XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 22 di Martedì 18 marzo 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli, Eugenia Del Balzo e del presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari, Francesca La Malfa:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 5 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Fava Claudio (SEL)  ... 9 
Mirabelli Franco  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 11 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
La Malfa Francesca , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari ... 13 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 13 
Ricchiuti Lucrezia  ... 13 
Del Balzo Eugenia , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 

Comunicazioni della Presidente:
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Fava Claudio (SEL)  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Fava Claudio (SEL)  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 

ALLEGATO: Composizione dei comitati istituiti dalla Commissione nella seduta del 22 gennaio ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 9.25.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli, Eugenia Del Balzo e del presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari, Francesca La Malfa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della dottoressa Eugenia Del Balzo, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli, e della dottoressa Francesca La Malfa, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari, sul tema delle misure di prevenzione, su cui, come è noto, la Commissione sta svolgendo un'ampia istruttoria in vista della presentazione di una relazione della Commissione alle Camere sull'argomento.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera. Avverto le nostre ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, potranno chiedere che i lavori della Commissione proseguano in seduta segreta.
  Cedo ora la parola alla dottoressa Del Balzo.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Per qualche parte chiederò, se possibile, la segretazione.
  Ho lavorato molto su questo tema, prima come giudice per quattro, cinque anni, da tre anni come presidente. Ringrazio moltissimo la Commissione che ha voluto ascoltare la parola di coloro che lavorano sul campo, sempre un'esperienza un po’ diversa da come la leggiamo nei resoconti, nelle sentenze e nei giornali.
  In particolare, approfondirò la parte della prevenzione che riguarda il sequestro e la confisca dei patrimoni criminali, naturalmente della camorra in primis, ma anche di altre realtà, quali per esempio l'usura, lo spaccio di stupefacenti e le ricettazioni, in questo momento a Napoli molto presenti, di patrimoni e di denaro. In questo campo, tralascerò un po’ quello che riguarda le misure personali di prevenzione, che restano però un aspetto interessante posto che, a causa di una serie di eventi, come scarcerazioni per decorrenza termini o anche per assoluzioni a volte ribaltate o meno in appello, restano l'unica modalità di controllo di camorristi anche di elevata pericolosità. Tuttavia, questa parte personale è molto più complicata e anche molto estesa, mentre vorrei concentrarmi sulla parte che riguarda il sequestro e la confisca dei patrimoni.
  Con un certo dolore vorrei dire che quest'argomento è quasi di moda. Se ne parla moltissimo sui giornali, da parte dei mass media, sono scritti libri, ma alla resa dei conti l'attenzione reale nei confronti di Pag. 4chi lavora e di chi ha a che fare con questi temi ogni giorno non è quella che ci si aspetterebbe nel momento in cui si è capito che uno dei modi, non certo l'unico, di debellare le associazioni criminali è quello di togliere gli enormi patrimoni di denaro che sono nelle loro mani anche attraverso fittizie intestazioni.
  Questa è un po’ la delusione che noi, che lavoriamo da tanti anni in queste materie, avvertiamo. Naturalmente questo non ci esime dall'essere sempre presenti e anche moderatamente e positivamente orientati a continuare il nostro lavoro. Vorremmo, però, che a tutta questa pubblicità massmediatica corrispondesse un'assunzione di responsabilità da parte di tutti in relazione alla necessità che questo lavoro comporta.
  Vorrei fare addirittura un discorso di sensibilità, naturalmente istituzionale e costituzionale, in relazione all'attività delle misure di prevenzione. In primo luogo, questo dovrebbe riguardare proprio tutte le istituzioni che lavorano precipuamente in questa materia.
  Non vorrei procedere col solito cahier de doléance. È vero che ogni magistrato che arriva lamenta di non disporre dei mezzi, ma purtroppo ci confrontiamo con questa realtà. Siamo solo sette a Napoli, il personale di cancelleria è scarsissimo, altre sette persone. Non abbiamo, ad esempio, se non con l'ufficio del registro, una possibilità di accedere a tutte le banche dati, anche quelle anagrafiche, quelle tributarie, quelle della banale titolarità dei veicoli delle automobili.
  D'altro canto, se avessimo la possibilità, che ognuno di noi sogna, di controllare rapidamente una casa, un'azienda e tutti i collegamenti con le banche e le camere di commercio, non avremmo la possibilità di usarla perché non abbiamo il personale per farlo da un punto di vista né professionale né numerico. Non posso permettermi di distogliere – la scelta del termine non è casuale – una persona della cancelleria, dal suo lavoro, per esempio, di organizzare l'udienza, di iscrivere nei registri beni da confiscare e da sequestrare, altrimenti questi compiti, prioritari rispetto a quelli, non potrebbero essere eseguiti.
  Inoltre, nella giustizia, posto che non vi è stata una totale informatizzazione, oggi abbiamo una specie di follia cartacea: abbiamo un doppio di tutto, quindi è tutto informatizzato, ma anche tutto cartaceo. Nell'ambito dell'informatizzazione vi è un PDF immodificabile, in ogni caso un formato che arriva a noi immodificabile, giustamente perché è quello ufficiale, ma ce n’è poi uno modificabile che possiamo usare per gli altri provvedimenti. Devo essere breve, ma queste piccole punte di un iceberg possono darvi il senso di quanto sia complessa la nostra situazione.
  Devo dire che, purtroppo, abbiamo un numero di procedure, di richieste del tutto sproporzionato, come in tutta Italia, per tutti i magistrati. La confisca è, però, molto importante per la lotta alla camorra. Chiaramente, anche le verande abusive a Napoli sono migliaia, ma non è forse lo stesso, per cui dobbiamo combattere contro una carenza continua di personale.
  Abbiamo fatto un conto nel nostro lavoro, non solo quello della prevenzione perché abbiamo anche un ruolo penale, come ha voluto il Consiglio superiore, per cui al massimo, curando le misure personali, i più bravi, i migliori riescono a redigere sette, otto sequestri ciascuno, che poi diventeranno confische, in un anno. Questo è il massimo, ma con una fatica e un lavoro personale anche – non scherzo – il sabato e la domenica, come anche voi farete nel vostro lavoro.
  Questo accade perché il foro napoletano è ormai estremamente agguerrito. È banale dire che ad alcuni camorristi ormai fa più paura un processo di prevenzione per la confisca che la seconda condanna all'ergastolo. Puca Pasquale, ad esempio, capo della camorra di Sant'Antimo, oggi condannato all'ergastolo, quando si è trattato di confiscare tutto il suo patrimonio di più gli 80 milioni di euro – ho portato i provvedimenti, chi vorrà leggerli potrà farlo per capire cosa abbiamo dovuto elaborare – davanti alla confisca è impazzito Pag. 5letteralmente. Ha cambiato avvocati, quattro commercialisti, due professori universitari, 15 faldoni di documenti per provare che poteva riavere i suoi beni.
  La confisca è stata conclusa, confermata in appello e adesso aspettiamo il giudizio della Cassazione. Per arrivare a questo, abbiamo dovuto esaminare anche i redditi dei nonni di Puca Pasquale, siamo dovuti andare indietro per provare che tutti suoi introiti erano di provenienza dubbia, illecita e che con quel danaro aveva costruito il suo impero. Vedete qual è la difficoltà, naturalmente quando parliamo di ingenti confische.
  Non tutte sono uguali, ci sono anche quelle con cui confischiamo due appartamenti e quattro automobili, ma cerchiamo comunque di dare un peso a quelli più rilevanti, dove ci sono maggiori beni e per i quali individuiamo una maggiore intromissione negativa e illecita nei rapporti sociali e commerciali del luogo. In questo caso, Puca Pasquale aveva tre grandissime imprese e dirò dopo qualcosa sulla gestione di tutto questo.
  Parliamo di otto confische all'anno perché nelle more l'anno scorso in sei – ora siamo in sette – abbiamo stilato 900 provvedimenti che riguardano l'amministrazione dei beni. Questi sono i dati folli a cui dobbiamo riferirci.
  Parlavamo di sensibilità istituzionale. Ora, però, vorrei, se fosse possibile, la segretazione.

  PRESIDENTE. Propongo la disattivazione dell'impianto audio.

  Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica.

  PRESIDENTE. Cedo la parola alla dottoressa La Malfa, della sezione delle misure di prevenzione del tribunale di Bari.

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. Ringrazio per l'attenzione per la Puglia e per Bari, che di solito è sempre un po’ la Cenerentola di queste situazioni.
  Non voglio fare il pianto greco della mia collega, ma sottoscrivo interamente quanto ha detto. La situazione degli uffici giudiziari, delle misure di prevenzione in particolare, in tutta Italia è assolutamente identica. È un settore nel quale direi che la politica si mette spesso le medagliette al petto, ma che nella pratica costituisce il riempitivo di un lavoro principale.
  Mi sembra di aver capito che la collega fa il dibattimento contemporaneamente alle misure di prevenzione: io presiedo alle misure di prevenzione, una sezione specifica, ma contestualmente e contemporaneamente presiedo la sezione addetta al riesame delle misure cautelari, quindi faccio anche tribunale della libertà. Gli stessi giudici, quindi, contemporaneamente si occupano delle misure cautelari con competenza distrettuale, dove come noto ci sono termini perentori per la decisione e dove, d'altro canto, è anche abbastanza complesso organizzare il lavoro visto che non sono una strega, non ho una sfera di cristallo e non posso sapere in anticipo quanti arresti, quanti blitz ci saranno sull'intero distretto.
  Nonostante ciò, non sono una persona che si arrende facilmente. Cerco sempre di trovare soluzioni, di fantasia, ma che riescano a dare una risposta, che sul territorio significa la risposta dello Stato, che deve essere credibile e nel quale i cittadini devono avere fiducia che col suo aiuto le cose migliorino e non peggiorino.
  Per fare questo, ho cercato di dare ai due uffici che presiedo in contemporanea con gli stessi magistrati soluzioni organizzative che ci consentano di rispondere con efficienza a quanto ci è richiesto. Direi che anche al tribunale di Bari il personale amministrativo è inesistente. Ho un direttore di cancelleria e soltanto due funzionari addetti alle udienze, per cui si sono verificate anche situazioni incresciose di chiusura totale dell'ufficio quando siamo impegnati in udienza.
  Questo è inaccettabile. Presso la sezione misure di prevenzione vengono a Pag. 6confrontarsi anche diritti fondamentali delle persone, che vanno sempre assolutamente tutelati anche se si tratta di sorvegliati speciali. Non abbiamo un dato sul numero dei sorvegliati speciali in gestione perché questo settore non è informatizzato. Ho dato un minimo di informatizzazione all'ufficio, ma con fogli excel che abbiamo creato con la buona volontà, ma non sono in grado di fornirvi il numero dei sorvegliati speciali che fanno capo alla sezione.
  Quando un sorvegliato speciale è sottoposto anche all'obbligo di soggiorno significa che non può muoversi da quel comune, sia pure per visite mediche o urgenze, se non previa autorizzazione mia, del presidente della sezione, per cui è necessario offrire un servizio continuativo direi anche il sabato. Abbiamo un presidio a tutela di questi diritti.
  Per affrontare questa situazione, ho chiesto e ottenuto il distacco di due persone, una della GICO (Gruppo d'investigazione sulla criminalità organizzata), della Guardia di finanza, e un carabiniere, che molto gentilmente e con grande sensibilità istituzionale il generale della Guardia di finanza e il comandante provinciale dei Carabinieri mi hanno distaccato presso l'ufficio.
  Sono riuscita a ottenere anche il collegamento alle banche dati, per cui siamo in grado dall'ufficio di avere in tempo reale una visura alla camera di commercio o al PRA (Pubblico registro automobilistico) o di accedere a Serpico con le dichiarazioni dei redditi. Credo che questo sia assolutamente essenziale per evitare figuracce, che sono figuracce dello Stato. Dobbiamo evitare di sequestrare, un esempio stupido, una vettura se nel frattempo è stata venduta a un terzo in buona fede: a quel terzo in buona fede lo Stato creerebbe un danno. Sono tutte cose che con la buona volontà siamo riusciti a ottenere.
  Certo, se per un motivo qualsiasi, ad esempio che io divento antipatica, queste due persone mi fossero tolte, l'ufficio non sarebbe assolutamente in grado di funzionare. Qui vorrei la segretazione, per cortesia, anch'io.

  PRESIDENTE. Propongo la disattivazione dell'impianto audio.

  Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta, indi riprende in seduta pubblica.

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. Da aprile questo giudice dell'esecuzione immobiliare sarà assegnato proprio per far fronte a queste ulteriori incombenze che sono state scaricate sulla sezione misure di prevenzione, alla quale è attribuito il compito di procedere alla verifica dei crediti e, addirittura, alla vendita degli immobili per soddisfare i creditori.
  Gli uffici non sono attrezzati a questo, anzitutto perché sono prevalentemente in Italia, per quello che so, sezioni composte da giudici penali. Per questo ho richiesto la coassegnazione. Ripeto che nessuno si occupa soltanto di misure di prevenzione. Solo a Milano la collega Merola aveva questa fortuna, ma in tutta Italia le sezioni misure di prevenzione sono un riempitivo di altro, che può essere il tribunale della libertà purtroppo, già di per sé impegnativo, come a Bari e a Roma, o il dibattimento, come a Napoli o a Palermo mi pare che sia.
  Siamo riusciti a ottenere questo, ma il problema è quello della gestione. Credo noi tutti presidenti abbiamo deciso che alla verifica dei crediti e alla vendita degli immobili procediamo soltanto quando la confisca diventa definitiva. Non è pensabile procedere alla verifica dei crediti in primo grado se non si sa cosa succederà né tanto meno si vendono gli immobili.
  Un giorno o l'altro lo farò. A fronte dei problemi che ha già ben illustrato la collega Del Balzo, che quindi condivido in pieno e non ci torno, di beni immobili sequestrati e abbandonati, credo che lo Stato, tutti noi – mi scusi, presidente, ma mi accomuno, le istituzioni sono la magistratura, la politica, le forze dell'ordine – dobbiamo dare una risposta ai cittadini per far comprendere che la legalità conviene, non che non conviene.Pag. 7
  Quando sequestro la villa del boss, è perfettamente funzionante, con aria condizionata, arredi bellissimi e che nessuno vuole prendere in affitto perché al cittadino manca il coraggio, che d'altra parte non possiamo pretendere se non siamo noi a dare il segno che le cose cambiano e che si può dare una destinazione diversa. Mi chiedo e vi chiedo: perché il tribunale delle misure di prevenzione non può procedere a un'assegnazione provvisoria di quel bene ? Perché quella villa in riva al mare non può essere utilizzata da un ente territoriale per farci andare al mare i bambini di quel territorio i cui genitori non possono permetterselo ?
  L'ho proposto al comune di Bari e spero di avere una risposta: rendere e tenere il bene efficiente non significa necessariamente metterlo a reddito, avere un canone di locazione, ma anche evitarne il deterioramento. Se qualcuno apre le finestre, la pulisce e ci vive, e quindi evita il deterioramento e mostriamo il simbolo del bene del boss utilizzato dalla collettività, credo che la risposta dello Stato nel suo complesso sarà positiva. Diamo un segno positivo. Questo è lo spirito che mi anima in tutte le mie iniziative, a maggior ragione rispetto alle aziende, per le quali tempesto gli amministratori perché non chiudano la saracinesca. La saracinesca deve stare alzata.
  Per fortuna, siamo riusciti, con grandissimo lavoro – credetemi – a mantenere le aziende in vita. Non è facile perché le aziende sono foraggiate da denaro contante che arriva da fonti illecite, i lavoratori sono in nero o dichiarati in minima parte rispetto all'effettivo lavoro svolto. Legalizzare queste situazioni e mantenerle vive e attive sul mercato è veramente una grandissima scommessa, ma è qui la scommessa dello Stato. Se chiudiamo le aziende e si perde il posto di lavoro, la risposta è che la mafia dà lavoro e lo Stato chiude.
  Siamo riusciti a mantenere in piedi queste aziende anche con interpretazioni di cui, ovviamente, mi assumo la responsabilità, signor presidente: interpreto il FUG come sinonimo di fuga. Tanti soldi liquidi sequestrati vanno al FUG e non tornano mai non dico all'ufficio giudiziario, che pure ne avrebbe tanto bisogno, ma sul territorio da cui sono partiti.
  Le disposizioni che do agli amministratori e le interpretazioni normative del tribunale di Bari, ripeto assumendosi le sue responsabilità, sono in questo senso: se riusciamo a sequestrare soldi contanti a chi risulta intestatario fittizio di una società, autorizziamo l'amministratore giudiziario a utilizzare quel denaro all'interno della società. Se ci sono soldi, dico loro di assumere una persona di più, regolarizzare una persona di più, tenere aperte le aziende.
  Naturalmente, con le formule giuridiche sarà un finanziamento infruttifero fatto alla società. D'altro canto, il socio di quella società, nel caso in cui qualcuno dovesse decidere diversamente da me e revocare la confisca, troverà una società il cui patrimonio è ancor più consolidato, ma non credo corretto che certe disponibilità finanziarie siano tolte al territorio.

  PRESIDENTE. La interrompo subito. È possibile mettere a disposizione denaro liquido ?

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. La norma recita che l'amministratore giudiziario deve tenere a reddito cercando anche di rendere economica la gestione. Ovviamente, abbiamo limitato il discorso che andavo facendo ai soggetti soci formalmente di una società.
  Se in una società abbiamo difficoltà finanziarie e il socio al 50 per cento o, addirittura, in una società uninominale, unico socio, ha sul suo conto corrente due milioni di euro, credo che sia legittimo che l'autorità giudiziaria utilizzi quel denaro. Secondo la norma, l'amministratore gestisce con risorse economiche del procedimento, nel suo complesso. Il terzo non perde nulla perché formalmente c’è un finanziamento effettuato dal socio alla società perfettamente legittimo, che quindi ritrova nella società di cui è titolare secondo la titolarità delle quote. A Bari, normalmente, sono srl, non abbiamo società per azioni.Pag. 8
  È ovvio, invece, che i soldi che sono stati portati all'estero o di chi non è socio di società, vanno a finire al FUG, ma in questa maniera siamo riusciti a far funzionare società che sono state sequestrate.
  Abbiamo, ad esempio, sequestrato un'impresa edilizia, che all'atto del sequestro aveva venduto sulla carta un mare di appartamenti a persone tutte in buona fede che avevano sottoscritto i preliminari. Quando hanno appreso del sequestro antimafia, erano disperate. Sono andate a fare una manifestazione di protesta contro il sequestro davanti alla caserma dei Carabinieri. Erano coppie che dovevano sposarsi, che avevano fatto sacrifici per comprare una casa e temevano che i loro sogni andassero in fumo.
  Abbiamo assunto operai, ultimato tutte le case; con un provvedimento molto particolare ho autorizzato la stipula dell'atto pubblico, il frazionamento del mutuo e, contestualmente, il dissequestro dell'immobile e il sequestro del saldo del prezzo. Lo Stato, se la vogliamo mettere in termini economici, ci ha guadagnato perché, anziché avere lo scheletro di un palazzo, adesso ha soldi nelle casse, ma i cittadini sono rimasti contenti e soddisfatti dell'intervento dello Stato perché chi ha acquistato ha avuto la sua casa e ci abita.
  Se non lavoriamo così, credo che le misure di prevenzione non saranno bene accette dalla cittadinanza. Il segno che dobbiamo dare è quello che lo Stato è la legalità, è qualcosa che paga.
  Certo, in questo l'aiuto di cui la magistratura ha bisogno è notevole. Ho molta fantasia e molta iniziativa, però si arriva a un punto dove neanche io arrivo. Sarebbero fondamentali i nuclei di supporto presso la prefettura. All'inizio sono stata convocata al nucleo di supporto, dopodiché tace anche quel settore.
  Sto cercando di creare dei protocolli, ad esempio con la camera di commercio. Non pensate solo alle grandi società, ma anche alle piccole ditte, alla piccola pizzeria: se ho bisogno di un pizzaiolo che vada a gestire, forse avere degli elenchi già predisposti dalla camera di commercio sarebbe opportuno. Ho visto, sotto questo profilo, molta sensibilità e, anzi, esiste un progetto in cui mi hanno coinvolto dalla Unioncamere nazionale. Vorrebbero gestire delle gelaterie che abbiamo appena confiscato. Non so bene come si articoli essendo iniziativa di questi giorni. Verificheremo.
  Serve, quindi, abbiamo bisogno di molta più Agenzia. Neanche io a Bari li ho mai visti. Quello che constato è che c’è quasi una voglia di controllare l'operato della magistratura. Quando l'Agenzia, dopo la confisca di primo grado, dovrebbe intervenire per trovare soluzioni in un momento molto delicato qual è la confisca di primo grado, la preoccupazione è di controllare se i nostri conti sono a posto, se l'amministratore va confermato o meno, se il rendiconto è stato approvato. Non ho ricevuto l’input della possibilità di utilizzo di un bene in un modo anziché in un altro.
  Potrebbe essere, invece, approvata questa mia idea di un'assegnazione provvisoria sin dal momento del sequestro, con uno studio da parte dell'Agenzia sulla destinazione finale, con un ampliamento della possibilità di restituzione per equivalente – adesso la restituzione per equivalente al terzo è disciplinata soltanto in ipotesi particolari – ampliata questa possibilità, per cui il terzo si tutela con la restituzione per equivalente, ma sin da subito, dal momento del sequestro. Possono trascorrere, infatti, due anni dal sequestro alla confisca definitiva.
  Ribadisco la complessità degli accertamenti. Considerate le consulenze contabili, le indagini bancarie, sulle quali stendo un velo pietoso. Prima di avere tutti gli estratti dei conti correnti, le banche ci fanno penare e alla fine si scopre che ci sono stati versamenti in contanti non segnalati all'antiriciclaggio. È questo, presidente, ciò che emerge. Noi combattiamo con tutto questo. La buona volontà arriva fino a un certo punto e dobbiamo attrezzarci. Lavoriamo, ma la criminalità è sempre un passo avanti a noi.
  Per fronteggiare questo, si sta riscontrando nel territorio pugliese la fuga dei capitali all'estero. Abbiamo sequestrato Pag. 9anche società costituite, immobili acquistati a Londra. Il nostro sequestro è ancora sulla carta e nel frattempo diventa confisca. Con molta difficoltà sono in contatto con il nostro magistrato di collegamento, ma far capire le nostre misure di prevenzione all'estero non è agevole.
  A Londra sequestrano con un sequestro civile. Non è chiara questa figura delle misure di prevenzione, che è non è penale, ma neanche civile. Sono convintissima che, nel frattempo, tutti i beni a Londra siano spariti. Chiaramente, i proposti sanno che esiste. Non troveremo assolutamente più nulla. Direi che è un dato rilevante potenziare anche il profilo internazionale.
  Allo stesso modo, non ho capito per quale normativa ci abbiano detto che, dei soldi che abbiamo sequestrato in un colpo in Svizzera, la metà sarà trattenuta dalla Svizzera. Quando forse ce li daranno, ce ne daranno forse metà. Non so quale sia la normativa in materia, non solo riuscita ad avere una risposta.
  Abbiamo avuto solo negli ultimi anni, da quando ho assunto la presidenza della sezione, quindi da quattro anni, un'ipotesi di sospensione dell'amministrazione che riguarda le ipotesi di infiltrazioni mafiose in una gestione aziendale, una procedura secondo me, per come è articolata, un po’ farraginosa, che si è conclusa direi positivamente, cioè con il dissequestro. Nel periodo di sospensione dell'amministrazione, siamo riusciti a eliminare l'infiltrazione mafiosa presso questa società che vendeva automobili.
  Vi ringrazio dell'attenzione.

  PRESIDENTE. Ringrazio le nostre ospiti. Credo sia stato offerto molto materiale di riflessione.
  Do ora la parola agli onorevoli deputati e senatori che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  CLAUDIO FAVA. Anzitutto, è stato importante ascoltare. Avrei poche domande anche alla luce di alcune scelte che dovranno essere fatte anche dal Governo sull'Agenzia per i beni confiscati e anche su come rivedere modalità di gestione di funzionamento di quest'Agenzia.
  Alcune domande servono a capire un po’ meglio quali siano gli ostacoli e come possano essere superati. Quanto al FUG e alla possibilità di investire le risorse sequestrate e confiscate liquide, quindi immediatamente utilizzabili per un lavoro di start-up sulle aziende sequestrate o per rimettere in sesto immobili, esiste un ostacolo normativo, legislativo, tecnico o c’è una difficoltà di relazione istituzionale con Equitalia ? In che modo si può risolvere questo punto ? In che modo si possono mettere gli amministratori giudiziari in condizione di attingere, naturalmente per investire ? Sappiamo che dovrebbero essere destinati soltanto al Viminale e al Ministero della giustizia, ma ci sembra che una politica di contesto preveda anche un investimento per i beni sequestrati e confiscati.
  Inoltre, l'impedimento è tecnico, normativo o è soltanto legato alle prassi, per esempio, che delle abitazioni, degli appartamenti confiscati possano essere non messi a reddito, com'era suggerito, e destinati a risolvere emergenze sociali ? Immagino abitazioni per uso popolare, la funzione un tempo dello IACP (Istituto autonomo case popolari), o la villa al mare messa a disposizione del comune. Ci interessa capire dove occorre intervenire sul piano normativo o semplificare alcune procedure, alcuni link istituzionali.
  Ancora, i vostri tribunali, le vostre sezioni posseggono una banca dati ? Se sì, attrezzata in che modo sui beni sequestrati e confiscati ? Cosa impedisce – dell'impedimento c’è traccia nelle testimonianze che abbiamo acquisito – di mettere tutto questo a disposizione di una banca dati nazionale nella disponibilità dell'Agenzia per un monitoraggio, oltre che per un censimento quotidiano, dell'enorme quantità di beni sequestrati e confiscati ?
  L'ultimo punto riguarda l'Agenzia. Se ritenete di dover dare una risposta su questo piano, che non è legato a informazioni riservate, ma a valutazioni poste, segretando la seduta, ditecelo, ma vorremmo capire da voi quale dovrebbe essere, alla luce dell'esperienza che tutti Pag. 10abbiamo, il profilo del direttore dell'Agenzia per i beni confiscati: profilo istituzionale sì, ma quale profilo ?
  Assumendo l'enorme debito di managerialità che fino adesso ha avuto e siccome come Commissione antimafia, anche per l'esperienza che abbiamo raccolto in questi mesi, vorremmo poter dare un contributo, se non altro sul piano della valutazione della proposta, ci piacerebbe capire la vostra idea.

  FRANCO MIRABELLI. Ringrazio per quanto ci avete raccontato, soprattutto per quello che fate, che ci conferma un punto anche rispetto a quanto osservava l'onorevole Fava, e cioè che c’è un problema di revisione della normativa su alcuni punti, non solo legato al fatto che probabilmente bisogna riformare l'Agenzia, ma anche al modo in cui è stata gestita in questi anni. Credo, Presidente, che sia necessario un atto della Commissione che riassuma quanto abbiamo sentito e le valutazioni che abbiamo svolto sul modo in cui è stata gestita e su come non sono state sfruttate le possibilità che aveva. Oggi parliamo di come modificare le norme per offrirne di più all'Agenzia, a loro, ma ce n'erano già e non sono state sfruttate. Credo che la Commissione debba produrre un atto a questo proposito.
  Non penso che si possa continuare in un ragionamento sclerotizzato sul FUG. Siccome dobbiamo modificare la norma, forse dovremmo pensare a porre all'ordine del giorno il tema di un fondo dedicato a intervenire sui beni sequestrati. Diversamente, costruiremo un infinito litigio da cui non usciremo più su come sono usati i soldi del FUG, bene o male. Il FUG serve ad altro, come ci hanno spiegato: faccia altro, ma una parte di quei soldi devono essere destinati a un fondo che serve a fare le cose che avete detto.
  Sono rimasto molto colpito ascoltandovi per la distanza con quanto abbiamo ascoltato dall'Agenzia e per le cose che abbiamo ascoltato anche dal magistrato di Roma, che fa lo stesso lavoro, su due punti: ci state dicendo che già durante il sequestro è possibile destinare gli immobili a una funzione sociale. Credo che questo sia un punto importante da approfondire. Fino a oggi, l'Agenzia ci ha spiegato che i beni restano fermi fino alla confisca, che non possono essere destinati a organi dello Stato o altro perché mancano i soldi.
  Inoltre, se ho capito bene dall'ultimo intervento – avevo capito diversamente dal magistrato di Roma – la questione delle ipoteche è totalmente ridimensionata. Secondo il magistrato di Roma, per il codice dovremmo sequestrare i beni all'origine, per cui le ipoteche non ci sarebbero, mentre abbiamo sul territorio nazionale tanti beni bloccati perché l'Agenzia lamenta di non avere i soldi per pagare le ipoteche, non potendo così mettere i beni a disposizione.
  Credo che queste siano due questioni non di poco conto da mettere in campo. Assumere questo principio significherebbe già mettere a disposizione tantissimi beni dei comuni e di altro, ma vorrei conoscere la vostra posizione.

  PRESIDENTE. Credo che la settimana prossima dovremo, almeno come Ufficio di Presidenza, cominciare a prendere in esame la prima relazione, che sarà proprio sui beni confiscati. Ci sembra di avere una buona disponibilità nell'interlocuzione col Governo ad affrontare il problema ed è giusto che la Commissione avanzi le proprie proposte. Oltretutto, sta diventando il problema sicuramente più attuale.
  A questo scopo, nel darvi la parola, davvero vi chiederei, oltre le cose preziosissime che ci avete detto, se siete già in grado di consegnarci dei documenti, delle proposte più articolate. Questo, naturalmente, ci è molto di aiuto. Non tutte quelle che abbiamo ricevuto sono uguali, anche noi siamo chiamati a fare, evidentemente, un po’ di sintesi e qualche scelta, ma tutto quello che abbiamo ascoltato è degno di nota e di attenzione.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Su alcune cose non siamo d'accordo.

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  PRESIDENTE. Infatti, una delle prime cose che penso, anche da quello che ci avete detto, è che forse è giusto che già dalla fase del sequestro i magistrati non siano lasciati soli a svolgere questo lavoro. Dovreste avere da subito un'interlocuzione con un'Agenzia che ha a disposizione professionalità, creatività, strumenti, intermediazione istituzionale.
  Siete tutti bravi, altrimenti non fareste questo lavoro, ma sono stati fortunati a trovarvi: in larga parte, tutto dipende dalle vostre capacità personali. Mi sembra veramente di chiedere troppo alle persone, per cui penso che dopo la vostra esperienza il sistema debba darsi una regolata.
  Do la parola alle nostre ospiti per la replica.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Allo stato attuale, personalmente suggerirei di eliminare dal sequestro l'Agenzia per i beni confiscati. È veramente impossibile avere un rapporto con loro. L'Agenzia per i beni confiscati, subentrata all'Agenzia del demanio, è stata carente nella organizzazione professionale, di personale, non solo di personale qualificato, ma anche in senso numerico.
  Nonostante questo, in un momento iniziale il prefetto Morcone aveva dato una spinta, avevamo visto un fuoco accendersi. A Crotone, ci fu veramente un momento in cui pensammo che sarebbe cambiato qualcosa. Per varie vicende, che non interessano qui, Morcone è andato via e c’è questa morta gora. Se dobbiamo creare un'Agenzia qualificata, deve essere possibile che operi a tutto campo: se per gestire un'azienda sequestrata serve uno esperto di scarpe, l'Agenzia contatta i migliori, chiede i manager e ce li propone: questo, però, riguarda solo il futuro.
  Finché non arriva questa riforma, chiedo che sia riformato l'articolo 38, cioè che i beni siano dati all'Agenzia solo al momento della confisca definitiva. Ora come ora è veramente una situazione disastrosa.

  PRESIDENTE. Dottoressa, siamo perfettamente d'accordo, ma se dobbiamo metterci a pensare a una riforma, i limiti dell'oggi devono servirci a pensare a un sistema diverso per il futuro. Questo è il punto.
  Lei ha citato il caso del sequestro di un'azienda di abbigliamento: l'Agenzia deve essere in grado di interloquire con Confindustria per trovare qualcuno capace di adottare quell'azienda. Servono figure diverse per i supermercati, per le pizzerie. È questo il suo compito, magari con articolazioni, evidentemente presso le prefetture. Oltretutto, le prefetture interessate non sono 10 mila in Italia: quanto sono quelle soprattutto interessate alle misure di prevenzione ?

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. La legge già prevede nuclei di supporto, un organo con molte professionalità: ci sono le camere di commercio, c’è Libera, ci sono gli enti territoriali. Chiamateli come volete, ma l'importante è che operino.
  Si chiedeva dell'ostacolo normativo: ovviamente, il tribunale non ha potere di destinazione del bene perché quello è dell'ente territoriale, non dell'autorità giudiziaria, che dovrebbe avere il compito di verificare se la persona è pericolosa e i presupposti del sequestro e della confisca.
  Questo dovrebbe essere il nostro compito come autorità giudiziaria. La modifica normativa che invece chiedo, a differenza della collega, è che l'Agenzia o il nucleo di supporto presso le prefetture – non mi interessa, decidete voi quale sia l'organo – qualcuno che, anche dal momento del sequestro, venga ad aiutarci già ad avere un progetto di destinazione di quel bene. Come mi assumo la responsabilità di un'assegnazione provvisoria a una colonia per bambini se, invece, il comune vuole realizzare una caserma ? Cosa posso saperne io ? Come faccio a saperlo ?
  Se un organo istituzionale mi aiuta dal momento del sequestro a individuare una possibile destinazione di quel bene, è chiaro che l'assegnazione può essere decisa Pag. 12dall'autorità giudiziaria. Vi chiedo di avere anche un po’ di fiducia nei confronti della magistratura. Non tutte le situazioni sono uguali. Lasceremo nell'immobile la famiglia che lo occupa. È inutile buttarli fuori creando altri problemi.
  Se, però, un immobile è abbandonato dal momento del sequestro, perché lasciarlo abbandonato e inutilizzato ? Questo è l'interrogativo che pongo. La modifica è proprio con l'inserimento di un'assegnazione provvisoria disposta dall'autorità giudiziaria con il coordinamento dell'organo tecnico, che individuate voi come politica, nell'ipotesi decisa dalla magistratura.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Noi siamo magistrati e dobbiamo seguire la legge, secondo la quale alla confisca si deve arrivare attraverso il sequestro. Non si può procedere all'attribuzione provvisoria a una comune che dovrà comunque gestire questi beni con dei soldi anche per pagare la luce, riparare gli immobili. Siamo tenuti a conservare questo bene per, eventualmente, restituirlo. Finché non arriva almeno a una confisca di primo grado, dobbiamo stare attenti a come ci muoviamo.

  PRESIDENTE. Dottoressa, siamo disposti ad avanzare anche proposte di modifica normativa se queste risultano utili alla causa. Non vi chiediamo di andare contro la legge. Stiamo valutando. Se passano due anni dal sequestro un'azienda sequestrata muore.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Sono sei anni a Napoli.

  PRESIDENTE. È proprio questo il punto.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Non è detto che non muoia. L'audizione è bella, ma alla domanda che vuole approfondire devo rispondere che per queste aziende bisogna trovare una modalità diversa. Quando sequestro l'azienda, innanzitutto le banche mi tolgono i finanziamenti.

  PRESIDENTE. Stiamo ragionando su questo.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. In secondo luogo, manca la committenza camorrista e non è un caso che a Casoria i funerali o si fanno con Esposito Salvatore o non si muore. Finisce la committenza camorrista e non c’è più nessun funerale a Casoria con queste imprese sequestrate. Sono cose gravissime. Tutti i beni erano in leasing.

  PRESIDENTE. Esisterà una differenza con quelle che sono proprio così e per le quali, giustamente, si chiude la baracca. In alcune situazioni, è un pezzetto che è malato: lì si può arrivare. I casi non saranno tutti uguali. Se c’è lo strumento per intervenire, si interviene; laddove è tutto perso, è tutto perso. Non saranno, però, tutte perse, tutte pompe funebri. Oltretutto, se risolviamo il problema della morte, è fatta.

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. Intervengo giusto per capirci. Parliamo per princìpi, ma in testa abbiamo situazioni reali.
  Abbiamo sequestrato un agriturismo con una sala ricevimenti bellissima, appena realizzata. Aveva prenotazioni per matrimoni, comunioni e simili per un anno. Abbiamo scoperto che, appena intervenuto il sequestro, il boss ha fatto revocare tutte le prenotazioni, organizzato la protesta dei dipendenti davanti a quell'attività: i dipendenti gridavano che lo Stato aveva tolto loro il lavoro e che era meglio il proprietario, di cui inutile vi riferisca il nome.
  Questa è una sconfitta dello Stato. È vero che, come magistrato, non c'entro, ma mi sento sconfitta. Perché non posso dare a Libera per organizzare una scuola Pag. 13di cucina quella struttura, nuovissima, che ha una cucina linda, che luccica ! ? Semmai, la ritireremo, troveremo un'altra destinazione, una formazione professionale.

  PRESIDENTE. Anche Libera non è infinita.

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. L'ho detto solo per citare un esempio.

  PRESIDENTE. Siccome di esempi come questi in giro per l'Italia ce ne sono centinaia, non si può pensare che Libera risolva tutti i problemi d'Italia.

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. Potrebbe intervenire, però, la provincia e realizzare una formazione professionale.

  PRESIDENTE. Dottoressa, servono i soldi. Le cose sono complicate.

  FRANCESCA LA MALFA, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari. Valutiamo, però, la possibilità di utilizzarla. Alla fine, presidente, quando quella struttura sarà assegnata definitivamente allo Stato, sarà da ristrutturare, serviranno soldi che non ci saranno, gli enti territoriali chiederanno al Governo, il Governo non li avrà, quella struttura rimarrà chiusa per venti anni e avremo perso tutti.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Chiaramente, finire in bancarotta è la vera sconfitta dello Stato.

  LUCREZIA RICCHIUTI. Quando viene sequestrato il bene, è affidato a un amministratore giudiziario: se quella villa in cui si organizzano ricevimenti è gestita dall'amministratore giudiziario, la farà funzionare come funzionava prima, sennò a cosa serve l'amministratore giudiziario ? Eliminiamo, allora, anche l'amministratore giudiziario.
  State dicendo che il boss ha disdetto tutte le prenotazioni: un amministratore giudiziario può rimettere sul mercato l'attività.

  EUGENIA DEL BALZO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Finora l'amministratore giudiziario lavora su delega del giudice, altrimenti povero amministratore giudiziario.
  In secondo luogo, quello che dice sembra semplice. A volte ci riusciamo ed è per questo che abbiamo delle attività e delle imprese, ma non è semplice. Per vendere 24.000 metri di lino olandese, abbiamo bandito una gara europea e nessuno ha voluto comprarli. L'abbiamo svenduto a delle persone: temo che dietro ci fossero sempre loro, tessuti meravigliosi, ma purtroppo è così. Era un'impresa di tessuti. Abbiamo sequestrato di tutto, ma non è semplice. A volte ci siamo riusciti.
  Siamo riusciti, adesso per esempio, con il cosiddetto piano casa, un'iniziativa molto bella della regione, a Sant'Antimo, con un progetto già autorizzato da regione e MISE, l'amministratore ha incaricato un ingegnere, che è stato pagato ben 50.000 euro. Abbiamo redatto attraverso lui un piano per costruire case per ragazzi, una specie di piccolo villaggio, pronto, presentato, un progetto, che forse andrà avanti, non certo da parte nostra, che daremo all'Agenzia – tra poco è definitiva la confisca e se ne occuperà l'Agenzia – ma non abbiamo perduto il finanziamento europeo, come si rischiava a causa di certi termini di scadenza per la presentazione dei progetti.
  In questo siamo riusciti, ma è una delle vittorie tra tante sconfitte e tante altre vittorie. Se compiamo questo lavoro, è perché ci crediamo, solo così è possibile proseguire.

  PRESIDENTE. Da quanto abbiamo capito fino adesso, dobbiamo solo ringraziarvi per lo straordinario lavoro che siete riusciti a svolgere. Parlo del complessivo gruppo italiano dei magistrati delle misure Pag. 14di prevenzione. Vi siete trasformati in imprenditori, amministratori, in tutto, quindi da questo punto di vista sappiate che la relazione comincerà così, dicendo che ci sono, in un sistema da cambiare, delle responsabilità positive e delle responsabilità negative. Mi pare che sia doveroso da parte di tutti.
  Vi ringraziamo del contributo fornito e degli ulteriori suggerimenti che vorrete dare alla Commissione e ai consulenti.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni della presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che domani a Casal di Principe una delegazione della Commissione, composta dalla sottoscritta e, in particolare, da deputati campani, parteciperà alla missione per i 20 anni dalla morte di don Peppino Diana. La Commissione è sollevata da spese e la partecipazione è personale.
  Lunedì 24 marzo è prevista la missione a Catania. A seguire sarà calendarizzata quella della Calabria. Il 27 marzo alle ore 12 concluderemo il marzo dell'antimafia con «Usiamo bene i beni confiscati» con don Ciotti, Ivan Lo Bello e Guglielmo Muntoni alla Camera. Giovedì 27 marzo si riunirà l'Ufficio di Presidenza. Per la settimana dal 31 marzo al 4 aprile completeremo le audizioni dei direttori di carcere.
  Allegato al resoconto stenografico di oggi c’è la costituzione dei comitati, in modo da cominciare a lavorare, con la premessa che i coordinatori indicati sono tutti assolutamente provvisori, come da scelta della presidente, perché sapete che ci riserviamo di rivedere tutto quando ci sarà il plenum, quindi vi prego di verificare tutto.

  CLAUDIO FAVA. Avremmo bisogno di calendarizzare un nostro momento di discussione più rapidamente possibile approfondita, Ufficio di Presidenza o plenum. Forse l'Ufficio di Presidenza è più semplice perché più agile.

  PRESIDENTE. Il 27 marzo riuniamo un Ufficio di Presidenza, se necessario, anche di tre ore. Vorrei portare anche una prima bozza della relazione.

  CLAUDIO FAVA. Si potrà anche discutere di come impostare il lavoro.
  Inoltre, dovremmo riuscire a mettere in agenda, assieme ad altre audizioni, anche quella del giudice Amelio per le notizie che ci sono state riportate. Oltretutto, sarà forse necessario tornare ad ascoltare il dottor Tamburino e il direttore dell'AISI (Agenzia informazioni e sicurezza interna).

  PRESIDENTE. Ci riserviamo un'istruttoria, ma penso che ci sia bisogno anche per questo di un ufficio di presidenza per approfondire meglio la questione.

  La seduta termina alle 11.

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ALLEGATO

COMPOSIZIONE DEI COMITATI ISTITUITI DALLA COMMISSIONE NELLA SEDUTA DEL 22 GENNAIO 2014

I COMITATO

Semestre di presidenza italiana della UE e lotta alla criminalità mafiosa su base europea e internazionale.

  1. On. Laura GARAVINI (PD) (coordinatore)
  2. On. Angelo ATTAGUILE (LN)
  3. Sen. Enrico BUEMI (PER LE AUTONOMIE -PSI-MAIE)
  4. Sen. Elisa BULGARELLI (M5S)
  5. On. Maria Rosaria CARFAGNA (FI)
  6. Sen. Peppe DE CRISTOFARO (SEL)
  7. On. Marco DI LELLO (MISTO-PSI-PLI)
  8. Sen. Salvatore Tito DI MAGGIO (PI)
  9. On. Claudio FAVA (SEL)
  10. Sen. Giuseppe LUMIA (PD)
  11. Sen. Francesco MOLINARI (M5S)
  12. On. Gaetano PIEPOLI (PI)
  13. On. Marcello TAGLIALATELA (FdI)
  14. Sen. Salvatore TORRISI (NCD)
  15. On. Andrea VECCHIO (ScpI)

  II COMITATO

Infiltrazioni mafiose nelle regioni centro-settentrionali e nell'economia legale.

  1. Sen. Luigi GAETTI (M5S) (coordinatore)
  2. Sen. Donatella ALBANO (PD)
  3. Sen. Anna BONFRISCO (FI)
  4. Sen. Enrico BUEMI (PER LE AUTONOMIE -PSI-MAIE)
  5. Sen. Stefano ESPOSITO (PD)
  6. Sen. Peppe DE CRISTOFARO (SEL)
  7. On. Marco DI LELLO (MISTO-PSI-PLI)
  8. Sen. Salvatore Tito DI MAGGIO (PI)
  9. On. Claudio FAVA (SEL)
  10. Sen. Carlo GIOVANARDI (NCD)
  11. Sen. Francesco MOLINARI (M5S)
  12. On. Gaetano PIEPOLI (PI)
  13. Sen. Lucrezia RICCHIUTI (PD)
  14. On. Marcello TAGLIALATELA (FdI)
  15. Sen. Stefano VACCARI (PD)
  16. On. Andrea VECCHIO (ScpI)
  17. Sen. Raffaele VOLPI (LN)

  III COMITATO

Infiltrazioni mafiose nelle istituzioni territoriali e negli enti locali (nel quale rientra anche il tema delle intimidazioni agli amministratori locali e agli esponenti della società civile e ai soggetti impegnati nel sociale).

  1. Sen. Mario Michele GIARRUSSO (M5S) (coordinatore)
  2. On. Vincenza BRUNO BOSSIO (PD)
  3. Sen. Enrico BUEMI (PER LE AUTONOMIE -PSI-MAIE)
  4. On. Maria Rosaria CARFAGNA (FI)
  5. Sen. Peppe DE CRISTOFARO (SEL)
  6. On. Marco DI LELLO (MISTO-PSI-PLI)
  7. Sen. Salvatore Tito DI MAGGIO (PI)
  8. On. Claudio FAVA (SEL)
  9. Sen. Luigi GAETTI (M5S)
  10. Sen. Claudio MOSCARDELLI (PD)
  11. On. Alessandro NACCARATO (PD)
  12. On. Gaetano PIEPOLI (PI)
  13. On. Giulia SARTI (M5S)
  14. On. Rosanna SCOPELLITI (NCD)
  15. On. Marcello TAGLIALATELA (FdI)
  16. On. Andrea VECCHIO (ScpI)
  17. Sen. Raffaele VOLPI (LN)

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  IV COMITATO

Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata e loro gestione e destinazione.

  1. On. Marco DI LELLO (MISTO-PSI-PLI) (coordinatore)
  2. On. Angelo ATTAGUILE (LN)
  3. On. Dorina BIANCHI (NCD)
  4. Sen. Enrico BUEMI (PER LE AUTONOMIE -PSI-MAIE)
  5. Sen. Rosaria CAPACCHIONE (PD)
  6. On. Francesco D'UVA (M5S)
  7. On. Fabiana DADONE (M5S)
  8. Sen. Peppe DE CRISTOFARO (SEL)
  9. Sen. Salvatore Tito DI MAGGIO (PI)
  10. On. Claudio FAVA (SEL)
  11. On. Massimiliano MANFREDI (PD)
  12. Sen. Corradino MINEO (PD)
  13. Sen. Franco MIRABELLI (PD)
  14. On. Riccardo NUTI (M5S)
  15. On. Gaetano PIEPOLI (PI)
  16. On. Carlo SARRO (FI)
  17. On. Marcello TAGLIALATELA (FdI)
  18. On. Andrea VECCHIO (ScpI)

V COMITATO

Cultura della legalità, scuola, università e informazione.

  1. On. Davide MATTIELLO (PD) (coordinatore)
  2. On. Angelo ATTAGUILE (LN)
  3. On. Luisa BOSSA (PD)
  4. Sen. Enrico BUEMI (PER LE AUTONOMIE -PSI-MAIE)
  5. Sen. Elisa BULGARELLI (M5S)
  6. On. Francesco D'UVA (M5S)
  7. Sen. Peppe DE CRISTOFARO (SEL)
  8. On. Marco DI LELLO (MISTO-PSI-PLI)
  9. Sen. Salvatore Tito DI MAGGIO (PI)
  10. On. Claudio FAVA (SEL)
  11. Sen. Miguel GOTOR (PD)
  12. Sen. Luigi PERRONE (FI)
  13. On. Gaetano PIEPOLI (PI)
  14. On. Rosanna SCOPELLITI (NCD)
  15. On. Marcello TAGLIALATELA (FdI)
  16. On. Andrea VECCHIO (ScpI)

  VI COMITATO

Regime degli atti.

  1. On. Angelo ATTAGUILE (LN) (coordinatore)
  2. Sen. Donato BRUNO (FI)
  3. Sen. Enrico BUEMI (PER LE AUTONOMIE -PSI-MAIE)
  4. Sen. Rosaria CAPACCHIONE (PD)
  5. Sen. Peppe DE CRISTOFARO (SEL)
  6. On. Marco DI LELLO (MISTO-PSI-PLI)
  7. Sen. Salvatore Tito DI MAGGIO (PI)
  8. On. Claudio FAVA (SEL)
  9. Sen. Mario Michele GIARRUSSO (M5S)
  10. On. Antonio LEONE (NCD)
  11. Sen. Franco MIRABELLI (PD)
  12. On. Gaetano PIEPOLI (PI)
  13. On. Giulia SARTI (M5S)
  14. On. Marcello TAGLIALATELA (FdI)
  15. On. Andrea VECCHIO (ScpI)