XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro

Resoconto stenografico



Seduta n. 25 di Mercoledì 11 marzo 2015

INDICE

Comunicazioni del presidente:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 

Audizione del Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze, Tindari Baglione:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 5 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 5 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 6 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 6 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 6 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 6 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 6 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 6 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 12 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Grassi Gero (PD)  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 13 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 13 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 14 
Bolognesi Paolo (PD)  ... 14 
Grassi Gero (PD)  ... 14 
Bolognesi Paolo (PD)  ... 14 
Di Giorgi Rosa Maria  ... 14 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 14 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14 
Baglione Tindari , Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ... 14 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI

  La seduta comincia alle 14.15.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, in relazione alle richieste formulate dal deputato Bolognesi con nota del 5 marzo scorso, relativa all'archivio-deposito del Ministero dell'interno di circonvallazione Appia, nel corso dell'odierna riunione l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato deliberato di acquisire due relazioni inviate dal dottor Giannuli al Tribunale di Milano, di richiedere alcuni chiarimenti agli Uffici giudiziari interessati e di rappresentare al Presidente del Senato l'esigenza di avviare le procedure per la declassificazione di due documenti.
  Nella medesima riunione, tenuto conto del notevole incremento della documentazione acquisita e del crescente numero di richieste di consultazione, di effettuazione di ricerche e di estrazione di copie di atti, si è convenuto di richiedere al Nucleo speciale delle Commissioni parlamentari d'inchiesta della Guardia di finanza l'assegnazione di un ulteriore sottufficiale esperto da destinare all'archivio della Commissione.
  Sempre nella riunione odierna, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di rappresentare al Ministro della giustizia la necessità di adottare ogni iniziativa idonea a consentire l'estradizione di Alessio Casimirri dal Nicaragua, fermo restando che, nelle more, la Commissione si riserva di richiedere l'attivazione di una rogatoria internazionale. Analoghe iniziative sono in corso di valutazione anche con riferimento ad Alvaro Loiacono.
  Nel corso della citata riunione si è, poi, convenuto di procedere all'audizione del senatore Clemente Mastella e dell'onorevole Claudio Martelli.
  Comunico, inoltre, che in data 9 marzo 2015 la dottoressa Tintisona ha depositato alcuni documenti segreti, concernenti gli accertamenti istruttori condotti con riferimento a taluni testimoni della strage di via Fani.
  Sempre il 9 marzo, la dottoressa Tintisona ha depositato la lettera (di libera consultazione) con cui ha trasmesso al dottor Antonio Marini, Procuratore generale della Repubblica facente funzioni presso la Corte di appello di Roma, copia di un documento secretato.
  Lo stesso giorno è pervenuta, altresì, una nota riservata con cui il dottor Luigi Ciampoli, già Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Roma, ha preannunciato l'invio al Consiglio superiore della magistratura di una richiesta di tutela della sua onorabilità.
  Con nota di libera consultazione del 7 marzo – pervenuta anch'essa il 9 marzo – il dottor Franco Ionta ha trasmesso copia dell'indice e dei decreti di archiviazione relativi a due fascicoli riguardanti, rispettivamente, Giovanni Senzani e la struttura denominata «Noto servizio» o «Anello».
  Il 10 marzo il dottor Donadio ha depositato un documento istruttorio, di libera consultazione, riguardante l'audizione del Ministro Orlando e una relazione segreta relativa a possibili accertamenti da condurre sui bossoli rinvenuti a via Fani.
  È altresì pervenuto, in data odierna, il nulla osta del Ministero della difesa all'incarico di collaborazione affidato al tenente colonnello dell'Arma dei carabinieri Massimo Giraudo.Pag. 4
  Ricordo che, nel corso della sua audizione, il dottor Marini si è dichiarato disponibile a rispondere ad eventuali ulteriori quesiti trasmessi per iscritto dalla Commissione. Invito, quindi, chi sia interessato a far pervenire le proprie domande alla segreteria della Commissione entro venerdì 13 marzo prossimo venturo, così da procedere al loro invio al dottor Marini già la prossima settimana. Allo stato risultano pervenute le domande del deputato Bolognesi.
  Segnalo, inoltre, che sono in corso contatti per organizzare – ove possibile, già la prossima settimana – le audizioni di un Viceministro all'economia che sarà designato dal Ministro Padoan e del dottor Francesco Monastero, Presidente del Tribunale di Velletri.
  Comunico, altresì, che martedì 24 marzo, a partire dalle ore 20.30, si terrà l'audizione del dottor Luigi De Ficchy, Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Tivoli, mentre mercoledì 25 marzo, in orario da definire, avrà luogo l'audizione del senatore Imposimato.
  Quanto alla prevista audizione del Ministro degli esteri Paolo Gentiloni, quest'ultimo ha fatto informalmente presente che sono in fase di completamento le verifiche relative all'esecuzione della cosiddetta «direttiva Prodi» e che, a causa di molteplici impegni internazionali, la sua presenza in Commissione non potrà essere assicurata prima del prossimo mese di aprile.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione del Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze, Tindari Baglione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Tindari Baglione, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte d'appello di Firenze, che ringraziamo per la cortese disponibilità con cui ha accolto il nostro invito a intervenire questo pomeriggio in Commissione.
  Con l'audizione di questo pomeriggio la Commissione intende proseguire l'approfondimento dei risultati delle inchieste condotte dalla magistratura, sia con riferimento al rapimento e all'omicidio di Aldo Moro sia in relazione a vicende connesse.
  Ricordo che in tale contesto abbiamo, tra gli altri, già ascoltato i magistrati ed ex magistrati Luigi Ciampoli, Luciano Infelisi, Rosario Priore, Antonio Marini, Franco Ionta e Giovanni Salvi.
  L'audizione odierna assume un particolare rilievo in quanto la Commissione ha avviato uno specifico approfondimento sulla cosiddetta «pista fiorentina», cioè sui collegamenti esistenti tra la conduzione del rapimento di Aldo Moro, il comitato esecutivo delle Brigate Rosse che si riuniva a Firenze e la figura di Giovanni Senzani.
  Al riguardo, il dottor Baglione potrà fornirci utili elementi di informazione, tenuto conto che era all'epoca dei fatti sostituto procuratore della Repubblica di Firenze, dove collaborò con i giudici Chelazzi e Vigna ed ebbe modo di condurre personalmente le indagini relative alla nota vicenda del ritrovamento del borsello che portò alla scoperta del covo di via Monte Nevoso.
  Ricordo, inoltre, che nell'audizione dell'11 novembre 2014 il presidente Pellegrino ci ha riferito: «Noi restammo sbalorditi quando Tindari Baglione ci disse: “Certo che eravamo deboli nel combattere le Brigate Rosse, perché la Polizia e le Brigate Rosse avevano lo stesso consulente, cioè Senzani”».
  Sempre il presidente Pellegrino, nel corso della sua audizione il 18 novembre scorso, ha altresì sottolineato: «C'erano poi le indicazioni convergenti di Chelazzi e Tindari Baglione sul ruolo di vertice di Senzani nelle Brigate Rosse già durante il sequestro Moro».Pag. 5
  Sarebbe, pertanto, estremamente utile ai fini della nostra inchiesta se il dottor Baglione potesse oggi illustrarci le ragioni alla base delle opinioni da lui espresse alla Commissione stragi e a noi riferite dal presidente Pellegrino.
  Quanto alle indagini sulla colonna toscana delle Brigate Rosse, che non furono a lui affidate personalmente, sarebbe di interesse per la Commissione poter avere dal dottor Baglione qualche indicazione sui magistrati e sugli appartenenti alle forze di polizia che se ne occuparono, anche al fine di poter valutare l'opportunità di una loro eventuale audizione.
  Desidereremmo, infine, che il dottor Baglione ci illustrasse se vi furono nel contesto di tale indagine, per quanto a sua conoscenza, rapporti di collaborazione e di scambio di informazioni tra le Procure di Firenze e di Roma, come anche se ha o ha avuto nel corso degli anni cognizione di un'azione del SISMI di Firenze, in modo particolare del colonnello Federigo Mannucci Benincasa in relazione a Giovanni Senzani.
  Inoltre, chiediamo come possiamo riuscire a comprendere qual era il supporto logistico del Comitato rivoluzionario toscano, intendendo tutte le strutture di cui si era servito a suo tempo. Per noi sono notizie estremamente importanti, volendo sviluppare il tema dei rapporti tra Giovanni Senzani, il sequestro Moro, il Comitato rivoluzionario e il ruolo che questo ha avuto nei cinquantacinque giorni del rapimento e della morte del presidente Moro.
  Nel ringraziare ancora il dottor Tindari Baglione, gli do la parola, facendogli presente che, se nel corso dell'audizione lo riterrà necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Comincio con la prima parte, cioè Senzani. La fonte delle mie informazioni era l'allora capo della DIGOS, che poi diventò anche capo dell'UCIGOS, il quale addirittura, in occasione di un altro procedimento di cui mi occupavo, essendo stato arrestato un giovane nell'abitazione di Senzani in Borgo Ognissanti, ebbe a rappresentarmi l'opportunità di avvisare Senzani con le testuali parole: «Stia attento a chi si mette in casa».
  Il giovane arrestato si chiamava Bombaci, che capitanò la rivolta nel carcere di Trani qualche anno dopo.
  Con molta onestà, io ho sempre detto che a quell'epoca le forze di polizia, sia Carabinieri sia Polizia di Stato, erano al corrente di molte più cose rispetto a noi in tema di terrorismo. Quindi, sia pure con occhio vigile, ci facevamo condurre per mano. Per esempio, a quell'epoca io, Vigna e Chelazzi avevamo addirittura – la legge ce lo consentiva – un ufficio in questura, dove di solito andavamo dopo le nove, perché fino a quell'ora si faceva un lavoro, dopo le nove se ne faceva un altro, cioè si andava in giro per perquisizioni.
  Senzani, come privato cittadino e professore universitario, operava a Firenze, ma fin da allora credo che la sua cattedra fosse a Genova. Sicuramente a Genova erano i contatti con il cognato. Quindi, lo ripeto, per scienza diretta non so niente, ma mi venne riferito dal dottor Mario Fasano quello che vi sto dicendo.
  Di Senzani oltre a questo non so niente, anche perché, come dissi al dottor Fasano, io non avrei chiamato nessuno, non avrei avvisato nessuno. So che, invece, poi le forze di polizia l'avvisarono di questo.

  PRESIDENTE. Quindi le motivazioni delle sue affermazioni sono de relato con...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. La fonte di cui mi rifiutai di fare il nome, nel 2000, trattandosi di udienza pubblica, era il dottor Mario Fasano allora capo dell'UCIGOS.
  Lo ripeto, in tema di terrorismo ho lavorato più con la Polizia che con i Carabinieri; sotto certi aspetti, per noi era un po’ il vademecum. Pensi che Chelazzi era appena arrivato – siamo a ottobre del 1978 – Vigna era il capo squadra, ma tutti con esperienze estremamente modeste.

Pag. 6

  PRESIDENTE. La sua sensazione circa i rapporti tra Senzani, il Comitato rivoluzionario toscano e la vicenda Moro ? Non ne ha mai avuto traccia ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Credo che Senzani, nel Comitato toscano delle Brigate Rosse, cioè Bombaci e compagni, praticamente non ci fosse, anche perché il Comitato toscano delle Brigate Rosse, i cui componenti noi arrestammo nel sospetto che stessero preparando un sequestro di persona nei confronti dell'allora Ministro Lagorio, in realtà operava a Pisa (Ciucci e questi personaggi), tranne un covo che Ciucci aveva affittato dalle parti di viale Europa.
  Quindi, almeno a mio avviso e sulla base di quello che so io, contatti, anche sulla base delle istruttorie e degli interrogatori compiuti, fra Senzani e il Comitato toscano delle Brigate Rosse erano da escludere.
  Quanto all'episodio che ho riportato con riferimento a Bombaci, questi non era neanche un brigatista; era uno che aderiva, secondo me, più a Prima Linea che alle Brigate Rosse.
  Questo so, nient'altro.

  PRESIDENTE. Due ultime cose.
  Sul rapporto tra Senzani e la colonna romana, stessa cosa ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Gli atti di Firenze sono stati rimandati a Roma nel 1992 per competenza e per territorio. Bisognerebbe avere molto chiaro che in magistratura, non solo perché ci sono le norme a pena di nullità, la competenza per territorio è sacrosanta.
  Quindi, noi trattenemmo – fino ad andare al giudizio, ma io ero già al Consiglio superiore – tutta la parte che riguardava Pisa, Firenze e Massa, mentre, per esempio, tutte le notizie sul famoso ciclostile sul quale si riteneva che fossero state stampate le rivendicazioni relative a Moro arrivarono a Roma, credo, nel 1992 mandate da Fleury, un altro collega della Procura della Repubblica di Firenze.

  PRESIDENTE. Un rapporto tra la Procura di Firenze e la Procura di Roma nel corso delle indagini ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Nelle mie indagini assolutamente no, per la parte che ho fatto io.

  PRESIDENTE. E che lei rammenti, per la parte di Chelazzi e di...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Ecco, questo riguarderà un po’ anche il borsello.
  A un certo punto, io che pure con riferimento al borsello ero l'unico assegnatario... Lei sa che già allora si cominciò con le coassegnazioni: quanto al Comitato toscano delle Brigate Rosse addirittura, se guarda gli atti, recano tre firme: Vigna, Baglione e Chelazzi. Io non me ne occupai al dibattimento, ma solo nelle indagini di istruzione sommaria, perché nel frattempo fui nominato componente del Consiglio superiore della magistratura, tant’è che questa mia notizia, per esempio, del 1992 mi viene da ricordi mi pare riferiti da Fleury.

  PRESIDENTE. Per capire come possiamo riannodare le fila di questa vicenda su cui abbiamo un interesse particolare...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Essendo morti Vigna e Chelazzi, si riannodano male.

  PRESIDENTE. Chiedevamo se ha qualche altro riferimento...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Si parla del rapporto Firenze-Roma, vero ?

Pag. 7

  PRESIDENTE. Sì, del rapporto Firenze-Roma, di come lei poi arriverà a mandare lo stralcio. Siccome ci andavamo convincendo che c'era una relazione diretta tra Senzani, la struttura logistica utilizzata da Senzani e le vicende del rapimento Moro, ci è sembrato singolare non trovare un collegamento diretto tra le indagini della Procura di Firenze e quelle della Procura di Roma, se non questo stralcio che arriva nel 1992, di cui se non sbaglio si occupa a Roma il dottor Ionta.
  Quindi, volevamo capire se queste cose erano mai... Siccome Vigna e Chelazzi non ci sono più, ci interrogavamo se fosse vivo qualche commissario, qualche colonnello dei Carabinieri o della Guardia di finanza, qualcuno che possa in qualche modo aiutarci a ricostruire, al di là delle carte, anche la storia di quei tempi.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Qui si va per sensazioni.
  Quello che ho detto all'inizio, lo ribadisco: Senzani, secondo me, nel territorio fiorentino ci abitava ma non operava. Era da una parte proiettato a Roma, Ministero della difesa e forse degli interni, e dall'altra credo che allora avesse la cattedra a Genova.

  PRESIDENTE. Quindi ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Quindi non posso esservi utile.

  PRESIDENTE. Non ci può essere utile su questo.
  Per quanto riguarda, invece, le altre due cose che le chiedevo, se ne ha cognizione, cioè se le risulta che il centro del SISMI, il colonnello Federigo Mannucci Benincasa, avesse avuto rapporti con Senzani e se ne ha trovato traccia oppure no ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Solo per sentito dire, non me ne sono occupato, è quello...

  PRESIDENTE. Riguarda sempre Chelazzi e Vigna.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. ... è quello delle armi nella soffitta vicino alla Santissima Annunziata.

  PRESIDENTE. E se n’è sempre occupato...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Io non so nemmeno chi siano.

  PRESIDENTE. Quindi anche sulla struttura logistica...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Pensi che siamo oltre gli anni Ottanta, quindi io non ero nemmeno a Firenze.

  PRESIDENTE. A noi manca proprio un testimone di allora per poter ricostruire queste vicende. Forse dovremmo provare a vedere se riusciamo a rintracciare qualche autorità di polizia giudiziaria che le ha seguite, per poterle ricostruire al di là delle carte.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Credo che fosse un uomo del generale Dalla Chiesa, che probabilmente è ancora vivo, il maggiore Saracini, che allora era un maresciallo dei Carabinieri e che operò parecchio con Chelazzi.

  PRESIDENTE. Possiamo vedere di rintracciarlo, se è ancora tra noi.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Fasano è morto.

  PRESIDENTE. Fasano sì.

Pag. 8

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Poi Fasano era uno di quelli che le sue cose non le diceva. Quindi non c’è nemmeno da dire...

  PRESIDENTE. ... che se gliele chiediamo noi ci risponde.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. No, i suoi collaboratori...
  Per esempio, fra i suoi collaboratori c’è l'ex questore di Milano...

  GERO GRASSI. Ex deputato.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. No. Ora abita a Firenze, perché era il vice di Fasano, poi è stato questore a Milano. Forse si chiama Adinolfi, è un napoletano, cugino dell'onorevole Russo Jervolino.
  Era il vice di Fasano, quindi potrebbe... Ma, le ripeto, Fasano, come tutti i grandi, perché era un grande, con tutti i suoi difetti, era uno che le cose importanti non le raccontava.

  PRESIDENTE. Questo avremo modo di verificare se riusciamo a rintracciarlo.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Comunque il questore – mi pare proprio che si chiami Adinolfi – è vivo e abita a Firenze.

  PRESIDENTE. Bene. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire.

  GERO GRASSI. Le faccio cinque o sei domande...

  PRESIDENTE. Una per volta.

  GERO GRASSI. Sì, una per volta. Domande molto schematiche.
  Lei ricorda i covi delle Brigate Rosse a Firenze ? Quanti erano e quali erano ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Lo ripeto, io mi sono occupato solo di quello di via Barbieri, che è a Firenze Nova.
  Poi sapevo, ma fu trovato dopo, di quello di Ciucci, in viale Europa. Mi pare fossero cinque, però sono tutti fatti successivi.

  GERO GRASSI. Va bene, non ha importanza. Io le chiedo se...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Per esempio, di questo di cui si parlava, di Sollicciano – doveva essere probabilmente la direzione strategica – ne so per questioni interne all'ufficio.
  Come si chiamava ?

  GERO GRASSI. Via della Pisana.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. No, quello era in via della Pisana, ma era vicino a Villa Strozzi, in piazza Pier Vettori, sulla destra. Quello di cui parla il nostro onorevole Grassi.
  Però, le ripeto, non fanno parte delle mie indagini. È che, stando in Procura, queste cose le ho sentite dire, perché per me c’è solo quello di via Barbieri e c'era – ma non era stato scoperto – quello dalle parti di viale Europa. Però se lo vuol sapere da qualche parte un appunto ce l'ho.

  GERO GRASSI. Lei, in una precedente audizione delle vecchie Commissioni, quando parla del covo di via Pisana, giustamente specifica e dice: «Vicino al carcere di Sollicciano».

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Vicino al carcere di Sollicciano ?

  GERO GRASSI. Via Pisana è vicina al carcere di Sollicciano.

Pag. 9

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Sì, ma non piazza Pier Vettori.

  GERO GRASSI. Va bene.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Via Pisana è una via che da Firenze va a Pisa.

  GERO GRASSI. Va bene, d'accordo.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Comunque, questo di Sollicciano...

  GERO GRASSI. Perfetto.
  Lei per caso ricorda o sa che esiste un contratto di affitto di questa base delle BR vicino al carcere di Sollicciano, che decorre dal settembre 1978, quindi dopo il rapimento Moro ? Lei è a conoscenza di questo ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. No.

  GERO GRASSI. Non so se lei ha letto o le è capitato di sapere che nel suo libro Prospero Gallinari, che fu uno dei protagonisti del caso Moro, tra le tante cose descritte in riferimento a Firenze, dice che una notte – dovrebbe essere la notte tra il 19 e il 20 luglio 1977 – quando stavano costruendo il carcere di Sollicciano, dal covo sentirono un boato. Il giorno dopo seppero dalla televisione che qualcuno aveva messo delle bombe al costruendo carcere di Sollicciano.
  Dove voglio arrivare ? Se questo appartamento ha un contratto di affitto della seconda decade di settembre 1978, e questo è certo, se la dichiarazione di Gallinari è che le bombe al carcere di Sollicciano sono nella notte tra il 19 e il 20 luglio 1977, il periodo che intercorre tra le due date è di oltre un anno. Chiaro ? Ma lei sa, come lo so io, chi era il proprietario di quel covo.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. No.

  GERO GRASSI. Glielo dico io, allora: era Giovanni Senzani.
  Allora, se è Giovanni Senzani – e lo è – il proprietario di quel covo, cioè chi ha fatto il contratto di affitto, è come se dicessi che io ho fatto il contratto di affitto a settembre 1978 ma dispongo dell'appartamento, senza contratto di affitto, perché la legge che impone il contratto di affitto è del 21 marzo 1978, decreto antiterrorismo, quello di Cossiga e Pecchioli messo insieme perché la gente registrasse gli affitti...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. C'erano nel 1977...

  PRESIDENTE. Stavano lì nel 1977.
  Se io faccio il contratto di affitto nel 1978, ma sono già lì nel 1977 – e dello scoppio delle bombe, ne parla Gallinari, che stava lì il 19 luglio del 1977 – significa che io Gallinari, se sto in casa sua che mi ospita, lo conosco. Giusto ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Giusto.

  GERO GRASSI. Questa dichiarazione, questo contesto di fatti che io le ho raccontato viene fuori da due cose che, con un po’ di ironia ma anche con la serietà del dramma che ci riguarda, potremmo chiamare «guardie e ladri», cioè questa dichiarazione la fanno le guardie e i ladri. «Le guardie» è lei che ha fatto queste dichiarazioni alle precedenti Commissioni, «i ladri» sono Gallinari, che scrive nel libro esattamente le cose che lei dice.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Il libro a cui si riferisce è quello di Edmond Dantès ?

  GERO GRASSI. No, è un altro libro nel quale Gallinari racconta il suo essere contadino in giro per il mondo, con la differenza che invece di coltivare la terra metteva le bombe e sparava con le armi. È un altro libro.
  Gallinari aggiunge una cosa, che lei conferma nell'audizione, ossia che in quell'appartamento c'era anche Bonisoli.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Io mi chiamo Tindari Baglione, scusi...

  GERO GRASSI. E io mi chiamo Grassi.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Bonisoli non so nemmeno chi sia.

  GERO GRASSI. Bonisoli è il brigatista che la notte dello scoppio nel carcere di Sollicciano sta in quel luogo con Gallinari.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Ma non l'ho detto io.

  GERO GRASSI. Non sto dicendo a lei. Sto dicendo che Gallinari scrive nel libro che con lui la notte dello scoppio c’è anche Bonisoli, un altro protagonista del rapimento Moro.
  Da queste due versioni, la sua in Commissione e quella di Gallinari, noi possiamo dedurre – a distanza di trentasette anni – che Senzani, Bonisoli e Gallinari si conoscevano prima del rapimento di Aldo Moro, avendo questi ultimi due soggiornato, durante la permanenza a Firenze, in un'abitazione che poi Senzani registra con un contratto di affitto dopo il rapimento Moro.
  Sono stato chiaro ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Lei è stato chiarissimo. L'unica cosa che posso dire è quella che ho già detto: che nell'appartamento di Borgo Ognissanti di Senzani gli uomini della Digos arrestarono Bombaci. Quindi, al di là dei due signori che io non conosco e di cui lei ha fatto il nome, la prova che Senzani avesse collegamenti terroristici è già in atti, perché è storica.

  GERO GRASSI. Presidente, io cerco di arrivare ad altro. Cerco di dimostrare, mettendo insieme la sua nobile dichiarazione...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Nobile, lasci stare...

  GERO GRASSI. Nobile perché io l'apprezzo.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Io sono proletario, si figuri...

  GERO GRASSI. Nobile di animo. Anche io sono proletario, ma sono nobile di animo.
  Certo, la mia nobiltà di animo non corrisponde a quella di Senzani, che è «nobile» economicamente.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Siccome c’è anche un contadino nobile in questa storia di Sollicciano...

  GERO GRASSI. Sì.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Era lì che voleva arrivare...

  PRESIDENTE. Atteniamoci al tema, grazie.

  GERO GRASSI. Tento di suffragare la tesi che Senzani non spunta dal nulla. Pag. 11Assieme a queste cose, ricordiamo che Valerio Morucci, in un'audizione delle precedenti Commissioni di inchiesta, dice: «Chiedete a Moretti chi è l'irregolare della casa di Firenze che preparava le domande per l'interrogatorio di Moro» e ricordiamo anche che il 10 maggio 1978, cioè il giorno dopo la morte di Moro, c’è un personaggio autorevole, che all'epoca faceva il Ministro degli interni, Francesco Cossiga, il quale dice: «Chi ha interrogato Moro è un professore universitario, di alta cultura, che ha conosciuto la storia per averla vissuta, non studiata». Lo dice il 10 maggio 1978.
  Morucci, negli interrogatori, ci porta a Firenze per la strategia dell'interrogatorio Moro e lascia intendere che Moretti è colui che porta le domande, ma chi le concepisce è «l'irregolare della casa di Firenze». L'irregolare della casa di Firenze, in base all'incrocio delle sue dichiarazioni e dei contratti di affitto, è ovviamente Giovanni Senzani.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Quantomeno raggiunto da seri indizi di colpevolezza. Però, le ripeto che nel 1978 noi magistrati, compreso il grande Vigna, eravamo preparati il giusto, ma i Carabinieri e ancor più la Polizia ne sapevano di più.
  Le dico anche che in quelle date il dottor Fasano (che ora, a forza di ripeterlo, andrà in paradiso due volte) non lo sapeva, tant’è che diceva che bisognava avvisarlo perché, senza saperlo, si era messo i terroristi in casa.
  Quindi, è la ricostruzione successiva, attraverso le scritture...

  PRESIDENTE. Però poi si è redento quando dice a lei che questo non solo sapeva, ma faceva fessi le guardie e i ladri.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Certo. Siamo d'accordo.

  GERO GRASSI. Mi auguro che possiamo essere d'accordo anche noi.
  Io ho cercato di dimostrare che Senzani non viene fuori dopo il rapimento Moro, ma prima del rapimento Moro, ospitando due dei protagonisti, Bonisoli e Gallinari, a casa sua a Firenze, e che quella «casa sua» non è quella che si pensa, ma è un'altra, perché è collegata al carcere di Sollicciano e quindi alla bomba che – mi pare – Potere Operaio mise mentre lo stavano costruendo.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Le dico che Firenze, non solo per questi ma anche per altri avvenimenti, è il tempio filosofico di alcune cose che poi esprimono la loro forza rivoluzionaria altrove.
  Per certi aspetti, anche il discorso del borsello è questo. Perché ho fatto la premessa che la competenza per territorio è una cosa sacra ? Perché tutto quello che lei dice, in realtà, ai fini dell'articolo 110 del codice penale e dell'associazione a delinquere, va a chiudersi a Roma, come il borsello si apre e si chiude a...
  Firenze doveva essere un santuario, dove, nella massima riservatezza, si facevano alcune cose.

  GERO GRASSI. Perfetto. Condivido perfettamente.
  L'ultima cosa, come momento storico, a futura memoria...

  PRESIDENTE. Siccome non stiamo facendo una sentenza, né l'onorevole Grassi né il procuratore Baglione, nelle nostre ricostruzioni dovremmo trovare, però, dei chiodi su cui basare...

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Il ciclostile di via Barbieri...

  PRESIDENTE. ... la cosa verso la quale stiamo andando. Quindi, siccome questa è una parte delicata, la ripeto: a fondamento di una tesi secondo la quale Senzani aveva già conoscenze ed era più collegato alla parte romana delle Brigate Rosse che ad Pag. 12altre, viene portato il fatto che prima dello scoppio della bomba di Potere Operaio al carcere di Sollicciano in costruzione c'era un immobile, di cui non abbiamo atti che ci dicono che era preso in affitto da Senzani...

  GERO GRASSI. No, ce l'abbiamo da settembre 1978.

  PRESIDENTE. Noi stiamo però discutendo della bomba messa l'anno prima e si dice che questa casa già l'anno prima era di Senzani. Non ho capito da dove lo deduciamo che era di Senzani.

  GERO GRASSI. Lo deduciamo dal fatto che l'anno prima non era obbligatoria la registrazione del contratto e dalla dichiarazione di Gallinari che data alla notte della bomba la presenza sua, di Bonisoli e di Senzani in quella casa, dove loro erano ospiti di Senzani.
  La bomba è del 19 luglio 1977, quindi Bonisoli e Gallinari conoscono Senzani già da quel periodo.

  PRESIDENTE. Però nessuno ha indagato Senzani ?

  GERO GRASSI. Presidente, non potevo farlo io.

  PRESIDENTE. È una domanda.

  GERO GRASSI. È già troppo quello che faccio.

  PRESIDENTE. Nessuno la vuole affaticare. Però, siccome c’è il procuratore dell'epoca, la domanda è se, pur non avendolo seguito lui, magari qualcuno...
  Siccome io vado perseguendo la tesi che la Procura di Roma e la Procura di Firenze, purtroppo, non si sono incrociate spesso, molto probabilmente Gallinari ha dichiarato, ma nessuno ha inquisito Senzani né per il 1977 né per il 1978.

  GERO GRASSI. Esatto. C’è un'altra cosa.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. È talmente vero che io le detto che Fleury manda tutto nel 1992, quindi pensi quanti anni dopo...

  PRESIDENTE. Cioè Fleury nel 1992 decide che c'era qualcosa che poteva riguardare Senzani, le BR, a Roma.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Quando ho detto al senatore Grassi di chiamarmi Tindari Baglione è perché Tindari Baglione è in grado di dire solo due cose: Senzani, Borgo Ognissanti, Bombaci è la prima. La seconda riguarda il covo di via Barbieri: alcuni miei imputati del Comitato toscano delle Brigate Rosse avevano un ciclostile che probabilmente è servito per diffondere i comunicati del sequestro Moro. Ma Senzani non viene nominato. Mi sono spiegato ?

  GERO GRASSI. L'annotazione storica, a futura memoria, è questa: nei primi mesi del 1977 e negli ultimi mesi del 1976...

  PRESIDENTE. L'abbiamo capito benissimo...

  GERO GRASSI. No, presidente, è un'altra cosa. Non potete averla capita perché non l'ho detta.

  PRESIDENTE. Possiamo finire il ragionamento di prima ? Altrimenti non concludiamo il punto e se lei ne aggiunge uno nuovo aumentiamo la confusione.

  GERO GRASSI. Non è uno nuovo. È un punto che ci riconduce a quello del quale stiamo parlando.
  Negli ultimi mesi del 1976 e nei primi del 1977 a Firenze ci sono oltre una ventina tra bombe, attentati e sedi di partito incendiate; tra le bombe, anche quella sotto il Comitato provinciale della DC in corso Cavour.
  Firenze è l'epicentro delle Brigate Rosse tra la fine del 1976 e l'inizio del 1977, tant’è che il 6 aprile 1977 a Firenze Pag. 13va, per portare solidarietà alla città, non uno qualsiasi, ma Aldo Moro, che riceve il sindaco comunista Gabbuggiani e riceve una lettera di Giorgio La Pira, ex sindaco di Firenze, a testimonianza di quanta solidarietà la città dia alla Democrazia Cristiana, che è l'oggetto delle bombe messe a Firenze; quindi tutti i partiti si stringono intorno alla DC.
  Perché dico questo ? Perché Senzani non nasce improvvisamente, un certo giorno, perché qualcuno trova il borsello. Senzani a Firenze fa la prova generale delle Brigate Rosse già dal 1976 e dal 1977.

  PRESIDENTE. Benissimo. La tesi che sostiene l'onorevole Grassi l'ho chiara. Mi compete, però, provare a vedere se, al di là delle tesi che sono suggestive, abbiamo qualche punto d'appoggio negli atti. Per questo abbiamo chiamato il dottor Tindari Baglione, per verificare se questi atti, che Gero Grassi conosce avendo letto le carte, siano stati esaminati dai magistrati in passato e, in caso negativo, perché ciò non sia avvenuto.
  I fatti sono che Gallinari dichiara che stava nell'appartamento una sera che scoppia una bomba, nel 1977, insieme con altri due. Tra questi c'era Senzani. Non abbiamo nessuna dimostrazione evidente fino a settembre del 1978 perché non era obbligatoria la registrazione del contratto di affitto. A queste cose perlomeno non si è dedicata attenzione negli ultimi trentasette anni.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Questo è vangelo.

  PRESIDENTE. Vorrei sottolineare questo, il resto sono deduzioni: le circostanze che ho ricordato non furono oggetto di stralcio, non vennero segnalate subito a Roma, dicendo che c'era Senzani con Gallinari nel 1977 e che poi si erano rivisti nel 1978.
  In aggiunta c'era un ciclostile che stampava e, se stampava, qualcuno doveva portare le cose da stampare, quindi era un ulteriore elemento di contatto. E poi c’è la vicenda del borsello che è l'ennesimo elemento di contatto.
  Tutta questa è una ricostruzione suggestiva. A me oggi interessa evidenziare, anche perché è questa la pista che secondo me dobbiamo cercare di approfondire, che i collegamenti tra la Procura di Firenze e la Procura di Roma non ci sono stati, che sono avvenuti per la prima volta quando il dottor Fleury trasmette gli atti nel 1992, che sono stati poi oggetto, ho motivo di ritenere, dell'archiviazione di cui ha parlato il dottor Ionta.
  Concludendo sullo stato degli atti che abbiamo oggi, Senzani viene condannato per altre cose, ma non viene mai indagato nel 1978, né alla fine del 1977, per fatti concernenti il rapimento e l'omicidio di Aldo Moro, anche se negli atti di diverse Procure esisteva più di un indizio – per giunta si trattava di indizi convergenti – che avesse un rapporto con queste vicende.
  Questo resti agli atti della Commissione, perché diventa elemento di rilievo negli approfondimenti che debbono essere fatti da parte nostra, tra Firenze e Roma, per mettere insieme un quadro indiziario e vedere se su questo quadro indiziario possiamo fare qualche ulteriore passo in avanti.
  Mi sembra che il dottor Baglione abbia confermato che fino al 1992 le Procure di Firenze e di Roma non si siano scambiate le informazioni e che, quando ciò finalmente avviene – nonostante le evidenze che abbiamo ricordato; il dottor Baglione direttamente ha trovato il ciclostile, Gallinari rende le dichiarazioni riportate nel suo libro, si trova il borsello – si tratta più di un fatto tecnico-burocratico riguardante la competenza che non del risultato di un'indagine che mette Senzani al centro della vicenda.
  Peraltro – lo ripeto perché resti agli atti – tutti i funzionari di polizia giudiziaria che a diverso titolo si sono occupati di questa vicenda, dal dottor Fasano, prima capo della Digos poi capo dell'Ucigos... Fasano arriva al punto che, in una data topica, dice al dottor Baglione che Pag. 14bisogna avvertire Senzani che ha i terroristi in casa. Poi, in una fase successiva, motu proprio, dice allo stesso dottor Tindari Baglione, che oggi fa nome e cognome della fonte: «Il problema è che noi siamo stati deboli perché avevamo lo stesso consulente, che era Giovanni Senzani».
  Questa mi pare la cornice e il quadro degli atti, allo stato attuale, tra Senzani allora e Senzani oggi. Siccome, peraltro, Senzani è ancora vivo e vegeto, noi avremo modo di appurare queste cose.
  Ho già chiesto al dottor Tindari Baglione – che non sa nulla, se non de relato – del colonnello Mannucci Benincasa. Non ha mai avuto rapporti quindi non sa darci elementi in proposito.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. No, assolutamente.

  PAOLO BOLOGNESI. Più che al magistrato la domanda la pongo a Grassi.
  Nel momento in cui parlavi di quell'appartamento, parlavi della proprietà di Senzani.

  GERO GRASSI. No, era affittato.

  PAOLO BOLOGNESI. Ah, basta.

  ROSA MARIA DI GIORGI. Ma qualche collaboratore di Chelazzi...

  PRESIDENTE. L'unico nome che abbiamo e che noi possiamo sentire come collaboratore di Fasano è il questore Adinolfi, che è in pensione, e che era il vice di Fasano. Inoltre, ci ha suggerito, se riusciamo a rintracciarlo, il maggiore Saracini che ha collaborato molto col dottor Chelazzi.

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. E che era molto vicino a Dalla Chiesa. A Firenze credo fosse il terminale.

  PRESIDENTE. Un'ultima domanda, dottor Tindari Baglione. Che lei ricordi, dal 1974 al 1982 la Procura di Firenze disponeva di strumenti per intercettazioni ambientali, evidentemente con il registratore a nastro, oppure solo telefoniche tramite la Sip, a mezzo di traslatori ?

  TINDARI BAGLIONE, Procuratore generale della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze. Con riferimento alla mia attività, ma sarei portato a dire di tutta la Procura, solo intercettazioni Sip.

  PRESIDENTE. Su questo abbiamo un ulteriore elemento di indagine da verificare, avendo trovato incidentalmente nelle carte un fascicolo aperto dalla moglie o ex moglie di Senzani per uno strumento di intercettazione a nastro, una «macro spia» ambientale che non rientra in quelle a disposizione della Procura di allora. Quindi questo sarà un ulteriore elemento da approfondire. Ringraziamo il dottor Tindari Baglione per la sua deposizione.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.