XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 82 di Mercoledì 11 marzo 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brescia, Tommaso Buonanno:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Buonanno Tommaso , procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brescia ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Elenco componenti IV Comitato (Cultura della legalità, minori, scuola, università) ... 10

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 14.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brescia, Tommaso Buonanno.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, Tommaso Buonanno, il quale è accompagnato dai sostituti Claudia Moregola e Paolo Savio.
  L'audizione odierna è dedicata a un aggiornamento sulla situazione della criminalità organizzata nel distretto giudiziario di Brescia e costituisce il seguito dell'audizione del procuratore Buonanno svolta durante la recente missione a Reggio Emilia, delicata alle misure di fermo effettuate dalla Procura distrettuale di Brescia nell'ambito dell'operazione «Emilia», condotta insieme alle Procure distrettuali di Bologna e di Catanzaro.
  Ricordo, come di consueto, che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Nel ringraziare il dottor Buonanno anche per la «doppia» disponibilità, della sua presenza a Reggio Emilia, a Modena e qui oggi, gli cedo la parola.

  TOMMASO BUONANNO, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Brescia. Grazie, signor presidente. Ho predisposto un appunto che leggerò in modo sintetico, ben consapevole del tempo ridotto a disposizione e dell'esigenza che i signori commissari avranno di fare delle domande.
  Per parlare della criminalità organizzata nel distretto della Corte di appello di Brescia non si può prescindere da un riferimento alla situazione socioeconomica di questo territorio, che rappresenta più della metà del territorio della Lombardia, nel quale vivono oltre 3 milioni 200 mila abitanti, oltre quelli che vi si trovano per motivi occasionali o che comunque non figurano nei registri anagrafici.
  Questo riferimento è importante per comprendere che, anche in relazione alla posizione geografica di questo territorio e alla presenza di industrie e di attività commerciali, esso costituisce un punto di riferimento importante per l'attività di associazioni criminali, sia italiane sia straniere.
  Operano sul territorio di Brescia associazioni come la ’ndrangheta, la camorra e la mafia; di recente è stato effettuato anche qualche arresto di appartenenti alla sacra corona unita.
  La domanda che viene naturale porsi è la seguente: il territorio del distretto è soggetto a una forma di controllo da parte di queste associazioni cosiddette «mafiose» ? La risposta è no, nel senso che la situazione del distretto non può essere sicuramente comparata alla realtà di altre regioni italiane, specialmente di Pag. 4quelle del centro-sud. Il controllo di queste associazioni criminali, però, è esercitato su singole persone e, in particolare, sull'attività imprenditoriale nella quale la malavita organizzata cerca di inserirsi sempre di più.
  Quali sono le tipologie di reato riferibili a queste attività associative criminali ? Resta il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, che è condiviso anche con organizzazioni straniere che a volte si alleano con la criminalità italiana per importare enormi quantitativi di queste sostanze.
  I reati fine che vengono posti in essere con maggiore ricorrenza sono sicuramente le estorsioni aggravate, attuate anche con violenza alle persone, o altri reati strumentali come gli incendi dolosi, oltre alla detenzione e al possesso di armi.
  Quanto a omicidi e lesioni volontarie anche gravi, gli omicidi non costituiscono un fenomeno ricorrente, sicuramente non paragonabile alla realtà siciliana, calabrese o campana. Sono fatti isolati che, però, nel corso degli anni hanno assunto anche un significato particolare in relazione a certe manifestazioni criminose come il traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
  L'usura è uno dei reati che spesso si accompagna alle attività della malavita organizzata.
  Un aspetto in un certo senso nuovo e strettamente collegato all'interesse a inserirsi nell'attività imprenditoriale è, invece, quello relativo alle violazioni di norme penali tributarie, in modo particolare alla fatturazione per operazioni inesistenti, oggettivamente o anche soggettivamente inesistenti.
  Il traffico illecito di rifiuti oggi costituisce uno degli obiettivi più importanti della malavita organizzata nel nostro distretto.
  Sotto altro profilo, si rilevano fenomeni connessi alla tratta delle persone provenienti dai Paesi dell'est o del Nord Africa, con forme anche a volte di riduzione in schiavitù.
  Strettamente collegato a questi fenomeni vi è lo sfruttamento della prostituzione, da parte di organizzazioni sia italiane sia straniere, lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina e lo sfruttamento del lavoro nero.
  Andando a esaminare le caratteristiche che connotano la presenza di questi gruppi sul territorio di Brescia, risalta il fatto che l'operatività di questi gruppi e l'operatività di una molteplicità di gruppi criminali, rispetto ai quali non è individuabile in modo netto un'area di influenza, è in grado di sviluppare rapporti di cooperazione più o meno stabili.
  In sostanza, non si rilevano forme di alleanza stabili tra associazioni criminali, anche se, in relazione ad alcune associazioni criminali straniere, vi sono forme di compartecipazione o di cointeressenza.
  Il gruppo che registra la maggiore presenza sul territorio è sicuramente quello calabrese, quindi ci riferiamo alla ’ndrangheta. In misura minore e con carattere più episodico e localizzato, vi è la presenza relativa ai gruppi napoletani e siciliani, quindi camorra e mafia, che sono presenti principalmente nelle province di Bergamo e Brescia, anche se non manca qualche riferimento alle province di Mantova e Cremona.
  Quanto ai settori in cui operano prevalentemente le associazioni criminali, attualmente è l'edilizia uno dei settori che riscuote maggiore interesse da parte della mafia.
  L'attività illecita si propone spesso come forma di aiuto, con l'offerta di nuovi capitali a imprese in sofferenza, in relazione anche alla difficoltà economica che sta attraversando il paese e alla difficoltà di ottenere crediti dalle banche. Con questo sistema la malavita organizzata ricicla il danaro sporco in attività lecite, comincia così ad acquisire anche imprese sane a prezzi esigui e ha l'opportunità di partecipare, spesso attraverso prestanome, anche a gare per appalti pubblici.
  Il sistema che si era registrato in passato in relazione all'impiego di manodopera in nero è stato gradualmente sostituito da assunzioni effettive da parte di società collegate o riconducibili ai cosiddetti «criminali imprenditori» che, con l'ausilio di compiacenti professionisti, in Pag. 5modo particolare quelli che svolgono la funzione di commercialista o ragioniere, pongono in essere reati di natura fiscale.
  La recente esperienza ha evidenziato anche il ricorso alla forma dell'illecita compensazione tra crediti inesistenti e debiti tributari e previdenziali effettivi, in modo da azzerare il cuneo fiscale relativo al costo del lavoro. Con questo sistema formalmente gli operai, i dipendenti risultano tutelati dal punto di vista previdenziale e l'imprenditore – o il criminale imprenditore – non versa in realtà nessuna somma di danaro perché, attuando la compensazione fra crediti inesistenti e debiti reali, finisce con non pagare un euro.
  Quali sono le conseguenze di queste condotte ? Potete chiaramente intuirlo. Si tratta di realizzare delle posizioni contributive e fiscali formalmente regolari e di offrire dei servizi a un costo inferiore, molto inferiore, rispetto a quello delle imprese sane, quindi con un danno enorme alla libera concorrenza.
  Le modalità con cui viene affermato questo predominio sono varie, ma non necessariamente si risolvono in atti di violenza, che pure ci sono. Badate, ci sono atti di violenza, a volte anche con l'uso di armi o con altri metodi persuasivi, quali potrebbero essere la minaccia seria, la minaccia aggravata o l'incendio doloso. Tuttavia, altre volte – e non sono poche – questo inserimento nell'attività economica, specialmente nei confronti di imprenditori che si trovano in difficoltà, avviene in modo non violento.
  A volte l'imprenditore si rende anche conto di chi sia il suo interlocutore e del rischio che può correre, ma nonostante ciò lo accetta perché, in una visione anche pragmatica, riesce a intuire che potrebbe derivargliene un vantaggio.
  Come dicevo prima, questa situazione consente anche l'inserimento nelle gare di appalti pubblici. È un aspetto che può assumere rilevanza particolare per il nostro distretto, anche in concomitanza dell'apertura di Expo 2015, per la realizzazione di opere pubbliche.
  Questa attività può essere attuata a volte senza grosse difficoltà perché, oltre ad avere delle rispondenze o delle corrispondenze nelle attività scorrette, illecite di alcuni professionisti, trova altre volte anche dei referenti nella pubblica amministrazione, sia a livello di amministratori che ricoprono quell'incarico di natura elettiva, sia a livello di funzionari amministrativi.
  Se volessimo fare un riferimento ai settori in cui operano questi gruppi criminali, per quanto riguarda le cosche di matrice ’ndranghetista, esse non aspirano a un controllo diffuso sul territorio, come accennavo prima, ma si localizzano in determinati settori e in determinate attività.
  Continua forte il loro interesse per le attività economiche oltre che nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
  La realtà del distretto può essere suddivisa, per quanto riguarda la ’ndrangheta, in due settori: da una parte Bergamo e Brescia, dall'altra Mantova e Cremona.
  Nelle province di Bergamo e Brescia l'attività più rilevante è posta in essere dalle famiglie Bellocco e Piromalli, mentre nelle province di Cremona e Mantova è in modo prevalente presente la ’ndrangheta crotonese, che fa capo a Grande Aracri Nicolino, come poi sarà eventualmente meglio specificato dai colleghi che hanno seguito le indagini.
  Un dato che emerge anche dalla ricostruzione dei fatti anche recenti è che il nostro territorio ha visto eseguire sequestri di conventi, beni immobili e arresti anche a seguito di provvedimenti di altre direzioni distrettuali antimafia, da quella di Milano a quella di Bologna, quella di Catanzaro e quella di Caltanissetta. Perché questo ? Si spiega facilmente: i soggetti che operano con ruoli di responsabilità sul nostro territorio non hanno mai dismesso il collegamento con la casa madre, con le consorelle che operano in altri territori della realtà nazionale. Questo spiega perché indagini complesse come quella «Pesci» ha visto interessate la DDA di Bologna e la DDA di Catanzaro.Pag. 6
  Quindi, i processi che noi abbiamo fatto o quelli che stiamo istruendo attualmente rappresentano un aspetto sicuramente qualificante e rilevante della realtà, ma riteniamo che non sia assoluto, nel senso che tanti fatti a volte possono essere accertati da procure distrettuali di altre sedi, proprio per questa connessione così forte. Poi chiaramente ci si confronta e ci si arriva con l'attività di coordinamento della Procura nazionale antimafia.
  Le indagini che sono state svolte anche nel recente passato hanno interessato i soggetti che fanno capo alla famiglia Bellocco, quindi Condello Giovanni, i figli di Bellocco Giuseppe, Bellocco Domenico e Umberto. L'attività che loro hanno privilegiato è stata quella di tipo imprenditoriale e finanziario, connotata anche da metodi violenti, a volte, relativa al controllo di fatto di imprese che operano nel settore dell'edilizia. Spesso hanno fatto emettere a queste imprese fatture per operazioni inesistenti, proprio per attuare quella compensazione illecita alla quale facevo prima riferimento e per dare una parvenza di legalità al rapporto con i propri dipendenti. Dopodiché, quando hanno svuotato di risorse queste imprese, le hanno portate o alla liquidazione coatta o al fallimento.
  La famiglia Bellocco in passato si è contraddistinta anche per i rapporti con soggetti di rilievo che operavano a livello di traffico internazionale.
  Nel distretto di Brescia e in particolare in provincia di Bergamo, le indagini svolte dal collega Savio – indagini «Narcos» e «Quito», chiamate con questi nomi da chi svolge le indagini e poi anche i processi mantengono questa etichetta – hanno visto il coinvolgimento di un noto personaggio che si chiama Pedemonti Giovanni, di un altro personaggio che si chiama Cerea Maurizio e, più di recente, anche di soggetti ormai inseriti in una posizione di grande rilevanza in questo traffico come Longo Carlo, Giorgi Gianfranco e Marzoli Bruno Claudio.
  Indagini su alcuni soggetti, tra cui Campa Massimo, hanno evidenziato che le risorse illecite venivano poi trasferite almeno in parte in Svizzera e altre venivano reimpiegate per l'acquisto di nuove partite di sostanze stupefacenti.
  Nell'attività di acquisizione di imprese in difficoltà economiche, si è contraddistinta anche la famiglia Piromalli. Di recente, un provvedimento di altra direzione distrettuale ha disposto il sequestro dell'azienda Fimet presente a Bergamo, proprio perché era nel programma di acquisizione di questi soggetti.
  Le indagini svolte nell'ambito di questi procedimenti hanno evidenziato, nel corso del tempo, che anche il finanziamento per l'acquisto di sostanze stupefacenti proveniva alcune volte dalla commissione di reati tributari.
  Sempre nelle province di Bergamo e Brescia, si è evidenziato come personaggio di rilevanza Romano Giuseppe, anch'egli appartenente alla ’ndrangheta. Altri soggetti operano nella zona del basso lago di Garda, specialmente nel settore dell'intrattenimento notturno e alberghiero, e sono stati riscontrati in questo caso anche collegamenti con esponenti della camorra per quanto riguarda la zona del basso lago di Garda.
  In altra parte del territorio, in val Trompia, negli anni scorsi, c’è stata un'indagine condotta sempre dal dottor Savio nei confronti di soggetti appartenenti alla ’ndrina di Oppido Mamertina, che ha rilevato una partecipazione di soggetti di spicco, quali Piromalli, Tavernini, Riganò, Feliciano e altri appartenenti alle cosche Facchineri di Cittanova e Barbaro-Papalia operanti nell’hinterland milanese.
  Tra le varie famiglie è stata riscontrata anche la presenza della famiglia Mancuso di Limbadi, nei cui confronti è stato emesso dal tribunale di Monza, sezione delle misure di prevenzione, un provvedimento di sequestro su beni che si trovano in provincia di Bergamo. Quindi, questi soggetti abitano nella provincia di Bergamo. Questo gruppo è dedito, anch'esso, al traffico di sostanze stupefacenti, all'usura e alle estorsioni.
  Secondo indagini anche recenti fatte dal ROS, risultano presenti in vari centri del distretto di Brescia soggetti di sicura Pag. 7appartenenza a ’ndrine o a cosche. A Flero è stata individuata la residenza di Mazzaferro Giuseppe, a Rudiano quella di Andronaco Giuseppe; le famiglie Condello e Scopelliti gravitano nei comuni a est di Bergamo, tra cui Calcio, Romano di Lombardia, Ranica, Nembro e Capriolo.
  La famiglia Schettini, che opera nella parte ovest di Bergamo, nei comuni di Suisio, Dalmine e Villa d'Almè, è collegata storicamente alla famiglia di Coco Trovato, che risiede in provincia di Lecco.
  La famiglia Romeo opera, insieme con i Condello, sempre nei comuni a ovest di Bergamo ed estende la sua attività nelle province di Como e Milano.
  La famiglia Scopelliti, collegata sia ai Bellocco che a soggetti riconducibili a cosa nostra, fa riferimento alla persona di Scopelliti Antonino, che è un personaggio già emerso nell'ambito del processo «’Nduja» fatto sempre dal collega Savio.
  Del sequestro della Gestitel vi ho parlato poco fa. È stato disposto dalla direzione distrettuale di Catanzaro il 29 gennaio scorso.
  Per quanto riguarda le province di Mantova e Cremona, il dato che emerge, almeno per quanto riguarda alcuni centri della provincia di Cremona – mi riferisco in particolare a Viadana – è che, essendo collocati al confine con la provincia di Reggio Emilia, anche le attività criminose rilevate sono state spesso attratte nell'ambito delle indagini svolte dalla DDA di Bologna. Infatti, di recente sono state emesse tredici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti crotonesi accusati di trasferimento fraudolento di valori, di riciclaggio, di impiego di danaro, beni o utilità di provenienza illecita, e nell'ambito di quella indagine è stato disposto il sequestro di un appartamento e di un garage che era nella disponibilità degli indagati in comune di Viadana. Questo è il dato rilevato finora in relazione alla situazione del territorio di Viadana.
  Dell'indagine «Pesci» vi parlerà diffusamente la collega Claudia Moregola, per cui io non aggiungo altro, se non la notizia del recente efferato fatto di cronaca che ha portato all'omicidio di Gobbi Giorgio da parte del cognato. Secondo le valutazioni degli investigatori, questo omicidio evidenzierebbe l'esistenza di un contrasto interno nella ’ndrina, che avrebbe giustificato questo omicidio. Quindi, il potere di Grande Aracri Nicolino, secondo questa ipotesi investigativa – è soltanto un'ipotesi investigativa – sarebbe stato messo in discussione in modo plateale, evidente, proprio con la consumazione di questo omicidio.
  Il concorrente – a livello di pretesa di gestione della situazione – viene indicato in Lamanna Francesco, soprannominato «Franco ’u testoni».
  Nella provincia di Cremona è stata poi eseguita un'operazione della guardia di finanza coordinata dalla direzione distrettuale di Bologna, che ha accertato la presenza di ramificazioni della ’ndrangheta cutrese riferibile sia a Grande Aracri Nicolino sia alla famiglia Arena.
  Questa attività ha interessato soggetti e imprenditori di origine calabrese sodali ad entrambe le citate consorterie. Questo riporta al discorso iniziale dell'interesse e del co-interesse che vi può essere all'inizio, da parte di alcuni imprenditori che si trovano in difficoltà, con questi soggetti. Quindi, non solo di origine calabrese ma anche vari imprenditori locali.
  Altre indagini sono in corso e riguardano sempre la provincia di Cremona, dove ha dato un contributo un collaboratore di giustizia.
  Per quanto riguarda la camorra, questa si è segnalata nella zona del lago di Garda per la presenza di soggetti contigui al clan Moccia, in particolare attraverso la presenza delle famiglie di Laezza e Grano che risiedono tra Desenzano e Peschiera del Garda, che hanno intrattenuto rapporti con appartenenti alla ’ndrangheta ai quali facevo prima riferimento.
  Altra famiglia di cui si segnala la presenza è la famiglia Catapano, che si trova tra Roè Volciano e Toscolano Maderno. Di recente è stato disposto il sequestro di un prestigioso hotel che si trova nel basso lago di Garda e che era nella disponibilità di questa famiglia originaria di Boscoreale e Poggiomarino.Pag. 8
  Grano Giuseppe è stato poi arrestato dai carabinieri di Desenzano nel mese di febbraio del 2013 nella flagranza del reato di estorsione, al quale era collegata anche un'usura, commessa in danno di due imprenditori bresciani che, esclusi dal circuito creditizio legale, gli si erano rivolti per ottenere un finanziamento. Quindi, molta disponibilità all'inizio a concedere i finanziamenti, ma subito dopo azioni estorsive connesse ad attività usurarie, che portano spesso a impossessarsi dell'azienda.
  Sempre nell'ambito dell'attività svolta dalla camorra, si segnala la presenza anche del clan camorristico dei Mazzarella. La sezione autonoma delle misure di prevenzione di Milano ha disposto un provvedimento di sequestro nel comune di Caravaggio, nell'ambito di un procedimento di prevenzione instaurato a carico di Andolfi Carmine, che si presenta con un passato da rapinatore e che in tempi più recenti è divenuto imprenditore edile, non scevro dal ricorrere a metodi intimidatori molto convincenti.
  Nella provincia di Cremona – anche qui vi è un riferimento ad attività di altri organi giudiziari, come vi dicevo prima – è stato eseguito l'arresto di un latitante, colpito ovviamente da un'ordinanza di custodia cautelare dell'autorità giudiziaria di Napoli, appartenente al clan camorristico Abete-Abbinante-Notturno-Aprea. La sua presenza ovviamente è stata garantita da azioni di favoreggiamento di soggetti dei quali è in corso l'identificazione.
  Infine, per quanto riguarda la mafia, è stata segnalata la presenza di appartenenti alla famiglia Emmanuello di Gela, affiliata al clan Madonia, stanziatasi tra Ghedi e Montichiari, in relazione anche a un'attività estorsiva posta in essere in modo particolare: l'imprenditore si era rivolto a questa famiglia per essere tutelato nei confronti di altra azione estorsiva. È stato tutelato fino a un certo punto, poi è diventato inevitabilmente egli stesso vittima di questa attività criminosa.
  A San Zeno Naviglio, sempre in provincia di Brescia, abita Cascino Rosario, già tratto in arresto insieme ad altre quaranta persone su ordinanza di custodia cautelare della DDA di Caltanissetta, nell'ambito dell'operazione «Compendium», ed è stato di recente destinatario della misura di prevenzione della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno.
  Il 4 ottobre 2013 è stato arrestato Romeo Mario, con l'accusa di usura aggravata.
  Nella Bergamasca si stanno svolgendo indagini connesse all'omicidio Larreta e sono oggetto di indagine appartenenti ad altra famiglia mafiosa, quella di Messina Denaro. Lo sfondo nel quale opera questa famiglia è quello del traffico internazionale di stupefacenti, di hashish in particolare, che interessa il territorio di Bergamo.
  Infine, a Orzinuovi è domiciliato Badalamenti Salvatore, nipote del noto don Tano.
  Nella provincia di Cremona sono state eseguite sei ordinanze di custodia cautelare nell'ambito dell'attività d'indagine relativa ad associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata e porto abusivo di armi, dove tra gli indagati figura anche Blanco Salvatore, alias Turi Paletta, che risiede a Crema da vari anni e ha però continuato a intrattenere rapporti con la famiglia niscemese guidata da Musto Alberto.
  Infine, la Polizia di Stato di Milano, con la collaborazione della guardia di finanza di Cremona, ha svolto un'indagine per accertare la consistenza del patrimonio accumulato nel corso degli anni dalla famiglia Mangano di Porta Nuova e ha dato esecuzione a un decreto di confisca nei confronti dei fratelli Cristodaro Rocco e Domenico, originari di Isola di Capo Rizzuto, in provincia di Catanzaro. Questi due signori sono titolari di due studi di consulenza contabile, uno sito a Milano e uno nella provincia di Cremona.
  Finisco brevemente perché non vorrei appesantire molto. Mi sono premurato di dare indicazioni specifiche perché lo ritenevo giusto, come ho detto.
  Per la criminalità organizzata pugliese, la sacra corona unita, è stato eseguito l'arresto, il 30 maggio 2013, di Rizzi Francesco Pag. 9che abitava in Manerba del Garda, dove risulta anche domiciliato altro soggetto, tale De Feudis Antonio.
  Se volete, potrò fare qualche riferimento alle associazioni internazionali.
  Vi chiedo scusa per la pesantezza di questa esposizione.

  PRESIDENTE. Penso che potremmo anche passare alle risposte alle domande che avevamo formulato.
  Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori della Commissione procedono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Allegato al resoconto stenografico relativo alla seguente seduta sarà pubblicato l'elenco dei componenti del IV Comitato Cultura della legalità, minori, scuola, università, coordinato dall'onorevole Luisa Bossa. Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 16.30.

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ALLEGATO

COMPOSIZIONE

IV COMITATO

Cultura della legalità, minori, scuola, università

  1.  On. Luisa BOSSA (PD) (coordinatore)

  2.  On. Angelo ATTAGUILE (LNA)

  3.  On. Dorina BIANCHI (AP)

  4.  Sen. Enrico BUEMI (PLA-PSI-MAIE)

  5.  Sen. Elisa BULGARELLI (M5S)

  6.  On. Mara CARFAGNA (FI-PDL)

  7.  Sen. Peppe DE CRISTOFARO (MISTO)

  8.  On. Francesco D'UVA (M5S)

  9.  On. Claudio FAVA (MISTO)

  10. On. Ernesto MAGORNO (PD)

  11. On. Gaetano PIEPOLI (PI-CD)

  12. On. Marcello TAGLIALATELA (FDI-AN)

  13. On. Andrea VECCHIO (SCPI)

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