel rendere un parere su una comunicazione tanto importante della Commissione europea come quella sul mercato unico dell'energia, avere l'opinione dell'Autorità.
  Noi disegneremo un mercato unico e, a seconda di come lo cambieremo «sartorialmente», esso potrà adattarsi o meno alle esigenze italiane. Pertanto, le scelte che si andranno a compiere potranno essere vincenti o, in parte, perdenti per il nostro sistema. Tutte le informazioni fornite, a mio avviso, sono, quindi, estremamente importanti per redigere un parere finale.
  Ho segnato alcune questioni. Altri colleghi diranno poi anche altre cose. Proprio sulla vostra relazione – leggeremo poi con molta attenzione il documento più in profondità – ho segnato tre o quattro punti.
  Il primo riguarda l'osservazione che il presidente faceva sulla questione delle connessioni elettriche come proporzione della potenza installata. Questa è un'osservazione che abbiamo già fatto ieri a Terna. Il fatto è che il sistema italiano ha una potenza installata molto superiore alla potenza effettivamente chiamata in servizio. Siamo quasi a un raddoppio, se non a una cifra di poco inferiore a questa.
  L'osservazione di Terna, che in parte è, ovviamente, condivisibile, è che il rafforzamento delle connessioni è comunque un bene per un sistema come l'Italia. Io vi chiederei, poiché la riflessione l'avete fatta Pag. 10precisamente, essendoci un limite a questo rafforzamento, ossia il rapporto costi-benefici tra quanto si investe in più rispetto a quanto serve, se voi avete indicazioni più precise. Il 10 per cento per il nostro Paese si può aggirare intorno a circa 12 Gigawatt o 7-8 Gigawatt, che sarebbero, invece, quelli sulla potenza effettivamente chiamata in servizio.
  Il secondo punto che vorrei sottolineare riguarda le connessioni non solo verso l'interno del mercato unico, ma anche verso la direttrice est-nord, verso i Paesi non dell'Unione, e soprattutto verso la direttrice sud. Questo riguarda sia il gas, sia l'energia elettrica, con i collegamenti previsti per la Tunisia, che sono però di tagli abbastanza ridotti.
  Credo che ci sia uno sforzo anche per reperire risorse a livello europeo per questi investimenti. Tuttavia, qualche più chiara indicazione da parte vostra sarebbe, secondo me, assolutamente necessaria e interessante.
  C’è poi il tema che è stato toccato, e che vorrei capire meglio, perché è un tema strategico per il Paese, della questione degli stoccaggi e delle distorsioni del mercato. Gli stoccaggi strategici per il gas nel nostro Paese hanno prodotto condizioni di sicurezza negli anni passati. Noi siamo arrivati – credo che l'Autorità possa dirlo meglio di me – a questa situazione con gli insegnamenti anche di esperienze passate.
  Con riferimento al futuro per il nostro Paese – nei prossimi anni ci saranno i temi dei contratti con la Russia verso il 2019, dei gasdotti e via elencando – da un punto di vista del possibile impatto sulla nostra politica nazionale di eventuali scelte, mi piacerebbe, magari non subito, ma anche con una nota scritta inviata successivamente, capire di più, perché questo mi pare un argomento altamente strategico per il nostro Paese.
  C’è poi un tema che ho sentito evocare verso la fine – avrei ancora due questioni da sottoporvi – e che mi pare un tema estremamente importante, su cui non chiedo una risposta adesso. Avremo anche l'esame che si aprirà sul disegno di legge sulla concorrenza. Per il parere sarebbe importante conoscere il tema delle fasce tutelate e delle modalità di tutela delle fasce più deboli.
  È chiaro che in Italia abbiamo una situazione piuttosto peculiare. C’è il tema dell'acquirente unico e c’è il tema del fatto che alcuni prezzi per i domestici sono più favorevoli rispetto ad alcuni prezzi per le piccole e medie aziende. Questi sono schemi che in altri mercati europei sono completamente diversi. Se penso al caso della Germania, lì c’è l'appoggio alle fasce deboli sul sociale e i prezzi per le aziende sono completamente diversi rispetto ai prezzi per le famiglie. In merito io apprezzo che le Autorità producano una roadmap, ma sarebbe importante forse anche per i relatori avere qualche indicazione per la stesura del parere.
  La questione finale riguarda un tema che è stato evocato dal presidente all'inizio e che è molto importante: i mercati dell'energia e della capacità. È chiarissimo che qui si gioca una partita grande. Quanto sono importanti anche le diversificazioni legislative nei diversi mercati nazionali, oltre che, naturalmente, quelle di produzione e di messa in circolo dell'energia nei diversi Paesi ? Quanto sono importanti le diverse strutturazioni interne, anche legislative, nell'affermare quella che può essere una libera circolazione ?

  STELLA BIANCHI. Ringrazio anch'io l'Autorità. Vorrei chiedere due o tre precisazioni.
  Uno riguarda il riferimento che faceva il Presidente Bortoni sulla capacità installata, che ricordava ora anche il collega Benamati. Io credo che sia oltre il doppio rispetto alla domanda di picco solo per il termoelettrico, a cui poi si aggiungono efficienza energetica e rinnovabili. Quindi, è enormemente superiore alla domanda.
  Il Presidente Bortoni faceva riferimento, per esempio, al fotovoltaico. Io mi chiedo se l'Autorità stia avviando una riflessione rispetto all'efficienza del sistema per il fatto che il termoelettrico ha una capacità installata doppia rispetto alla Pag. 11domanda di picco e se questa sia l'unica fonte che noi utilizziamo, che invece è enormemente superiore.
  Vorrei sapere come l'Autorità si muova per cercare di ridurre quello che a me sembra comunque un costo che le imprese e le famiglie sopportano per la presenza assolutamente eccedente del termoelettrico tradizionale. Questo viene anche dall'applicare una norma inserita in legge di stabilità – credo non l'ultima, ma la precedente – che al comma 99, se non sbaglio, prevedeva che ci fosse un meccanismo di flessibilità necessaria e di garanzia del sistema, ma anche che dovesse essere ridotta il più possibile la capacità eccedentaria del termoelettrico, limitandolo al termine strettamente necessario a garantire la funzionalità del sistema. Che riflessione fa l'Autorità sull'eccedenza di termoelettrico ?
  La seconda questione che vorrei porre – lo diceva il dottor Biancardi se non sbaglio – è a proposito dell'incentivo implicito che c’è nell'autoconsumo per il fatto che sono esclusi dall'onere di sistema. È un ragionamento che mi convince. Lei usava l'espressione «incentivazioni inefficienti di tecnologia» che diventano efficienti solo per quel sistema.
  Mi chiedevo, però, anche qui, se non ci sia per caso una sorta di meccanismo premiante per le tecnologie tradizionali che di fatto beneficiano di un incentivo perché la mancanza di regolazione sui SEU e sui RIU non ci consente di sviluppare appieno la generazione distribuita.
  Mi chiedevo anche se l'Autorità non ritenga nelle sue riflessioni di dover trovare un meccanismo di sostegno alla generazione distribuita, anche se, naturalmente, non consegnando alla generazione distribuita un salvacondotto – perdonate l'espressione – complessivo dagli oneri di sistema. Evidentemente la rete serve a tutti, perché può servire anche a chi si alimenta da solo potersi comunque agganciare alla rete.
  Mi chiedo, quindi, se l'Autorità stia ragionando su un meccanismo di sostegno alla generazione distribuita, in particolare perché per obiettivi complessivi di sistema ci sembra – penso di poter parlare a nome di tutti i colleghi – fondamentale per il Paese perseguire al meglio gli obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici, cosa che la generazione distribuita fa, mentre il termoelettrico tradizionale non lo fa.
  Ci sembra un elemento di efficienza di sistema poter contare su una fonte di produzione che ci dà sicuramente autosufficienza e sicurezza negli approvvigionamenti e che, a fronte di un costo di investimento iniziale, ci offre un costo di mantenimento nullo. Questo è un fortissimo beneficio al sistema.
  Come ultima questione, presidente, lasciando poi, naturalmente, spazio agli altri colleghi, mi sembrava molto interessante l'accenno agli accumuli. Forse, se i presidenti lo ritengono, un approfondimento su quanto l'Autorità sta ragionando in termini di accumuli potrebbe essere per noi importante, anche in forma scritta o come voi ritenete.
  Grazie.

  DAVIDE CRIPPA. Cercherò di essere breve, ma sapete che per me è complicato.
  Innanzitutto vi ringrazio anche, come ormai avviene di consueto, per una certa schiettezza nell'esprimere delle opinioni e per portare delle questioni tecniche all'interno di queste aule parlamentari, in modo tale che si possano trarre conclusioni politiche rispetto a problemi effettivamente tecnici.
  Seguo parte del ragionamento che voi avete intrapreso dall'inizio. Mi vorrei soffermare sulla questione del mercato della capacità. Lei presidente Bortoni ha detto che sarà un mercato aperto e che sarà aperto ai vari produttori provenienti da altri Paesi. Io credo che questo rappresenti, in relazione a quello che oggi è stato, ed è tuttora, un problema dal punto di vista di sovraccapacità produttiva, un aggravio di questa situazione.
  A livello italiano noi abbiamo già, come è ben noto, una notevole sovraccapacità produttiva, tale per cui alcuni impianti di generazione che si erano fatti i calcoli dei tempi di ritorno dei propri investimenti, tipicamente quelli a gas, oggi non sono in Pag. 12grado di veder ritornare i propri investimenti in tempi utili rispetto a quanto pianificato. Allargare questa platea ad altri soggetti che possono fornire una capacità ulteriore sul mercato non potrebbe rappresentare un ulteriore aggravio e, di conseguenza, un costo che già oggi ricade sulla società italiana e sui consumatori ?
  Banalizzando, ci sono i dipendenti di queste centrali che ad oggi sono in cassa integrazione o che non lavorano per ragioni legate alla non produttività delle loro centrali. Questo meccanismo imporrà per loro sussidi di natura statale.
  Vorrei capire se in questa condizione ci sarà un aggravio, anche perché, purtroppo, all'interno di questo mercato della capacità, non vedo la discriminante, per me fondante, della discriminazione del sistema di generazione. Nel momento in cui, con il mercato della capacità, io sono in grado di far fuori fonti energetiche fossili, quali quelle a carbone, che sono ormai obsolete da un punto di vista produttivo, ho una ragione per mantenere la transazione da carbone a gas e, quindi, per immaginare di far funzionare gli impianti a gas e di chiudere progressivamente quelli a carbone. In realtà, questo passaggio ultimamente non c’è stato, per ragioni prettamente economiche. Pertanto, io vedo nella potenzialità dell'ulteriore apertura dei mercati questo problema.
  Passo al tema dello sviluppo delle infrastrutture, relativamente al quale, come ben sappiamo, le interconnessioni rappresentano, in alcuni casi, un'opportunità e, in altri, un problema. Vorrei sottoporvi una riflessione. Nel momento in cui oggi – è stato detto in chiusura del vostro intervento – c’è l'autoconsumo e, per citare un'azienda americana, Tesla sta facendo dei kit di accumulo domestici a prezzi molto competitivi, a mano a mano che andremo avanti, questo scenario potenzialmente avrà delle penetrazioni sul mercato molto più ampie. Di fatto questo porterebbe ad avere un sistema di generazione e di consumo di soggetti che non avranno la connessione direttamente alla rete elettrica, ma impianti a isola.
  Questo, ovviamente, porterà a estremizzare il concetto che, giustamente, ponete voi in relazione a quei soggetti svantaggiati che già oggi non possono accedere a produzioni rinnovabili, per ragioni magari economiche, di spazio o di altro tipo, che avranno caricati sulle bollette i costi di un'intera rete di infrastrutture.
  Immaginando di fare una serie di opere di interconnessione, temo che alcune di queste opere di interconnessione non avranno mai dei tempi certi di ritorno degli investimenti fatti. Se in futuro io prevedo di fare una serie di interconnessioni e parallelamente è ipotizzabile che la gente realizzerà sempre più spesso impianti a isola, diminuiranno i soggetti che dovranno pagare in bolletta queste opere di interconnessione. Ahimè, infatti, alcune di queste opere di interconnessione – a parte quelle strettamente private; tornerò più tardi sul ragionamento – quelle pubbliche, rappresentano un problema dal punto di vista del ritorno dei tempi di investimento, visto che diminuisce la platea di soggetti che dovranno pagarle.
  Un altro discorso è sul gas e i rigassificatori. Quello di Livorno è stato sancito che lo dobbiamo pagare noi. Ci sono stati tempi di investimento sbagliati e la remunerazione decisa da parte del Governo. L'Autorità ha eseguito quanto stabilito dal Governo.
  Io vorrei comprendere come eventuali rigassificatori anche nella zona di Trieste siano programmati da un punto di vista dello scenario europeo. Se all'isola di Krk fanno un rigassificatore e io ne faccio un altro a Trieste, mi spiegate qual è la logica e la ratio che possono portare a valutare i tempi di ritorno di investimento, se non c’è una pianificazione globale di queste situazioni ? Diversamente, io credo che ci sarà sempre «Pantalone», sia esso il consumatore italiano o quello croato, che dovrà mettere mano alle tasche per riuscire a far stare in piedi i tempi di ritorno di quegli strumenti, perché, ahimè, essi sono sempre considerati strategici.
  C’è un'altra questione che vorrei porvi. I Progetti di interconnessione di interesse comunitario, i PIC a cui si faceva riferimento, Pag. 13in alcuni Paesi europei hanno investito, per esempio nel Nord Irlanda, impianti di pompaggio. Perché nello scenario italiano i PIC sono stati solamente legati a batterie di accumulo per il Sud Europa e non ci sono stati, in realtà, visto che noi abbiamo una buona capacità di sistemi di accumulo e di pompaggio, una valorizzazione e un meccanismo soprattutto progettuale per rendere quei pompaggi strategici e, quindi, tramite i PIC, arrivare a creare qualcosa su una base che già avevamo ? Io credo che questa sia stata un'occasione persa, ma magari c’è una spiegazione. Non so se siete voi i soggetti a cui eventualmente chiedere il motivo di questa diversificazione di investimento.
  A termine del suo intervento, lei faceva riferimento ai contatori e ai misuratori. Io non mi voglio scatenare sul tema contatori. Lancio soltanto la preoccupazione sul fatto che da sempre, teoricamente, quel dato è un dato sensibile, che, teoricamente, il soggetto misurato dovrebbe conoscere. Ad oggi non è ancora così.
  Il fatto che venga detto che, per sapere quanto consumo, devo pagare un soggetto terzo perché mi venga fornito il dato mi fa un po’ rabbrividire, come concetto, dal punto di vista del diritto. Ahimè, se è mio quel dato di consumo, non vedo perché non possa essere accessibile in tempi reali.
  Non vorrei mai che si andasse verso una scelta di questi tipo. I contatori intelligenti di futura generazione saranno sicuramente in grado di far funzionare la lavatrice quando si ha un apporto di energia rinnovabile o quando viene fornito un prezzo zonale ipoteticamente favorevole. In realtà, però, vorrei comprendere se mai riusciremo a superare l'ostacolo per cui questo dato ad oggi non è ancora disponibile per il consumatore.
  Salto la questione sul teleriscaldamento e vado su un altro concetto che mi interessa molto. Questa è l'ultima domanda. Le avevo chiesto di allungare i tempi, presidente, perché mi conosco. Mi riferisco alle opere di interconnessione estere private, agli interconnector privati. Vorrei comprendere da voi se questo coefficiente di remunerazione che viene dato sulla base della disponibilità di soggetti privati a realizzare opere di interconnessione, stimato su qualche giornale intorno a 3 miliardi nel giro di sei anni e, quindi, a 500 milioni di euro l'anno, che ricade ovviamente sulle bollette dei consumatori, come impegno a realizzare questa opera di interconnessione, abbia una certezza o di recuperare quelle somme, o di vedere realizzate alcune opere di interconnessione.
  Io credo che questo sia piuttosto lampante. Il concetto di base è che un'opera di interconnessione è soggetta a una procedura di autorizzazione. La procedura di autorizzazione, però, può avere esito negativo, per cui la Valutazione di impatto ambientale non passa. Di conseguenza, quell'opera, o cambi tragitto, o non la fai.
  Se, invece, ho già dato i soldi, come sta succedendo ora, ai soggetti che teoricamente si sono impegnati a realizzare quelle opere di interconnessione, vorrei capire se c’è una procedura per rientrare di quei soldi. Molti dei soggetti che hanno oggi sottoscritto impegni per realizzare interconnessioni sono, infatti, soggetti che hanno tavoli di crisi aperti al ministero per cassa integrazione straordinaria. Cito su tutti Ilva Spa.
  Vorrei capire, quindi, se il consumatore oggi si vede pagare questo in bolletta e se ha la speranza eventualmente di vedere riconosciuto quanto lui ha versato a quei soggetti prima che essi chiudano baracca e burattini e salutino il nostro Paese per trasferirsi in qualche altro Paese.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Crippa. L'audizione, ovviamente, è molto interessante, ma ci sono vari colleghi che ancora devono intervenire.

  LUDOVICO VICO. Presidente Bortoni, l’Authority ha una missione semplice quanto complicata: il funzionamento del mercato e la tutela dei consumatori.
  La mia prima domanda è per quale ragione l’Authority stima, valuta o conferma che ci sia il bisogno di mantenere l'Acquirente unico. Se il mercato e il suo funzionamento, quanto a tutela dei consumatori, Pag. 14dipendono dall’Authority, la mia domanda non è filosofica, come lei comprende.
  La seconda questione, e ho concluso, è se sia vero che siete in procinto di attivare il capacity market. È una domanda, come è ovvio. Rappresento queste mie preoccupazioni per la semplice ragione che pagare gli impianti fermi significa scaricare i costi sulle bollette.
  Grazie.

  GIOVANNA SANNA. Ringrazio i rappresentanti dell'Autorità. Io vorrei, nell'ambito del tema della sicurezza energetica, mettere in evidenza il fatto che c’è da parte della Commissione anche la volontà di esplorare il potenziale del GNL, ossia del gas naturale liquefatto, come una soluzione di riserva in determinate situazioni di crisi.
  Vorrei quindi chiedere all'Autorità se condivide questa posizione della Commissione che vuole attribuire una maggiore strategicità per la sicurezza energetica, sia per lo sviluppo del mercato, sia per la discesa dei prezzi, a importazioni via nave di gas naturale liquefatto.
  Visto che la Commissione conferma la rinuncia al petrolio, che implica l'utilizzo di combustibili alternativi, tra cui l'elettricità, ma anche l'utilizzo del GNL, vi chiedo se non ritiene opportuno favorire la realizzazione di infrastrutture di piccole dimensioni, come, per esempio, i depositi costieri e anche interni. Da questo punto di vista, come valuta l'Autorità l'iniziativa della Snam di realizzare un deposito costiero di GNL nel Golfo di La Spezia ?
  Passo all'ultima domanda. Visto che l'Autorità ha competenza nella definizione delle tariffe base del gas naturale e dell'aria propanata, nel caso di aree non metanizzate come la mia isola, la Sardegna, in un eventuale passaggio da aria propanata a gas naturale o a GNL, vorrei sapere eventualmente se il prezzo del servizio o della materia prima sarebbe uguale, inferiore o superiore.
  Grazie.

  MARIETTA TIDEI. Ringrazio il presidente e sarò veramente telegrafica, anche perché i colleghi hanno già sollevato una grande quantità di domande. La mia era una domanda di contesto più generale.
  Voi avete detto giustamente che il mercato italiano è un mercato aperto alla concorrenza e flessibile. Vi augurate addirittura che la Commissione nella sua futura attività normativa possa prenderlo ad esempio anche rispetto ad altri mercati. Mi piacerebbe capire quali sono gli ostacoli maggiori, dal vostro punto di vista, al conseguimento del mercato unico, che è uno degli obiettivi principali.
  Se diciamo che l'Italia è un mercato aperto e flessibile, mi piacerebbe sapere – non dovete fare le pagelle dei Paesi buoni e cattivi, chiaramente – anche quali sono gli ostacoli e dove sono i problemi. Magari sono problemi che noi non abbiamo. Ne abbiamo altri, chiaramente.
  Inoltre, vorrei sapere se effettivamente il raggiungimento della costruzione del mercato unico possa diventare un'opportunità anche per il nostro Paese. Prima parlavamo di importazione di energia e di impianti che qui non servono più. Anche su questo aspetto mi piacerebbe avere una vostra opinione. Quante opportunità può avere l'Italia dal mercato unico ?

  PRESIDENTE. Grazie, collega Tidei. Il collega Crippa ha una domanda che gli era sfuggita.

  DAVIDE CRIPPA. Scusate, intervengo telegraficamente. È notizia di pochi giorni fa l'accordo tra Enel e Terna per la trasmissione in Paesi fuori dal nostro territorio nazionale. Vorrei comprendere la situazione alla stregua delle regole che oggi nel nostro Paese sanciscono la separazione tra la distribuzione e la trasmissione e, quindi, anche la vendita.
  Fingiamo che questi soggetti all'interno del nostro Paese siano soggetti che non si incontrano mai per strada. Fuori dei nostri confini nazionali, invece, si mettono d'accordo e fanno delle joint venture a livello anche di partenariato economico. Non c’è un leggero conflitto di interessi che potrebbe avere delle ripercussioni anche sulla gestione del mercato interno ? Pag. 15Questa separazione, che oggi è scritta di per sé con questi accordi commerciali, potrebbe venir meno o essere viziata da accordi magari anche più importanti dal punto di vista economico ?
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Crippa. Aggiungo io due domande telegrafiche. Non è detto che una delle due abbia risposta adesso.
  In primo luogo, vorrei chiedere al presidente se ho capito bene il passaggio fatto sul superamento relativo o sull'affiancamento della Borsa elettrica. Per capirci, per quanto mi risulta, uno degli handicap per le rinnovabili non sovvenzionate – mettiamola così – è proprio la struttura della Borsa elettrica.
  I posti in cui le rinnovabili stanno sul mercato (penso all'America del Sud, ma anche agli Stati Uniti e ad altri Paesi) sono sempre legati a contratti pluriennali. È quello che dà la garanzia per un lungo periodo e che rende competitive le fonti già di per sé. Da noi questo è più complicato, perché la struttura della Borsa elettrica non permette questo tipo di accordi. Se ho capito bene, era quello a cui ci si riferiva.
  Passando al secondo punto, voi siete, fuor di retorica, sicuramente una delle strutture più attrezzate tecnicamente del Paese. Avete saperi e competenze. Non ho capito ancora, però – lo devo dire con grande onestà – se voi avete messo nella vostra missione il tema delle nuove politiche energetiche. Questo non l'ho capito.
  Poiché stiamo andando verso la COP21 di Parigi – ci sono accenni nella relazione che voi avete presentato – e gran parte degli obiettivi di cui si parla passano per un intelligente uso degli strumenti di mercato, per capirci, quando voi ragionate di una revisione delle politiche tariffarie eliminando la fascia, tema che abbiamo già affrontato col presidente, ma anche con il consigliere Biancardi, quando proponete di rivedere e discutere su come spalmare in maniera diversa gli oneri fra produzione e potenza, il che va a penalizzare di nuovo non solo l'autoconsumo, ma anche le rinnovabili, tendenzialmente, voi fate un ragionamento di scenario ?
  A me piacerebbe che – non è detto che si faccia adesso – in un'occasione l'Autorità, con le sue competenze, anche per prepararci rispetto a Parigi, venisse qui e ci dicesse che, se noi vogliamo arrivare al 30 per cento entro questa data, abbiamo determinati scenari, che implicano un dato tipo di strutturazione delle norme del rapporto con i consumatori. Onestamente, io ho il dubbio – lo dico con trasparenza – che questa sensibilità voi ce l'abbiate come cultura, ma che non sia metabolizzata negli strumenti.
  Noi di sciocchezze ne abbiamo fatte tante in questo Paese, anche dal punto di vista del costo dell'energia. Nell'audizione di Terna ci è stato ricordato che il pilone fermo in Sicilia ci costa 600 milioni di euro all'anno. Per esempio, chi di noi gira per l'Italia sa che la stessa operazione CIP6, che noi avevamo pensato come positiva, in realtà è finita col fatto – non parlo del CIP6 iniziale, ma della liquidazione del CIP6; mi sembra che a questo alludesse anche il collega Vico sul pagamento della capacità – che noi abbiamo pagato una barca di soldi (scusate il termine oxfordiano) a soggetti che poi hanno semplicemente chiuso gli impianti.
  Potrei nominarvi un tot di soggetti che hanno incassato tranche da 200, 300, 400 milioni di euro semplicemente per passare da una fase in cui producevano energia, che in questo caso sarebbe stata molto di meno perché il mercato dell'energia è cambiato, a una fase in cui hanno spento gli impianti e sono rimasti con la cassa.
  Io vorrei non solo avere una rassicurazione – per così dire – culturale, ma anche che l'Autorità si attrezzasse per presentare al Parlamento, alle nostre Commissioni magari, se il Presidente Epifani è d'accordo, degli strumenti di scenario, ossia delle modifiche sulle regole che voi proponete, che siano finalizzati agli scenari da raggiungere nelle politiche energetiche.
  Do la parola ai nostri ospiti per la replica.

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  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Grazie. Come vedete, abbiamo riempito tutti i fogli bianchi e i margini. Se i presidenti sono d'accordo, sfruttiamo la possibilità che ci è offerta anche di integrare in seguito, perché difficilmente oggi riusciremo ad affrontare, anche solo simbolicamente, tutte le interessantissime questioni.
  Cerco, nei cinque minuti che mi vengono concessi, di raggruppare le domande che possono avere una risposta non dico comune, ma simile. Rispondo, quindi, a gruppi, scusandomi da subito se per il resto delle domande con il mio collega, che credo usi la mia stessa tecnica, dovremo ricorrere a un'integrazione scritta successiva.
  Vorrei affrontare brevemente il mondo dei capacity, ossia delle capacità, anche di quelle che molto probabilmente restano chiuse e che sono pagate o meno per restare chiuse. Mi riferisco all’overcapacity, a questo mondo e anche al problema delle rinnovabili del futuro senza incentivi e a che vita potranno avere nel mercato elettrico. Questo è un primo gruppo di domande a cui cerco di fornire una risposta.
  Su questo ragionamento apro una piccola parentesi. Sulla capacità di interconnessione – la prima domanda era dell'onorevole Benamati – tra Paesi perché noi critichiamo fondamentalmente il parametro che è nel pacchetto ? L'obiettivo è quello di interconnettere non due sistemi di trasmissione, ma due mercati, cioè due Paesi, due realtà energetiche, o più di due, in realtà, al fine di arrivare al mercato unico.
  Tutti sanno che questa non è una questione solo di vedere quali possono essere le cifre di megawatt delle linee di trasmissione messe in opera per capire qual è la capacità di interconnessione ottimale tra i due Paesi. Occorre guardare un po’ più nel dettaglio qual è la capacità di esportazione e di importazione dei singoli Paesi, per poi metterle in relazione in termini di costi-benefici.
  Il parametro europeo, peraltro criticabile, perché al denominatore contiene la potenza installata ed è quindi falsato rispetto a una situazione del nostro Paese, che è in grande esubero di capacità, è comunque un parametro rozzo – passatemi il termine – perché non guarda minimamente né la capacità di esportazione (farò poi un esempio numerico) del Paese, per esempio Italia versus Francia, né il beneficio di avere un'integrazione di questi due mercati.
  Per esempio, l'Italia oggi – sto parlando dell'intera frontiera elettrica nord – può importare 7-8 mila megawatt, a seconda della stagione e delle condizioni di sicurezza della rete all'interno. Se noi dovessimo chiedere a Terna – non ci siamo mai arrivati perché il nostro Paese è stato endemicamente in importazione, ma qualche ora adesso, vivaddio, si riesce a esportare – al nostro gestore di rete, qual è la capacità di esportazione dall'Italia verso la Francia continua, per un anno, troveremmo qualche centinaio di megawatt. Non sono in grado di dirvi esattamente la cifra.
  Perché ? Perché non vanno guardate solo le capacità delle linee, che, per definizione, sono bidirezionali, per cui 7 mila megawatt vanno in un senso e 7 mila in un altro, ma anche le capacità di import-export del singolo Paese.

  PRESIDENTE Chiedo scusa, ma non ho capito.

  GIANLUCA BENAMATI. L'Italia è pronta ad assorbire e la Francia no.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Esattamente. Dopodiché, il secondo passo, e chiudo la parentesi, andrebbe visto in termini di analisi costi-benefici. Se abbiamo a disposizione una determinata capacità di import e una di export tecnica, occorre valutare che cosa convenga avere in termini di differenziale di prezzo tra i due Paesi. Potremmo scoprire che uno può investire in maniera importantissima in capacità di interconnessione verso un dato Paese, ma poi avere anni di gradienti di prezzi al Pag. 17contrario. Di conseguenza, ci si domanda se buttare via dei soldi, come diceva anche l'onorevole Crippa, per investire in una direzione di interconnessione che poi non servirà mai al mercato, perché il mercato è girato dall'altra parte. Capisco che sono discorsi difficili, ma non ci si può accontentare di un parametro abbastanza rozzo come quello contenuto del 10 e del 15 per cento della Commissione. Chiudo la parentesi. Scusate la complicazione e il tentativo complesso di rispondere.
  Passiamo al capacity. In realtà, il capacity market italiano ha due tipi di prodotto, anzi avrà due tipi di prodotto: una disponibilità di capacità di base e una flessibile. Questo è assolutamente compatibile con le previsioni della legge che venivano citate dall'onorevole.
  Il mercato della capacità ha un prodotto che, nel momento in cui viene messo ad asta e aggiudicato a un produttore, è vero che remunera in termini di premio per la capacità, ma fa assumere al produttore aggiudicatario un impegno a produrre – non a essere disponibile – nei mercati dell'energia, ossia nel mercato affiancato, nell'anno «x» in cui c’è il prodotto. In realtà, si tratta di un contratto di energia – la complicazione di spiegarlo sta anche nei pochi minuti a disposizione – che non è assolutamente un contratto pagato solo per esserci. Non si paga del ferro fermo.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. I francesi no. Hanno i certificati.

  LUDOVICO VICO. Se la portiamo ai francesi, è sull’export e non sull’import.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Voglio dire che nel nostro mercato della capacità, quando uno prende un premio per la capacità disponibile, assume un impegno, sanzionato fino al doppio del premio che ha preso, di produrre in quel momento. Pertanto, la finta – scusate il termine oxfordiano – non è possibile da questo punto di vista.

  STELLA BIANCHI. Quindi, gli impianti fermi non sono pagati.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Gli impianti che non prendono il prodotto capacity market e che vengono fermati non sono assolutamente pagati. Chi viene pagato dal capacity market...

  LUDOVICO VICO. Nel pompaggio vengono pagati.

  PRESIDENTE. Bisogna parlare al microfono.

  LUDOVICO VICO. Tutta la bolletta A3 è un po’ la storia di come si compongono tante cose. In ogni caso chiedo scusa al presidente.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Io non parlavo del CIP6, in chiusura. Stavo parlando del capacity market, di un contratto nuovo, che è un contratto di energia. Mi verrebbe da definirlo un conto energia, perché alla fine uno non può prendere i soldi della capacità e non essere a produrre in quel momento. Verrebbe sanzionato. È una cosa, mi creda, molto innovativa. Non è così quello francese. Il nostro è così.
  Il punto importante di cui volevo parlare è che il mercato della capacità si tratta sempre in termini di remunerazione della capacità che si renderà disponibile. In realtà, il mercato della capacità è disegnato anche in modo tale da mandare un segnale economico per la chiusura degli impianti.
  Non scendo nei dettagli, ma chi sta fuori dal capacity market ha tutte le convenienze del caso per chiudere l'impianto. Come diceva anche l'onorevole Crippa, il capacity market è un mercato che spingerà verso la decarbonizzazione perché renderà premiati solo gli impianti termoelettrici Pag. 18rinnovabili o efficienti. Quelli inefficienti saranno invitati a chiudere, perché non entreranno nel mercato della capacità.

  PRESIDENTE. Nell'efficienza dovrebbe entrare anche la produzione di CO2.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Da questo punto di vista – lo dico perché me l'ero segnato – la Commissione europea segnala che i nuovi mercati della capacità devono essere basati su due pilastri. Uno è che siano basati su meccanismi di mercato. Questo  a va sans dire, altrimenti siamo sull'amministrato. Il secondo è che siano tecnologicamente neutrali. Non possiamo avere un mercato della capacità che fa preferenze per la tecnologia A piuttosto che per la tecnologia B, per tanta CO2 o poca CO2, per ETS o non ETS, per rinnovabile e termoelettrica. Dobbiamo avere un mercato, come è quello dell'energia, che mette in concorrenza un chilowattora da qualunque fonte rinnovabile.
  Perché diciamo – e ho finito – che il mercato della capacità italiano, pur essendo technologically neutral, inviterà a chiudere i termoelettrici inefficienti e remunererà, così come fa in maniera combinata con il mercato dell'energia, solo le rinnovabili del futuro e gli efficienti ? Proprio perché mette in relazione e in concorrenza questo tipo di fondamentali.
  Passo all'ultimissimo punto, con riferimento al presidente, e poi mi taccio, sul mercato della capacità. È vero che nei mercati fuori dall'Italia le nuove rinnovabili vengono aggiudicate con contratti chiamati PPA (Power Purchase Agreement), delle aste di lungo termine in cui si dà una continuità di ricavi a queste fonti. Anche in Italia, però, stiamo facendo adesso le cosiddette aste per il non fotovoltaico, che sono dei Power Purchase Agreement che vanno in questo senso.
  Questi sono mercati tecnologicamente orientati, perché c’è l'asta dell'eolico, dell'idroelettrico e via elencando. Il mercato della capacità è un mercato più ampio, che, essendo neutro dal punto di vista della tecnologia, offre comunque una remunerazione di medio-lungo termine, perché non è come il mercato dell'energia, che è orario, e pluriennale a queste fonti.
  Io credo che questo sia, non dico la via di mezzo o la terza via, ma un segmento importantissimo che si colloca tra i mercati dell'energia di breve termine, i quali non hanno più una funzione di remuneratività per i nuovi impianti a fonti rinnovabili e per gli impianti efficienti, e le aste PPA, cioè le aste tecnologicamente orientate per le fonti rinnovabili. È un terzo segmento che l'Autorità crede sia assolutamente necessario per il futuro del mercato italiano.
  C’è un'ultima cosa che ci tengo tantissimo a dire: perché non è vero, onorevole Crippa, che, se noi apriamo il nostro mercato agli esteri, abbiamo un'ulteriore aggiunta di overcapacity che viene al nostro mercato ? Perché, quando apro un mercato, chiederò la clausola di reciprocità, ossia che ci sia dall'altra parte un mercato simile, per cui i produttori nazionali potranno esportare in termini di capacità dall'altra parte. Questo è quello che vuole anche l'Europa.

  STELLA BIANCHI. Posso chiedere solo, in maniera velocissima, se avete stimato quant’è la capacità di termoelettrico che probabilmente è in eccesso con questo sistema ?

  PRESIDENTE. No, lasciamo perdere. Vi chiederei, poiché alcune questioni sono rimaste inevase, di organizzare con il dovuto tempo – non dobbiamo farlo domani, ma direi entro settembre – un'occasione in cui voi venite, con le vostre capacità, a farci un ragionamento di scenario. Vi chiederei di approfondire le questioni di come il mercato della capacità possa favorire questa o quella fonte, questa o quella evoluzione.

  GIANLUCA BENAMATI. Quando ci dicono che facciamo l'interconnessione con la Francia e poi la Francia non è sicuramente capace di importare, è un problema.

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  STELLA BIANCHI. Se avessimo i dati in percentuale non sarebbe un peccato. Se avessimo una stima di quanta capacità di termoelettrico risulta effettivamente residua...

  PRESIDENTE. Anche sul punto sulla Francia veniva chiesto un chiarimento. Poiché noi dobbiamo formulare poi un parere congiunto, questo fatto della non biunivocità delle connessioni è un punto che ha un suo interesse. Vi chiediamo, quindi, se ci potete intanto mandare eventuali supplementi alle questioni poste e poi, però, ripeto, farci un ragionamento di scenario su come la vostra strumentazione può aiutare le politiche. Io sono certo della vostra cultura generale in materia, ma non sono altrettanto certo che, quando pensate agli strumenti, abbiate ben chiari questi obiettivi.
  I nostri ospiti ci manderanno intanto delle risposte anche sulla Sardegna.

  GUIDO PIER PAOLO BORTONI, Presidente dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Concludendo, abbiamo concordato sulle vostre richieste, ma anche per voi noi abbiamo una gentile richiesta. Sul discorso del disegno di legge in materia di concorrenza e mercato, incardinato presso le Commissioni riunite Finanze e Attività produttive, potremmo fornire dei contributi interessanti. La richiesta è, quindi, di audirci, nelle forme che vorrete, per fornirvi un nostro parere in merito.

  GIANLUCA BENAMATI. Presidente, ritorno a quello che dicevo prima. Se anticipassero alcune questioni che possono essere rilevanti per questo parere, poi noi con la Commissione Finanze certamente sentiremo l'Autorità anche sul disegno di legge «Concorrenza».

  PRESIDENTE. Poiché dobbiamo esprimere il parere sul Pacchettoenergia, entro giugno, sarebbe utile avere una nota dall'Autorità. Vi sarebbero ancora tante questioni. Il conto termico va bene così com’è o no ? Vorremmo capirlo.
  Autorizzo la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna della documentazione consegnata dai rappresentanti dell'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico (vedi allegato).
  Ringraziando i nostri ospiti, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.

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ALLEGATO

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