XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Mercoledì 3 dicembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3 

Audizione del Ministro della difesa, sen.Roberta Pinotti:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3 
Pinotti Roberta , Ministro della difesa ... 3 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 6 
Pinotti Roberta , Ministro della difesa ... 6 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Pinotti Roberta , Ministro della difesa ... 7 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 8 
Buemi Enrico  ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 8 
Buemi Enrico  ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 8 
Buemi Enrico  ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 8 
Buemi Enrico  ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 8 
Buemi Enrico  ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Pinotti Roberta , Ministro della difesa ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Corsini Paolo  ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Buemi Enrico  ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Buemi Enrico  ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Romano Paolo , capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa ... 10 
Grassi Gero (PD)  ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Pinotti Roberta , Ministro della difesa ... 11 
Buemi Enrico  ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Buemi Enrico  ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Buemi Enrico  ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Buemi Enrico  ... 11 
Grassi Gero (PD)  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 

Comunicazioni del presidente:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione del Ministro della difesa, sen. Roberta Pinotti.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro della difesa, senatrice Roberta Pinotti, che ringraziamo per la cortese disponibilità con cui ha accolto l'invito ad intervenire oggi alla seduta di questa Commissione.
  Il Ministro Pinotti è accompagnata dal generale di divisione Paolo Romano, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa.
  L'audizione del Ministro si inserisce nell'ambito delle audizioni dei rappresentanti del Governo che la Commissione sta svolgendo. Abbiamo già ascoltato il 29 ottobre il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, senatore Marco Minniti, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica; lo scorso 19 novembre il Ministro dell'interno, onorevole Angelino Alfano; ieri il Ministro dei beni e delle attività culturali, onorevole Dario Franceschini. In seguito procederemo anche all'audizione del Ministro della giustizia, del Ministro degli affari esteri e del Ministro dell'economia e delle finanze.
  L'odierna audizione, come le altre già svolte, ha l'obiettivo di consentirci di acquisire elementi di informazione sulla documentazione concernente il caso Moro che non sia già stata acquisita dalle Commissioni parlamentari d'inchiesta che in precedenti legislature si sono occupate della vicenda.
  In particolare, la Commissione è interessata a conoscere elementi di dettaglio sulla documentazione versata all'Archivio centrale dello Stato, in attuazione della cosiddetta «direttiva Prodi», la lettera dell'8 aprile 2008 con la quale l'allora Presidente del Consiglio comunicava al Ministro dell'interno Amato di ritenere che nel caso del rapimento e dell'uccisione di Aldo Moro si potesse comunque dar luogo alla declassifica degli atti classificati.
  Occorre, pertanto, verificare se e in che misura l'invito contenuto nella direttiva Prodi sia stato effettivamente accolto dal Ministero della difesa e dalle strutture che da esso dipendono oggi o negli anni pregressi.
  Qualora ne ravvisi l'opportunità, il Ministro potrà integrare successivamente le sue risposte facendo pervenire alla Commissione eventuali ulteriori elementi di dettaglio.
  Nel ringraziare ancora la senatrice Pinotti per avere accolto prontamente il nostro invito, le lascio la parola. Subito dopo i colleghi che vorranno intervenire potranno farlo.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Grazie, presidente, anch'io saluto lei e la Commissione.
  In premessa, vorrei sottolineare che il lavoro che sta svolgendo questa Commissione in quanto organo stabilito dal Parlamento penso sia una sintesi del fondamentale principio della democrazia rappresentativa, Pag. 4che ha il dovere di dedicare ogni sforzo per contribuire a ricondurre a verità e giustizia accadimenti che, come il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro, hanno segnato con ferite non rimarginate la storia del nostro Paese e, in particolare, la vita politica della Repubblica.
  È nella consapevolezza di ciascuno di noi, infatti, che quel tragico episodio, che costò la vita anche ad altri fedeli servitori delle istituzioni, non si manifestò come l'avversione all'operato del singolo uomo e del suo fecondo pensiero politico, ma rappresentò all'epoca il culmine dell'attacco al cuore dello Stato sferrato dalle Brigate Rosse, nonché l'espressione del loro impietoso fanatismo nei confronti di tutto lo schieramento partitico.
  Venendo ora allo specifico motivo che ha richiesto la mia presenza, ed anticipatomi nella cortese missiva del presidente Fioroni che è stata sintetizzata nell'introduzione – ringrazio nuovamente per l'invito e per questa sollecitazione – cercherò di fornire a questa Commissione il quadro di situazione relativo all'esistenza di documenti afferenti alla suddetta vicenda presso le articolazioni dell'area tecnico-amministrativa e di quella tecnico-operativa del ministero posto sotto la mia responsabilità.
  Per fare questo mi riferirò anche a fatti e circostanze probabilmente già noti alla Commissione, ripercorrendoli in ordine logico e cronologico. Ciò solo al fine di riuscire ad essere – spero – ad un tempo sintetica, chiara ed esaustiva.
  Inizierò col dire che, come è noto, il carteggio riguardante il sequestro e l'uccisione dell'onorevole Moro, oltre ad aver costituito oggetto di precipuo interesse delle precedenti Commissioni parlamentari che tra il 1979 e il 2001 hanno condotto inchieste sulla vicenda, e alle quali il Ministero della difesa non ha mancato di assicurare la collaborazione di volta in volta richiesta, è stato altresì sottoposto in tempi più recenti a un apposito censimento in seno agli archivi delle pubbliche amministrazioni.
  Mi riferisco, invero, alle disposizioni in tal senso formalizzate nell'aprile del 2008 dall'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi, con la finalità di dare corso alla completa declassifica di tutti i documenti ricogniti riguardanti la vicenda, eventualmente necessaria per consentirne la conoscibilità dei contenuti.
  Nella circostanza, con propria direttiva la Presidenza del Consiglio dei Ministri, coerentemente con il riassetto del comparto da poco praticato attraverso la legge n. 124 del 2007 – con la quale, ricordo, da oltre sette anni è stata risolta la dipendenza del servizio segreto militare, all'epoca SISMI, dal dicastero della difesa – individuò il Dipartimento di informazione per la sicurezza (DIS), come la struttura presso la quale si sarebbe dovuto indirizzare e raccogliere, per la conservazione così come per il soddisfacimento di eventuali richieste di consultazione, tutto il carteggio ormai declassificato.
  Conseguentemente il Ministero, per il tramite del competente II Reparto dello Stato maggiore della difesa, impartì al proprio segretario generale e alle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, le disposizioni per la ricognizione, la declassifica e la consegna per il successivo versamento al menzionato DIS di tutta la documentazione pertinente la vicenda Moro.
  È in tale contesto che lo Stato maggiore della difesa, nell'agosto del 2008, facendo espressa riserva di comunicare le risultanze delle ricerche avviate presso l'Arma dei carabinieri, naturalmente depositaria, in ragione delle funzioni anche di polizia svolte, della più corposa massa documentale, da censire peraltro in molteplici reparti parcellizzati sull'intero territorio nazionale, fece pervenire al Ministero i primi atti (49) rinvenuti dall'Esercito e dalla Marina, che l'Ufficio di gabinetto provvide conseguentemente a riversare al DIS della Presidenza del Consiglio.
  Nel successivo settembre del medesimo 2008, a scioglimento dell'accennata riserva, lo Stato maggiore della difesa partecipò al consuntivo della ricognizione svolta dal Comando generale dell'Arma, Pag. 5riferendo di numerosi documenti raccolti: nove colli del peso complessivo di circa 120 chilogrammi.
  Tale documentazione, inizialmente trattenuta dal II Reparto informazioni e sicurezza in attesa di essere versata al DIS, sulla scorta delle nuove disposizioni nel frattempo impartite dalla Presidenza del Consiglio e riguardanti le modalità dell'unitaria conservazione di detto materiale cartaceo, inizialmente come detto rimessa al DIS, nei mesi di settembre e ottobre del 2012 è stata integralmente conferita, con tre distinti versamenti, all'Archivio centrale dello Stato.
  Con gli adempimenti che ho inteso ripercorrere in questa breve ricostruzione, il Ministero della difesa ha quindi provveduto a dare esecuzione all'accennata direttiva Prodi del 2008, procedendo alla declassifica e al versamento – per una parte al DIS, come inizialmente disposto, e per l'altra all'Archivio centrale dello Stato, come successivamente richiesto – di tutti i documenti riguardanti il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro fino a quel momento rinvenuti presso le articolazioni del dicastero.
  Tuttavia, la consapevolezza della complessità di una simile operazione che, sebbene condotta con scrupolosità e trasparenza, può conservare pur limitati margini di errore, la possibilità che medio tempore altri documenti potessero essere stati formati ovvero rinvenuti anche in diverse e improprie posizioni di archivio, ma soprattutto la volontà di fornire oggi a questa Commissione un dato aggiornato, nello spirito di quella leale collaborazione istituzionale cui facevo cenno in premessa, hanno fortemente consigliato di procedere a una ulteriore ricognizione presso tutti gli enti delle aree tecnico-amministrative ed operative del Ministero.
  La verifica, nel confermare che la quasi totalità del carteggio in argomento non è più di fatto nella disponibilità delle articolazioni del dicastero, ha consentito tuttavia di reperire in quantità residuale alcuni atti (50 in totale), che ho acquisito tramite gli uffici di diretta collaborazione e che oggi qui desidero consegnare con annesso elenco, fermo restando che mi riservo di far pervenire a questa Commissione ogni altro documento che dovesse eventualmente venire in evidenza di qui in avanti.
  Il loro rinvenimento è avvenuto anche grazie alle operazioni avviate e tuttora solertemente in corso, in attuazione di una direttiva analoga a quella del 2008, emanata nell'aprile di quest'anno dal Presidente del Consiglio Renzi e riguardante altri, luttuosi e gravissimi, nove eventi.
  A riguardo mi sia concessa solo una breve digressione, per partecipare a questa Commissione che, fino a questo momento, tale imponente lavoro di ricerca – cui ho impresso il massimo impulso e che, come vi dicevo, è ancora in pieno svolgimento – ha consentito di individuare finora presso le articolazioni del dicastero e le Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, oltre 42 mila documenti di cui è da poco iniziato il versamento all'Archivio centrale dello Stato in Roma.
  I versamenti effettuati costituiscono solo l'inizio di una prevista serie di successivi e più consistenti conferimenti all'Archivio centrale dello Stato, che stanno proseguendo e saranno effettuati man mano che si procede alla catalogazione, all'eventuale declassifica e, ove richiesto, all'acquisizione del nulla osta dell'autorità giudiziaria.
  Riprendendo l'argomento principale, quindi il motivo di questa audizione, ovvero quello delle carte riguardanti la vicenda Moro, è proprio nell'ambito della ricognizione dei documenti cui si riferisce tale ultima direttiva, i 42 mila di cui ho parlato, che è stato rinvenuto, a dimostrazione della fisiologica complessità delle ricerche d'archivio, il carteggio, oggi messo a vostra disposizione, che a tale vicenda fa diretto e indiretto riferimento e che concerne per lo più scambi informativi tra organi di diverse amministrazioni impegnate nelle attività di contrasto al terrorismo.
  A tal proposito, allo scopo di agevolare l'applicazione delle previsioni a tutela della riservatezza contenute nella deliberazione sul regime di divulgazione degli Pag. 6atti e dei documenti acquisiti dalla Commissione, che so essere stata adottata dall'Ufficio di presidenza il 14 ottobre scorso, ritengo opportuno e doveroso segnalare in particolare che alcuni dei documenti in parola, segnatamente quelli contraddistinti con il numero d'ordine da 1 a 7 dell'elenco cui ho fatto cenno, ricogniti presso il Reparto generale sicurezza dello Stato maggiore dell'aeronautica, sono stati acquisiti in originale dall'autorità giudiziaria di Roma in data 15 settembre 1995 nell'ambito dell'inchiesta sulla strage di Ustica. Ne consegue che l'eventuale divulgazione è preferibile che venga subordinata al previo nullaosta di quell'organo inquirente. I documenti riportati ai numeri 43 e 47 dell'elenco hanno apposta la classifica «riservato».
  Ritengo, infine, necessario precisare, nella consapevolezza dell'interesse che tale informazione riveste per il prosieguo dei lavori di questo organo collegiale, che ad oggi non ho elementi per poter asserire con certezza – a meno di svolgere una complessa operazione di materiale raffronto degli atti, che richiederebbe comunque un tempo ben lungo anche impiegando risorse adeguate – quanto del materiale documentale già posseduto dal Ministero della difesa, come più volte sottolineato versato al DIS e all'Archivio centrale dello Stato, ovvero quali tra gli atti che oggi vi consegno siano già stati acquisiti dalle precedenti Commissioni parlamentari occupatesi del sequestro e dell'uccisione di Aldo Moro. Quindi, non sappiamo se alcuni sono già stati consegnati oppure no, ma essendo un numero limitato – cinquanta – pensiamo che possano essere esaminati.
  Quel che posso infine affermare è che, ad oggi, non risulta vi siano presso il dicastero documenti afferenti alla vicenda ulteriori rispetto a quelli già versati ovvero odiernamente consegnati, la cui eventuale possibile sopravvenienza mi impegno, come già detto, a segnalare tempestivamente a questa Commissione.
  Sperando di essere stata, come ripromessomi, chiara ed esaustiva, vi ringrazio per l'attenzione che avete inteso dedicarmi e, nel formularvi i miei più sinceri auguri di un proficuo lavoro, vi rinnovo una volta di più la disponibilità del dicastero che in questo momento mi pregio di rappresentare a fornire qualsivoglia altro contributo e supporto ritenuto utile dalla Commissione per il perseguimento degli obiettivi che ne guidano il delicato ed importante mandato.

  PRESIDENTE. Ringraziamo la senatrice Pinotti, Ministro della difesa, per la relazione e anche per i documenti che ci ha portato.
  Prima di aprire il dibattito vorrei fare una domanda. Il Ministro ha fatto riferimento all'Arma dei carabinieri e uno dei temi oggetto di dibattito in sede di Ufficio di presidenza e anche di Commissione è quello di entrare in possesso dei documenti dell'Arma dei carabinieri presso il Comando generale o presso le articolazioni dell'Arma sul territorio o presso i reparti speciali. Vorremmo sapere se questa verifica sia già stata fatta, quindi se risulti che non c’è altro.
  Inoltre, chiedo se la documentazione prodotta o acquisita dall'Arma fa già parte del carteggio che è stato riversato al DIS e all'Archivio di Stato oppure ha avuto un trattamento diverso, ed eventualmente quale, e come è possibile avere una conoscenza di ciò che aveva l'Arma dei carabinieri in questi trentasei anni.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. La prima domanda mi è chiara; lo è anche la seconda, però forse è più complicato rispondere.
  Per quanto riguarda la prima domanda, noi abbiamo fatto questa ricerca. Quasi tutti i documenti, la stragrande maggioranza dei 50 che oggi vi consegno, provengono dall'Arma dei carabinieri. È stata fatta una ricognizione rispetto anche agli organismi periferici.
  Nel caso ne uscissero fuori altri – perché comunque noi continuiamo a cercare, ma da questa prima perlustrazione questo è tutto quello che abbiamo ottenuto – noi li consegneremo alla Commissione.
  Rispetto a quello che mi si chiede dei trentasei anni precedenti, per quello che io Pag. 7ho ricostruito e che riporto nella relazione che vi ho fatto, a me risulta che è stato versato tutto quello richiesto prima al DIS e poi all'Archivio centrale dello Stato, quando è cambiata la normativa e si è richiesto invece di versare all'Archivio di Stato.
  Non ho contezza che ci siano state delle inadempienze a riguardo.

  PRESIDENTE. Non è per verificare eventuali inadempienze che ho posto la domanda. Siccome da richieste fatte si era generata l'ipotesi che non esistesse un archivio sistematizzato dell'Arma dei carabinieri con le sue articolazioni, come esiste per il Ministero dell'interno, noi avremmo la necessità, se questo fosse possibile – e lo facciamo tramite lei – di chiedere all'Arma di poter acquisire un indice dei documenti che eventualmente hanno versato; chiedere se quanto hanno versato è esaustivo del materiale conservato presso il Comando generale e presso le articolazioni periferiche e quanti di questi documenti sono riversati nei tanti filoni di inchieste che ci sono state affinché noi possiamo essere messi in condizione di acquisirli, per chiudere questa parte.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Se il presidente vuole, essendo qui con me un generale dell'Arma dei carabinieri potrebbe intanto spiegare come sono organizzati, poi eventualmente passare alle altre cose.

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Sarò estremamente sintetico. L'Arma dei carabinieri, come si sa, ha le articolazioni periferiche, quindi le stazioni, che hanno a loro volta dei carteggi e impiantano dei fascicoli permanenti.
  I fascicoli permanenti normalmente, attraverso analogo carteggio che c’è nei comandi intermedi, quindi i gruppi o i comandi provinciali, sono fra di loro collegati dal cosiddetto principio dell'archivio unificato: via via vengono assorbiti, ma è un lavoro che è in corso da moltissimi anni, per cercare di eliminare i doppioni e di creare dei fascicoli unici a livello provinciale. Di più non si può fare, nel senso che il Comando generale non ha un archivio centralizzato. Questo potrà diventare tale in futuro, quando sarà completata l'informatizzazione totale dell'Arma dei carabinieri, che è in corso. Questo obiettivo si raggiungerà probabilmente fra anni.
  Ciò posto, per queste specifiche ricerche – adesso bisognerebbe vedere come sono state fatte nel 2008, quindi cosa si è versato nel 2012 – nella realtà i 120 chilogrammi di documentazione provenivano dalla periferia e pressoché esclusivamente dall'Arma dei carabinieri. È quindi assolutamente ragionevole, ma potremo chiederne conferma, che tutto il materiale sia stato drenato interessando fin le articolazioni più periferiche. Dobbiamo vedere magari con quale sistema archivistico di raccolta o di censimento sia stato inviato.
  Questo è una primissima risposta, riservandoci poi...

  PRESIDENTE. La risposta è esauriente, ma pongo un codicillo di domanda. Centoventi chilogrammi possono essere tanti, tantissimi o molto pochi. Non discutiamo dell'entità, ma poniamo invece un problema banale: non c’è l'archivio centralizzato, ma esiste un indice per poter individuare i documenti ? Esiste un indice di quei 120 chilogrammi oppure no ? Se esistesse, per noi sarebbe un grande contributo averlo.
  In secondo luogo, domando se possiamo chiedere alle articolazioni periferiche se in quei 120 chilogrammi non è rimasto qualche etto o qualche decina di chili che era stata precedentemente acquisita dalle procure d'Italia, in modo che possiamo chiedere a quelle procure.

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Questo è stato già chiesto, quindi in sostanza la seconda parte è già esaurita. Noi siamo tornati in argomento con il Comando generale.Pag. 8
  Sull'altro passaggio, quello di andare a vedere più analiticamente che cosa è stato inviato, penso proprio che il Comando generale, per mandare fuori dei documenti, abbia certamente una distinta del tipo di quella che abbiamo preparato oggi.

  PRESIDENTE. Questo ci risparmierebbe di acquisire i 120 chilogrammi, limitandoci invece a quei pochi che ci possono interessare. Quindi, se c'era materiale presso le procure, lei ritiene che sia stato tutto ricondotto e versato ?

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Bisogna vedere. Su questo secondo passaggio devo fare un ulteriore distinguo. Del materiale presso la procura, probabilmente quello sequestrato no. Quello posto a disposizione magari per ordine di esibizione, acquisito e così via, probabilmente sì.

  PRESIDENTE. Se è possibile, rimaniamo d'intesa in questo modo: se potessimo avere una risposta sull'indice, ci agevolerebbe il lavoro in maniera consistente, così potremmo esaminare alcuni documenti in maniera mirata.
  In secondo luogo, se fosse possibile, ci sarebbe utile sapere, quanto al materiale che è stato sequestrato presso le procure di mezza Italia, che cosa era e dove grosso modo è stato sequestrato, in modo tale che, per gli approfondimenti che stiamo facendo, cercheremmo solo dove ci serve.

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Per tempistica, la prima risposta sarà probabilmente veloce, mentre la seconda richiederà un po’ di tempo in più.

  PRESIDENTE. Meglio che «girare per le sette chiese».

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Certo, meglio dirlo subito.

  ENRICO BUEMI. Pongo una domanda di tipo organizzativo. Quando quei documenti vengono trasferiti all'Archivio di Stato oppure al DIS presso la Presidenza del Consiglio, rimane fotocopia o copia presso gli enti di provenienza ?

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Che io sappia no.

  ENRICO BUEMI. Questo contrasta con quello che diceva prima, cioè che presso le stazioni territoriali esiste un fascicolo permanente.

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Non facevo riferimento a quegli atti, ma a fascicoli permanenti, ad esempio, della sua denuncia di smarrimento del documento e quant'altro.

  ENRICO BUEMI. Appunto, fascicoli individuali.

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Assolutamente no. Le ho detto il contrario: quando i fascicoli vengono unificati vengono distrutte le copie che sono magari ai tre livelli e ne viene conservata una sola. Quindi ho detto il contrario.

  ENRICO BUEMI. Pertanto, quando i documenti vengono trasferiti non rimane più documentazione presso gli enti di provenienza ?

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Che io sappia no.

  ENRICO BUEMI. È solo per fare un punto fermo, presidente. Bisogna capire cosa arriva, cosa non arriva o cosa arriva dopo.

  PRESIDENTE. Per evitare il gioco dell'oca per cui finiamo sempre nella casella da cui dobbiamo partire da capo.

Pag. 9

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Anche su questo passaggio penso che potremo rispondere.
  Una verifica può essere doverosa, perché potrebbe accadere che magari qualcuno si trattiene autonomamente qualcosa, ritenendo che possa tornargli utile, e si fa una fotocopia. Potrebbe succedere, ma non credo che sia assolutamente da disciplina.

  GERO GRASSI. Al Ministro vorrei chiedere un procedimento inverso rispetto a quello dei versamenti. Mi spiego. I versamenti producono un gettito di documentazione dal Ministero all'Archivio centrale dello Stato. Vorrei invece che il Ministro verificasse se esiste traccia di uno specifico documento – perché all'Archivio di Stato non c’è –, del quale sono in grado di dare non solo gli estremi, ma anche di tracciare un percorso storico. Mi riferisco a un documento la cui veridicità, relativamente all'anno 1978 e prossimi dintorni, è stata già accertata giuridicamente da un organo dello Stato, tramite una perizia. C’è stato, in passato, chi invece ne ha contestato aspramente la veridicità, andando al di là del buonsenso e indirizzando ad alcuni dei protagonisti della vicenda epiteti come «millantatori», «falsari» e via dicendo. Ministro, non sto parlando del ministero da lei diretto, sto parlando del 1978. Stia tranquilla.

  PRESIDENTE. Ci stiamo domandando quando finisce la prefazione e arriva la domanda.

  GERO GRASSI. Siccome conosco il Ministro e la vedo preoccupata...

  PRESIDENTE. Il Ministro è preso dalla suspense della domanda.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Mi sto chiedendo io che dovrei fare in tutto questo.

  GERO GRASSI. Il Ministro dovrebbe, potrebbe...

  PAOLO CORSINI. Quale documento ?

  GERO GRASSI. Con calma. C’è anche la cultura dell'ascolto quando parlano gli altri. Io ascolto sempre.
  Vado al problema, ma era necessaria la premessa, senza la quale il problema non può sussistere. Esiste un documento datato 2 marzo 1978. Il generale Romano ha già compreso, probabilmente.

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Gladio.

  GERO GRASSI. Il documento è della X divisione Stay Behind del personale della Marina, a firma del capitano di vascello Remo Malusardi. Vorrei ricordare che all'epoca il Ministero della difesa aveva anche una dépendance, dove pure c'erano state riunioni durante i cinquantacinque giorni. Quel documento, come dice il generale, è della struttura Gladio, ma non di quella ufficiale, bensì di quella mai dichiarata, nemmeno quando Andreotti, dopo via Monte Nevoso, andò in Parlamento e produsse i dati della struttura Gladio.
  Quel documento proverebbe – uso il condizionale perché, pur avendone una copia, all'epoca non c'ero – l'esistenza di una struttura segreta all'interno di Gladio, che era a sua volta segreta. Tra l'altro, per la storia, l'elenco fornito da Andreotti in merito ai «gladiatori» è palesemente falso, perché alcuni «gladiatori» non inseriti in quell'elenco hanno prodotto...

  PRESIDENTE. Diciamo che è incompleto.

  GERO GRASSI. Presidente, comprendo il suo ruolo di paciere...

  PRESIDENTE. È incompleto. Quelli erano «gladiatori», ma ce n'erano anche altri che nell'elenco non compaiono.

Pag. 10

  GERO GRASSI. Ce n'erano anche altri.

  PRESIDENTE. Quindi è incompleto, non falso.

  ENRICO BUEMI. È incompleto, come dice giustamente il presidente, non falso.

  GERO GRASSI. Incompleto. È un termine buonista...

  ENRICO BUEMI. Visto che facciamo i procuratori, allora usiamo i termini corretti dal punto vista giuridico.

  GERO GRASSI. Va bene. Senatore, staremo attenti quando parla lei, e soprattutto senza interrompere.
  Riprendo il discorso. Ci sono attestazioni da parte del Ministero della difesa che certificano l'appartenenza alla struttura di soggetti non compresi nell'elenco dei 620 e via dicendo. Tra l'altro, questa documentazione è firmata dal generale Maletti, che non è che lavorasse in proprio. Questa documentazione attesta a svariate decine di persone che la struttura si è sciolta e che sono poste in congedo.
  Il documento del 2 marzo 1978, mandato a Beirut con la nave Jumbo M da La Spezia il 6 marzo 1978, e portato da Arconte...

  PAOLO ROMANO, capo dell'Ufficio legislativo del Ministero della difesa. Il sedicente «gladiatore».

  GERO GRASSI. Non lo so. Generale, dal mio punto di vista, anche il termine «sedicente» potrebbe essere improprio. Ma io non lo so, io chiedo a voi.
  Quel documento era indirizzato al colonnello Stefano Giovannone, citato nelle lettere di Moro e in seguito, insieme con il generale Santovito, arrestato per aver favorito il traffico d'armi tra Brigate Rosse e OLP. I giudici sono Palermo e Mastelloni, le sentenze sono loro, io non ne rispondo. Sto solo riportando.
  Il documento diceva esattamente di prendere contatti con il Fronte per la liberazione della Palestina per la liberazione di Moro. Noi non abbiamo mai saputo se nelle lettere di Moro il riferimento al colonnello Giovannone fosse una pista da seguire, cioè se Moro volesse dire al mondo «seguite questa pista per cercarmi» – analogamente a quanto potrebbe significare il riferimento a Tritto su altri versanti – oppure se Moro volesse dire «chiedete a Giovannone come mi si può trovare». Giovannone, pur stando a Beirut dall'inizio degli anni ’70, era diventato contiguo – non so se per amicizia, esperienze professionali o altro – con alcuni dei brigatisti, ma manteneva i rapporti anche con l'OLP.
  Per noi è importante capire se quel documento è di un «sedicente gladiatore» o se invece così non è. Resta il fatto che mentre Cossiga si è mosso perché il «gladiatore» fosse considerato «sedicente», il Presidente del Senato Franco Marini nella XV legislatura ha detto che non poteva imporre ad altri di chiedere scusa ad Antonino Arconte, ma che egli, come Presidente del Senato, chiedeva scusa per l'incresciosa vicenda che si era verificata.
  A noi interesserebbe sapere se ci sono gli estremi per risalire a quel documento, sapendo che non starà nelle carte ufficiali, perché, se era il prodotto di una struttura segreta facente parte di un'altra struttura anch'essa segreta, il percorso sarà completamente diverso.

  PRESIDENTE. Prima che il Ministro e il generale Romano ci diano alcuni chiarimenti, mi pare che la domanda articolata posta dall'onorevole Grassi parta da un presupposto per noi fondamentale: se il documento esiste e se è vero, ha una data inquietante, cioè quattordici giorni prima che Moro venisse rapito.
  Se il documento è stato prodotto da una struttura della Difesa, se ancora esistesse sarebbe opportuno averlo. Poi ci può interessare che l'abbia scritto il «gladiatore», una parte segreta di una parte segreta ancora più grande, quindi un segreto nel segreto. Ma per noi la cosa fondamentale è sapere se quel documento, al di là della perizia, se ho capito bene, che già in tempi certi lo dimostrò, è stato Pag. 11prodotto il 2 marzo del 1978. In tal caso, è un elemento determinante perché sconvolge, a livello sostanziale, la dinamica degli eventi oggetto dell'inchiesta parlamentare.
  Quindi il Ministro, al di là della risposta di oggi, credo che avrà bisogno di tempo.

  ROBERTA PINOTTI, Ministro della difesa. Posso esprimere quello che intuitivamente penso di poter dire oggi. Dopodiché, mi riservo di fare una ricerca.
  Sentendo la ricostruzione esposta, a mio giudizio, se quel documento esiste, come l'onorevole Grassi ha detto – può esistere sicuramente, questo non lo so – immagino che fosse un documento del SID, che è stato versato quando si è deciso che il servizio non sarebbe più stato alle dipendenze del Ministro della difesa.
  Quello che posso fare è verificare. Se è stato versato all'Archivio di Stato o precedentemente al DIS, non è più nelle disponibilità del Ministero della difesa da sette anni, perché non abbiamo più carte. Però, per scrupolo di attenzione, una verifica presso il Ministero su questa richiesta specifica e su questo documento posso farla.
  Temo, dalla ricostruzione che mi è stata fatta di dove sono finiti i diversi documenti da quando il servizio non è più sotto il Ministero della difesa, che quella carta, se esiste, come lei sostiene, probabilmente è comunque da un'altra parte e non più al Ministero della difesa. Però, per scrupolo e per attenzione alla vicenda che lei ha qui sottoposto, verificherò che comunque quel documento non sia nelle disponibilità del Ministero della difesa o se comunque ce n’è qualche traccia o se trovo qualche indicazione su dove possa essere.

  ENRICO BUEMI. La perizia sul documento da chi fu ordinata ?

  GERO GRASSI. Fu fatta dalla dottoressa Maria Gabella. In questo momento non ricordo da chi fu ordinata, ma fu fatta dalla dottoressa Maria Gabella. Di più non sono in grado di dire.

  ENRICO BUEMI. All'interno di quale procedimento ?

  GERO GRASSI. Senatore, quello che so l'ho detto.

  ENRICO BUEMI. È per capire. Il nome della dottoressa Gabella a me non dice niente.

  GERO GRASSI. Ho capito, ma se io chiedo di approfondire è perché evidentemente voglio un aiuto.

  ENRICO BUEMI. Scusi, onorevole Grassi, ma lei lo sa, no ?

  GERO GRASSI. Quello che so l'ho detto. Posso recuperare altre notizie e le fornirò. Di più non posso.
  Oggi posso dire – lo dico al Ministro che so persona molto sensibile – che è inutile scandalizzarsi per il fatto che alcuni documenti non si trovino ed è inutile e pretestuoso (lo dico a me) far passare l'idea che se un documento non si trova non è esistito.
  Il comitato presso il Ministero dell'interno che avrebbe dovuto cercare Moro ha prodotto, in cinquantacinque giorni, due verbali di tre pagine. Il Governo della nostra Repubblica, nei cinquantacinque giorni – è presente l'onorevole Garofani, che ha scritto un libro su questo, insieme con l'onorevole Sassoli – ha prodotto una ventina di righe sul caso Moro, nel Consiglio dei Ministri.
  Quindi, attenzione a scandalizzarsi che un documento possa non trovarsi. Se non c’è non significa che non è mai esistito, ma probabilmente, come pure si è detto nella prima Commissione terrorismo e stragi, significa che alcuni documenti sono stati trasferiti dalle sedi ufficiali ad altre sedi, quindi noi non li troveremo mai.
  Però, sarei un po’ più prudente, anche perché il nostro compito non è quello di acclarare una presunta verità, ma è di ricercarla con i mezzi che abbiamo.

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  PRESIDENTE. Credo che il Ministro ci abbia dato già ampie assicurazioni che si adopererà per la ricerca del documento indicato.
  Se l'onorevole Grassi avrà la bontà di integrare elementi identificativi del documento, credo che potremo fare un supplemento di nota al Ministro, anche perché oltre al documento può essere utile anche avere note di servizio della nave, se è esistita o se è esistito chi ha fatto un viaggio da La Spezia in quella data che l'onorevole Grassi ci riporterà, se risulta da qualche parte che quel capitano di vascello era in servizio, e una serie di elementi aggiuntivi che possono rendere più verosimile l'esistenza o meno di quel documento.
  Ringrazio il Ministro della difesa per la disponibilità, per la collaborazione e per i preziosi documenti che ci ha portato.

  (La seduta, sospesa alle 14.40, riprende alle 14.50).

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. In relazione all'audizione del senatore Flamigni svoltasi ieri, i componenti della Commissione che, secondo quanto concordato nel corso della seduta, intendono fargli pervenire quesiti sono pregati di trasmetterli alla Segreteria della Commissione, che provvederà ad inoltrarli al senatore Flamigni.
  Comunico che, in relazione ai loro impegni istituzionali, il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il Ministro degli affari esteri, Paolo Gentiloni, hanno chiesto di poter intervenire in Commissione nel mese di gennaio 2015.
  Nel corso del mese di dicembre potranno, inoltre, avere luogo ulteriori audizioni tra quelle già deliberate dall'Ufficio di presidenza. Non appena si sarà concordata la data con gli interessati, si provvederà a darne comunicazione alla Commissione.

  La seduta termina alle 14.55.