XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Giovedì 27 novembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Mongiello Colomba , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), Giovanni Pitruzzella:
Mongiello Colomba , Presidente ... 3 
Pitruzzella Giovanni , Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ... 3 
Mongiello Colomba , Presidente ... 6 
Gallinella Filippo (M5S)  ... 6 
Cenni Susanna (PD)  ... 6 
Garofalo Vincenzo (NCD)  ... 7 
Cariello Francesco (M5S)  ... 8 
Mongiello Colomba , Presidente ... 8 
Pitruzzella Giovanni , Presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ... 9 
Mongiello Colomba , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione presentata dall'Autorità garante ... 13

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE COLOMBA MONGIELLO

  La seduta comincia alle 14.35.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), Giovanni Pitruzzella.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, dottor Giovanni Pitruzzella, dottor Filippo Arena, dottor Giovanni Valentini, portavoce dell'AGCM, la dottoressa Elisabetta Freni, funzionario dell'AGCM.

  GIOVANNI PITRUZZELLA, Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Grazie, presidente, e grazie a tutti i componenti di questa autorevole Commissione per avermi invitato a esprimere il punto di vista dell'Antitrust su una tematica che ha un'importanza cruciale per la nostra economia, e quindi anche per l'Antitrust.
  Dico preliminarmente che ritengo estremamente utile e importante il rapporto tra Antitrust e Parlamento perché anche le autorità indipendenti hanno una loro accountability – devono rendere conto di quello che fanno e lo devono fare nei confronti dell'organo parlamentare – e perché queste istituzioni sono spesso depositarie di una massa di informazioni e di analisi che è utile mettere a disposizione del decisore pubblico.
  Detto questo, occupandomi subito del tema che ci interessa, vorrei sottolineare come l'Antitrust si è occupata in più casi di questioni connesse alla tutela dei diritti di proprietà industriale e intellettuale, applicando di volta in volta le norme di tutela della concorrenza e le norme di tutela del consumatore. Noi abbiamo questi due blocchi normativi di riferimento.
  Con riguardo alla tutela della concorrenza, l'Autorità è intervenuta soprattutto nel settore farmaceutico, per esempio sanzionando come abusi di posizione dominante le condotte di alcune imprese che, muovendosi al di là dei confini coperti dalla protezione brevettuale, utilizzavano in modo strumentale le garanzie del brevetto per estendere l'area di tutela e ostacolavano l'ingresso nel mercato dei farmaci generici.
  In questo caso, il tema era un po’ diverso da quello che vi interessa perché era quello di evitare che, attraverso la protezione brevettuale, le regole della concorrenza venissero sacrificate con danno per il consumatore.
  Con riguardo, invece, all'applicazione delle norme del Codice del consumo, quindi di tutela del consumatore, siamo intervenuti in più occasioni a occuparci del tema della contraffazione. Qui sottolineo come il nostro intervento ha riguardato soprattutto beni contraffatti e venduti on line, nel mondo del web. Questo caratterizza la fase recente dell'esperienza Pag. 4dell'Antitrust, laddove noi stiamo dando particolare attenzione all'economia digitale. Crediamo che dall’e-commerce ci possano essere importanti contributi alla crescita economica, ampliandosi la platea dei consumatori che le imprese possono raggiungere, ma crediamo che affinché si sviluppi l’e-commerce occorra fiducia da parte del consumatore.
  In questo campo della vendita on line abbiamo registrato la presenza di numerosi siti che vendono prodotti contraffatti. Non devo certamente ricordarvi io i dati sulla vendita di prodotti contraffatti; peraltro, li ricordo nella relazione scritta, ma a voi sono ben noti. Voglio invece, in queste premesse, sottolineare come i nostri interventi, utilizzando le norme del Codice del consumo, possono arrivare a una sanzione di 5 milioni di euro al massimo. La sanzione è sempre correlata al fatturato. Si tratta di sanzioni sicuramente più piccole rispetto a quelle che noi adottiamo quando ci occupiamo di tutela della concorrenza. Qui, però, è anche importante la funzione di deterrenza che si svolge, al di là della funzione punitiva nel singolo caso.
  Negli interventi che abbiamo fatto di lotta alla contraffazione sul web è stato sempre decisivo e fondamentale il contributo della Guardia di finanza, proprio con riguardo al contrasto delle pratiche commerciali scorrette poste in essere attraverso internet.
  Abbiamo ritenuto – confortati in questo dalla giurisprudenza amministrativa, e si tratta di un'interpretazione relativamente nuova – che sia pratica ingannevole, quindi tutelata dal Codice del consumo, anche la presentazione e l'offerta sul web di prodotti contraffatti, che esibiscono marchi conosciuti. Attraverso questa interpretazione, confermata dal giudice amministrativo, abbiamo reinserito nell'ambito delle pratiche commerciali scorrette questo tipo di offerta.
  In particolar modo, la nostra attività ha riguardato soprattutto quei casi in cui i prodotti commercializzati sono contraffatti, non sono originali, ma chi li vende fa uso di siti che apparentemente, per il modo in cui si presentano graficamente, sembrano riconducibili al produttore stesso. Quindi, è una vicenda in parte diversa da quella per cui il consumatore scientemente e consapevolmente acquista il prodotto contraffatto. La vicenda è quella in cui un soggetto che è uso a utilizzare il web e che ha fiducia giustamente nel web – perché quella è una prospettiva che dal nostro punto di vista è centrale per la crescita economica e per l'ampliamento delle possibilità di scelta del consumatore – si trova di fronte a un sito che ha la stessa veste grafica del sito ufficiale, di brand normalmente legati al made in Italy, e compra un prodotto contraffatto.
  Siamo intervenuti in seguito ad alcune segnalazioni per esempio dell'INDICAM, l'associazione delle industrie di marca per la lotta alla contraffazione. I primi provvedimenti adottati hanno riguardato circa venti siti che commercializzavano prodotti con i marchi Gucci, Prada, Hogan, Tod's, Armani, Ray Ban, apparentemente originali ma a prezzi da outlet. Attraverso la collaborazione con la Guardia di finanza abbiamo acquisito informazioni sul registrant del sito, che era in quei casi una persona fisica residente nella Repubblica Popolare Cinese. Successivamente abbiamo recepito nuove segnalazioni e abbiamo avviato dei procedimenti anche questa volta nei confronti di soggetti di origine cinese che vendevano on line su 33 siti scarpe contraffatte a marchio Nike.
  Questa è una vicenda particolarmente interessante per il tipo di caratteristiche dei prodotti contraffatti. In una diversa operazione, la Guardia di finanza ha sequestrato prodotti analoghi contraffatti e ha trovato nelle scarpe la presenza di una sostanza cancerogena, il cromo esavalente, in percentuali allarmanti. Si trattava talora anche di scarpe e scarpine per bambini, destinate alla vendita nei mercati di tutta Europa.
  Quindi, la contraffazione non soltanto inganna la buona fede del consumatore, nei casi esaminati, ma talora può anche mettere a repentaglio la sua salute.
  Secondo me, è interessante che la Commissione sappia che cosa abbiamo fatto Pag. 5noi. Dopo l'avvio dei procedimenti, abbiamo utilizzato il potere di disporre la sospensione provvisoria delle pratiche commerciali scorrette. Di fronte a casi così eclatanti, con una certa assunzione di responsabilità da parte nostra, invece di aspettare la conclusione dell'iter del procedimento, abbiamo utilizzato questo strumento previsto dal sistema di sospendere immediatamente la pratica in attesa della decisione finale, anche perché a quel punto, in un mondo veloce e nel mondo del web, se non agiamo tempestivamente – questo è punto da tener presente – in realtà la vendita dei prodotti contraffatti continua e la tutela delle ragioni del consumatore è certamente indebolita.
  Insieme alla sospensione, abbiamo utilizzato una inibitoria volta a ottenere dai prestatori dei servizi che agivano come intermediari tra l'operatore di commercio elettronico e gli utenti della rete, quindi il provider, la sospensione dell'accessibilità al sito limitatamente agli utenti della rete che facevano richiesta di connessione dal territorio italiano. Sapete che l'ordine di sospensione nei confronti di un operatore commerciale che sta in Cina e che ha un sito che vende in Italia funziona poco.
  Allora, di fronte a questo fenomeno, che è un fenomeno grosso, il problema è stato come «oscurare» il sito, evitando che si potesse continuare a ingannare il consumatore.
  La sospensione dell'accessibilità ai siti si è rivelata una misura molto valida nella repressione di pratiche commerciali scorrette. In questo caso, il consumatore che si collegava veniva «switchato», spostato su un altro sito che comunicava che quello era stato oscurato e ne spiegava le ragioni, cioè la vendita di prodotti contraffatti.
  La base normativa di questi interventi sta nel decreto legislativo n. 70 del 2003 che ha attuato una direttiva europea riguardante alcuni aspetti giuridici della società dell'informazione nel mercato interno, con particolare riferimento al commercio elettronico.
  Più esattamente, le norme richiamate prevedono la possibilità di esigere l'impedimento o la cessazione delle violazioni da parti rispettivamente che svolgono attività di mere conduit, quindi trasmissione delle informazioni, di memorizzazione automatica, intermedia e temporanea, di caching, finalizzata a rendere più efficace l'inoltro delle informazioni ai richiedenti, di memorizzazione stabile delle informazioni di hosting su incarico del fornitore del servizio. Abbiamo bloccato l'ingresso del segnale internet nel territorio italiano, reindirizzandolo su un altro sito dove veniva fornita al consumatore l'informazione non solo sull'oscuramento del sito ricercato ma soprattutto sulla motivazione che aveva portato all'oscuramento del sito.
  Si tratta di una misura cautelare che è totalmente diversa da quella che riguarda il diritto penale, cioè il sequestro preventivo – quello eventualmente è un campo che non riguarda la nostra giurisdizione – e non si sovrappone agli strumenti previsti dal Codice di procedura penale e dal Codice penale nei confronti della contraffazione.
  Citando alcuni dati complessivi, nel 2013 abbiamo proceduto a oscurare 165 siti relativi a prodotti di marca, generalmente siti (almeno questi) riconducibili tutti a persone fisiche che erano residenti in Cina o in Malesia. L'Autorità ha concluso i procedimenti accertando la scorrettezza della pratica e irrogando delle sanzioni.
  Capite bene, però, che nel mondo globale e nell'economia digitale, quando si tratta di operatori che si trovano oltre i confini, in Paesi lontani, la sanzione all'esito di un procedimento è un'arma spuntata. Mentre noi riusciamo a essere incisivi quando le sanzioni riguardano operatori collegati che agiscono in Italia o in Europa, o comunque in altri Paesi come Stati Uniti, laddove riusciamo a esigere le sanzioni, viceversa nel caso dell’e-commerce troviamo dei soggetti che hanno residenze lontane e che sfuggono, quindi riscuotere queste sanzioni è difficile. Lo strumento vero, quello che abbiamo inventato utilizzando le norme citate, è quello dell'oscuramento del sito. Se si interviene subito, grazie anche alle segnalazioni delle associazioni di categoria, si Pag. 6sospende la pratica commerciale scorretta e contemporaneamente si avviano le procedure molto veloci per l'oscuramento del sito. È quella, a nostro parere, la via.
  L'attività di contrasto è continuata anche nel 2014. Abbiamo chiuso altri procedimenti istruttori riguardanti la vendita on line, con l'oscuramento fin qui di circa cinquanta siti.
  L'Autorità, peraltro, fa parte del Consumer Protection Cooperation, la rete di Autorità di tutela del consumatore a livello di Unione europea. In tale sede, abbiamo sempre richiamato l'attenzione di altre istituzioni sull'importanza di questa pratica. Di certo, la nostra attività continuerà. Abbiamo avuto dei risultati efficaci e del resto abbiamo avuto anche un riconoscimento a Parigi, da parte dell'associazione che ricomprende i soggetti che si occupano di tutto ciò, come Autorità che si è particolarmente distinta nella lotta alla contraffazione.
  Probabilmente un'opera di chiarificazione e di precisazione normativa, di manutenzione di quelle previsioni che citavo all'inizio servirebbe a rendere ancora più incisiva la nostra attività, evitando le reazioni cavillose che purtroppo esistono.
  Grazie dell'attenzione. Per qualsiasi domanda resto a vostra disposizione.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Presidente Pitruzzella, che non solo ha depositato una relazione puntuale e articolata, ma anche nella sua illustrazione ha tenuto conto di una serie di sollecitazioni che sono giunte da questa Commissione, alle quali ha voluto già fornire una linea di indirizzo.
  Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FILIPPO GALLINELLA. Ringrazio il Presidente Pitruzzella.
  Leggevo nella relazione che siete riusciti a chiudere 165 siti che imitavano siti reali per la vendita, quindi ingannavano il consumatore facendogli credere che stava comprando prodotti di marca a prezzi più bassi anche del 70 per cento. Questo, come ha detto lei, è diverso dall'essere consapevoli di comprare un prodotto contraffatto.
  Mi chiedo, però, se sia nelle vostre facoltà – non conosco bene i limiti entro i quali potete agire – applicare un metodo diverso dall'oscuramento, che è poco efficace perché basta reindirizzare il sito. Non è il mio mestiere, ma so che questo è possibile. Chiedo, cioè, se potete intervenire per verificare le transazioni finanziarie. Sicuramente nel commercio on line ci si appoggia su una carta di credito, che deve pagare da qualche parte, quindi magari tramite un istituto di credito italiano (se si parla di un istituto di credito estero è lo stesso principio). Mi chiedo se in questo ambito voi abbiate competenza. Se si blocca una banca che fornisce questo servizio si distrugge un canale finanziario, che magari si riapre, ma è più complicato che riaprire un sito.
  Chiedo se questo possa essere un ambito sul quale potete agire.

  SUSANNA CENNI. Ringrazio il Presidente Pitruzzella per la relazione e anche per il materiale che ci è stato trasmesso, che sarà utile al nostro lavoro. Devo dire che ho trovato un collegamento molto forte fra le cose che lei oggi ci ha riferito e alcune audizioni che abbiamo svolto lunedì scorso a Prato, in un distretto molto particolare, laddove si sta sperimentando anche un livello di governance locale sul tema che pare dare risultati abbastanza efficaci.
  Una delle assonanze più forti che ho trovato riguarda il tema dell'efficacia delle sanzioni. Anche in quella sede ci è stata posta l'esigenza di rivedere alcune norme per semplificare interventi immediati di efficacia, che siano il sequestro piuttosto che la chiusura di alcuni negozi, anziché comminare sanzioni che, almeno in una buona parte dei casi, non verranno mai onorate, mai pagate. Il tema che lei pone, secondo me, è uno di quelli che noi dovremo prendere sul serio nella nostra attività di report all'Aula, ma anche di suggerimento per possibili iniziative normative. Da questo punto di vista, sarebbe interessante che lei ci facesse avere anche Pag. 7indicazioni più di dettaglio sulle norme che potrebbero essere maggiormente efficaci.
  Siamo freschi dalla missione di Prato, quindi non ci stupisce che, quando si va a vedere chi c’è dietro alcuni siti, quasi sempre i titolari siano provenienti da una certa parte del mondo; insomma mi sento dire che ormai c’è una specializzazione molto forte nella materia. Da questo punto di vista, mi pare fondamentale comprendere la relazione con altri soggetti e altre istituzioni, non solo europee, ma internazionali. Sta funzionando questa rete ? C’è una collaborazione efficace ? Passa troppo tempo ? Come diceva il collega Gallinella, quando si oscura un sito ci sono competenze tali che tre secondi dopo quel sito è aperto da un'altra parte. Oggettivamente, sembra che lo strumento più efficace sia da trovare nella modalità con cui si può seguire anche la circolazione di risorse, il pagamento elettronico e così via, anche se – anche questo ce lo hanno spiegato lunedì – ormai ci sono anche circuiti paralleli di pagamento che sfuggono a tutto ciò. Oggettivamente, poiché c’è un affinamento continuo delle tecniche di contraffazione, è complicato riuscire a stare dietro a tutte in modo efficace.
  Vorrei capire se avete delle esperienze o se avete intenzione di attivare qualche relazione particolare anche con motori di ricerca, tentando di avere segnalazioni ancora più tempestive. Lei ha fatto riferimento, anche per la segnalazione di alcuni siti e quindi segnalazioni di possibile commercio di materiale contraffatto, alle associazioni, ma anche il singolo cittadino vi può segnalare ovviamente il caso.
  Infine, chiedo se avete la possibilità di riferirci delle stime sull'entità del commercio on line relativa al materiale contraffatto nel nostro Paese e anche a livello europeo. La ringrazio.

  VINCENZO GAROFALO. La ringrazio, professore, anche perché lei è intervenuto prevalentemente sul settore del commercio elettronico, che è quello che si presta più facilmente a una diffusione molto ampia di prodotti di dubbia provenienza e di dubbia produzione.
  Cito un particolare che ho apprezzato della sua relazione. A pagina 7 lei dice che sotto il profilo giuridico l'Autorità può intervenire e chiedere in via d'urgenza l'applicazione della direttiva sul commercio elettronico, ma nella sostanza si può intervenire sull'autostrada che manda questi prodotti, cioè i provider, come diceva la collega Cenni. Il provider è come il magazzino: se non c’è la possibilità di avere una localizzazione attraverso i provider, il negozio, cioè il sito, non riesce a raggiungere il consumatore.
  Ovviamente questo deve essere un tema di livello internazionale. Molti pensano che l'Italia difenda il proprio marchio, e naturalmente noi lo facciamo, ma credo che ogni Paese abbia delle peculiarità da difendere. Se lasciamo che il fenomeno si mantenga – per carità, con una probabile crescita che può danneggiare più un Paese o l'altro – di fatto alimentiamo una vera mafia, alimentiamo la delinquenza, perché chi svolge questa attività non è certo un imprenditore serio, non è una persona che rispetta le leggi.
  Credo che sarebbe fondamentale – da questo punto di vista, la vostra istituzione ritengo ne abbia non solo le competenze ma anche il prestigio – promuovere sempre più un'autorità garante a livello internazionale sull'origine dei prodotti.
  L'altro giorno ho visto un servizio che mi ha angosciato. Non ero mai arrivato a immaginare quanto si riesca a sofisticare il prodotto alimentare e quale crimine venga commesso. Abbiamo letto tutti del latte adulterato, cose sulle quali è anche difficile intervenire.
  Credo che la capacità che dobbiamo avere noi, dal nostro punto di vista, ma anche voi che rappresentate una delle istituzioni più importanti, è di riuscire a sensibilizzare l'intero panorama produttivo. Ci sono imprenditori onesti e disonesti in qualunque parte del mondo e non vorrei neanche banalizzare dicendo che quasi tutti hanno la stessa origine. Probabilmente Pag. 8in quelle zone è più facile eludere le norme, però noi dobbiamo riuscire a fare un blocco internazionale.
  Ritornando al commercio elettronico, ritengo che riuscire a costruire un meccanismo di autoresponsabilizzazione sia indispensabile. Ormai sono poche le autostrade virtuali attraverso le quali i prodotti e le informazioni circolano. Voi siete molto bravi a intervenire rapidamente supportati dalle norme. Chiedo se voi abbiate già avviato un percorso di collaborazione di questa natura a livello internazionale.
  L'altro tema è quello finanziario. Sappiamo bene tutti che, al di là delle sanzioni, è necessario bloccare i patrimoni. Questo è avvenuto con la mafia o avviene per il sistema del crimine più facile da riconoscere, ma, pur trattandosi in questo caso di un nuovo crimine, è necessario adottare gli stessi strumenti.
  Concludo con una preoccupazione che abbiamo espresso anche in altre occasioni. Nell'ultima pagina della relazione lei sottolinea come il fenomeno venga praticato consapevolmente, in ragione del desiderio di avere un prodotto con un marchio blasonato a prezzi molto più bassi. Quindi, in molti utenti purtroppo c’è consapevolezza. Occorre allora – questo non riguarda ovviamente la vostra attività – avviare una education che è fondamentale per far conoscere i rischi che si corrono. Il danno che si procura non è solo del tipo richiamato prima, ma è anche in termini di salute.
  Questo non attiene alla vostra competenza, però ho apprezzato che lei ne abbia fatto menzione.

  FRANCESCO CARIELLO. Benvenuto in questa Commissione al dottor Pitruzzella.
  Condivido gli interventi dei miei colleghi, ma voglio aggiungere una considerazione. Si è parlato tantissimo di on line, ma la nostra nazione è fatta molto di off line, quindi guardiamo anche la realtà dei piccoli mercati tuttora esistenti nel nostro Paese, che rappresentano il grosso del commercio che si svolge, anche per la limitazione derivante dal fatto che l'Italia sulla banda larga non investe tantissimo. Certo, è auspicabile che in futuro si aumenti la potenzialità anche del commercio on line. Giustamente voi vi state occupando di quello, perché è la proiezione futura, ma guardiamo alla realtà del nostro Paese.
  Richiamo quello che voi avete segnalato, cioè il potere d'intervento d'urgenza, che è il focus su cui avete impostato l'analisi. Avete individuato delle norme che vi permettono di agire subito e anche in maniera efficace per quanto riguarda il commercio on line. Avete anche colmato alcune lacune, che avete evidenziato, con delle azioni propositive. Al riguardo, sarebbe preferibile ricevere una nota di sintesi sulle lacune da voi maggiormente evidenziate da un punto di vista normativo, in modo che da legislatori possiamo cercare di studiarle e colmarle nel dettaglio.
  Riportando il discorso sul commercio off line, quindi sul commercio di ogni giorno che i nostri familiari o comunque i cittadini italiani vedono operare giornalmente nei mercati rionali o anche nelle sagre, richiamando l'intervento che avete adoperato offuscando un sito, qual è l'interfaccia corrispondente per il commercio off line ? Adoperando lo stesso approccio, cioè quello di offuscare un sito dove avviene quello scambio e dove il consumatore si rivolge per acquistare un prodotto – quella è la vetrina – avete o abbiamo gli strumenti per adoperare la stessa azione, quindi lo stesso potere d'intervento immediato anche in quel tipo di mercato ?
  I vigili urbani o le polizie locali più addentrate nei nostri territori hanno questi poteri ? È lì che avviene il grosso, quindi si dovrebbe poter adoperare lo stesso approccio anche per il commercio off line.

  PRESIDENTE. Le rivolgo anch'io qualche domanda. È ovvio che voi avete competenze particolari, perché vi occupate della concorrenza e del mercato e della Pag. 9concorrenza sleale che avviene a seguito della contraffazione, e laddove questi casi si verifichino intervenite.
  Ho partecipato di recente a un convegno che ha messo in luce soprattutto il mercato delle vendite on line, che è cresciuto negli ultimi mesi del 18 per cento. È un mercato senza limiti nel senso del tempo e dello spazio, che ha tra i giovani la percentuale più alta di acquirenti. Quindi, vi è scarso controllo, tempo di scelta limitato in maniera costante, ma soprattutto si registra un grande successo in questa fascia di popolazione scarsamente protetta.
  Questo significa che parliamo di un sistema che ha una debolezza iniziale.
  Se a questo aggiungiamo che molti dei prodotti che si acquistano on line saltano tutte le regole della registrazione dei marchi, le regole della concorrenza tra imprese, le regole del lavoro, ma soprattutto sono di dubbia provenienza, con un pericolo per la salute – uno dei pericoli maggiori che può derivare dal commercio on line – ci rendiamo conto di come questo sia un tema sensibile.
  Non a caso, questa Commissione sta facendo un focus particolare sull’e-commerce di tutti i prodotti. È ovvio che se già parlando di vestiti c’è un problema di sicurezza dei materiali usati, se parliamo di cibo il tema della sicurezza alimentare si pone al primo posto.
  Le rivolgo alcune domande molto precise. Lei ha citato delle normative specifiche e ha richiamato il tema delle sanzioni. Ne abbiamo parlato spesso in questa sede, dicendo che forse le sanzioni non bastano. Si tratta di un sistema che funziona quando si può acquisire, consegnare e riscuotere la sanzione. Mi rendo perfettamente conto, però, che molto spesso lei non può fare né la prima, né la seconda, né la terza azione.
  Allora, si pone la necessità di rivedere la normativa specifica relativa al commercio elettronico. Siccome lei ha citato la normativa che fa riferimento al decreto legislativo n. 70, in attuazione della direttiva dell'Unione europea del 2003, sarebbe forse il caso di provvedere a una normativa specifica, magari anche partendo dal nostro Paese e ovviamente socializzandola con i Paesi europei, con la nostra rete dei controlli ? In tale maniera potremmo intervenire al più presto rispetto a un tema che sta crescendo fortemente.
  Se da un lato diciamo alle nostre imprese di registrare i marchi, in maniera tale che non possano essere più contraffatti, dall'altro, nel momento in cui registriamo i marchi e cerchiamo di farlo fare a tutti, si presenta il grosso tema della contraffazione e della falsificazione dei marchi, quindi pubblicità ingannevole e scarsa rilevanza rispetto al prodotto. Di conseguenza, a volte non abbiamo né la pubblicità né il prodotto né altro.
  Qual è il vostro intervento su questo tema ? In che modo si può suggerire alla Commissione uno strumento normativo ordinario con il quale la Commissione stessa potrebbe ovviare a un vuoto normativo che, a mio parere, in questo momento è presente nel nostro Paese ?

  GIOVANNI PITRUZZELLA, Presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM). Grazie a tutti perché le domande permettono di puntualizzare alcuni aspetti rilevanti, quindi sono estremamente stimolanti.
  Incomincerei con alcune precisazioni. In primo luogo, la contraffazione è un fenomeno complesso che si svolge con tecniche diverse, coinvolge attori diversi, modalità diverse, livelli diversi, quindi probabilmente richiede risposte articolate che coinvolgono istituzioni diverse, ognuna con la sua specializzazione.
  Per quanto riguarda l'Antitrust, noi ci occupiamo solamente di un aspetto, di uno spicchio del problema: quello riconducibile alla nozione di tutela del consumatore contro le pratiche commerciali scorrette e in particolar modo, in questo caso, contro le pratiche ingannevoli. Credo di comprare un bene della ditta «X» (non faccio nomi perché come Autorità della concorrenza non posso privilegiare l'uno o l'altro), invece mi ritrovo un bene contraffatto, che non è originale e talora comporta anche dei problemi di minaccia alla salute. Noi Pag. 10interveniamo solamente con riferimento a questo specifico aspetto.
  Con riferimento ad altre ipotesi, quella cui accennavo proprio nella parte finale, di chi volontariamente compra un prodotto contraffatto, non è, allo stato delle nostre competenze, un ambito in cui possiamo intervenire. Quindi, interveniamo solamente nei confronti di pratiche commerciali ingannevoli.
  In questo campo, però, c’è tanto da fare. Un aspetto interessante dell'Antitrust è di avere tante antenne nel mondo dell'economia reale, anche grazie al rapporto costante e giornaliero con i soggetti economici e con le associazioni di categoria. Noi riceviamo tante denunce da parte di associazioni che riguardano imprese italiane genericamente riconducibili al made in Italy e brand che riscuotono successo nel mondo.
  La contraffazione e la vendita di prodotti al consumatore inconsapevole, che crede di comprare il prodotto originale, è un aspetto rilevante, rilevantissimo per quanto riguarda gli orologi. Abbiamo oscurato siti che vendevano orologi di tutti i tipi su denuncia di associazioni di imprese e di consumatori che credevano di aver comprato il Rolex scontato, magari lo regalavano per il matrimonio, ma poi si rendevano conto che non era originale. Sono dati veri.
  Noi vogliamo continuare a occuparci di quell'aspetto. Di altri aspetti si occuperanno altri, per esempio l'autorità giudiziaria che dovrà avvalersi a livello territoriale dei corpi di polizia municipale. In quel caso, degli strumenti già esistono; si tratta di affinarli, ma riguarderanno altre istituzioni.
  Dico questo perché c’è, a mio parere – parlo, come vedete, con molta franchezza – un vizio italiano: un vizio non della politica, non del Parlamento, ma un vizio delle istituzioni amministrative, autorità indipendenti, laddove ognuno vuole rivendicare per sé sempre più cose. Come risolviamo il problema ? Affidandone la soluzione all'istituzione Tizio, all'istituzione Sempronio. Questo metodo servirà a valorizzare la soggettività o le carriere di qualcuno, ma non funziona. Di fronte a fenomeni complessi come questo dobbiamo avere strumenti articolati che fanno capo a istituzioni diverse, ognuna con la sua specializzazione.
  Quindi non vi dico, contrariamente a quanto magari un parlamentare si sente solitamente dire, di darci un altro strumento. Io voglio fare bene quello che è nella competenza dell'Autorità, sebbene vi suggerirò delle modifiche normative se avrete la gentilezza di leggerle. Questo è un aspetto specifico che rientra nelle nostre competenze, perché normalmente ci occupiamo di contrastare tutte quelle pratiche che sono contro il consumatore, che vengono a carpire la sua buona fede. Altro discorso è quello del consumatore consapevole e di chi sa di fare un acquisto contraffatto.
  La seconda puntualizzazione riguarda l’e-commerce. Da quello che è emerso in questa audizione, il tema della contraffazione si colloca, dal nostro punto di vista, nel quadro più generale dello sviluppo dell’e-commerce. Personalmente credo moltissimo nell'economia digitale; è la vera sfida di questo Paese. L’e-commerce ne è una parte e, badate bene, determina una dimensione dell'economia senza frontiere, soprattutto a livello di mercato interno europeo.
  Con riguardo all’e-commerce c’è un problema di tutela più ampia, non soltanto contro la pratica ingannevole per cui chi voleva il Rolex originale, facendosi allettare da sconti incredibili, lo acquista ma in realtà era fabbricato in qualche luogo in Oriente. Lo stesso vale per scarpe, occhiali eccetera.
  Sulla tutela dell’e-commerce noi abbiamo fondamentalmente il problema di tutelare il consumatore che vede modificate le sue abitudini di consumo. Non c’è più il rapporto di vicinanza, di prossimità tipico di chi compra un bene, lo guarda, lo tocca, lo prova e così via. Vi dico, però, che sotto questo profilo la tematica difficilmente può essere affrontata a livello nazionale. L’e-commerce ha una dimensione quantomeno europea. Non solo, ma sotto questo profilo la Commissione europea e Pag. 11l'Autorità antitrust hanno un rapporto costante. Noi operiamo come agenzia europea, applichiamo norme europee, soprattutto nel diritto alla concorrenza, siamo in contatto costante, anche fisico, con la Commissione a Bruxelles.
  Sia nei programmi della vecchia Commissione sia nei programmi della Commissione attuale c’è, come sapete, un'enfasi notevole sull'economia digitale. Economia digitale significa anche un mercato europeo unico, senza frontiere, sul settore digitale. Per avere, però, un mercato senza frontiere servono regole omogenee, anche quelle che riguardano la tutela del consumatore. Quindi, regole omogenee altrimenti si creano barriere nazionali, ma regole omogenee anche per rafforzare la fiducia del consumatore, elemento centrale anche nell'affrontare la crisi.
  A questo riguardo, la direttiva Consumer Rights ha previsto dei diritti del consumatore nella vendita on line. Il Parlamento italiano recentemente ha affidato all'Antitrust il compito di gestire questa direttiva. Credo che, al di là delle modifiche normative (ve ne dirò altre che riguardano la contraffazione), quello che conta – è un aspetto importante anche nella trasformazione culturale di questo Paese – è l'attenzione all'implementazione delle norme, al modo come le norme funzionano.
  Da parte mia vi do tutta la disponibilità a informarvi sull'evoluzione dei processi, sul controllo su quello che avviene, anche per parlare alla gente, ai cittadini. È un aspetto fondamentale dell'attività di qualsiasi istituzione pubblica. C’è un blocco di norme che stiamo cominciando ad applicare, anche con risultati interessanti, anche nei confronti di grossi attori del web che offrono servizi ai cittadini. Abbiamo attori importanti come Google. Pensate alle app apparentemente gratuite che riguardano fasce più deboli della popolazione, soprattutto i ragazzi, i bambini che credono che l’app sia gratuita, ma in realtà è a pagamento.
  Internet è il mondo della libertà, però bisogna stare attenti che non si tratti di una libertà senza regole per tutelare i più deboli. In questo campo stiamo intervenendo utilizzando le pratiche commerciali scorrette e la direttiva Consumer Rights. Eventualmente, se lo gradite, vi mando un appunto che riguarda questi aspetti.
  Certamente, riguardo a cosa fare con riferimento alla contraffazione, a nostro parere andrebbe chiarito meglio il quadro normativo. Noi abbiamo dato delle interpretazioni evolutive in cui crediamo, però forse avere una maggiore copertura legislativa nell'attività di lotta alla contraffazione potrebbe essere utile. Mi farebbe piacere inviarvi un brevissimo appunto contenente dei suggerimenti che sottoporremo alla vostra attenzione.
  In questa prospettiva, secondo me, quanto è stato detto nel primo intervento, cioè il controllo sulle transazioni finanziarie che riguardano gli operatori che vendono merci contraffatte on line potrebbe essere un suggerimento interessante. Non basta oscurare il sito, occorre fare qualcosa di più.
  Vi riferisco però un elemento in positivo. È vero che il sito oscurato dopo poco ne crea un altro, però il settore che ci riguarda è quello del consumatore ingannato. Noi abbiamo avuto dei feedback di consumatori che ci parlano, ci scrivono e così via. Quando il consumatore va in quel sito e legge che si vendevano prodotti contraffatti, capisce di essere ingannato e difficilmente va nel nuovo sito.
  Discorso diverso, quindi molto più difficile da affrontare, è quello di chi vende un prodotto contraffatto a chi vuole consapevolmente acquistare un prodotto contraffatto. Per noi il discorso è un po’ più semplice. Magari poi passano dei mesi, quindi è una fatica di Sisifo: noi lo facciamo, per qualche mese c’è un successo, ma dopo due o tre mesi bisogna ricominciare nei confronti degli stessi soggetti.
  Sul punto della misura del fenomeno, questa è difficile. Noi abbiamo soltanto delle impressioni con riferimento a quello spicchio. Ho i dati della Commissione europea che dicono che in Europa, con riguardo soltanto ai beni bloccati alla dogana, si tratta di più di un miliardo di euro l'anno. Se però teniamo conto che i Pag. 12beni bloccati dalla dogana sono soltanto una piccola parte, capirete che dimensioni può assumere il fenomeno.
  Mi è stato chiesto se le segnalazioni possono essere fatte solo da associazioni o anche da singoli cittadini. Rispondo che possono essere fatte anche da singoli cittadini. È chiaro che tutto non si può fare. La mia Autorità è quella che ha un personale più ridotto tra tutte le Autorità e della tutela del consumatore si occupano cinquanta persone, che devono far fronte non solo alla contraffazione, ma a tutti gli altri problemi che riguardano la tutela dei consumatori. Le cose camminano sulle gambe degli uomini. Non voglio riproporre l'ennesimo piagnisteo e avanzare richieste, però dobbiamo capire che c’è un limite all'intervento. Le segnalazioni delle associazioni ovviamente hanno un canale più celere, perché generalmente raggruppano tanti casi, però anche molte segnalazioni del singolo cittadino hanno il loro corso.
  Sul tentativo di raccordarci con motori di ricerca non vorrei dire nulla perché è un tentativo e non sappiamo allo stato se è un settore veramente sensibile e quali esiti ha, poiché non dipende dalla nostra volontà, però è certamente un terreno a cui stiamo attenti.
  Non vi rubo altro tempo. Vi manderò l'appunto sulle eventuali proposte di modifica legislativa riguardanti la contraffazione e l'appunto sull’e-commerce e su quello che facciamo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Pitruzzella, che ha fornito risposte appropriate, anche poco formali, alle domande dei colleghi. Lo ringrazio per la sua franchezza e anche per le indicazioni che ha voluto fornire alla Commissione. Ben vengano le sue sollecitazioni, qualora ritenesse opportuno inviarcele.
  Dottor Pitruzzella, esaminiamo un settore per noi del tutto nuovo, quindi da parte nostra c’è molta curiosità, ma anche tanto bisogno di conoscenza vera del fenomeno, per poter articolare un quadro normativo più appropriato. In questo ci potete aiutare con il vostro lavoro.
  Saluto gli ospiti – oltre al dottor Pitruzzella, l'avvocato Arena, il dottor Valentini, la dottoressa Freni – e tutti i colleghi che hanno partecipato alla Commissione.
  Dichiaro conclusa l'audizione e dispongo che la documentazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna.

  La seduta termina alle 15.30.

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