XVII Legislatura

I Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Mercoledì 24 settembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Ministro dell'interno, Angelino Alfano, sulle linee programmatiche (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 3 
Alfano Angelino (NCD) , Ministro dell'interno ... 3 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 4 
Alfano Angelino (NCD) , Ministro dell'interno ... 4 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 8 
Lombardi Roberta (M5S)  ... 8 
Bianchi Dorina (NCD)  ... 9 
Pollastrini Barbara (PD)  ... 9 
Centemero Elena (FI-PdL)  ... 9 
Costantino Celeste (SEL)  ... 10 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 10 
Fabbri Marilena (PD)  ... 11 
Gelmini Mariastella (FI-PdL)  ... 11 
Invernizzi Cristian (LNA)  ... 11 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 11 
Alfano Angelino (NCD) , Ministro dell'interno ... 11 
Sisto Francesco Paolo , Presidente ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: (NCD);
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Libertà e Diritti-Socialisti europei (LED): Misto-LED.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO PAOLO SISTO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Ministro dell'interno, Angelino Alfano, sulle linee programmatiche.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, del Ministro dell'interno, Angelino Alfano, sulle linee programmatiche.
  Ricordo che il 28 maggio scorso il Ministro ha svolto la sua relazione. Alcuni colleghi sono intervenuti per porre quesiti o formulare osservazioni, mentre altri si sono riservati di intervenire successivamente. Nel frattempo sono sorte ulteriori questioni sulle quali è rilevante conoscere la posizione e le intenzioni programmatiche del Ministro.
  Desidero inoltre sottolineare che la nostra Commissione in questa legislatura ha avuto al 24 giugno di quest'anno una produttività superiore a quella dalla Commissione bilancio e quindi non ce ne vorrà il Ministro se gli impegni reciproci non ci hanno consentito una più sollecita fissazione del seguito dell'audizione.
  Tenuto presente che l'audizione dovrà terminare entro le ore 15 perché il Ministro deve essere in Aula per il Question-time, i nostri lavori potrebbero svolgersi con le seguenti modalità già concordate per le vie brevi con lo stesso Ministro e condivise dall'Ufficio di Presidenza integrato dai Rappresentanti dei Gruppi.
  Darò la parola subito al Ministro per lo svolgimento del suo intervento in sede di replica. Successivamente, potranno essere rivolti ulteriori quesiti, che confido saranno particolarmente stringati ed essenziali per consentire al Ministro di svolgere l'eventuale, ove possibile, ulteriore replica. Diversamente, gli chiederemo, eventualmente, di fornirci delle risposte anche per iscritto, che potrebbero essere un modo per rendere più compatibili le domande con le risposte entro le ore 15.
  Ringrazio, ovviamente, il Ministro per la sua presenza e gli do molto volentieri la parola.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Ringrazio il presidente e gli onorevoli colleghi.
  I recenti sviluppi che si sono registrati nel settore della sicurezza, soprattutto con riferimento al contrasto al terrorismo internazionale e all'emergenza rappresentata dall'Islamic State e dalle altre fazioni di matrice jihadista, richiedono alcune considerazioni prima di fornire la risposta ai quesiti formulati nella precedente audizione del 28 maggio scorso.
  Nella mia recente informativa alle Camere, ho evidenziato la necessità che, di fronte a una minaccia di un'entità paragonabile solo a quella di cui fu capace Al-Qaeda l'11 settembre 2001, la risposta dei Paesi occidentali non debba trascurare o sottovalutare alcun segnale di pericolo, anche il più apparentemente Pag. 4insignificante, e che occorra altresì individuare ogni possibile fonte di rischio.
  Quest'indispensabile prudenza mi ha portato a riflettere anche sullo stato di adeguatezza del nostro armamentario normativo, giungendo alla conclusione che l'introduzione di norme penali e di prevenzione potrà aiutarci a neutralizzare meglio l'insidia rappresentata dall'improvvisa attivazione di cellule solitarie intenzionate a colpire nel cuore dell'Occidente.
  In quest'ottica, in stretta concertazione con il Ministro della giustizia, sono al vaglio disposizioni che mirano soprattutto a contrastare il fenomeno dei foreign fighters e di coloro che hanno in progetto di raggiungere i luoghi di combattimento, mettendoli in condizione di non poter nuocere e, una volta intercettati, anche di allontanarli dal territorio nazionale, ampliando la possibilità di espulsione.
  Ho voluto cominciare da qui per rendere immediatamente edotti il presidente della Commissione e tutta la Commissione di un lavoro in corso per rafforzare l'apparato normativo, l'arsenale legislativo del nostro Paese per contrastare il fenomeno del terrorismo internazionale di matrice religiosa anche dando uno sguardo a quello che stanno facendo gli altri Paesi dell'Occidente.
  Mi sembrava un atto di doveroso riguardo nei confronti di questa Commissione che, oltre a essere l'interlocutore istituzionale e funzionale, vorrei che fosse anche il luogo in cui affrontare spunti in riferimento all'evoluzione normativa che stiamo preparando che dovessero emergere già in questa fase preparatoria; la Commissione sa che il Governo è prontissimo ad accogliere anche previamente ogni eventuale contributo.

  PRESIDENTE. Anche fattispecie incriminatrici ad hoc ? Così credo di comprendere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Mi riferisco a due ipotesi sulle quali stiamo lavorando. Una è quella di colmare una lacuna dell'articolo 270-quater del nostro codice penale, che prevede la punibilità eventualmente del reclutatore, ma non del singolo combattente che dovesse recarsi in luoghi di combattimento, partendo dall'Italia magari dopo essersi auto-radicalizzato. L'altra ipotesi alla quale stiamo lavorando è un'estensione della portata delle misure di prevenzione per far sì che il potenziale foreign fighter sia sottoposto a uno stretto controllo di polizia già nel nostro Paese.
  Nel corso del dibattito parlamentare, è emersa un'ipotesi, sostenuta già in sede pubblicistica e anche in parte in dottrina, che è stata ripresa nel dibattito parlamentare dall'onorevole Stefano Dambruoso e che riguardava la possibile estensione delle competenze della Direzione nazionale antimafia anche alle fattispecie di cui, appunto, stiamo parlando. Queste sono le ipotesi sulle quali si sta riflettendo.
  Proseguo. In quest'ambito, la Presidenza italiana dell'Unione europea rappresenta in questo momento lo scenario di maggiore rilievo sul quale potranno trovare in seguito le nostre proposte di rafforzamento delle attività di collaborazione di polizia e di monitoraggio di flussi di passeggeri in transito nell'area Schengen.
  Rispetto alla mia precedente audizione presso questa Commissione, sono intervenute altre novità significative che hanno considerevoli riflessi sulle politiche di sicurezza e di governo dell'immigrazione.
  Uno dei temi su cui si è concentrato l'impegno è legato al controllo dei flussi migratori e, in particolare, al superamento dell'operazione Mare Nostrum, su cui peraltro erano state chieste delucidazioni dall'onorevole Invernizzi.
  Mare Nostrum è stata fin dall'inizio un'operazione in emergenza, determinata dall'evento della strage al largo di Lampedusa, neanche troppo al largo, del 3 ottobre scorso, un'operazione emergenziale nata soprattutto dalla preoccupazione di evitare o di attenuare il rischio di nuove sciagure dal mare, come appunto quella che si era appena verificata a Lampedusa. La natura umanitaria dell'operazione, i cui meriti sono stati ampiamente riconosciuti anche in sede comunitaria, non può fare tuttavia perdere Pag. 5di vista il dato di fondo, cioè il carattere strutturale che le correnti migratorie hanno finito con l'acquisire in connessione con i rivolgimenti di portata storica che hanno interessato il continente africano e altri Paesi di origine dei flussi.
  In considerazione dell'evidente imponenza e della particolare complessità tecnica della missione, il Governo ha chiesto con forza e a più riprese che l'Italia fosse adeguatamente sostenuta nel suo sforzo dall'Unione europea e dai suoi organismi in applicazione del principio del burden sharing, interpretato anche nel senso di equa ripartizione di tutti gli oneri.
  In coincidenza con il semestre italiano di Presidenza dell'Unione, le pressioni esercitate sugli organismi comunitari hanno sortito un primo tangibile risultato che riteniamo molto importante: nel corso dell'incontro che si è svolto a Bruxelles lo scorso 27 agosto, personalmente ho delineato con il Commissario europeo per gli Affari interni Cecilia Malmström un percorso di graduale superamento dell'operazione Mare Nostrum.
  La Commissione europea si è impegnata non solo a potenziare l'agenzia Frontex sotto il profilo delle dotazioni organiche e finanziarie, ma specificamente a un rilancio della propria azione nel Mediterraneo. Sarà affidata a Frontex la regia di una nuova operazione che assorbirà due missioni già in atto, la Hermes e la Aeneas, e porterà questa nuova missione, nella pubblicistica già individuata come Frontex plus – poi si troverà un nome in sede europea, ma così è passata dal punto di vista mediatico fin qui – alla progressiva dismissione di Mare Nostrum.
  Lo scopo di Frontex plus sarà la sorveglianza delle frontiere esterne dell'Unione al fine di contrastare l'immigrazione clandestina e i traffici dei mercanti di morte. Abbiamo già lavorato in questo senso e sono oltre 500 gli scafisti arrestati. Questo è un dato molto importante, perché sta a significare una cooperazione importante tra le Forze di polizia del nostro Paese, la magistratura e, in alcuni casi, anche di cooperazione di polizia o di cooperazione giudiziaria internazionale.
  In quanto missione di controllo e contrasto e non di soccorso umanitario, la nuova missione Frontex plus avrà delle regole di ingaggio e un raggio d'azione molto diversi da quelli di Mare Nostrum. Le sue navi fisseranno la linea di pattugliamento ai limiti delle acque territoriali europee, evitando di spingersi in acque internazionali. Un'ulteriore novità consisterà nel fatto che le imbarcazioni utilizzate per il trasporto stranieri saranno sequestrate e distrutte per impedirne il possibile reimpiego.
  Queste misure saranno parte integrante del complessivo piano operativo di intervento di Frontex plus, in corso di predisposizione anche attraverso una serie di incontri con Frontex ad alto livello di delegazioni tecniche.
  È indubbio che il successo della nuova operazione, in ragione della vastità dell'area di pattugliamento – Mediterraneo centrale e Ionio con possibile estensione alla Sardegna e alla Puglia – e dei costi previsti, richieda la più ampia compartecipazione organizzativa e finanziaria degli altri Stati membri.
  Per questa ragione, ho avviato, immediatamente dopo l'incontro con Cecilia Malmström, una serie di contatti con i Ministri miei omologhi, raccogliendo l'adesione di Francia, Germania e Spagna.
  Conto di intensificare i contatti con le istituzioni comunitarie e i singoli Stati membri d'intesa e con la collaborazione dei colleghi di Governo preposti agli affari esteri ed europei per fare sì che l'operazione Frontex plus inizi, così come annunciato dal commissario Malmström, entro novembre, e che quindi siano rispettati esattamente i tempi concordati.
  Da questo momento, passo più specificamente alla risposta ad alcune domande specifiche, essendo Mare Nostrum e quel tema trattati variamente nel corso delle domande, a cui ho voluto dare una risposta aggiornatissima e organica, quindi torno all'audizione del 28 maggio. Nel corso di quell'audizione, alcuni parlamentari – ricordo gli interventi degli onorevoli Fiano e Mazziotti di Celso – auspicarono che il Parlamento potesse avere un ruolo Pag. 6attivo nella ridefinizione del modello di sicurezza nel nostro Paese, altro argomento di particolare delicatezza venutosi a porre anche sullo sfondo del processo di revisione della spesa, la cosiddetta spending review.
  Credo, dunque, che non si possa non apprezzare il fatto che il ridisegno del sistema di sicurezza, che in larga parte implica una riorganizzazione delle Forze di polizia, passi anche attraverso il recente disegno di legge di delega per la complessiva riforma della pubblica amministrazione, attualmente all'esame del Senato. Se l'auspicio, dunque, era inteso nel senso che il Parlamento fosse pienamente coinvolto, mi sento di rispondere che quell'auspicio è stato prontamente raccolto e potrà trovare il seguito più fecondo nel lavoro delle Camere.
  Sono convinto che la sicurezza del nostro Paese si costruisca salvaguardando l'efficienza delle nostre Forze di polizia, garantendo ottimali standard operativi, condizione irrinunciabile per la stessa incolumità degli operatori, e infine la difesa della loro dignità professionale.
  Un mio preciso obiettivo, su cui vi è stata piena sintonia con il Presidente del Consiglio, è stato quello di lanciare un segnale di concreta e tangibile attenzione all'intero comparto sicurezza e difesa e a quello dei Vigili del fuoco, individuando le risorse finanziarie necessarie allo sblocco degli adeguamenti retributivi legati alle progressioni economiche e di carriera, blocco nato con il decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, un intervento che troverà la sua esplicitazione nell'ambito del prossimo incontro, che si svolgerà il prossimo 7 ottobre a Palazzo Chigi.
  L'attenzione allo status delle Forze di polizia e alla delicatezza delle loro attività è testimoniata anche dal percorso del decreto-legge n. 90 del 2014, contenente le misure sulla pubblica amministrazione. In quella sede, si è tenuto conto anche dell'esigenza più volte rappresentata di intervenire sui processi di reclutamento favorendo l'immissione degli idonei nelle procedure concorsuali indette nel 2013 allo scopo di immettere nuove aliquote in coincidenza con lo svolgimento dell'Expo e di rafforzare, in tal modo, il potenziale delle forze a disposizione. Sono certo che in questo modo abbiano trovato piena risposta le sollecitazioni pervenute da più gruppi parlamentari e che nell'audizione precedente mi sono state rivolte specificamente dall'onorevole Fiano.
  Inoltre, in merito a una questione che ritengo importante, sollevata anche dall'onorevole Fiano, il Fondo unico giustizia, premetto che per l'esercizio finanziario 2013 sono stati ripartiti tra i vari centri di responsabilità del Ministero dell'interno più di 35 milioni di euro, di cui 24 milioni assegnati al Dipartimento della pubblica sicurezza, mentre la quota del 2014 non è stata ancora oggetto di assegnazione. Concordo sul fatto che le risorse del Fondo unico destinate effettivamente alle Forze di polizia non appaiano del tutto commisurate alla cospicua entità delle confische dei sequestri operati nei confronti della criminalità organizzata.
  Adesso, però, devo specificare tecnicamente la ragione da cui ciò origina, e cioè che questo è l'effetto dell'attuale meccanismo di funzionamento del Fondo, in base al quale le risorse che vi confluiscono possono essere oggetto di utilizzo immediato solo per la parte relativa al denaro contante e ai titoli monetizzabili frutto di confische definitive, mentre la quota derivante dai sequestri, invece, può essere oggetto di utilizzo solo per una parte variabile tra il 20 e il 30 per cento. L'apparenza è che in quel Fondo ci siano risorse enormi e che non tutte possano essere sganciate per essere immediatamente destinate alle finalità cui sono, appunto, istituzionalmente destinate, e quindi anche poco remunerative in apparenza rispetto allo sforzo prodotto dagli apparati repressivi. Questo meccanismo trova comunque fondamento nella necessaria cautela connessa alla potenziale revocabilità dei provvedimenti di sequestro e di confisca non definitiva. Questo significa che noi li mettiamo lì, sono sequestrati, non sono definitivi, non si possono prendere tutti. Il cittadino che ha patito il provvedimento cautelare potrebbe, comunque, Pag. 7nei successivi gradi di giudizio, vincere, e quindi sottrarre al Fondo i beni provvisoriamente presenti, dunque tutti quelli che vediamo scritti lì nel Fondo non sono immediatamente utilizzabili.
  Ritengo comunque utile un approfondimento del problema con il necessario coinvolgimento del Ministero dell'economia e delle finanze e anche di Equitalia Giustizia, l'ente gestore del Fondo, per gli aspetti a elevato tecnicismo presenti nella normativa specifica di settore.
  Nella scorsa audizione, l'onorevole Dadone ha richiamato l'accordo italo-francese del gennaio 2012 per la realizzazione della TAV Torino-Lione e la relativa legge di ratifica, laddove si dispone l'applicazione esclusiva del diritto francese alle opere che saranno realizzate nella parte italiana della sezione transfrontaliera. Paventava – era questo il punto centrale della domanda – la non applicabilità del nostro codice antimafia applicandosi la normativa francese.
  In effetti, la questione, proprio in ragione della delicatezza e della rilevanza, è in corso di approfondimento in varie sedi, a partire dal Comitato di coordinamento per l'alta sorveglianza delle grandi opere nonché nell'ambito dei lavori della Conferenza intergovernativa Italia-Francia, ove le due delegazioni hanno pienamente condiviso la necessità di prevedere l'applicazione della nostra normativa antimafia alle opere che il nuovo soggetto promotore pubblico di diritto francese, in via di costituzione, realizzerà nel territorio italiano.
  Anzi, nell'ultima riunione di tale Conferenza, la delegazione francese ha manifestato la disponibilità a che i princìpi e le clausole della predetta normativa siano estesi a tutta l'opera, inclusa la tratta in territorio transalpino, pur a fronte dell'inesistenza di una legislazione antimafia francese. Sulla problematica, le due delegazioni hanno in corso ulteriori approfondimenti volti a individuare gli strumenti giuridici più idonei a conseguire quest'obiettivo.
  Vorrei poi chiarire, continuando a riferirmi ai quesiti posti dall'onorevole Dadone, che l'attività di vigilanza ai cantieri TAV, diretta a prevenire eventuali tentativi di infiltrazione anche della criminalità organizzata calabrese, opera in maniera complementare rispetto al piano nazionale anti-’ndrangheta.
  Il punto di contatto tra queste due iniziative sta piuttosto nel fatto che il GITAV (Gruppo interforze TAV), l'apposita struttura interforze che si occupa dei pericoli di infiltrazione nei lavori dell'Alta velocità in Piemonte, è incardinato nella stessa Direzione centrale della polizia criminale preposta all'attuazione del piano citato nazionale, con evidenti possibilità di scambi sinergici, di un flusso di informazioni costante e permanente tra i diversi operatori di Polizia.
  Non escludo che, in una fase più avanzata, anche per la TAV si possano mettere in campo procedure di verifica antimafia e di prevenzione amministrativa analoghe a quelle sperimentate per Expo 2015, per le quali si registrano risultati assolutamente non trascurabili, come dimostrano le 47 interdittive emanate dal prefetto di Milano.
  Peraltro, nel contrasto alle mafie e nella tutela dei valori della trasparenza e della legalità, si sono registrati ulteriori passi avanti. Tra breve, potremo contare su nuove incisive misure nella lotta alla formazione dei capitali illeciti con la previsione del reato di autoriciclaggio e il rafforzamento della struttura e della governance dell'Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta di una risposta forte e articolata, che il Parlamento potrà ancora migliorare e perfezionare.
  Il decreto legislativo di modifica del codice antimafia, e mi riferisco specificamente al II libro del codice antimafia, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri e ora all'attenzione delle competenti Commissioni parlamentari per il parere, oltre a velocizzare le procedure di accertamento, eliminerà sacche di opacità dietro le quali poteva ancora nascondersi l'insidia dell'inquinamento mafioso.
  L'imminente varo del provvedimento istitutivo della banca dati della documentazione Pag. 8antimafia completerà un percorso di rafforzamento dei presìdi amministrativi di legalità. Una tappa significativa di questo percorso è sicuramente l'introduzione dei poteri di commissariamento delle imprese coinvolte in fatti di corruzione, che vede nel presidente dell'Autorità anticorruzione, l'ANAC, e nei prefetti le autorità direttamente impegnate su un fronte vitale per la salute e la credibilità dell'economia.
  Signor presidente, onorevoli colleghi, mi avvio alle conclusioni sottolineando che questa mia seconda audizione si svolge mentre questa Commissione, insieme alla Commissione giustizia, si appresta a esaminare e a votare il decreto-legge n. 119 del 2014, con il quale il Governo è nuovamente intervenuto sul fenomeno della violenza in occasione delle manifestazioni sportive.
  Il provvedimento affina le potenzialità applicative di uno strumento, il Daspo, indispensabile per allontanare i violenti dai campi di calcio, e introduce anche soluzioni innovative, come il divieto di trasferta, che il Ministro dell'interno potrà disporre per evitare che gli spostamenti delle frange più accese delle tifoserie possano diventare un motivo di seria turbativa dell'ordine pubblico. In questi casi, il settore ospiti degli stadi potrà rimanere chiuso in occasione degli eventi calcistici considerati a rischio. Il nostro obiettivo, tuttavia, non è solo quello di alzare gli argini difensivi, pur necessari, ma di restituire lo spettacolo calcistico a una dimensione di normalità e serenità, che invogli a una maggiore frequentazione e riporti le famiglie negli stadi.
  È questa la concezione di sicurezza che vogliamo perseguire, aperta e inclusiva, ma anche severa e rigida con i delinquenti, specie con quelli che si pongono a capo di fazioni violente e fanatiche, comportandosi come capi branco secondo un cliché stigmatizzato proprio di recente nell'ordinanza del GIP di Roma concernente i fatti dello stadio Olimpico dello scorso 3 maggio.
  Contiamo per questo sull'aiuto e la collaborazione delle società sportive, che hanno tutto il vantaggio a liberarsi da ogni giogo condizionante in grado di lederne gli interessi commerciali e di immagine. Sono certo che anche in questo caso il lavoro del Parlamento saprà offrire un contributo decisivo a una battaglia di civiltà e di cultura non solo sportive che non possiamo perdere.
  Vi ringrazio per l'attenzione e resto a disposizione per le domande.

  PRESIDENTE. Il Ministro ha completato la sua esposizione. Mi sembra che abbia non solo risposto, ma che con preveggenza intuibilmente consapevole abbia illustrato anche alcuni passaggi che hanno caratterizzato gli eventi da maggio a settembre.
  Rammento che avevamo stabilito che sui nuovi temi avremmo consentito brevi interventi, in modo da permettere al Ministro di rispettare la sua tabella di marcia, che lo deve portare entro le 15 in Aula.
  Do quindi la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROBERTA LOMBARDI. Sarò brevissima, signor Ministro. Vengo dalla piazza, dove non so se abbia avuto modo di passare venendo qui: ci sono i sindacati, e non solo, di Polizia, che mi hanno chiesto di porle questa questione. In dichiarazioni pubbliche agli organi di stampa, ha detto che dal 1o gennaio 2015 la situazione del blocco dei tetti stipendiali sarà risolta. Ha preso un impegno. Ha detto che le risorse ci sono, che state facendo un provvedimento ad hoc.
  Mi chiedono di domandarle dove reperirà le risorse, in che modo operativamente sbloccherà, aumenterà, andrà a ricostituire quella situazione che la posizione contrattuale ed economica delle Forze dell'ordine prevederebbe se non ci fosse stato questo blocco negli ultimi anni e se, effettivamente, prende l'impegno del 1o gennaio 2015 di superare il blocco dei tetti stipendiali del comparto Forze dell'ordine, sicurezza, difesa e soccorso.

Pag. 9

  DORINA BIANCHI. Sarò brevissima. Intervengo soltanto per dirle, signor Ministro, che ho molto apprezzato, il primo giorno di scuola, l'iniziativa che ha assunto riguardo al fenomeno della droga e del bullismo nel mondo giovanile, soprattutto come aiuto, attenzione e sensibilità sia ai ragazzi sia, naturalmente, alle famiglie, che in quest'iniziativa sicuramente troveranno un aiuto concreto per la gestione dei propri figli.
  In relazione anche a quelli che sono stati degli allarmi presenti sugli organi della stampa negli ultimi giorni, come l'allarme baby-alcolisti, vorrei chiedere se anche su questo fenomeno, che interessa sempre più i ragazzi, partendo dagli 11 anni, cioè dalle scuole medie, il Governo e lei, in particolare, riteniate di intraprendere delle iniziative.

  BARBARA POLLASTRINI. Signor ministro, colgo quest'occasione per porle una domanda. Lei è più volte intervenuto in varie sedi e in momenti solenni per rendere conto e fornire i dati di quel crimine contro l'umanità, come ormai viene definito il crimine contro i diritti umani delle donne e, in particolare, la violenza nei loro confronti.
  In più occasioni, ha messo in evidenza come, dopo l'entrata in vigore della legge sullo stalking e, successivamente, della legge contro il femminicidio, ci siano dati che potrebbero fare intendere un calo di violenza sulle donne, mentre da parte di associazioni e dello stesso ISTAT continuiamo a registrare, ma basta leggere i giornali, come di fatto viviamo un momento di grande regressione. Naturalmente, dico subito perché ci sia chiarezza che, fin quando ci fosse anche un'ultima donna oppressa, sfruttata o violata, il compito dello Stato e delle istituzioni è quello di prevenire e intervenire.
  Dato che ha prestato sensibilità a questi temi, prima come Ministro della giustizia e, successivamente, come Ministro dell'interno, il suo dicastero può avere un grande peso nell'accelerare l'avvio, finalmente, di quel piano d'azione su cui il Parlamento all'unanimità si è espresso pochi mesi fa, quando l'Italia ha ratificato la Convenzione di Istanbul.
  Questa volontà non dipende da un unico dicastero, ma sicuramente da una volontà politica dell'intero Governo. Tuttavia, il Dicastero dell'interno, così come quello della giustizia, hanno un compito particolare e fondamentale nell'offrire un contributo progettuale e anche in termini di risorse perché il piano d'azione sia finalmente avviato.

  ELENA CENTEMERO. La collega Pollastrini ha già anticipato una parte delle domande che volevo porre al Ministro dell'interno Alfano, in modo particolare sull'attuazione del piano straordinario a sostegno delle donne vittime di violenza, molto rilevante anche in considerazione della celebrazione della Convenzione di Istanbul, che abbiamo tenuto qui a Roma la scorsa settimana. Tutte le forze politiche hanno chiesto con forza che questo piano trovi, ovviamente, un'attuazione, ma soprattutto che i fondi previsti dall'articolo 5 del Decreto-legge n. 93 del 2013 di contrasto del femminicidio abbiano una reale consistenza.
  Accanto a questo, voglio porle altre due questioni su temi legati ancora alle donne. I dati sono estremamente disomogenei rispetto alle violenze nei confronti delle donne. Prima, era citata l'ultima indagine ISTAT del 2006. Ci sono dati molto disomogenei. Il Parlamento ha approvato una mozione all'unanimità dopo la Convenzione di Istanbul che chiedeva, e non solo, l'istituzione di un osservatorio nazionale sulla violenza, proprio al fine di avere dati certi.
  Aggiungo, essendo membro della Commissione pari opportunità e non discriminazione del Consiglio d'Europa, che all'interno di quello stesso organismo è stata approvata proprio nella scorsa seduta della Commissione una mozione che istituirà una sorta di monitoraggio a livello dei Paesi del Consiglio d'Europa sui dati relativi alla violenza nei confronti delle donne e anche all'Italia sarà proprio chiesto quali siano i dati oggettivi e reali.Pag. 10
  Vengo ad altre due questioni molto velocemente. Giace in questa Commissione una mia interrogazione che chiede di rendicontare, di rendere noti i dati relativi alle ultime elezioni amministrative sulla partecipazione delle donne alle elezioni amministrative medesime, in relazione a quante sono le donne elette, quante non lo sono. Nella scorsa legislatura, abbiamo approvato una legge che avrebbe dovuto favorire l'ingresso delle donne all'interno delle istituzioni, quindi ci piacerebbe avere dei dati per vedere se l'azione legislativa sia andata in questa direzione e abbia avuto un'efficacia o meno.
  Infine, affrontiamo proprio in questi giorni la parte, mi auguro conclusiva, dell'esame della proposta di legge riguardo i minori non accompagnati. Non sto a sottolineare tutti i dati relativi ai fondi – già resi pubblici dall'ANCI – che sono estremamente diminuiti, anche quelli relativi all'elemento dei minori non accompagnati presenti sul nostro territorio nazionale da marzo fino a oggi. Le chiedo a che punto è il tavolo tecnico di coordinamento nazionale previsto dal recente decreto legislativo 21 febbraio 2014, n. 18, che dovrebbe essere seguìto presso il Ministero dell'interno. Noi presenteremo emendamenti proprio in questa direzione.

  CELESTE COSTANTINO. Noi non eravamo intervenuti sulla relazione del Ministro del 28 maggio, quindi faccio un breve passaggio al riguardo. Tra l'altro, per me è materia molto attuale. In quella relazione il Ministro, ha dedicato gran parte delle linee programmatiche a una parte relativa al piano d'azione da concordare insieme ai sindaci delle città metropolitane e si è concentrato – non cito testualmente per mancanza di tempo – molto sulla questione di Roma, della situazione della Capitale.
  A distanza di un anno e mezzo e anche volendo tenere conto di quella relazione di maggio, forse è il caso di fare un piccolo bilancio e cercare di capire anche quali sono effettivamente gli strumenti, come e a cosa sono serviti. La cronaca degli ultimi giorni, infatti, ci mostra tutt'altro rispetto ai propositi di quel piano.
  Cito due episodi: un ragazzo di 17 anni che uccide un giovane pachistano e che riesce ad avere anche la solidarietà rispetto a questa decisione; i bus di Roma attaccati, di cui non si dà nemmeno una spiegazione del perché si crei questa condizione. Inoltre Roma sta in qualche modo sempre più delineandosi come città di mafie.
  La prima domanda è, appunto, sul bilancio che si fa rispetto a quel piano d'azione. Sinceramente, non ci è molto chiaro quali siano gli strumenti che si sono voluti adottare. Per pudore, neanche commento l’sms come strumento di sicurezza.
  Vengo ad altre due domande velocissime.
  Vorrei sapere se ritenga di prevedere al più presto una procedura semplificata e veloce per il riconoscimento dell'asilo ai migranti che vengono da specifici Paesi in difficoltà. Mi sto riferendo alla Siria, dove l'attesa per l’iter del riconoscimento risulterebbe praticamente inutile visto che è dato per scontato.

  RICCARDO NUTI. In merito alle scorte, visto che sono intervenuti sia la spending review che dei tagli in questi anni, chiediamo se esista l'intenzione da parte del Ministro per una revisione dei soggetti che godono di scorte personali. Potrebbe, inoltre, farci sapere quanti uomini e mezzi sono impegnati nelle scorte personali, quanto costano al bilancio dello Stato, eventualmente in quale capitolo di bilancio si trovano ? Potrebbe inviarci della documentazione in merito ?
  Sull'argomento della DIA, sempre in questi anni di spending review ci sono stati vari tagli, come il trattamento economico accessorio, arrivando al punto che per mancanza di fondi il personale non può seguire dei corsi di aggiornamento, partecipare a indagini e, addirittura, è emerso un problema anche tramite alcuni quotidiani sulle intercettazioni: la DIA non avrebbe neppure le risorse per effettuare Pag. 11le intercettazioni con strumenti propri e per questo sarebbe costretta ad appoggiarsi a società private, che lavorano per le procure della Repubblica. Può farci sapere quali sono queste società private ?
  Infine, vorremmo conoscere la sua posizione in merito all'abolizione dei vitalizi ai politici condannati per mafia. Abbiamo presentato una proposta di legge in merito, fatto un'interpellanza urgente in Aula, ma il Governo ai tempi non è stato chiaro, non ha detto di essere favorevole né contrario, ha preso tempo. Vorremmo capire, a seguito della situazione che si è creata in questi mesi e in questi anni, la sua posizione, se sia favorevole all'abolizione di questo vitalizio o meno.

  MARILENA FABBRI. Ringrazio il Ministro Alfano per la presenza.
  Vorrei che esplicitasse, all'interno del progetto Frontex plus e degli incontri intercorsi in Europa rispetto a come fronteggiare, difendere o controllare le frontiere, le intenzioni rispetto all'accoglienza.
  Noi abbiamo il problema dell'accoglienza. Superati i tre mesi dell'identificazione, delle verifiche rispetto ai richiedenti asilo, come si intende procedere per chi ha diritto o meno di permanere in Italia ?

  MARIASTELLA GELMINI. Il nodo che il Governo si è impegnato a sciogliere in tempi brevi riguarda la copertura degli 800 milioni di euro necessari per gli adeguamenti salariali sollecitati da tempo dalle Forze dell'ordine, che dovrebbero scattare nel 2015.
  Sappiamo che 2-300 milioni, come è stato annunciato anche sulla stampa, sono già stati trovati, che probabilmente il prossimo 7 ottobre ci sarà un incontro tra il Premier e i sindacati delle Forze dell'ordine: in che modo il Governo intende provvedere a un adeguamento dei salari oltre che alle preannunciate nuove assunzioni ?
  La seconda domanda è la seguente: quali risposte il Ministero dell'interno intende dare alle Forze dell'ordine non solo dal punto di vista economico, ma anche per affrontare il forte malessere crescente tra le divise che la Consulta sicurezza denuncia da mesi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI. Chiedo al Ministro tempistica certa. In merito al terrorismo internazionale, ha detto che sta parlando con il Ministro della giustizia per adeguare il nostro armamento normativo, quindi per ampliare la possibilità di espulsione.
  Trattandosi di persone che hanno già dichiarato che non vedono l'ora di venire a Roma per tagliare qualche testa, schiavizzare le nostre donne, magari far saltare anche il Santo Padre, quanto meno sarebbe interessante sapere in quanto tempo avete intenzione di adeguare questo nostro armamentario normativo.
  Per quanto riguarda Mare Nostrum, se ho capito bene, sta mettendo il punto a novembre 2014: finisce Mare Nostrum e inizia Frontex plus. Anche in questo caso, sarebbe opportuno che vi fosse una risposta chiara, cioè se finiamo effettivamente a novembre 2014. Se questo non fosse possibile – lei ha già parlato di percorsi graduali e superamento – magari non sarebbe opportuno trasformare Mare Nostrum in quello che dovrebbe già essere Frontex plus, vale a dire navi militari sulla linea delle acque nazionali, con la fine del sistema di traghettamento gratuito dal nord Africa, visto che comunque Frontex plus, da quanto ho capito, sarà questo, grazie a Dio e finalmente ?

  PRESIDENTE. Non ci sono altre domande. Il Ministro potrà stabilire, nei pochi minuti che gli rimangono, se offrirci tutte le risposte o riservarsi, comunque, qualche quesito e, eventualmente, di farcelo pervenire a mezzo di documento scritto.
  Do la parola al Ministro Alfano per la sua ulteriore replica.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Proverò a essere molto rapido e a rispondere per flash.
  La prima e la penultima domanda, quindi dell'onorevole Lombardi e dell'onorevole Gelmini, riguardano le Forze dell'ordine. Pag. 12Nel 2010, è stato deciso di bloccare i tetti salariali, retributivi, gli adeguamento delle funzioni, le promozioni bianche. Per una serie di fattispecie, si è bloccato tutto.
  Questo sarà l'anno in cui sbloccheremo tali fattispecie. Il merito di questo Governo sarà quello di sbloccare un blocco che c'era dal 2010. Troveremo necessariamente i soldi, altrimenti non potremmo farlo. Non intendiamo provvedere solo dal 1o gennaio 2015, ma anche affrontare la questione da alcuni mesi finali del 2014. Questo è un intendimento, quindi vogliamo andare anche al di là di ciò che fin qui abbiamo detto.
  Il 7 ottobre descriveremo con maggiore chiarezza tutte le coperture, ma è evidente che, avendo assunto l'impegno di procedere, troveremo tutte le coperture solide validate dalla Ragioneria generale perché possano essere efficaci già dall'anno 2015 e, ripeto, anche con delle soluzioni per alcuni mesi del 2014.
  Sul resto, con riguardo al malessere tra le divise di cui parlava l'onorevole Gelmini, faccio presente che, con la legge di stabilità per il 2014, il comparto ha fatto segnare un più 700 milioni di euro; come ho anche accennato, abbiamo utilizzato parti del Fondo unico giustizia; abbiamo invertito il rapporto tra regole ed eccezioni per il turnover, che era bloccato e le assunzioni rispetto ai pensionamenti erano l'eccezione. Si è capovolto, per cui il turnover è la regola perché prevale il 55 per cento e il blocco è del 45 per cento.
  Questo è un Ministero e io, nei limiti del mio possibile, sono stato un Ministro che ha fatto il massimo di quanto la finanza pubblica consentiva di fare con il massimo della volontà politica per andare incontro alle legittime esigenze di quelle donne e uomini in divisa dalla cui parte non solo moralmente, sentimentalmente, ma politicamente e tecnicamente siamo schierati, perché loro sono schierati dalla parte dei cittadini.
  Quanto a droga, bullismo e alcolismo, ringrazio l'onorevole Bianchi per la domanda. Abbiamo aggiunto al modello di sicurezza tradizionale una forma di partecipazione attraverso gli sms per proteggere le denunce e fare sì che possano essere più rapide. Ovviamente, onorevole Costantino, non è sostitutivo dell'altro. È aggiuntivo e non toglie nulla.
  Lo schema potrà valere anche per il baby-alcolismo. Rispondendo all'onorevole Bianchi e all'onorevole Pollastrini, quella securitaria non è tutta la risposta possibile. Interveniamo dal punto di vista della sicurezza, ma chiediamo ai nostri prefetti e ai comitati provinciali dell'ordine e della sicurezza pubblica di dare una risposta integrata attraverso le scuole e un coinvolgimento di tutti gli attori sociali e delle scuole, che devono essere protagoniste di un percorso formativo che agevoli la fuoriuscita dalle patologie, ma che disincentivi l'ingresso in alcune forme patologiche, poiché diventano anche mediche. Mi riferisco all'alcolismo in primo luogo, per cui lavoreremo anche sul tema del baby-alcolismo.
  Per quanto riguarda la risposta all'onorevole Pollastrini, innanzitutto la ringrazio per avermi dato atto di essere stato – ma mi ci hanno portato le circostanze della vita – firmatario, insieme al Ministro Mara Carfagna, del decreto sullo stalking e, adesso, del decreto sulle violenze di genere. L'attenzione e la sensibilità sono altissime. Le nuove norme hanno funzionato.
  Le norme che abbiamo fatto lo scorso agosto, grazie a voi che le avete convertite in legge e anche migliorate in alcune parti, hanno lo scopo di prevenire nei limiti del possibile, proteggere chi denuncia e punire il responsabile. Se riusciremo sempre di più a proteggere chi denuncia, saranno sempre meno le persone che chiuderanno gli occhi o volteranno le spalle a un grido o a un urlo del vicino o della vicina di casa. Dobbiamo agire in quel senso.
  Abbino a questo il tema posto dall'onorevole Centemero in due delle quattro domande che mi ha rivolto.
  Sul finanziamento del fondo di cui parlava l'onorevole Pollastrini, che riguarda l'altro ministero, del welfare, vorrei dire che è chiaro che quel fondo finanzia il braccio operativo dell'azione complementare Pag. 13a quella securitaria. Non avrebbe senso una risposta securitaria senza, contemporaneamente, un sostegno a quel fondo, che serve esattamente a stimolare azioni positive.
  L'onorevole Centemero mi chiedeva del finanziamento del fondo antiviolenza e vale esattamente per lei il ragionamento che ho appena svolto.
  Sempre l'onorevole Centemero poneva una questione alla quale sono particolarmente attento e sensibile e che si aggancia anche a un pezzo della domanda dell'onorevole Pollastrini circa la presenza dei dati, statisticamente certi e comunque affidabili: è la base. Come per le analisi cliniche in medicina, infatti, senza diagnosi certa, è difficile che si possa fare la terapia.
  L'insieme dei dati circa l'efficacia delle norme che abbiamo messo in campo non è risolutivo, ma confortante. Abbiamo, però, un disallineamento possibile rispetto ad altri istituti di statistica.
  Stiamo lavorando, ovviamente, con i dati che affluiscono alle nostre banche dati attraverso le denunce, i canali e i flussi istituzionali, che riteniamo ad altissima affidabilità, perché sono le denunce alle questure, gli accessi ai canali che mettono in contatto il cittadino con la possibile risposta protettiva dello Stato.
  Colgo, però, lo spunto dalle due domande che fanno capo al tema delle statistiche per sollecitare un possibile coordinamento tra i nostri uffici, quelli dell'ISTAT e quelli della statistica del Ministero della giustizia, una direzione centrale per mia esperienza molto efficiente, per vedere dove nasce il disallineamento dei dati e mettere a fattore comune le informazioni al fine di produrre una statistica omogenea.
  Il tavolo di coordinamento al Ministero dell'interno lavora. Sta lavorando molto bene. Anche in questo caso, vorrei essere molto chiaro, come si deve al Parlamento: quella sui minori non accompagnati nasce nel nostro Paese come normativa per casi sporadici, che deve risolvere il tema del bambino abbandonato.
  Adesso, con la questione dei minori non accompagnati provenienti dai flussi dei profughi, affrontiamo con uno strumento nato con tutt'altra finalità e altra robustezza, più tenue, un tema che ha dimensioni tali da essere incompatibile con la normativa precedente. È la ragione di fondo per la quale stiamo tentando di adeguare la normativa.
  Voglio, infatti, ripetere che stiamo rispondendo a un tema che riguarda migliaia e migliaia di figli, spesso non bambini, ma ragazzi, non accompagnati, ma minori, con una normativa non più adeguata. È questo il punto fondamentale che crea anche una disarmonia di risposta efficiente da parte delle articolazioni dello Stato: un pezzo verte sul Ministero dell'interno; il pezzo che riguarda i minori non accompagnati è imputato alla competenza del welfare. È anche questo un tema, ma è alla vostra attenzione in Parlamento.
  Rispondo all'onorevole Costantino sul bilancio della sicurezza nelle grandi città. Quello su Roma è, chiaramente, un bilancio che ha dato alcuni punti di luce con alcuni risultati, alcuni arresti importanti, alcune azioni anche contro i tentativi di infiltrazione delle mafie nella nostra grande Capitale. È, al tempo stesso, l'emergere di fenomeni che intendiamo contrastare e risolvere.
  Inserisco la risposta alla sua domanda in un contesto più ampio e aggiungo un elemento alla mia relazione: una priorità di questo Ministero saranno il decoro e la sicurezza urbana nelle città italiane. Abbiamo svolto un ottimo lavoro con l'ANCI, che vorremmo finalizzare a breve affrontando il tema della sicurezza nelle grandi città, ma anche nei piccoli Comuni della nostra patria, del nostro Paese. Con un lavoro insieme ai Sindaci, all'ANCI, siamo arrivati a buon punto e siamo sul punto di finalizzarlo. Confido, quindi, di poter portare a breve in Consiglio dei Ministri un testo per l'approvazione da parte del Governo che riguardi esattamente la sicurezza nelle grandi città.
  Per quanto riguarda la procedura semplificata e veloce per il riconoscimento dei migranti che vengono da alcuni tipi di Pag. 14Paesi, con l'ultimo decreto, in conversione adesso, che quindi passerà anche da qui, abbiamo raddoppiato le Commissioni, passando da 10 a 20; stabilito che si possono aprire altre 30 sezioni; stabilito che, anziché l'esame di maturità, per cui praticamente doveva esserci la Commissione schierata per affrontare solo uno, possa esserci un one to one con un membro della Commissione.
  Abbiamo fatto tutto per accelerare, non solo perché abbiamo il dovere di garantire una risposta al richiedente asilo, ma perché, quando diciamo di no, come abbiamo tante volte detto, perché non c’è il diritto d'asilo, vogliamo accelerare i rimpatri.
  Allora, il tema del rimpatrio rapido è esattamente simmetrico a quello della concessione rapida dell'asilo politico a chi ne ha diritto. Siccome vogliamo potenziare i rimpatri per quelli che vengono in Italia, chiedono il diritto d'asilo, ma non ce l'hanno, abbiamo accelerato esattamente queste procedure nei termini di cui siete a conoscenza perché state trattando il decreto in quanto è in conversione.
  Rispondo all'onorevole Nuti, sui numeri delle scorte. Ho fatto al proposito una circolare invitando tutti i prefetti ad assumere misure di razionalizzazione. È chiaro che, per definizione intrinseca, il tema della scorta riguarda il singolo, preciso, individuale profilo di rischio e non può esserci una generalizzazione. Deve esserci una valutazione. Ho chiesto di rivalutare con una precisa direttiva. Sono pronto – credo di averlo fatto anche in tempi recenti pubblicamente in Parlamento – a fornire esattamente le cifre dei sistemi di tutela e di protezione individuale.
  Per quanto riguarda la DIA e le intercettazioni, farò adesso con il nuovo direttore della DIA, che si insedierà a breve, un punto per la nuova fase che si apre. La modalità ordinaria delle intercettazioni nel nostro Paese in tutte le procure della Repubblica d'Italia – sapete che per il sistema di funzionamento, praticamente ogni pubblico ministero può essere in proprio una stazione appaltante, perché lo decide appunto in proprio – è quella di rivolgersi alle ditte private. Ovviamente, ciò riguarda anche le Direzioni distrettuali antimafia, dove le indagini sono specificamente incentrate nel contrasto alla criminalità organizzata.
  Farò, dunque, un punto su tutto quanto, anche citando questa sua preoccupazione con il nuovo direttore della DIA, che si insedierà i primi giorni del mese entrante, che è un esponente della Guardia di finanza e si chiama Ferla. Terrò conto, onorevole Nuti, anche di queste sue preoccupazioni.
  Riguardo l'abolizione dei vitalizi di cui parlava l'onorevole Nuti, non è mio tema specifico. In ambito politico, ma non è questa la sede, esprimerò la mia opinione. Questa è una sede politica, istituzionale, in cui parlo da Ministro dell'interno. Quando ci sarà il Ministro della giustizia o i Ministri competenti su questa specifica materia che riguarda i vitalizi, il welfare e tutti gli altri, si pronunceranno senz'altro.
  Sul tema dell'accoglienza, onorevole Fabbri, stiamo puntando essenzialmente alla premessa di cambio della natura della migrazione. Prima erano migranti economici, ora prevalentemente profughi e richiedenti asilo. Ecco il motivo per cui, in connessione con i Comuni, abbiamo ampliato il sistema dello SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che non grava su una comunità con un peso enorme, ma è un sistema di protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati e ha esattamente lo scopo di non far gravare su singole comunità dei pesi enormi e far sì che, con un consenso con i Comuni, con l'ANCI, con le Regioni e con tutte le istituzioni territoriali, si possa ampliare quel sistema, che è quello che sta offrendo maggiori prove di efficienza.
  Onorevole Invernizzi, praticamente ho già predisposto le norme antiterrorismo. È una clausola di stile quella che ho usato. Essendo norme in materia penale, si coinvolge il Ministero della giustizia. A parti invertite, con il collega Maroni abbiamo sempre collaborato in quest'ambito, interno e giustizia, e quindi ho le norme praticamente pronte. Sono assolutamente Pag. 15pronto a presentarle, scusandomi per il gioco di parole, in tempi molto rapidi.
  Quanto a Frontex plus e a Mare Nostrum, lei, onorevole Invernizzi, ha fatto una sintesi che devo riconoscere abbastanza efficace. È, in linea di massima, come ha affermato lei. I tempi concordati in Europa non sono distanti dal giorno odierno più di sessanta giorni. Oggi, infatti, siamo quasi alla fine di settembre: abbiamo parlato di metà novembre e quella dovrebbe essere una data rispettata.
  Siamo al lavoro con i tecnici Frontex, con i nostri tecnici e con quelli degli altri Paesi. Pensiamo di riuscire a centrare un obiettivo, che sarebbe un solido risultato non solo, come ha detto lei, grazie a Dio, che va sempre ringraziato nella mia visione del mondo e della vita, ma anche un po’ grazie a noi, nel senso che ci siamo tanto impegnati per raggiungere questo risultato.
  Per l'onorevole Centemero, che ha presentato un'interrogazione sulla presenza delle donne post-elezioni, accelererò la risposta.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Alfano e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.