XVII Legislatura

I Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Giovedì 26 giugno 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Agostini Roberta , Presidente ... 2 

Audizione del professor Giorgio Alleva, nell'ambito della proposta di nomina a presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) (nomina n.32) (ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n.322):
Agostini Roberta , Presidente ... 2 
Alleva Giorgio , Presidente designato dell'ISTAT ... 2 
Agostini Roberta , Presidente ... 4 
Lombardi Roberta (M5S)  ... 4 
Piccione Teresa (PD)  ... 5 
Fabbri Marilena (PD)  ... 5 
Fiano Emanuele (PD)  ... 6 
Gasparini Daniela Matilde Maria (PD)  ... 7 
Mazziotti Di Celso Andrea (SCpI)  ... 7 
Agostini Roberta , Presidente ... 8 
Leone Antonio (NCD)  ... 8 
Kronbichler Florian (SEL)  ... 8 
Agostini Roberta , Presidente ... 9 
Alleva Giorgio , Presidente designato dell'ISTAT ... 9 
Agostini Roberta , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTA AGOSTINI

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del professor Giorgio Alleva, nell'ambito della proposta di nomina a presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) (nomina n. 32).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 6 settembre 1989, n. 322, del professor Giorgio Alleva, nell'ambito della proposta di nomina a presidente dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) (nomina n. 32).
  Nel ringraziarlo e nel dargli il benvenuto, do subito la parola al professor Alleva per la sua relazione.

  GIORGIO ALLEVA, Presidente designato dell'ISTAT. Buongiorno. Ringrazio il presidente e gli onorevoli membri della Commissione per quest'audizione.
  Prima di sottopormi alle vostre domande, vi chiedo alcuni minuti per presentarmi e per illustrarvi l'idea che ho dell'ISTAT e i principali obiettivi che mi pongo per il mandato. Sono professore ordinario di statistica dal 2000 presso l'università di Roma «La Sapienza», alla facoltà di Economia, dove ho preso servizio come ricercatore nel 1983. Ho avuto incarichi in altre università italiane e straniere.
  Sono ben consapevole della grande importanza della statistica come bene pubblico, come strumento fondamentale per un esercizio consapevole della democrazia, potendo fornire il quadro informativo per orientare e valutare le politiche e per conoscere i fenomeni emergenti. L'ISTAT è il principale produttore di statistica ufficiale, opera in piena autonomia, in continuo raccordo con il mondo accademico e ha il compito di indirizzo e coordinamento del Sistema statistico nazionale, che comprende circa 3.500 soggetti, per la maggior parte costituiti da enti centrali, periferici e territoriali dello Stato. L'ISTAT fa anche parte del Sistema statistico europeo, Eurostat, e collabora con gli altri soggetti del sistema statistico internazionale.
  Mi sono candidato per assumere questa grande responsabilità perché ritengo di poter svolgere bene questa funzione, accrescendo la credibilità della statistica e modernizzando il processo di produzione dell'informazione. Questa convinzione poggia sulle mie competenze scientifiche e professionali, di gestione di strutture di ricerca, di progetti complessi interdisciplinari e di esperienza di governo dell'ISTAT e del Sistema statistico nazionale.
  Il mio curriculum è disponibile attraverso la rete. Non entro nel dettaglio, ma metto in evidenza che mi sono occupato di temi pertinenti la statistica ufficiale, ho coordinato ricerche e progetti statistici nell'ambito dell'Unione europea, di organizzazioni internazionali e di diverse istituzioni pubbliche e private, tra cui la FAO, l'Agenzia spaziale e altro.
  Ho diretto il Dipartimento di metodi e modelli per l'economia il territorio e la Pag. 3finanza della Sapienza dal 2005 al 2013 e conosco l'ISTAT e il Sistema statistico nazionale avendo fatto parte dal 2003 al 2011 del consiglio del comitato di indirizzo e coordinamento dell'informazione statistica.
  Vorrei presentare molto brevemente le linee programmatiche, la cui versione integrale che ho presentato nell'ambito della procedura che prevedeva la presentazione dei candidati delle proprie manifestazioni d'interesse allegherò agli atti.
  Qui vorrei fare una brevissima sintesi. In un contesto di risorse finanziarie limitate e nel corso del mandato, mi pongo di raggiungere cinque principali obiettivi, coerenti con la programmazione vigente dell'Istituto e gli impegni assunti a livello internazionale.
  Un primo obiettivo è quello di rispondere a nuove esigenze conoscitive a supporto di decisioni pubbliche, sia per la scelta ex ante tra alternative sia per la valutazione ex post delle politiche. La risposta a nuove esigenze informative sarà fornita sia attraverso l'uso più efficiente di fonti disponibili, in primo luogo di archivi amministrativi e big data, sia attraverso modalità innovative di diffusione come gli open data.
  Come secondo obiettivo, cercherò di realizzare un forte avanzamento nello sfruttamento a fini statistici del patrimonio informativo di fonte amministrativa, una sfida molto importante, e saranno sviluppati alcuni progetti strategici che comporteranno una riduzione dei costi, una maggiore tempestività dell'informazione e rafforzeranno la collaborazione tra soggetti del Sistema statistico nazionale.
  Le priorità saranno date al censimento continuo in sostituzione del costoso censimento decennale della popolazione, al sistema informativo del lavoro, alla disponibilità di dati territoriali per rispondere all'agenda digitale, alle informazioni per il governo della pubblica amministrazione. Azioni specifiche saranno condotte per superare la logica proprietaria dei dati pubblici e favorirne la circolarità rispettando la riservatezza.
  In terzo luogo, intendo attribuire un ruolo sistemico all'attività di ricerca finalizzata al miglioramento della qualità dei dati della statistica ufficiale. In coerenza con la strategia comunitaria Horizon 2020, intendo promuovere a tutti i livelli uno stile aperto all'innovazione, alla collaborazione con altri soggetti e all'estensione delle buone pratiche adottate a livello nazionale e internazionale.
  Un altro obiettivo è quello di accrescere la credibilità della statistica ufficiale attraverso l'indipendenza dalla politica e un servizio puntuale incondizionato nei confronti della domanda proveniente dai cittadini, le imprese e le istituzioni. Saranno promosse la cultura statistica nelle scuole, la formazione continua dei dipendenti della pubblica amministrazione e altre azioni di sistema.
  Infine, passando a considerare gli obiettivi di carattere gestionale, coerentemente con la vision 2020 di Eurostat, intendo attuare una profonda modernizzazione e armonizzazione del processo di produzione dell'informazione statistica con il pieno sfruttamento delle nuove metodologie e tecnologie. L'ingegnerizzazione dei processi ridurrà i costi e accrescerà la capacità dell'organizzazione di rispondere in modo flessibile e tempestivo alle domande emergenti di informazione. In tal modo, si garantirà la ripetibilità e la trasparenza dei processi con impatto positivo sulla qualità. Queste linee saranno promosse anche all'interno del Sistema statistico nazionale assicurando un beneficio all'intero sistema.
  Azioni specifiche saranno volte alla deframmentazione delle unità organizzative, all'integrazione e allo scambio delle competenze mediante la rotazione interna delle funzioni e all'utilizzo della programmazione per obiettivi e di un sistema di valutazione su cui fondare le scelte.
  In conclusione, si tratta di un programma ambizioso, ma sono convinto di riuscire a realizzarlo integralmente, utilizzando Pag. 4al meglio il grande patrimonio di competenze, esperienze e spirito di servizio che contraddistingue il personale dell'Istituto e del Sistema statistico nazionale. Sarà mio impegno riuscire a valorizzare queste risorse fondamentali per il Paese che già vedono l'ISTAT protagonista del sistema statistico europeo e internazionale.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il professor Alleva. Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROBERTA LOMBARDI. Ringrazio il professor Alleva per essere venuto in audizione in Commissione affari costituzionali della Camera. So che anche i colleghi del Senato, prima di votare la sua nomina, avrebbero avuto il piacere di ascoltarla, ma in Senato non è stato possibile trovare l'accordo per audirla.
  Tra l'altro, ho ritrovato recentemente uno scambio di e-mail tra di noi. Ovviamente, non è un appunto rivolta a lei, bensì al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, che ha provveduto a questa nomina in completa autonomia, ma avremmo avuto piacere di avere la possibilità di audire, oltre lei, anche gli altri candidati della short list derivata dalla autoproposizione di candidature. In ogni caso, questo non è stato possibile e siamo ben felici di avere la possibilità di aver conosciuto almeno il presidente in pectore dell'ISTAT.
  L'ente ci sta particolarmente a cuore. In quest'anno, siamo stati proprio noi del Movimento 5 Stelle a mettere sul tavolo una serie di questioni, prima di tutto la vacanza di un ruolo così strategico e importante che è durata più di un anno, partita il 2 maggio 2013 con le dimissioni dell'allora presidente Giovannini, chiamato al ruolo di Ministro del lavoro dal precedente Governo.
  Abbiamo posto anche, attraverso interpellanze urgenti e question time, fortemente la questione al Governo di allora. Ho avuto anche uno scambio con l'allora Ministro per i rapporti con il Parlamento Franceschini, che conveniva con noi su questa necessità, ma purtroppo si è dovuto aspettare un altro anno.
  Tanto più ci sta a cuore la faccenda della conduzione di un ente strategico per la produzione di dati che influenzano le scelte dei decisori politici sui temi di finanza pubblica, che significa la crescita, il rilancio del nostro Paese. Qualche mese fa abbiamo anche presentato un esposto alla procura di Roma proprio relativamente a dati discordanti che in questo periodo di vacanza della presidenza erano stati forniti dall'ente ISTAT all'Eurostat, dati che ci ponevano al di sotto della soglia del famoso 3 per cento, che darebbe vita alla procedura di infrazione.
  Tornando, invece, nello specifico alla sua audizione, abbiamo domande da porle su tre filoni, relativamente al mandato e alle sue linee guida programmatiche per l'espletamento di questo mandato. Una è legata al coordinamento con l'ufficio del Fiscal council – spiegherò meglio cosa intendo – una ai criteri di spending review anche nell'ambito della gestione dell'ISTAT e legato anche all'audizione del commissario Cottarelli di ieri qui in Commissione Affari costituzionali; una legata alle prospettive future di sviluppo dell'ISTAT e della statistica in Italia anche attraverso le nuove tecnologie della rete.
  Per la prima questione abbiamo questo quesito. Con la deliberazione n. 43 del presidente dell'ISTAT facente funzione del 6 giugno 2014, è stato creato il comitato interistituzionale di coordinamento per il miglioramento della qualità del processo di compilazione delle statistiche di finanza pubblica, nella cui composizione non è stato considerato, però, l'ufficio parlamentare di bilancio, Fiscal council, che proprio in questi giorni sta iniziando la sua attività.
  Volevamo chiederle, professor Alleva, se si impegnerà, nell'espletamento del suo incarico, sin da ora a porre rimedio a questa grave lacuna, vista la delicata procedura per i deficit eccessivi che l'ISTAT è tenuta a fornire alla Commissione europea Pag. 5e di cui l'affidabilità dei dati è un principio fondamentale per le decisioni di finanza pubblica e per una finanza pubblica sana.
  Il secondo ordine di domande riguarda dei temi di spending review, ad esempio su cosa intenda fare circa l'attuale gestione delle sedi, che al momento sono 8 diverse disseminate nel territorio della capitale, quasi tutte in affitto da privati per una spesa annua di circa 6 milioni di euro, laddove l'ISTAT anni fa ha comprato un terreno dal comune di Roma per circa 14 milioni di euro su cui avrebbe dovuto edificare la sede unica. Questo terreno al momento giace praticamente abbandonato ed è diventato un campo di sterpaglia nella periferia romana, neanche troppo periferia.
  Altro tema è la questione del precariato di ISTAT in termini di impegno per individuare un percorso di stabilizzazione che, al tempo stesso, non mortifichi le legittime aspirazioni di crescita professionale del personale già in ruolo e il discorso della riorganizzazione di tre differenti livelli dirigenziali sempre all'interno di ISTAT – direttore generale e capo dipartimento, direttore centrale e dirigente di prima fascia, caposervizio e dirigente di seconda fascia – per complessive 73 posizioni dirigenziali dal costo complessivo di circa 7 milioni di euro l'anno.
  In un momento di austerità e spending review come questo, ci permettiamo sommessamente di suggerire che una posizione dirigenziale ogni 32 dipendenti circa ci sembra un po’ eccessiva e che magari potrebbe valutare di ridurla in maniera più consistente. Chiediamo una risposta su questo tema.
  L'ultimo tema relativo alla spending review che ci interessa riguarda il discorso del suo emolumento. Vorremmo capire se e come intenda, eventualmente, provvedere a una riduzione dell'emolumento medesimo.
  L'ultima domanda, invece, riguarda un discorso d'innovazione della statistica in Italia nell'era della rete; volevamo infatti chiederle se ha già avuto qualche idea in proposito.

  TERESA PICCIONE. Professore, la ringrazio per l'opportunità che ci offre. Vorrei soffermarmi su due punti che ha toccato e che trovo di grandissimo rilievo.
  In apertura, ha parlato di una statistica che rafforza la democrazia, pensiero e opinione sulla quale convergo assolutamente e che trovo sostanziale per esplicare il lavoro a cui lei è chiamato.
  Inoltre, la chiarezza delle sue linee programmatiche declinata in questi cinque obiettivi mi trova particolarmente interessata. Lei si collega anche, infatti, alla consapevolezza delle risorse limitate, quindi ha organizzato una riflessione per mantenere alto il profilo dell'Istituto, della ricerca, anzi del rinnovamento della ricerca, della crescita della credibilità della statistica, della promozione nelle scuole, come ci diceva, della formazione del personale della pubblica amministrazione, che mi sembra un altro dato assolutamente di rilievo, e della rotazione interna dei funzionari, dei sistemi di valutazione.
  Trovo che avere concentrato in pochissime battute con chiarezza questi punti costituisca forse il suo maggiore punto di forza e sono sicura che potremo collaborare proficuamente.

  MARILENA FABBRI. Mi aggiungo agli apprezzamenti della collega Piccione rispetto alle precisazioni sulla volontà di intervenire sulla qualità dei dati, del migliorare e avere certezza nei processi e anche intervenire su una migliore capacità di lettura delle fonti e dei dati oggettivi, anche finalizzati a decisioni politiche e tutto quello che a corredo veniva citato sulla formazione e sulla condivisione dei linguaggi e della capacità di lettura, dalle scuole ai funzionari pubblici, coinvolti sia nella produzione dei dati sia nella loro eventuale lettura e utilizzo.
  Vorrei chiederle, in specifico, se nel progetto e negli obiettivi che si pone per il mandato di presidente dell'ISTAT c’è anche Pag. 6quello di migliorare e allargare i dati a valenza sociale. Sappiamo che contano non solo i dati di natura economica e finanziaria, ovviamente fondamentali per le scelte economiche e finanziarie del Paese anche per gli obblighi che abbiamo rispetto all'Europa, ma anche migliorare la capacità di leggere i dati a valenza sociale.
  Cito un esempio. Un tema che ci sta particolarmente a cuore è quello del femminicidio. Ogni anno e ogni giorno, purtroppo, si aggiorna il dato dei femminicidi, ma non c’è un dato ufficiale, una banca dati che raccolga questi elementi, così come su altri aspetti. Sappiamo che le Regioni si stanno dotando in parte, rispetto alle autonomie e alle scelte autonome regionali, di banche dati per tenere sotto controllo i dati sociali anche alla luce dei piani sociali di zona di programmazione sociale, ma non c’è – perlomeno non mi risulta che ci sia – un criterio, un processo nazionale di raccolta dei dati che consenta anche al Paese di capire lo stato del nostro Paese non solo in termini di povertà, e quindi legato sempre anche a un aspetto economico, ma anche di qualità della vita, benessere e di capacità del Paese di dare risposte in termini di servizi ai bisogni, dai disabili agli anziani, ai minori o anche alle politiche, appunto, di prevenzione della violenza verso le donne e verso le categorie sociali più fragili.
  Mi chiedo se ci sia un obiettivo di espandere quest'area, comunque istituita qualche anno fa da ISTAT e di particolare interesse proprio per le politiche nazionali.

  EMANUELE FIANO. Ringrazio il professor Alleva. Anzitutto, ho molto apprezzato il metodo del Governo della modalità di selezione e delle autocandidature, anche se capisco il rilievo della collega Lombardi sul fatto che altre candidature della short list potevano, come ha chiesto la collega, essere ascoltate in questa Commissione.
  Tuttavia, in altri momenti rivendico ruoli parlamentari rispetto a quelli di Governo e in alcuni casi preferisco che vi sia un Governo che su determinate scelte, certo, deve passare dal ruolo di valutazione delle Commissioni parlamentari, ma su questa nomina ritengo che il Governo ha compiuto un percorso trasparente, come d'altronde su altre procedure di nomina.
  Penso che sia stato un buon metodo, come peraltro, professore, dimostra la qualità del curriculum in relazione alla sua attività professionale. Su alcuni dei suoi testi qualcuno di noi ha anche studiato all'università e, in ogni caso, come dicevano le colleghe intervenute, la ringrazio anche per la chiarezza della sua presentazione, illustrandoci per punti gli obiettivi che si propone.
  Il punto che mi ha più sollecitato della sua presentazione è quello del lavoro dell'Ente a supporto delle decisioni pubbliche. Non devo spiegare a lei che oggi il possesso di dati equivale, molto spesso, al possesso di un patrimonio economico. La modalità trasparente, open, che ha qui proposto di utilizzare per l'Ente per cui si propone la sua presidenza credo sia quello di cui ha bisogno il Paese.
  Ho vissuto un episodio molto sgradevole nella precedente legislatura che ha riguardato ipotesi di modulazione delle indennità parlamentari. È stato effettuato uno studio di comparazione sulle indennità di altri Parlamenti che non è stato in grado di stabilire effettivamente la comparazione omogenea e dettagliata del trattamento economico dei parlamentari italiani su tutto l'insieme delle voci con altri Parlamenti.
  Credo molto, invece, nella funzione democratica della conoscenza e della trasparenza della mole di dati di cui oggi viviamo. L'Ente per cui si predispone la sua presidenza non tratta tanto l'elemento della segretezza dei dati, ma in generale – lei ha citato i big data – vi è una mole di dati personali – di cui abbiamo parlato, per esempio, col presidente dell’Authority sulla tutela dei dati personali, – che oggi transita presso terzi e che riguarda le specifiche della vita privata di ognuno di noi.Pag. 7
  Confronto questa mole di dati con quel punto, mi pare il secondo che ha trattato nel suo succinto programma di azione per il suo mandato; credo fermamente che l'ISTAT possa essere un fondamento della democrazia se sempre più quei dati serviranno a noi in maniera aperta, a noi legislatori, ma a tutta la cittadinanza, per disporre effettivamente di un gradiente della qualità della vita e della democrazia nel nostro Paese.

  DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Prima di tutto, mi complimento col professor Alleva perché considero i cinque punti che ha evidenziato tutti strategici. Avendo un'esperienza di amministratore locale e avendo vissuto più censimenti e dato che lei ha parlato di censimento continuo, vorrei chiedere se attorno a questo punto abbia già elaborato un modello di lavoro, vista la sua pragmaticità manageriale e strategica.
  Glielo chiedo perché mi è capitato spesso, di fronte a censimenti, di avere come ente locale dei dati elaborati in un tempo lunghissimo, laddove in questo momento, con la legge 7 aprile 2014, n. 56, tutti gli enti locali sono chiamati a riorganizzarsi, a cooperare in maniera diversa dal passato e rischiano di fare queste operazioni in maniera un po’ formale, burocratica e non sostanziale.
  Accompagnare questo processo di riforme a partire dal basso con una serie di dati statistici può essere per loro molto interessante. Da questo punto di vista, sono perfettamente d'accordo sul concetto per cui questi censimenti ogni dieci anni sono diventati un fatto sempre più frantumato. Non ho avuto la sensazione che l'ultimo censimento sia stato vissuto anche dal punto di vista culturale, oltre che scientifico, come altri negli anni precedenti. Non so che tipo di risultati abbia dato dal punto di vista della tecnica e dei dati statistici, ma chiedo in che rapporto sia il censimento continuo con i Comuni, se l'abbia già strutturato e che tipo di processo si possa mettere in campo per aiutare la riforma degli enti locali.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Mi associo ai ringraziamenti al professor Alleva e all'apprezzamento per il modo in cui ha esposto i punti essenziale dell'attività futura. Vorrei ricollegarmi al tema di cui ha parlato anche il collega Fiano legato alla statistica come strumento di supporto delle scelte economiche principali.
  La mia domanda specifica è legata al fatto che l'ISTAT, oltre a una raccolta di dati statistici, realizza anche spesso dei documenti prospettici. Penso a maggio di quest'anno: è uscito un documento sulle prospettive di crescita del Paese.
  Noi ci prepariamo ad affrontare due anni nei quali gli interventi annunciati dal Governo saranno particolarmente significativi. In particolare, sono previsti interventi sulla spesa pubblica estremamente pesanti. Si prevedono tagli, se non ricordo male, da 16 a 33 o 34 miliardi nei prossimi due anni.
  Credo che sia particolarmente importante per le scelte di Governo – come è stato oggetto di lunghi dibattiti quando abbiamo discusso il documento di economia e finanza, il DEF – capire che impatti questi tagli possano avere sulla crescita, sul PIL, sulla disoccupazione. Parlo come rappresentante di Scelta civica, un partito che ha sempre sostenuto in tutti i modi una spending review aggressiva, ma al tempo stesso bisogna realizzare quella spending review con la consapevolezza di cosa succede per creare gli eventuali strumenti di tutela nel caso in cui, ad esempio, la disoccupazione aumenti temporaneamente.
  Mi domando se, tra le attività e gli studi immediati – ci avviamo verso la legge di stabilità, quindi è un percorso a mio modo di vedere urgente – secondo lei ci sia spazio per un'analisi di questo tipo. Siccome sia nel documento di economia e finanza sia in una serie di altri provvedimenti si è ipotizzata una spending review secondo parametri da costi standard – lo dico in maniera rozza – tagliando di più dove si spende peggio, e siccome rilevo da meridionale che è noto che si spende peggio al sud e che la concentrazione della Pag. 8spesa pubblica è lì, un'analisi degli impatti sull'occupazione di questi tagli a livello anche territoriale mi pare fondamentale.
  Non si può pensare di tagliare 16 o, meglio, 35 miliardi di euro senza dire dove. Se va fatto dove si spende peggio, vuol dire potenzialmente degli impatti anche sull'economia molto forti. Credo che il Governo, nell'approntare strumenti di ammortizzazione e tutela nella fase in cui l'economia è rilanciata, abbia necessità di uno strumento anche prospettico importante.
  Credo che l'ISTAT sia l'unico organismo in Italia in grado di farlo, per cui mi domando se non possa rientrare tra le attività o nel programma di attività iniziale dell'ISTAT anche questo tipo di previsione, non a dati costanti, ma basata sulle prospettive contenute nel DEF per cercare di capire come gli effetti degli altri interventi ma, soprattutto, quello della spesa pubblica possano impattare diversamente sull'occupazione.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola al collega Leone, voglio brevemente rispondere alla questione sollevata dalla collega Lombardi in merito alla possibilità di audire anche gli altri candidati della short list. Ricordo che la legge dice espressamente che la designazione effettuata dal Governo è sottoposta al previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, che possono procedere all'audizione della persona designata.

  ANTONIO LEONE. Proprio brevemente, anche perché sollecitato da qualche intervento dei colleghi, ho da porre una riflessione al professore sulla riflessione, a sua volta, della collega Lombardi, che trova il mio consenso per il rapporto con il Fiscal council. In effetti, va rimesso un po’ in asse e in rete.
  Voglio ricordare che il Fiscal council fu una creatura proprio nostra della Camera, in sede di riforma della legge di bilancio, come tutto ciò che è venuto dopo, innestato anche tra l'altro con la riforma che non è andata neanche in porto del federalismo fiscale. C'era un intero sottobosco normativo, tra l'altro legato – è questa la meraviglia e condivido quanto osservato dalla collega Lombardi – proprio alla funzione dell'ISTAT, primaria proprio nelle scelte che furono fatte in quelle normative. Sollecito, quindi, anch'io una risposta in merito a tale questione.
  Per il resto, in qualità di relatore, ho steso la mia relazione sulla scorta di tutto quanto emerge dalla sua esperienza professionale e dal suo curriculum. È la nostra funzione. Non è un appunto, come preciso garbatamente alla collega Lombardi, ma gradirei che non rispondesse alla domanda in ordine alla sua volontà di diminuirsi o meno gli emolumenti. Potrebbe essere un elemento valutativo, quanto meno da un punto di vista di approccio personale nei confronti di quella sua scelta, che nulla ha a che vedere con le valutazioni che questa Commissione è chiamata a fare non solo da un punto di vista regolamentare, ma anche forse deontologico.

  FLORIAN KRONBICHLER. Vorrei mettere a fuoco una questione che risale molto nel tempo. Noi abbiamo, come provincia autonoma di Bolzano, un istituto di statistica, l'ASTAT, istituito con norme di attuazione previste dallo statuto di autonomia, quindi da una norma di rango costituzionale.
  I direttori dell'istituto si lamentano che negli ultimi anni sempre di più questa competenza primaria della provincia di Bolzano in materia di statistica e di raccolta dati, con la scusa della spending review, del risparmio, è ignorata e che l'ISTAT si rivolge direttamente ai cittadini con richieste e i cittadini poi riferiscono all'istituto autonomo di Bolzano. Ovviamente, ci sono sempre da rispettare le norme sul bilinguismo, di essere quindi contattati in lingua tedesca.
  La vena accentratrice negli ultimi anni si è estesa, quindi, anche sul campo dell'ISTAT. Cosa pensa il nuovo presidente di questo problema ? Giudica importante questo processo di nuovo centralismo ?

Pag. 9

  PRESIDENTE. Do la parola al professor Alleva per la sua replica.

  GIORGIO ALLEVA, Presidente designato dell'ISTAT. Sono molto contento dell'occasione che mi state offrendo e spero di riuscire a rispondere in tempi brevi alle tante sollecitazioni sui contenuti, quelli a me più cari. Cercherò di andare nell'ordine e di rispondere a tutti, ma spero possano esserci, naturalmente, altre occasioni per approfondire i tanti temi che mi state sottoponendo.
  Relativamente alla questione del comitato del coordinamento con l'ufficio Fiscal council, non conosco questa composizione e ritengo fondamentale che sia la più adatta per esercitare fino in fondo il suo ruolo. Mi riprometto, quindi, senz'altro, senza poter prendere impegni in questo momento, di valutare la questione, in modo che sia verificata la più adeguata corrispondenza rispetto agli obiettivi. Personalmente, sono naturalmente aperto al fatto di coinvolgere tutti i soggetti che possano contribuire a raggiungere gli obiettivi, specialmente oggi con i problemi che abbiamo.
  Sono molto contento di quest'occasione di dialogo con l'onorevole Lombardi, che ha ricordato che, all'indomani del mio incontro con il Ministro Madia, che mi ha comunicato che ero nella rosa dei candidati, ho tenuto istituzionalmente a proporre di presentarmi al Movimento 5 Stelle, che so attento alle questioni dell'ISTAT, in modo che potessero in queste occasioni parlamentari avere una maggiore consapevolezza della scelta e del loro parere. Mi fa piacere che oggi comunque riusciamo, almeno in questo ramo, a vedere alcune questioni.
  Quanto alle sedi regionali, l'ISTAT ha bisogno di presìdi territoriali. Nell'ambito del processo di produzione, è importante che ci siano dei presìdi qualificati nel territorio, che hanno anche una funzione importante di diffusione della cultura statistica su altri soggetti del sistema nel territorio.
  Naturalmente, questi soggetti devono essere forti, adeguati, avere un profilo di competenze adatto a svolgere la funzione. Concettualmente, quindi, sono presìdi importanti, ma bisogna valutare se abbiano fino in fondo le caratteristiche per esercitare tutto questo. Devo dire che mi piacerebbe sviluppare molto il Sistema statistico nazionale e riuscire a coordinare, quindi, l'azione di diversi soggetti presenti nel territorio oltre agli uffici dell'ISTAT.
  Anche in relazione all'osservazione dell'onorevole Kronbichler, è importante trovare l'equilibrio tra l'esigenza di controllo fino in fondo della qualità dell'applicazione di standard da parte dell'ISTAT e l'azione dei singoli uffici dell'ISTAT stesso. Non sono quindi d’ accordo su spinte centralistiche, ma naturalmente l'ISTAT non può che garantire al meglio la qualità dell'informazione.
  Puntare, però, sul sistema statistico, sugli enti del sistema è, a mio avviso, fondamentale. Vuol dire farli crescere, immaginare una statistica che, specialmente per quanto riguarda l'informazione territoriale, veda un coinvolgimento forte del territorio nelle sue istituzioni statistiche.
  Quanto ai precari, tradizionalmente il censimento è un'occasione di reclutamento importante per l'ISTAT. Oltretutto, nel censimento si fanno innovazioni, servono nuove professionalità e si acquisiscono risorse giovani. Anche in quest'occasione, c’è stata una fortissima innovazione con l'ultimo censimento, che peraltro prefigura le condizioni per passare dal censimento tradizionale a quello continuo.
  Queste unità rappresentano un patrimonio fondamentale per l'Istituto e possono assicurarci certamente una crescita della professionalità dell'Istituto. Credo che dovremo – non posso farlo certo da solo – trovare un modo per riuscire a contare su queste risorse che oggi hanno contratti a tempo determinato. Sarà una questione che dovrò affrontare, naturalmente, con i Ministri competenti nell'ambito dei vincoli del bilancio, ma certamente il progetto del passaggio al censimento continuo e, in generale, la spinta che vogliamo dare all'utilizzo delle informazioni Pag. 10statistiche passa attraverso l'acquisizione di forti professionalità in questo senso. Tra queste unità, queste professionalità ci sono senz'altro. Mi adopererò, quindi, in questa direzione.
  Ho fatto parte del consiglio, per il quale ho effettuato anche degli studi per una riorganizzazione dell'Istituto. Ho sempre pensato che ci fosse un'estrema frammentazione delle unità produttive e, in generale, molte posizioni dirigenziali. Ho citato anche oggi il tema della deframmentazione delle unità di produzione, che nella catena di comando non aiuta certamente, e ho in mente, da questo punto di vista, una diversa organizzazione del processo di produzione, che veda anche una semplificazione di questi livelli.
  In generale, credo che il ricercatore, la persona che realizza deve essere fortemente presente, molto ascoltato in fase decisionale. Su questo ho certamente intenzione di intervenire, naturalmente in un quadro generale che passa per l'ammodernamento del processo di produzione, che è un tema centrale del mio programma.
  Per quanto riguarda il tema delle tecnologie e dell'utilizzo delle informazioni e dei big data, certamente bisognerà andare avanti con sperimentazioni. Questo è un altro terreno su cui non potremo che spingere forte. Credo che i big data siano un'opportunità importante sia per rilevare nuovi fenomeni sia per utilizzare queste informazioni come variabili ausiliarie per studiarne altre.
  In generale, il problema è quello di ridurre l'asimmetria informativa che c’è oggi, in cui alcuni produttori, alcuni soggetti si trovano in possesso di informazioni di grande importanza che, raccolte tra cittadini e imprese, non sono sfruttate e in relazione alle quali non c’è alcun ritorno nei confronti di servizi ai cittadini.
  Si tratterà di creare le condizioni normative, tecnologiche e di competenze per riuscire a ridurre quest'asimmetria informativa e sfruttare con le nuove tecnologie l'informazione enorme rappresentata dai big data. Su questo, anche a livello di letteratura ci sono molti avanzamenti. È un tema di frontiera e sicuramente andrà esplorato fino in fondo.
  Ho scritto nelle linee programmatiche di essere disponibile anche a una cospicua riduzione dell'emolumento del presidente. Lo dico, naturalmente, nel rispetto dei ruoli. Non lo dico, però, soltanto per rispondere all'onorevole Lombardi, ma fa parte di quanto ho scritto nelle linee programmatiche.
  Onorevole Piccione, la statistica è fondamento della democrazia. Si insegna che sia al servizio dei regnanti, che dovevano studiare le forze su cui potevano contare, quante tasse imporre ai cittadini, ma in realtà è uno strumento formidabile per controllare il potere, e quindi è uno strumento di esercizio della democrazia. Consente, infatti, di verificare la qualità dell'azione del regnante. Da questo punto di vista, è uno straordinario strumento di democrazia.
  Il problema che abbiamo nel nostro Paese non è la poca informazione statistica, che è di qualità, ma la sua scarsa utilizzazione. Il problema di spingere sulla cultura statistica è quello di garantire una maggiore utilizzazione della statistica. L'ISTAT offre molto e sicuramente molto più di quanto è utilizzato dai vari destinatari di questa informazione. Non si tratta, però, di scaricare su altri il problema.
  Il sistema statistico deve farsi promotore di promuovere questi avanzamenti della cultura statistica e di stabilire dei rapporti strutturati con i destinatari dell'informazione, deve fare emergere i fabbisogni e costruire intorno ai temi che mi avete posto materiale da utilizzare per momenti decisionali sull'orientamento delle politiche. Bisogna chiedere alle istituzioni statistiche di mettere a punto modelli per fare queste valutazioni e queste scelte. Sarà cura dell'ISTAT cercare di garantire una maggiore utilizzazione di un'informazione già molto ricca.
  Sul fronte sociale possiamo, certamente, spingere ancora. Mi piacciono gli esempi che sono stati citati. Non c’è dubbio Pag. 11che, oltre al PIL, dobbiamo immaginare altri indicatori. Dovremmo misurarci anche su parametri di tipo sociale. Su questo l'ISTAT ha investito sul Bes (Benessere equo e sostenibile), ma si tratterà anche in quel caso di prevedere un'utilizzazione di questi dati, che non siano soltanto momenti di comunicazione, ma soprattutto nuovi strumenti a disposizione per prendere decisioni, fare valutazioni e confronti.
  Il tema, per esempio, della violenza sulle donne è importante, come anche quello della corruzione. Devo dire che le professionalità presenti nell'ambito sociale dell'ISTAT ci mettono nelle migliori condizioni per svolgere queste attività, che credo dobbiamo fare sempre più con altri. Credo, infatti, che l'ISTAT dovrà garantire una maggiore collaborazione tra i soggetti che hanno informazioni su questi temi, in modo da sfruttarle al meglio.
  Nella mia recente collaborazione con l'istituto di statistica argentino, per il quale mi sono impegnato sull'indice dei prezzi, ho scoperto che in quel Paese si fanno delle cose straordinarie, per esempio un grosso lavoro di integrazione di archivi sulla violenza alle donne, utilizzando sia i dati che vengono dal sistema sanitario sia quelli che vengono dalla giustizia. Hanno realizzato una prima indagine sui transessuali nel Paese. Si possono fare e studiare tanti fenomeni grazie all'istituto di statistica e alla collaborazione di altri soggetti del Sistema statistico nazionale. Certamente, quindi, sul fronte sociale l'ISTAT continuerà a investire.
  La qualità è certamente il tema cruciale. Immagino che, a fronte delle scarse risorse, dovremmo garantire di accrescere la qualità, che vuol dire tempestività, accuratezza, accessibilità. Punto molto all'accessibilità. La frase che ho detto a proposito di scardinare la logica proprietaria, favorire la circolarità dei dati nella tutela della riservatezza sarà per me un elemento fondamentale. A fronte delle grandi possibilità che ci sono per garantire questa circolarità, viene utilizzata come una sorta di clava la normativa sulla tutela della riservatezza e queste occasioni di scambio sono molto rarefatte.
  Su questo dobbiamo lavorare perché credo occorra un salto importante: tutela della riservatezza certamente, ma open data non solo come slogan, bensì come esercizio corrente. Siamo obbligati a riutilizzare i dati che abbiamo chiesto ai cittadini o che abbiamo in indagine o da fonti amministrative. Questo è un impegno importante.
  Siamo il Paese fanalino di coda nell'utilizzo di microdati per sperimentazione nonostante l'ISTAT abbia investito anche molto su questo tema. Dobbiamo, invece, imparare a disporre dei dati per poter prendere decisioni, studiare e approfondire.
  Quanto al censimento continuo, ho detto che è uno dei temi strategici, su cui si investirà. Devo dire che su questo l'ISTAT è andato avanti, nel senso che c’è un progetto. Si tratterà di farlo partire operativamente, ma un programma prevede nei prossimi anni di garantire la conoscenza della popolazione annualmente, naturalmente in maniera accurata, e non più ogni dieci anni. Soprattutto, si garantirà una revisione delle anagrafi, ancora l'obiettivo principale del censimento, non più di dieci anni, con questi salti anche complicati sotto tanti punti di vista, bensì annualmente.
  Il censimento continuo garantirà un allineamento annuale delle anagrafi. Grazie a indagini campionarie coordinate avremo la possibilità di disporre di dati accurati a livello certamente almeno di Comune, e quindi sarà una cosa importante.
  Sulla questione degli studi sull'impatto di misure, certamente nel mio primo obiettivo c'era proprio il tema di riuscire a prevedere questo servizio di valutazione tra alternative in fase di decisione e di verifica ex post degli affetti. Queste cose vanno disegnate prima. Non si possono fare successivamente.
  Serve progettualità e fa parte dei compiti dell'ISTAT questo tipo di lavoro, queste simulazioni. Anche in questo caso, si Pag. 12tratta di creare le migliori condizioni per cui questi servizi, questi studi che l'ISTAT già fa siano effettivamente utilizzati in fase decisionale. Questo è un tema importante.
  Mi sembra di aver toccato un po’ i vari temi sui quali mi avete sollecitato, e quindi concluderei qui.

  PRESIDENTE. Ringrazio il professor Alleva per la sua esauriente e completa relazione, ma anche per le risposte alle varie domande che sono state poste.
  Ricordo a tutti che il voto sulla proposta di nomina è stato fissato dall'Ufficio di Presidenza a mercoledì prossimo alle ore 14.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.55.